Io sono stata una bambina rock, sono nata in una casa piena di amore e di musica, Elvis e Santana hanno accompagnato i miei primissimi anni di vita. Non ho mai ascoltato dischi per bambini e i primi due dischi che acquistai da sola in terza elementare furono i 45 giri di ” Video killed the radio star” dei Buggles e “My Sharona” di The Knack. Chi ha avuto 14 anni nella metà degli anni 80 come me, (parlo delle ragazze soprattutto), probabilmente sarà stata coinvolta dall’onda emotiva duraniana. I Duran Duran erano ovunque, nell’etere, sui poster nelle vetrine davanti la cartoleria della scuola media, nello schermo del televisore puntuale alle 14.00 in DJ Television e nelle interviste di Red Ronnie. Ma c’era un posto speciale dove ci incontravamo noi duraniane folli e incallite per parlare di Simon, di John e di Nick… questo luogo era MASCHIO. Eh sì, il sabato pomeriggio io e le mie compagne di passione prendevamo il tram, il 15 e, con una piacevole frenesia, scendevamo in Piazza Castello per entrare da Maschio a vedere le ultime novità e tornare a casa col nostro sacchetto di trofei. Tutti i sabati speravamo in qualche foto nuova o in qualche bootleg, ricordo ancora che da Maschio trovai un bootleg rarissimo proveniente dall’Olanda di un loro concerto, un 33 giri rarissimo che mi consacrava come ” autentica fan”. MASCHIO non era solo un negozio di dischi, chiamarlo così era riduttivo. MASCHIO era un luogo di ascolto, di incontro, di scambio culturale. Adesso ci sono i music bar, i locali che mixano musica, libri e aperitivi a tema, una volta c’era MASCHIO, ci si incontrava davanti al negozio e si trascorreva metà pomeriggio a curiosare tra i vinili, libri musicali, strumenti musicali e musica in sottofondo. E poi lí si poteva stare anche per due ore di seguito, anzi il tempo volava tra chiacchiere e musica, senza per forza comprare qualcosa. È stato un negozio precursore della Community, un luogo che ci portiamo nel cuore, che ci fa ricordare momenti di leggera e spensierata allegria, che ci porta alla luce aneddoti di amicizie e risate e di quella cosa incomparabile e bellissima che si chiama giovinezza.
Sabina Carboni