“Gli ho fatto presente che sono non vedente e una legge specifica consente la gratuità del trasporto dei cani guida sui mezzi di trasporto pubblico e lui mi ha risposto che non gli interessava nulla della legge. Poi c’è stato l’intervento di alcuni passeggeri che hanno minacciato di chiamare la polizia, allora mi ha fatto salire nella parte posteriore, così non mi vedeva”. E’ accaduto a Casale Monferrato
“Stavo per prendere il bus alle 7 del mattino di mercoledì, per andare a Vercelli a lavorare, quello che sostituisce le corse della ferrovia, e mentre mi apprestavo a salire, con Luna il mio cane guida, l’autista mi ha detto che non potevo salire. Gli ho fatto presente che sono non vedente e una legge specifica consente la gratuità del trasporto dei cani guida sui mezzi di trasporto pubblico e lui mi ha risposto che non gli interessava nulla della legge. Poi c’è stato l’intervento di alcuni passeggeri che hanno minacciato di chiamare la polizia, allora mi ha fatto salire nella parte posteriore, così non mi vedeva”. Le parole di Ana Mindrile, una ragazza di origine moldava, non vedente, che vive in Italia da molti anni e lavora a Vercelli, descrivono un fatto che è accaduto a Casale, città sempre lodata per la tolleranza e l’accoglienza verso tutti. L’episodio è stato segnalato, nella tarda mattina della stessa giornata da Massimiliano Bellini con una mail, all’impresa di trasporto che effettuata la tratta, all’amministrazione comunale casalese.
Bellini, di Belluno, socio della Blindsight Project Onlus per disabili sensoriali, è marito di Simona Zanella, vice presidente per il Veneto dell’Unione italiana ciechi, non vedente che era stata oggetto di una discriminazione in un ristorante, dove la cameriera non l’aveva voluta ammettere, perché accompagnata dal suo cane guida. E il caso era finito davanti alle telecamere di Canale 5 nella trasmissione di Barbara D’Urso. La legge su questo punto è chiara: il non vedente ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane su ogni mezzo di trasporto publico senza dover pagare per l’animale alcun biglietto o sovrattassa ed a diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico. Per il mancato rispetto di questa norma è prevista una sanzione amministrativa da 500 a 2500 euro. Su quanto accaduto è intervenuto anche Edoardo Chierotti presidente di Stac Autoticino, che assicura il collegamento Casale – Vercelli, con una dura nota. L’azienda, leader nel settore dei trasporti, sempre sensibile alle tematiche dell’utenza, ha preso subito una posizione assolutamente chiara, evidenziando che “quanto è accaduto è assolutamente contrario ai nostri intendimenti ed alle direttive impartite al personale che prevedono il trasporto animali, anche solo di compagnia e a maggior ragione di quelli guida”. Stac Autoticino e il Gruppo Stat, “dissociandosi fermamente da qualsiasi forma di discriminazione” sottolinea che s è immediatamente attivata per effettuare le opportune indagini interne per stabilire la dinamica di quanto avvenuto ed assicura che “qualora fossero accertate responsabilità” interverrà disciplinarmente” ed annuncia che verrà ulteriormente sensibilizzato il personale per evitare ogni forma di discriminazione.
A prescindere dall’episodio in questione, che è comunque un brutto schiaffo in faccia ad una città dove non si sono mai verificate situazioni del genere in passato, resta il fatto che i cani guida sono animali appositamente addestrati e che, in certo senso, costituiscono gli “occhi” di una persona che è cieca e che, se ha perso la vista, non è certo colpa sua. Forse occorrerà interrogarsi e, al di là dell’onda emotiva di questo fatto, potenziare maggiormente l’informazione e l’educazione civica, a partire dalle famiglie e dalla scuola. Anche perché, se è vero che la madre degli imbecilli è sempre incinta(e fa parti plurigemellari) episodi del genere potrebbero sempre ripertersi in altri contesti.
(Foto: archivio)
Massimo Iaretti