La sanità piemontese ha un buco di oltre 65 milioni di euro. In realtà il passivo di 65 milioni è meno pesante di quello dello scorso anno che era stato di 84 milioni. Se va un po’ meglio la Città della Salute, i conti delle aziende sanitarie piemontesi e che la Giunta regionale sta verificando e approvando non sono certo positivi. Prima della pausa estiva sono state passate in esame Città della Salute, ospedale di Alessandria e alle Asl To2, To5, Novara, Cn2, Veo e Vercelli, e presto toccherà alle altre aziende sanitarie. Per quanto riguarda la Città della salute il 2014 si è chiuso con un disavanzo di 30,6 milioni di euro, mentre nel 2015 il passivo è dimezzato, di 15 milioni e 80mila euro. Gian Paolo Zanetta, direttore generale, aveva annunciato a suo tempo che sono stati effettuati tagli, la chiusura del Maria Adelaide, e presto si farà l’accorpamento di 30 strutture complesse e 300 strutture semplici, magazzini e laboratori. Ci sarà anche l’estensione degli orari delle sale operatorie per superare le liste d’attesa. Eccetto l’Asl di Alessandria e l’ospedale di Cuneo, sono in rosso tutte le aziende sanitarie piemontesi, ad incominciare dalle torinesi: passivo di 7,7 milioni di euro per il San Luigi di Orbassano, 6,5 per il Mauriziano, 3,2 per l’Asl To1, 2,3 milioni per la To2, 2,2 per l’Asl To3, 1,7 per la To4, 1,2 per la To5 . Nel compilare il bilancio, diversi direttori generali hanno scritto che lo squilìbrio economico è stato originato da una delibera della Giunta Chiamparino, del 23 maggio 2016, che per esigenze del Governo ha dovuto tagliare risorse: sono stati “prelevati” ad Asl e ospedali circa 19 milioni di euro di trasferimenti.
(foto: il Torinese)