Un omaggio a Juvarra il restauro dell’oratorio dei Filippini, pronto a accogliere dibattiti e incontri con la cultura torinese
L’oratorio di San Filippo, adiacente alla chiesa di San Filippo Neri in via Maria Vittoria, viene restituito alla città in una veste nuova, alla luce di una sua rifunzionalizzazione. E ciò accade proprio il 25 settembre 2015, a trecento anni esatti dall’avvio dei progetti per l’oratorio da parte dell’architetto Filippo Juvarra, per i Filippini torinesi, nel lontano 1715, e a cinquecento anni dalla nascita di San Filippo Neri, compatrono della città. Proprio San Filippo, nel Cinquecento, diede vita al primo oratorio come luogo non soltanto di preghiera, ma di dibattuto culturale, sede di funzioni religiose, culturali, educative, distinte da quelle liturgiche.
“L’intervento compiuto sull’oratorio torinese di San Filippo Neri – spiega il direttore artistico Enzo Biffi Gentili – ” ha voluto rispettare e potenziare la destinazione originaria del luogo, mai venuta meno, anzi arricchita dalla contiguità con le gallerie del Miaao, Museo Internazionale di Arti Applicate, gestito dal Seminario di Arti Applicate della Congregazione”.
Tre anni sono durati i lavori di restauro dell’oratorio, splendido esempio di architettura settecentesca, impreziosito da opere di autori eccellenti quali Sebastiano Conca e Mattia Franceschini, oltre che dagli affreschi di Gaetano Perego. Gli interventi sono stati compiuti nel più totale rispetto della concezione architettonica juvarriana, a cominciare alla reception, in cui l’architetto Andrea Salvatori ha realizzato un corpo luminoso a sospensione in ceramica. Il restauro è stato eseguito dalla Società Rava & C e il risultato che si può oggi ammirare è quello di un punto di attrazione unico nel panorama artistico e culturale torinese.
Con la riapertura dell’oratorio inaugurano anche due mostre nell’adiacente sede del Museo di Arti Applicate. Nella Galleria Sottana verranno esposte sei grandi tele della scuola del Guercino, cinque mai più esposte alla pubblica visione del 1969, e da allora conservate nelle inaccessibili camere private del convento filippino. Presentano quale soggetto figure femminili tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, quali la Madonna, Betsebea, la Samaritana, la serva che denunciò Pietro, Salome’. La seconda mostra riguarda l’esposizione di prove, tutte da parte di artiste, della nuova illustrazione dell’Inferno dantesco. La mostra, curata da Lorenza Bessone, vede impegnate artiste Under 40, nell’ambito del progetto “Il cuNeo gotico”, diretto dal Seminario Superiore di Arti Applicate e sostenute dalla Crt. Le due mostre sono visitabili fino al prossimo 31 ottobre, il sabato dalle 15 alle 19.30 e la domenica dalle 11 alle 19, in via Maria Vittoria 5. Nel corso della serata inaugurale del 25 settembre verranno eseguiti brani dal vivo, l’orchestra sarà accompagnata dal prestigioso organo, che ritorna così in funzione.
Mara Martellotta