Fino al 7 luglio

"Noi…non erano solo canzonette"

Da “Volare” al magico Mundial del “Bernabeu” la musica (ma non solo) racconta alla “Promotrice” di Torino un pezzo memorabile di Storia d’Italia
 
La musica come colonna sonora della nostra vita. Non “musica leggera”, dunque, ma Musica e basta. Non “canzonette”, ma Canzoni. E, come in questo caso, d’Autore. Pienamente imbevute nel sociale, pagine di storia, fitte di lacrime e sorrisi, di gioie e dolori, di amore e odio. Com’è la vita. Com’è la storia. Com’è quella, lunga un quarto di secolo, raccontata nella suggestiva mostra itinerante, partita da Torino alla “Promotrice delle Belle Arti” e che al Valentino si fermerà fino al prossimo 7 luglio, per poi girovagare in altre piazze italiane. Dalle braccia aperte come a voler spiccare il volo e giacca bianco-panna di Mimmo Modugno che il primo febbraio del ’58 porta alla vittoria di Sanremo (in coppia con Johnny Dorelli) il suo “Volare – Nel blu dipinto di blu”, fino all’“urlo guerriero” di Marco Tardelli e alla Coppa del trionfo mondiale sollevata al cielo da Paolo Rossi nella magica notte dell’11 luglio dell’’82 all’Estadio “Santiago Bernabeu” di Madrid, la mostra “Noi…non erano solo canzonette” vuole essere una grande rappresentazione della nostra esistenza collettiva racchiusa in quei ventiquattro anni, esplorati interpretati e trasmessi, con tutta loro carica di emozioni, sentimenti e poesia, dalla Musica d’Autore. Quella capace di sottolineare cambiamenti repentini ed epocali, in grado di far muovere e scendere in strada un popolo agguerrito o esultante com’era quello– fatte salve le debite distanze- del “Quarto Stato” di Pellizza (cui s’ispira con geniale rispetto il logo-immagine della mostra realizzato da “Matteo Vilardo Studio”) guidato, anziché dai due contadini e dalla donna col bimbo fra le braccia, niente meno che da “Mister Volare”, da Lucio Dalla e dalla grande Mina, fra le braccia un bel mazzo di fiori, forse sanremesi. Curata da Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna, Lucio Salvini (con la partecipazione di Fabri Fibra, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini), la rassegna è prodotta da Bibibus Events con il supporto di Intesa San Paolo e propone una playlist di 100 brani musicali, frutto di un’attenta selezione, di certo non esaustiva ma comunque in grado – da Peppino di Capri a Francesco Guccini, da Patty Pravo a Fabrizio De André – di trasmettere anche a chi non c’era, il senso profondo di quella musica e di quegli anni. Ad accompagnare i brani musicali, fruibili attraverso l’audio diffuso nelle varie sale o in cuffia o grazie agli speacker direzionali per i filmati d’epoca, troviamo una cinquantina di grandi fotografie provenienti in gran parte dalla Sezione fotografica dell’Archivio Storico di Intesa San Paolo, insieme a memorabilia di nostalgica memoria e ad opere video arrivate dagli archivi delle Teche Rai e dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea. L’iter espositivo è organizzato in senso cronologico e tematico in 12 aree. Dal Modugno re di Sanremo, si passa ai Buscaglione e ai Carosone (che stoppano definitivamente gli echi musicali del lungo dopoguerra), per poi toccare i temi della grande immigrazione verso il Nord, il mutare del profilo delle città e delle campagne accompagnati dalla voce di Giorgio Gaber, gli anni del “Boom” e l’avvento del consumismo (“Carosello”) con pezzi di Mina, Gino Paoli e Peppino di Capri. Nella sezione “Abbronzatissimi”, c’è tutto l’entusiasmo per la conquista del tempo libero e delle vacanze di massa, mentre in “Pensiero stupendo” e ne “L’esercito del Surf” troviamo le voci dell’emancipazione femminile e giovanile. Al finire degli anni ’60, arrivano le rivendicazioni sociali e i movimenti studenteschi, messi in chiaro risalto dalla sezione “C’era un ragazzo che come me”, subito seguita dalla contrapposizione laici e cattolici con “Dio è morto” e dal tema delle lotte operaie di “Contessa”. Gli anni ’70 ci proiettano d’un balzo nella tragica atmosfera del terrorismo (La locomotiva”), camminando su un tappeto che riproduce l’interno della Banca di piazza Fontana, dopo la strage. Proseguendo si arriva alla “Musica ribelle”, alla travolgente “Febbre del sabato sera” e al rapimento di Aldo Moro con l’uccisione della sua scorta, tre giorni dopo la prima italiana del film di Travolta. Il lungo viaggio termina agli inizi degli edonistici anni ’80, con le note di “Splendido Splendente” e la voce di Donatella Rettore. Nell’82, la vittoria mondiale degli azzurri del calcio a Madrid. Era l’11 luglio. A Torino il concerto dei Rolling Stones fu anticipato quel giorno alle 15, per permettere agli italiani di assistere alla finale Tv delle 20. Al termine del concerto, Mick Jagger apparve sul palco con la maglietta azzurra n. 20 di Paolo Rossi, annunciando profetico: “Questa sera vincerete 3 a 1”. E così fu. E l’Italia, in trionfo e in festa grande, tornò a riempire le strade, a strombazzare e a vociare, dimenticando problemi e grigiori, agitando bandiere ed entusiasmo alle stelle. Cambiando, ancora una volta, faccia. E speranze e attese.

Gianni Milani

“Noi…non erano solo canzonette”
Promotrice delle Belle Arti, v.le Balsamo Crivelli 11, Torino; tel. 011/5790095 o www.mostranoi.it
Fino al 7 luglio
Orari: tutti i giorni, 10/19
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Nelle foto

– Logo-immagine mostra, Matteo Vilardo Studio
– Domenico Modugno a Sanremo, 1958
– Frigorifero con modella, 1965, Archivio Publifoto Intesa
-Fabrizio De André al Palalido di Milano, 1979, Photo Renzo Chiesa
– Miny Molly al Cantagiro, 1968, Archivio Publifoto Intesa
-Esplosione di lacrimogeni durante gli scontri fra dimostranti e forze dell’ordine, Archivio Publifoto Intesa

 

Rigorini, arte e poetica sono di famiglia

La mostra dedicata ad Antonio Rigorini accoglie circa cinquanta opere dell’artista. La prima sala è dedicata a lavori degli anni ’30 -‘40, per lo più rappresentati da illustrazioni per copertine di quaderni e per pubblicità. Vengono inoltre presentate alcune tavole dell’antica Roma facenti parte di un progetto per una guida storica dell’Urbe. Nelle successive sale vengono esposti dipinti ad olio che spaziano da vedute cittadine come l’antico ponte sul Po a Torino a composizioni naturalistiche come paesaggi boscosi, cascate e marine. Nella mostra sono presentate anche opere del padre, Luigi Rigorini (1879-1956) professore di Ornato all’Accademia Albertina e del figlio Luigi. Il mestiere e la poetica dei Rigorini trovano continuità nel declinare l’esperienza pittorica della famiglia. Presso la galleria Zabert saranno disponibili la monografia L. Rigorini, G.A. Farinella, Antonio Rigorini, Ages Arti Grafiche, 2006 e la pubblicazione riferita alla mostra con testi di Luca Beatrice e Armando Audoli. Antonio Rigorini, nato a Torino nel 1909 da giovane, negli Anni ’30 , incomincia  l’attività di grafico pubblicitario e illustratore per le Industrie Grafiche Gros Monti e per la Cartiera Italiana. Disegna copertine di quaderni scolastici, giochi di società, decorazioni di mobili e quadri ad olio e unisce all’attività di pittore   illustratore quella di restauratore, lavorando su preziose opere per la Soprintendenza di Torino a Palazzo Madama e nella Galleria Sabauda, per la Fondazione Pietro Accorsi, per antiquari e collezionisti. Muore a  nel 1997.

 

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Alla Galleria Zabert, piazza Cavour 10 – Torino -ORARIO: da martedì a sabato 10,30-13 e 15,30-19 o su appuntamento. Fino al 7 luglio.  INFO: 011.8178627 – info@galleriazabert.com