ECONOMIA- Pagina 54

L’Executive MBA di ESCP al terzo posto a mondiale del Financial Times

 L’Executive MBA di ESCP Business School si posiziona al terzo posto a livello mondiale nella classifica annuale degli EMBA del Financial Times. ESCP scala due posizioni nel ranking delle migliori istituzioni di formazione executive al mondoconfermando la sua leadership.

 

L’EMBA di ESCP è classificato al 1° posto in Europa e occupa la prima posizione in tutti i Paesi in cui sono presenti i nostri campus: Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. Questo conferma il suo status di uno dei programmi EMBA più prestigiosi d’Europa.

 

“Questo eccezionale traguardo dimostra l’impegno di ESCP nell’offrire un’esperienza di prim’ordine per formare business leader di alto livello”, afferma la Prof.ssa Véronique Tran, Executive Vice President and Dean for Executive Education“Siamo convinti che, nell’attuale panorama economico in rapida evoluzione, l’apprendimento continuo non sia un’opzione. Si tratta di un vantaggio competitivo e la chiave del successo futuro”.

Punto di forza dell’EMBA è la sua eccellenza internazionale, e per questo ESCP si aggiudica il primo posto nella classifica del FT, dando rilevanza alla preziosa esperienza internazionale dei suoi corsi. I partecipanti EMBA di ESCP prendono parte a un programma dedicato allo sviluppo della loro filosofia di leadership personale, imparando a valorizzare la loro carriera per ottenere il massimo impatto nell’attuale ambiente economico globale.

Questa forte prospettiva internazionale si riflette nella diversità delle classi e dei docenti dell’EMBA, grazie anche all’esclusivo modello multicampus di ESCP. I partecipanti entrano a far parte di un importante network formato da 75.000 alumni, presente in 200 paesi.

 

Il FT ha inoltre classificato l’EMBA di ESCP al 4° posto per l’avanzamento di carriera, calcolato in base alle variazioni del livello di seniority e delle dimensioni dell’organizzazione per gli alumni dell’EMBA. La percentuale di aumento di stipendio per gli alumni rispetto a prima dell’EMBA e ora è del 101%.

All’interno del programma EMBA, la sostenibilità non è solamente una materia studiata in classe, ma è una costante, intessuta nell’intero programma di studi. Per ogni corso del programma EMBA, i professori hanno identificato da due a quattro SDG che il corso contribuisce a realizzare. Questi sforzi sono stati riconosciuti dal fatto che l’EMBA di ESCP si è classificato al secondo posto a livello mondiale per “Environmental, Social and Governance (ESG)“.

 

“Molti dei nostri alumni, dopo aver completato l’EMBA, sono passati a ricoprire ruoli chiave nel campo della sostenibilità o hanno avviato startup dedicate a iniziative legate alla sostenibilità. Questa trasformazione e i risultati di questo ranking sottolineano la profonda influenza che il nostro programma ha sulla formazione di leader che creano valore per le aziende e la società, tenendo conto delle questioni di sostenibilità e con un forte impegno ad avere un impatto positivo sul mondo. Per noi la sostenibilità è un concetto ampio e completo, incorporato in tutti gli aspetti del nostro programma EMBA, che comprende tutte le dimensioni dell’ESG, inclusi i fattori ambientali, sociali e di governance”, dichiara il Prof. Francesco Venuti, Direttore Accademico dell’EMBA.

 

“Il programma EMBA dell’ESCP fornisce agli executive le conoscenze e le competenze essenziali per realizzare appieno il loro potenziale di leader di livello mondiale impegnati a dare vita ad un impatto positivo”, afferma Manon Marinière, direttrice dell’EMBA. “Questo grande risultato nel ranking sottolinea la nostra dedizione alla leadership responsabile”.

 

Per maggiori informazioni sull’Executive MBA di ESCP Business School, visitare il sito: https://escp.eu/programmes/executive-mba.

 

Pensione integrativa: una proposta alternativa

 

La situazione previdenziale degli italiani è ancorata da sempre all’INPS, che raccoglie e gestisce i contributi versati dalle aziende e dai lavoratori per costruire una posizione personale che, al momento della maturazione dell’età pensionabile (o dell’uscita anticipata dal mondo lavorativo per agevolazioni o accordi) consenta di erogare una rendita vitalizia.

I contributi sono obbligatori e rappresentano una forma di “risparmio forzoso” nell’interesse del lavoratore che, a fronte delle trattenute, otterrà un capitale finale da godere nella sua vecchiaia.

Attualmente il sistema prevede che la rendita sia pagata tenendo conto dei contributi obbligatori versati.

Accanto alla “pensione obbligatoria” sono state istituite anche forme di previdenza complementare (i fondi pensione ed i Piani individuali pensionistici) con l’obiettivo di integrare il trattamento pensionistico di base).

Ma queste soluzioni hanno costi elevati, che spesso annullano i benefici dell’accumulo.

Ecco perché recentemente è stata pubblicata una proposta molto innovativa, formulata da un trio di studiosi (Arun Muralidhar, Fabio Galli e Giorgio Fano) che hanno pubblicato un interessante studio intitolato “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”, in cui lanciano l’idea di una nuova forma di Buoni del Tesoro finalizzati a costruire una forma pensionistica complementare svincolata dai tradizionali versamenti in “casse comuni” o in polizze vita.

I BTP (denominati Buoni del Tesoro Poliennali Previdenziali) avrebbero caratteristiche ben diverse da quelli tradizionali.

Per il periodo di accumulo il lavoratore potrebbe acquistare BTPPI che andrebbero a costituire un capitale finale in continua crescita grazie ai versamenti ed alla capitalizzazione delle cedole, che non sarebbero pagate ma calcolate ad incremento della posizione.

Al momento della messa in quiescenza (o dell’eventuale decesso anticipato) lo Stato erogherà per un periodo predeterminato (si ipotizzano 15 anni, pari alla presunta vita residua del pensionato medio) una rendita mensile pari al montante finale diviso i 180 mesi; rendita indicizzata in base al tasso d’inflazione per coprire i rischi della svalutazione.

Facciamo un esempio pratico.

Un lavoratore di 25 anni investe in BTPPI un importo di 100 euro mensili, dai quali ottiene ogni anno il 5% capitalizzato.

Dopo 40 anni, il montante è pari ad oltre 160.000 euro, con un esborso complessivo di 48.000 euro, e può fare affidamento su rate mensili di circa 900 euro per 15 anni.

Sarà un importo sufficiente per far fronte al costo della vita di allora? Probabilmente no, ma, come dice il proverbio, meglio poco che niente.

E per coprire l’eventuale perdita del potere d’acquisto, basterebbe incrementare ogni anno il versamento dei 100 euro in funzione del tasso d’inflazione rilevato dall’ISTAT. Con un tasso medio d’inflazione al 5%, i primi versamenti di 100 euro mensili salirebbero alla fine a circa 700 euro, ma ovviamente il capitale finale sarebbe ben superiore, arrivando a sfiorare i 350.000 euro, con una rendita finale mensile di 1.800 euro per 15 anni.

U n sistema semplice, già adottato in altri paesi come il Brasile dallo scorso gennaio, che ha ottenuto un immediato riscontro positivo.

Usare speciali emissioni di BTP consentirebbe di ottenere importanti risultati.

Lo Stato potrebbe fare affidamento su imponenti somme derivanti dalle sottoscrizioni per un periodo molto lungo: nella fase di accumulo almeno 30/40 anni, nella fase di distribuzione 15 anni (anche se con valori gradualmente crescenti per i pagamenti della pensione). Il costo della raccolta sarebbe uguale a quello dei BTP ordinari, con l’altro vantaggio di “risparmiare” il pagamento degli interessi per 30/40 anni (vantaggio di liquidità).

I lavoratori potrebbero fare affidamento su un accumulo certo, svincolato dall’alea degli investimenti che sono previsti dai fondi pensione e dai PIP. E’ vero che in teoria una buona gestione potrebbe rendere bene, ma è altrettanto vero che l’esperienza purtroppo insegna che non è sempre così, anzi! Ed i costi a carico dei sottoscrittori sono elevati, erodendo il rendimento lordo, tanto che in certi anni i risultati sono stati addirittura negativi.

La tassazione sul capitale maturato sarebbe agevolata (12,50% previsto per i titoli di Stato), non ci sarebbe imposta di successione in caso di premorienza del lavoratore, la rendita quindicennale sarebbe certa e piena anche per i familiari (mentre con le pensioni è prevista la decurtazione dell’importo versato agli eredi).

Signori governanti, volete prendere in considerazione questa proposta?

Per approfondire: Arun Muralidhar · Fabio Galli · Giorgio Fano- “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4486371

 

Gianluigi De Marchi

 demarketing2008@libero.it

Amazon: posizioni aperte per operatori di magazzino a  Torrazza Piemonte

Nel centro, operativo dal 2019, l’azienda ha già creato 1.750 posti di lavoro a tempo indeterminato,
superando le stime occupazionali annunciate all’apertura
L’azienda ha recentemente annunciato l’incremento della retribuzione lorda iniziale a 1.764€ per i
dipendenti della propria rete logistica in Italia
Milano, 16 ottobre 2023 – Amazon offre nuove opportunità di impiego per personale di
magazzino presso il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte (TO). Nel sito, aperto nel 2019,
l’azienda ha creato 1.750 posti di lavoro a tempo indeterminato, superando le stime occupazionali
annunciate all’apertura.
La selezione è già in corso ed è gestita dalle agenzie per il lavoro che collaborano con Amazon.
Per candidarsi, è sufficiente cliccare uno dei seguenti link e seguire le indicazioni per inviare la
propria domanda di assunzione: Adecco; Gi Group.
Inoltre, è ora in corso la ricerca di alcuni profili per posizioni manageriali e funzioni di supporto e
ci si può candidare su www.amazon.jobs.
La posizione di operatore di magazzino prevede lo svolgimento delle attività di ricezione della
merce in entrata, catalogazione, movimentazione e stoccaggio dei prodotti, impacchettamento e
spedizione, nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza e degli standard di qualità dell’azienda.
È gradita, ma non necessaria, esperienza pregressa in ambito logistico; verranno prese in
considerazione le candidature di personale precedentemente impiegato in un centro logistico
Amazon ed è prevista un’ampia formazione per tutti coloro che verranno selezionati.
“Ci apprestiamo ad entrare nel periodo pre-natalizio, durante il quale ricorrerà anche la celebre
giornata del Black Friday. La selezione in corso ci permetterà di assumere nuovo personale per far
fronte all’incremento negli ordini dei clienti che sempre interessa gli ultimi mesi dell’anno. In Italia
Amazon conta già oltre 18.000 dipendenti a tempo indeterminato che lavorano in un ambiente di
lavoro sicuro, moderno e inclusivo, e che ricevono salari competitivi e numerosi benefit sin dal
primo giorno” dichiara Matteo Conti, Responsabile del centro di distribuzione Amazon di Torrazza
Piemonte (TO).
A partire dal 1° ottobre Amazon ha aumentato a 1.764 euro la retribuzione lorda iniziale dei
dipendenti della rete logistica in Italia. Questa iniziativa rientra nella politica Amazon di revisione
annuale degli stipendi, affinché sia garantita una retribuzione competitiva ai propri dipendenti.
Dal 2011 l’azienda si conferma come uno dei principali creatori di posti di lavoro del Paese con
18.000 dipendenti assunti a tempo indeterminato a cui offre opportunità di carriera stabili e ben
remunerate, uno stipendio di ingresso tra i più alti del settore e numerosi benefit che includono
sconti sugli acquisti su Amazon.it e un’assicurazione sanitaria integrativa.
Nei suoi circa sessanta siti logistici situati in tutto il Paese, Amazon offre opportunità di crescita
professionale in una varietà di ruoli, dagli operatori di magazzino ai responsabili di reparto, dai
tecnici della manutenzione alle posizioni nelle risorse umane, nella sicurezza, nell’IT e nel team
che gestisce gli ordini dei clienti. Amazon offre ai propri dipendenti ulteriori opportunità, come
l’innovativo programma Career Choice che copre fino al 95% del costo delle tasse scolastiche e
dei libri di testo per coloro che desiderano specializzarsi in un settore specifico frequentando corsi
professionali, per un importo fino a 8.000 euro in quattro anni.

Uncem: chiusura tunnel del Bianco, forte preoccupazione

PER VIABILITA’ SECONDARIA VERSO TUNNEL SAN BERNARDO E VERSO IL FREJUS IN VAL DI SUSA

“Non doveva chiudere, tra i proclami di tanti politici, e invece da oggi il Tunnel del Bianco chiude. Chiude davvero. Con una serie di conseguenze gravissime che ci preoccupano. Conseguenze immediate, su viabilità secondaria verso San Bernardo e Frejus. Conseguenze di medio e lungo periodo su un sistema alpino che, dopo vent’anni di indifferenza dei più, finisce per essere blocco verso l’Europa. Un problema gravissimo, per molto tempo sottovalutato. Sappiamo già che il nodo viario torinese, della Tangenziale in particolare, da oggi fino a fine anno sarà intasato. E migliaia di camion in più andranno verso la Val Susa e il Frejus, essendo bloccata la statale 28 in Alta Val Tanaro verso Ventimiglia e Nizza, essendo con limitazioni per la stagione invernale la statale 21 verso la Maddalena e pure il Gran San Bernardo chiuso di notte fino a marzo ai mezzi pesanti alti più di tre metri. Un bel caos, che ci dice una cosa. I rallentamenti dei lavori ai trafori alpini ferroviari, la non pianificazione infrastrutturale, la mancanza di coesione vera europea che guarda alle montagne quale luogo di sviluppo e crescita, flussi e transiti, pensano come non mai. E peseranno tantissimo, da oggi, sui sistemi economici di Valle d’Aosta e Piemonte. Ora, svegliandoci tutti di fronte alle emergenze, si torni a pianificare come sancito dal Trattato del Quirinale tra Italia e Francia e da strumentazioni istituzionali europee. Che smettendo di considerare la Strategia macroregionale alpina strumento per fare un po’ di progetti e incontri, forse finalmente si concentreranno – anche noi, tutti i Decisori politici e i Rappresentanti istituzionali – su reti, infrastrutture, Alpi che uniscono. È l’ora giusta, finalmente”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, con il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, e il Consigliere nazionale Uncem Valdostano Jean Barocco.

Cala il numero delle imprese artigiane in Piemonte. “Fattore donna” è un valore aggiunto

Nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane.

 

241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

  

Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Imprese Piemonte): “Riforma del sistema formativo e potenziamento della Contrattazione collettiva sono gli strumenti su cui investire per tutelare imprese e lavoratori, andando a sopperire alle storture del mercato del lavoro”.

 

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto il compendio dei dati statistici del 2023 analizzando gli indicatori relativi alla consistenza numerica dell’artigianato piemontese e del suo stato di salute.

 

Le rilevazioni contenute nelle indagini congiunturali del 2023, svolte dall’Ufficio Studi su un campione di circa 2.250 imprese artigiane piemontesi, fanno intravedere un timido miglioramento nel clima di fiducia del comparto. Rispetto ad un anno fa, infatti, gli scenari socioeconomici fanno sperare in una stagione di tranquillità, concentrando gli sforzi per non dover più implementare misure esclusivamente contingenti, ma potendo pensare ad iniziative di più ampio respiro.

 

“I dati vanno certamente letti con un occhio critico – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – perché se da un lato fanno ben sperare le stime a rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia, confermando l’efficacia di alcune delle iniziative di politica economica del Governo che spronano ad andare avanti su questa strada, non bisogna dimenticare che ci sono comunque problematiche enormi che continuano a flagellare il tessuto produttivo: basti pensare alla disoccupazione e alla distanza tra competenze ricercate e quelle offerte sul mercato, fenomeni che stanno diventando un fattore endemico e che rischiano di minare il corretto funzionamento del sistema produttivo. ”.

 

“In relazione al credito – continua Felici – è molto difficile guardare a ciò che sta accadendo con ottimismo, perché l’inflazione galoppante registrata in tutta la zona europea continua a rappresentare un cappio al collo per consumi e produzione, con un tasso di inflazione che a giugno 2023 si colloca a 5,5% in Eurozona, rimanendo lontano dal target del 2%. L’aumento del costo del denaro sta progressivamente salendo a seguito della stretta monetaria – con un aumento di 362 punti base su base annua, i tassi sui prestiti sono saliti al 5,70 – ed ha effetti enormi sia sui bilanci delle imprese che sulla loro produzione, colpendo in particolare le imprese di minori dimensioni che hanno da sempre avuto una difficoltà più accentuata ad accedere al sistema creditizio, con la conseguenza di un progressivo blocco degli investimenti”.

 

Le rilevazioni del sistema Movimprese, il sistema Unioncamere di rilevazione delle variazioni trimestrali nell’Anagrafe delle Imprese Italiane, evidenziano che nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Complessivamente, in sintesi, negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane nella nostra regione.

 

Dalle analisi dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornate a luglio 2023, si è osservata una decrescita nel numero di apprendisti rispetto all’anno, con il dato che ha raggiunto le 16.427 unità rispetto alle le 17.482 rilevate a luglio 2022.  Per quanto riguarda l’occupazione nel comparto artigiano piemontese, invece, gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte fanno registrare un dato che si attesta a 241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

 

“Il dato sull’occupazione nel Piemonte – prosegue Felici – deve far riflettere sullo scollamento che si è registrato nelle dinamiche occupazionali degli ultimi decenni.

L’intero sistema formativo ha bisogno di un profondo rinnovamento, a partire dalle scuole di formazione tecnica sino ad arrivare al sistema universitario. Se vogliamo finalmente riuscire a vedere un dato in controtendenza rispetto alla dinamica negativa registrata negli ultimi anni, al di là delle eventuali variazioni positive determinate da fattori congiunturali, è essenziale mettere pesantemente mano all’intero sistema formativo italiano, riavvicinando i giovani alle imprese e fornendo strumenti efficaci per una formazione tecnica e teorica che sia realmente utile e necessaria”.

 

“Tengo a sottolineare una nota lieta – rimarca Felici – nel dato relativo all’artigianato piemontese: come nel resto d’Italia, l’imprenditoria femminile continua a rappresentare un valore aggiunto per la nostra regione. Basti pensare che al 31 dicembre 2022 le imprese femminili artigiane con sede in Piemonte ammontavano a 19.766, con una crescita di 119 unità in più (+0,6%) rispetto al 2019. L’imprenditoria continua a rappresentare anche uno strumento di integrazione nel tessuto socioeconomico locale, basti pensare che le imprese artigiane straniere femminili a fine dicembre 2022 ammontavano a 3.179, con una variazione di +125 unità rispetto al 2021 e +419 unità rispetto al 2019. Il dato deve far riflettere sulla forza che le imprese femminili continuano ad avere nonostante le annose difficoltà che devono affrontare quotidianamente”.

 

“Infine – conclude Felici – merita una nota il tema del salario minimo previsto per legge, che in queste settimane una parte della politica dipinge come la ricetta per tutti i mali del mondo del lavoro. Non bisogna dimenticare che le Parti sociali hanno costruito l’intero sistema di contrattazione collettiva su un sistema di tutele che va al di là della sola determinazione salariale, ma che è fondato su un sistema di protezione sociale funzionale che coesiste efficacemente con il sistema pubblico. Infatti, nel comparto artigiano e nelle imprese di minori dimensioni, al contrario di questa paventata soluzione semplicistica, la contrattazione collettiva definita dalle Organizzazioni più rappresentative, come Confartigianato Imprese, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità. Basti pensare ai numeri della bilateralità piemontese: solamente nel primo semestre del 2023 l’EBAP – Ente Bilaterale Artigianato Piemontese, ha approvato un totale di 6.102 richieste di prestazioni tra lavoratori dipendenti e titolari-soci-coadiuvanti, erogando direttamente prestazioni per un valore complessivo di 2.363.656,40 euro”.

 

Risultati indagine Censis (effettuata nel settembre 2023) relativa all’opinione degli italiani sull’artigianato:

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato crea opportunità di lavoro interessanti e di qualità per i giovani?” l’83,1% ha risposto affermativamente. Le risposte affermative prevalgono soprattutto nella fascia over 65 (91,6%) mentre la percentuale più bassa (64,4%) si registra nella fascia 18-34 anni;

 

Ø  alla domanda: “Le piacerebbe che un figlio/nipote intraprendesse una professione nell’artigianato?” l’82,9% ha risposto molto o abbastanza mentre 17,1% ha risposto poco o per niente;

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato è fatto da imprese più piccole in cui sono possibili rapporti più umani e condizioni di lavoro meno alienanti?” l’80,9% del campione ha risposto affermativamente.

 

 

Personale sanitario: la Regione conferma fondi per duemila assunzioni

Incontro nei giorni scorsi al Grattacielo Piemonte con il presidente Cirio, i direttori delle Asr e i sindacati del comparto:
confermati 175 milioni per l’obiettivo di 2mila assunzioni entro il 2024. 
Già 226 le internalizzazioni per un valore di 9,5 milioni di euro e 1,5 milioni di risparmi generati.
A novembre un nuovo concorso per 440 potenziali infermieri neo laureati 
Si è riunito al Grattacielo Piemonte, l’Osservatorio per il personale della Sanità con i sindacati del comparto – Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fiasl, Nursind, Nursing Up – per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’accordo per l’assunzione di 2mila tra sanitari e medici entro il 31 dicembre 2024 e della reinternazionalizzazione del 20 per cento dei servizi attualmente affidati dalle Asl e Aso all’esterno per un totale di circa 27 milioni di euro. Presente il presidente della Regione Alberto Cirio, insieme  al direttore della Sanità Antonino Sottile, il coordinatore dell’Osservatorio Pietro Presti, i tecnici dell’Assessorato e idirettori generali delle aziende sanitarie regionali.
RISORSE
Confermati innanzitutto i 175 milioni per raggiungere l’obiettivo delle 2mila assunzioni, attraverso l’uso dei fondi Fsc assegnati al Piemonte dalla delibera Cipess del 3 agosto, che potranno essere usati per investimenti delle aziende sanitarie liberando così risorse dei loro bilanci da destinare alle nuove assunzioni. Entro novembre, in vista della prossima riunione dell’Osservatorio, verrà definito in accordo con i sindacati il fabbisogno potenziale di ogni azienda sanitaria per la ripartizione delle risorse. 
INTERNALIZZAZIONI
Già iniziato anche il percorso per ridurre le esternalizzazioni  dei servizi da parte delle aziende sanitarie: in particolare sono già state completate 226 internalizzazioni per un valore di 9,5 milioni di euro e un risparmio di 1,5 milioni, che rappresenta già il 35% dell’obiettivo concordato con le organizzazioni sindacali. L’operazione ha coinvolto l’Asl del Vco, Cn2, l’Azienda ospedaliera di Alessandria e il Mauriziano di Torino. 
Sono poi in corso reinternalizzazioni per ulteriori 12,8 milioni di euro: in particolare per un valore di 10,3 milioni all’Asl Città di Torino, 900 mila euro all’Asl To4, 800 mila all’Ospedale di Alessandria, 400 mila euro nel Vco, 300 nella To3 e 100 mila euro al Mauriziano di Torino. 
NUOVI CONCORSI
Proprio in questi giorni, si è concluso il concorso pubblico per infermieri dell’Asl Città di Torino, per conto delle Asl dell’area metropolitana di Torino: la  graduatoria dei promossi su 549 i candidati sarà deliberata nei prossimi giorni. A novembre sarà poi bandito un nuovo concorso per infermieri al quale potranno partecipare 440 potenziali neo laureati
«Continuano il lavoro e il confronto messi in campo grazie all’Osservatorio – sottolinea il presidente Cirio –. Per la prima volta dopo oltre dieci anni nella nostra regione si torna ad investire in modo serio e strutturato sulla spina dorsale della nostra sanità che sono le donne e gli uomini che ci lavorano ogni giorno».
A breve l’Osservatorio sarà riconvocato per proseguire il suo lavoro anche con le organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri.

Il futuro delle città. Alla Nuvola Lavazza l’utopia è realizzabile

Si è chiusa Utopian hours, la settima edizione del festival che riflette sul futuro delle nostre città.

Con oltre 4000 presenze si conclude la manifestazione che cerca di riprogettare la realtà che ci circonda.

Ieri tra i vari talk, Gabriele Vacis ha letto un estratto di “Città invisibili” di Italo Calvino in occasione del centenario della nascita dello scrittore.

E i torinesi sono accorsi per vivere una tre giorni fatta di talk, concerti, mostre e proiezioni cinematografiche.

Entusiasta il patron della kermesse Luca Ballarini che ci ha detto:
“Oltre ai numeri, anche per il feedback avuto da pubblico, media, ospiti e addetti ai lavori possiamo dire che quella di quest’anno è stata la migliore edizione di sempre. Il pubblico apprezza gli input provenienti da tutto il mondo. Utopian hours è un evento che nutre la mente.

Quest’anno abbiamo rinnovato format e oltre a talk, mostre e fiera abbiamo aggiunto eventi musicali e cinematografici. Noi vogliamo creare un festival multisensoriale che coinvolga tutte le arti.”

E allora non ci resta che darvi appuntamento al prossimo anno.

Lori Barozzino

IX edizione della Fiera Agricola Zootecnica di Milanere

La riscoperta delle tradizioni passate

Domenica 22 ottobre allevatori, agricoltori e artigiani locali esporranno i propri prodotti per le strade di Milanere per raccontare le tradizioni del territorio e riscoprire la Barà Pustertaler, la razza bovina tipica del territorio valsusino.

È in partenza la 9a edizione della tradizionale Fiera Agricola Zootecnica dell’artigianato e dei prodotti del territorio a Milanere, frazione di Almese: domenica 22 ottobre allevatori, agricoltori e artigiani locali esporranno i propri prodotti per le strade di Milanere, che dall’alba fino alla sera saranno attraversate da migliaia di persone attratte da questa manifestazione così tipica e speciale.

Protagonista della Fiera agricola e zootecnica di Milanere è la Barà Pustertaler, razza bovina originaria della Val Pusteria e importata in passato nel nostro territorio. È una razza storicamente presente nelle vallate circostanti, particolarmente resistente e adatta al pascolo, importante produttrice di latte e carne. Marco Simioli, Assessore all’Ambiente, alle fiere e ai mercati, afferma che “grazie a un lavoro di valorizzazione che è stato portato avanti negli anni passati, la Barà Pustertaler è oggi molto presente negli alpeggi valsusini, dopo un periodo a rischio di estinzione a causa degli allevamenti intensivi che avevano dimenticato le razze ‘minori’. La Fiera di Milanere rappresenta quindi un appuntamento annuale per ricordare e raccontare le tradizioni agricole e zootecniche del nostro territorio, grazie agli allevatori che dalla Valsusa e dalla Val Sangone accorrono qui per esporre i propri capi di bestiame”.

Nata come una piccola esposizione dei prodotti locali, oggi la fiera è gestita da un eccezionale comitato di volontari costituito sia da giovani sia da persone con più esperienza nel settore e conoscenze del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento di un tempo: età e competenze anche molto diverse si incontrano, collaborano e operano quindi per dare vita a una manifestazione che nell’edizione passata ha contato il passaggio di 10.000 persone.

Come da tradizione, la giornata si aprirà con la transumanza dei capi di bestiame, che partiranno da Villar Dora per arrivare a Milanere intorno alle 10:00, passando per Piazza Martiri ad Almese. Lungo tutta la giornata sarà possibile degustare i prodotti tipici del territorio, che saranno anche esposti e acquistabili presso i banchi dei produttori. Alle 20:00 si terrà la cena di chiusura nel Centro Sociale (via della Chiesa, 1, Milanera – Rivera di Almese): il costo è di 35 a persona che sarà da versare al momento della prenotazione. Per prenotarsi occorre recarsi al Centro Sociale di Milanere nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18:00 alle 21:00. Per informazioni è possibile contattare i seguenti numeri nelle ore serali: 3382970962 (Marika), 3357072446 (Alberto), 3451157952 (Stefano).

In caso di maltempo la Fiera sarà annullata, mentre il pranzo presso i ristoranti e la cena di chiusura si terranno regolarmente.

Turismo in buona salute. Dopo un’ottima estate il Piemonte si prepara agli arrivi autunnali

Dopo un’estate con il segno positivo, sono buone le prospettive per l’autunno, sulla base dei dati elaborati dall’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte – Visit Piemonte.
Il 
43% degli italiani che faranno vacanza nei prossimi mesi in Italia hanno segnalato il Piemonte come destinazione possibile. Lo scorso anno erano il 36%.
Chi ha intenzione di venire in Piemonte farà soprattutto un viaggio e soggiorno culturale e naturalistico (53%), con una percentuale in crescita rispetto al dato italiano (39%) e in confronto all’anno scorso (37%). Si soggiornerà principalmente in alberghi/hotel e bed & breakfast, questo soprattutto per quanto riguarda le vacanze in collina e montagna. La vacanza sarà trascorsa principalmente in famiglia, con il partner e con gli amici: il 41% dichiara che starà una settimana e il 28% più settimane.

Il profilo di chi farà una vacanza in Piemonte si conferma più concentrato tra chi ha tra 31 e 65 anni, con una probabilità maggiore per le fasce più basse di età (62% di chi ha 31/40 anni, 55% di chi ha 41/50 anni e 46% di chi ha 51/65 anni.

«I dati per l’autunno sono molto incoraggianti e grazie ai numerosi eventi, da ATP Finals alle fiere del tartufo, i riflettori sul territorio piemontese continueranno ad essere accesi – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio – Abbiamo appena concluso TTG, Travel Experience a Rimini, con un grande riscontro da parte degli operatori che ci permetteranno di consolidare ulteriormente i flussi nelle prossime stagioni. Il sentiment per la nostra destinazione é molto alto a livello internazionale, come confermano anche i movimenti dall’estero: con il ritorno del pubblico americano abbiamo decisamente messo alla spalle il periodo della pandemia. Ora continuiamo e a lavorare per la promozione del nostro territorio che offre prodotti per tutti i gusti: cultura, architettura, outdoor, paesaggi, enogastronomia, sport. Un’offerta completa in grado di soddisfare i pubblici più svariati con una qualità sempre più eccellente».

Le buone previsioni per l’autunno arrivano dopo un’estate decisamente positiva, nella quale si è segnato complessivamente un incremento del 3,4% di presenze rispetto al 2022 nei mesi di giugno, luglio e agosto e oltre l’11% di movimenti in più rispetto al 2019.

A trainare il risultato positivo sono stati gli stranieri: aumentano del 5% e si fermano più a lungo, con una crescita del 6,7% nei pernottamenti, portando la loro quota al 60% nei pernottamenti e compensando la contrazione del turismo nazionale che in Piemonte è stata comunque più contenuta rispetto al panorama nazionale. La Germania è sempre il primo mercato estero per arrivi e presenze, a seguire, Paesi Bassi, Francia, Svizzera e Regno Unito che superano tutti i valori del 2022. Da segnalare la settima posizione degli Stati Uniti che registrano una crescita del 15% negli arrivi e del 20% nelle presenze in confronto all’estate precedente.
Guardando alle provenienze italiane, è da segnalare la crescita dei pernottamenti dall’Emilia-Romagna: +10,9%.

Analizzando le diverse aree del territorio piemontese si evidenziano i dati positivi di quelle specializzate in attività outdoor, tradizionalmente più forti durante il periodo estivo. In particolare, la zona dei laghi ha registrato, nei tre mesi dell’estate 2023, +3% di presenze e +1% degli arrivi rispetto allo stesso periodo del 2022, e migliora i risultati del 2019: +18%. Qui gli stranieri registrano +3,7% di arrivi e +4,5% di presenze in confronto allo stesso periodo del 2022, e superano anche i dati del 2019 (+20,4% di arrivi e +21,9% di presenze).

I dati della montagna segnano un allungamento dei soggiorni. I pernottamenti registrano infatti un aumento del +3% rispetto all’estate 2022 con una crescita alimentata in particolare dagli stranieri: +5,9% di arrivi e +8% di presenze.

Andamento positivo per le colline piemontesi che fanno bene sperare per la stagione autunnale, che vede la maggiore concentrazione di movimenti turistici: nel trimestre giugno-agosto si registra un aumento degli arrivi dell’1% e del 2% delle presenze rispetto allo stesso periodo del 2022; in crescita anche rispetto al periodo pre-pandemico: +19% di arrivi e +25% di presenze.

Anche i commenti nelle recensioni online riflettono la soddisfazione del cliente del prodotto turistico piemontese, maggiore rispetto al dato complessivo del prodotto Italia. Il sentiment rispetto al prodotto “Piemonte” nel suo complesso – ricettività, ristorazione e attrazioni – è pari a 87,3/100 rispetto alla media dell’Italia 86,4/100.

«Il Piemonte è sempre più attrattivo per gli stranieri, un chiaro indicatore che le attività svolte e gli investimenti in comunicazione e promozione all’estero stanno portando i risultati previsti – commenta il presidente del CdA di Visit Piemonte Beppe Carlevaris – Prosegue il trend turistico positivo registrato già a partire dallo scorso anno, non solo con la conferma del buon andamento dell’estate appena conclusa, che ha visto un forte incremento degli arrivi internazionali e un particolare successo delle aree dei laghi e della montagna vocate alle attività outdoor, ma anche con l’aumento della propensione per le vacanze in Piemonte rilevato dai sondaggi dell’Osservatorio Turistico Regionale. Particolarmente interessante è la crescita percentuale nella fascia d’età 31-40 anni tra coloro che pensano di scegliere il nostro territorio nei prossimi mesi, cosa che ci fa ben sperare sia per l’autunno con il prodotto enogastronomico delle colline, sia per la prossima stagione della neve. Rileviamo inoltre l’apprezzamento per il prodotto turistico piemontese manifestato dalle recensioni online, frutto del lavoro sinergico degli ultimi anni di Regione e Visit Piemonte con tutti gli operatori, i Consorzi turistici e le ATL nella crescita della qualità dell’offerta».

ESCP Business School presenta il futuro Campus di Torino per 1500 studenti provenienti da tutto il mondo

/

A pochi passi da Piazzale Valdo Fusi nasce la nuova sede torinese della Business School: architettura di TRA – Toussaint Robiglio Architetti, interni di G*AA, Subhash Mukerjee Studio e Conrotto progetti.

 

 

ESCP Business School ha presentato  il progetto del nuovo Campus di Torino. A quasi vent’anni dal suo insediamento nel capoluogo piemontese, si apre un nuovo capitolo sinergico tra la Business School e la città con la nuova sede nell’area di Piazzale Valdo Fusi, tra Via Doria e via Cavour. Gli oltre 8000 metri quadrati del Campus ospiteranno quasi 1550 studenti provenienti da tutto il mondo in un presidio accademico all’interno della Zona Centrale Storica, destinato ad alimentare la sempre più chiara vocazione universitaria della città.

Nata con l’entusiasmo di una start-up, nel corso degli anni la sede di Torino ha saputo costruire relazioni e sinergie con aziende nazionali e internazionali grazie a docenti di primo piano nel panorama europeo e al costante rinnovamento dei programmi didattici, capaci di fornire agli studenti una formazione d’eccellenza per distinguersi nel dinamico panorama economico globale. Il nuovo Campus ESCP Business School, la cui apertura è prevista per l’autunno del 2024, punta a definire standard infrastrutturali ancora più alti rivolti a docenti, studenti e staff.

 

“Oggi è un giorno importante per ogni membro di ESCP Business School – ha commentato Francesco Rattalino, Executive Vice-President e Dean for Academic Affairs and Student Experience di ESCP Business School – La nuova sede del Campus di Torino ci avvicina al cuore della città, con un progetto architettonico pensato per fornire strumenti di altissimo livello e che riflette il DNA di ESCP, la business school più antica al mondo al tempo stesso costantemente rivolta all’innovazione: un dialogo tra heritage e futuro che il nuovo edificio esprimerà perfettamente. In questi vent’anni il nostro rapporto con Torino si è costantemente rafforzato: oggi ESCP Business School è un punto di riferimento all’interno dell’offerta universitaria a livello globale e grazie al modello multicampus e multiculturale, ha contribuito a fare della città un forte polo d’internazionalizzazione. In questo percorso abbiamo parallelamente costruito una fitta rete di rapporti con il tessuto imprenditoriale locale e nazionale, che ha risposto fin da subito con forte entusiasmo. In questi dialoghi tra passato e futuro, e vocazione globale ed eccellenze locali, sta probabilmente la ragione principale degli ottimi risultati raggiunti nel rapporto tra ESCP Business School e la città di Torino. Tra pochi mesi, in questa nuova casa, inizierà un nuovo capitolo di questa storia. L’obiettivo sarà sviluppare ulteriormente il ruolo del Campus nel panorama italiano e continuare a essere in grado di intercettare le sfide globali per formare i leader del futuro”.

 

“In questo periodo storico fatto di due elementi caratterizzanti – ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente di ESCP Turin Campus – la velocità del cambiamento da una parte e l’incertezza del futuro dall’altra, realizzare un Campus come quello che ESCP Business School si sta apprestando a fare significa gettare le fondamenta per un nuovo modo di concepire la formazione di alto livello. Le direttrici che definiranno i prossimi scenari economici e sociali del mondo ci devono portare a considerare ogni presidio universitario un “cantiere” di idee in grado di dare risposte alle sfide del domani. Ogni studente e ogni docente che passeranno da questo Campus non dovranno dimenticarsi di, rispettivamente, apprendere e insegnare i modelli di leadership responsabile e la visione formativa in cui da sempre crediamo. Solo così i nostri valori potranno fornire gli strumenti per comprendere e migliorare gli scenari del futuro”.

 

“Il nuovo campus di ESCP Business School  ha dichiarato Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino   è un segnale davvero positivo per la nostra città. Vogliamo che Torino diventi sempre più luogo in cui i giovani possono trovare l’ambiente ideale per svolgere il loro percorso formativo, e città dove possano scegliere di restare per compiere il loro percorso di vita. Vedere eccellenze della formazione che investono sul nostro territorio significa che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. La presenza di ESCP nell’offerta formativa della nostra città, già ampia e di alto livello, ribadisce che quella di città universitaria è una delle vocazioni primarie di Torino, e il progetto del nuovo campus dimostra che possiamo continuare ad avere l’obiettivo di essere punto di arrivo, a livello europeo, per studentesse e studenti.”

 

“BNL BNP Paribas – hanno affermato Filippo Gelosi, Responsabile Project Management & Engineering – Sviluppo HQ Tiburtina Srl, ed Elena MagnaniHead of Real Estate Area – Banca Nazionale del Lavoro SpA – è particolarmente orgogliosa di essere parte attiva nella realizzazione del Nuovo Campus ESCP di Torino, insieme con le imprese e i professionisti partner in questo progetto. L’intervento è concepito in modo innovativo con l’obiettivo della rigenerazione urbana e dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, secondo criteri di sostenibilità, sicurezza, qualità ambientale ed architettonica. Questa iniziativa testimonia l’attenzione e l’impegno della Banca a favore della città di Torino nello specifico e, più in generale, di tutte quelle iniziative che, a livello nazionale e locale, coinvolgono la collettività. Ciò in linea con il ruolo di BNL non solo di operatore economico-finanziario ma anche di azienda e gruppo che guarda alla Società, alle persone e alle loro esigenze.”

 

Il progetto di TRA – Toussaint Robiglio Architetti per l’architettura della nuova sede di ESCP Business School è incentrato sul concetto di vertical campus urbano, tendenza globale emergente, frutto e allo stesso tempo condizione, di una ricentralizzazione delle funzioni knowledge based nei centri delle aree metropolitane. Il nuovo Campus unisce il fascino dell’edificio di proprietà della Banca Nazionale del Lavoro (BNL) sito in Via Cavour 28-30, risalente al 1877 e radicalmente trasformato nel 1982, con i connotati e la flessibilità di una costruzione moderna tramite l’integrazione di un nuovo volume contemporaneo destinato a ospitare le grandi aule per conferenze e le sale ad emiciclo, rispettoso della matrice storica e perfettamente in armonia nel dialogo con il resto dell’edificio. In un rapporto tra passato e futuro, il progetto si caratterizza per l’ambiziosa strategia di sostenibilità, con l’intento di definire un modello di riferimento per la riqualificazione degli edifici storici all’interno della zona centrale storica di Torino.

 

“Riusiamo un importante edificio di fine ’800 – hanno affermato Isabelle Toussaint e Matteo Robiglio di TRA – Toussaint Robiglio Architetti – in cui inseriamo un nuovo volume decisamente contemporaneo: nasce così nel cuore storico della città un campus verticale di 8000 m2 che unisce conservazione e innovazione, passato e futuro. È una struttura all’avanguardia per la formazione universitaria internazionale, concepita abbracciando le più moderne pratiche di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, aperta alla città grazie alla piazza coperta e alla caffetteria, promuovendo un dialogo nuovo tra locale e globale.”

 

Il progetto dell’interior, curato da G*AA, Subhash Mukerjee Studio, Conrotto progetti, punta a valorizzare gli spazi dell’edificio, concependo il luogo fisico e l’architettura come veicolo di interazioni umane. Reception, learning center, aule, auditorium, caffetteria: ogni area mira a scardinare la tradizionale gerarchia accademica al fine di avvicinare studenti, docenti, potenziali ospiti e anche cittadini, offrendo spazi di aggregazione e scambio secondo i principi promossi da ESCP.

 

“Il nostro progetto – ha dichiarato l’Arch. Subhash Mukerjee insieme agli altri progettisti degli interni Attilio Giaquinto e Gianluca Conrotto – ritiene che, nonostante le recenti accelerazioni dello sviluppo della didattica a distanza, i luoghi di incontro fisici e la loro qualità saranno ancora più importanti. Dovranno saper accogliere nuove tecnologie senza esserne sopraffatti, preparandosi per un futuro in grado di coesistere con il passato. La stessa architettura della nuova sede richiama questi principi: un edificio storico ma oggetto di un ampliamento radicalmente moderno; un ingresso attraverso una “piazza”, luogo archetipo dell’incontro, che qui funziona anche come luogo di scambio fra scuola e città.”