Siamo a Caracas nel maggio del 2017. La foto ritrae un ragazzo di 28 anni, con il viso coperto da una maschera antigas, che corre – lungo un muro su cui è disegnata una pistola con la scritta”PAZ” (PACE) – in preda al panico e al terribile dolore fisico, procuratogli dal fuoco che sta dilaniandogli la carne e la maglietta che indossa
L’immagine è terrificante ed é stata realizzata durante una manifestazione di protesta contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro. Scattata dal 46enne fotografo venezuelano (oggi residente in Messico) Ronaldo Schemidt, che lavora per l’”Agence France-Presse” (AFP), è la foto vincitrice del World Press Photo of the Year 2018, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima Fodazione olandese dal 1955. Il ragazzo della foto si chiama José Victor Salazar; è sopravvissuto all’incidente con ustioni di primo e secondo grado, prodotte dall’esplosione del serbatoio di una motocicletta della polizia. E’ una foto classica– ha dichiarato Magdalena Herrera, direttrice della Fotografia a ‘Geo France’ e presidente di giuria – ma ha un’energia istantanea e dinamica, i colori, il movimento e una buona composizione, ha forza. Mi ha dato un’emozione istantanea”. Foto dell’anno, l’immagine sarà visibile, insieme ad altre 135 accuratamente e con non poca fatica selezionate, fino a domenica 11 novembre all’ex-Borsa Valori di piazzale Valdo Fusi a Torino, città che per il secondo anno consecutivo ospita la rassegna internazionale, cui hanno dato quest’anno la loro adesione quasi 5mila fotoreporter, provenienti da 22 paesi di tutto il mondo, per un totale di circa 100mila scatti pervenuti: un vero e proprio viaggio per immagini tra gli avvenimenti più rilevanti del nostro tempo. Presente in oltre cento città e più di 45 Paesi, la tappa torinese (forte del successo dell’anno scorso: ottomila visitatori in quattro settimane di esposizione al Mastio della Cittadella) è organizzata grazie all’Associazione C.I.ME. – Culture e Identità Mediterranee, realtà pugliese (presieduta da Vito Cramarossa) che da più di dieci anni in Italia e all’estero si occupa di promuovere lo sviluppo e il senso critico dei territori attraverso la cultura. Attualmente rappresenta uno dei partner più importanti della Fondazione World Press Photo con all’attivo l’organizzazione di ben quattro tappe italiane della mostra di quest’anno: Bari (27 aprile-27 maggio), Palermo (14 settembre-7 ottobre), Torino (12 ottobre-11 novembre) e, a seguire, Napoli (24 novembre-16 dicembre 2018).
Il programma di incontri
World Press Photo non è solo una mostra. Nel suo mese a Torino si presenta infatti come un festival sull’attualità: ben 15 gli incontri in programma. Da segnalare le public lectures tenute il sabato da fotografi di fama internazionale. Dopo la prima di sabato 13 ottobre, che ha visto Manoocher Deghati dialogare con lo scrittore e giornalista Adriano Sofri, nei sabati seguenti saranno presenti i fotografi italiani vincitori del Premio: Luca Locatelli, autore del reportage “Hunger Solution” che ha vinto il secondo premio sezione storie per la categoria “Ambiente”, Alessandro Lercara, fotografo torinese, primo premio del concorso fotografico “Per Amore”, promosso da UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati. E poi ancora il siciliano Alessio Mamo, vincitore con il suo ritratto di “Manal”, Fausto Podavini, vincitore con il reportage sulla valle dell’Omo in Etiopia, e Francesco Pistilli, al primo posto per aver documentato l’inasprimento della cosiddetta rotta balcanica verso l’Unione europea, bloccando migliaia
di rifugiati che tentavano di viaggiare attraverso la Serbia per cercare una nuova vita in Europa. Oltre agli appuntamenti settimanali con i fotografi, il programma si arricchisce di focus mirati sulle grandi questioni politiche e culturali del 2018 (il programma è consultabile su: world-pressphototorino.it) e non mancherà, il prossimo giovedì 18 ottobre, alle 18,30, un amarcord tutto torinese. Protagonista Sergio Solavaggione, storico fotografo de “La Stampa”, che presenta “Obiettivo sensibile” (Daniela Piazza Editore). Con lui dialogano il figlio Daniele Solavaggione, fotoreporter e videomaker de “La Stampa”, Angelo Conti, giornalista e consigliere d’amministrazione della Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi e Giorgio Levi, presidente del “Centro Giornalistico Pestelli”. Gli incontri sono gratuiti. Per le public lectures occorre, invece, il biglietto di ingresso alla mostra.
g. m.
“World Press Photo 2018”
Ex- Borsa Valori, via San Francesco da Paola 22 (Piazzale Valdo Fusi), Torino.
Fino all’11 novembre – Orari: lun. – giov. 10/20 e ven. dom. (e merc. 31 ottobre) 10/22
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