JOINT VENTURE

Torino e Finanza Islamica: matrimonio possibile

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islamLe opportunità per Torino come per il Piemonte e l’Italia sono davvero moltissime. I settori halal rappresentano, in termini di fatturato, circa il 20% dei mercati mondiali. Si tratta di ambiti, come ad esempio il fashion, il food, in cui l’Italia – e Torino in particolare – ha delle primarie realtà produttive. Il food, in particolare, è un mercato da esplorare, molto interessante chi opera sul nostro territorio

 

Di Paolo Pietro Biancone *

 

Torino e finanza islamica: una joint venture possibile. La settimana di approfondimento sulla finanza islamica il 19 e 20 ottobre scorso la seconda edizione del Turin Islamic Economic Forum, (www.tief2015.org) e il workshop di ricercatori internazionali sullInnovazione finanziaria islamica (www.ercif.org) hanno raggiunto i risultati attesi. Circa 100 relatori e ricercatori italiani e internazionali hanno presentato alla vasta platea di imprenditori e studiosi, ricerche, dati, interventi, opportunità in merito a finanza, cibo e moda ad impronta islamica. Le opportunità per Torino come per il Piemonte e l’Italia sono davvero moltissime. I settori halal rappresentano, in termini di fatturato, circa il 20% dei mercati mondiali. Si tratta di ambiti, come ad esempio il fashion, il food, in cui l’Italia e Torino in particolare ha delle primarie realtà produttive. Il food, in particolare, è un mercato da esplorare, molto interessante chi opera sul nostro territorio.”In Italia – ha spiegato Alberto Brugnoni, direttore dell’Associazione per lo sviluppo di strumenti alternativi e di innovazione finanziaria – ASSAIF – stanno crescendo le aziende certificate ‘Halal’ ossia secondo i requisiti che rispettano le nome islamiche. Al momento in tutta Italia sono 120 le aziende certificate. In particolare, in Piemonte si registra un interesse particolare per quanto riguarda i settori dolciari, di pasticceria e della lavorazione delle carni. Il mondo islamico rappresenta una colossale risorsa, con spazi di mercato enormi”.

 

Altro interessante filone di interesse è il mondo finanziario, all’interno del quale esistono molte opportunità. Ricordiamo che in città risiedono più di 60mila islamici. È dunque importante lavorare sia per portare in città la prima banca islamica retail d’Italia com’è stato già fatto in Inghilterra, Germania e Francia sia investire alle emissioni di prestiti obbligazionari sukuk per la raccolta di capitali da investire sul territorio.

 

Il workshop sull’innovazione islamica ha raccolto 160 ricerche sul tema provenienti da diversi Paesi, tra questi Malaysia, Indonesia, Usa, Uk, Afganistan, India, Italia. I temi trattati spaziano dala valutazione delle innovazioni finanziarie islamiche alla stabilità finanziaria del settore della finanza islamica, alle innovazioni finanziarie islamiche proposte, ai ruoli dei vari soggetti interessati alle innovazioni finanziarie islamiche. In particolare, di rilievo uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento di Management dell’Università di Torino per rivitalizzare il nostro sistema di equity crowdfunding. Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa. Si parla di “equity-based crowdfunding” quando, tramite l’investimento on-line, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società. L’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding, tuttavia i numeri dimostrano un interesse modesto da parte degli investitori per questo sistema di finanziamento: nel 2014 su 10 progetti presentati, solo 3 sono stati finanziati. È un problema culturale: nel nostro Paese l’attitudine all’investimento è scarsa. Questo gap può essere superato aprendo ad investitori islamici, con accortezze legate al rispetto delle regole islamiche. Lo studio ha dimostrato che il modello di equity crowdfunding può essere compatibile con le regole della finanza islamica e, quindi, è opportuno aprire a questo mercato di finanziatori per la diffusione in Italia e in Europa.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin