Il prosciutto Crudo di Cuneo Dop sarà autentico mattatore tra le “mura di casa” in occasione della XX edizione di Fruttinfiore, in programma a Lagnasco dal 25 al 27 marzo. Lo spazio “Fruttinpiazza”, allestito in Piazza Umberto 1°, sarà il cuore pulsante della manifestazione e ospiterà, nell’area ribattezzata “Melagorà”, anche il grande stand del Consorzio di tutela e promozione del Crudo di Cuneo. In occasione degli show-cooking di sabato 26 e domenica 27 marzo il Crudo di Cuneo darà bella mostra di sé all’interno del percorso gastronomico che accompagnerà migliaia di visitatori tra piatti della tradizione e gustose novità d’eccellenza piemontese. Gli ospiti, anche provenienti da fuori regione, potranno degustare il prosciutto Crudo di Cuneo Dop servito quale simpatico spuntino, ma quest’anno avranno anche la possibilità di provarlo farcito sulla classica pinsa romana, prodotta per l’occasione dalla panetteria-pasticceria Gullino Marco di Lagnasco. Una vera novità che non mancherà di deliziare i palati più fini. Per ogni altra informazione visitare il sito www.fruttinfiore.it |
Come mangiavano i monaci? “La Badessa” si racconta
IL RISTORANTE STORICO DI TORINO SI SCOPRE NEL SUO RACCONTO GASTRONOMICO E ARTISTICO
Si dice che Torino sia magica: in effetti è così. Ripercorrendo le vie della città e attraversando le sue piazze, ci si imbatte sempre in scoperte ” monumentali”. Piazza Carlo Emanuele II, che i torinesi identificano meglio come “Piazza Carlina” , è sede – ad esempio – di Palazzo Boardi di Carpeneto, sconosciuto ai più ma denso di valore storico: costruito alla fine del ‘700 su progetto di Amedeo di Castellamonte, è una costruzione in stile barocco che presenta, sulla facciata, finestre a tutta altezza al piano nobile con timpani curvi e conchiglie decorative.
Proprio sul lato opposto del famoso Nh hotel ” Carlina” , sorge un ristorante che pare quasi stonare con la serie dei locali presenti in piazza, rivolti principalmente ad una clientela giovane : la ” Badessa” , situato proprio all’interno di Palazzo Boardi e che, soprattutto per questo motivo, è considerato un testimone d’eccellenza per il racconto della storia di Torino.
Nel locale si respira fin da subito un’atmosfera quasi irreale, catapultati nella storia dei monaci attraverso i dipinti selezionati dalla titolare – la signora Rossella, già titolare di altrettanti locali che hanno caratterizzato le uscite a tavole dei molti torinesi negli anni 90 – grande appassionata e insegnante di cucina prettamente monastica, ha ispirato il ristorante ad una nobile badessa ( personaggio realmente esistito nel secolo scorso col nome di Maria Caterina Operti di Cervasca) divenuta famosa nell’ ‘ 800 per la sua bravura in cucina.



Di Augusto Grandi
Ci sono luoghi affascinanti, ricchi di storia e di suggestioni, che restano assurdamente fuori dai percorsi classici del turismo.
Indubbiamente la Rocca di Arignano, a soli 22 km dal centro di Torino, non è un luogo per tutti. Una rocca medievale, miracolosamente sopravvissuta a sette secoli di oblio e di incuria, non è il posto ideale dove far pascolare le mandrie di turisti in astinenza da shopping ed alla ricerca di località alla moda dove farsi fotografare per farsi invidiare dagli amici.
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La Rocca di Arignano. Hotel di charme, ristorazione di qualità e storia. Non è per tutti
Torino è conosciuta come la “piccola Parigi” per lo stile architettonico delle sue vie, per le caratteristiche arcate di muratura sul fiume che la attraversa e dai palazzi che, in un certo modo, ricordano quelli maestosi della Francia dell’800. Tutto a Torino ricorda la Francia e il suo stile urbano: l’hotel 4 stelle Turin Palace, proprio di fronte alla stazione di Porta Nuova (lato via Sacchi) ne é un esempio.




Di Augusto Grandi
Terra di grandi vini, il Piemonte. Però nell’immaginario collettivo il territorio vocato alla produzione di rossi e bianchi prestigiosi è limitato alle Langhe, al Monferrato.
Pochi conoscono la qualità di altri territori piemontesi, dal Saluzzese alle colline tortonesi, dal Canavese al Nord Piemonte. O al Chierese. E la sfida dell’agriturismo Tenuta La Serra di Cinzano è appunto rivolta a far conoscere ed apprezzare gli ottimi vini di questo angolo della provincia di Torino.
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Tenuta La Serra di Cinzano: l’eleganza di una cascina del 700 con grandi vini ed ottimi piatti
Gli appetitosi “cossot” dell’orto in burnia
Una favolosa idea per utilizzare le zucchine che abbondano nei nostri orti
Semplice e veloce questa ricetta e’ una favolosa idea per utilizzare le zucchine che in questo periodo abbondano nei nostri orti. Un modo di conservarle per gustarle tutto l’anno intrappolando i profumi, i colori e i sapori dell’estate. Ottime in abbinamento ad un gustoso antipasto rustico con formaggi e salumi, un aperitivo sfizioso o un contorno stuzzicante.
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Ingredienti:
1 kg.di zucchine
2 bicchieri di olio d’oliva
1 bicchiere di aceto bianco
12 foglie di basilico
5 spicchi di aglio
1 foglia di alloro
1 cipolla a fettine
3 bacche di ginepro
2 scorze di limone
3 cucchiaini di sale fino
1 cucchiaio di zucchero
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Lavare bene le zucchine, tagliarle a pezzetti e metterle con tutti gli altri ingredienti in un tegame a bordo alto. Dal primo bollore lasciar cuocere per circa 5 minuti. Togliere dal fuoco e sistemare nelle “burnie” (precedentemente sterilizzate), coprire con il liquido di cottura, chiudere bene con il tappo e sterilizzare in acqua bollente per 30 minuti
Paperita Patty
Di Augusto Grandi
Marentino, per troppi anni, ha significato per i torinesi solo la località dove venivano formati i quadri ed i dirigenti del gruppo Fiat.
È qui che si è concluso il braccio di ferro tra Romiti e Ghidella per la guida della Fiat. Con la vittoria del primo ed il conseguente declino inarrestabile del gruppo automobilistico torinese. Ed ora l’abbandono della struttura è il simbolo perfetto della conclusione della parabola Fiat. Ma, per fortuna, la scomparsa del gruppo ha favorito la rinascita del paese che sorge sulla collina torinese.
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Con l’agriturismo Bellavista, Marentino fa dimenticare a tavola i disastri della Fiat
Il coraggio di non osare.
Può sembrare paradossale, ma Giuseppe Lisciotto – chef del ristorante Les Petites Madeleines all’interno del Turin Palace Hotel del capoluogo subalpino – ha deciso che il menu di primavera deve prevedere meno sperimentazioni e più ricerca dell’identità di ogni singolo prodotto, sino ad arrivare in qualche caso al mono ingrediente. Serve coraggio, serve la capacità di rivalutare esperienze e tradizioni per arrivare a proposte più delicate.
Di Augusto Grandi
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Turin Palace Hotel e Les Petites Madeleines: una primavera di altissima qualità
Bere il territorio, al via la nuova edizione
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