Fino al 30 ottobre al teatro Erba il Festival di cultura classica

Attraverso gli autori antichi nascono i sentimenti e il divertimento di oggi

Edizione numero 19 per il Festival di cultura classica che anche quest’anno suona la campanella d’inizio al teatro Erba per le varie stagioni di Torino Spettacoli. Caldeggiato e guidato in anni ormai lontani da due donne un po’ davvero speciali come Germana Erba e Adriana Innocenti – e oggi svolto sotto il lavoro appassionato di Piero Nuti -, il festival vuole essere la testimonianza di come certa letteratura antica, certi titoli di autori latini e greci non siano certo, come a volte ci costringono a credere i programmi scolastici, bauli pieni di polvere e di messaggi ormai troppo slabbrati, ma al contrario possano riportare all’oggi la concretezza di certi sviluppi drammaturgici, il divertimento che ne nasce, l’attualità che concetti e avventure, sentimenti e ritrovamenti, personaggi appartenuti a classi sociali diverse si portano appresso, non esclusa una serpeggiante carica erotica che rientra appieno nel nostro quotidiano. Primo appuntamento questa sera con lo spettacolo-conferenza Ciò che uno ama, dedicato ai poeti lirici greci (alle ore 21). Si entrerà nel vivo giovedì 5, con repliche fino a lunedì 16 ottobre, con Rudens/Ridens… tutto in una tempesta!!, che Gian Mesturino e Girolamo Angione (a questi è affidata anche la regia) hanno tratto da Plauto, una divertente commedia di rapimenti e di agnizioni, di lenoni che rapiscono ragazze e di innamorati che s’inguaiano pur di salvarle, di naufragi e di funi che riportano a galla scrigni miracolosi e preziosissimi. Seguiranno Cicerone (“Pro Coelio” è oggi “Processo a un seduttore”, “De senectute” è “L’arte di saper invecchiare”, grazie a Nuti), Aristofane con Gli Acarnesi, ancora Plauto con i comicissimi Pseudolus e Miles gloriosus, tutti spettacoli che passano attraverso gli attori affermati e quelli giovanissimi di Torino Spettacoli. Alla compagnia della Strigide è affidato L’isola perduta, un percorso che corre tra Tucidide ed il poeta Ritsos, tra l’egemonia di ieri e i profughi di oggi, mentre il Teatro Libero di Palermo proporrà Manhattan Medea, testo della drammaturga tedesca Dea Loher, che pone il dramma della antica maga tra le strade americane del ventesimo secolo, una nuova fuga degli amanti e una nuova vendetta, con un epilogo ripensato oggi che spetterà al pubblico scoprire. Il festival terminerà il 30 ottobre.

Elio Rabbione

 

Nella foto. Elia Tedesco in “Rudens” di Plauto, drammaturgia di Gian Mesturino e Girolamo Angione, regia di Girolamo Angione, prod. Torino Spettacoli (teatro Erba, dal 5 ottobre)