ECONOMIA- Pagina 88

Fondi Fesr: Bando digitalizzazione da 80 milioni

L’Assessore Andrea Tronzano “un sostegno importante che potrà sviluppare al massimo la competitività del sistema imprenditoriale piemontese”

 

 

Uscirà oggi pomeriggio il bando dedicato alla Digitalizzazione promosso dalla Regione Piemonte nell’ambito delle risorse del Fesr. Due le linee di intervento: Digitalizzazione delle imprese per supportare la diffusione delle tecnologie digitali nelle imprese piemontesi. Efficientamento produttivo delle imprese per accompagnare le imprese piemontesi nella realizzazione di interventi in grado di migliorarne la competitività e la sostenibilità. La dotazione finanziaria complessiva assegnata alla presente misura ammonta a € 80.000.000 (50 milioni per la prima azione e 30 milioni per la seconda).

 

Possono richiedere le agevolazioni le PMI e le imprese a media capitalizzazione con un processo produttivo attivo.

 

Si tratta di un bando importante – commenta Andrea Tronzano – assessore allo Sviluppo delle Attività Economiche e produttive della Regione Piemonte – che permetterà alle aziende di ricevere un sostegno importante su un tema sentito e che potrà sviluppare al massimo la competitività del sistema imprenditoriale piemontese. Le infrastrutture digitali e la sicurezza delle stesse sono un elemento imprescindibile e, come abbiamo avuto modo di percepire nel corso degli incontri programmati sul territorio durante l’illustrazione del FESR, un elemento prioritario che permetterà alle aziende di dotarsi di strutture che le faranno competere al meglio sul mercato.”

 

Per quanto riguarda i progetti sono ammissibili per la Linea a) Digitalizzazione delle imprese: lavori di digitalizzazione finalizzati ad incrementare la competitività e la resilienza delle imprese consistenti in investimenti in infrastrutture digitali e cybersecurity; sistemi integrati; commercio elettronico, e-business e processi aziendali in rete; tecnologie emergenti; progetti di digitalizzazione green – investimenti finalizzati all’aumento della protezione ambientale, inclusi gli investimenti per la decarbonizzazione. In tal senso sarà possibile investire risorse per acquisto di sistemi 5g, piattaforme dati, sistemi cloud, sistemi di pagamento mobile, manifatture additiva e stampa 3D.

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 Per la Linea b)  Efficientamento produttivo delle imprese verrà data priorità a progetti di investimento finalizzati a migliorare la competitività e la sostenibilità dei processi e dei prodotti/servizi delle imprese consistenti nel miglioramento della competitività – investimenti finalizzati a diversificazione produttiva e/o di fornitura di servizi; innovazione di prodotto; trasformazione del processo produttivo, anche con il fine di innalzare il livello di sicurezza sul lavoro al di sopra degli standard obbligatori; progetti green di miglioramento della competitività – investimenti finalizzati all’aumento della protezione ambientale, inclusi gli investimenti per la decarbonizzazione. Questa linea permetterà di poter investire su utilizzo di materie prime seconde come input nel processo produttivo e soluzioni di packaging basate su materiali riutilizzabili  

 

Saranno ammissibili progetti (della durata massima di 18 mesi) aventi le seguenti dimensioni: per le micro e piccole imprese: importo minimo pari a € 50.000; per le medie imprese: importo minimo pari a € 100.000; per le imprese a media capitalizzazione: importo minimo pari a € 250.000. L’importo massimo dei costi ammissibili è fissato in € 3.000.000,00.

 

Le spese potranno coprire costi per acquisto di macchinari e attrezzature installazione e posa in opera degli impianti, diritti di proprietà intellettuale, progettazione e sviluppo, Il contributo potrà avvenire tramite Finanziamento agevolato combinato con sovvenzione a fondo perduto, le domande saranno ammissibili a partire da fine mese.

 

 

A Matera la Consulta dei distretti del cibo

La Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo promuove un evento straordinario a Matera dal 16 al 18 giugno, al quale partecipa anche Simona Riccio,  Social Media Marketing Manager e Agrifood e Organic Specialist, ideatrice della trasmissione “Parla con Me”.

 

Simona Riccio, Social Media Marketing Manager e Agrifood e Organic Specialist insieme alla trasmissione da lei ideata “Parla con Me”, è stata convocata da Angelo Barone, Presidente della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, che si terrà a Matera dal16 al 18 giugno prossimi. Realizzerà cinque pillole di accompagnamento e la live di “Parla con Me” in diretta da Matera, che verrà trasmessa sui canali social e sul suo profilo Linkedin “Top Voice”. La consulta Nazionale dei Distretti del Cibo propone un patto per promuovere le aree del nostro Paese tramite il buon cibo, la bellezza del paesaggio e l’unicità del patrimonio culturale, materiale e immateriale. Lo farà da Matera dal 16 al 18 giugno prossimi; in occasione dell’evento, la “Città dei Sassi” diventerà per tre giorni Capitale Europea della ruralità. Si tratta di un’iniziativa nata dalle indicazione della Commissione UE sulla visione a lungo termine sul futuro delle aree rurali e della conferenza del Patto rurale di Bruxelles, previsto il 15 e 16 giugno prossimi. La Consulta nazionale sarà l’occasione per discutere del futuro delle aree rurali con le loro produzione agroalimentari tradizionali e i loro paesaggi agricoli contestualizzati nel progetto “GIAHS” DELLA FAO e nel patrimonio immateriale quali strumenti di sviluppo.

L’incontro di presentazione dell’evento, in programma giovedì 15 giugno alle ore 16:00 a Potenza, nella sede del Consiglio della Regione Basilicata, sarà moderato da Simona Riccio, esperta in comunicazione e informazione digitale, e che ha realizzato la prima di quattro videointerviste per presentare l’evento e rivolta al Presidente della Consulta Angelo Barone, contenente anche un messaggio del poeta Franco Arminio. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della Giornata Nazionale dei Distretti del Cibo e della Giornata Mondiale della Gastronomia Sostenibile realizzata insieme al CREA e alla comunità di Matera, in collaborazione con il DAGRI dell’Università di Firenze e la sua cattedra UNESCO sul paesaggio agricolo, l’Associazione dei Paesaggi rurali storici, l’Associazione dei Beni Italiani Patrimonio Mondiale, Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del MIC, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, L’ANCI, la Regione Basilicata, la Provincia e il Comune di Matera e L’APT Basilicata.

“A tutti – ha anticipato il Presidente Angelo Barone – proporremo un ruolo attivo nella gestione dei numerosi laboratori di approfondimento e formazione. Il giorno dell’inaugurazione, venerdì 16 giugno prossimo, aprirà la mostra fotografica sui paesaggi rurali di interesse storico e sarà presentata la guida di Repubblica dedicata alla Regione Basilicata”.

Saranno organizzate quattro sessioni di lavoro dedicate al tema dei diritti, della reddittività, della salubrità, della sostenibilità e della socialità per rafforzare la resilienza delle comunità rurali. La prima sessione sar incentrata sul tema de “Il paesaggio agricolo per lo sviluppo economico e sociale dei territori” e , in questa occasione, sarà presentato il Centro Studi della Consulta dei Distretti del Cibo e il primo corso di formazione sul paesaggio agricolo, frutto della collaborazione con il comune aretino di Cabriglia e il distretto rurale del Valdarno Superiore. La seconda sessione dal titolo “Agricoltura sostenibile: biodiversità e paesaggio”, illustrerà le possibili candidature per il riconoscimento del paesaggio agricolo di interesse storico nel registro nazionale, presso il MASAF. La terza sessione, dal titolo “Sviluppo locale: identità e innovazione sociale”, presenterà il manifesto della neoruralità, vale a dire la vision, i principi, i diritti, i doveri e le innovazioni sostenibili legate alla terra quale fonte di vita. La quarta e ultima sessione si intitola “Turismo tra la bellezza del paesaggio agricolo e rurale e l’unicità del nostro patrimonio culturale nella ruralità “. Sarà dedicata al “Patto per promuovere l’Italia del buon cibo unitamente alla bellezza del paesaggio e all’unicità dei Beni UNESCO”.

Domenica 18 giugno, in occasione della giornata Nazionale dei Distretti del Cibo e del giornata Nazionale della Gastronomia Sostenibile indetta dall’ONU dal 2016, si terrà un focus sulla dieta mediterranea e sui sistemi locali del cibo, con la promozione di attività che coinvolgeranno la Scuola di Alta Formazione Gastronomica, i produttori e le diverse startup. La gestione dello spreco alimentare e la sostenibilità della cultura gastronomica saranno al centro di un dibattito presso il Centro Mensa “San Giovanni Mele”. A Firenze, in collegamento con l’evento di Matera, si terrà un festival dal 15 al 18 giugno prossimi, che promuoverà la cultura della gastronomia sostenibile e il modello dei Distretti del Cibo, in memoria dello chef Fabio Picchi con tutti i fiorentini.

MARA MARTELLOTTA

Viabilità, innovazione, rigenerazione urbana: ecco come cambierà Torino

148milioni per sviluppo, innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale, mobilità sostenibile. La Giunta comunale ha adottato il Piano Operativo della Città di Torino da presentare all’Autorità di Gestione per l’assegnazione delle risorse finanziarie dei fondi europei del programma nazionale “PN METRO plus e città medie Sud 2021-2027”.

Il Piano Nazionale METRO plus e città medie Sud 2021-2027 si inserisce nel quadro delle strategie di sviluppo urbano sostenibile delineate nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 adottato dalla Commissione Europea. Il compito che l’Accordo assegna al Programma, in una prospettiva di continuità e rafforzamento della strategia già attuata per il periodo 2014-2020, è quello di affrontare le tematiche ambientali, con particolare attenzione per il contrasto al cambiamento climatico e la transizione verso un’economia circolare, e di promuovere azioni di rigenerazione urbana e di risposta al disagio socio-economico, anche attraverso l’innovazione sociale e la rivitalizzazione del tessuto imprenditoriale locale.

Il Piano Operativo per la Città di Torino vede come punto di riferimento primario per la programmazione il Piano Strategico Metropolitano. A gettare le basi per la sua costruzione è stata l’approvazione del documento strategico “ Torino Città delle opportunità per tutti” a settembre 2022; da qui è partito un percorso di progettazione condivisa attraverso tavoli interdipartimentali e l’ascolto degli attori del territorio che ha portato alla definizione del documento di progetto approvato stamane. Un centinaio di pagine che riepilogano i finanziamenti in arrivo e le progettualità in cui investirli.

“Per la nostra città- spiega il Sindaco Stefano Lo Russo- si è aperta una nuova e dinamica fase di evoluzione con importanti sfide da cogliere, alla quali rispondere con l’ampio complesso di risorse messo a disposizione dai fondi europei, nuovi strumenti di pianificazione e progettualità di lungo periodo. Torino si proietta verso il futuro valorizzando il suo essere una città dalle tante vocazioni, una città della prossimità, una città multicentrica e della mobilità, dell’innovazione e dello sviluppo, una città delle reti e dell’impatto sociale, delle opportunità, una città metropolitana, internazionale e interconnessa che guarda verso l’Europa e il mondo offrendo opportunità a chi qui ha scelto di vivere, studiare, lavorare. Con la disponibilità di fondi straordinaria in arrivo, con tempi e modi di attuazione diversificati ma tutti altrettanto stringenti, occorrerà lavorare con grande impegno per stare al passo con le numerose progettualità che ci restituiranno una città più verde, giusta, accogliente e vivibile”.

A Torino sono destinati 148 milioni, suddivisi in 5 priorità: 27milioni per l’agenda digitale e l’innovazione urbana, 26 per la sostenibilità ambientale, 15milioni per la mobilità urbana sostenibile, oltre 46milioni destinati a servizi per l’inclusione e l’innovazione sociale, 30milioni per la rigenerazione urbana.
Tra le misure per agenda digitale e innovazione urbana ci sono investimenti per accelerare il processo di digitalizzazione dei servizi alle persone e alle imprese e ridurre il digital divide tra i cittadini ma anche iniziative di sostegno delle piccole realtà economiche di prossimità attive nei quartieri Barriera di Milano e Aurora e una misura rivolta a micro, piccole e medie imprese (anche sociali) innovative.

In linea con l’obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2030 (Climate city contract) e con il manifesto del New European Bahaus cui la Città ha aderito 16 milioni di euro saranno investiti per progetti di gestione delle acque meteoriche, riqualificazione dello spazio pubblico, messa in sicurezza delle strade collinari e messa in sicurezza idraulica della sponda destra del Po. 3milioni e mezzo serviranno a potenziare il verde pubblico mentre gli altri investimenti finanzieranno progetti imprenditoriali improntati all’economia circolare e servizi che favoriscano la costituzione di comunità di energia rinnovabile.

Al capitolo della mobilità urbana sostenibile 3milioni saranno investiti per il riassetto della viabilità e il ripristino linea tranviaria su piazza Baldissera mentre quasi 10milioni per la pedonalizzazione di via Roma nel tratto da piazza Carlo Felice a piazza Castello.
In tema di inclusione e innovazione sociale 4,5 milioni saranno investiti in misure per l’occupazione dei giovani e per favorire l’imprenditoria giovanile, 11milioni per il reinserimento lavorativo e l’occupabilità di persone svantaggiate, 22milioni per progetti per l’abitare mentre 2,4 milioni serviranno a dare vita a luoghi destinati a servizi di prossimità e aggregazione sociale.

Oltre 25 milioni sono invece destinati a misure materiali e immateriali di rigenerazione urbana che riguarderanno in modo particolare i quartieri di Aurora e Barriera di Milano con azioni di riqualificazione e coprogettazione degli spazi pubblici e destinate all’inclusione e alla partecipazione attiva, attraverso progetti di cultura e sport, dei giovani che vivono in questi quartieri.
(c.q.)

I Distretti del cibo, un’opportunità per promuovere i territori del Piemonte

Le potenzialità dei distretti del cibo in Piemonte e le strategie di sviluppo per i territori sono stati i temi del convegno che si è tenuto oggi a Torino, al Mercato Centrale, organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Hanno preso parte gli assessori regionali Marco Protopapa e Vittoria Poggio, Angelo Barone presidente della Consulta Nazionale Distretti del cibo, i rappresentanti degli enti locali, delle organizzazioni agricole, del CREA Rete rurale – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria,, docenti e ricercatori universitari esperti di problematiche distrettuali.

Dal 2020 la Regione Piemonte ha voluto valorizzare i territori insieme alle produzioni agroalimentari tipiche attraverso l’approvazione del Regolamento regionale dei Distretti del cibo che permette di ottenere un riconoscimento ufficiale e poter essere iscritti all’Albo nazionale dei distretti del cibo.

Il Chierese – Carmagnolese è stato il primo distretto del cibo nato con il nuovo regolamento regionale e a seguire sono stati ufficializzati il distretto del cibo del Roero; delcibo e del vino Langhe-Monferrato; del Monregalese – Cebano a indirizzo biologico. Sono in fase di costituzione il distretto del cibo della frutta e il distretto del Mombaronedella Serra Morenica e del Naviglio di Ivrea.

Il convegno è stato l’occasione per un confronto tra i rappresentanti dei distretti già esistenti e per portare le esperienze utili per i futuri soggetti costituenti di altri distretti piemontesi.

L’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa ha sottolineato: “I distretti del cibo sono una grande scommessa per i nostri territori, intesi come strumenti di investimento che la Regione ha fortemente voluto e sostiene i promotori nel percorso della loro costituzione, soprattutto nelle difficoltà legate alla burocrazia. Il distretto rappresenta infatti l’opportunità di mettere insieme le nostre produzioni piemontesi e i nostri tesori ma non deve essere una competizione e una sovrapposizione di territori ma un’opportunità omogenea e diffusa tra tutti, lavorando sul prodotto e sulla promozione”.

Credo nell’importanza dei distretti del cibo per lo sviluppo delle attività economiche del territorio al pari dei distretti del commercio che abbiamo attivato come Regione partendo dalle realtà locali, in questo caso dalla filiera agricola con altre attività produttive – ha precisatol’assessore alla Cultura, Turismo, Commercio della Regione Piemonte Vittoria Poggio – I distretti generano crescita economica e promuovono i nostri territori anche per quanto riguarda l’offerta turistica. Un risultato che si raggiunge partendo dal basso, grazie ai soggetti presenti sul territorio locale che lavorano in sinergia e alla progettualità tra pubblico e privato, come è avvenuto per la nascita dei distretti del commercio piemontesi”.

In Piemonte il mercato dell’Intelligenza artificiale supera i 43 milioni

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CON UNA CRESCITA PREVISTA FINO A 72,9 MILIONI DI EURO NEL 2024.

A TORINO QUINTA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM

 

Nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Piemonte ha superato i 43 milioni di euro, con un’importante prospettiva di crescita fino 72,9 milioni di euro nel 2024. Il mercato digitale della regione ha raggiunto i 5,9 miliardi di euro nel 2022, con una crescita del 1,1 % rispetto al 2021. Mentre in Val D’Aosta il digitale ha toccato circa 152 milioni di euro nel 2022, con una crescita dell’1,2% rispetto al 2021.

La percentuale di imprese piemontesi con almeno un livello base di digitalizzazione è cresciuta attestandosi al 74,8% nel 2022 rispetto al 61,8% del 2021, con un incremento di 13 punti percentuali. Quelle valdostane sono invece il 62% nel 2022 rispetto al 60% del 2021, con una crescita di due punti percentuali.

Ancora poche le imprese italiane che utilizzano sistemi di Intelligenza artificiale ma il mercato è in forte sviluppo: la percentuale delle piccole imprese italiane si attesta oggi al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese, ma gli ultimi dati ISTAT disponibili si riferiscono al 2021.

 

Torino, 6 giugno 2023 – Quinta tappa a Torino, con Piccola Industria Confindustria Piemonte, Piccola Industria Confindustria Valle d’Aosta, Piccola Industria Unione Industriali Torino, il Gruppo Information Communication Technology dell’Unione Industriali di Torino e il Digital Innovation Hub Piemonte per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, con la partnership di Audi e la media partnership de L’Imprenditore. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.

 

L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea. In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo.

Nuovo record di passeggeri per l’aeroporto di Torino

NEI PRIMI 5 MESI DEL 2023 REGISTRATO
IL MIGLIOR RISULTATO DEL PERIODO

Tra le ragioni del boom la ripresa del traffico neve nel primo quadrimestre

e i crescenti flussi turistici sul territorio nei ponti primaverili

Caselle Torinese, giugno 2023 – Un nuovo record per il traffico di Torino Airport nei primi 5 mesi del 2023. Con 1.859.610 passeggeri movimentati nel periodo gennaio-maggio, in crescita del +23,4% sui primi 5 mesi del 2022 (1.507.311 passeggeri) e in aumento del +10% sullo stesso periodo del 2019, ultimo anno pre-Covid (1.684.264 passeggeri), lo scalo supera ogni primato sinora stabilito, segnando un +7% anche sul precedente miglior risultato risalente al 2017 (1.740.231 passeggeri).

Quello del 2023 si conferma come il miglior mese di maggio nella storia dell’aeroporto di Torino, con 393.118 passeggeri: viene superato del +4% il dato registrato a maggio 2022 (378.361 passeggeri), con un incremento del +26% rispetto a maggio 2019 (313.028 passeggeri).

Tale risultato è stato raggiunto grazie anche all’ottimo andamento del traffico neve registrato nel primo quadrimestre del 2023 da parte degli sciatori del Nord Europa e ai crescenti flussi turistici incoming sul territorio piemontese legati ai ponti di primavera.

Napoli, Catania e Roma Fiumicino si confermano le destinazioni più trafficate in assoluto in questi primi 5 mesi del 2023; per quel che riguarda le destinazioni internazionali il podio è invece occupato da Londra Gatwick, Barcellona e Parigi Charles de Gaulle.

Il risultato raggiunto nel periodo gennaio-maggio arriva dopo un primo quadrimestre già ottimo rispetto al trend nazionale del sistema aeroportuale: se nel periodo gennaio-aprile, infatti, gli aeroporti italiani registrano ancora un -2,4% rispetto al traffico registrato nel 2019 (dati Assaeroporti), l’aeroporto di Torino ha fatto segnare un +7% rispetto al periodo pre-pandemico.

Anche le novità lanciate con l’avvio della stagione estiva 2023 hanno contribuito a generare tali volumi di traffico. Sono 7 i nuovi voli che si sono aggiunti al network dell’aeroporto di Torino: Alicante (dal 1° maggio), Stoccolma e Vilnius serviti da Ryanair; Parigi Orly (dal 26 maggio) servito da Volotea; Foggia, servito da Lumiwings, a cui si è aggiunto il volo per Porto (dal 2 giugno). Un’ulteriore novità assoluta prenderà il via dal 10 giugno: una catena charter da Stoccolma dedicata ai turisti svedesi amanti della montagna estiva, che sarà operata ogni sabato fino al 12 agosto e offrirà il pacchetto completo di volo, trasferimenti e hotel, per rendere ancora più agevole anche d’estate la vacanza sulle montagne del nostro territorio, storicamente apprezzate durante i mesi invernali.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti delle performance registrate dal nostro scalo in questi primi 5 mesi del 2023, grazie alla spinta generata dal traffico neve della stagione winter e dall’incremento dei flussi incoming verso il nostro territorio facilitato anche dai ponti primaverili. I nuovi voli internazionali, come ad esempio il Vilnius e lo Stoccolma, hanno registrato tassi di riempimento molto elevati, confermando l’aumento dell’interesse dall’estero per il Piemonte: nei primi 5 mesi del 2023 la componente internazionale è pari al 52%, 6 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2022”.

Un nuovo piano regolatore per Torino. Le linee guida approvate dalla Giunta comunale

Con oltre 300 interventi al via grazie ai 600milioni di fondi Pnrr e ai 148milioni di risorse Pn metro plus e l’avvio della progettazione per la metro 2, la Città di Torino entra in una nuova importante fase di trasformazione, tra grandi opere e manutenzioni. Torino cambia e, per accompagnare adeguatamente questo cambiamento e progettare la città del futuro, la giunta comunale ha approvato  le linee guida per dotarsi di un nuovo piano regolatore generale.

 

Il Piano è il principale strumento dell’Amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.
La delibera approvata definisce gli obiettivi per la predisposizione del Progetto Preliminare del Nuovo Piano, declinati secondo le vocazioni strategiche della Città.

“L’ultimo piano regolatore che Torino ha avuto– spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– ha consentito negli anni la trasformazione di molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarla dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente tuttavia che oggi uno strumento pensato negli anni ‘90 non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico. Ci sono tutti i presupposti per auspicare il rilancio dell’architettura cittadina e nuovi bei progetti urbanistici, che faranno di Torino una città sempre più attrattiva”.

Tra le linee di indirizzo nel documento spiccano, tra le altre, la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni, con il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, valorizzando i mercati anche come occasione di presidio del territorio. Prioritario il tema della riduzione dell’impatto ambientale per la lotta al cambiamento climatico. In particolare, ai fini del contenimento del consumo di suolo libero, il nuovo piano dovrà incrementare gli elementi dell’ambiente naturale che forniscono servizi ecosistemici, privilegiando trasformazioni di aree con suolo già consumato, favorendo la rigenerazione di nuovo suolo libero e permeabile, promuovendo opere di mitigazione del rischio idrogeologico e di riduzione dell’effetto isola di calore, salvaguardando le aree agricole, prevedendo un sistema naturale di valenza metropolitana. Grande attenzione anche alla mobilità: il nuovo piano regolatore dovrà prendere atto di una rete di Trasporto Pubblico Locale su ferro che includa le due linee di metropolitana e il Sistema Ferroviario Metropolitano, prevedendo modalità efficaci di prolungamento degli assi esistenti e di connessione con gli altri servizi di trasporto pubblico al fine di servire la più alta percentuale di territorio comunale. Dal 1995, poi, Torino ha diversificato attivamente la sua economia. Il nuovo strumento dovrà quindi accompagnare lo sviluppo della città promuovendo l’utilizzo di tecnologie specializzate per affrontare questioni legate alla società, all’ecologia e alla morfologia. Uno dei passaggi chiave sarà quello di accogliere la tecnologia dell’Urban Digital Twin, un “gemello digitale” per consentire analisi urbane più avanzate, simulazioni di trasformazione del territorio, facilitare l’accesso a informazioni georeferenziate da parte di professionisti e cittadini, implementare dati raccolti in tempi e modi differenti.
Il nuovo piano dovrà accrescere le potenzialità della metodologia di valutazione dell’impatto sociale che l’Amministrazione sta già sviluppando, necessaria nel riportare con efficacia le trasformazioni urbane alla loro capacità rigenerativa e, nella peculiarità di una città che si trova oggi con un numero di abitanti di molto inferiore a quanto previsto alla fine del secolo scorso, dovrà mettere in campo strumenti e strategie per riallineare offerta e domanda di abitazioni e per costruire un sistema residenziale – pubblico e privato – adeguato agli studenti e ai giovani lavoratori, costruendo le condizioni perché possano rimanere in città. Sarà un piano connesso con la crescita e il governo della Torino Metropolitana, che incentivi la cooperazione tra gli attori e gli enti della prima e seconda cintura. Dovrà incoraggiare lo sviluppo ad uso misto, che combini destinazioni residenziali, commerciali, terziarie e per la produzione evoluta rendendo possibile la coesistenza delle funzioni nelle diverse parti di città, al fine di aiutare a creare quartieri vivaci ed economicamente diversificati che attraggano una vasta gamma di abitanti e di imprese. L’Amministrazione ha già attivato una precisa politica volta a favorire usi temporanei degli spazi dismessi per attività culturali, sociali e ricreative e il nuovo piano regolatore generale avrà l’obiettivo di consolidare e sistematizzare questa fase prodromica delle trasformazioni.

Il processo di redazione del nuovo piano regolatore sarà corale, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e della società civile nel suo insieme: portatori di interesse sociale ed economico, abitanti e utenti della città, associazioni e corpi intermedi, enti pubblici ed esperti.

Il lavoro partirà già da domani. Mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, infatti, la sede di Urban Lab in piazza Palazzo di Città 8f ospiterà “Torino cambia: un piano per la città” (programma in allegato). Due giorni di tavoli tematici non aperti al pubblico ma riservati a portatori d’interesse e addetti ai lavori, che potranno suggerire traiettorie di lavoro per la costruzione del nuovo piano. Insieme a questi gruppi di confronto sono in programma momenti di racconto della città attraverso le prospettive e le esperienze di esperti e realtà associative del territorio.

Tre degli appuntamenti in programma saranno aperti alla stampa: mercoledì 7 alle 18.30 a raccontare la sua visione di Torino sarà Amanda Burden di Bloomberg, urbanista e direttrice del Department of City Planning della città di New York dal 2002 al 2013, dove ha guidato una delle più grandi operazioni di pianificazione della città. Giovedì 8 giugno alle ore 12.30 il punto di vista sul futuro della città sarà quello dell’architetto e urban designer Cino Zucchi.
I lavori si chiuderanno ufficialmente giovedì 8 alle 18.30 in piazza Palazzo di Città quando il Sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore Paolo Mazzoleni presenteranno i primi esiti di questa attività di ascolto e confronto ai partecipanti e ai giornalisti.

Blooming Group si candida a competence center del retail in Italia

34 milioni di euro e oltre 500 dipendenti

È stata ieri  la giornata mondiale dell’ambiente l’occasione ideale per Blooming Group Spa, società 100% italiana con headquarter a Torino, specializzata nella creazione, ampliamento e gestione di reti di punti vendita per brand di qualità nei settori food e retail, per presentare il suo primo Bilancio di Sostenibilità.

Dagli inizi del 2017, Blooming Group ha visto una crescita costante, che le ha permesso di chiudere il 2022 con un fatturato di 34 milioni di euro e oltre 500 dipendenti. Ha aperto 34 store per 7 brand del settore food e personal care in Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto: Burger King con 18 ristoranti, Befed con 8 store, Rossopomodoro, Alice Pizza, Pomodoro e Il Barbiere con un locale ciascuno, oltre ai locali dei propri marchi Barotto e Lab, entrambi a Torino.

La filosofia voluta dai fondatori, Davide Canavesio, Barbara Graffino, Maurizio Cimmino, è fortemente orientata ai valori ESG – Environment, Social, Governance, e ha prodotto il primo Bilancio di sostenibilità presentato oggi, in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede in via Varallo a Torino, sottolineando l’impegno a diventare un punto di riferimento per la sostenibilità nel settore retail.

«Nel 2021 abbiamo riunito tutte le nostre esperienze del retail in un’unica famiglia», affermano i tre fondatori del gruppo, supportati nella compagine dai più importanti imprenditori del territorio. «Siamo orgogliosi dei nostri risultati economici, ma siamo altrettanto fieri del nostro impegno verso l’ambiente e le comunità. Ci siamo impegnati a gestire le nostre società e i dipendenti mettendo la sostenibilità ambientale e sociale in cima alla nostra agenda. Adesso vogliamo dare il nostro contributo al territorio per costruire sempre competenze nel settore del retail organizzato: da qui il nostro impegno per creare a Torino un competence center per il retail».

Blooming si impegna nel proprio agire quotidiano a rispettare ed implementare gli obiettivi dei SDG – Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stilati dalle Nazioni Unite nel 2015. Ha inoltre costituito un Comitato ESG e ha lanciato una serie di iniziative per ridurre l’impatto ambientale e favorire le comunità in cui opera.

Particolare attenzione viene posta alle politiche di gestione del personale. Nell’anno 2022, nonostante il difficile periodo pandemico, il personale totale ammonta a oltre 500 dipendenti, di cui una percentuale del 63% di donne e del 37% di maschi. Un occhio di riguardo è dedicato all’integrazione del personale di oltre 30 nazionalità diverse, con un totale di 55% di collaboratori italiani e 45% stranieri. Il Gruppo garantisce, inoltre, l’assenza di discriminazioni nella selezione, assunzione, formazione, gestione, sviluppo e retribuzione del personale, come previsto dal Codice Etico aziendale.

Dal punto di vista ambientale Blooming Group si impegna a ridurre le emissioni di carbonio, monitorare i consumi energetici e utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili per contribuire alla tutela dell’ambiente. Tra i principali obiettivi, si focalizza sulla riduzione delle emissioni di carbonio verso lo zero, compensando le emissioni prodotte con progetti di tutela ambientale nel medio-lungo termine. Inoltre, sta attuando un progetto di monitoraggio ambientale con Enerbrain per tracciare i consumi energetici dei propri store, iniziando nel 2019 e proseguendo negli anni successivi. Infine, si impegna a utilizzare energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, al fine di coprire completamente il proprio fabbisogno energetico a partire dal secondo semestre del 2023.

Per quanto riguarda l’impegno verso le comunità sono numerose le iniziative in campo, tra le quali la collaborazione con la scuola elementare Parini di Torino per la fornitura di lavagne multimediali interattive per una scuola di qualità e inclusiva. Per dare un contributo concreto alla riduzione delle disuguaglianze Blooming Group ha, inoltre, attivato un canale diretto con l’Associazione CEPIM-TORINO (Centro Persone con Sindrome di Down ODV) con l’obiettivo di una piena ed effettiva partecipazione delle persone disabili nella società, volta ad un miglioramento della qualità di vita. Inoltre, Blooming collabora con la Fondazione Ricerca Molinette per il progetto “Un Baffo per la Ricerca” per la prevenzione dei tumori maschili.

Sfide e opportunità nel settore agroalimentare e nei mercati all’ingrosso

RITRATTI TORINESI
Intervista a Simona Riccio

Simona Riccio, Social Media Manager del CAAT e Agrifood Strategist, vive il settore agroalimentare a 360 gradi.

“La mia passione e il mio interesse per i mercati agroalimentari all’ingrosso – sostiene Simona Riccio – sono nati da una profonda affinità nei confronti del settore alimentare e dalla consapevolezza dell’importanza cruciale che riveste nella nostra società”.

Simona Riccio che, sin da giovane ha avuto l’opportunità di crescere in un contesto familiare in cui l’agricoltura e al produzione alimentare erano valori fondamentali, ha imparato ad aver cura e a valorizzare il lavoro degli agricoltori e di tutti coloro che contribuiscono alla catena dell’approvvigionamento alimentare.

“Questo interesse – continua Simona Riccio – si è trasformato in una vera e propria passione quando chiesi al direttore generale del CAAT, Gianluca Cornelio Meglio di visitarlo. Ricordo di quella fredda giornata accanto al Presidente Marco Lazzarino tutti i colori, i profumi e il vociare allegro di una città in movimento.

Ho subito compreso che questo settore meritava attenzione e percepito l’importanza che il CAAT svolge all’interno della distribuzione e della commercializzazione dei prodotti alimentari a livello locale, nazionale e internazionale”.

Simona Riccio, attraverso le sue competenze dei mercati all’ingrosso, si impegna per valorizzare il lavoro degli agricoltori e dei prodotto di qualità nell’ottica di un loro percorso di crescita. Attribuendo grande importanza al ruolo dei mercati agroalimentari e all’ingrosso Simona Riccio favorisce lo sviluppo di solide relazioni tra i vari settori della filiera agroalimentare.

“I mercati generali- afferma Simona Riccio – rappresentano una fonte di opportunità per agricoltori e produttori al fine di accedere a nuovi canali distribuzione e ampliare la loro presenza sul mercato.

Tra quelle che sono le sfide attuali nel settore agroalimentare possiamo individuare un crescente interesse per i prodotti biologici in una direzione che va verso la sostenibilità, capace di tenere conto non soltanto della quantità ma anche della qualità.

Si tratta di una sfida che prevede un fondamentale lavoro di collaborazione, di investimento in tecnologie innovative e di promozione della trasparenza lungo l’intera catena di approvvigionamento”.

Interpellata sull’argomento che riguarda l’evoluzione futura del settore agroalimentare dei mercati all’ingrosso Simona Riccio afferma che l’evoluzione di questi ultimi sarà influenzata da un aumento costante della domanda di prodotti sostenibili e biologici, nonché di una crescente adozione di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale, al fine di migliorare l’intelligenza e la tracciabilità a dei prodotti.

“Grazie al Presidente di Italmercati Fabio massimo Pallottini – aggiunge Simona Riccio – ho partecipato all’evento organizzato da Italmercati -Rete di imprese e The European House – Ambrosetti, dove si è discusso di un argomento importante quale il cambiamento che l’Italia deve affrontare.

L’Italia ha bisogno di fare squadra per raggiungere l’obiettivo di un riconoscimento dell’importanza crescente dei mercati all’ingrosso all’interno della filiera agroalimentare “.

“Ci tengo a ricordare- cita Simona Riccio – che tutto il settore non si è mai frenato nelle difficoltà, sempre attivi nel periodo pandemico, e ora vicino all’Emilia Romagna che, colpita dall’alluvione, versa e affronta tante criticità. Proprio gli agricoltori hanno messo a disposizione il loro lavoro e le loro attrezzature al fine di ripristinare una situazione disastrosa.

Mara Martellotta

Case popolari, dopo 20 anni sbloccati i fondi

 I PRIMI 18 MILIONI DEI FONDI EX GESCAL
LA NOTA DELLA REGIONE – Grazie al lavoro dell’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino, e grazie alla  struttura la Regione è riuscita laddove altri in più di 20 anni avevano fallito: le risorse immediatamente disponibili sono oltre 10 milioni suddivisi sulle tre Atc. Di questo importo il 20% minimo dovrà essere per legge riservato a interventi su alloggi di risulta al momento non assegnabili per gravi carenze manutentive. Il resto verrà assegnato per interventi di recupero e riqualificazione di interi fabbricati per far fronte alle note necessità dovute all’emergere delle nuove povertà. I restanti 8 milioni rappresentano gli accantonamenti che potranno essere utilizzati dalle Atc previa dichiarazione dei rispettivi Cda.
Un risultato storico, prezioso, più che mai utile in un momento come questo, dove l’aumento delle nuove povertà ha portato a un innalzamento del fabbisogno di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Un risultato ottenuto grazie alla caparbietà dell’assessore regionale Chiara Caucino – che ha lavorato anni per arrivare ad oggi – e di tutta la struttura regionale che si occupa di casa, chiamata dall’assessore a uno sforzo per arrivare dove nessuno, dal 2001, era riuscito: sbloccare la prima tranche dei fondi «ex Gescal» per il Piemonte, che giacevano nei «forzieri» della Cassa Depositi e Prestiti.
In totale, la prima tranche che oggi la giunta, su proposta di Caucino, ha sbloccato, è di più di 18milioni di euro.
Le risorse immediatamente disponibili ammontano esattamente a 10.155.054,11 di euro, da ripartite nell’ambito territoriale di riferimento sulla base del numero degli alloggi di edilizia sociale in regime di edilizia sovvenzionata di proprietà delle Atc, ovvero: Piemonte Nord, 8.257 alloggi, Piemonte Centrale, 17.659 alloggi e Piemonte Sud: 9.246 alloggi.
Le risorse seguiranno due linee di interventi: la prima riguarda l’efficientamento energetico, la messa in sicurezza statica, la manutenzione straordinaria, la realizzazione, il rinnovo, la sostituzione o l’adeguamento degli impianti a servizio delle unità abitative e il  recupero e la riqualificazione di interi fabbricati a prevalenza abitativa.
Nel caso di interventi di recupero e riqualificazione di interi fabbricati per concorrere al raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari è richiesto un incremento minimo di due classi energetiche e comunque un livello prestazione energetica a fine lavori pari almeno alla classe C per ogni intero edificio oggetto di riqualificazione proposto a finanziamento, da dimostrare mediante Attestato di Prestazione Energetica (APE) ante e post intervento.
Non è richiesto il raggiungimento della prestazione energetica migliorativa minima sopra indicata per gli interventi di messa in sicurezza statica, la realizzazione o il rinnovo o la sostituzione o l’adeguamento degli impianti a servizio delle unità abitative, l’eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici.
E’ poi prevista anche una seconda linea di intervento che riguarderà interventi di manutenzione straordinaria di singoli alloggi «di risulta», attualmente non assegnabili per gravi carenze manutentive.
Queste risorse sono state pertanto ripartite tra i tre ambiti come segue: Piemonte Nord: 2.384.684,65 euro, Piemonte Centrale 5.100.054,05 euro e Piemonte Sud 2.670.315,41 euro.
Una riserva minima pari al 20% delle risorse disponibili a livello di singolo ambito è resa disponibile destinata alla «linea 2». Possono presentare richieste di finanziamento per le due linee di intervento esclusivamente le Atc: l’elenco delle richieste, in ordine di priorità, deve essere approvato con deliberazione dei rispettivi Cda.
A questi 10milioni 155mila 054,11 euro, si aggiungono inoltre ulteriori 7 milioni 968mila e 147,03 euro: si tratta di accantonamenti delle tre Atc, utilizzabili solo previa dichiarazione dei Consigli di Amministrazione degli Enti stessi ed esclusivamente per interventi attinenti alla «linea1»: in totale le risorse ammontano a 4.886.743,35 milioni per Atc Centro, 2.650.912.23 milioni per Atc Nord e 430.496,45 mila euro per Atc Sud.
Fondamentale sarà il rispetto del cronoprogramma: entro 2 mesi affidamento della progettazione degli interventi; entro 7 mesi approvazione progetto esecutivo; entro 9 mesi pubblicazione dei bandi di gara; entro un anno aggiudicazione definitiva dell’appalto (atto di efficacia dell’aggiudicazione); entro 15 mesi consegna e avvio dei lavori ed entro due anni la realizzazione di almeno il 50 per cento degli stessi.
Per gli interventi di manutenzione straordinaria di alloggi «di risulta» non assegnabili per gravi carenze manutentive, gli interventi ammessi al finanziamento devono giungere a conclusione dei lavori entro e non oltre 120 giorni dalla data di assunzione del provvedimento dirigenziale di concessione del finanziamento da parte della Regione.
L’assessorato regionale alla Casa si farà carico di una rigorosa azione di monitoraggio per verificare il rigoroso rispetto di regole e tempi.
«Nell’annunciare questa notizia – spiega Caucino – non posso negare di provare una soddisfazione immensa in quanto, grazie alla collaborazione di tutta la mia struttura siamo riusciti davvero a realizzare un’impresa che pareva al limite dell’impossibile». «Dietro a questo risultato – prosegue Caucino – ci sono anni di lavoro da parte mia e della struttura. Il tutto in un momento socialmente molto delicato, dove l’emergere delle nuove povertà, dovute agli effetti a lungo termine delle due grandi crisi economiche, ai disastri causati dalla pandemia da Covid19 e alle nefaste conseguenze della guerra in Ucraina hanno fatto aumentare in misura significativa le persone che necessitano di una casa popolare. In tale contesto, queste risorse rappresentano una grande possibilità per riqualificare il nostro patrimonio ed è mia intenzione vigilare affinché vengano spese correttamente e rispettando rigorosamente il cronoprogramma». «Ancora una volta – conclude Caucino – questa giunta ha mantenuto la promessa che è stata fatta fin dal primo giorno: lavorare, fare tutto il possibile affinché nessuno venga lasciato indietro o, peggio, da solo».