ECONOMIA- Pagina 86

Sapori e riflessioni: Umberto Spinazzola, regista di Masterchef e del film “Non morirò di fame”

4 gennaio 2024 18:00 Live  su Linkedin,YouTube e sui profili social. Conduce Sinona Riccio

Grande successo per la puntata dedicata allo spreco alimentare nel canale HoReCa su “Parlami di Spreco – Parla con Me”! Dopo l’entusiasmante riscontro della scorsa trasmissione, con una partecipazione attiva e appassionata da parte della community,  giovedi 4 gennaio 2024, alle ore 18:00, ospite d’eccezione in trasmissione: Umberto Spinazzola, regista di Masterchef e del film “Non morirò di fame”

Umberto Spinazzola, illustre regista nel panorama gastronomico, accompagnerà gli ascoltatori in un’entusiasmante esplorazione delle sfide e delle opportunità legate allo spreco alimentare nel settore HoReCa. Verrà approfondita non solo la sua visione personale, ma ci si concentrerà anche sulle straordinarie possibilità che gli chef possono sfruttare per introdurre sempre più frutta e verdura di stagione e territoriale nei loro menù.

Durante la conversazione, saranno esplorate le strategie vincenti per variare i menù in base alle stagioni e al territorio, sottolineando l’importanza di inserire ingredienti freschi e di alta qualità.

Un’occasione imperdibile per approfondire i temi cruciali di questo settore e scoprire insieme nuove vie per una cucina più consapevole e creativa

Insieme ad Umberto Spinazzola saranno ancora presenti:

Giorgio A. De Ponti – Politecnico di Milano, Scuola del Design, Design for Food


 Roberto Castriota – Analista e progettista dell’accoglienza alberghiera food creator

📱 www.parlaconmeofficial.it

 

LA PUNTATA DEL 28 DICEMBRE
Il 28 dicembre 2023,
nella puntata di “Parlami di Spreco – Parla con Me” condotta da Simona Riccio, Top Voice di Linkedin ed andata in onda sul canale YouTube di Parla Con Me e sui suoi profili social, il tema dello spreco alimentare nel canale HoReCa è stato affrontato con grande successo. Gli esperti ospiti della serata hanno portato in luce criticità e opportunità, mettendo in evidenza la necessità di migliorare la gestione degli ordini, la conservazione e di inserire più frutta e verdura nei menù.

I partecipanti:

Roberto Castriota – Analista e progettista dell’accoglienza alberghiera
 Claudio Di Dio – Consulente di comunicazione per prodotti plant-based | Chef di cucina ortocentrica | Vegan food creator
Giorgio A. De Ponti – Politecnico di Milano, Scuola del Design, Design for Food

 Durante la discussione, è emersa una domanda chiave: perché la varietà nei menù è spesso limitata e perché non seguono le stagioni? L’appello al canale HoReCa è chiaro: è tempo di valutare di variare e valorizzare l’eccellenza culinaria.

 Invitiamo tutti i protagonisti del canale a riflettere sulla possibilità di offrire ancora di più cibo fresco, stagionale e differenziato. Non è solo una questione di gestione, ma un impegno necessario per valorizzare le eccellenze italiane, soprattutto considerando la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale Unesco.

Dati significativi dal programma LIFE FOSTER dell’Unione Europea sottolineano che si spreca 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, con uno spreco alimentare che costa 143 milioni di euro in Europa, di cui il 12% proviene dalla ristorazione.

 I commenti della rete riflettono sul motivo per cui gli avanzi non possono essere portati a casa dagli operatori del servizio mensa e sollevano l’interessante quesito sul costo aggiuntivo dei piatti gourmet.

 Chiunque sia interessato a condividere la propria esperienza è invitato a candidarsi per una futura puntata di approfondimento su “Parlami di Spreco”.

Per riascoltare tutte le edizioni precedenti potete visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

Rating, il giudizio che condiziona gli investimenti

Che cosa è il rating

Rating: strumento di valutazione della solvibilità di una società o di uno Stato che emette obbligazioni.

E’ la definizione di uno dei termini più usati nel mercato finanziario per dare sinteticamente un giudizio su un debitore e fornire agli investitori un parere sulla rischiosità dell’acquisto di titoli; una specie di pagella rilasciata dai “professori della finanza” agli “allievi”.

Nel corso degli anni l’utilizzo del rating si è diffuso notevolmente, e sono state create apposite istituzioni (le agenzie di rating) specializzate nell’emettere i loro giudizi sui debitori; giudizi che sono in grado di influenzare, in positivo o in negativo, gli andamenti delle quotazioni dei titoli.

Inoltre il rating contribuisce a determinare il costo dell’emissione dei titoli, perché un giudizio elevato (sinonimo di sicurezza dell’investimento) consente all’emittente di offrire tassi d’interesse più bassi rispetto a chi gode di un giudizio basso. E la variazione del livello provoca conseguenze sul mercato: un downgrade (abbassamento del giudizio) genera ribassi delle quotazioni dando un segnale di innalzamento del rischio.

Ecco perché le agenzie specializzate sono temute, ed i loro giudizi sono attesi con ansia ad ogni occasione di rinnovo.

Le principali agenzie di rating

Le agenzie di rating più importanti sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch (le “tre sorelle” statunitensi), cui si sono aggiunte anche alcune agenzie europee, la Dunn & Brandsteeet, la DBRS e la Bureau van Dijk, che però non sono considerate altrettanto prestigiose, ed occupano quote marginali del mercato (circa il 5%).

La prima ad operare (anche se non con l’obiettivo principale di emettere giudizi di merito) fu Standard & Poor’,s che nel 1860 raccolse le valutazioni di credito di tutte le compagnie ferroviarie statunitensi.

Seguì Moody’s nel 1909 che classificò tutte le obbligazioni quotate negli USA.

E per finire Fitch venne fondata nel 1913 e nel 1924 introdusse il sistema del giudizio basato sulle lettere, adottato poi universalmente da tutte le agenzie.

Al giudizio sintetico da qualche anno si aggiunge anche “l’outlook”, cioè la previsione di possibile revisione (in meglio o in peggio) del voto in pagella.

Come funziona il rating

Le agenzie di rating elaborano modelli di valutazione che prendono in considerazione i principali fattori di rischio, come la redditività dell’azienda, il livello complessivo dell’indebitamento, i flussi di cassa, i ratios finanziari, l’andamento del settore produttivo, l’affidabilità del management e così via (nel caso di società); oppure l’entità del PIL e la sua evoluzione nel tempo, l’indebitamento pubblico e la sua compatibilità e sostenibilità, il volume delle entrate (in particolare di quelle fiscali), la stabilità politica eccetera (per gli Stati).

L’insieme delle informazioni raccolte è quindi sintetizzato in un giudizio finale che generalmente è indicato con lettere, dal massimo livello di “sicurezza” (tripla A), al livello di “spazzatura” (D).

Per gli investitori istituzionali e per i privati in genere si accetta come limite la “tripla B”, considerata il minimo accettabile (investment grade); i titoli con giudizi da doppia B in giù sono bollati come “speculativi”, quindi inadatti per far parte di un portafoglio orientato ad abbinare redditività e sicurezza entro parametri ragionevoli.

L’autorevolezza del rating

Per decenni, come accennato, i giudizi delle “tre sorelle” hanno segnato le sorti dei titoli obbligazionari, grazie all’indipendenza di giudizio che le agenzie garantivano.

Ma gli eventi del 2008, culminati nel fallimento della banca Lehman Brothers hanno gettato ombre sulla loro effettiva indipendenza. Si pensi che il venerdì prima del tragico 15 settembre la grande banca godeva di un ottimo A, ed alcune sue obbligazioni erano addirittura fregiate della tripla A!

Conclusioni

Un parere equilibrato sulla validità del sistema di giudizio e sull’imparzialità delle agenzie è difficile, perché la realtà e molto complessa: certamente il fallimento Lehman ha fatto emergere un fatto problematico, cioè le interferenze (addirittura conflitti d’interesse) tra i giudicanti ed i giudicati. Certamente alcuni giudizi sembrano eccessivamente prudenti o eccessivamente generosi. Resta il fatto che la funzione svolta dalle agenzie è utile e, senza esaltarne il ruolo, va accettata; magari criticamente, senza essere ciechi e totalmente fiduciosi.

Pensiamo al caso dell’Italia.

Attualmente il paese ha uno stiracchiato sei in pagella (tripla B, con outlook positivo), dovuto principalmente all’elevato rapporto debito/PIL (oltre 140%); una situazione ai limiti della “spazzatura”.

Eppure i tassi d’interesse sui BTP non sono lontani da quelli americani (che hanno doppia A e sono considerati “bene rifugio”). Il fatto è che il mercato valuta anche altri fattori, come la durata del debito che in Italia è attualmente lunga, e mette al riparo il governo da tensioni di mercato, potendo contare su un capitale “consolidato”. Negli anni ’90 la durata media del debito era di 3 anni, oggi è di 7 anni, ed il costo del debito è molto basso grazie agli anni di tassi prossimi a zero di cui l’Italia ha beneficiato.

Insomma, per fortuna i mercati guardano i giudizi, ma poi ragionano per conto loro.

Ricordiamoci l’osservazione di Mario Draghi, che disse: “Bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating!”….

 

Gianluigi De Marchi

 

Nuovi impianti sportivi nei comuni piemontesi con il bando “Sport missione comune”

Per la prima volta ICS concede un finanziamento ad una Regione finalizzato a sostenere un avviso pubblico rivolto ai Comuni del Piemonte per investimenti in impiantistica sportiva

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 Regione Piemonte e Istituto per il Credito Sportivo insieme per lo sviluppo delle infrastrutture sportive piemontesi. Attraverso il bando Sport Missione Comune 2023, il Credito Sportivo ha erogato 5,8 milioni di euro alla Regione Piemonte per sostenere finanziariamente, attraverso contributi a fondo perduto, 24 Comuni nella realizzazione di interventi di riqualificazione, manutenzione e costruzione di impianti sportivi.

Si tratta di finanziamenti della durata di 15 anni per complessivi 5,8 milioni di euro, con totale abbattimento del tasso di interesse, per coprire parte dei costi dei progetti presentati dai Comuni.

Un meccanismo virtuoso che ha permesso agli Enti Locali di partecipare ad un Avviso Pubblico regionale ottenendo contributi a fondo perduto e, per i Comuni selezionati, la possibilità di accedere per la restante parte dell’investimento al cofinanziamento ICS a tassi di interesse completamente abbattuti.

Ammodernamento ed efficientamento energetico degli impianti, ampliamento palestre scolastiche, realizzazione di campi da beach volley, padel, tennis, basket e bocce e realizzazione di piste ciclopedonali: questi alcuni dei cantieri che prenderanno il via nel 2024 e che permetteranno ad oltre 160.000 abitanti della Regione di fruire di impianti sportivi completamente ammodernati.

“La Regione Piemonte è in prima linea nel sostegno allo sport, dai grandi eventi all’impiantistica che consente a ragazzi e adulti di coltivare le proprie passioni sportive e consolidare talenti – dichiarano il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore allo Sport Fabrizio Ricca – Dal 2020 abbiamo investito 25 milioni di euro per potenziare l’impiantistica sportiva e questo accordo, per il quale il Piemonte fa da apripista tra le Regioni, rappresenta un ulteriore supporto ai Comuni che vorranno investire per migliorare accessibilità e qualità degli impianti a disposizione delle proprie comunità. Lo sport è salute, passione, divertimento, ma anche economia e occasione di sviluppo”.

“L’operazione con la Regione Piemonte farà da apripista per il 2024. La nostra intenzione è quella di favorire accordi analoghi anche con altre Regioni sfruttando le caratteristiche del Bando Sport Missione Comune – dichiara il Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo Beniamino Quintieri – Grazie all’accordo, ICS garantirà la riqualificazione di 24 strutture comunali che diventeranno luoghi di aggregazione e socialità con enormi vantaggi sociali per il territorio”.

“Siamo orgogliosi dell’accordo con la Regione Piemonte che segna la prima operazione con una Regione. Il bando Sport Missione Comune, dal 2014 ad oggi ha permesso di erogare finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro aprendo più di 3000 cantieri in tutta Italia – dichiara il Direttore Generale Lodovico Mazzolin –. Nel 2023 sono pervenute domande per oltre 200 milioni di euro segnando un +52% rispetto al 2022. Si tratta di una misura di estrema importanza per favorire la crescita degli impianti sportivi.”

Di seguito i 24 Comuni finanziati:

Comune di Novello

Comune di Cafasse

Comune di Agliè

Comune di Livorno Ferraris

Comune di Rosta

Comune di San Giorgio Canavese

Comune di Usseaux

Comune di Viù

Comune di Priero

Comune di Casalino

Comune di Ceres

Comune di None

Comune di Quincinetto

Comune di Ricaldone

Comune di Capriata d’Orba

Comune di Costigliole d’Asti

Comune di Santa Vittoria d’Alba

Comune di Volvera

Comune di Cisterna d’Asti

Comune di Magliano Alfieri

Comune di Ponderano

Comune di Manta

Comune di Venaria Reale

Comune di Cantalupa

PIR: un’interessante opportunità

Che cosa sono i Piani individuali di risparmio

I piani individuali di risparmio a lungo termine (PIR) sono una forma di investimento finanziario istituita nel 2017 per stimolare i risparmiatori a destinare ad impieghi finanziari l’enorme liquidità che giace sui conti correnti bancari in forma improduttiva.

Non si tratta quindi di nuovi titoli o di nuovi strumenti, ma di un modo di entrare nel mondo dei titoli quotati in maniera simile a quella già esistente da tempo nel settore del “risparmio gestito” (gestioni individuali, fondi comuni, ETF).

I PIR hanno avuto un forte successo al momento del loro lancio, soprattutto per la forte agevolazione fiscale prevista dalla legge istitutiva (vedi il paragrafo successivo), ma da circa un anno stanno conoscendo una crisi, evidenziata da un esodo di capitali che supera largamente le nuove sottoscrizioni. Effetto, molto probabilmente, di disinvestimenti effettuati dai primi sottoscrittori che, avendo ottenuto ottimi risultati nei primi cinque anni, hanno ritenuto opportuno monetizzare gli utili che, fra l’altro, sono esenti da ogni tipo di imposta (come illustrato nel paragrafo dedicato agli aspetti fiscali).

Come aprire un PIR

I Piani possono essere attivati solo presso una banca, aprendo un dossier titoli a parte, appositamente denominato “Deposito PIR”.

All’interno si possono collocare esclusivamente strumenti che rispettano le norme di composizione dei portafogli; fino a pochi mesi fa erano solo fondi comuni, ma ora sono apparsi anche ETF speciali.

La sottoscrizione è riservata a persone fisiche, ed ognuno può essere intestatario di un solo PIR (non è consentito aprirne in più banche); inoltre è vietata la cointestazione. Per patrimoni di proprietà di coniugi o parenti, è necessario quindi aprire un deposito per ogni componente il nucleo familiare.

Sono fissati limiti massimi di investimento, pari a 40.000 euro annui, con una vita massima di cinque anni; ogni sottoscrittore quindi potrà sottoscrivere al massimo 200.000 euro.

Il portafoglio dei fondi PIR

Poiché la finalità dei piani è quella di avvicinare i risparmiatori all’investimento, la legge ha fissato parametri stringenti per la composizione del portafoglio.

E’ previsto infatti che:

  • almeno il 70% del piano sia investito in strumenti finanziari emessi da società italiane (o europee con stabile organizzazione in Italia);
  • di questo 70% almeno il 30% deve essere investito in società non incluse nell’indice azionario della Borsa principale e il 5% in società non incluse nell’indice FTSE Mid Cap (o equivalente).
  • su una singola società emittente, inoltre, non può essere investito più del 10% del PIR.

E’ chiaro che la legge ha voluto costruire uno strumento che offra il massimo della diversificazione al fine di contenere il rischio insito in un investimento che è prevalentemente azionario.

Significativo, nell’ottica dello stimolo alle piccole e medie impresa, il peso riservato ad aziende non inserite nell’indice principale, che devono rappresentare al meno il 21% del patrimonio totale.

Le agevolazioni a favore dei sottoscrittori

Il progetto PIR, studiato per stimolare gli investimenti nell’economia italiana, è stato accompagnato da agevolazioni fiscali per assicurarne il successo.

E’ previsto infatti che i sottoscrittori non paghino l’imposta sul capital gain (attualmente pari al 26%, con riduzione al 12,5% per la sola parte eventualmente investita in titoli di Stato o di organismo sovranazionali) purché la posizione sia mantenuta per almeno cinque anni (la durata è calcolata per ogni tranche versata). Peraltro l’investimento non è vincolato, ma liquidabile in qualunque momento, con l’unica avvertenza che il disinvestimento effettuato prima dei cinque anni comporta il pagamento del capital gain.

Inoltre il PIR è esente interamente dall’imposta di successione, unico caso nella legislazione fiscale italiana (esenzione finora prevista esclusivamente per i BTP e simili).

 

A chi interessano i PIR

I PIR sono utili per i risparmiatori che intendono investire a lungo termine su titoli di aziende italiane ottenendo un’agevolazione fiscale unica. Data la struttura, possono essere considerati strumenti a rischio medio, grazie alla forte diversificazione del portafoglio ed alla componente dei titoli di Stato (30% del totale).

Ma sono anche utili per le imprese italiane (soprattutto quelle medio-piccole) perché garantiscono un ampliamento del mercato dei loro titoli che, senza l’intervento dei PIR, correrebbero il rischio di generare transazioni ridotte, fatto che ne limita l’appeal.

Non bisogna per contro sottovalutare che, a fronte di rendimenti tendenzialmente interessati grazie all’esenzione fiscale, i costi medi sono piuttosto alti (le commissioni di sottoscrizione e di gestione sono tra le più care nel comparto del risparmio gestito).

Però il lancio degli ETF “formato PIR” apre nuove interessanti opportunità riducendo del 70-80% i costi e rendendo il prodotto accettabile ed interessante.

Gianluigi De Marchi

Quando la scuola va in azienda

L’assessore regionale Elena Chiorino: “Un’occasione per far conoscere ai bambini e ragazzi la storia delle imprese del territorio scoprendo eccellenze produttive che fanno grande l’Italia nel mondo”
Sono 45 le domande pervenute da altrettante scuole piemontesi per “La scuola va in azienda”, il bando promosso dall’Assessore regionale all’istruzione Elena Chiorino, con l’intento di far conoscere a bambini e ragazzi le realtà produttive e imprenditoriali della Regione. Gli alunni delle scuole sia statali che paritarie, primarie e secondarie di primo grado, potranno visitare le sedi di aziende che apriranno le loro porte ad un’esperienza unica: per gli studenti più piccoli vi sarà un primo contatto con la realtà industriale ed economica del territorio e, per gli studenti della scuola secondaria, l’occasione di avere un punto di vista ravvicinato verso il mondo del lavoro. “Bambini e ragazzi avranno così l’opportunità di conoscere da vicino la storia delle imprese legate al territorio, confrontandosi con i professionisti, scoprendo i processi di produzione e le varie fasi delle lavorazioni. Sarà anche l’occasione per toccare con mano quanto negli ultimi anni l’innovazione tecnologica abbia trasformato le realtà industriali in eccellenze del nostro Made in Italy che tutto il mondo ci invidia”. dichiara Chiorino.
Ogni scuola riceverà un contributo di 500 euro a titolo di rimborso dei costi di viaggio sostenuti, nonché per l’eventuale acquisto di materiali didattici inerenti all’attività. Le scuole partecipanti sono 2 dall’Alessandrino, 4 dal Biellese, 13 dal Cuneese, 17 dal territorio della Città metropolitana di Torino e 9 dal Vercellese. L’iniziativa si colloca nell’ambito del protocollo tra Regione Piemonte e Ufficio Scolastico Regionale, per sostenere le azioni di orientamento dedicate all’esplorazione e alla conoscenza del mondo del lavoro e delle professioni, attraverso visite alle aziende e alle imprese piemontesi. Per realizzare un percorso di orientamento che passi anche dalla scoperta degli ambienti lavorativi e delle professioni, il sistema regionale di orientamento (Obiettivo Orientamento Piemonte) metterà a disposizione la figura dell’orientatore, che potrà preparare la visita insieme all’insegnante e accompagnare le classi in azienda. Saranno meta di visita aziende appartenenti a diversi settori del tessuto industriale piemontese: dall’automotive all’agroalimentare, dall’aerospazio al tessile, dalla chimica all’ICT.
  • In provincia di Alessandria le scuole partecipanti sono: l’IC De Amicis-Manzoni di Alessandria e IC di Novi Ligure 3.
  • In provincia di Biella le scuole partecipanti sono: IC Mongrando, IC Schiaparelli di Occhieppo Inferiore, IC di Valdengo e IC di Vigliano Biellese.
  • In provincia di Cuneo le scuole partecipanti sono: Alba International School di Alba, IC di Alba, Quartiere Piave San Cassiano, IC Barge, IC Augusta Bagiennorum di Bene Vagienna, IC Carducci di Busca, IC Cortemilia Saliceto, IC Cuneo Viale Angeli, IC Cuneo Borgo San Giuseppe, Fondazione Azzoaglio Best Education ETS di Cuneo-Mondovì, IC Govone, IC San Michele Mondovì, IC G.Arpino di Sommariva Bosco, IC Villanova Mondovì.
  • A Torino e provincia le scuole partecipanti sono: IC di Borgaretto-Beinasco, IC di Carmagnola II, IC di Caselette, IC di Castellamonte, IC Centro storico di Moncalieri, IC di Nichelino I, IC di None, IC di Pinerolo IV, Congregazione suore di carità dell’immacolata concezione dette d’Ivrea di Rivarolo Canavese, Istituto SS. Annunziata (La Risposta s.c.s.onlus di Rivarolo Canavese) , IC di Settimo III, IC Turoldo di Torino, Oratorio Salesiano Michele Rua di Torino, IC Ezio Bosso di Torino, Istituto sociale della compagnia di Gesù di Torino, IC di Airasca e IC di Vinovo.
  • In provincia di Vercelli le scuole partecipanti sono: IC di Borgosesia, IC Serra di Crescentino, IC di Gattinara, IC Galileo Ferraris di Livorno F.is, IC Martiri della Libertà di Quarona, IC Tanzio da Varallo di Varallo Sesia, IC Ferrari, IC Ferraris e IC Lanino di Vercelli.

Autostrade e Tunnel Monte Bianco, Uncem: “Aumenti sconcertanti”

“Uncem trova sconcertanti gli aumenti delle autostrade dal 1° gennaio. Ma ancor di più l’aumento del costo del Tunnel del Monte Bianco. 5%. Ingiustificabile. La Commissione Intergovernativa del Traforo del Monte Bianco avrebbe potuto avviare la progettazione della seconda canna al posto di decidere di aumentare il costo del passaggio tra Francia e Italia. 55 euro per le auto, 200 per i mezzi pesanti. Proprio non va. I due Paesi, l’Europa, non si uniscono alzando le tariffe. Tantopiù dopo i gravi disagi, certo, a causa di lavori. Ma un segnale inverso, diverso dal passato, sarebbe stato decisivo. Lasciare invariati i costi del Bianco per i prossimi tre anni. E pianificarne il raddoppio. Con urgenza. Vista anche la situazione grave e compromessa al Tenda, al Frejus per la ferrovia, al Maddalena, al Sempione carico di mezzi, sulla rete ferroviaria ligure e sulla Torino-Savona che in grandi tratti appenninci va a metà. I concessionari delle autostrade facciano i lavori, ma in un momento di crisi generale nel Paese questi lavori dovrebbero essere fatti senza aumenti. Perché comunque agli aumenti delle tariffe non corrisponde un miglioramento del servizio, o un’accelerazione dei lavori stessi. Siamo perplessi e in particolare per il Monte Bianco, Uncem riassume forte sconcerto dei Sindaci di fronti a questi aumenti che non contribuiscono di sicuro a rendere più uniti e coesi i territori”.

Così il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, con il Consigliere nazionale Uncem, valdostano, Jean Barocco.

Italia secondo paese più ricercato dagli europei per iniziare il 2024

Secondo Jetcost. Le ricerche di voli per la fine di questo 2023 sono aumentate del 20% rispetto all’anno passato

 

Anche quest’anno si conferma la tendenza degli europei a trascorrere la vigilia di Natale e il 25 dicembre in famiglia e ad approfittare delle vacanze di fine anno per viaggiare e scoprire nuove destinazioni. Secondo il potente motore di ricerca di voli e www.jetcost.it, le ricerche di voli per la fine di questo 2023 sono aumentate del 20%, mentre quelle di hotel del 24% rispetto alla fine del 2022. E molti europei che desiderano trascorrere il capodanno e l’inizio del 2024 lontano da casa, lo faranno in Italia, grazie anche al clima non troppo rigido, all’offerta culturale delle città tra musei, mostre e iniziative per le feste, alla ricca gastronomia e agli ottimi alberghi, con prezzi più convenienti rispetto ad altri paesi, tanto da farci diventare il secondo paese più ricercato su Jetcost per l’inizio del 2024 dietro solo alla Spagna e davanti a Portogallo, Francia e Regno Unito.

 

Jetcost.it analizza regolarmente le ricerche effettuate attraverso il suo sito, in modo da ottenere dati molto affidabili visto che si tratta di ricerche reali e non di sondaggi. I dati che analizzano i risultati delle ricerche di voli dal 26 dicembre 2023 al 4 gennaio 2024, indicano che moltissime europei hanno optato per Milano; è risultata la città più richiesta dai viaggiatori tedeschi, britannici e portoghesi e la seconda da francesi, spagnoli e olandesi. Oltre a Milano, anche Roma è la città preferita dai viaggiatori francesi, spagnoli e olandesi e la seconda da tedeschi, britannici e portoghesi

 

Napoli, altra città monumentale e ricca di storia, si colloca come la terza destinazione più richiesta dai viaggiatori tedeschi e olandesi, la quarta per i britannici e i francesi, la quinta per gli spagnoli e la sesta per i portoghesi.

 

Molto apprezzata un’altra destinazione dove il tempo sarà quasi di sicuro buono per fine anno, la Sicilia, e in particolare Catania, che è la quarta città più richiesta dai viaggiatori tedeschi e l’ottava per gli olandesi; Palermo è la quinta scelta per i tedeschi, la sesta per i francesi e la settima per gli olandesi. Un’altra isola molto richiesta, dove si può godere il sole anche in inverno è la Sardegna, con Cagliari nona città più richiesta dai viaggiatori francesi e olandesi.

 

Un’altra Regione ben posizionata in classifica è la Toscana: Firenze è al terzo posto nelle preferenze di portoghesi, al cuarto per spagnoli e portoghesi, al quinto per i francesi e al sesto per i tedeschi. Poi c’è Pisa, sesta scelta per gli spagnoli e i britannici.

 

Il Veneto è molto ricercato, e in particolare per Venezia, che è la terza città più richiesta dai viaggiatori britannici, francesi e spagnoli e la quarta dagli olandesi. Verona è la sesta scelta per gli olandesi, la nona per i britannici.

 

Oltre a queste città, anche Bologna, Genova, Bari, Brindisi, Torino, Lamezia Terme, Perugia e Ancona sono state scelte per trascorre questo periodo speciale dell’anno.

 

Le destinazioni italiane più ambite dagli europei per trascorrere la fine del 2023:

 

Tedeschi…………..Britannici………….Francesi……..Spagnoli……….Olandesi……..Portoghesi
1. Milano…………….1. Milano………….1. Roma………..1. Roma…………1. Roma………..1. Milano
2. Roma……………..2. Roma……………2. Milano………2. Milano………..2. Milano……….2. Roma
3. Napoli…………….3. Venezia…………3. Venezia……..3. Venezia………3. Napoli ………3. Firenze
4. Catania…………..4. Napoli…………..4. Napoli……….4. Firenze……….4. Venezia……..4. Venezia
5. Palermo…………..5. Torino…………..5. Firenze……..5. Napoli………..5. Bologna……..5. Bologna
6. Venezia…………..6. Pisa……………..6. Palermo…….6. Pisa…………..6. Verona……….6. Napoli
7. Firenze……………7. Ancona…………7. Bari………….7. Bologna……..7. Palermo ……..7. Pisa
8. Lamezia Terme….8. Firenze…………8. Torino……… 8. Torino……….8. Catania……….8. Torino
9. Bari………………..9. Verona…………9. Cagliari……..9. Palermo …….9. Cagliari……….9. Bari
10. Torino…………..10. Palermo……….10. Bologna…..10. Bari…………10. Ancona………10. Verona
11. Genova…………11. Bologna……….11. Catania……11. Catania…….11. Bari………….11. Cagliari
12. Bologna………..12. Catania………..12. Pisa………..12. Verona…….12. Brindisi………12. Genova
13. Verona…………13. Bari…………….13. Brindisi…….13. Cagliari…….13. Firenze………13. Palermo
14. Cagliari…………14. Perugia………..14. Verona…….14. Genova……14. Pisa…………..14. Catania
15. Brindisi…………15. Genova………..15. Genova……15. Ancona…….15. Genova………15. Ancona

 

Per quanto riguarda i turisti italiani, le mete più desiderate per trascorrere la fine dell’anno sono le capitali e le grandi città dei principali paesi europei come Parigi (1), Amsterdam (2), Barcellona (3), Praga (4), Londra (5), Vienna (6), Budapest (8), Madrid (9), Lisbona (13), Valencia (15), Siviglia (20), Berlino (21), Bucarest(23), Malta (24), Bruxelles (25), Copenaghen (26), Dublino (27) e Malaga (28), insieme ad altre destinazioni italiane come Napoli (11), Milano (14), Roma (17), Catania (18), Palermo (19) e Torino (30) che occupano le migliori posizioni della lista di ricerca mondiale.

 

Anche mete con sole e spiaggia, come le Isole Canarie in Spagna, sono molto popolari in questo periodo dell’anno: Tenerife (10), Gran Canaria (22) e Fuerteventura (29) sono le isole più ricercate. Coloro che hanno scelto invece destinazioni a lungo raggio hanno optato per New York (7), Dubai (12) e Sharm El Sheikh (16).

 

Le città più ricercate al mondo dai turisti italiani per trascorrere la fine del 2023:
1. Parigi
2. Amsterdam
3. Barcellona
4. Praga
5. Londra
6. Vienna
7. New York
8. Budapest
9. Madrid
10. Tenerife
11. Napoli
12. Dubai
13. Lisbona
14. Milano
15. Valencia
16. Sharm El Sheikh
17. Roma
18. Catania
19. Palermo
20. Siviglia
21. Berlino
22. Gran Canaria
23. Bucarest
24. Malta
25. Bruxelles
26. Copenaghen
27. Dublino
28. Malaga
29. Fuerteventura
30. Torino

 

E per gli indecisi, Jetcost ha selezionato alcune destinazioni con le migliori offerte per per festeggiare Capodanno:

 

Ignazio Ciarmoli, Direttore Marketing Jetcost, ha detto: Quest’anno abbiamo visto che, mentre la vigilia e il giorno di Natale sono dedicati ai festeggiamenti in famiglia, il Capodanno è un momento in cui molti europei preferiscono fare visite turistiche, viaggiare, scoprire altre destinazioni e dare il benvenuto al nuovo anno in città e paesi diversi. Noi di Jetcost festeggiamo il fatto che l’Italia, ancora una volta, sia il secondo paese preferito dagli europei e dagli stessi italiani per iniziare il 2024″.

In arrivo i fondi per le rassegne della tradizione

DA REGIONE E MINISTERO DEL TURISMO 1,4 MILIONI PER LE RASSEGNE ENOGASTRONOMICHE E CULTURALI REGIONALI

 

Nella graduatoria nazionale premiati eventi di 18 Comuni e 25 associazioni

 

IN PROVINCIA DI TORINO CINQUE RASSEGNE SI AGGIUDICANO 216.284 EURO

 

 

 

Oltre 1,4 milioni di euro a 25 associazioni piemontesi e 18 Comuni sono in arrivo da Regione e Ministero del Turismo come contributo per l’organizzazione di sagre e festival. Da Bolle di Malto alla Duja d’Or, la graduatoria con i vincitori del bando 2023 premia le più importanti manifestazioni piemontesi in tutte le province. Contributi per rassegne e iniziative turistiche capaci di generare ricadute economiche anche sette volte superiori all’investimento pubblico come certificato da uno studio di Ires Piemonte per i grandi eventi, ma che riguarda anche le fiere quasi tutte accomunate dall’impronta enogastronomica.

 

«Si tratta di un grande risultato. Con queste risorse – hanno sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore al Turismo, Vittoria Poggiole associazioni proseguiranno la programmazione senza soluzione di continuità portando sui territori un dividendo sociale ma anche economico per le ricadute che favoriscono gli scambi e attivano opportunità di lavoro».

 

Ai Comuni sono andati 460.474 euro tra fondi regionali e fondi provenienti dal Funt, il Fondo Unico del Turismo con quote oscillanti dai poco più di 16.000 euro di Moncrivello per la Sagra del mirtillo e delle Eccellenze Moncrivellesi fino ai 50.000 assegnati ad Asti per la Duja d’Or di Asti e anche alla Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e nero pregiato di San Sebastiano Curone che hanno ottenuto il massimo contributo ottenibile per i Comuni.

 

Alle associazioni sono invece stati destinati oltre 967 mila euro tra risorse Regionali e Ministeriali sempre per l’organizzazione di kermesse di promozione di prodotti enogastronomici, ma anche per aver organizzato eventi come l’Asta Mondiale del Tartufo oppure spettacoli come quello di Stupinigi dove è stato allestito un palinsesto di sei concerti teatrali tra Lirica e Musical in scena fino ad aprile 2024 organizzato dalla Fondazione Reverse.

 

In provincia di Torino sono stati assegnati complessivamente 216.284 euro a cinque rassegne: il Salone del vino di Torino 2023; Lirica e Musicall a corte alla Palazzina di caccia di Stupinigi; ReWine 2023, il vino al Centro; la programmazione culturale del forte di Exilles 2023 curata dall’associazione Revejo; la 27ª mostra nazionale della Toma di Lanzo dei formaggi d’Alpeggio organizzata dalla Proloco di Usseglio.

 

Collegio Einaudi: un 2023 all’insegna della formazione

Sostegno al merito, diritto allo studio, internazionalizzazione e nuove collaborazioni hanno permesso al Collegio di consolidare il proprio ruolo centrale nel tessuto urbano e universitario torinese

Con le sue 5 sedi torinesi che ospitano attualmente 875 studenti meritevoli, di cui 130 stranieri provenienti da 35 diversi Paesi nel mondo, il Collegio Einaudi nel 2023 consolida il proprio ruolo di riferimento a sostegno della formazione universitaria del capoluogo piemontese.

L’anno appena concluso ha visto infatti il Collegio Einaudiinvestire nelle persone così come nelle strutture. Evolvere nella propria vocazione internazionale e offrire concrete opportunità formative ed economiche a ragazze e ragazzi meritevoli, garantendo loro il fondamentale diritto allo studio e quotidiane occasioni di crescita personale e di integrazione sociale.

Proprio il sostegno al merito e il diritto allo studio sono duecardini su cui si fonda da sempre la filosofia del Collegio Einaudi, che nel corso del 2023 ha erogato 161 premi agli studenti per un totale di 117 mila euro tra premi di studio, premi di laurea, premi alla carriera, premi per studenti in difficoltà economica ma anche premi per incentivare la mobilità internazionale e per ottenere le certificazioni linguistiche. A questo si aggiunge un aiuto concreto ai propricollegiali con possibilità economiche limitate (circa il 47% degli 875 studenti presenti nelle cinque sedi), che hanno potuto usufruire di una riduzione della retta pari al 60/70%.

Il Collegio Einaudi nel 2023 si è dimostrato ancora più attrattivo rispetto al passato, come dimostrano le oltre 1.000 domande di ammissione ricevute in occasione dei concorsi per ospitare nuovi studenti. Un’attrattività frutto anche delle oltre 100 iniziative formative complementari organizzatedurante l’anno, utili a sviluppare negli studenti le soft and life skills con percorsi personalizzati integrati con proposte di coaching e tutoring. Altrettanto centrale è stata l’attenzione verso le proprie strutture, con l’inaugurazione lo scorso marzo della rinnovata Sezione Mole nel cuore di Torino: un progetto di riqualificazione che ha dato vita a una sede ancora più ospitale, sostenibile e moderna, sviluppata su 5 piani per un totale di 5.500 mq e la disponibilità di 152 posti di studio. Un luogo che, insieme alle altre quattro sedi torinesi, anch’esse rinnovate recentemente, offre agli studenti non soltanto ospitalità, ma anche un ambiente stimolante e interculturale dove cogliere nuove opportunità formative e sociali.

E se i giovani studenti e le giovani studentesse sono il fulcro su cui gravita l’impegno del Collegio Einaudi, altrettanto rilevante è stata l’apertura verso il contesto cittadino e i suoi attori, che ha portato al consolidamento e alla nascita di nuove partnership e di importanti progetti. In quest’ottica rientrano le collaborazioni con le scuole di studi superiori, attraverso l’ospitalità in Collegio di 86 studenti, con il Collegio Carlo Alberto (22 studenti ospitati) e con la SAA – Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino (10 studenti ospitati). La partnership con il CUS Torino ha invece permesso di erogare ben 200 voucher ai propri studenti per le attività sportive.

Particolarmente prestigiosa è poi la collaborazione messa in atto con i principali enti pubblici e privati del territorio per la realizzazione del Polo delle Arti: il Polo di alta formazione dedicato alle arti digitali, performative, multimediali che potrebbe nascere all’interno della Cavallerizza Reale di Torino e che al suo interno prevede anche un Collegio di merito di 2.900 metri quadri, in cui vivranno gli studenti universitari meritevoli.

“Il 2023 del Collegio è stato un anno di grandi progetti e di importanti investimenti – afferma il Professore Paolo Camurati, Presidente del Collegio Einaudi – Un anno che ci ha visti tra i protagonisti della comunità universitaria torinese, punto di riferimento per la formazione degli studenti e solido partner per istituzioni cittadine, Università e Scuole Superiori. Sull’onda di questo entusiasmo siamo pronti ad affrontare in modo altrettanto propositivo il 2024, ampliandoulteriormente il nostro respiro internazionale e il nostro sguardo verso il futuro. Proseguiremo nel programma di riqualificazione delle strutture, che alla fine del prossimo anno interesserà l’ex mensa della sede di Via Galliari. Lavoreremo, come sempre, sulla formazione dei nostri studenti, iniziando a certificare le competenze acquisite in Collegio secondo un modello di riferimento europeo e assicurando un luogo di studio e di vita ospitale e all’avanguardia”.

FONDAZIONE COLLEGIO EINAUDI

La Fondazione Collegio Universitario Einaudi è una fondazione privata senza fini di lucro che gestisce Collegi di Merito, riconosciuti e accreditati dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca). Con le sue cinque residenze in Torino il Collegio offre spazi di vita e percorsi di formazione a oltre 850 studentesse e studenti universitari meritevoli.

Il Collegio Einaudi ha come missione la valorizzazione del merito e del potenziale di studenti universitari motivati, che desiderano sviluppare maggior autonomia, nuove capacità e raggiungere risultati eccellenti, offrendo loro non solo un ambiente di studio e di vita vivace, stimolante e interdisciplinare, ma soprattutto un percorso di formazione personalizzato e trasversale, integrato da attività di coaching e di tutoring.

Con Ewiva paghi le ricariche elettriche con il Pos

In 14 stazioni di ricarica piemontesi sarà possibile pagare la ricarica della propria auto elettrica con carta di credito/debito direttamente alla colonnina. Si amplia così il progetto innovativo firmato Ewiva.

 Importanti novità per tutti gli e-driver che viaggiano in elettrico in Piemonte. Ewiva, la joint venture di Enel X Way e Gruppo Volkswagen, nata con l’obiettivo di rendere sempre più capillare e accessibile la ricarica ad alta potenza dell’auto elettrica in Italia, annuncia l’ampliamento a 14 siti della regione della funzionalità che permette di pagare la ricarica con la propria carta di credito o debito.

Il servizio prevede la possibilità di pagare direttamente alla colonnina Ewiva in modalità contactless attraverso carte di debito, credito o prepagate dei circuiti Mastercard, Visa, Vpay e Maestro, o tramite Apple Pay e Google Pay. In questo modo Ewiva garantisce la ricarica del proprio mezzo elettrico anche a clienti occasionali, come ad esempio ai turisti, a chi ha attivato un noleggio a breve termine di un veicolo elettrico o a tutti coloro che non possiedono già un abbonamento con un fornitore di servizi di ricarica (MSP).

Inoltre, la soluzione di pagamento con carta è pensata per offrire un’alternativa a chi è orientato alla ricarica a consumo, inclusi gli e-driver abituali che, in caso di emergenza, potrebbero aver bisogno di metodi di pagamento differenti per poter usufruire della ricarica.

Siamo molto orgogliosi di poter annunciare la fine della fase pilota e l’avvio della fase operativa del progetto che arriva in 14 stazioni di ricarica ad alta potenza del Piemonte – ha dichiarato Federico Caleno, CEO di Ewiva e Head of Enel e-Mobility Italia -. In qualità di CPO – Charging Point Operator, è per noi fondamentale rendere la ricarica di veicoli elettrici accessibile a un numero sempre più ampio di e-driver, garantendo un’esperienza veloce, intuitiva e confortevole. Attraverso questo progetto, saremo in grado di rispondere in modo adeguato anche alle esigenze di ricarica occasionale”.

Avviata a marzo 2023 nella stazione HPC – High Power Charging – di Ceprano (FR), la sperimentazione è stata ampliata negli ultimi mesi ad altri 5 siti, selezionati per tasso di utilizzo, traffico di turisti o di automobilisti in generale, e vicinanza ad eventuali punti di interesse per gli e-driver.

Il progetto è entrato ora nella sua fase più matura e verrà esteso – entro la fine del 2023 – da Nord a Sud in tutte le stazioni della rete di ricarica ultra-veloce di Ewiva in Italia che fanno parte del progetto europeo Miliar-E, in linea con la normativa AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) della Commissione Europea.

Le stazioni di ricarica HPC Ewiva del Piemonte già dotate del nuovo servizio di pagamento con carta sono:

  • Centro Commerciale Mondovicino – Mondovì (CN)

  • Via Borgomanero, 46/c – Paruzzaro (NO)

  • Via Giovanni Coppo 1b – Orfengo (NO)

  • Via Fortunato Postiglione – Moncalieri (TO)

  • Centro Commerciale del Canavese – Banchette (TO)

  • Centro Commerciale Le Fornaci – Beinasco (TO)

  • Piazza della Repubblica – Susa (TO)

  • Hotel Rondissone, Via XX Settembre 96A – Rondissone (TO)

  • Centro Commerciale Carmagnola – Carmagnola (TO)

  • Leroy Merlin Collegno, Via Nazioni Unite 8 – Collegno (TO)

  • Le Isole Shopping Center – Gravellona Toce (VC)

  • Albergo L’Angolo, Via Torino, 3 – Carisio (VC)

Inoltre, entro l’anno, il servizio sarà attivato anche nelle seguenti stazioni HPC Ewiva:

  • Piazza Assone – Albiano D’Ivrea (TO)

  • Mercatò Extra Alba San Cassiano, Corso Europa, 150– Alba (CN)

Ewiva è la joint venture di Enel X Way – la società del Gruppo Enel interamente dedicata alla mobilità elettrica – e di Volkswagen Group, creata per accelerare la diffusione della mobilità elettrica in Italia.

Ewiva unisce gli investimenti dei due Gruppi per creare la più grande rete di ricarica ultra-veloce aperta a tutti i veicoli elettrici e capillare in tutto il Paese, con 3.000 punti di ricarica fino a 350 kW in 800 siti entro il 2025. A oggi Ewiva ha realizzato 280 stazioni di ricarica con oltre 950 punti di ricarica, dislocati su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. L’attività di Ewiva si focalizza sulle principali arterie extraurbane e nelle aree urbane e suburbane per garantire una adeguata disponibilità di ricarica ultra-veloce a tutti gli utenti.