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Da oggi il cioccolato monorigine torinese Davide Appendino è certificato Bio

Da oggi il cioccolato monorigine torinese Davide Appendino è certificato Bio, vale a dire che si avvale della certificazione di produzione biologica.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la definizione di un prodotto di eccellenza, unico e rappresentativo nell’ambito della cioccolateria artigianale.
“Questo riconoscimento – spiega Davide Appendino – rappresenta il punto di approdo di un percorso iniziato alcuni mesi fa, volto al desiderio di continuare a migliorarsi, sempre lavorando all’insegna della qualità”.
Da oggi in poi una parte delle tavolette e dei gianduiotti, entrambi monorigine, di Davide Appendino si avvarrà dell’importante marchio Bio, che attesta l’utilizzo esclusivo di prodotti provenienti da lavorazioni biologiche.
Davide Appendino ha aperto una nuova bottega in via Cavour 13, a Torino, con lo stesso spirito e assortimento di prodotti che ha caratterizzato il marchio.
La famiglia di Davide Appendino è una famiglia di pasticceri e lui è cresciuto nella storica pasticceria dell’Agnese di Borgo Vittoria, dove l’attività dolciaria prese avvio nel 1946. Fu qui che nacque la sua passione per il cioccolato e la sua curiosità per il prodotto, che ho ha condotto a dedicarsi, dal 2020, al mondo del cacao, nel suo laboratorio di Borgo Vittoria. Entusiasmante è poi stata la sua esperienza a ExpoMilano nel 2015, in cui egli ha partecipato come unico artigiano torinese nel cluster cacao&cioccolato.
La massima espressione del percorso da lui compiuto sono state le barrette monorigine, che rappresentano un viaggio sensoriale nei principali Paesi produttori di cacao, la Repubblica Dominicana, l’Ecuador, la Bolivia, il Madagascar, che costituiscono il 75% del cacao selezionato nelle migliori regioni di ciascun Paese. Davide Appendino soddisfa anche chi preferisce il gusto del cioccolato al latte, con l’introduzione di una tavola con 30% di cacao del Venezuela. A questi si aggiungono i gianduiotti, realizzati nella variante più tradizionale e in quella che segue la filosofia di Davide Appendino, monorigine.

Mara Martellotta

A Eataly Torino Lingotto prosegue la Settimana della Pizza

Grandi maestri pizzaioli e giovani artigiani insieme per far conoscere tutte le facce della pizza

Dal 18 al 24 ottobre Eataly ospita la Settimana della Pizza, un evento che nasce per celebrare un piatto culto della nostra tradizione culinaria. Durante questa settimana sarà possibile fare un viaggio tra i sapori e le varietà delle molteplici forme che la pizza può assumere: alla pala, al padellino, sottile, napoletana e tante altre declinazioni regionali, tra tradizione e innovazione.

Ospiti d’eccezione rinomati pizzaioli da tutta Italia, tutti presenti nella Guida Pizzerie d’Italia 2022 del Gambero Rosso. Si incomincia lunedì sera con Il Corsiero, che da 15 anni propone a Santa Vittoria d’Alba (CN) la vera pizza napoletana. La sera successiva ci saranno i fratelli Pozzo, Daniele e Giulia, di Pizzeria P a Lissone (MB). E poi Masardona, direttamente da Napoli, il Pizzificio 3 Voglie da Battipaglia e Framento di Cagliari. Un giro d’Italia, tra gusti e sapori, ogni sera diverso in pizzeria a Eataly Lingotto.

La Settimana della pizza sarà anche l’occasione per degustare ricette insolite e proposte d’autore, scoprire nuove tendenze e scelte sugli ingredienti che caratterizzeranno il futuro della pizza. Proprio questi argomenti saranno al centro dell’attenzione della presentazione della Guida Pizzerie d’Italia 2022 edita dal Gambero Rosso e presentata eccezionalmente a Eataly Torino mercoledì 20 ottobre alle ore 18.30, in compagnia delle curatrici e di alcuni Maestri Pizzaioli. Evento a ingresso libero ma su prenotazione: www.torino.eataly.it

Non mancheranno laboratori didattici dedicati alla ricetta della pizza perfetta e a come realizzare in casa un impasto leggero. A condurli i Maestri Pizzaioli di Eataly, tra i quali Francesco Pompilio. Appuntamento martedì 19 ottobre con “I segreti della pizza alla pala” e venerdì 22 con “La pizza di Eataly”, sempre alle ore 18. Per prenotazioni www.torino.eataly.it

Infine tutti i giorni solo dal 18 al 24 ottobre ci saranno proposte speciali nei Ristoranti, in Panetteria e anche in Pasticceria: dal calzoncino fritto farcito ai panzerotti, alla pizza al padellino, e poi la farinata con gorgonzola e spianata, i salatini e molte altre golosità a tema.

Le serate in Pizzeria con i maestri pizzaioli della Guida Gambero Rosso

–              Mercoledì 20 ottobre: Salvatore Piccirillo, Masardona (NA), 3 spicchi

–              Giovedì 21 ottobre: Valentino Tafuri, 3 Voglie (SA), 2 spicchi

–              Venerdì 22 ottobre: Francesco Pompilio, Eataly, 2 spicchi

–              Sabato 23 ottobre: Patrik Lisa e Francesco Pompilio, Eataly, 2 spicchi

–              Domenica 24 ottobre: Pierluigi Fais, Framento (CA), 3 spicchi

Torta “sapore d’autunno”

Una ricetta dal sapore e profumo d’autunno, una dolce coccola per il palato. Ingredienti genuini, consistenza cremosa, ricca di golosa frutta di stagione.

Ingredienti
5 mele renette
1 pera
120gr. di farina 00
120gr.di zucchero
140gr.di burro
150gr.di uvetta
3 uova intere
1 bustina lievito per dolci
Poco latte
Poco rum
Cannella in polvere (a piacere)

Pelare le mele, la pera e tagliare a tocchetti. Fondere il burro a bagnomaria e sempre mescolando aggiungere la farina, un cucchiaio per volta, e lo zucchero. Quando è tutto ben amalgamato, togliere dal fuoco ed unire le uova, una alla volta. Mescolare bene, aggiungere l’uvetta precedentemente rinvenuta in acqua e rum, la frutta, un pizzico di cannella ed infine il lievito diluito in poco latte tiepido. Mescolare molto bene e versare in stampo a cerniera foderato con carta forno. Cuocere in forno a 170 gradi per almeno un’ora. Sformare da freddo.

Paperita Patty

Giù da Guido: il nuovo locale della famiglia Alciati nell’Enoteca di Eataly

Al Lingotto per stappare e mangiare il buono del Piemonte.

Guido arriva a Torino a Eataly Lingotto, all’interno della Grande Enoteca: ecco Giù da Guido, il nuovo locale della famiglia Alciati in città.

La cucina di Ugo Alciati, chef 1 stella Michelin con Guido, il ristorante di famiglia aperto nel 1960 dai genitori Guido e Lidia e ora portato avanti insieme al fratello Piero in sala, negli spazi della Villa Reale a Serralunga d’Alba (CN), incontra le oltre 35.000 bottiglie ospitate nell’Enoteca di Eataly, la più grande a Torino, per dimensioni e assortimento. Nasce così un locale perfetto per ogni momento della giornata e per ogni occasione di convivialità, dal pranzo, all’aperitivo fino alla cena e al dopo cena.

Protagonisti indiscussi sono i sapori autentici. Le proposte gastronomiche rispecchiano la piemontesità della famiglia Alciati, con una chiave contemporanea che rimanda ai cicchetti veneziani e alle tapas spagnole. Tante piccole proposte a mo’ di sfizi, dal chiaro rimando territoriale e secondo la stagionalità. Grande attenzione viene riposta nella selezione delle materie prime, premiando i produttori di prossimità virtuosi e i localismi d’eccellenza: è così che i formaggi sono esclusivamente a latte crudo, le carni sono di razze rustiche locali e provenienti da allevamenti non intensivi attenti al benessere animale e le verdure sono solo di stagione. Valori portanti sono la filiera corta e il rispetto dei tempi della natura.

Il gusto vero e virtuoso si rispecchia nella selezione dei vini, dei vermouth e dei distillati, a cura di Piero Alciati. In carta ma anche direttamente a scaffale, con la possibilità unica di scegliere tra le tantissime bottiglie a disposizione nella Grande Enoteca di Eataly: si va dalle eccellenze del Piemonte ai grandi vitigni del resto dell’Italia e non solo, con interessanti escursioni in Francia, Spagna e nel resto del mondo vitivinicolo.

Oltre 5.000 etichette e più di 35.000 bottiglie raccontano il meglio della produzione enologica e sono tutte a disposizione per l’abbinamento perfetto alle proposte della cucina di Giù da Guido. Tra queste naturalmente non mancano anche alcuni dei piatti iconici della famiglia Alciati, come i Plin di Lidia, la mamma di Ugo e Piero, definita dal Los Angeles Times la “Agnolotti Queen”, una vera e propria maestra del pizzicotto. Oggi sono preparati tutti i giorni rigorosamente a mano dalle sfogline di Plin, il pastificio Alciati all’interno di Eataly Lingotto e proposti in carta al sugo d’arrosto. Per la stagione autunnale, attenzione speciale è naturalmente rivolta ad una grande eccellenza piemontese: il tartufo bianco. La migliore esperienza a Torino è quella proposta da Giù da Guido, dove si possono gustare le meravigliose “pepite” immersi nell’Enoteca di Eataly. Dalla pasta fresca di Plin alla carne cruda di razza Fassona Piemontese (Presidio Slow Food), all’uovo al padellino: tutti con la firma di Ugo Alciati, Chef Ambassador del Tartufo Italiano nel mondo per l’Accademia Italiana del Tartufo. E in abbinamento i migliori vini che ne esaltano il sapore unico.

«Da sempre proponiamo una cucina piemontese legata alla stagionalità dei prodotti. Oggi più che mai vogliamo sostenere le produzioni locali e promuovere una gastronomia che tuteli la biodiversità, nel piatto come nel bicchiere. Portare Guido nella grande Enoteca di Eataly, con la quale condividiamo i valori e la filosofia, rende l’esperienza ancora più speciale e unica», commenta Piero Alciati.

Giù da Guido è aperto dal giovedì alla domenica:

giovedì dalle 19 alle 23

venerdì e sabato dalle 11 alle 23

domenica dalle 11 alle 20

Per informazioni e prenotazioni:

011 19506877

giu@guidoristorante.it

Grandi ristoranti e ottimi vini La provincia di Torino si racconta a tavola

Tempo di vendemmia ormai finito od in fase di conclusione (i cambiamenti climatici hanno obbligato ad anticipare il periodo di raccolta) e, dunque, è arrivato il momento di godersi i frutti del lavoro degli anni precedenti. I buongustai sciamano in cerca di grandi vini abbinati ad ottimi piatti dei diversi territori. Non solo quelli più noti, dalle Langhe alle colline toscane. Anche altri territori si stanno facendo conoscere ed apprezzare.

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Grandi ristoranti ed ottimi vini. La provincia di Torino si racconta a tavola

Al Piemonte l’Oscar del turismo enogastronomico in Italia

E  il terzo posto per la reputazione online. 6a edizione del Premio Italia Destinazione Digitale al TTG di Rimini. Ottimi piazzamenti anche per Asti e le Valli di Lanzo

Il Piemonte nel 2021 è stato la regione che ha registrato nelle recensioni online il sentiment più elevato nei confronti dell’offerta enogastronomica, davanti a Campania e Alto Adige. Ma non solo, perché si è anche piazzato al terzo posto per la miglior reputazione complessiva, dietro a Trentino e Alto Adige.

Si è tenuta oggi a TTG Travel Experience di Rimini, la più importante fiera del turismo B2B in Italia, la sesta edizione di Italia Destinazione Digitale: primo e unico premio nazionale dedicato alle destinazioni turistiche italiane che nell’ultimo anno hanno registrato le migliori performance online.

Ideato e condotto da The Data Appeal Company a partire dal 2016, il premio viene assegnato in base all’analisi dettagliata di miliardi di conversazioni online su ricettività, attrazioni e ristorazione, combinati con trend di settore, flussi, prenotazioni e prezzi di alberghi e voli aerei. Il risultato è la più completa e dettagliata analisi dello stato dell’offerta turistica italiana, così com’è vissuta e raccontata dagli stessi visitatori.

A ritirare i riconoscimenti assegnati al Piemonte, Paola Casagrande – Direttore della Regione Piemonte e Beppe Carlevaris – Presidente della Dmo VisitPiemonte-Regional Marketing and Promotion.

Il Presidente della Regione Piemonte e l’Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio sottolineano che la notizia dell’assegnazione del Premio Italia Destinazione Digitale al Piemonte per le migliori performance online dell’offerta enogastronomica, è motivo di felicità e orgoglio. È con passione e determinazione che l’intero territorio piemontese ha portato l’enogastronomia ad essere protagonista del nuovo sviluppo turistico regionale, valorizzando i prodotti tipici e rielaborando in veste moderna la ricchezza della tradizione culinaria. Non è infatti un caso se la sesta Conferenza mondiale del turismo enologico, evento promosso da UNWTO, l’organizzazione del turismo delle Nazioni Unite, si terrà proprio in Piemonte nel settembre 2022.

Eccezionale anche il risultato del terzo posto per la reputazione complessiva: qualità, creatività e cultura dell’accoglienza hanno evidentemente incontrato le aspettative di turisti sempre più esigenti e attenti ai dettagli, ormai abituati ad esprimere e condividere le proprie conversazioni nella grande comunità virtuale. L’autorevolezza di The Data Appeal Company e dell’agenzia digitale TWOW, che per questo premio hanno analizzato il sentiment di miliardi di contenuti e conversazioni online, gratifica in particolare la ristorazione piemontese, ma i due riconoscimenti rappresentano un successo per tutto il mondo del nostro turismo: dalla produzione enologica e agroalimentare, alla ricettività, all’informazione e alla promozione che hanno saputo unire le forze e lavorare per un obiettivo condiviso. Accogliamo inoltre con soddisfazione le ottime posizioni di Asti e delle Valli di Lanzo nelle classifiche delle aree interne e montane, segno che anche singoli ambiti possono esprimere lusinghiere performance nel gradimento dei visitatori.

«Hanno vinto la qualità e il lavoro di squadra, elementi con cui il Piemonte ha costruito l’immagine che ci fa conoscere e apprezzare in tutto il mondo, ovvero quella della terra del buon vivere – commenta Beppe Carlevaris, Presidente di VisitPiemonte Regional Marketing and Promotion – La componente enogastronomica rappresenta una parte essenziale dell’esperienza turistica: le produzioni tipiche e la ristorazione di qualità sono elementi vitali del sistema di valorizzazione, in grado di aggregare attorno a sé tutti gli altri prodotti, dalla cultura all’outdoor, fino alla storia e alle tradizioni. Tutto questo abbinato al lavoro, alla passione, alla perseveranza degli operatori piemontesi è il mix vincente che ci fa guardare con ottimismo al prossimo futuro. I riconoscimenti al Piemonte del turismo da parte del Premio Italia Destinazione Digitale, registrano e interpretano il giudizio di coloro che sono stati da noi e ne hanno parlato sul web nelle recensioni, per questo costituiscono la miglior conferma che stiamo andando nella giusta direzione».

Molti gli elementi presi in considerazione per comporre le classifiche, a partire da 390 mila punti di interesse e 15,7 milioni di tracce digitali (minore degli anni scorsi a causa dei movimenti turistici inferiori, anche se durante l’estate è stato registrato un balzo del +15%): tipologia di viaggio (coppie, famiglie, amici, singolo), argomenti di discussione (tra cui atmosfera, accoglienza, servizi, costi, sicurezza, accessibilità) ricettività, attrazioni, affitti brevi, locali e ristorazione.

In particolare per la ristorazione sono stati presi in considerazione oltre 200 mila tra locali e ristoranti presenti online, rilevando un sentiment a 86,9, in crescita di un punto rispetto a 12 mesi fa: anche qui con il lato umano a fare la differenza e con un sentiment relativo all’accoglienza di 90,9. Alta in generale per l’Italia la soddisfazione degli ospiti stranieri (84,5%) e ottimistiche le previsioni a breve termine, con l’andamento di prezzi e di saturazione delle offerte disponibili sulle OTA in aumento: segno che gli operatori hanno fiutato una tendenza all’aumento dei flussi turistici e sono pronti a scommettere su tariffe più alte e su un maggior numero di prenotazioni.

Per consultare i dati: www.destinazionedigitale.it

Nelle pizzerie di Eataly arriva la Settimana della Pizza

Grandi maestri pizzaioli e giovani artigiani insieme per far conoscere tutte le facce della pizza

Dal 18 al 24 ottobre le pizzerie di Eataly ospiteranno la Settimana della Pizza, un evento che nasce per celebrare un piatto culto della nostra tradizione culinaria. Durante questa settimana sarà possibile fare un viaggio tra i sapori e le varietà delle molteplici forme che la pizza può assumere: alla pala, al padellino, sottile, napoletana e tante altre declinazioni regionali; ed esplorare il mondo della pizza tra tradizione e innovazione.

La Settimana della Pizza è una kermesse che coinvolgerà Eataly Torino, Roma, Milano, Genova, Firenze e Trieste, durante la quale saranno presenti grandi maestri e giovani artigiani del settore, con l’obiettivo di proporre punti di vista diversi e nuove interpretazioni. Tra i maestri pizzaioli che parteciperanno all’edizione 2021 ci saranno anche Renata Sitko di Villa Giovanna (Ottaviano, Napoli), Enrico Murdocco di Tellia (Torino) e Corrado Scaglione di Lipen (Triuggio, Monza Brianza).

L’iniziativa sarà l’occasione per condividere un ricco palinsesto di serate a tema che consentiranno al pubblico di appassionati e non di degustare ricette insolite e proposte d’autore, ma anche di poter comprendere nuove tendenze e scelte sugli ingredienti che caratterizzeranno il futuro della pizza. Proprio questi argomenti saranno oggetto della presentazione della Guida Pizzerie d’Italia 2022 edita dal Gambero Rosso e presentata eccezionalmente a Eataly Roma (19 ottobre), Eataly Torino (20 ottobre) e Eataly Milano (21 ottobre).

Dalla panetteria, alla gastronomia, dal banco del quick service, alla caffetteria, ogni luogo di Eataly parlerà di pizza e delle sue tante declinazioni. Per l’occasione, anche il ristorante Terra di Roma proporrà una speciale versione di Pizza alla Brace con mozzarella, zucca e cipolla preparata sulla griglia a vista lunga tre metri. Tante le proposte da scoprire durante tutta la settimana: dalle montanare ai panzerotti, dalle farinate ai calzoni. Speciale anche la selezione di bollicine che si possono provare in abbinamento alla pizza attraverso una scelta di vini che provengono dalle quattro principali aree delle bollicine italiane: Alta Langa, Franciacorta, Trento e Prosecco.

Tra le proposte didattiche della Settimana della Pizza, inoltre, non mancheranno laboratori didattici dedicati ai segreti della pizza perfetta e a come realizzare in casa un impasto leggero. A condurli i maestri pizzaioli di Eataly, tra i quali Francesco Pompilio. Diversi di città in città sono tutti prenotabili online (per maggiori informazioni: www.eataly.it).

Nel cuore di Torino la Chocolate Boutique di Re Giorgio

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Nasce a Torino  la prima Chocolate Boutique di Re Giorgio nel cuore di Torino, in via Pietro Micca 5.

Si tratta di un brand capace di unire la più alta espressionedell’arte cioccolatiera torinese con l’innovazione in un settore che richiede qualità e sapori sempre più ricercati.

Re Giorgio è  un brand nuovo garantito dalla forza della tradizione, rappresentata dal nome stesso di un re del cioccolato, Giorgio Peyrano, l’uomo che in sessant’anni ha scritto pagine importanti della storia del cioccolato d’autore a Torino, in Italia e nel mondo. Lui e sua moglie Bruna ripartono con questo progetto innovativo, nominando eredi due giovani maestri cioccolatieri piemontesi, Luca Zarcone e Cosimo Lanotte. Sono giovani, ma con una consolidata esperienza nel mondo del cioccolato d’autore e dell’alta pasticceria, maturata con una lunga gavetta presso la corte di Re Giorgio.

Dopo l’iniziale inaugurazione sabato 16 ottobre, domenica 17 la Chocolate Boutique sarà  aperta al pubblico, ai torinesi e agli amanti dell’eccellenza.

Ad unire queste due generazioni dell’arte cioccolatiera torinese sono un forte spirito d’intraprendenza, sostenuto dalla solidità di un importante gruppo societario, e la passione che guida Luca e Cosimo, che hanno riunito un team selezionato di artigiani del cioccolato d’autore, del gelato e dell’alta pasticceria.

Il laboratorio di produzione di Re Giorgio si trova a Carmagnola, dove ha anche sede il primo emporio per la vendita al pubblico. La Chocolate Boutique di via Pietro Micca sarà la prima a Torino, ma non l’unica in Italia. I prodotti di Re Giorgio, che attingono alle antiche ricette, classiche e segrete che hanno fatto di Giorgio Peyrano il re del cioccolato, saranno anche molto attenti alle aspettative di un mercato sempre più esigente e raffinato.

Mara Martellotta

Quanto è soffice (e gustoso) il plumcake di cachi!

I cachi sono i classici frutti dell’autunno dal caldo colore arancione vivace, hanno una polpa morbida, cremosa e dolcissima dalle molte proprietà  benefiche.

Questo dolce, adatto alla colazione o alla merenda, ha una consistenza soffice ed umida
veramente irresistibile, provatelo!

Ingredienti

2 grossi cachi
130gr. di burro
3 uova intere
150gr di zucchero di canna
190gr. di farina 00
50gr. di fecola di patate
1 bustina di lievito vanigliato
Scorza d’arancia grattugiata
Pizzico di sale

Frullare la polpa dei cachi. Montare le uova con lo zucchero, il sale e la scorza di arancia sino ad ottenere un composto spumoso. Incorporare la polpa di cachi, mescolare con cura ed unire le farine precedentemente setacciate con il lievito. Versare l’impasto in uno stampo da plumcake foderato con carta forno. Cuocere in forno a 180 gradi per 50 minuti circa.

Paperita Patty

(foto Ines)

Slow Wine 2022: «La guida che ha rivoluzionato il mondo del vino»

Ecco i premi speciali: alla toscana Elisabetta Fagiuoli il premio alla carriera, al friulano Federico Stroppolatini quello al giovane vignaiolo, e alla famiglia Ceretto di Alba quello per la viticoltura sostenibile
 
Su media.slowfood.it le foto della presentazione e la cover di Slow Wine 2022

«Dopo l’edizione straordinaria del 2020 in cui abbiamo realizzato la nostra guida senza poter visitare le vigne e le cantine siamo tornati a una certa normalità, facendo però tesoro di quanto abbiamo imparato durante la pandemia. E così accanto al ritorno delle visite in azienda, realizzate grazie alla straordinaria rete di oltre 200 collaboratori sparsi in tutta Italia, e alle Chiocciole assegnate alle migliori cantine secondo Slow Food arriva la novità dei video: 485 contributi realizzati dagli stessi collaboratori su altrettante cantine, un terzo delle aziende recensite, accessibili direttamente dalla guida tramite QRCode, che consentono di vedere il produttore mentre lavora nella sua vigna, di ascoltarne le parole, di capire quale carattere ha trasmesso ai suoi vini» raccontano Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, curatori di Slow Wine, la guida alle migliori cantine italiane secondo Slow Food.

 

La 12 esima edizione è stata presentata nell’ambito della Milano Wine Week ed è disponibile in tutte le librerie dal 13 ottobre e online sullo store di Slow Food Editore

Per la realizzazione dei video sono stati accolti i suggerimenti di due collaboratori della guida, i giornalisti e autori televisivi Marcello Masi e Rocco Tolfa, che hanno realizzato veri e propri tutorial: «Non abbiamo avuto dubbi nel partecipare a questa avventura perché condividiamo lo spirito di Slow Food e il modo di lavorare di Slow Wine, soprattutto la scelta di mandare i collaboratori nelle aziende, perché il valore di un vino non è dato solo dai sentori, un vino nasce dal territorio e rappresenta l’essenza del produttore. Questo aspetto fino a ora era un privilegio della televisione e invece questa novità fa svecchiare le guide cartacee e fa invecchiare tutto il resto».

Clicca qui per vedere il trailer dei video realizzati per la guida Slow Wine 2022.

Ma Slow Wine non è solamente una guida, è un progetto di racconto e promozione a tutto tondo. Innanzitutto, tra poco più di un mese ritorna lo Slow Wine Tour a partire da Monaco di Baviera, a inizio anno le tappe negli Stati Uniti e poi nell’autunno 2022 gli appuntamenti di Seoul e Tokyo, dopo un anno difficilissimo in cui non è stato possibile organizzare il tour. E poi le guide alle cantine degli Stati Uniti, in Cina e in Macedonia che estendono i principi di Slow Wine nel mondo.
«La storia del vino di Slow Food è stata caratterizzata da temi ancora oggi attualissimi – la sostenibilità ambientale, il paesaggio, la giustizia sociale – che ci chiamano tutti a essere protagonisti della Slow Wine Coalition, il futuro che stiamo costruendo intorno al Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto presentato a Bologna nel 2020» ricorda Federico Varazi, vice presidente di Slow Food Italia. «Si tratta di un decalogo frutto del lavoro dei vignaioli a partire da Vigneron d’Europe, e porta con sé le loro istanze. La grande novità della Coalition è che il manifesto può essere condiviso da tutti: tecnici professionisti e appassionati per far sì che il mondo del vino operi una piccola rivoluzione, diventi una comunità in cui ognuno fa il proprio pezzo per andare nella direzione che abbiamo delineato».

«Il sogno di realizzare una grande rete di vitivinicoltori a livello internazionale si sta realizzando intorno alle tre anime di Slow Wine che si riconoscono nei valori della sostenibilità ambientale, della tutela del paesaggio e della giustizia sociale, e cioè i produttori – anche le cooperative e i conferitori di uve – gli appassionati di tutto il mondo e i professionisti che legano chi fa il vino e chi lo consuma. Aderire è semplicissimo, basta firmare il Manifesto realizzando eventi per celebrarne la partecipazione. L’incontro di tutti i partecipanti alla Slow Wine Coalition è a Bologna con la Slow Wine Fair, organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food dal 26 febbraio al 1 marzo. Si tratta di una vera e propria Terra Madre del vino, in cui i tre grandi temi del Manifesto saranno discussi durante gli incontri in agenda. E poi di un momento fieristico con mille produttori provenienti da tutto il mondo, grazie anche alla collaborazione con la Società Excellence rivolto sia al pubblico che ai professionisti».

 

Durante la presentazione sono stati consegnati i tre Premi Slow Wine.

Il premio al Giovane vignaiolo è stato consegnato da Edoardo Basset e Georgia Zuliani dell’azienda F.lli Perin a Federico Stroppolatini della cantina Stroppolatini di Cividale del Friuli con la seguente motivazione:

Federico Stroppolatini, che oggi ha 28 anni, a seguito della malattia del padre, nel 2015, abbandonò gli studi in ingegneria, caricandosi sulle spalle la gestione dell’azienda di famiglia. Quando ha ereditato la cantina si produceva perlopiù vino sfuso senza uno stile preciso e un indirizzo ambizioso; grazie a lui si è impressa una chiara svolta, in nome della sostenibilità e della qualità senza compromessi, con una particolare attenzione anche a vitigni meno conosciuti, come il tocai giallo. Seppur giovanissimo, Federico sta contribuendo alla crescita della viticoltura del Friuli Venezia Giulia animato da un entusiasmo e un coraggio fuori dal comune.

Alla famiglia Ceretto di Alba, Piemonte, presente a Milano con i cugini Alessandro e Roberta, è andato il premio per la Viticoltura sostenibile, consegnato da Daniela Ropolo, responsabile iniziative sostenibili CNH Industrial per FPT:

Dal 2010 la famiglia Ceretto, stimolata da un cambio generazionale perfettamente riuscito, ha assunto un preciso impegno volto al radicale mutamento delle tecniche agronomiche, convertendo gli oltre 100 ettari di vigneti di proprietà in regime biologico certificato, e dal 2018 in conduzione biodinamica. Questo sforzo così ingente è stato reso possibile dal costante confronto interno alla famiglia e da uno strenuo rispetto del territorio, tra i più celebri d’Italia. A questa scelta si accompagna la decisione di proseguire una vocazione consolidata in azienda: il rapporto con la cultura, oggi concretizzato in iniziative che – attraverso varie forme di espressione – sottolineano l’importanza di ritrovare l’equilibrio con la natura.

Il premio alla Carriera è stato consegnato da Lucio Berta, Head of Brand Communication and Social Media di Reale Mutua a Elisabetta Fagiuoli della cantina Montenidoli di San Gimignano:

Elisabetta Fagiuoli – che quest’anno festeggia le cinquanta vendemmie – ha segnato un prima e un dopo per la Vernaccia di San Gimignano e per la Toscana più in generale. Motore instancabile della promozione e valorizzazione del territorio, sempre fieramente controcorrente rispetto alle mode, è riuscita, grazie alla sua tenacia, a trasformare i suoi vini in grandissimi classici, imprescindibili per qualsiasi appassionato che si rispetti. Il tutto praticando un’agricoltura biologica certificata e un’enologia così poco interventista che usare il termine naturale fa un po’ sorridere, parlando di Elisabetta, che nel salotto di casa ha i nidi di rondine…

Alla presentazione hanno partecipato Federico Gordini, presidente della Milano Wine Week, che ha sottolineato l’onore di ospitare all’evento milanese Slow Wine, e Luigi Terzago, presidente Fisar che ha evidenziato l’importanza della sostenibilità per il futuro vitivinicolo.

La presentazione di Slow Wine 2022 è stata resa possibile grazie agli Official Partner Reale Mutua, FPT e F.lli Perin; i Partner Tecnici Bormioli Rocco, Bormioli Luigi, BSD Liebherr e San Bernardo; in collaborazione con la MWW.

Grandi ritorni e novità di Slow Wine 2022: le visite in azienda e le Chiocciole

L’edizione 2022, che recensisce 1958 cantine, vede il ritorno di due delle principali caratteristiche della guida, sospese a causa della pandemia nel 2020.
Innanzitutto, la visita dei collaboratori alle cantine. Unica nel panorama delle guide al vino, infatti, Slow Wine non si limita a degustazioni ma, grazie alla capillarità degli oltre 200 collaboratori presenti in tutta l’Italia, visita i filari e le cantine delle aziende recensite. Uno sforzo grandissimo che pone la guida di Slow Food come un punto di riferimento di tutta l’enologia e di chi vuole conoscere questo straordinario mondo, in Italia e non solo.
A questo si aggiunga il ritorno del riconoscimento più identificativo della guida: le Chiocciole (tutti i premiati su Slowfood.it/slowine), ovvero il simbolo assegnato a una cantina per il modo in cui interpreta i valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con la filosofia di Slow Food.
L’assegnazione del riconoscimento è stata sospesa nell’edizione del 2021 per via dell’impossibilità di effettuare le visite in azienda, rimarcando quindi il significato e il valore della Chiocciola stessa non come premio assegnato una volta per tutte ma come continua valutazione della qualità nei vini e nelle cantine. Ad aggiudicarsela quest’anno sono 218 cantine, tra cui compaiono 23 novità: un forte segnale di resistenza e solidità del settore, dopo un anno complicato come quello appena passato.
La regione che conta più chiocciole è il Piemonte, seguono la Toscana e il Veneto.

QR Code e video per visitare 485 aziende con gli occhi dei collaboratori

Se nel 2020 si è ovviato all’impossibilità di realizzare le visite in azienda grazie alle video interviste ai produttori, nel 2021 quella iniziale intuizione diventa un vero e proprio prodotto digitale permettendo al lettore di visitare virtualmente 485 aziende, grazie a video brevi (della lunghezza di 5/10 minuti) realizzati dai collaboratori durante la loro visita e scaricabili grazie ai QR Code pubblicati sulla guida stessa.

Tutti i numeri della guida

Oltre al massimo riconoscimento che è la Chiocciola, vi sono altri due premi attribuiti alle cantine: la Bottiglia (188 cantine), assegnata ai produttori che esprimono un’ottima qualità per tutte le bottiglie presentate in degustazione, e la Moneta (87), assegnata alle realtà che esprimono un buon rapporto qualità-prezzo in tutte le bottiglie prodotte.
Riconoscimenti speciali sono dedicati anche ai vini: ai migliori di ogni regione viene assegnato il titolo Top Wine, e tra questi si trovano i Vini Slow che, oltre ad avere una qualità eccellente, condensano valori legati a territorio, storia e ambiente, e i Vini Quotidiani, che garantiscono un’alta qualità entro i 12 euro. Degli oltre 27.000 vini degustati sono emersi 750 Top Wine, e tra questi 354 Vino Slow e 196 Vino Quotidiano.

La degusta