“Spetta alle istituzioni non lasciare soli gli operatori economici che denunciano episodi come estorsioni, usura e racket”
Il bilancio 2016 della Città, che sarà al vaglio della Sala Rossa nelle prossime settimane, disporrà di un capitolo apposito dedicato al contrasto della criminalità organizzata.
Lo ha annunciato il sindaco Piero Fassino spiegando che verrà creato “un fondo a sostegno delle vittime e degli operatori commerciali che decidono di denunciare”. La notizia è stata data dato in Consiglio comunale dal primo cittadino, nel rispondere a una richiesta di comunicazioni sull’ inchiesta sulla ‘Ndrangheta che ha portato a 20 arresti per criminalità organizzata.
La richiesta di comunicazioni in aula era giunta dal consigliere Fabrizio Ricca, della Lega. A rispondere nel dettaglio l’assessora alle Politiche per la Sicurezza Giuliana Tedesco , in merito ai recenti arresti dell’operazione Big Bang: “L’arresto di 22 persone e il sequestro di esercizi commerciali in seguito all’operazione Big Bang hanno dimostrato che lo Stato qui è presente. Molti arrestati erano recidivi, già incarcerati in seguito all’inchiesta Minotauro: le Forze dell’Ordine non hanno mai abbassato la guardia e hanno continuato a monitorarli. Per questa Amministrazione la promozione della legalità è un aspetto cruciale: per tutelare imparzialità, dare sicurezza ai cittadini e garantire certezza del diritto, trasparenza e libera concorrenza
“Non sono scandalizzato che la gente abbia paura a denunciare – ha spiegato Fassino – e mi paiono impropri gli atteggiamenti moralistici nei confronti delle vittime. Spetta alle istituzioni non lasciare soli gli operatori economici che denunciano episodi come estorsioni, usura e racket”.
(Foto: il Torinese)
IL DIBATTITO IN SALA ROSSA (www.comune.torino.it)
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Abbiamo richiesto le comunicazioni visto il silenzio assordante di questi giorni da parte dell’Amministrazione, a seguito degli arresti di ’ndrangheta. Voglio che il Sindaco condanni le attività criminose. Vorrei un segnale forte da parte della Città che metta in tranquillità tutte quelle persone che vogliono denunciare perché possano farlo in assoluta tranquillità. Il dibattito in Consiglio Comunale è fondamentale anche solo per far sentire la vicinanza. In questo modo, se tutti quanti condanniamo, sarà più forte la Città e tutte quelle persone che si imbattono in questi fenomeni.
Fosca Nomis (PD): La Città ha squarciato il velo della presenza della ’ndrangheta con il processo Minotauro, a seguito del quale il Consiglio ha deciso di istituire la Commissione Legalità e la costituzione di parte civile della Città nel processo, con la conseguente destinazione di fondi ad attività specifiche. Il silenzio ha segnato tante vittime e l’85% degli operatori economici non conosce le norme per tutela in caso di denuncia di casi di racket e usura. Come Commissione abbiamo sollecitato la polizia municipale ad avviare un percorso di formazione perché possa svolgere ruolo di vicinanza e informazione sulle tutele riservate a operatori economici che decidano di denunciare. Cento gli agenti formati. La Commissione Legalità, che tutto il Consiglio ha voluto, ha lavorato con lo spirito di fare fronte comune, insieme a sindacati, rappresentanti di categorie e società civile, per riuscire a sconfiggere la zona grigia di corruzione, ignoranza, paura, luoghi dove attecchiscono le organizzazioni criminali. In questo contesto, la proposta è quella di costituire un Fondo da parte della Città a sostegno delle spese legali per chi decida di denunciare. Vogliamo che sia non un incentivo, ma un supporto della Città che ha un ruolo importante nell’emersione nel racket e nell’usura.
Vittorio Bertola (5 Stelle): Questo deve essere un momento di riflessione generale su cosa abbiamo fatto e su quello che abbiamo ancora da fare. La criminalità organizzata è diffusa e radicata nel territorio torinese: ne sono dimostrazione le tre inchieste condotte dalla Magistratura in questi ultimi anni. Vi è una penetrazione capillare che non si vede e capisco la difficoltà nell’identificare parte della criminalità organizzata. Nel report realizzato su richiesta della Commissione Legalità fui molto colpito nel notare la paura di esporsi che intercorre tra gli esercenti. Pertanto credo che la politica debba avere il coraggio e dare un segnale, dimostrando che le Istituzioni sono dalle parte di chi denuncia, e che la politica si espone combattendo la criminalità organizzata.
Maurizio Marrone (F.D’I.): Io ho un’esperienza personale del pizzo quando ai tempi dell’università mi capitò, dopo aver aperto un circolo in San Salvario, una richiesta di pizzo. E ricordo perfettamente la solitudine provata di fronte alla poca certezza della pena che connotò la vicenda. Infatti, uno dei periodici indulti permise a quelle persone di tornare in libertà e non mi stupirebbe che siano tornate nel giro della malavita proprio ora che la zona è diventata la sede della movida torinese.Secondo me è simbolico il fatto che alcune delle basi della criminalità organizzata fossero dentro il quartiere di San Paolo, dove il presidente è un esponente di Libera. Ciò dimostra come in una città come questa dove si fanno report conoscitivi e si fanno costantemente manifestazioni pubbliche contro la mafia, si verifichino eventi criminali di questa portata. È necessario che la lotta alla mafia sia affidata alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura, e non all’associazionismo, affinché si possano avere risultati, nella speranza che la realtà oscura della criminalità sia sradicata del territorio.
Michele Curto (SEL): Con l’operazione Minotauro si è capito che nulla nella città sarebbe stato come prima e a fine mandato si devono trarre conclusioni su quello che è stato fatto e su quanto c’è da fare. Le varie organizzazioni (partiti, sindacati, associazioni…) hanno una capacità scadente di presidio sul territorio e su ciò si dovrebbe riflettere. Vorrei parlare di 3 temi che l’Amministrazione dovrebbe risolvere prima della fine del mandato. Il Caat, società al 98% pubblica (secondo sito produttivo del territorio, che ha subito diverse indagini in passato), ma che usa modalità private nella gestione degli appalti. Poi la gestione dei calcestruzzi per le Olimpiadi 2006 da parte della criminalità organizzata. Infine, il cantiere Tav con Italcoge e Martina: società che, successivamente si è visto legate alla ‘ndrangheta. Su questi temi la chiarezza deve essere fatta perchè i fatti sono gravi.
Andrea Tronzano (Forza Italia): Queste comunicazioni sono importanti perchè dimostrano che il Consiglio comunale non ha paura di condannare questi fatti e porre al centro la parola legalità come faro assoluto. È soprattutto il piccolo commercio, che non si trova sotto i riflettori, a subire minacce e malversazioni dalla ’ndrangheta: questo anche perchè siamo il Paese degli annunci. In una riunione con il Prefetto si era infatti deciso di convocare i parlamentari per porre rimedio alla depenalizzazione di alcuni reati, Non solo non è stato fatto, ma proprio in questi giorni abbiamo assistito a ulteriori depenalizzazioni che in generale rendono sempre più fertile il terreno per il radicamento della criminalità in senso ampio. Infine, ogni dichiarazione ha il suo peso. Mi sono scandalizzato nel sentire un ex sindaco dire che ha gestito “da buon padre di famiglia” la questione Murazzi, quando non pagare i canoni è un reato e quando nella movida selvaggia si discute da tempo se ci siano infiltrazioni criminali o meno.
Paola Ambrogio (F.D’.I.): Dei fatti di questi giorni, il silenzio degli operatori commerciali è forse la cosa che colpisce maggiormente. E se il questionario predisposto dalla Commissione Legalità non aveva fatto emergere criticità, la relazione conclusiva denunciava invece una scarsa fiducia da parte degli operatori commerciali nella politica e nella Polizia municipale. Mettersi contro la criminalità organizzata fa paura, i cittadini hanno timore. Per queste ragioni occorrerà fare qualcosa in più, anche a livello regionale: più formazione per la Polizia Municipale e più fondi per aumentare il numero di addetti sul territorio. E benvenute saranno tutte le risorse disponibili a sostenere la causa.
Paolo Greco Lucchina (NCD): Oggi non è una giornata dedicata alla promozione della cultura della legalità, ma se gli esercizi commerciali sono oggetto di infiltrazioni malavitose abbiamo il dovere morale di essere presenti. E occorre non soltanto denunciare i fatti. Per diventare incisivi è bene individuare misure più stringenti nel codice degli appalti e sarebbe utile invitare i parlamentari piemontesi a sollecitare una discussione sul tema alle Camere. La vera questione è il collegamento tra gli appalti e i subappalti, lì dove ingenti somme sono impiegate e l’economia reale si manifesta.
(M.Q.) – Ufficio stampa Consiglio Comunale