GUSTO

Eataly Lingotto, a Torino “Tutti i colori del bianco”

Giovedì 5 giugno prossimo, presso Eataly Lingotto, Go Wine promuove l’evento dal titolo “Tutti i colori del bianco”, dedicato al vino bianco italiano: al banco d’assaggio dell’enoteca sarà presente una selezione esclusiva di bianchi d’autore. Alcune cantine presenteranno in assaggio lo stesso vino prodotto in due annate differenti. La selezione presenterà molte varietà a bacca bianca in un contesto esclusivo per ricchezza e varietà di proposte. Un’originale degustazione spazierà dalle Alpi alla Sicilia e valorizzerà vitigni e realtà del bianco italiano, coinvolgendo nomi prestigiosi dell’enologia italiana in una sorta di viaggio intragenerazionale tra vini bianchi di razza. L’evento si svolgerà nella location di Eataly Lingotto, in via Ermanno Fenoglietti 14, e l’invito è rivolto a professionisti del settore, soci Go Wine e simpatizzanti. Tra i bianchi nostrani presenti, tra gli altri, L’Erbaluce di Caluso e il Gavi.

La parte food sarà gestita da Eataly, che proporrà una selezione di eccellenze gastronomiche con un menù di assaggi che potranno essere acquistati in loco. L’evento si svolgerà su due distinti turni, il primo riservato agli operatori del settore, a partire dalle 16.30 fino alle 18, tra cui giornalisti e professioni del settore, e un secondo turno di apertura del banco d’assaggio al pubblico di appassionati, dalle 18 alle 22.

 

Mara Martellotta

“Macellaio gourmet, artigiano del gusto”. Intervista a Ermanno Melatti

Informazione promozionale

In un mondo in cui spesso la velocità prevale sulla qualità, Ermanno Melatti rappresenta un esempio raro di passione, competenza e visione.

Macellaio per scelta e per vocazione, dal 2022 ha dato vita a una macelleria che è diventata un punto di riferimento per chi cerca carne di qualità e piatti pronti all’altezza della ristorazione gourmet. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia, i suoi valori e il suo modo di intendere un mestiere antico ma sempre più moderno.

 


 

1. Partiamo dalle origini: come nasce la sua passione per la carne e per il mestiere di macellaio?

Tutto è iniziato dalla mia passione per il barbecue americano. È stato un amore travolgente che mi ha portato a voler capire la carne in profondità: la sua origine, il suo taglio, la sua preparazione. Nel 2022 ho deciso di aprire una macelleria partendo da zero. È stata una sfida, ma anche un’avventura bellissima.

 


2. Oggi si definisce “macellaio gourmet”. Cosa significa per lei questa definizione?

Significa evolversi. Non sono solo un venditore di carne, ma un selezionatore e un creatore di sapori. Ho sviluppato una linea di 15 piatti pronti, pensata per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare al gusto e alla qualità. Gourmet per me è sinonimo di attenzione, innovazione e rispetto per il cliente.

 


 

3. Quali sono i criteri fondamentali che guidano la sua scelta delle carni?

Il primo criterio è l’origine: prediligo carni provenienti da allevamenti italiani, possibilmente a filiera corta e sostenibile. Evito l’allevamento intensivo e scelgo solo animali allevati secondo ritmi naturali, come i polli di razze a lenta crescita.

 


 

4. Da quali allevamenti o territori provengono le sue carni? C’è una filiera selezionata che predilige?

Sì, lavoro solo con allevamenti italiani che rispettano determinati standard di benessere animale. Mi affido a realtà che condividono la mia filosofia: sostenibilità, qualità e trasparenza.

 


 

5. In un mercato spesso dominato dalla quantità, lei punta sulla qualità. Come si riconosce una carne di eccellenza?

La carne di qualità si riconosce dall’aspetto, dalla morbidezza e, ovviamente, dal gusto. È una questione di esperienza, ma anche di educazione del palato: chi prova una carne ben selezionata difficilmente torna indietro.

 


 

6. Parliamo di razze: ci sono razze bovine, suine o ovine che considera “nobili” e che valorizza maggiormente?

Assolutamente. La fassona piemontese, gli angus spagnoli… sono razze che danno una carne straordinaria, soprattutto se allevate secondo criteri naturali e sostenibili. La qualità parte dalla genetica, ma si costruisce con la cura dell’allevamento e dell’alimentazione.

 


7. Il gusto è al centro del suo lavoro. In che modo accompagna il cliente nella scoperta di sapori autentici e ricercati?

Con i consigli. Suggerisco come cucinare al meglio ogni taglio, quale tecnica usare e con quali tempi. Ogni carne ha una storia e un potenziale che merita di essere esaltato.

 


 

8. Oltre alla carne, c’è un’attenzione anche al taglio e alla preparazione. Quanto conta la manualità e l’esperienza nella sua bottega?

È fondamentale. Un buon taglio valorizza la carne, riduce gli scarti e rende la preparazione in cucina più semplice. Ogni pezzo è trattato con cura, anche per rispettare chi lo porterà in tavola.

 


 

9. Oggi si parla molto di sostenibilità anche nel settore alimentare. Come si inserisce il suo lavoro in questa prospettiva?

Credo in un modello alimentare che privilegi il “meno ma meglio”. Non serve consumare molta carne, basta scegliere carne buona, sostenibile, etica. La sostenibilità non è uno slogan, è una responsabilità concreta.

 


 

10. Ha collaborazioni con chef o ristoranti gourmet? Come si crea un dialogo tra il banco del macellaio e la cucina d’autore?

Sì, collaboro con diversi ristoratori professionisti. Il dialogo nasce dalla fiducia: loro sanno che ogni taglio è pensato per esaltare il piatto. Io, da parte mia, ascolto le esigenze della cucina per proporre soluzioni su misura.


 

11. Cosa sogna per il futuro? Quali sono i prossimi passi per entrare a pieno titolo nel mondo del gusto di qualità?

Il mio sogno è dare continuità alla macelleria, mantenendo un alto livello di servizio. Sto lavorando a nuovi progetti legati alla gastronomia di qualità, in particolare allo sviluppo di piatti pronti a cuocere e alla frollatura delle carni. È un percorso che unisce tradizione e innovazione.

 


 

12. Un ultimo consiglio per chi vuole riscoprire il piacere della carne di alta qualità: da dove iniziare?

Bisogna provare. Scegliere con consapevolezza, avvicinarsi alla carne come a un prodotto che merita rispetto. La qualità non è solo una scelta di gusto, ma anche di salute e di etica. Meno carne, ma carne vera: questo è il mio consiglio.

 


 

La macelleria di Ermanno Melatti non è solo un negozio, ma un luogo dove la carne diventa cultura, rispetto e piacere per il palato. Un esempio di come anche il banco del macellaio possa trasformarsi in un laboratorio di alta gastronomia.

Corso Filippo Turati 18/b, Turin, Italy

342 716 0270

Il Gianduiotto di Torino, via libera all’Igp

Grande soddisfazione da parte del ministro Lollobrigida, del presidente della Regione Piemonte Cirio e dell’assessore Bongioanni

 

Il Giandujotto di Torino diventerà la decima lgp del Piemonte. E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana la domanda di registrazione che segna l’avvio ufficiale dell’iter nazionale per il riconoscimento lgp di una delle specialità dolciarie fra i simboli più noti della città e del Piemonte. Saliranno così a 90 i prodotti piemontesi a denominazione d’origine tutelata fra Dop, Igp, Docg, Doc e Ig.

“Il sistema agroalimentare italiano – spiega il Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida – è composto di innumerevoli eccellenze del nostro territorio. Avere compiuto oggi un altro passo in avanti per il riconoscimento del GIandujotto tra i prodotti certificati lgp significa premiare il lavoro fatto. Il Giandujotto è un’eccellenza, espressione di sapienza tramandata di generazione in generazione, gusto unico e identità piemontese e italiana. Quando otterrà il disciplinare acquisterà ancora più forza sul mercato e ne verranno tutelate le sue caratteristiche inimitabili. Siamo orgogliosi di essere al fianco dei produttori”.

“Abbiamo lavorato per mesi per raggiungere questo risultato – afferma il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – un risultato che rappresenta il riconoscimento della storia e della tradizione di un’eccellenza del territorio. Valorizzare i nostri prodotti è fondamentale per farli conoscere sempre di più e anche per renderli più competitivi sui mercati internazionali”.

“Per il Piemonte è un traguardo che vale doppio – spiega con grande soddisfazione l’Assessore al Commercio, Agricoltura, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni – Una specialità che porta il nome di Torino e del Piemonte nel mondo vede finalmente riconosciuta la sua qualità, la tradizione manifatturiera dei nostri laboratori e soprattutto l’impiego tutelato della pregiata Nocciola Tonda Gentile prodotta nel nostro territorio, che trova una sua straordinaria possibilità di rilancio. Ringrazio personalmente il ministro Francesco Lollobrigida per aver seguito personalmente, insieme alla sua struttura, l’iter del disciplinare di produzione affinché rispondesse alle severe norme europee richieste per il riconoscimento.

Ora la strada è in discesa. Il GIangujotto di Torino lgp potrà entrare nel club degli ambasciatori di eccellenza della nostra regione e fregiarsi del brand “Piemonte is-Eccellenza Piemonte”.

Il disciplinare di produzione, già approvato dalla Regione Piemonte, era stato presentato lo scorso marzo al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste dal Comitato Giandujotto di Torino, che riunisce circa una quarantina tra artigiani e aziende del settore, presieduto dal maitre chocolatier Guido Castagna e con il coinvolgimento della storica azienda Lindt-Caffarel. I funzionari del Ministero hanno verificato la conformità del disciplinare ai metodi tradizionali di produzione durante una riunione di pubblico accertamento, confermandone la validità.

Il percorso per l’ottenimento dell’lgp era stato avviato ne lontano 2017, ma aveva subito alcune battute di arresto in seguito alle osservazioni presentate dal gruppo svizzero. Tra i punti centrali del documento l’esclusione del latte in polvere, coerentemente con le tecniche ottocentesche di produzione che si intendono salvaguardare, e l’obbligo di utilizzare una determinata percentuale di Nocciola Piemonte Igp.

In assenza di opposizioni il dossier pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale sarà ora trasmesso alla Commissione Europea, che avvierà la fase istruttoria a livello comunitario per il riconoscimento ufficiale dell’lgp.

Mara Martellotta

 

Con spinaci e ricotta la torta è speciale e stuzzicante

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Le torte salate sono apprezzate per la loro versatilità. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose

Ideali per un aperitivo con amici, una cena veloce, un antipasto o un pic nic,  le torte salate sono molto apprezzate per la loro versatilita’. Molto facili e veloci da preparare sono ottime servite tiepide o fredde, stuzzicanti e fantasiose. Un must per tutte le stagioni.

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Ingredienti:

2 rotoli di pasta sfoglia rotonda

½ kg. di spinacini freschi

1 fetta di prosciutto cotto (100gr.)

250gr. di ricotta piemontese

100gr. di taleggio

1 uovo intero, 4 tuorli

1 spicchio di aglio

50gr.di parmigiano grattugiato

sale, pepe,burro, noce moscata q.b.

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Lavare gli spinacini, saltarli in padella con una noce di burro e l’aglio, lasciar raffreddare. In una ciotola mescolare il prosciutto e il taleggio tagliati a dadini, aggiungere il parmigiano, l’uovo intero, gli spinacini, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Stendere la pasta sfoglia in una teglia rotonda foderata di carta forno,bucherellare il fondo, disporre il ripieno, coprire con la ricotta, fare 4 fossette in ognuna delle quali sistemare il tuorlo. Coprire con la sfoglia rimanente, saldare bene i bordi, spennellare con poco latte e cuocere in forno per 35-40 minuti a 200 gradi. Servire tiepida.

 

Paperita Patty 

“Piemonte Is”: il marchio che racconta al mondo l’eccellenza del gusto

Il Piemonte alza il sipario sulla sua identità agroalimentare con un brand che ha il profumo del vino buono, il sapore della nocciola delle Langhe, la forza dei formaggi d’alpeggio e l’eleganza del riso vercellese. Si chiama “Piemonte Is – Eccellenza Piemonte”, e non è solo un logo: è una vera dichiarazione d’amore per una terra che parla attraverso i suoi prodotti.

Il nuovo marchio, presentato oggi a Torino dall’Assessore regionale Paolo Bongioanni di fronte a imprenditori, stakeholder e associazioni di categoria, nasce per valorizzare l’identità dei prodotti agroalimentari di qualità della regione. “Il Piemonte offre eccellenze assolute, ma ancora non ha quella riconoscibilità che merita”, ha affermato Bongioanni. “Con questo brand vogliamo rafforzare l’identità del territorio, perché dove c’è nome, c’è valore”.

E il nome ha un significato doppio e potente. “Piemonte Is” può essere letto all’inglese – Piemonte è – oppure in chiave locale come “piemonteis”, l’aggettivo piemontese che sa di casa, di autenticità, di radici. A completare il messaggio, la firma “Eccellenza Piemonte”, garanzia di qualità, origine e affidabilità.

Sul palco anche nomi simbolo del settore: da Fabio Leonardi, CEO di Igor Gorgonzola, a Bruno Ceretto, ambasciatore mondiale del vino piemontese. In platea, l’intero sistema che fa grande l’agroalimentare locale: produttori, consorzi, istituzioni.

Numeri alla mano, il Piemonte ha tutto per brillare:

  • 14 DOP, 9 IGP, 19 vini DOCG, 41 DOC
  • 344 prodotti tradizionali, 600 prodotti di montagna,
  • 1,64 miliardi di valore per il solo comparto certificato,
  • 12.837 addetti, su 5 miliardi di fatturato complessivo agricolo.

E mentre il comparto cresce (+20% in 5 anni), il Piemonte conquista premi internazionali come “Region of The Year 2025” ai Wine Travel Awards di Londra, confermando il suo ruolo di leader non solo nella qualità, ma anche nella capacità di attrarre turismo e raccontare il territorio.

Il brand, già apparso in anteprima a Vinitaly e all’evento nazionale “Agricoltura è”, diventerà ora il simbolo ufficiale di eventi, campagne e prodotti che vogliono portare il nome Piemonte nel mondo. Presto, con l’approvazione del disciplinare d’uso, potranno fregiarsene anche ristoratori, negozi, consorzi, enti pubblici e produttori che condividono la visione di un Piemonte riconoscibile, coeso, orgoglioso delle sue radici.

“Non basta fare vino buono. Bisogna anche saperlo raccontare”, ha ricordato Bruno Ceretto. Ed è proprio da qui che il Piemonte riparte: da un racconto forte, autentico, identitario. 

Da oggi, questo racconto ha un nome e un volto: Piemonte Is – Eccellenza Piemonte.

Chiara Vannini

Buonissima Summer Edition, edizione speciale

Dal 17 al 21 giugno Torino diventerà capitale internazionale della gastronomia mondiale, celebrando la migliore cucina in tutte le sue forme, con più di venticinque appuntamenti  e cinquanta cuochi e chef provenienti dall’Italia e dal mondo.

La celebrazione della miglior cucina avverrà con una speciale edizione di ‘Buonissima’,  l’evento gastronomico creato dai giornalisti enogastronomici  Stefano Cavallito  e Luca Iaccarino, insieme allo chef Matteo Baronetto.

Diventato nel corso delle passate edizioni un punto di riferimento nazionale del settore, ‘Buonissima’ ha dato la possibilità a decine di migliaia di partecipanti di approfondire la conoscenza dei protagonisti della scena gastronomica internazionale.  Da Massimo Bottura a Ferran Andria, da Alain Ducasse a Enrico Crippa, da Virgilio Marinez a René Redzepi. Nel corso degli anni sono stati tantissimi i grandi nomi della ristorazione mondiale  che hanno partecipato alla kermesse torinese.

In attesa della nuova edizione che, come ogni anno, animerà  di nuovi appetiti l’autunno torinese, ‘Buonissima’ lancia dunque una speciale Summer Edition, con un palinsesto unico di appuntamenti e cene, che proporranno al pubblico degli appassionati un programma di oltre venticinque eventi, con il coinvolgimento di più di cinquanta chef e cuochi provenienti  dall’Italia e dal mondo, uniti nel celebrare la buona cucina in tutte le sue forme.

Un preludio, l’antipasto dell’edizione invernale di ‘Buonissima’, che si terrà  dal 22 al 26 ottobre coinvolgendo oltre cento chef provenienti da tutto il mondo in un palinsesto di eventi che racconteranno il patrimonio gastronomico piemontese incrociandolo con quello internazionale.

Dal 17 al 21 giugno 2025, quindi, arriva la Buonissima Summer Edition e per l’occasione una serie di appuntamenti  nuovi si mescoleranno a proposte già rodate, come il popolarissimo Degustando, la Standing Dinner che permette di assaggiare la cucina di chef di grandissimo livello in un contesto completamente nuovo e rappresentativo della città.

Cinque saranno, in particolare, i format proposti da questa Special Edition estiva di Buonissima, che coinvolgerà la città nell’atmosfera di festa enogastronomica portata dall’occasione unica della cerimonia di premiazione dei The World’s 50 Best Restaurants, che ha scelto proprio Torino per la prima edizione italiana della sua storia.

La prima grande novità della Summer Edition è la speciale ‘Vertical Dinner’, che si terrà martedì 17 giugno (a partire dalle ore 18) presso Flashback Habitat, centro artistico indipendente situato nella scenografica e panoramica collina torinese, ricavato dalla riqualificazione dell’edificio che un tempo ospitava lo storico brefotrofio provinciale. Qui, in occasione dell’edizione estiva di ‘Buonissima, sette chef si avvicenderanno in una cena “verticale “, pensata per raccontare la migliore cucina regionale italiana seguendo il tema  “Trattoria Italia”. Un percorso in ascesa dove ogni spazio ospiterà una portata diversa, creata da  un protagonista della gastronomia nazionale, per un viaggio attraverso la più buona tradizione culinaria del Bel Paese.

Tra i partecipanti spiccano i nomi di Giuseppe Iannotti, Ugo Alciati, Paolo Gori, Luciano Monosilio, Giuseppe Rambaldi, Alessandro Mecca, Massimiliano Prete.

Il 18 giugno  si terrà una grande festa della cucina internazionale con una particolare e unica edizione del format “Degustando”: protagonisti dieci chef internazionali che hanno portato in Italia la loro interpretazione gastronomica. Tra i protagonisti Matias Perdomo, Roy Caceres, Giulia Liu, Charles Pearce, José Alfredo Villa Lopez, Antonella Ricci & Vinod Sookar, Max Chiesa, Jessica Rosval e Caroline  Caporossi, che porteranno a Torino il progetto Roots di Modena, un esempio che coinvolge l’imprenditoria al femminile e le donne immigrate.

Grande chef dialogano con storiche trattorie, il fine dining si mescola con le piole contemporanee e l’idea generale che sta dietro le Cene Pop Up è quella di raccontare tutti i volti del mangiar bene, attraverso il linguaggio universale della cucina.

Martedì 17 giugno si partirà con Le Antiche Sere della famiglia Rota, una delle trattorie più  popolari della città,  interprete della migliore tradizione torinese, che ospiterà le Calandre dei fratelli Alajmo, tre Stelle Michelin a Rubano, in provincia di Padova. Martedì 17 il Ristorante San Tommaso 10, guidato dallo chef Gabriele Eusebi, ospiterà lo chef Enrico Recanati, maestro della brace nel Ristorante Andreina a Loreto. Matteo Baronetto, già chef del ristorante del Cambio e coideatore di Buonissima, sarà ospite di Lao, il ristorante che ha saputo raccontare alla città la migliore cucina di Shangai e del resto della Cina, grazie al lavoro della sua titolare  Tina Dai. Venerdì 20 giugno sarà la volta del ristorante “Opera-Ingegno e creatività “ dove lo chef Stefano Sforza ospiterà il collega Paolo Griffa. Quindi sarà la volta di Scatto, il ristorante fine dining delle Gallerie d’Italia, guidato a Torino da Costardi Bros, che aprirà la sua cucina a Dennis Panzeri de La Piola di Piazza Duomo ad Alba, indirizzo che, grazie alla volontà  della famiglia Ceretto, ha saputo rinnovare come pochi altri la proposta di cucina piemontese tradizionale.

Dal 17 al 21 giugno prossimo a Buonissima saranno presenti Piolissima  e Bistromania.

La prima rappresenta l’evento che celebra  la più grande tradizione piemontese,  quella legata alle piole, un termine intraducibile che definisce quelle osterie tipicamente torinesi, con un menu fatto di cose buone e semplici, accompagnate da piattini di antipasti, i più tipici dei quali sono le acciughe al verde,  e da un bicchiere di Barbera.

La Bistromania rappresenta un altro format collaudato di ‘Buonissima’, la grande festa che  celebra uno dei modelli più  contemporanei  della ristorazione nazionale e cittadina. I bistrot sono luoghi fatti di cucina buona e curata, che trae le sue origini dalla tradizione, ma che tenta di trasformarla in una chiave più moderna, accompagnandola ad una selezione enologica mai banale. La Summer Edition di Bistromania sarà ospitata venerdì 20 giugno, a partire dalle ore 20, presso lo Snodo, il ristorante delle OGR, con una grande festa di chiusura open air che prevede anche un after party, a partire dalle 23.30. In rappresentanza della bistronomia torinese saranno presenti, tra gli altri, il Contesto Alimentare, Gaudenzio Vino e Cucina, Locanda del Falco, Buatta Cucina Popolare, Luogo Divino, Bistrò del Nazionale del Vernante, Osteria Andirivieni, Osteria Contemporanea La Bottega d’Méntin, Paltò, Razzo, Salto dell’Acciuga, Scannabue, Silos, Smoking Wine Bar.

La manifestazione ‘Buonissima Summer Edition’, promossa dall’Associazione di Promozione Sociale  EatBin, è  realizzata con il patrocinio della Città di Torino e della Camera ei Commercio di Torino, e ideata dall’agenzia torinese di eventi e comunicazione To be Company, fondata nel 2009.

Mara  Martellotta

Ristorante Gramsci, il format di ristorazione vincente nel centro di Torino

La famiglia DAMILANO, nota per le proposte gastronomiche del pastificio/bistrot di ‘ Defilippis’ in via Lagrange, e ‘ Zucca’ – il bar storico dei torinesi per l’ora dell’aperitivo -, da quasi un anno ha dato inizio a un’interessante percorso nella ristorazione con il “nuovo” GRAMSCI, situato nell’omonima via in centro città. 
La zona è quella della Torino glamour, dei turisti soprattutto stranieri che affollano  l’elegante e storico dehors del bar Zucca: proprio lì a fianco, si insedia il “nuovo” progetto della famiglia Damilano, il  ristorante ” nuovo” GRAMSCI : un solo muro che divide i locali ma uniti dal fil rouge della profonda espressione identitaria, riconoscibile e famigliare nel campo dell’enogastronomia del territorio.
Una solida volontá imprenditoriale che si è voluta esprimere anche nel delicato campo della ristorazione torinese, compito non facile. La lunga esperienza e lo stile dei Damilano, però, sta regalando i suoi frutti: un format di ristorazione che piace ai torinesi, in forza di un menù che propone piatti con l’ingrediente base, essenziale per fare una buona cucina, sostanzialmente che piace, ossia l’utilizzo di ingredienti di qualità. Ecco che una tradizionale albese di vitello, frollata 40 giorni ( come ci rivela lo chef del ristorante, Nicola di Tarsia), diventa una ” galuperie” – come si direbbe in dialetto piemontese -, un boccone dolcissimo e morbidissimo. Condita con una salsa a base di tuorlo d’uovo pastorizzato, emulsionato con limone e aceto di mele barricato, worcester, senape e olio di semi, rende il tutto molto più godibile e originale. Oppure il primo piatto di stagione, come le linguine con pesce spada e agretti: una porzione media, cottura al dente, un gusto che ricorda quelli di un pranzo al mare, in linea – senza dubbio- con le origini mediterranee dello chef.
Spazio anche a piatti della tradizione gastronomica locale, e non solo, sempre completati dal tocco geniale di Di Tarsia, pronto a stupire e a coccolare chi si affianca per la prima volta a questa realtà ristorativa.
Il menu – come dichiara lo chef – non ha bisogno di essere cambiato troppe volte nell’anno, bensì ha necessità di mantenere i piatti ” cult” che il pubblico si aspetta, con qualche aggiunta curiosa e fresca.
Nota ” golosa” dedicata al gelato alla vaniglia mantecato al tavolo: viene, infatti, offerta la possibilità di comporre autonomamente con topping e granelle la propria coppa.
Una carta vini, ovviamente, rivolta alle etichette DAMILANO, tante altre regionali, ma largo spazio anche agli champagne.
La novità del ristorante è sicuramente data anche dagli ambienti infornali ma ben organizzati, luminosi e architettonicamente ben congegnati, con elementi di arredamento di design moderni, comodi e funzionali, curati dallo studio Cohesion di Torino.
Ciò che fa del Gramsci un luogo di riferimento del mangiare bene,  è sicuramente il suo pubblico: eterogeneo, fatto di businessmen, ma anche di giovani, che vogliono assaporare piatti facili, fatti bene, aderenti alla tradizione culinaria regionale e italiana in genere, informali a pranzo e un pò più elaborati la sera.
Prezzi dai 20 ai 30 euro, esclusi vini.
Ristorante GRAMSCI
V.Gramsci 12 a
Torino
Chiara Vannini

Torna Barolo è Serralunga, per la terza edizione

La manifestazione vede protagonista il Barolo di Serralunga d’Alba con le case vinicole che producono il Barolo del Comune di Serralunga coinvolte nel banco d’assaggio!
Sabato 31 maggio,
domenica 1 giugno
lunedì 2 giugno
sulla terrazza di Serralunga Casa Mia, al riparo della nuova Pergola, messa a disposizione da Luigi Vico, sarà possibile degustare e approfondire il Barolo del Comune di Serralunga dall’annata 2016 all’annata 2021.
L’evento è realizzato con la collaborazione de La Compagnia del Calice e i produttori di Serralunga d’Alba.
PROGRAMMA E BIGLIETTI QUI
31 maggio
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
01 giugno
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
02 giugno
ore 11-20 apertura del Banco d’Assaggio
Acquista qui il tuo carnet-degustazione e risparmia!
Da 6 assaggi Euro 25,00 anziché 30 Euro
Da 10 assaggi Euro 40,00 anziché 50,00 Euro
Ticket singolo Euro 5,00 acquistabile solo in loco
Barolo è Serralunga is back!
The third edition of the event dedicated to Barolo di Serralunga d’Alba is coming soon!
Saturday 31st JMay, Sunday 1st June and Monday 2nd June on the terrace of Serralunga Casa Mia by Luigi Vico it will be possible to taste and learn more about the Barolo of the Municipality of Serralunga from the 2016 to the 2021 vintage.
The event is possible thanks to the collaboration La Compagnia del Calice and the wine makers from Serralunga d’Alba.
PROGRAM AND TICKETS HERE
May 31st
11-20 opening of the Tasting Desk
June 1st
11-20 opening of the Tasting Desk
June 2nd
11-20 opening of the Tasting Desk
Buy your tasting carnet here and save money!
From 6 tastings Euro 25.00 instead of Euro 30
From 10 tastings Euro 40.00 instead of Euro 50.00
Single ticket Euro 5.00 which can only be purchased on site.
Info luigi@serralungacasamia.it
or +39 335 654 7772
O U R  L O C A T I O N
 
Via XX Settembre 13
Serralunga d’Alba – CN
G E T  I N  T O U C H
 
Per informazioni e prenotazioni a Serralunga Casa Mia
+39 335 6547772
luigi@serralungacasamia.it

 

Gandin luca

La stevia: un dolcificante naturale facile da ottenere in casa

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Chi avrebbe mai pensato che un giorno si potesse fare a meno dello zucchero per preparare qualcosa di dolce? Dalle bibite alla pasticceria, fino ad arrivare ad alcune preparazioni salate, lo zucchero è quasi sempre presente. Se pensiamo che lo zucchero bianco una volta non esisteva e che si usava solo frutta secca o frutta di stagione per dolcificare, oggi ci sembra impossibile fare a meno di questo ingrediente. Eppure, un’alternativa c’è, ed è anche alla portata di tutti. Parliamo della stevia. La stevia (Stevia rebaudiana) è una pianta originaria dell’America Latina che si usa come dolcificante naturale. Da qualche anno si impiega anche nella nostra cucina ed è un’ottima alternativa allo zucchero, perché è a zero calorie.

Chi è attento alla lettura delle etichette, avrà certamente notato che questo ingrediente inizia ad essere usata anche nei prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Per chi ha bisogno di perdere peso o non dovrebbe impiegare troppi zuccheri semplici nella sua dieta, è davvero utilissimo. Tutto questo grazie ad un gruppo di molecole presenti nella pianta: i glicosidi steviolici. Si tratta di principi attivi, contenuti soprattutto nelle foglie: quando vengono fatte essiccare, hanno un potere dolcificante fino a 250-300 volte superiore rispetto allo zucchero! Questo significa che, pur essendo molto dolce, la stevia non fa alzare la glicemia. Inoltre, rispetto allo zucchero e ad altri dolcificanti alternativi, non favorisce la formazione di placca e carie e non provoca disturbi intestinali.

Come dolcificante si usano più spesso le foglie essiccate, ma anche le foglie fresche possono dare molta soddisfazione: sono così dolci che sembra siano appena state immerse nello zucchero. Provate a prenderne una dalla pianta (tra poco vi spiegherò come coltivarla) e a masticarla: quel sapore dolce resta in bocca per tantissimo tempo, anche dopo che avrete finito di mangiarla. Un po’ come il caffè. Oppure come se aveste mangiato un pasticcino: alla fine vi resta il senso di soddisfazione in bocca, ma con le foglie di stevia la cosa bella è che questa sensazione si ottiene a zero calorie!

L’unico inconveniente è che la stevia ha un retrogusto che ricorda un po’ la liquirizia, per cui si sconsiglia di fare un dolce interamente con questo tipo di dolcificante. In ogni caso è un buon compromesso usarla insieme ad altri dolcificanti, per abbassare le calorie totali della ricetta. Inoltre, a differenza di altri dolcificanti, non si degrada con la cottura, come l’aspartame, né perde il suo potere dolcificante, come il fruttosio.

stevia dalla foglia fresca alla polvere

Come coltivare la stevia in casa e come usarla in cucina

L’habitat naturale della stevia è l’America Latina, dove questa pianta non muore in inverno. In Italia cresce anche bene, ma solo nella stagione calda. Per coltivarla, si inizia in primavera, partendo da una sola piantina di circa 10 cm. Tutti i consigli per l’acquisto della stevia a questo link. Dopo un paio di mesi si otterrà un cespuglio alto quasi un metro. Tra metà agosto e metà settembre è possibile raccogliere le foglie (si possono fare anche due raccolti a distanza di un mese): basta staccare le foglie dai rami e metterle in uno strato sottile su un panno pulito. L’ideale è al sole, al riparo dalla pioggia.

Nell’arco di qualche giorno, le foglie saranno già secche, ma ancora un po’ verdi (non è ancora ora di tritarle). È necessario aspettare qualche settimana, affinché diventino color marrone chiaro e non abbiano più residui di umidità.

Sminuzzando le foglie nel mortaio, un pochino alla volta, si ottiene una polverina piuttosto fine, che va separata quindi dalle parti più fibrose della foglia con un setaccio.

Il lavoro è fatto! Ora non resta che usarla per preparare qualche dolcino delizioso o qualche bibita. Ovviamente, a pochissime calorie!

Come calcolare la dose

Se è vero che il potere dolcificante rispetto allo zucchero può essere superiore di quasi 300 volte, in generale per le foglie ottenute in casa il rapporto è interiore (diciamo circa 50-70 volte di più). E’ comunque una proporzione molto vantaggiosa. Un cucchiaio di zucchero equivale più o meno a un quarto di cucchiaino di foglie essiccate e tritate. Quindi, se in una torta sono previsti 100 g di zucchero, si possono sostituire con un solo cucchiaino di foglie secche di stevia. Per avere qualche idea di come impiegare in cucina la stevia basta cliccare qui  o seguire un corso di cucina con La Cuoca insolita (i corsi ripartono da settembre 2020).

La stevia è perfetta non solo per la pasticceria, ma anche per le bibite. Forse non tutti hanno notato che in mezzo litro di bibita può esserci l’equivalente di 10 bustine di zucchero. Basta leggere qualche etichetta.
Si sente dire spesso che è necessario bere tanto, per mantenere una buona idratazione (specialmente in estate). Ma come fare a dissetarsi se non si ama l’acqua? Ecco quindi due idee, utilizzando la stevia.

Ricetta del tè freddo di menta e stevia

Questo tè freddo di menta e stevia è buonissimo, è super-rinfrescante e facile da preparare. Un tè freddo senza zucchero, a zero calorie.

Sciacquate la menta (circa 20 foglie) e la stevia (circa 10 foglie) velocemente sotto all’acqua (se la stevia è essiccata non è necessario sciacquarla). Mettete in una grossa pentola insieme a 2 litri di acqua e portate a bollore, coperto. Una volta preso il bollore fate sobbollire a fuoco basso, coperto, per circa 10-15 minuti.

Lasciate raffreddare, filtrate per eliminare le foglie e trasferite in bottiglie (meglio se di vetro se il tè è ancora un po’ caldo). Bevete fresco.

Ricetta té freddo stevia e menta

Ricetta dell’infuso di stevia

Se invece volete usare la stevia per una bevanda calda, potete ottenere un fantastico infuso: versate una piccola manciata di foglie (fresche o secche) in una tazza di acqua bollente e lasciate in infusione per 10 minuti. Otterrete una bevanda dolcissima che vi riappacificherà con voi stessi e il resto del mondo, senza bisogno di zuccherarla come forse siete abituati a fare con il tè o una tisana!

Controindicazioni

Per molti anni l’Europa ne ha vietato l’uso (è stata ammessa nell’elenco dei dolcificanti naturali solo dal 2011). Nei primi studi degli anni ’80 si temeva infatti che i principi attivi responsabili del sapore dolce potessero avere effetti dannosi sull’uomo, ma l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha sconfessato questa ipotesi nel 2011. È stato tuttavia fissato un limite massimo di 4 mg/kg al giorno di glicosidi steviosilici (per chi pesa ad esempio 60 kg si possono consumare meno di 1 g di steviosidi al giorno). Facciamo due calcoli: in una torta da 1 kg circa basta usare 4 g di stevia secca macinata. È facile capire quindi che è improbabile che si possa superare la dose giornaliera raccomandata dall’EFSA.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: la Stevia non è considerata un allergene

Un weekend dedicato al vino a Moncalieri

Apertura al pubblico:
sabato 24 con orario 14 – 21;
domenica 25 con orario 11 – 21
Moncalieri, 21 maggio 2025
Moncalieri si prepara ad accogliere la quarta edizione della Enoweek con un intero weekend dedicato al vino e alla cultura enogastronomica italiana: due giornate per assaporare oltre 200 etichette da tutta Italia.
L’iniziativa punta alla valorizzazione territoriale promossa dalla Città all’interno del palinsesto eventi di Visit Moncalieri, percorso per esaltare le eccellenze gastronomiche della città e della regione. Un progetto culturale e turistico che, attraverso eventi diffusi e collaborazioni virtuose per rafforzare l’identità del territorio .
Il cuore della manifestazione è la Fiera dei Vini, in programma sabato 24 maggio dalle ore 14 alle 21 e domenica 25 maggio dalle 11 alle 21, dove cantine provenienti da tutta Italia racconteranno per le vie del centro storico i loro vini e le loro storie.
L’accesso alla fiera è libero e il pubblico potrà assaggiare tutte le bottiglie presenti presso gli stand acquistando il pacchetto degustazione: (al costo di 15€ in prevendita online, 20€ sul posto), che include:
calice ufficiale, taschina porta-bicchiere e degustazioni illimitate.
Inoltre, sarà possibile acquistare direttamente dai produttori le bottiglie ai prezzi in cantina, per portare a casa, oltre ai ricordi delle storie che si celano dietro un bicchiere di vino, anche le proprie etichette preferite.
 
Ad arricchire il palinsesto di eccellenze gastronomiche della manifestazionedomenica 25 maggio, Slow Food Torino e Piemonte presentano il Mercato della Terra: un’opportunità per incontrare piccoli produttori locali e scoprire eccellenze agroalimentari selezionate.
Grazie al ristorante la Cadrega e Borgiattino formaggi, potrete degustare le loro specialità.
La enoweek diffusa prosegue tutta la settimana e prevede un ricco programma di masterclass e cene.
Da mercoledì 21 e fino a venerdì 23 maggio (dalle 18.30 alle 20) la Sala Antica del Consiglio Comunale (ingresso da Piazza Vittorio Emanuele II) ospiterà tre degustazioni guidate, abbinate a tapas tradizionali moncalieresi.
La partecipazione alle Masterclass è gratuita con accredito obbligatorio.
A seguire il programma:
Mercoledì 21 maggio – Un’isola nell’isola: I vini dell’Etna con CasaCoS
L’Etna, con i suoi oltre 3300 metri, è il vulcano attivo più imponente d’Europa e un territorio unico per biodiversità e cultura. CasaCoS da sempre unisce le realtà etnee che condividono pratiche agricole sostenibili, portando il “brand Etna” anche fuori dalla Sicilia, come in questa degustazione: conosceremo il  Catarratto di Cantine Scudero; l’Etna Rosso  di Vini Cannavò, l’Etna Bianco Cuore di Marchesa e lo Spumante Etna Doc Millesimato di Tenute La Greca; il tutto accompagnato da tapas piemontesi a cura della Pro Loco di Moncalieri.
Giovedì 22 maggio – Il Lambrusco incontra i salumi di Moncalieri
Una masterclass dedicata all’incontro tra due eccellenze gastronomiche: i lambruschi emiliani, frizzanti e conviviali, si sposano con i salumi tipici di Moncalieri. Un abbinamento che celebra l’equilibrio enogastronomico tra gusto e territorio. Partendo da Sorbara con i vini dei Fratelli Bellei, passando da Cantina Santa Croce,  e La Vie di Modena.
Venerdì 23 maggio – Un viaggio alla scoperta dei vini rosati
L’ultima masterclass della settimana è tutta dedicata ai rosati italiani. Un percorso tra vitigni autoctoni di diverse regioni, per esplorarne la freschezza, la versatilità e l’eleganza: si incomincia con il lago di Garda e  Corte Sant’Alda, passando dal chiaretto della cantina di La Tore di Viatosto, e poi il lazio con Casale del Giglio e il Salento con Palama.
I momenti di esplorazione del vino e dei suoi abbinamenti proseguono nei ristoranti di Moncalieri venerdì 23 e sabato 24 maggio.
Le cene diffuse nelle osterie e nei ristoranti della città con menù speciali e degustazioni guidate in compagnia delle cantine sono infatti un’altra faccia di Moncalieri in Vino: un’occasione unica per scoprire nuove cantine e la filosofia degli chef della città.
Mercoledì  21 maggio dalle 19 alle 23 al Ristorante Al 48 i piatti tipici della cucina piemontese e le pizze cotte nel tradizionale forno a legna incontrano i vini di Cantine Oddero, una storica cantina delle Langhe.
(011 6056810)
Giovedì 22 maggio alle 20 l’Osteria La Cadrega in concomitanza con l’iniziativa #PiacereRoero, ospiterà l’Azienda Agricola Careglio, con un menù speciale in abbinamento ai vini della cantina roerina. Menù a 18€ + 6€ a calice.
(011 19764794)
E poi ancora sempre Giovedì dalle 19 alle 23 da Vin Bistrot una serata per andare alla scoperta dei vini de La Zerba in abbinamento ai piatti gourmet e a chilometro zero di Vin Bistrot, per un abbinamento gustoso e territoriale. (3917601868)
Venerdì 23 maggio dalle 19:30 alle 22:30 Ca’ Mia – Casa Albano presenta una serata speciale dove i sapori della cucina italiana tradizionale di Ca’ Mia – Casa Albano verranno abbinati alle etichette della Cantina Ca’ Viola, che produce i vini caratteristici della Langa del Barolo.
(011 6472808)
Cantine presenti:
L’AUTIN
LA ZERBA
CASA SETARO
VILLA FELICE
TENUTA SAN BERNARDO
CANTINA CESTE
CANTINA ORIOLO
LA CARDINALA
TENUTA ROLETTO
POGGIO LE COSTE
CASCINA GIOVINALE
CASCINA BOSCHETTO
AZIENDA AGRICOLA BARISONE SIMONE
QUILA
TAVERNA
PASQUERO BRUNO
PAOLO FERRI
I pacchetti degustazione sono già disponibili:
Scopri tutti i dettagli su:
https://www.moncalierinvino.it/
Evento organizzato da Klug APS all’interno del palinsesto di Visit Moncalieri, in collaborazione con Slow Food Condotta di Torino e Slow Food Piemonte.
Alla prossima !
LUCA GANDIN