ECONOMIA- Pagina 58

I commercialisti nell’era dell’intelligenza artificiale

Nel contesto del Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti che si tiene a Torino dal 18 al 20 ottobre, si è svolta una discussione avvincente e pionieristica sulla crescente interazione tra il mondo professionale dei commercialisti e l’intelligenza artificiale. I dottori commercialisti italiani hanno preso l’iniziativa sfidando l’IA, in particolare dialogando con l’assistente virtuale ChatGPT, per redigere un documento cruciale intitolato “Il Lavoro del Commercialista nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: Scenari, Opportunità e Rischi.” Questo documento, in fase di presentazione domani, getta luce sui profondi cambiamenti e le nuove sfide che l’intelligenza artificiale porta nel settore della consulenza fiscale e contabile.

L’idea è partita dall’Università di Torino, rappresentata in seno ai gruppi di lavoro AI e professione del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili dai professori Paolo Biancone (nella foto) e Silvana Secinaro, anche rispettivamente Vice Presidente e Presidente dell’associazione di accademici ed esperti Tecnologie per l’accounting e l’accountability.

L’utilizzo dell’IA nella professione del commercialista è un tema che ha guadagnato sempre più rilevanza negli ultimi anni. La crescente automazione dei processi contabili e fiscali, insieme all’avvento di strumenti avanzati di analisi dei dati, ha reso chiaro che i dottori commercialisti devono adattarsi a questa nuova realtà.

La sfida di dialogare con ChatGPT per la redazione del documento rappresenta un passo audace verso la comprensione dei potenziali benefici e delle sfide dell’integrazione dell’IA nella consulenza commerciale. Il documento sarà presentato al Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti domani, e rappresenta un contributo significativo alla comprensione dei cambiamenti in atto nella professione. Esso segna anche un punto di partenza per ulteriori discussioni e ricerche sulle sfide e le opportunità che l’intelligenza artificiale porta nel mondo della consulenza contabile.

Questo stimolante dialogo con l’IA ha messo in evidenza l’importanza di una formazione continua e dell’adattamento costante alle nuove tecnologie. Atteggiamento che l’Università di Torino promuove con corsi mirati a questo cambio di mentalità tra i futuri professionisti e manager, in particolare con il corso Tecnologie per l’Accounting  e l’Accountabilty, erogato come scelta libera dal Dipartimento di Management, percorso magistrale Amministrazione e Controllo Aziendale, ma fruibile a scelta da tutti gli studenti di Unito interessati.

In un mondo in costante evoluzione, i dottori commercialisti italiani dimostrano di essere pronti ad affrontare il futuro con apertura e determinazione, abbracciando l’intelligenza artificiale come una risorsa preziosa e affrontando le sfide con coraggio e determinazione.

Settima edizione del “CDVM’S GOT TALENT”

Dove l’impresa e l’Università promuovono una feconda collaborazione

CDVM’S GOT TALENT, l’importante evento annuale organizzato dai giovani del CDVM-Club Dirigenti Vendite e Marketing,giunge quest’anno alla sua settima edizione e promuove nuovamente il suo rapporto con l’Università di Torino, coinvolgendo gli studenti prossimi alla laurea nel corso di Branding della Professoressa Anna Claudia Pelliccelli.

In questi talent gli allievi, organizzati in team da loro creati, avranno l’opportunità di applicarsi in un progetto di business reale della durata di sette settimane, in cui il mondo delle aziende e quello universitario si incontrano per dare vita a nuove idee e nuovi sviluppi. Nel caso aziendale di questa edizione vede coinvolta la Fresia Alluminio SPA, azienda italiana leader nella progettazione e commercializzazione di sistemi ecosostenibili per serramenti in alluminio per l’edilizia ad alta efficienza energetica. L’azienda vanta una lunga tradizione essendo stata fondata nel 1930.

I mesi precedenti hanno visto il gruppo di lavoro impegnarsi per l’organizzazione del concorso e del primo evento, con la presentazione del caso aziendale agli studenti, che è avvenuto il 27 settembre scorso presso l’aula Jona della scuola diManagement ed Economia sita in Corso Unione Sovietica 218 bis a Torino.

Il caso aziendale presentato è quello su cui si cimenteranno 120 studenti, mettendo alla prova quanto finora appreso durante il corso di studi. L’azienda ospite Fresia Alluminio SPA è una realtà piemontese consolidata che, dal 1935, fonda la propria “mission” aziendale sulla qualità del prodotto e l’attenzione al cliente. Gli iscritti sono organizzati in più di venti squadre.

L’evento di presentazione si è tenuto in presenza del Presidente del CDVM Bartolomeo Vassallo, del vicepresidente e coordinatore del CDVM’ S GOT TALENT Maurizio Ciulla e al Consigliere Luca Psacharopulo del coordinamento dei Soci Junior.

“Abbiamo avuto sempre un ottimo riscontro dal Talent – commenta il Presidente Bartolomeo Vassallo – sia per l’interesse dimostrato dagli studenti sia per alcuni elaborati generati che le aziende coinvolte nelle varie edizioni hanno ritenuto interessante e meritevole di ulteriori approfondimenti. Quest’anno abbiamo delle attese molto elevate, considerato che sono coinvolti solo gli studenti del quinto anno, quindi quelli potenzialmente più pronti ad affrontare realtà concrete. Inoltre, per la prima volta, per rendere più vivo l’interesse a emergere nel talent, grazie alla collaborazione con AXL Agenzia per il Lavoro, ai componenti dei primi tre gruppi classificati verrà offerta un’attività di coachingmirata a migliorare la performance attraverso strumenti e tecniche di coaching efficace.”

Mara Martellotta

Materie prime strategiche, in Piemonte possibili miniere

Tronzano risponde a Magliano, che interroga sulla riapertura delle cave.

“È prematuro parlare di aperture di miniere, ma ci sono programmi di monitoraggio dei suoli e la verifica sulle vecchie cave, per un possibile riutilizzo”. Questa la risposta dell’assessore regionale Andrea Tronzano all’interpellanza di Silvio Magliano sull’approvvigionamento delle materie prime critiche e riapertura delle miniere in Piemonte.

Il quesito nasce dalla constatazione che in Piemonte ci sono 375 miniere dismesse su quasi tremila in Italia, facendo della nostra regione la quarta in Italia in questa classifica. Si tratta di materie prime considerate strategiche, come spiega Magliano, “per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari”.

Il consigliere del gruppo dei Moderati sottolinea che vi è una proposta di regolamento europeo con la quale l’Unione europea vorrebbe rafforzare lo scavo di materie prime europee e che il ministro delle Imprese e del made in Italy, con il ministero dell’Ambiente, sta aggiornando a questo scopo le mappe minerarie italiane.

Tronzano ha sottolineato che le direzioni regionali che si occupano di agricoltura, ambiente ed energia hanno predisposto programmi di monitoraggio dei suoli. Inoltre l’Ispra, nell’ambito del tavolo tecnico sulle materie prime critiche promosso dal ministero dell’Ambiente, ha avviato un gruppo di lavoro con Regioni, Università, Politecnici e Cnr, sulla rivalutazione e gestione sostenibile delle risorse minerarie nazionali.

L’assessore ha spiegato che in Piemonte in passato vi erano in attività piccole miniere di cobalto, associato a nichel e rame nei pressi di Usseglio e Balme, sempre nichel e rame nelle province di Vercelli e Vco ed anche grafite in Val Chisone.

Attualmente tra Usseglio e Balme sono attivi due permessi di ricerca per il cobalto mentre, nella Val Sesia e Valle Strona quattro permessi per il nichel. Vi sono delle concessioni di permessi di ricerca in itinere in Val Chisone per verificare se le antiche miniere sono suscettibili di ripresa. Lo scorso 3 maggio è stato rilasciato dal settore Polizia mineraria, cave e torbiere un nuovo permesso di ricerca per Litio e Bario in Provincia di Cuneo. “Al momento – ha concluso Tronzano – nulla si può affermare sull’esistenza di giacimenti certi ed economicamente coltivabili”.

Nella replica Magliano si è detto soddisfatto della risposta pur nella convinzione che “si devono accelerare queste attività nella speranza che imprese italiane colgano eventualmente l’occasione, visto che vi sono presenti sul nostro territorio ricchezze che sarebbe utile capire se e come possibile sfruttare”.

Il futuro è in gioco: alle Ogr le sfide e opportunità del mondo del gaming

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18 ottobre – OGR Torino

5G, Tecnologie Immersive e Gaming

 

IL FUTURO È IN GIOCO

A Torino le sfide e le opportunità per le imprese e i territori nel settore del “Digital & Interactive Gaming”.Panel di discussione e tante demo concrete.

 

Nel 2022 il mercato dei videogiochi in Italia ha sviluppato un giro d’affari pari a 2,2 miliardi di euro. 3 italiani su 10 giocano ai videogiochi per un totale di 14,2 milioni di persone. Oltre l’80% dei videogiocatori italiani sono adulti, con un’età media di 30 anni e il 70% gioca almeno un’ora alla settimana, il 20% almeno un’ora al mese e il 10% almeno una volta all’anno*.

 

Diverse inoltre ormai le applicazioni di gaming, non più unicamente legate all’intrattenimento, ma anche sempre più diffuso l’utilizzo di tecniche di gamification in ambito culturale e turistico, sociale, ambientale ed educativo.

 

professionisti impiegati nella produzione di videogiochi in Italia nel 2022 sono stati oltre 2.400, in crescita del 50% rispetto ai 1.600 registrati nel 2021. Il 24% degli addetti del settore è donna e l’83% ha un’età inferiore ai 36 anni con impieghi in campi diversi che richiedono elevate competenze specialistiche, come arte (30%), tecnologia (29%), design (18%), oltre a management (12%) e a supporto (11%)*.

 

In questo quadro si inserisce “5G, Tecnologie Immersive e Gaming”, evento che si terrà a Torino il 18 ottobre e che nasce dalla sinergia tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino – CTE NEXT, IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association), MIA (Mercato Internazionale Audiovisivo) e in collaborazione con laViewConference 2023, che aprirà una finestra sul futuro del settore del “Digital & Interactive Gaming”.

 

Ospitato alle OGR di Torino , l’evento si articola su mezza giornata densa di ospiti e dimostrazioni pratiche delle tecnologie immersive abilitate dal 5G nel settore del “Digital & Interactive Gaming”: dal focus sulle competenze necessarie per lo sviluppo del settore allo sguardo sulle novità normative.

 

L’evento principalmente rivolto a imprese, ma anche a soggetti operanti nel settore pubblico e privato, connesso alla promozione di competenze e esperienze di applicazioni di gaming in svariati settori, segna l’interesse congiunto del MIMIT e della Città di Torinotramite la sua Casa delle Tecnologie CTE Next di mettere una lente su un settore economico promettente, ormai in grado di influire, almeno in termini di approccio, anche su policy di interesse pubblico ed urbano e dove il potenziale delle tecnologie emergenti abilitate dal 5/6G può essere dirompente.

 

Forte in questo senso il legame fisico e tematico con la ViewConference che si svolge negli spazi attigui in OGR: CTE Next ha promosso la partecipazione della propria community e ha messo a disposizione di imprese e altri soggetti tecnici a lei vicini alcuni ingressi per entrare nel vivo di una manifestazione di estremo rilievo su scala nazionale ed internazionale.

 

«Torino considera le tecnologie emergenti una delle leve dello sviluppo della città che ha tra le sue vocazioni proprio quella di sperimentare e sviluppare soluzioni tecnologiche innovative – ricorda l’assessora all’Innovazione e alla Transizione Digitale Chiara Foglietta – Sulla frontiera più avanzata di questa innovazione si colloca il gaming, un settore che concentra in sé opportunità economiche, occupazionali, didattiche, relazionali, di entertainment. Sviluppare competenze, conoscere le novità normative, approcciarsi ai linguaggi ed alle esperienze di un media in continua crescita consente a imprese, cittadini e istituzioni di cavalcare le trasformazioni in atto. L’aumento delle attività che fin dal prossimo futuro beneficeranno dell’utilizzo delle nuove tecnologie coinvolgerà, infatti, un numero sempre maggiore di persone e determinerà, di conseguenza, effetti sul nostro modo di vivere. 5G, Tecnologie immersive e Gamingrappresentano un potente volano per lo sviluppo socio-culturale ed economico e uno strumento utile a contribuire alla Sicurezza sociale, al Welfare e la Protezione civile dei cittadini, favorendo lo sviluppo della cosiddetta Economia sociale.  Le potenzialità sono tante, dalla Transizione ecologica all’Istruzione fino alla Ricerca e alla Salute, ma è importante governare i nuovi strumenti. Quella delle nuove tecnologie è una rivoluzione che va governata e accompagnata anche dal punto di vista normativo e di policy perché ci siano garanzie per le persone, semplicità, sicurezza, rispetto della privacy, corretta gestione dei dati».

 

Il programma è suddiviso in tre parti che approfondiscono il mondo del gaming da tre prospettive diverse in altrettante sessioni: “Sfide e opportunità nel settore gaming tra competenze e novità normative”; “L’industria del gaming dal punto di vista tecnico-industriale”; “I videogiochi come strumento per il cambiamento socio-educativo”. Il tutto in un alternarsi di tavole rotonde e key note speaker italiani e stranieri.

 

Accanto agli interventi dei panel importanti contributi di keynote speaker di rilievo, tra i quali Francesco de Rugeriis (studio legale indipendente LCA), che interviene su “La tutela giuridica del videogioco: evoluzione e novità normative del digital and interactive entertainment”, ed Elisabetta Rotolo (CEO & Founder MIAT Multiverse Institute For Arts and Technology), con un contributo su “Entertainment, media, audiovisivi e innovazione. Nuovi linguaggi ed esperienze nell’era delle tecnologie”.

 

Il MIMIT animerà inoltre il confronto con le imprese del settore, evidenziando il ruolo centrale delle tecnologie emergenti abilitate dal 5G e lancerà, in collaborazione con il Competence Center nazionale Cyber4.0, il contest “Let’s Cyber Game!”, il concorso nazionale rivolto alle squadre di studenti degli ITS italiani specializzati in ICT. L’obiettivo principale è sviluppare un videogioco che utilizzi il gaming per diffondere la conoscenza sulla sicurezza Informatica. Il programma mira a promuovere l’innovazione, l’auto-imprenditorialità giovanile e le idee legate all’Industria 4.0, all’inclusione sociale e alla transizione digitale sicura. Il contest si sviluppa in due fasi, con una preselezione entro gennaio 2024 e una fase finale in maggio 2024, dove arriveranno in finale 10 progetti e tre saranno premiati.

 

Infine, è prevista una sessione di “demo” sulle soluzioni più innovative nel settore gaming, dove aziende e centri di ricerca come Hive Division, Novis Games, Dramatic Iceberg, Nerdo, Febucci, Monka Games, Impersive e Links Foundation presentano giochi, tecnologie e progetti. Fra questi, ad esempio, saranno presentati gli ottimi risultati del progetto pilota “Musei nel Metaverso” sviluppato da Links Foundation, partner di CTE-NEXT, che mira a creare spazi digitali innovativi per comunicare l’arte e la cultura ed avvicinare il pubblico più giovane al mondo dei musei ,sfruttando il potenziale delle nuove tecnologie immersive e del Metaverso. Il progetto si focalizza in particolare sul contesto di Palazzo Madama di Torino e sulla sua prestigiosa collezione di Medaglie Rinascimentali, con due nuove esperienze interattive immersive fruibili in Realtà Virtuale: gruppi di studenti potranno cimentarsi persino nella creazione della propria moneta e le migliori potranno essere stampate in 3D ed esposte a Palazzo Madama. Questo per creare un legame forte fra reale e virtuale, tema imprescindibile nel settore dell’educazione.

 

Sempre in area ‘demo’ Impersive offrirà un’esperienza immersiva con 10 visori e i contenuti in realtà virtuale realizzati a Torino nell’ambito del progetto 5G “Audiovisual Broadcast Broadband Network”, vincitore del bando “5G Audiovisivo 2022” del MIMIT per far scoprire in maniera giocosa a ospiti e relatori le bellezze di Torino in un viaggio fra cultura e innovazione.

 

Per partecipare è sufficiente iscriversi qui

https://www.eventbrite.at/e/biglietti-5g-tecnologie-immersive-e-gaming-719029535697?aff=oddtdtcreator

 

L’Executive MBA di ESCP al terzo posto a mondiale del Financial Times

 L’Executive MBA di ESCP Business School si posiziona al terzo posto a livello mondiale nella classifica annuale degli EMBA del Financial Times. ESCP scala due posizioni nel ranking delle migliori istituzioni di formazione executive al mondoconfermando la sua leadership.

 

L’EMBA di ESCP è classificato al 1° posto in Europa e occupa la prima posizione in tutti i Paesi in cui sono presenti i nostri campus: Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. Questo conferma il suo status di uno dei programmi EMBA più prestigiosi d’Europa.

 

“Questo eccezionale traguardo dimostra l’impegno di ESCP nell’offrire un’esperienza di prim’ordine per formare business leader di alto livello”, afferma la Prof.ssa Véronique Tran, Executive Vice President and Dean for Executive Education“Siamo convinti che, nell’attuale panorama economico in rapida evoluzione, l’apprendimento continuo non sia un’opzione. Si tratta di un vantaggio competitivo e la chiave del successo futuro”.

Punto di forza dell’EMBA è la sua eccellenza internazionale, e per questo ESCP si aggiudica il primo posto nella classifica del FT, dando rilevanza alla preziosa esperienza internazionale dei suoi corsi. I partecipanti EMBA di ESCP prendono parte a un programma dedicato allo sviluppo della loro filosofia di leadership personale, imparando a valorizzare la loro carriera per ottenere il massimo impatto nell’attuale ambiente economico globale.

Questa forte prospettiva internazionale si riflette nella diversità delle classi e dei docenti dell’EMBA, grazie anche all’esclusivo modello multicampus di ESCP. I partecipanti entrano a far parte di un importante network formato da 75.000 alumni, presente in 200 paesi.

 

Il FT ha inoltre classificato l’EMBA di ESCP al 4° posto per l’avanzamento di carriera, calcolato in base alle variazioni del livello di seniority e delle dimensioni dell’organizzazione per gli alumni dell’EMBA. La percentuale di aumento di stipendio per gli alumni rispetto a prima dell’EMBA e ora è del 101%.

All’interno del programma EMBA, la sostenibilità non è solamente una materia studiata in classe, ma è una costante, intessuta nell’intero programma di studi. Per ogni corso del programma EMBA, i professori hanno identificato da due a quattro SDG che il corso contribuisce a realizzare. Questi sforzi sono stati riconosciuti dal fatto che l’EMBA di ESCP si è classificato al secondo posto a livello mondiale per “Environmental, Social and Governance (ESG)“.

 

“Molti dei nostri alumni, dopo aver completato l’EMBA, sono passati a ricoprire ruoli chiave nel campo della sostenibilità o hanno avviato startup dedicate a iniziative legate alla sostenibilità. Questa trasformazione e i risultati di questo ranking sottolineano la profonda influenza che il nostro programma ha sulla formazione di leader che creano valore per le aziende e la società, tenendo conto delle questioni di sostenibilità e con un forte impegno ad avere un impatto positivo sul mondo. Per noi la sostenibilità è un concetto ampio e completo, incorporato in tutti gli aspetti del nostro programma EMBA, che comprende tutte le dimensioni dell’ESG, inclusi i fattori ambientali, sociali e di governance”, dichiara il Prof. Francesco Venuti, Direttore Accademico dell’EMBA.

 

“Il programma EMBA dell’ESCP fornisce agli executive le conoscenze e le competenze essenziali per realizzare appieno il loro potenziale di leader di livello mondiale impegnati a dare vita ad un impatto positivo”, afferma Manon Marinière, direttrice dell’EMBA. “Questo grande risultato nel ranking sottolinea la nostra dedizione alla leadership responsabile”.

 

Per maggiori informazioni sull’Executive MBA di ESCP Business School, visitare il sito: https://escp.eu/programmes/executive-mba.

 

Pensione integrativa: una proposta alternativa

 

La situazione previdenziale degli italiani è ancorata da sempre all’INPS, che raccoglie e gestisce i contributi versati dalle aziende e dai lavoratori per costruire una posizione personale che, al momento della maturazione dell’età pensionabile (o dell’uscita anticipata dal mondo lavorativo per agevolazioni o accordi) consenta di erogare una rendita vitalizia.

I contributi sono obbligatori e rappresentano una forma di “risparmio forzoso” nell’interesse del lavoratore che, a fronte delle trattenute, otterrà un capitale finale da godere nella sua vecchiaia.

Attualmente il sistema prevede che la rendita sia pagata tenendo conto dei contributi obbligatori versati.

Accanto alla “pensione obbligatoria” sono state istituite anche forme di previdenza complementare (i fondi pensione ed i Piani individuali pensionistici) con l’obiettivo di integrare il trattamento pensionistico di base).

Ma queste soluzioni hanno costi elevati, che spesso annullano i benefici dell’accumulo.

Ecco perché recentemente è stata pubblicata una proposta molto innovativa, formulata da un trio di studiosi (Arun Muralidhar, Fabio Galli e Giorgio Fano) che hanno pubblicato un interessante studio intitolato “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”, in cui lanciano l’idea di una nuova forma di Buoni del Tesoro finalizzati a costruire una forma pensionistica complementare svincolata dai tradizionali versamenti in “casse comuni” o in polizze vita.

I BTP (denominati Buoni del Tesoro Poliennali Previdenziali) avrebbero caratteristiche ben diverse da quelli tradizionali.

Per il periodo di accumulo il lavoratore potrebbe acquistare BTPPI che andrebbero a costituire un capitale finale in continua crescita grazie ai versamenti ed alla capitalizzazione delle cedole, che non sarebbero pagate ma calcolate ad incremento della posizione.

Al momento della messa in quiescenza (o dell’eventuale decesso anticipato) lo Stato erogherà per un periodo predeterminato (si ipotizzano 15 anni, pari alla presunta vita residua del pensionato medio) una rendita mensile pari al montante finale diviso i 180 mesi; rendita indicizzata in base al tasso d’inflazione per coprire i rischi della svalutazione.

Facciamo un esempio pratico.

Un lavoratore di 25 anni investe in BTPPI un importo di 100 euro mensili, dai quali ottiene ogni anno il 5% capitalizzato.

Dopo 40 anni, il montante è pari ad oltre 160.000 euro, con un esborso complessivo di 48.000 euro, e può fare affidamento su rate mensili di circa 900 euro per 15 anni.

Sarà un importo sufficiente per far fronte al costo della vita di allora? Probabilmente no, ma, come dice il proverbio, meglio poco che niente.

E per coprire l’eventuale perdita del potere d’acquisto, basterebbe incrementare ogni anno il versamento dei 100 euro in funzione del tasso d’inflazione rilevato dall’ISTAT. Con un tasso medio d’inflazione al 5%, i primi versamenti di 100 euro mensili salirebbero alla fine a circa 700 euro, ma ovviamente il capitale finale sarebbe ben superiore, arrivando a sfiorare i 350.000 euro, con una rendita finale mensile di 1.800 euro per 15 anni.

U n sistema semplice, già adottato in altri paesi come il Brasile dallo scorso gennaio, che ha ottenuto un immediato riscontro positivo.

Usare speciali emissioni di BTP consentirebbe di ottenere importanti risultati.

Lo Stato potrebbe fare affidamento su imponenti somme derivanti dalle sottoscrizioni per un periodo molto lungo: nella fase di accumulo almeno 30/40 anni, nella fase di distribuzione 15 anni (anche se con valori gradualmente crescenti per i pagamenti della pensione). Il costo della raccolta sarebbe uguale a quello dei BTP ordinari, con l’altro vantaggio di “risparmiare” il pagamento degli interessi per 30/40 anni (vantaggio di liquidità).

I lavoratori potrebbero fare affidamento su un accumulo certo, svincolato dall’alea degli investimenti che sono previsti dai fondi pensione e dai PIP. E’ vero che in teoria una buona gestione potrebbe rendere bene, ma è altrettanto vero che l’esperienza purtroppo insegna che non è sempre così, anzi! Ed i costi a carico dei sottoscrittori sono elevati, erodendo il rendimento lordo, tanto che in certi anni i risultati sono stati addirittura negativi.

La tassazione sul capitale maturato sarebbe agevolata (12,50% previsto per i titoli di Stato), non ci sarebbe imposta di successione in caso di premorienza del lavoratore, la rendita quindicennale sarebbe certa e piena anche per i familiari (mentre con le pensioni è prevista la decurtazione dell’importo versato agli eredi).

Signori governanti, volete prendere in considerazione questa proposta?

Per approfondire: Arun Muralidhar · Fabio Galli · Giorgio Fano- “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4486371

 

Gianluigi De Marchi

 demarketing2008@libero.it

Amazon: posizioni aperte per operatori di magazzino a  Torrazza Piemonte

Nel centro, operativo dal 2019, l’azienda ha già creato 1.750 posti di lavoro a tempo indeterminato,
superando le stime occupazionali annunciate all’apertura
L’azienda ha recentemente annunciato l’incremento della retribuzione lorda iniziale a 1.764€ per i
dipendenti della propria rete logistica in Italia
Milano, 16 ottobre 2023 – Amazon offre nuove opportunità di impiego per personale di
magazzino presso il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte (TO). Nel sito, aperto nel 2019,
l’azienda ha creato 1.750 posti di lavoro a tempo indeterminato, superando le stime occupazionali
annunciate all’apertura.
La selezione è già in corso ed è gestita dalle agenzie per il lavoro che collaborano con Amazon.
Per candidarsi, è sufficiente cliccare uno dei seguenti link e seguire le indicazioni per inviare la
propria domanda di assunzione: Adecco; Gi Group.
Inoltre, è ora in corso la ricerca di alcuni profili per posizioni manageriali e funzioni di supporto e
ci si può candidare su www.amazon.jobs.
La posizione di operatore di magazzino prevede lo svolgimento delle attività di ricezione della
merce in entrata, catalogazione, movimentazione e stoccaggio dei prodotti, impacchettamento e
spedizione, nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza e degli standard di qualità dell’azienda.
È gradita, ma non necessaria, esperienza pregressa in ambito logistico; verranno prese in
considerazione le candidature di personale precedentemente impiegato in un centro logistico
Amazon ed è prevista un’ampia formazione per tutti coloro che verranno selezionati.
“Ci apprestiamo ad entrare nel periodo pre-natalizio, durante il quale ricorrerà anche la celebre
giornata del Black Friday. La selezione in corso ci permetterà di assumere nuovo personale per far
fronte all’incremento negli ordini dei clienti che sempre interessa gli ultimi mesi dell’anno. In Italia
Amazon conta già oltre 18.000 dipendenti a tempo indeterminato che lavorano in un ambiente di
lavoro sicuro, moderno e inclusivo, e che ricevono salari competitivi e numerosi benefit sin dal
primo giorno” dichiara Matteo Conti, Responsabile del centro di distribuzione Amazon di Torrazza
Piemonte (TO).
A partire dal 1° ottobre Amazon ha aumentato a 1.764 euro la retribuzione lorda iniziale dei
dipendenti della rete logistica in Italia. Questa iniziativa rientra nella politica Amazon di revisione
annuale degli stipendi, affinché sia garantita una retribuzione competitiva ai propri dipendenti.
Dal 2011 l’azienda si conferma come uno dei principali creatori di posti di lavoro del Paese con
18.000 dipendenti assunti a tempo indeterminato a cui offre opportunità di carriera stabili e ben
remunerate, uno stipendio di ingresso tra i più alti del settore e numerosi benefit che includono
sconti sugli acquisti su Amazon.it e un’assicurazione sanitaria integrativa.
Nei suoi circa sessanta siti logistici situati in tutto il Paese, Amazon offre opportunità di crescita
professionale in una varietà di ruoli, dagli operatori di magazzino ai responsabili di reparto, dai
tecnici della manutenzione alle posizioni nelle risorse umane, nella sicurezza, nell’IT e nel team
che gestisce gli ordini dei clienti. Amazon offre ai propri dipendenti ulteriori opportunità, come
l’innovativo programma Career Choice che copre fino al 95% del costo delle tasse scolastiche e
dei libri di testo per coloro che desiderano specializzarsi in un settore specifico frequentando corsi
professionali, per un importo fino a 8.000 euro in quattro anni.

Uncem: chiusura tunnel del Bianco, forte preoccupazione

PER VIABILITA’ SECONDARIA VERSO TUNNEL SAN BERNARDO E VERSO IL FREJUS IN VAL DI SUSA

“Non doveva chiudere, tra i proclami di tanti politici, e invece da oggi il Tunnel del Bianco chiude. Chiude davvero. Con una serie di conseguenze gravissime che ci preoccupano. Conseguenze immediate, su viabilità secondaria verso San Bernardo e Frejus. Conseguenze di medio e lungo periodo su un sistema alpino che, dopo vent’anni di indifferenza dei più, finisce per essere blocco verso l’Europa. Un problema gravissimo, per molto tempo sottovalutato. Sappiamo già che il nodo viario torinese, della Tangenziale in particolare, da oggi fino a fine anno sarà intasato. E migliaia di camion in più andranno verso la Val Susa e il Frejus, essendo bloccata la statale 28 in Alta Val Tanaro verso Ventimiglia e Nizza, essendo con limitazioni per la stagione invernale la statale 21 verso la Maddalena e pure il Gran San Bernardo chiuso di notte fino a marzo ai mezzi pesanti alti più di tre metri. Un bel caos, che ci dice una cosa. I rallentamenti dei lavori ai trafori alpini ferroviari, la non pianificazione infrastrutturale, la mancanza di coesione vera europea che guarda alle montagne quale luogo di sviluppo e crescita, flussi e transiti, pensano come non mai. E peseranno tantissimo, da oggi, sui sistemi economici di Valle d’Aosta e Piemonte. Ora, svegliandoci tutti di fronte alle emergenze, si torni a pianificare come sancito dal Trattato del Quirinale tra Italia e Francia e da strumentazioni istituzionali europee. Che smettendo di considerare la Strategia macroregionale alpina strumento per fare un po’ di progetti e incontri, forse finalmente si concentreranno – anche noi, tutti i Decisori politici e i Rappresentanti istituzionali – su reti, infrastrutture, Alpi che uniscono. È l’ora giusta, finalmente”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, con il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, e il Consigliere nazionale Uncem Valdostano Jean Barocco.

Cala il numero delle imprese artigiane in Piemonte. “Fattore donna” è un valore aggiunto

Nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane.

 

241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

  

Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Imprese Piemonte): “Riforma del sistema formativo e potenziamento della Contrattazione collettiva sono gli strumenti su cui investire per tutelare imprese e lavoratori, andando a sopperire alle storture del mercato del lavoro”.

 

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto il compendio dei dati statistici del 2023 analizzando gli indicatori relativi alla consistenza numerica dell’artigianato piemontese e del suo stato di salute.

 

Le rilevazioni contenute nelle indagini congiunturali del 2023, svolte dall’Ufficio Studi su un campione di circa 2.250 imprese artigiane piemontesi, fanno intravedere un timido miglioramento nel clima di fiducia del comparto. Rispetto ad un anno fa, infatti, gli scenari socioeconomici fanno sperare in una stagione di tranquillità, concentrando gli sforzi per non dover più implementare misure esclusivamente contingenti, ma potendo pensare ad iniziative di più ampio respiro.

 

“I dati vanno certamente letti con un occhio critico – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – perché se da un lato fanno ben sperare le stime a rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia, confermando l’efficacia di alcune delle iniziative di politica economica del Governo che spronano ad andare avanti su questa strada, non bisogna dimenticare che ci sono comunque problematiche enormi che continuano a flagellare il tessuto produttivo: basti pensare alla disoccupazione e alla distanza tra competenze ricercate e quelle offerte sul mercato, fenomeni che stanno diventando un fattore endemico e che rischiano di minare il corretto funzionamento del sistema produttivo. ”.

 

“In relazione al credito – continua Felici – è molto difficile guardare a ciò che sta accadendo con ottimismo, perché l’inflazione galoppante registrata in tutta la zona europea continua a rappresentare un cappio al collo per consumi e produzione, con un tasso di inflazione che a giugno 2023 si colloca a 5,5% in Eurozona, rimanendo lontano dal target del 2%. L’aumento del costo del denaro sta progressivamente salendo a seguito della stretta monetaria – con un aumento di 362 punti base su base annua, i tassi sui prestiti sono saliti al 5,70 – ed ha effetti enormi sia sui bilanci delle imprese che sulla loro produzione, colpendo in particolare le imprese di minori dimensioni che hanno da sempre avuto una difficoltà più accentuata ad accedere al sistema creditizio, con la conseguenza di un progressivo blocco degli investimenti”.

 

Le rilevazioni del sistema Movimprese, il sistema Unioncamere di rilevazione delle variazioni trimestrali nell’Anagrafe delle Imprese Italiane, evidenziano che nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Complessivamente, in sintesi, negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane nella nostra regione.

 

Dalle analisi dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornate a luglio 2023, si è osservata una decrescita nel numero di apprendisti rispetto all’anno, con il dato che ha raggiunto le 16.427 unità rispetto alle le 17.482 rilevate a luglio 2022.  Per quanto riguarda l’occupazione nel comparto artigiano piemontese, invece, gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte fanno registrare un dato che si attesta a 241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

 

“Il dato sull’occupazione nel Piemonte – prosegue Felici – deve far riflettere sullo scollamento che si è registrato nelle dinamiche occupazionali degli ultimi decenni.

L’intero sistema formativo ha bisogno di un profondo rinnovamento, a partire dalle scuole di formazione tecnica sino ad arrivare al sistema universitario. Se vogliamo finalmente riuscire a vedere un dato in controtendenza rispetto alla dinamica negativa registrata negli ultimi anni, al di là delle eventuali variazioni positive determinate da fattori congiunturali, è essenziale mettere pesantemente mano all’intero sistema formativo italiano, riavvicinando i giovani alle imprese e fornendo strumenti efficaci per una formazione tecnica e teorica che sia realmente utile e necessaria”.

 

“Tengo a sottolineare una nota lieta – rimarca Felici – nel dato relativo all’artigianato piemontese: come nel resto d’Italia, l’imprenditoria femminile continua a rappresentare un valore aggiunto per la nostra regione. Basti pensare che al 31 dicembre 2022 le imprese femminili artigiane con sede in Piemonte ammontavano a 19.766, con una crescita di 119 unità in più (+0,6%) rispetto al 2019. L’imprenditoria continua a rappresentare anche uno strumento di integrazione nel tessuto socioeconomico locale, basti pensare che le imprese artigiane straniere femminili a fine dicembre 2022 ammontavano a 3.179, con una variazione di +125 unità rispetto al 2021 e +419 unità rispetto al 2019. Il dato deve far riflettere sulla forza che le imprese femminili continuano ad avere nonostante le annose difficoltà che devono affrontare quotidianamente”.

 

“Infine – conclude Felici – merita una nota il tema del salario minimo previsto per legge, che in queste settimane una parte della politica dipinge come la ricetta per tutti i mali del mondo del lavoro. Non bisogna dimenticare che le Parti sociali hanno costruito l’intero sistema di contrattazione collettiva su un sistema di tutele che va al di là della sola determinazione salariale, ma che è fondato su un sistema di protezione sociale funzionale che coesiste efficacemente con il sistema pubblico. Infatti, nel comparto artigiano e nelle imprese di minori dimensioni, al contrario di questa paventata soluzione semplicistica, la contrattazione collettiva definita dalle Organizzazioni più rappresentative, come Confartigianato Imprese, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità. Basti pensare ai numeri della bilateralità piemontese: solamente nel primo semestre del 2023 l’EBAP – Ente Bilaterale Artigianato Piemontese, ha approvato un totale di 6.102 richieste di prestazioni tra lavoratori dipendenti e titolari-soci-coadiuvanti, erogando direttamente prestazioni per un valore complessivo di 2.363.656,40 euro”.

 

Risultati indagine Censis (effettuata nel settembre 2023) relativa all’opinione degli italiani sull’artigianato:

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato crea opportunità di lavoro interessanti e di qualità per i giovani?” l’83,1% ha risposto affermativamente. Le risposte affermative prevalgono soprattutto nella fascia over 65 (91,6%) mentre la percentuale più bassa (64,4%) si registra nella fascia 18-34 anni;

 

Ø  alla domanda: “Le piacerebbe che un figlio/nipote intraprendesse una professione nell’artigianato?” l’82,9% ha risposto molto o abbastanza mentre 17,1% ha risposto poco o per niente;

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato è fatto da imprese più piccole in cui sono possibili rapporti più umani e condizioni di lavoro meno alienanti?” l’80,9% del campione ha risposto affermativamente.

 

 

Personale sanitario: la Regione conferma fondi per duemila assunzioni

Incontro nei giorni scorsi al Grattacielo Piemonte con il presidente Cirio, i direttori delle Asr e i sindacati del comparto:
confermati 175 milioni per l’obiettivo di 2mila assunzioni entro il 2024. 
Già 226 le internalizzazioni per un valore di 9,5 milioni di euro e 1,5 milioni di risparmi generati.
A novembre un nuovo concorso per 440 potenziali infermieri neo laureati 
Si è riunito al Grattacielo Piemonte, l’Osservatorio per il personale della Sanità con i sindacati del comparto – Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fiasl, Nursind, Nursing Up – per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’accordo per l’assunzione di 2mila tra sanitari e medici entro il 31 dicembre 2024 e della reinternazionalizzazione del 20 per cento dei servizi attualmente affidati dalle Asl e Aso all’esterno per un totale di circa 27 milioni di euro. Presente il presidente della Regione Alberto Cirio, insieme  al direttore della Sanità Antonino Sottile, il coordinatore dell’Osservatorio Pietro Presti, i tecnici dell’Assessorato e idirettori generali delle aziende sanitarie regionali.
RISORSE
Confermati innanzitutto i 175 milioni per raggiungere l’obiettivo delle 2mila assunzioni, attraverso l’uso dei fondi Fsc assegnati al Piemonte dalla delibera Cipess del 3 agosto, che potranno essere usati per investimenti delle aziende sanitarie liberando così risorse dei loro bilanci da destinare alle nuove assunzioni. Entro novembre, in vista della prossima riunione dell’Osservatorio, verrà definito in accordo con i sindacati il fabbisogno potenziale di ogni azienda sanitaria per la ripartizione delle risorse. 
INTERNALIZZAZIONI
Già iniziato anche il percorso per ridurre le esternalizzazioni  dei servizi da parte delle aziende sanitarie: in particolare sono già state completate 226 internalizzazioni per un valore di 9,5 milioni di euro e un risparmio di 1,5 milioni, che rappresenta già il 35% dell’obiettivo concordato con le organizzazioni sindacali. L’operazione ha coinvolto l’Asl del Vco, Cn2, l’Azienda ospedaliera di Alessandria e il Mauriziano di Torino. 
Sono poi in corso reinternalizzazioni per ulteriori 12,8 milioni di euro: in particolare per un valore di 10,3 milioni all’Asl Città di Torino, 900 mila euro all’Asl To4, 800 mila all’Ospedale di Alessandria, 400 mila euro nel Vco, 300 nella To3 e 100 mila euro al Mauriziano di Torino. 
NUOVI CONCORSI
Proprio in questi giorni, si è concluso il concorso pubblico per infermieri dell’Asl Città di Torino, per conto delle Asl dell’area metropolitana di Torino: la  graduatoria dei promossi su 549 i candidati sarà deliberata nei prossimi giorni. A novembre sarà poi bandito un nuovo concorso per infermieri al quale potranno partecipare 440 potenziali neo laureati
«Continuano il lavoro e il confronto messi in campo grazie all’Osservatorio – sottolinea il presidente Cirio –. Per la prima volta dopo oltre dieci anni nella nostra regione si torna ad investire in modo serio e strutturato sulla spina dorsale della nostra sanità che sono le donne e gli uomini che ci lavorano ogni giorno».
A breve l’Osservatorio sarà riconvocato per proseguire il suo lavoro anche con le organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri.