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“Buono…non lo conoscevo!” Le novità di Go Wine

Diventa Socio Go Wine per tutto il 2022: un buono del valore di € 8 da spendere nell’acquisto della nuova selezione vini del progetto “Buono…non lo conoscevo!” di fine novembre!

 

La promozione è valida fino a lunedì 29 novembre

 

Anche l’Associazione Go Wine aderisce alle iniziative promozionali

della settimana del black friday 2021.

 

Diventando socio si riceve:
– La Tessera Associativa Go Wine

– Guida Cantine d’Italia 2022 (la guida per l’enoturista in uscita ad inizio dicembre)

– Rivista Go Wine, bimestrale di eno-cultura che riceverai in abbonamento bimestrale postale e in formato digitale

Testo alternativo

In più:

– Un simpatico eno-omaggio di benvenuto

– Voucher del valore di € 10,00 o degustazione omaggio in hotel da spendere nei prossimi appuntamenti del 2022 (scrivi a ufficio.soci@gowinet.it per conoscere nel dettaglio i benefit dedicati al tuo Club di appartenenza)

E inoltre RESTANO CONFERMATE LE SCONTISTICHE sulla partecipazione ad ogni evento Go Wine, alle degustazioni promosse nel vostro territorio, cene tematiche e Go Wine Weekend in tutta Italia a cui vorrete partecipare.

Ma solo iscrivendovi a Go Wine entro lunedì 29 novembre avrete anche un buono sconto di € 8,00 spendibile sull’acquisto della selezione vini del progetto Buono…non lo conoscevo!, il wine shop esclusivo dedicato al Socio Go Wine di fine novembre!

La quota come socio ordinario è di € 48.00, con validità sino al 31 dicembre 2022

 

Go Wine è…

Un’Associazione che opera in Italia a favore della cultura del vino e dell’enoturismo. Promuove il vino non solo come prodotto di qualità ed espressione della cultura agro-alimentare di un paese, ma come prodotto che “mobilita”, che fa viaggiare, che “muove”.

L’idea Go Wine si rivolge soprattutto ai vini da vitigno autoctono, espressione di un legame fra vite-territorio-vino che esprime tipicità ed unicità. Per valorizzare il lavoro di molti viticoltori e anche vitigni più rari e meno conosciuti.
Go Wine guarda al consumatore di qualità che ama viaggiare per il vino e per conoscere i luoghi della produzione. Si propone di costruire un progetto che gradualmente possa coinvolgerlo e stimolarlo attraverso degustazioni tematiche, momenti conviviali, incontri con i produttori e visite in cantina.

Il Socio Go Wine promuove e pratica il turismo del vino, è consapevole del particolare rapporto che lega ogni vino al suo territorio, con quei caratteri di tipicità ed unicità che sono alla base delle motivazioni del turismo del vino.

Attraverso distinte iniziative “Go Wine” cerca di dare voce a questo enoturista e di dare risalto a quei temi che più contano per Lui: paesaggio, cultura, accoglienza, vitigni autoctoni, vigneti storici.

 

Testo alternativo

Cos’è “Buono…non lo conoscevo!” ?

“Buono… Non lo conoscevo!” è un progetto culturale di Go Wine, che mira a favorire la conoscenza, la diffusione e l’acquisto di vini non facilmente reperibili dal consumatore provenienti da vitigni autoctoni italiani: piccole produzioni ed etichette poco conosciute, difficili da trovare in enoteca.

“Buono… Non lo conoscevo!” è un progetto culturale di Go Wine, che mira a favorire la conoscenza, la diffusione e l’acquisto di vini non facilmente reperibili dal consumatore provenienti da vitigni autoctoni italiani: piccole produzioni ed etichette poco conosciute, difficili da trovare in enoteca.

 

L’iniziativa è esclusivamente dedicata ai Soci Go Wine e offre una selezione interessante e sfiziosa di vini provenienti da diverse regioni italiane, tutti espressione di vitigni autoctoni.  Una speciale enoteca a disposizione del socio Go Wine e un’opportunità di degustazione e consumo direttamente a casa propria.

Ad inizio dicembre 2021 sarà proposta una selezione di oltre 20 etichette da diversi vitigni italiani da nord a sud che potrete scegliere componendo liberamente il vostro ordine e ricevere comodamente a casa vostra. Ecco alcuni vitigni-vini protagonisti dello shop di fine novembre.

Il progetto proseguirà anche nel 2022 con n. 4 nuove selezioni a cadenza trimestrale!

Sapori novaresi di casa a Torino

La tradizione enogastronomica novarese è viva sotto la Mole e si è proposta in una versione piuttosto originale, accompagnata da musica jazz dal vivo, nel corso di una serata in occasione della festa di San Martino, giovedì  11 novembre scorso, presso la Bocciofila  Madonna del Pilone, in viale Michelotti 102/A.

Diverse aziende agricole hanno fornito i loro prodotti che sono andati a arricchire un menù il cui piatto centrale era la paniscia novarese. Ingrediente essenziale di questo tipico piatto della tradizione novarese è stato il riso Baldo, nella versione Riserva, stagionato in silos almeno un anno, che mantiene maggiormente la cottura e risulta più morbido per il rilascio di amido. Questo prodotto è stato fornito da Riso Testa, Cascina Grampa nella Bassa Novarese. Il riso Baldo è coltivato soprattutto nella pianura piemontese attorno a Novara e Vercelli e appartiene alla tradizione dei cosiddetti risi lunghi A. È stato ottenuto nel 1977 dall’incrocio tra due risi italiani, l’Arborio e la varietà Stirpe 136. I chicchi del riso Baldo presentano una notevole uniformità morfologica e costitutiva, poi sottoposta a un processo accurato di pulitura e selezione dei chicchi medesimi. L’omogeneità che caratterizza i chicchi dal punto di vista della forma, del calibro, del colore e della consistenza, permette loro di raggiungere il giusto punto di cottura, senza alcun difetto di sfaldamento. La paniscia è stata preceduta da un tagliere di salumi tipici della zona del novarese, composto da lardo e salame d’la duja e fidighin, prodotto dal salumificio Valsesia di Sillavengo, e da un antipasto piemontese e da prodotti dall’Azienda Agricola Rita Sala. Tipico formaggio novarese è il gorgonzola, che è stato proposto nelle due varianti dolce e piccante, e anche due erborinati con peperoncino e tartufo dell’azienda Palzola di Cavallirio, serviti con miele e composta di miele e zafferano sempre dell’azienda Rita Sala; per concludere non potevano mancare i biscotti di Novara, antesignani dei noti Pavesini, del Biscottificio Camporelli. “L’autunno – hanno spiegato i gestori della Bocciofila Madonna del Pilone, Patrizia Cano e Luigi Ricciardi, insieme alle ideatrici della serata, le giornaliste esperte di food Teresa Scacchi e Federica De Luca – rappresenta la stagione per eccellenza del gusto in Piemonte. Con la serata dell’11 novembre, che abbiamo voluto chiamare ‘Sapori sotto la Cupola’ con riferimento alla Cupola di San Gaudenzio, abbiamo voluto far conoscere al pubblico aziende prestigiose sia nel campo del food sia dei vini, tra le quali la Cascina Montalbano, che ha proposto il vino al calice Tredici, un buon Colline Novaresi, e un Boca DOC. Si tratta di aziende che contribuiscono a tramandare e valorizzare produzioni tipiche, come quella risicola e quella dello zafferano, che rappresenta il fiore all’occhiello dell’Azienda Rita Sala. Lo abbiamo voluto fare proprio nel giorno di San Martino, ricorrenza che presenta saldi legami con il mondo rurale, conducendo gli ospiti attraverso un viaggio ideale alla scoperta di Novara, tra le capitali della produzione risicola nazionale, a cavallo tra Torino e Milano, ricca di storia e tradizioni”. La paniscia alla novarese rappresenta una ricetta che affonda le sue radici nel passato, quando si impiegavano ingredienti poveri per preparare piatti caldi e nutrienti. Si tratta di un risotto speciale arricchito di prodotti tipici locali, come il salame d’la duja. Il riso Baldo è prodotto da Riso Testa, che ha la sua sede a Cascina Grampa, complesso di edifici rurali contraddistinti da un caratteristico impianto architettonico risalente ai primi anni dell’Ottocento, a sua volta formato da un quadrilatero a corte chiusa sui quattro lati e da una storico mulino ad acqua coperto sul lato nord. Il mulino lavorava con la “pila” o “pista da riso”, una macchina di pietra e legno, recentemente riportata in funzione, con la cosiddetta “molazza”, macina di pietra, l’elica per la imbiancatura e altre macchine esistenti nella vecchia pileria. Riso Testa organizza anche visite guidate in cascina; durante le visite si vedono rimessi in funzione il vecchio mulino con la pila, la macina, l’elica, il puddy e altre storiche macchine per la pulitura del riso.

Mara Martellotta

Riso di Vercelli ed eccellenze nel flag ship store “Aironi”

Il 19 novembre apre a Torino, in Via Vespucci 51 , il primo punto vendita  a marchio ” Aironi “ , storica azienda risicola di Vercelli, che da sempre si è fatta portatrice della cultura e della storicità dei prodotti del Made in Italy , raccontando e dedicando una serie di prodotti  a partire dal riso, ma non solo: le esperienze maturate in passato con i temporary stores natalizi, nel progetto ” Regali da Favola”, ha fatto sì che anche altre eccellenze gastronomiche piemontesi potessero avere  una vetrina.

Per questa speciale occasione, verrà proposta una grande risottata per tutti coloro che passeranno a conoscere questa nuova realtà gastronomica.
” Il nome dello store, ” Gli Aironi &friends”, come dichiara il Brand Evangelist de gli ” Aironi” – Gabriele Conte – riporta ad un vero e proprio punto di incontro dei prodotti buoni ma anche belli. Insieme ad alcuni professionisti del settore design, abbiamo creato dei packaging accattivanti , come una vera e propria ” call to buy” all’insegna, in particolar modo, considerato il periodo, di un Natale accompagnato da stile e dalla scoperta di generi artistici unici nel loro genere . E così, per tutto l’anno, ci si potrà deliziare con un Piemonte sicuramente eccellente nel gusto ma anche bello da presentare e da raccontare”
Le festività, ovviamente, saranno il momento culminante del progetto: si potranno realizzare confezioni regalo personalizzate, componendole con i prodotti delle varie aziende coinvolte: il Pastificio artigianale Mancini, il Frantoio Muraglia,  La perla” di Torino, Savini tartufi , l’Armatore di Cetara e molte altre in grado di soddisfare le esigenze dei clienti.
All’offerta dei prodotti tradizionali si affianca la proposta rappresentativa del periodo, il  panettone : quello di Aironi , ” Nero” , è un omaggio al territorio di Vercelli , fatto con farina di riso con l’aggiunta di chicchi di riso candito e da gocce di sake nero gelificato. Quest’ultimo ingrediente, il Sake, prodotto di punta e innovativo dell’azienda,nato da un processo molto interessante di fermentazione di una qualità di riso nero locale chiamato “Penelope” ,  crea una forte unione tra l’eccellenza del riso vercellese e il rito del sake giapponese: unione, per altro, sancita da poco tempo, in un accordo di gemellaggio proprio fra Torino e il Giappone.

Un prodotto unico, un panettone Gran Galup realizzato con ingredienti di eccellenza e con l’aggiunta di gocce di sakè gelificato nell’impasto, lavorato secondo la tradizione artigianale, caratterizzata da lunga e paziente lievitazione, da cui nasce un prodotto del tutto innovativo.

Ma c’è un’altra novità 2021 in tema panettoni: quest’anno infatti gliAironi ha realizzato un panettone artigianale con farina di riso in collaborazione con Liviu Ceoflec, panificatore della celebre pizzeria Brick’s – due spicchi Gambero Rosso 2021. “

Chiara Vannini

Le coppette gelato Atp Finals di Marchetti

Alberto Marchetti, maestro gelataio torinese, ha allestito le vetrine del suo Store Casa Marchetti con un tripudio di racchette, coni e palline, non gelato questa volta, ma per l’occasione della ATP Finals, da tennis, celebrando l’evento con una serie di coppette gelato in ceramica in edizione limitata.

Lo sport e Torino sono, così, i protagonisti della collezione esclusiva che porta le NITTO ATP Finals dai campi da gioco alle tavole. Cinque le coppette da collezione; la prima edizione 2021 reca la firma di Giovanni Gastaldi ed è stata prodotta da Besio 1842, storica azienda artigiana monregalese a gestione familiare, in una limited edition di soli 2021 esemplari, cui si aggiungono 8 coppette personalizzate che Alberto Marchetti ha omaggiato ai fi solisti Djokovic, Medvddec, Zverev, Tsitsipas, Rublev, Berrettini, Hurkacz e Ruud.
Il maestro Alberto Giachetti è stato inoltre scelto per rappresentare la città di Torino e le sue eccellenze nel lounge privé degli atleti presso il Pala Alpitour, dove ha l’opportunità di far conoscere ai più grandi del tennis alcune specialità tipiche della tradizione torinese, tra cui il gelato al gusto gianduia.
La coppetta edizione 2021 e’ in vendita esclusiva presso lo store Casa Marchetti in piazza CLN 248 a Torino al costo di 10 euro.

Mara Martellotta

www.albertomarchetti.it

 

E’ l’ora del Vermouth di Torino, aromi e sapori da gustare

Un’esperienza degustativa con protagonista il vermouth di qualità accompagnato da assaggi gastronomici della tradizione piemontese

 

In occasione delle Nitto ATP Finals, Turismo Torino e Provincia ed il Consorzio del Vermouth di Torino con il sostegno della Camera di commercio di Torino e in collaborazione con Ascom, Confesercenti presentano Extra Vermouth – l’ora del Vermouth di Torino, aromi e sapori da gustare.

Un progetto che nasce con l’obiettivo di valorizzare un’eccellenza di Torino e che trova le sue origini nel 1800 con “L’ora del Vermouth”: un momento, circa un’ora prima della cena, durante il quale si degustava il Vermouth di Torino accompagnato dai “piat ‘d rinforss”, dei piattini di rinforzo costituiti da “ulive, acciughe insalate, peperoni in aceto, salsicciotto o prosciutto affettato, ed altre simili cose“.

Il Vermouth di Torino è il più celebre vino aromatizzato italiano, già apprezzato alla corte reale dei Savoia. Il suo nome deriva dal termine tedesco wermut che definisce l’Artemisia absinthium (assenzio maggiore), base aromatica principale nella preparazione di questo vino che ha origini che si perdono nei primi secoli dopo Cristo.

Per molti secoli l’utilizzo del vino aromatizzato fu principalmente medicinale, ma con il Rinascimento l’ampio uso delle spezie giunte dall’Oriente, come cannella, chiodi di garofano e rabarbaro, permise di arricchire la ricetta donandole nuove note aromatiche. E proprio a partire dalla metà del Quattrocento il Piemonte iniziò a distinguersi per la perizia nell’arte della distillazione. Perizia che crebbe rapidamente in pochi secoli, tanto che nel Settecento i liquoristi torinesi godevano già di ampia celebrità al di fuori dello Stivale.

Nell’Ottocento e Novecento il Vermouth ebbe fama all’estero, si distinse nelle varietà bianco e rosso, vide definire con un Regio decreto le sue caratteristiche. È dunque proprio dal capoluogo piemontese che ha inizio lo sviluppo del Vermouth di Torino, come lo conosciamo oggi, non più rimedio medicinale, ma bevanda per aperitivo conviviale.

Ed è proprio per far conoscere ai visitatori, ma anche ai cittadini, questa eccellenza, che nasce l’iniziativa Extra Vermouth – l’ora del Vermouth di Torino, aromi e sapori da gustare.

Come sottolinea Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino “Ringrazio Camera di commercio e il Consorzio del Vermouth di Torino di aver accolto il nostro stimolo alla realizzazione, in occasione delle Nitto ATP Finals, dell’iniziativa Extra Vermouth, tra i prodotti enogastronomici più identitari della nostra straordinaria tradizione culturale; un’ulteriore azione utile alla valorizzazione internazionale del brand Torino-Piemonte“.

Come sottolinea Enzo Pompilio D’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino “Con la proposta Extra Vermouth vogliamo creare un’ulteriore occasione per avvicinare turisti e cittadini alle nostre tradizioni enogastronomiche e ai nostri prodotti d’eccellenza: all’iniziativa collaborano infatti anche i nostri Maestri del Gusto e produttori Torino DOC e Torino Cheese, realtà selezionate dalla Camera di commercio di Torino, che con le loro specialità accompagneranno l’esperienza sensoriale. La scelta di lanciare questa proposta durante le Nitto ATP Finals, sia nei locali, sia nel padiglione Torino So much of everything in piazza San Carlo, mira proprio ad incontrare un ampio pubblico, nazionale e internazionale, per portare alla luce una tradizione e un prodotto locale rivalutati e rivisitati negli ultimi anni dai migliori bartender, non solo a Torino“.

Il format di Extra Vermouth prevede: 3 degustazioni di Vermouth in purezza oppure 1 degustazione in purezza e 1 cocktail con l’abbinamento di 4 assaggi di piatti o prodotti tipici piemontesi, evocativi del concetto di merenda sinoira, e 1 assaggio dolce (dalle bignole al cioccolato) per concludere in dolcezza.

Il costo è di 18€ a persona e l’iniziativa sarà disponibile in numerosi locali torinesi tra i quali: Affini, 100 Vini & Affini, Busca, Caffè Elena, Caffè Platti, Cantina da Licia, DDR, Distilleria Quaglia, Gelateria Pepino 1884, Goustò, La Drogheria, Le Putrelle, Mojo Bar, Pasticceria Gerla 1924, Rossorubino, San Giors Ristorante, Scalo Vanchiglia, Smile Tree, Snodo OGR, Stratta, Terrazza Cocchi in Cloud9. È gradita la prenotazione presso i locali aderenti.

Ogni locale deve rispettare un preciso decalogo: utilizzare esclusivamente il Vermouth di Torino, avere a disposizione 3 marche diverse e 5 differenti tipologie tra Extra Dry, Dry, Bianco, Ambrato, Rosso, Superiore. Il Vermouth di Torino deve essere servito freddo, con o senza ghiaccio (a circa 10 °C) in purezza con la sua guarnizione più classica con scorza di limone o di arancia, non trattata o biologica. È inoltre raccomandato l’uso di un bicchiere a calice del tipo “Nick and Nora” oppure quelli tradizionali da servizio da Vermouth. Per informazioni: www.turismotorino.org.

Roberto Bava, Presidente del giovane Consorzio del Vermouth di Torino che ne tutela qualità e ne promuove la conoscenza nel mondo: “L’ora del Vermouth ha ritrovato la sua capitale a Torino e viene riconosciuto ora anche legalmente con questa identità piemontese dalla Comunità Europea: tocca adesso a noi dimostrarlo. Ecco perché è importante che l’aperitivo in città trovi i suoi rituali nel segno della qualità. Extra Vermouth – L’ora del Vermouth di Torino è quindi anche un prodotto turistico e insieme un’occasione didattica per tutti alla riscoperta piacevole di un nostro tesoro liquido.”

Il vermouth di Torino – sottolinea Maria Luisa Coppa, Presidente Ascom Torino – racconta la storia del nostro territorio ricco di vini e di aromi eccellenti, presente nelle cene regali ed ora nei bar e nei locali storici. È lo spunto per un aperitivo con il fascino della presentazione, liscio o base per cocktail rappresenta un’eccellenza della città. Sarà un benvenuto a tutti coloro che approfitteranno delle ATP per visitare Torino e provincia.”

Una bellissima iniziativa per promuovere le eccellenze torinesi facendole conoscere e apprezzare dai turisti. E riscoprire dai torinesi“. Commenta così Giancarlo Banchieri, Presidente della Confesercenti di Torino e provincia. “Sono certo che le nostre imprese sapranno esaltare le qualità e le caratteristiche del Vermouth di Torino abbinando alla bevanda, in purezza o miscelata, i migliori piattini della cucina tipica. L’aperitivo di qualità come migliore accoglienza, lasciando al contempo un ricordo unico nella sua autenticità tutta torinese“.

Presso il Padiglione “Torino So Much of Everything” all’interno del Nitto ATP Finals Fan Village, in piazza San Carlo dal 13 al 21 novembre alle ore 19, è inoltre previsto un momento “Extra Vermouth Preview”.

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Il Consorzio del Vermouth di Torino

Comprende 23 soci (www.vermouthditorino.org) e ha come scopo principale la tutela, la promozione, la valorizzazione, la vigilanza e la cura generale della Indicazione Geografica IG “Vermouth di Torino”. Il Consorzio svolge inoltre nei confronti di tutti i soggetti sottoposti al controllo dell’Indicazione Geografica attività di valorizzazione e promozione della denominazione e dei marchi connessi, attività di tutela e cura degli interessi della denominazione e di informazione del consumatore, attività di vigilanza, nonché ogni altra attività e/o funzione attribuita, delegata o consentita dalla normativa vigente. Istituito nel 2019 dopo oltre 20 anni di lavori, questo Consorzio è nato per volontà dei produttori di vermouth i quali, consapevoli della necessità e dell’importanza di una regolamentazione, hanno definito insieme un disciplinare di produzione approvato dal Decreto del 22 marzo 2017, con il quale il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha regolamentato l’Indicazione geografica Vermut di Torino/Vermouth di Torino.

La storica pescheria si allarga e si reinventa nel nuovo format di “Casa Gallina”

 Torino, mercato di Porta Palazzo. La pescheria Gallina da quattro generazioni, dallo storico banco n.2 ,propone il pesce con la p maiuscola, di qualità e soprattutto fresco.

Ma sul motivo per il quale questa particolare pescheria è da sempre apprezzata dai tanti torinesi che  tutti i giorni vanno lì per acquistare e mangiare le prelibatezze del mare e che si reinventa in un format “ turistico”,  ce lo racconta il magico Mr Fish, alias Beppe Gallina.

“Il pescivendolo – racconta Beppe – non è solo colui che vende il pesce, ma ha il compito soprattutto di orientare il cliente nella scelta che più si allinea alle sue attuali esigenze e di consigliarlo, se necessario, anche sulle modalità di cottura, in considerazione anche delle varie intolleranze o allergie relativo al consumo del pesce : come tutti gli alimenti, ha bisogno di essere spiegato e raccontato. E i clienti si devono poter fidare “

La volontà di stare al passo coi tempi, ormai divenuti ristretti,  ha permesso alla pescheria di andare incontro al cliente che mentre facesse la spesa al mercato, potesse mangiare un piatto completo e veloce a base di pesce fresco, proveniente solo da mari italiani, o di acquistare un conetto di frittura e un trancio di focaccia da consumare nei vari tragitti per la spesa.

Sull’onda di queste premesse, si è creato il format di “ Casa Gallina”, un b&b inserito in un palazzo storico ed  in piena linea con il concetto dell’unione fra gastronomia e ricettività turistica. In via Fiocchetto 1, a fianco della pescheria, il turista potrà usufruire, per minimo 2 notti, di stanze moderne e affacciate direttamente sulla piazza del mercato. Nel prezzo consigliato è compreso o un pranzo o una cena in pescheria, con un accesso “ preferenziale” al ristorante rispetto al pubblico ordinario. Le camere, visibili e acquistabili sul circuito di Airbnb ( tel. 346 1876112) sono due e sono composte da una cucina abitabile, un bagno e una camera matrimoniale con la possibilità di aggiungere un divano letto.

“ Un piccolo personale contributo allo sviluppo del settore turistico torinese che è destinato ad ampliarsi sempre di più, con una formula gustosa e allettante in uno spazio, quello di Porta Palazzo, simbolo della Torino inclusiva “ conclude Gallina.

Chiara Vannini

MonferVINUM Enotrekking in Monferrato

Edizione 2021

Nel Monferrato, l’autunno è vino e tartufi … è un tempo da trascorrere slow immersi nell’osservazione dei mutevoli cromatismi e nei soavi suoni della natura … è l’occasione per camminare la bellezza del paesaggio vitato, raggiungere le cantine e degustare le migliori espressioni di una secolare tradizione enoica.
Il primo appuntamento autunnale di “MonferVINUM – Enotrekking in Monferrato”, promosso dalla Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni, è previsto per la mattina di DOMENICA 14 NOVEMBRE a Murisengo (frazione Corteranzo), nell’ambito della prima domenica della 54ma Fiera Nazionale del Tartufo “Trifola d’Or”.

PROGRAMMA
Dove: CORTERANZO via Recinto 15 (Comune di Murisengo AL) Quando: DOMENICA 14 NOVEMBRE
Ritrovo: ore 10,00
Costo: euro 15,00 a partecipante (da corrispondere alla partenza)
Da cinque generazioni, la famiglia Calvo coltiva 18 ettari di vigneti che si allungano sui dolci pendii di Corteranzo, borgo antichissimo che risale all’epoca romana. Custodito, tra i filari dell’Azienda Agricola Isabella, il tempietto a forma di pagoda dedicato a San Luigi Gonzaga (1760), disegnato da Bernardo Vittone (scuola dello Juvarra). Nelle storiche cantine dei vignaioli Calvo, invece, è scavato un singolare esempio di Infernot, dove ancora oggi viene conservato il sapore della tradizione. E’ su questi crinali che Athos Gabriele Calvo e la sua famiglia esprimono l’antica passione, cura ed esperienza vitivinicola per produrre vini apprezzati a livello internazionale.

Degustazione
ARIANNA Monferrato Bianco 2019 ottenuto da uve Baratuciat, un’antica varietà a bacca bianca originaria della Val di Susa. Ha una maturazione tardiva per essere un bianco, ma ha
un’interessantissima acidità che lo mantiene fresco e bilanciato. La fermentazione avviene per il 75% circa in acciaio, mentre il 25% fermenta e affina in tonneau di acacia, che donano complessità al vino. I profumi ricordano fiori bianchi, miele e pere mature; in bocca è molto fresco e sapido.

BARBERA D’ASTI TRUCCONE 2019 è quello che consideriamo una Barbera “classica”, in cui prevalgono i frutti rossi e la ciliegia, sentori tipici di questa varietà. Le uve arrivano da vigne diverse
proprio per cercare di mantenere il più possibile l’equilibrio anche all’interno di annate che evidentemente hanno un decorso più complicato. La raccolta avviene a metà/fine settembre, la fermentazione in acciaio e la macerazione non eccessiva, per non sovra-estrarre ma mantenere il vino equilibrato. L’affinamento avviene poi in parte in cemento e in parte in vecchie botti grandi di rovere di Slavonia. Il colore è rosso rubino brillante, i profumi ricordano le ciliegie e il cuoio; in bocca è fresco e poco tannico. È un vino da tutti i giorni, che non ha paura di essere accompagnato a qualche piatto importante, ma che fa della bevibilità la sua miglior arma.
I vini si degusteranno in abbinamento a salami della Valcerrina

Info e prenotazioni
Fondaizone Ecomuseo della Pietra da Cantoni
via Barbano Dante, 30 – 15034 Cella Monte (AL) mob. 348 2211219
info@ecomuseopietracantoni.it – chebisa@virgilio.it

Dalla vigna di Cavour il Barolo “en primeur”

Progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con ENOSIS MERAVIGLIA, Fondazione CrC Donare, Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e Scuola Enologica di Alba

E’ FIRMATO DONATO LANATI IL BAROLO EN PRIMEUR BATTUTTO PER 600MILA EURO ALL’ASTA BENEFICA DI GRINZANE CAVOUR

Vigna GUSTAVA: un vigneto che, per lo stesso Cavour, fu banco di prova per avviare quel processo di specializzazione che sarebbe stato il nuovo modo di coltivare la vite

“Un progetto che ha coniugato solidarietà ed educazione enoica”

 

Ci sono testa, mani, cuore e la prestigiosa firma dell’enologo Donato Lanati dietro la produzione speciale del Barolo “en primeur”, proveniente dalla vigna Gustava di Camillo Benso Conte di Cavour, battuta all’asta per 600mila euro, sabato 30 ottobre, al Castello di Grinzane. Tra generosi rilanci e colpi di scena, le 14 barrique e il tonneau da 500 litri di Barolo hanno fruttato l’ingente somma che verrà interamente devoluta al sostegno di progetti sociali.

Un grande evento internazionale, primo nel suo genere, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione CrC Donare, in collaborazione col Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e la Scuola Enologica di Alba, con madrina Evelina Christillin.

 

Per un progetto di altissimo livello non potevano, dunque, mancare le conoscenze scientifiche, l’esperienza e la sensibilità del top dell’enologia a livello internazionale. “Quando mi fu chiesto d’interessarmi di questo progetto che, in un’unica occasione, avrebbe coniugato solidarietà ed educazione enoica, istintivamente, posi a confronto prospettive e impegni ma, immediatamente dopo, me ne convinsi senza esitazioni – ha spiegato Lanati.

 

“A poco a poco, fui pervaso da una suggestione ancestrale nell’immaginare che, tra i vibranti e storici filari di quella vigna di Nebbiolo, avrei percepito, ora compiaciuta ora severa e sempre attenta, la potente presenza dell’immenso Conte di Cavour, non solo grande Ministro dell’Agricoltura del Regno di Sardegna e Presidente del Consiglio, ma anche imprenditore agricolo d’avanguardia e promotore di un importante rinnovamento tecnologico nel settore agricolo. Così, ancor prima di iniziare, mi sentii permeato da una moltitudine di stimoli, con la prospettiva di far riaffiorare, attraverso un calice, reminiscenze di eroica storia enoica. Quale privilegio, poi, la prospettiva di poter sorseggiare un vino esclusivo proveniente da un vigneto che, per lo stesso Cavour, fu banco di prova per avviare quel processo di specializzazione che sarebbe stato il nuovo modo di coltivare la vite”.

 

A Lanati, “padre” di alcune delle migliori etichette presenti sul mercato mondiale, la Fondazione CRC aveva affidato l’incarico di guidare l’intero processo produttivo promuovendo, nel contempo, una collaborazione con la Scuola Enologica finalizzata a valorizzare attività didattiche innovative.

 

Il primo step del progetto è consistito nella suddivisione della vigna in particelle, in funzione dell’altitudine e dell’esposizione. A seguire, sono stati definiti due differenti criteri per la raccolta delle uve: il primo è consistito nell’individuazione dei ceppi storici impiantati oltre 50 anni fa (per vinificarne le uve separatamente da quelle dei più giovani); il secondo, invece, nella raccolta, per micro zone, delle restanti uve del vigneto.

 

“Il progetto ha racchiuso un’iniziativa di alto valore scientifico, educativo e umano, in grado di coniugare la valorizzazione del territorio viticolo di cui il vigneto è il vero protagonista, la ricerca con la didattica sul campo, e, infine, la finalità sociale – ha concluso Lanati. “Grazie alla conoscenza e al patrimonio di informazioni raccolte, catalogate e studiate, è stato possibile valorizzare le potenzialità del vigneto storico di Grinzane. La pianta di vite è un traduttore di energia ambientale, della salute della terra e dell’andamento delle stagioni; partendo dalla commistione di queste componenti racchiuse nell’acino, vero e proprio scrigno di informazioni, è stato affrontato un articolato lavoro di squadra, foriero di stimolati esplorazioni e di rinnovata cultura”.

 

Dalla vigna Gustava all’acino di Nebbiolo e dalla cantina alla botte ne è nato un Barolo en primeur unico che nel tempo, sempre più, esprimerà i sapori e i profumi di quella terra tanto cara all’avanguardista risorgimentale Camillo Benso conte di Cavour.

 

Con Best Burger il Big Mac è più gustoso, anche a Torino

Fa tappa in città il tour di presentazione di un nuovo rivoluzionario processo di preparazione dei panini che li rende più succosi, caldi e buoni

 Una novità assoluta che parte dalle cucine e arriva sul vassoio dei clienti McDonald’s; è Best Burger, l’innovativo modo per preparare i panini che li rende ancora più gustosi e irresistibili. La rivoluzione riguarda tutti i panini del brand ed è comunicata a partire da questi giorni con un focus particolare sul Big Mac, vera icona McDonald’s.

Per l’occasione, McDonald’s ha dato il via ad un tour di presentazione che tocca 15 tappe in tutta Italia e che dopo Milano, Brescia, Parma, Roma e Salerno arriva oggi a Torino.

Una svolta che riguarda sia la cottura della carne sia la preparazione del pane e poi dell’intero panino, in modo da valorizzare il sapore e la qualità di ciascuno degli ingredienti presenti nella celebre ricetta. Dal pane più morbido e caldo, alla lattuga ancora più fresca e croccante, all’hamburger più gustoso, fino alla cremosità della salsa: grazie a Best Burger si ottiene un contrasto di consistenze, densità e calore capace di esaltare in modo uniforme tutti gli ingredienti.

“Siamo sempre alla ricerca di offrire la best experience ai nostri clienti e Best Burger rappresenta oggi per noi un importante risultato. Frutto di lunghi studi e ricerche, è un vero e proprio punto di svolta che ci riempie di orgoglio e segna una nuova frontiera del gusto, tutta da provare.” afferma Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia.

Per l’implementazione di Best Burger McDonald’s ha investito oltre 70mila ore di formazione per i suoi dipendenti.

I numeri di McDonald’s a Torino

·       Ristoranti: 9

·       Dipendenti: 380

·       Transazioni giornaliere in città: 5.720

Torna la “Festa del Novello”

Dopo due anni di assenza,  torna la “Festa del Novello”domenica 7 novembre dalle 10 alle 19 presso le Cantine Balbiano (Corso Vittorio Emanuele 1 ad Andezeno)  sarà possibile degustare gratuitamente il “Primiera”  Novello 2021 delle Cantine Balbiano. Durante tutta la giornata sarà inoltre possibile visitare le cantine, il Museo del giocattolo antico e il Museo delle contadinerie.
Come da tradizione poi, a partire dalle 12.30, presso l’attigua Villa Balbiano andrà in scena la “Grande Bagna Caoda”, in collaborazione con il Ristorante C’era una volta di Torino
Il menù, al costo totale di 37 euro, prevede:
– Duetto di salami tipici e tritata di fassone alla Monferrina
– Budino di porri “Cervere” con fonduta al Castelmagno
– Bagna caoda classica oppure bagna caoda senz’aglio
– Trionfo di verdure cotte e crude
– Tortino di nocciole DOP su crema di chantilly e Malvasia di Castelnuovo DOn Bosco DOP 2020
– Caffè e grappa Freisa di Chieri
Se la “Festa del Novello” è a ingresso libero e gratuito (obbligatorio il green pass), per la “Grande Bagna Caoda” è necessario prenotarsi presso le Cantine Balbiano (011.9434044) oppure a info@balbiano.com.