I dati raccolti dai circoli piemontesi del Partito democratico registrano una affluenza pari al 59,66%, pari a 9214 voti sui 15443 iscritti al partito.
Al precedente congresso del Pd aveva partecipato il 48,6% degli iscritti. Per quanto riguarda le tre mozioni dei candidati alla carica di Segretario nazionale: Andrea Orlando ha ottenuto 2929 voti, pari al 31,99%, Michele Emiliano ha ottenuto il 2,64% con 242 voti e Matteo Renzi il 65,37% con 5985. “Una grande prova di democrazia e partecipazione alla vita pubblica: questo sono state le convenzioni congressuali del Partito democratico”. Così l’ex sindaco e segretario nazionale del partito, Piero Fassino ha espresso soddisfazione per l’andamento del congresso. “In migliaia di circoli – sottolinea Fassino – abbiamo assistito a un dibattito vero, animati dalla passione e dalla partecipazione di tantissimi volontari e dalla autorevolezza dei candidati. Una prova di partecipazione e di democrazia – rimarca – che nessuna altra forza politica ha fino ad ora messo in campo. Come sostenitore di Matteo Renzi sono molto contento del risultato che conferma un larghissimo consenso dei nostri iscritti”.
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IL COMMENTO
Calcisticamente parlando, partita d’andata 3 a 0 per Renzi. Vedremo la partita di ritorno, ma mi sembra improbabile un ribaltamento della situazione. In Piemonte e a Torino, che io sappia, non c ‘è circolo che non abbia ” regalato ” al Matteo nazionale il primato. Persino a Settimo, roccaforte della sinistra dem, ha ottenuto il 54 per cento. Poco importa la non oceanica affluenza al voto e le accuse sul tesseramento all’ultimo minuto. Interessante sapere la percentuale di chi si è iscritto in zona Cesarini per votare. Ovviamente non sapremo mai per chi hanno votato. Ma già Orlando si lamenta che molto non è andato per il verso giusto. Non farà ricorsi, contrario alle carte bollate. Ci sono ordini di grandezza. Non cifre definitive, ma comunque 250 mila di votanti non sono pochi. Indispensabili ma non sufficienti per diventare candidato a Presidente del Consiglio. Per questo la partita di ritorno è fondamentale. Più voteranno, più Renzi avrà una investitura popolare. Il resto, ovviamente, lo faranno gli elettori. Comprendo eventuali obiezioni: è lo statuto del Pd a prevedere che il segretario sia candidato alla Presidenza del Consiglio. Insisto: il 65% di 250 mila votanti è pochino. Partecipando direttamente ad un congresso ho scoperto che gli iscritti votavano solo per il segretario. In fondo c’ era solo questo da decidere. Scusate…un po’ pochino. Agli amici renziani ho chiesto: perché nonostante le sconfitte avete riproposto un perdente? Perché non avete cercato un altro e nuovo leader? Il succo è stato: non c’ erano alternative credibili. Mi è venuta in mente la mirabolante frase di Bertolt Brecht: “beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi”. Renzi sicuramente ha vinto il referendum su sé stesso tra il suo popolo. Ora il popolo degli elettori ha bisogno si sapere quali sono le politiche del PD e del suo ” eroe “.
Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)