Raggiunto il margine operativo lordo positivo dell’attività tipica
Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, che gestisce il complesso monumentale “Reggia di Venaria, Giardini e Castello della Mandria” patrimonio Unesco alle porte di Torino, ha raggiunto nel 2023 una quota di fatturato complessivo che si attesta intorno ai 16 milioni di euro: si tratta di un riscontro particolarmente significativo non soltanto per il dato in continuo aumento sui risultati del 2022 e del 2021, ma soprattutto perché comporta la stabilizzazione di un margine operativo lordo positivo tale per essere costante nel tempo.
Il risultato consente di sostenere il bilancio annuale del Consorzio per le diverse attività, mostre, eventi, servizi, manutenzione ordinaria, personale, utenze, comunicazione e promozione ecc. senza l’utilizzo di mezzi straordinari (di cui pure il Consorzio si è assicurato la disponibilità). Il lavoro del Consiglio di Amministrazione prosegue sulla strada di rafforzare i proventi derivanti da attività proprie – vale a dire da incassi ricavati da biglietti, servizi al pubblico, affitto location, royalties, sponsorizzazioni, attività e servizi esterni – in modo da incrementare la capacità operativa autonoma del Consorzio e assicurare un robusto contributo alla manutenzione e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico ad esso affidato.
Accanto ai recenti dati che evidenziano un significativo aumento dei visitatori per la Reggia di Venaria (quasi 450.000 visitatori), si aggiungono dunque importanti traguardi anche sul piano economico finanziario in linea con la missione del Consiglio di Amministrazione.
Questi risultati sono ottenuti grazie al lavoro di squadra dei dipendenti, del Presidente, del CdA, della Direzione Generale e degli stakeholders la cui vicinanza e sostegno sono la colonna vertebrale dei progetti in atto: il Ministero della Cultura, la Regione Piemonte, la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione 1563 e la Città di Venaria Reale.
Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude è costituito da: Ministero della Cultura – Regione Piemonte – Città di Venaria Reale – Fondazione Compagnia di San Paolo – Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, ed è presieduto dal Cav. Avv. Michele Briamonte.
Anno nuovo, rincaro nuovo
L’allarme di Confartigianato Trasporti Piemonte
È un dato di fatto che i ritocchi dei pedaggi autostradali sono sempre puntuali, come un orologio svizzero, ogni inizio dell’anno. Il nuovo regalo, che peserà sulle imprese e sulle famiglie, previsto in materia di Decreto Milleproroghe si può quantificare con +2,3%. Aumento che ha colpito in particolare la A6, una delle tratte più battute dai torinesi e da sempre un cantiere a cielo aperto. Per non parlare dell’Asti-Cuneo perennemente incompiuta che ha visto un aumento del pedaggio per la sola parte di tratta che può essere percorsa.
“Anche quest’anno –commenta Giovanni Rosso, Presidente autotrasporto Confartigianato Imprese Piemonte–è previsto un aumento delle tariffe dei pedaggi autostradali, un vero e proprio furto ai danni delle famiglie e delle imprese e a vantaggio dei concessionari delle autostrade. Questo è un aumento ingiustificato, considerata la quantità dei lavori e rallentamenti dovuti alla manutenzione stradale e i disagi che viviamo quotidianamente. Voglio ricordare che i nostri autotrasportatori impiegano il doppio di tempo per raggiungere le loro mete lavorative, dovendo transitare tra mille ostacoli, viabilità modificata, ponti a rischio e strade impercorribili. Chiediamo alla Politica maggior rispetto per la nostra categoria che ogni giorno, prima di pianificare l’iter lavorativo, deve guardare le previsioni del tempo, scongiurare disastri idrogeologici, barcamenarsi tra percorsi modificati, pagare il rincaro dei pedaggi autostradali senza che migliorino i servizi offerti”.
“Chiediamo inoltre alla politica – conclude Rosso – maggiore attenzione per il nostro comparto che ha già vissuto una crisi generalizzata e che comprenda, prima di chiedere di mettere mano al portafoglio, le gravi criticità della viabilità nella nostra Regione soprattutto verso la Francia e la Liguria e risolva le carenze infrastrutturali mai veramente affrontate. Infatti, all’inizio di questo nuovo anno questa è la situazione viabilità per il Piemonte nel caso non risulti chiara: il tunnel del colle di Tenda ancora chiuso, l’autostrada Torino-Savona ostaggio dei cantieri infiniti, la riapertura del valico del Tenda bis slittata all’estate del 2024 e con una sola galleria a senso unico alternato, i problemi al Frejus, il futuro stop del traforo del Monte Bianco. Anziché incrementare, in maniera metodica, i pedaggi autostradali occorre che la politica esca dalla contingenza e dalla rincorsa delle emergenze per tracciare un disegno complessivo per dotare il Nord Ovest di infrastrutture moderne senza le quali rischiamo di compromettere il futuro del comparto dell’autotrasporto e dell’economia tutta».
Venerdì 12 gennaio 2024 alle ore 16:00
Aula Magna “Giovanni Agnelli” – Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi 24, Torino
Il Politecnico di Torino conferisce la Laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccanica a Marcello Gandini, car-designer di fama mondiale e autore di importanti soluzioni ingegneristiche innovative che coniugano meccanica, tecnologia e stile, non solo nel campo dell’autoveicolo.
Marcello Gandini si è occupato di design fin dalla giovane età, iniziando nell’ambito dell’arredamento di interni e proseguendo poi con la progettazione delle automobili, in principio presso Bertone, arrivando a esserne direttore dello Stile e lavorando a modelli entrati nella storia come Lamborghini Miura, Autobianchi A112, Ferrari Dino, Lancia Stratos e tanti altri. Come designer indipendente ha firmato collaborazioni con tante case automobilistiche come, tra le principali, Renault, Lamborghini, Maserati, Nissan, Toyota e Subaru. Di recente il suo impegno si è concentrato sulla ricerca e sull’innovazione, in particolare con l’obiettivo di reinventare il modo in cui un’automobile viene prodotta, a ogni livello. Questa ricerca è scaturita in una serie di brevetti e invenzioni.
PROGRAMMA
Saluti
Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino
Laudatio
Massimo Rossetto, Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale
Motivazione
Giorgio Guglieri, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale
Lectio Magistralis
Marcello Gandini
Piemonte: nuovo contratto per i forestali
Firmato da Regione Piemonte e FAI CISL-FLAI CGIL-UILA UIL un accordo che completa un percorso di valorizzazione del ruolo dei lavoratori forestali, operai e impiegati.
La Regione Piemonte, d’intesa con le organizzazioni sindacali FAI, FLAI, UILA, ha deciso di intervenire in maniera sostanziale sull’articolazione del comparto che si occupa di lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria.
Azioni che, seppur diversificate, hanno l’unico obiettivo di rendere maggiormente efficiente il servizio grazie ad un riconoscimento anche normativo della figura dell’operaio forestale parificandolo ad un dipendente regionale, pur mantenendo le sue specificità.
In questo senso si devono leggere le norme che riconoscono un’indennità, una tantum, di 700 eurociascuno per contrastare l’inflazione così come ricevuto dai dipendenti regionali nel 2023 e la sottoscrizione del nuovo contratto che prevede istituti simili. Vi sarà, inoltre, un migliore riconoscimento delle specifiche professionalità dei forestali, legato ad un aumento salariale che riconosce la peculiarità del loro lavoro.
La decorrenza salariale parte dal 1° gennaio 2023 con il riconoscimento degli arretrati. Contestualmente, per potenziare ulteriormente le attività sul territorio, è stato predisposto un forte rinnovo del parco mezzi ed attrezzature forestali: sono in consegna 19 pick-up e12 autocarri che si aggiungono ai 3 autocarri consegnati di recente, mentre è in fase di perfezionamento l’acquisto di ulteriori macchine movimento terra, trattori ed attrezzature.
Il quadro si completa con la stabilizzazione di tutti 97 operai forestali attualmente a tempo determinato, dei quali il 60% full time da subito e il rimanente 40% progressivamente nell’arco di vigenza del CIR, a testimoniare l’importanza del lavoro fatto dalle organizzazioni sindacali e dalla Regione Piemonte per l’eliminazione del lavoro precario. Iniziativa resa possibile grazie ad uno stanziamento straordinario di 1,5 mln di euro, consolidato nel bilancio di previsione triennale 24/26, che segna una “ prima volta” nella storia della Regione Piemonte.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti sia per il metodo di confronto serio e collaborativo con le organizzazioni sindacali sia per il balzo in avanti che facciamo in materia di prevenzione del dissesto idrogeologico e cura del territorio, investendo sui nostri dipendenti e facendoli sentire parte fondamentale della squadra regionale”, affermano il Presidente Cirio e l’Assessore alla Difesa del suolo Gabusi.
FAI FLAI UILA rispettivamente rappresentate dai Segretari Franco Ferria, Denis Vayr, Giuseppe Meineri, esprimono “soddisfazione per l’intesa raggiunta: le stabilizzazioni, le nuove assunzioni faranno salire il numero degli addetti forestali, rendendo gli organici più corrispondenti alle reali esigenze di una regione con un patrimonio boschivo importante come quello piemontese. L’aumento economico per il solo biennio, che dovrà essere integrato alla scadenza dei 2 anni, il riconoscimento dei ruoli specifici a partire da quello del capo squadra, l’aumento del valore del ticket pasto e il riconoscimento delle professionalità ci rendono orgogliosi del risultato del lavoro svolto.”
I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino hanno valutato le implicazioni che un incremento della produzione agricola in Africa avrebbe sulle risorse idriche del Continente
È possibile incrementare la produzione agricola africana, in risposta ad una crescente richiesta di beni alimentari, senza espandere ulteriormente le zone coltivate e senza compromettere le risorse idriche del Continente?
Questa la domanda che si sono posti Vittorio Giordano, Marta Tuninetti e Francesco Laio, rispettivamente dottorando, ricercatrice e direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-DIATI del Politecnico di Torino, per studiare quali conseguenze un’intensificazione della pratica agricola avrebbe sulle risorse idriche e in generale sulla sicurezza alimentare dell’Africa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in un articolo comparso il 13 dicembre scorso sulla prestigiosa rivista Communications Earth & Environment.
Alla base dello studio l’analisi della produzione agricola nel mondo – condizionata da fenomeni quali l’aumento delle temperature, la crescente concentrazione di CO2 in atmosfera, la carenza di piogge e i periodi di siccità – una produzione la cui domanda risulta oggi in forte aumento, per un generale incremento della ricchezza, delle abitudini di consumo e della proliferazione dei biocarburanti.
La popolazione africana è quella che più soffre con il tasso più alto di malnutrizione e di grave scarsità d’acqua, con la previsione che, nei prossimi decenni, il cambiamento climatico comprometterà ulteriormente la disponibilità di acqua e la sicurezza alimentare nel Continente. L’insufficiente approvvigionamento alimentare è causato, nella maggioranza dei casi, da condizioni climatiche avverse che possono portare ad una sostanziale diminuzione delle rese agricole, con le conseguenze peggiori attese soprattutto alle basse latitudini dove anche un moderato aumento della temperatura può avere un forte impatto sulle rendite previste.
In questo studio i ricercatori del Politecnico hanno dimostrato come le alterazioni nei regimi futuri di precipitazioni, temperatura e umidità del suolo, e nella loro distribuzione spaziale, possano compromettere le condizioni locali per l’agricoltura. Gli impatti del cambiamento climatico descritti nella pubblicazione sono eterogenei sul territorio africano: risulta ad esempio un marcato processo di inaridimento delle aree agricole del nord-africa, tra Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Qui le precipitazioni irregolari e sempre più sporadiche causano infatti una diminuzione dell’impronta idrica delle colture e con meno acqua a disposizione nel suolo sarà necessario sopperire con l’irrigazione per mantenere la produzione agricola. Nel Golfo di Guinea, invece, l’incremento delle temperature provoca un aumento dell’impronta idrica delle colture, che necessitano di conseguenza di maggiori quantità di acqua a parità di produzione.
Diverse sono le strategie che, per le ragioni evidenziate sopra, molti studi suggeriscono nell’ottica di un aumento significativo della resa dei raccolti, prime fra tutte l’intensificazione agricola sostenibile. Questa pratica mostra infatti un grande potenziale per soddisfare la domanda alimentare senza provocare ulteriori sconfinamenti, disboscamenti e deforestazioni negli ecosistemi naturali. Tuttavia, non è ancora chiaro in quale misura l’attività descritta possa acutizzare gli impatti sulle risorse idriche e come il cambiamento climatico possa limitarne l’efficacia.
Spiegano gli autori dell’articolo: “Delle rese più elevate possono contribuire a ridurre la vulnerabilità del sistema agricolo africano e a rinforzare la sicurezza alimentare sul continente, ma richiedono un elevato apporto di acqua per l’irrigazione”.
Secondo le stime fornite dallo studio, l’irrigazione delle colture considerate, che coprono più della metà della produzione africana, richiederà un incremento di acqua compreso tra gli 80 – previsione fino al 2040 – e i 100 – previsione fino al 2100 – km3, secondo lo scenario climatico peggiore. Tuttavia, il potenziale aumento della resa osservato è più elevato in quei paesi che oggi soffrono maggiormente di malnutrizione, come il Congo, la Somalia o il Sud Sudan, dove oltre l’80% della popolazione è in condizioni di insicurezza alimentare.
“Le regioni semiaride in cui l’agricoltura è basata prevalentemente sull’apporto di acqua piovana mostrano in genere il maggiore aumento della resa quando viene fornita acqua da irrigazione – aggiungono i ricercatori del Politecnico –Pertanto, una migliore gestione dell’agricoltura potrebbe rappresentare una strategia affidabile per rafforzare la sicurezza alimentare e di adattamento agli impatti negativi del cambiamento climatico, se abbinata ad un uso responsabile, sostenibile ed efficiente dell’acqua. Rallentare l’aumento dell’uso dell’acqua in agricoltura è di primaria importanza e qualsiasi strategia finalizzata a questo scopo dovrebbe integrare la sicurezza alimentare e il benessere socio-economico e ambientale senza trascurare le tecnologie, le conoscenze e i mezzi di sussistenza rurali disponibili localmente”.
I risultati dello studio sono confluiti in un’applicazione stand-alone educativa – presto disponibile sul sito di Water To Food – che permette di selezionare una zona e quantificare l’impronta idrica delle colture nel presente e secondo diversi scenari futuri.
Tale applicazione è stata presentata per la prima volta in un workshop che si è tenuto presso il World Resource Institute di Addis Ababa, in Etiopia, organizzato dall’istituto di ricerca IIASA di Vienna nell’ambito del progetto europeo LEAP-RE – RE4AFAGRI. Alla base dell’applicazione, il modello idrologico sviluppato al Politecnico, che è stato inserito in una catena modellistica più ampia per valutare anche le implicazioni energetiche ed economiche della trasformazione dell’agricoltura di sussistenza in Africa.
Ha una visione strategica la nuova misura della Regione Piemonte dedicata agli interventi integrati peragevolare l’acquisizione a titolo definitivo di aziende in crisi conclamata, unità produttive (impianti, stabilimenti produttivi e centri di ricerca) a rischio di definitiva chiusura o già chiusi per cessazione dell’attività o dell’impresa. Possono essere finanziati anche l’affitto di aziende o rami d’azienda purché abbiano le caratteristiche identificate dalla misura.
Le risorse disponibili ammontano a 4,2 milioni di euro, di cui quasi tre destinati alla Linea Investimenti e il resto alla Linea Occupazione. Per quest’ultimo aspetto si possono ottenere incentivi per l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato da impiegare nell’azienda o nel ramo di azienda acquisito. Per essere ammesso a beneficiare dell’agevolazione, l’intervento deve comportare un investimento di importo non inferiore a 500.000 euro per le piccole imprese, a 1 milioni per le medie, a 1,5 milioni per le grandi. Inoltre, deve consentire di mantenere o di raggiungere, al termine del primo anno solare successivo a quello di conclusione dell’investimento (anno a regime), almeno il 40% dell’occupazione presente nell’azienda o nel ramo d’azienda.
Come precisa l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano “pur in considerazione del fatto che il tessuto produttivo del Piemonte è solido, abbiamo il dovere di aiutare il mondo delle imprese e dare un sostegno ad aziende in crisi che, grazie all’intervento di investitori, possono riemergere da momenti di difficoltà, oppure di favorire il ricambio generazionale. Tale sostegno è volto a contrastare i processi di deindustrializzazione in atto e recuperare a fini produttivi i siti industriali dismessi o a rischio di dismissione, salvaguardando il patrimonio di conoscenze e di specifiche competenze professionali, nonché favorire il mantenimento, il miglioramento e il recupero dei livelli occupazionali”.
“Una misura fortemente voluta per favorire le imprese a conservare il patrimonio industriale e professionale presente sul territorio – osserva l’assessore al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino – La tutela del tessuto economico è, da sempre, una nostra priorità. E sostenere acquisizioni e progetti di investimento in situazioni di particolari criticità è un dovere della politica. Con questo intervento mirato mettiamo in campo gli strumenti necessari a difendere le competenze e a creare nuove opportunità occupazionali per sostenere con orgoglio il nostro Made in Italy”.
Premio Nazionale Ercole Olivario 2024 – XXXII edizione
Al via la campagna iscrizioni per le aziende del Piemonte alla XXXII edizione dell’Ercole Olivario, il prestigioso concorso nazionale che promuove le eccellenze olearie dei territori italiani
Novità dell’edizione 2024 i concorsi regionali che permettono l’accesso all’Ercole Olivario e il nuovo percorso di formazione dell’assaggiatore come figura di alta professionalità
Confermata la “Goccia d’Ercole” sezione a latere del concorso
pensata per valorizzare le piccole produzioni olearie
Le aziende del Piemonte produttrici di olio extra vergine di oliva hanno tempo fino al 17 gennaio 2024 per iscriversi alla XXXII edizione del premio Ercole Olivario, il prestigioso concorso nazionale ideato per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze olearie dei territori italiani.
Affermatosi ormai da tempo come punto di riferimento essenziale per gli operatori del settore olivicolo, il concorso nazionale Ercole Olivario è organizzato da Unioncamere Nazionale, Camera di Commercio dell’Umbria, Sviluppo e Territorio – Azienda Speciale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma per lo sviluppo e la crescita di Roma e della regione Lazio; ICE – Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane; Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; Ministero dello Sviluppo Economico; Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari (IT) Sede di Pescara; Italia Olivicola ed Unaprol.
Due le novità di questa edizione dell’Ercole Olivario. La prima è il fiorire in molte regioni italiane di concorsi regionali che faranno da selezione propedeutica all’accesso al concorso nazionale. Il Comitato di Coordinamento dell’Ercole Olivario si è infatti fatto promotore della messa in rete di concorsi regionali già esistenti, come ad esempio l’Oro Verde dell’Umbria, il Premio Roma Evo per il Lazio ed altri appositamente indetti come il Concorso Thesaurus Marche ed a breve un nuovo premio rivolto alle aziende della Sicilia. Infine sono state strette delle collaborazioni con le organizzazioni di altri premi per la preselezione dei finalisti al Concorso nazionale, unitamente alla storica collaborazione con il CREA IT di Pescara. La seconda novità è l’importante lavoro che si sta portando avanti per la promozione della figura dell’assaggiatore italiano, da considerare come professionista in grado di far conoscere la qualità dell’olio nazionale presso operatori e consumatori, sia in Italia che all’estero. Con tale obiettivo, da questa edizione dell’Ercole Olivario, la giuria nazionale sarà composta da un panel di assaggio scelto a rotazione, tra i 60 partecipanti al percorso di formazione ed aggiornamento previsto dal nuovo progetto messo in essere dal concorso e che prevede la creazione di un gruppo di esperti assaggiatori, iscritto nell’elenco degli assaggiatori degli oli di oliva provenienti da tutte le regioni italiane, che partecipino al percorso formativo/informativo volto a trasmettere loro le competenze e le professionalità necessarie, non solo per valutare gli oli dell’Ercole Olivario con gli standard richiesti dal Concorso, ma anche per accompagnarli e assisterli nell’attività di promozione della qualità dell’olio italiano a livello nazionale ed internazionale.
Il concorso Ercole Olivario – che poggia la propria indiscussa reputazione sulle caratteristiche di estremo rigore e serietà garantite in tutte le fasi procedurali, dal prelievo in azienda alla presenza del notaio in ciascuna delle operazioni di selezione nazionale – è infatti orientato al perseguimento di tre obiettivi fondamentali che includono la valorizzazione degli oli extravergini di oliva italiani certificati (dop, igp e biologici) e gli oli extravergini di oliva italiani provenienti da diversi ambiti territoriali, il sostegno agli operatori del settore che investono nel miglioramento della qualità del prodotto tramite azioni e iniziative capaci di supportarli nel mercato globale e nella competizione commerciale, e la promozione della figura dell’assaggiatore italiano, come sopra descritta.
Modalità di partecipazione a Ercole Olivario 2024
L’iscrizione al concorso è possibile fino al 17 gennaio 2024 ed è riservata ai produttori di olio extra vergine d’oliva di qualità italiano, ottenuto dalla molitura effettuata nella campagna olivicola in corso, che potranno essere ammessi con un solo olio per ciascuna delle due categorie in gara: Oli a denominazione d’origine, già riconosciute in ambito comunitario (DOP ed IGP) ed Oli extra vergini di oliva, la cui territorialità è attestata dal partecipante con autodichiarazione.
Per partecipare è possibile iscriversi attraverso il sito di Ercole Olivario nella sezione Edizione 2024 – https://ercoleolivario.it/iscrizioni/, che consentirà di inviare la domanda in tempo reale o in alternativa inviando la domanda di partecipazione a ercoleolivario@umbria.camcom.it (Regolamento completo sul sito www.ercoleolivario.it ).
“La Goccia d’Ercole” Premio per le piccole produzioni
È prevista anche dal regolamento di quest’anno “La Goccia d’Ercole”, una sezione a latere del concorso nazionale, introdotta dopo i festeggiamenti dei 30 anni di Ercole Olivario del 2022, allo scopo di sostenere le piccole produzioni, in particolare in quelle realtà che possono contare su scarsi quantitativi. La partecipazione alla Goccia d’Ercole è riservata alle aziende che, pur avendo una produzione limitata, riescano ad aver un lotto omogeneo da 5 a 9 quintali: le prime 6 etichette, selezionate da apposita giuria, verranno presentate alla Giuria Nazionale dell’Ercole Olivario per decretare la prima classificata nella categoria DOP/IGP e la prima classificata nella categoria EXTRA, con proclamazione dei vincitori nella cerimonia finale del concorso nazionale. (Per partecipare a “La Goccia d’Ercole” è necessario inviare apposita domanda di partecipazione entro il 17 gennaio 2024 alla Segreteria utilizzando l’indirizzo e-mail ercoleolivario@umbria.camcom.it).
A chi andranno i Tempietti di Ercole Olivario 2024
Anche per il 2024 potranno accedere alle selezioni nazionali, in programma dal 18 al 22 marzo prossimi a Perugia, in Umbria, esclusivamente 6 oli per ciascun territorio regionale, che abbiano ottenuto un punteggio minimo di 70/100 all’esame organolettico delle selezioni regionali, mentre, nella fase conclusiva a livello nazionale, l’ambìto Tempietto di Ercole Olivario sarà assegnato soltanto alle etichette che entreranno a fare parte della Premium List, riservata agli oli destinatari di un punteggio pari o superiore ai 75 punti su 100.
Al termine delle valutazioni, che saranno condotte da una giuria nazionale composta da 16 esperti assaggiatori selezionati tra gli esperti appartenenti al panel di Ercole Olivario, verrà effettuata la proclamazione dei vincitori nel corso delle giornate conclusive previste a Perugia venerdì 5 e sabato 6 aprile 2024.
A ricevere i premi – in totale 12 etichette – saranno i primi classificati di ciascuna delle due categorie in gara – DOP/IGP ed EXTRA VERGINE – per le tipologie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso, mentre gli ulteriori 6 premi verranno assegnati, indifferentemente dalla categoria, in modo proporzionale al numero di oli presenti in ciascuna tipologia di fruttato.
Le Menzioni e i Premi Speciali 2024
Gli altri riconoscimenti dell’edizione 2024 saranno assegnati agli oli che avranno ottenuto un punteggio di almeno 75/100:
Menzione Speciale “Olio Biologico” al prodotto certificato a norma di legge, che otterrà il punteggio più alto tra gli oli biologici finalisti;
Menzione “Olio Monocultivar” dedicata all’olio monocultivar che ha ottenuto il punteggio più alto;
Premio Speciale Amphora Olearia all’olio finalista con la migliore confezione secondo i parametri di completezza, chiarezza e contenuto delle informazioni al consumatore indicate nell’etichetta e nella retro-etichetta, di design e funzionalità della bottiglia, e di capacità dei materiali impiegati di valorizzare qualità e origine del prodotto;
Menzione di Merito Giovane Imprenditore che andrà al miglior titolare under 40 degli oli ammessi in finale – un attesto di merito andrà ai giovani produttori che avranno ottenuto almeno 75/100;
Menzione di Merito Impresa Donna dedicata alla valorizzazione ed incentivazione delle imprese femminili arrivate in finale, verrà assegnata all’impresa donna con il punteggio superiore;
Menzione di Merito Impresa Digital Communication alla realtà aziendale che investe nella comunicazione e nello sviluppo della cultura digitale;
Menzione di Merito Giorgio Phellas – Turismo dell’olio ad un’azienda finalista che si impegna nella proposta di esperienze di oleoturismo, in grado di valorizzare l’olio e il territorio di appartenenza.
Inoltre per promuovere a livello internazionale la cultura dell’olio italiano di qualità, anche quest’anno verrà assegnato il Premio Lekythos, istituito in memoria di Tonino Zelinotti, storico Panel Leader del concorso e di Gian Francesco Montedoro, ad un ente o istituzione che si sia particolarmente distinto nella diffusione della conoscenza dei prodotti oleari di qualità italiani all’estero.
Gli ultimi giorni del 2023 a Torino hanno fatto respirare una boccata d’ossigeno a ristoranti e hotel presi d’assalto dai turisti e dai torinesi. Ora l’attesa è per i negozi, in occasione dei saldi invernali. L’Ascom prevede che i torinesi spenderanno in tutto 300 milioni di euro. L’associazione dei commercianti vorrebbe anche ridiscutere con Regione Piemonte il periodo dei saldi invernali: troppo vicini al Natale, gli acquirenti hanno già comprato tutto. In base a quanto stabilito dalla Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella seduta del 21 novembre 2023, la data di inizio delle vendite di fine stagione per il periodo invernale decorre dal 5 gennaio 2024 come previsto dall’Accordo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Non sono consentite le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione. In questi primi giorni di saldi si è visto movimento nei negozi del centro di Torino e nei centri commerciali. Si attende lunedì per un primo bilancio economico.
Fermo il mercato interno (-1,3% la spesa delle famiglie). Attesa un’ulteriore decelerazione nei dati a consuntivo
Milano, 4 gennaio 2024
Il comparto calzaturiero italiano segna una crescita contenuta nei primi nove mesi del 2023, registrando, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un incremento sia del fatturato (+3% secondo l’indagine a campione tra gli Associati) che dell’export in valore (+3,2%). È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che rileva però un calo dei volumi. Dopo i recuperi del biennio precedente, tornano in negativo le paia vendute all’estero (-8,7% su gennaio-settembre 2022) come pure sul mercato italiano (-3,1%), con l’indice Istat della produzione industriale in flessione del -7,4%. Pesa la battuta d’arresto del terzo trimestre, che si è chiuso con un -7,2% nelle vendite estere in valore (-12,3% in quantità) e con un -1,5% nella spesa delle famiglie italiane.
“Dopo una partenza molto positiva, il 2023 – spiega Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici – si è chiuso in frenata anche a causa dei forti aumenti nei costi che hanno inciso sulla marginalità delle imprese. Esaurito il rimbalzo post Covid, i ritmi di vendita hanno subìto un netto rallentamento che, innescatosi già in primavera, si è reso ancor più evidente nella terza frazione dell’anno. Un trend ampiamente previsto, non certo facilitato dall’incertezza indotta dal difficile contesto geopolitico internazionale in cui, alla guerra tra Russia e Ucraina, si è aggiunto il precipitare degli eventi in Medio Oriente, con rischio concreto di allargamento del conflitto oltre alla debolezza dell’economia in diverse importanti aree del mondo”.
Nel report emerge come, tra i principali mercati esteri, meglio nel complesso l’andamento di quelli comunitari che, pur cedendo il -6,1% in volume su gennaio-settembre 2022, sono cresciuti dell’8,5% in valore, mentre le destinazioni extra-UE mostrano un arretramento ancor più pesante in quantità (-13,4%), accompagnato da un segno negativo anche in valore (-1,2%).
Accanto alla tenuta della Francia (+1% circa in volume e +17,1% in valore) si conferma la forte contrazione (-32,4% nelle paia e -22,5% in valore) dei flussi diretti in Svizzera, tradizionale hub logistico delle multinazionali del fashion (che hanno almeno parzialmente sostituito il transito nei depositi elvetici con spedizioni dirette ai mercati finali di destinazione). Sono peggiorate sensibilmente nel terzo trimestre (con cali di oltre il -20%) le vendite verso gli USA (che nei primi 9 mesi segnano -21,7% in quantità e -7,4% in valore) e la Germania (-16,6% nelle paia e stabile in valore). Performance sempre premianti in Cina (+17,2% in volume e +12,2% in valore), malgrado un ridimensionamento in valore nella terza frazione (ma il prezzo medio al paio, superiore ai 200 euro, resta di gran lunga il più elevato). E’ poi proseguita la ripartenza di Russia e Ucraina (+40% e +88% in valore rispettivamente su gennaio-settembre 2022), sebbene le vendite in questi due mercati restino ancora al di sotto del periodo prebellico.
Sul fronte nazionale, inoltre, se il 2023 ha visto crescere i flussi turistici, con positive ricadute sullo shopping di stranieri in visita nel Belpaese, gli acquisti di calzature delle famiglie italiane hanno evidenziato un andamento poco brillante, chiudendo i primi 9 mesi con segni negativi (sia nelle paia, -3,1%, che in spesa, -1,3%) sullo stesso periodo 2022 e, soprattutto, al di sotto del 5% circa a confronto coi livelli pre-pandemici del 2019, già largamente insoddisfacenti dopo anni di continue erosioni. L’autunno anomalo, dalle temperature quasi primaverili, ha affossato gli acquisti di abbigliamento e scarpe invernali.
Infine, non si arresta il processo di selezione tra le aziende (-148 imprese, tra industria e artigianato, nei primi 9 mesi, pari al -3,9%) nonostante resista l’occupazione (+2,1%, seppur ancora inferiore di circa un migliaio di addetti rispetto ai livelli 2019). Segnali poco incoraggianti provengono però dalla ripresa del ricorso alla CIG nella filiera pelle (+6,1%).