LA LETTERA DI LEO

Istituto Salvemini. Leo: “Come eravamo nel 1977”

Quello organizzato dall’Istituto Salvemini nell’occasione dei 40 anni dalla sua fondazione è un importante dibattito che si terrà sabato 25 novembre con titolo:   “1977 a Torino. Come eravamo. Politica e cultura in un anno cruciale. Ne parlano alcuni dei protagonisti”. Sono lieto di essere uno dei “testimoni” insieme a Marco Brunazzi, Lorenzo Gianotti e Giuseppe La Ganga. Nel 1977 io ero da poco stato eletto rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione dell’università e nel Consigliere Comunale di Torino (elezioni del 1975). In università guidavo la lista cattolica formata essenzialmente da ciellini, giovani democristiani e qualche altro cattolico sparso. Sempre nel 1977 scampai per un pelo ad un attentato da parte di Patrizio Peci (come ricorda lo stesso Peci nel suo libro “Io l’infame”) e fui eletto – nell’ambito del Consiglio Comunale di Torino – Consigliere delegato ai giovani e Vice Presidente del Comitato per la pace della Città di Torino (il Presidente era Diego Novelli) riuscendo, in quella veste, a organizzare e far sostenere molte iniziative a favore dei dissidenti e dei perseguitati politici in Unione Sovietica e nell’Est Europa. Tutte cose peraltro non di straordinaria importanza. Il fatto, però, che alla scopertura della targa a Roberto Crescienzio pochi mesi fa sia stato ricordato e affermato che io ero dalla parte giusta e i “rivoluzionari” dalla parte sbagliata, mi è stato di grande conforto e di un qualche “indennizzo” per tutte le botte prese in quegli anni.

Giampiero Leo