ECONOMIA- Pagina 5

A Rivoli mini-salone del Lavoro

Si è svolto venerdì 11 aprile presso il Centro d’Incontro “Don Puglisi” di via Camandona 9/A a Rivoli, il primo dei Mini Saloni del Lavoro organizzati dal Comune di Rivoli, nell’ambito del progetto “Destinazione Lavoro – Investo nel mio futuro”.

L’iniziativa, dedicata al settore dei servizi di Pulizia e Assistenza Familiare, ha visto la partecipazione di diverse realtà del territorio – tra cui Samsic ItaliaBosco della StellaResidenza Villa ElenaDussmann e Star Service Hotel – pronte a incontrare cittadini in cerca di occupazione e a raccogliere candidature per i profili più ricercati nel settore. L’incontro ha offerto un’importante occasione di orientamento e dialogo diretto con il mondo del lavoro.

Questo appuntamento rappresenta il primo di una serie di eventi programmati per il 2025, che si affiancano e potenziano il già consolidato Salone del Lavoro, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta occupazionale attraverso format più agili e mirati a singoli comparti produttivi.

Con ‘Destinazione Lavoro’ vogliamo dare continuità e concretezza alle politiche attive del lavoro sul nostro territorio – dichiara l’Assessore al Lavoro Marco Tilelli – avvicinando le persone in cerca di occupazione alle aziende che operano localmente, offrendo occasioni di confronto reale e diretto“.

Il prossimo Mini Salone si terrà il 4 giugno 2025 e sarà dedicato al settore della ristorazione.

Gli eventi sono organizzati dal Comune di Rivoli con il supporto operativo del Consorzio Turismovest e la collaborazione del Centro per l’Impiego di Rivoli, nell’ambito del Patto Territoriale Zona Ovest di Torino.

Al MeBo Experience un confronto a tutto campo tra imprese ed istituzioni

Filiere produttive ed Made In sono sempre più il binomio indissolubile per la competitività dell’intero sistema manifatturiero italiano di cui le Piccole e Medie Imprese piemontesi sono protagoniste a livello globale. In questo quadro emerge sempre di più la necessità di aumentare il grado di coordinamento lungo le filiere, conferendo ai fornitori più strategici (e strutturati) il compito di farsi gestori di subsistemi, supportando le realtà più piccole nel raggiungere livelli di evoluzione organizzativa e finanziaria necessari alla sopravvivenza dell’intera filiera. Solo così si possono promuovere concretamente innovazione e sviluppo sostenibile, affrontare sfide complesse come quelle dettate dal cambiamento climatico, dalla rivoluzione digitale, dall’evoluzione dei mercati, dalle esigenze di sicurezza e di coesione sociale.

In questo quadro, tessile e agroalimentare piemontesi rappresentano una vera e propria avanguardia e sono state al centro dell’analisi svolta nel corso del convegno ‘Filiere, Made in e PMI: sinergie per un ecosistema strategico’ organizzato da Piccola Industria Confindustria e Piccola Industria di Confindustria Piemonte, in collaborazione con l’Unione Industriale Biellese, presso il MeBo Experience – Museo Menabrea Botalla di Biella.

In un momento di grandi sfide per il nostro tessuto industriale come quello attuale, è fondamentale puntare sul rafforzamento delle filiere produttive e sul valore del Made in Italy. Dobbiamo proteggere le nostre eccellenze, investire in innovazione e sostenibilità, e garantire alle imprese un ambiente favorevole alla crescita, con meno burocrazia e più accesso ai finanziamenti. Solo con uno sforzo collettivo potremo trasformare le difficoltà in opportunità e costruire un futuro solido per l’industria piemontese” ha detto in apertura lavori Alberto Biraghi, Presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte,

Paolo Barberis Canonico, Presidente dell’Unione Industriale Biellese, aggiunge: “Il made in Italy è un patrimonio soprattutto culturale, che genera conseguenze economiche: è un brand riconosciuto in tutto il mondo che rappresenta le capacità uniche del “saper fare” italiano in svariati settori. In questo senso, sarebbe forse opportuno affiancare al concetto di ‘made in Italy’ anche quello di ‘made by Italians’ perché sono le persone che fanno la differenza, a partire dagli imprenditori.  L’industria, infatti, è il cuore pulsante del Made in Italy e la forza della nostra filiera produttiva è la sinergia tra competenze, territori e passione. Una filiera che, nei diversi settori, va sostenuta, rafforzata e valorizzata per superare i limiti dimensionali della maggior parte del nostro tessuto imprenditoriale, a beneficio di un sistema più solido e competitivo”.

È stata poi la volta dei saluti introduttivi di Vincenzo Zezza, Direttore della Casa del Made in Italy Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta del Mimit, l’evento rientra infatti nelle iniziative promosse dal Ministero delle Imprese e del Made In e legate alla Giornata nazionale del Made in Italy. Successivamente ha preso la parola Alessandro Fontana, Direttore del Centro Studi Confindustria, con un intervento sull’evoluzione delle filiere, analizzandone le prospettive future. Uno dei momenti centrali dell’evento è stato il focus sulla collaborazione tra le Imprese all’interno delle Filiere, con l’approfondimento su due settori strategici per il territorio piemontese: l’Agroindustria e il Tessile. Per l’Agroalimentare sono intervenuti Giorgio Baldini ed Ercole Cigognini, entrambi della Direzione commerciale di Esselunga, Andrea Bonino, Vicepresidente di Piccola Industria Confindustria Piemonte, Marco Brugo Ceriotti, Presidente della Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte, e Franco Thedy, Amministratore di Birra Menabrea.  Per il settore tessile sono intervenuti Marco Bardelle, Co-fondatore di Magnolab, Marco Bortolini, Vicepresidente per lo Sviluppo delle Filiere Industriali dell’Unione Industriale Biellese, Franco Ferraris, Responsabile Tessile del Gruppo Ermenegildo Zegna e Ettore Piacenza, Direttore Generale della divisione tessitura di Fratelli Piacenza.

Ha poi preso a parola Elena Chiorino, Vicepresidente della Regione Piemonte, che nel suo intervento ha sottolineato come “le istituzioni abbiano il dovere di essere al fianco delle imprese e delle filiere strategiche del nostro territorio, accompagnandole in un percorso di crescita e consolidamento che valorizzi il Made in Italy e le straordinarie competenze delle nostre Pmi, dei nostri imprenditori e lavoratori. Il Piemonte, con eccellenze come il tessile e l’agroalimentare, dimostra come tradizione e innovazione possano coniugarsi in un modello vincente, capace di affrontare le sfide della doppia transizione digitale ed ecologica. La politica regionale ha un obiettivo chiarissimo: supportare la capacità imprenditoriale. Tessile ed agroalimentare sono settori strategici di traino per la nostra regione, ma anche per l’Italia. Dalla formazione alla semplificazione, da finanziamenti che superino il ‘bando-centrismo’ al welfare aziendale: siamo in campo e sappiamo cosa dobbiamo fare per tradurre la volontà in azione”.

A chiudere i lavori Mirko Bragagnolo, Vicepresidente per le Filiere di Piccola Industria Confindustria, che ha messo l’accento sulla necessità che “le PMI passino da fornitrici a partner strategici delle filiere. Un obiettivo prioritario per le piccole imprese ma altrettanto strategico per i Capo-filiera: tanto più forte sarà l’anello debole, tanto più forte sarà la filiera stessa. Negli anni – ha spiegato il vicepresidente – abbiamo visto più volte intere filiere andare in crisi a causa di una sola impresa debole lungo la catena, per questo è quanto mai necessario che i capo-filiera mettano in campo iniziative a 360° per rendere le proprie filiere più resilienti, affidabili, efficienti. E devono svolgere un ruolo sempre più trainante per le PMI, condividendo benefici, sfruttando sinergie, cooperando in maniera sempre più integrata. Le sfide che ci aspettano nel futuro non sono semplici, ma se remiamo tutti dalla stessa parte ce la faremo. A partire dal Governo: la politica industriale deve tornare al centro del dibattito seriamente, con una visione strategica che abbia una programmazione almeno triennale e metta al centro pochi temi, ma essenziali: dall’energia alla demografia, dalla produttività alla semplificazione”.

 

Parla con Me: Comunicazione digitale tra Slide, strategia e sostenibilità

📅 Giovedì 17 aprile 2025

🕕 Dalle 18:00 alle 19:00

 

Un nuovo appuntamento di Parla Con Me® ci aspetta giovedì 17 aprile, in diretta dalle ore 18:00, per parlare di comunicazione digitale, branding e contenuti visivi che lasciano il segno.

Un confronto energico e creativo su come si costruisce oggi un’identità di marca solida, riconoscibile e coerente attraverso tono di voce, storytelling e design.

 

🎤 Interverranno:
🔹 Simona Fiorentini – Marketing & Sales Manager presso Fiorentini Alimentari S.p.A.
🔹 Elena Bobbola – Co-Founder Slide Queen
🔹 Marie Louise Denti – Co-Founder Slide Queen

💬 I temi che verranno trattati durante la puntata sono:
1️) Slide che fanno branding: non semplici presentazioni, ma strumenti strategici per raccontare un’identità aziendale forte e riconoscibile.

 

2) Voce, stile, coerenza: come Fiorentini ha costruito un tono distintivo che parla alle persone e rende il brand immediatamente identificabile, su ogni canale.

 

3️) Maisy, una nuova voce per il brand: perché nasce una mascotte e quale ruolo può avere nella costruzione della relazione con il pubblico.

 

4️) Contenuti che lasciano il segno: quando la comunicazione non è solo creativa, ma capace di rafforzare posizionamento, valore percepito e relazione con il pubblico.

 

Una diretta da non perdere, pensata per chi lavora nel marketing e nella comunicazione ma anche per chi vuole capire come raccontare il proprio brand in modo autentico, efficace e contemporaneo.

 

📍 In diretta su:
• LinkedIn Top Voice Simona Riccio
• Facebook (Simona Riccio)
• YouTube → urly.it/3144rz

Fondazione Crt, bilancio e nuovo Cda: lo scorso anno 80 milioni per il territorio

Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT, riunitosi oggi sotto la guida della Presidente Anna Maria Poggi, ha approvato il bilancio consuntivo 2024. Il documento, predisposto dal Consiglio di Amministrazione, ha ricevuto il parere favorevole sia dal Collegio Sindacale sia dalla Società di Revisione.

Il bilancio si posiziona tra i migliori dell’ultimo quindicennio, registrando una crescita significativa nei principali indicatori economici.

Durante la seduta è stata anche formalizzata la nomina dei sei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione: Claudio Albanese, Paola Casagrande, Roberta Ceretto, Enzo Pompilio D’Alicandro, Luca Settineri e Luisa Vuillermoz.

Il consuntivo evidenzia un avanzo di esercizio pari a 244,5 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al 2023 (+102,9%). Il patrimonio netto raggiunge quota 2,69 miliardi di euro (+7,5%), mentre la posizione finanziaria netta si attesta a 708,4 milioni. Il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, a garanzia della continuità degli interventi sul territorio, è stato ulteriormente potenziato, arrivando a 187,3 milioni di euro (+11%).

Nel corso del 2024, la Fondazione CRT ha destinato 79,4 milioni di euro a progetti e iniziative nelle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, confermando il proprio ruolo centrale nello sviluppo sociale e culturale del territorio.

I risultati conseguiti rafforzano la solidità della Fondazione, che per l’attività 2025 potrà contare su 134 milioni di euro da destinare a interventi mirati e concreti, orientati al futuro della comunità.

“La Fondazione CRT continua a crescere grazie a una gestione responsabile degli investimenti, sempre orientata al sostegno del territorio e delle persone – afferma la Presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi –. È motivo di orgoglio approvare un bilancio che ci consente di avviare un piano di interventi strategici ancora più ampio, in un momento cruciale per il futuro delle nostre comunità. La Fondazione ha costruito una struttura solida e processi che oggi rappresentano uno standard di riferimento. Un percorso che ha visto il coinvolgimento del precedente Consiglio di amministrazione accompagnare una fase significativa della vita dell’ente. Con questa consapevolezza, e con un costante impegno verso il miglioramento e la valorizzazione delle risorse, proseguiremo nel corso dell’anno gli obiettivi avviati, sostenuti dal nuovo Consiglio di amministrazione, che rappresenta un ulteriore passo nel processo di crescita della Fondazione, espressione di un processo condiviso e con profili di alta competenza e qualità”.

Risultati finanziari in forte crescita

L’attività di gestione patrimoniale svolta nel 2024 – prevalentemente interna – ha prodotto risultati estremamente positivi, nettamente superiori rispetto agli esercizi precedenti.

Il totale dei proventi ordinari ha raggiunto il valore più elevato da oltre quindici anni, toccando i 310,3 milioni di euro (+86,3% rispetto ai 166,6 milioni del 2023). Questo traguardo è stato possibile grazie al significativo incremento del flusso cedolare derivante dalle principali partecipate – in particolare UniCredit – e ai risultati ottenuti attraverso la gestione diretta del portafoglio.

I dividendi incassati hanno registrato un aumento del 58,2%, passando da 138,9 milioni a 219,7 milioni di euro. Anche i proventi da interessi sono cresciuti (+38,1%), raggiungendo i 13,5 milioni di euro (erano 9,8 milioni nel 2023), grazie al contributo del flusso cedolare garantito dal portafoglio obbligazionario.

Il risultato dell’attività di negoziazione è salito da 17,5 a 74,5 milioni di euro, grazie sia alle strategie di valorizzazione e protezione messe in atto nella gestione diretta, sia alla presa di beneficio sulla partecipazione in Banco BPM.

Un ruolo importante è stato svolto anche dal contenimento dei costi operativi e dall’attenzione rivolta all’ottimizzazione dei benefici fiscali disponibili.

“È un privilegio far parte di una struttura che opera con grande coesione e impegno, capace di trasformare una solida gestione finanziaria in un impatto tangibile sul territorio – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT, Patrizia Polliotto –. La Fondazione CRT è una realtà che non si è mai fermata, sempre in ascolto del territorio e delle sue trasformazioni, pronta a intercettare bisogni emergenti e a offrire risposte tempestive, efficaci e inclusive. Questa capacità di adattamento, unita a una visione strategica e a un’azione concreta, ci rende particolarmente orgogliosi del lavoro svolto e ci dà ulteriore slancio nel proseguire il nostro impegno”.

Sostegno concreto al territorio

Nel 2024 la Fondazione ha ribadito il proprio impegno a favore delle comunità di Piemonte e Valle d’Aosta, con 72 milioni di euro stanziati per progetti locali, ai quali si aggiungono 7 milioni di euro destinati al Fondo Unico Nazionale per il volontariato e 0,5 milioni al Fondo ACRI. Le erogazioni hanno sostenuto oltre 1.300 interventi, rispondendo con efficacia alle necessità emergenti.

Le risorse sono state indirizzate a settori strategici per la crescita e il benessere del territorio: dalla valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico, agli interventi per il welfare e l’inclusione sociale, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili. Ampio spazio è stato dato anche a iniziative educative per contrastare la povertà educativa, progetti di ricerca e innovazione, sviluppo sostenibile, tutela ambientale, nonché al supporto di enti pubblici e del terzo settore attraverso contributi mirati e cofinanziamenti.

E’ a Pianezza la stalla dei record in Piemonte

L’azienda dei fratelli Rovei conquista il primato nella produzione di latte con robot di mungitura

 

«Papà ci ha insegnato a guardare avanti, il segreto sta nell’esperienza e nell’innovazione»

 

E’ il primo allevamento in Piemonte, e il terzo in Italia, per produzione media di latte con robot di mungitura: 145,08 quintali di latte all’anno, come media annuale della stalla, con 494 chilogrammi di proteine.

Un risultato straordinario che la Società agricola “La primula” della famiglia Rovei di Pianezza ha festeggiato ieri pomeriggio con un pranzo in cascina dedicato a chi ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo, come segno di gratitudine per la dedizione all’azienda.

La classifica, redatta annualmente dall’Associazione regionale allevatori del Piemonte, si riferisce all’annata 2023, un primato confermato nel 2024, anche se in questo caso non ancora ufficializzato, in attesa della compilazione della graduatoria nazionale.

“La primula” è un’azienda con 250 vacche frisone Holstein, 120 delle quali in lattazione, con una media di produzione di 140 quintali di latte per capo. Coltiva 200 giornate di terreno, metà a prato e metà a mais e loietto. Vi lavorano le famiglie dei fratelli Silvano e Claudio Rovei, più tre dipendenti, uno in campagna e due nel caseificio.

«Diciotto anni fa – racconta Silvano Rovei -, la produzione media della nostra stalla era di 62 quintali di latte all’anno per vacca, adesso è più che raddoppiata. Papà è stato bravo a lasciarci provare, per lui non è mai valso dire che “si è sempre fatto così, andiamo avanti così”. Era un uomo lungimirante, aperto alle innovazioni, ci ha insegnato a guardare avanti e noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio, affrontando le difficoltà e reinvestendo continuamente nell’azienda».

Secondo i fratelli Rovei, il segreto del successo della loro azienda è figlio di un insieme di fattori: «La bacchetta magica non esiste – spiega Silvano Rovei -, non basta affidarsi al robot. Certamente la tecnologia nella stalla fornisce un aiuto importante, perché consente di monitorare i parametri vitali degli animali, ma questi dati vanno interpretati con l’esperienza. L’occhio dell’allevatore vale più dell’Intelligenza Artificiale, perché coglie lo “stato d’animo” dell’animale, con cui si stabilisce un rapporto unico e incodificabile. Garantire il benessere dell’animale è il primo traguardo».

Continua Silvano Rovei: «Fuori dalla stalla, bisogna imparare a produrre foraggi di qualità, l’alimentazione delle vacche va dosata in base alle loro specifiche necessità, caso per caso. Poi c’è la costruzione genetica dell’allevamento, anche qui si tratta di scelte da affinare nel tempo, generazione dopo generazione, nell’ambito del management complessivo della stalla».

Insieme a collaboratori e amici, a complimentarsi per il record de “La primula” è intervenuto anche il presidente provinciale di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto: «I risultati ottenuti da questa azienda – ha detto Rossotto -, sono un orgoglio per la zootecnia torinese e piemontese. La professionalità e la passione per il lavoro, pagano sempre. L’agricoltura dimostra di saper fare al meglio la propria parte, nulla viene per caso, il ruolo del produttore deve essere riconosciuto al centro dello sviluppo agricolo».

 

 

Urbanistica più semplice con “Cresci-Piemonte”

Arrivare entro il prossimo mese di giugno ad approvare il nuovo disegno di legge sul dimezzamento dei tempi delle procedure è l’obiettivo che si è dato il tavolo per la semplificazione urbanistica.

La riunione di insediamento nel Grattacielo della Regione: è presieduto dal presidente Alberto Cirio e vi partecipano gli assessori all’Urbanistica Marco Gallo e agli Enti locali Enrico Bussalino, i presidenti della I e II Commissione del Consiglio regionale, Roberto Ravello e Mauro Fava. Presente anche il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco.

 “Si tratterà di una legge speciale che abbiamo denominato Cresci-Piemonte e per la cui approvazione chiederemo tempi rapidi a tutte le forze politiche, che intende consentire di spendere e rendicontare nei tempi stabiliti tutte le strutture la cui realizzazione viene finanziata con i fondi dell’Unione Europea – ha puntualizzato il presidente Cirio – Per questo motivo avrà validità fino al 31 dicembre 2030 e dimezzerà i tempi per il rilascio delle autorizzazioni di competenza della Regione sulle varianti generali o parziali dei piani regolatori comunali che riguardano, ad esempio, la costruzione di una scuola, di un capannone o di un ospedale. Inoltre, verremo incontro ai Comuni sotto i 5.000 abitanti finanziando con 5 milioni di euro le risorse necessarie per la predisposizione di questi strumenti. Per i piani più complessi, come quello di Torino, saranno create apposite cabine di regia. È una modifica – ha sottolineato il presidente – che non cambierà il merito ma il metodo: non si tratta di alleggerire né i controlli, né la tutela dell’ambiente, ma di sveltire le pratiche di adozione degli strumenti urbanistici, perché non possiamo e non vogliamo far perdere tempo agli imprenditori e ai sindaci, dai quali sono arrivate molte richieste in tale direzione”.

Potranno accedervi tutte le Amministrazioni che hanno necessità di adeguare i propri strumenti urbanistici per realizzare opere finanziate con i fondi del Pnrr, o con fondi strutturali europei, che devono essere spesi entro il 2029.

“Siamo da sempre la Regione d’Italia più avanti nelle certificazioni delle risorse europee, secondo il censimento del Ministero dell’Economia e Finanza – ha proseguito Cirio – Ma molte volte la burocrazia frena i percorsi di spesa e realizzazione di queste opere: ecco perché serviva una legge speciale. Si tratta di una norma trasversale che ci è stata sollecitata da categorie produttive ed enti locali su cui lavoreremo cercando ampia condivisione:”.

“Contro la burocrazia e per agevolare le nostre Amministrazioni pubbliche, soffocate da impedimenti burocrati ormai insostenibili, abbiamo messo in campo uno strumento normativo nuovo – ha aggiunto l’assessore Gallo – La semplificazione urbanistica diventerà così strumento operativo con cui favorire la crescita economica e il treno dei grandi finanziamenti dell’Europa. Parallelamente abbiamo avviato un tavolo per la revisione della legge n.56/77”.

“Da assessore agli Enti locali sono contento di questa legge speciale, di cui auspico una celere approvazione – ha rilevato Bussalino – I Comuni grandi avranno una sburocratizzazione e i più piccoli anche un contributo fondamentale per applicare le varianti”.

Soddisfatto anche il presidente Nicco: “Una norma veramente importante che consentirà di fornire risposte senza lungaggini a varianti di piano che vogliono rispondere puntualmente alle mutate esigenze dei diversi territori”.

Nei prossimi giorni si lavorerà a una proposta che sarà pronta il 28 aprile. Il 7 maggio è previsto un incontro a cui saranno invitati gli assessori regionali, in particolare Andrea Tronzano (Attività produttive) e Gianluca Vignale (Semplificazione), i presidenti e i vicepresidenti delle Commissioni regionali e le Province per la presentazione e la condivisione della proposta prima della sua approvazione in Giunta prima e in Consiglio poi.

Ristorazione in ripresa, ma calano le imprese e si cerca personale qualificato

Luci e ombre: + 1,6% rispetto al 2023, ma diminuiscono le imprese ed è caccia al personale qualificato. 22.868 pubblici esercizi in Piemonte, di cui oltre 12.000 a Torino e provincia. 68.668 addetti in Piemonte, di cui 30.801 nel Torinese.

 

Torino, 11 aprile 2025 – Il settore della ristorazione a Torino e in Piemonte vede una lieve ripresa dopo la crisi pandemica, grazie alla professionalità e la competenza degli imprenditori, e prova a resistere agli alti costi e alla mancanza di personale. È il quadro che emerge dal Rapporto 2024 di Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio, rappresentata a Torino da Epat Ascom.

Complessivamente in Piemonte, nel 2024, la spesa del ‘fuori casa’ è stata di quasi 6,5 miliardi di euro su un totale nazionale di 96 miliardi, con una crescita in linea con quella nazionale, che segna un +1,6% rispetto al 2023, ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia (-6%).  La spesa si distribuisce nei 22.868 pubblici esercizi della regione, di cui oltre 12.000 concentrati tra Torino e provincia. Il comparto impiega 68.668 addetti in Piemonte, di cui 30.801 nel Torinese, a conferma del peso rilevante che il settore mantiene sul territorio.

I segnali di crescita si accompagnano però a un dato critico: in tutta la provincia di Torino nel 2024 si sono registrate 836 nuove iscrizioni in Camera di Commercio nella ristorazione, ma a fronte di 2.000 cessazioni.

Solo a Torino, le aperture sono state 424 contro 1.055 chiusure. Un saldo negativo che testimonia la fatica strutturale di molte imprese a reggere i costi e a intercettare una domanda piuttosto instabile.

«Confermati i trend del settore, a Torino e provincia – sottolinea Vincenzo Nasi Presidente Epat Ascom -. Il 2024 si è rivelato un anno con il segno più e lo dobbiamo innanzitutto agli imprenditori che fanno della professionalità e della competenza il valore principale. Come in tanti altri settori anche la ristorazione si trova ad affrontare costi di produzione e di gestione decisamente alti, ai quali potrebbe aggiungersi il carico dei dazi. Da sottolineare, a questo proposito, che i ristoranti hanno aumentato i prezzi mediamente del 14%, mentre l’inflazione generale è superiore al 15%».

Nel 2024, a livello nazionale, gli occupati nella ristorazione hanno superato quota 1,5 milioni, con un incremento del 6,7% dei lavoratori dipendenti rispetto all’anno precedente, pari a circa 70.000 nuove unità. Un segnale importante arriva anche dalla composizione anagrafica: il 39,7% della forza lavoro è under 30, ma il segmento in maggiore crescita è quello degli over 50, che aumenta del 10%, in linea con l’evoluzione demografica del Paese. Persistono però le criticità nel reperire personale qualificato, e il divario tra domanda e offerta di competenze continua ad allargarsi. «È evidente l’enorme criticità del personale nei ristoranti e nei bar – aggiunge il presidente Nasi – e a questo si aggiunge la concorrenza sleale da parte di realtà terze che offrono contratti ‘pirata’, mentre le nostre imprese applicano il contratto collettivo nazionale. Personale di sala e chef preparati seri e professionalmente qualificati sono la carta vincente di chi sta determinando la ripresa del settore».

«Per uscire dall’empasse e recuperare punti di crescita – conclude il presidente Nasi – occorre attuare politiche che stabilizzino i consumi e diano immagine ad un settore che è fondamentale per l’economia italiana e per la vivibilità del nostro Paese. È chiaro che tutto ciò si lega al volano turistico che anche per la nostra città appare una vera chance ed alla capacità di spesa dei cittadini più forte in provincia che nel capoluogo».

Cooperazione, a Chieri 2 milioni per il progetto “Racines” in Senegal

 

Rafforzare i sistemi alimentari locali, favorire pratiche agricole inclusive, sostenibili e resilienti

L’assessora Moglia e la consigliera Ferrara: “Promuoveremo formazione e azioni pratiche,  coinvolgendo le fasce più vulnerabili della popolazione: creare reti territoriali, trasformare i prodotti, favorire un’agricoltura adatta ai cambiamenti climatici”

Sviluppare azioni integrate per il potenziamento dei sistemi alimentari locali in Senegal, al fine di renderli più inclusivi, sostenibili e resilienti, migliorando l’accesso a cibo sano e sicuro, favorendo i soggetti più vulnerabili, promuovendo colture e tecniche di coltivazione adeguate ai cambiamenti climatici e rafforzando le competenze delle amministrazioni locali: queste sono le finalità di «RACINeS», il progetto di cooperazione internazionale che ha la Città di Chieri come capofila e che si è aggiudicato un finanziamento di 1.999.750 euro, classificandosi quinto nella graduatoria di 70 progetti complessivi nell’ambito del bando emesso da AICS-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

«RACINeS»ovvero “Rete di azioni cooperative e inclusive verso le nuove politiche locali del cibo in Senegal”, è frutto di una co-progettazione con il CIFA (Centro Internazionale per l’Infanzia e la Famiglia), che vede la collaborazione nel ruolo di partners dell’Università degli Studi di Torino, CIHEAM-Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei di Bari, Co.Co.Pa.-Coordinamento Comuni per la Pace, Slow Food Italia, ENGIM Piemonte e altri cinque soggetti tra Enti del Terzo Settore, associazioni ed ong (APDAM, CPAS, NutriAid, RENKEN, RE.TE.). Il progetto coinvolgerà la Città di Dakar e altri sei tra Comuni (Walalde, Loul Sessene, Coubalan, Ronkh) e comunità rurali senegalesi (Kafountine e Tivaouane Peulh Niague), che contano complessivamente circa 3 milioni di persone.  

Commentano l’assessora alle Politiche Sociali e alle Associazioni Vittoria Moglia e la consigliera comunale Agnese Ferrara (delegata al Comitato Gemellaggi e progetti di cooperazione): «Si tratta di un risultato di grande rilevanza, reso possibile dal lavoro del CIFA, che svolgerà un’attività di monitoraggio e supporto logistico, e di tutti gli altri partners di progetto, nonché degli uffici comunali. Chieri ha un’importante tradizione legata alla cooperazione internazionale, in particolare con il Burkina Faso. Inoltre, ci sono consolidati rapporti tra il Piemonte e il Senegal, infatti, sette comuni piemontesi (Asti, Carmagnola, Nichelino, Mappano, Candiolo, Poirino, Granozzo con Monticello) collaborano con altrettante municipalità senegalesi. Chieri, oltre ad aver partecipato allo sviluppo dell’Atlante del Cibo di UniTO, aderisce al Milan Urban Food Policy Pact (MUFPP), il patto internazionale sottoscritto da oltre 280 sindaci di città di tutto il mondo (tra cui Dakar) impegnati nella trasformazione dei sistemi alimentari urbani mediante l’adozione di politiche alimentari integrate e innovative. Il progetto intende contribuire alla promozione di politiche locali del cibo inclusive, sostenibili e resilienti. Il ruolo centrale è svolto dalla formazione tecnico-professionale (come coltivare e come trasformare il cibo per conservarlo, come recuperare l’inutilizzato e contrastare lo spreco), da azioni pratiche e dalla creazione di reti territoriali virtuose: rafforzare le competenze delle amministrazioni locali e le filiere agroalimentari, coinvolgere le cooperative agricole del posto, favorire il commercio e l’accesso al cibo sano e sicuro, insegnare ad adattare la produzione alimentare al cambiamento climatico adottando tecniche innovative (l’attività agricola soffre siccità e instabilità climatica), coinvolgere le fasce di popolazione più vulnerabili, in particolare le donne (soprattutto vedove o non sposate), i bambini (come i “talibé”, bambini che vivono in strada), le persone con disabilità, coloro che hanno un reddito basso e instabile e i migranti di ritorno».

In Senegal si registrano grandi difficoltà per i prodotti locali a raggiungere i mercati di sbocco per una mancanza di infrastrutture per il trasporto, lo stoccaggio, la trasformazione e la commercializzazione della produzione. Sono previsti corsi formativi sulle tecniche di trasformazione di frutta, verdura ed erbe aromatiche, sulla conservazione e sulla preparazione culinaria dei prodotti locali, sulle norme igieniche e le tecniche di essiccazione e macinazione, sulle modalità di irrigazione sostenibile e la diversificazione delle colture. Verranno acquistati essiccatori, macchine sottovuoto e macchine per la produzione di salse e succhi e saranno realizzati magazzini per lo stoccaggio, un mercato ortofrutticolo, vivai, microgiardini e orti urbani, un “Campus Didattico” che opererà campus da centro di ricerca, raccolta fondi e formazione in tecniche agricole avanzate, ospitando mediamente una trentina di giovani.

Sarà istituita una Cabina di regia che coinvolgerà Chieri come capofila e altri Comuni del territorio metropolitano torinese.

Foto Matteo-Levi CIFA

Tari, a Torino tariffe invariate per il 2025

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Restano invariate le tariffe e le agevolazioni relative alla tassa sui rifiuti (Tari) per l’anno 2025. Lo ha deciso la Giunta comunale con una delibera proposta dall’assessora al Bilancio.

L’Amministrazione ha ritenuto opportuno confermare la volontà di garantire continuità nel tempo nell’applicazione dei criteri di tassazione, così da contenere e mantenere uniformi quanto più possibile gli eventuali aumenti tariffari di tutte le categorie domestiche e non domestiche, inevitabili a causa dell’inflazione, oltre che necessari per assicurare l’integrale copertura dei costi rilevati nel piano economico finanziario.

Si è ritenuta essenziale la necessità di contenere in ogni modo possibile le ricadute dell’incremento sui contribuenti, non solo attraverso gli interventi sulle agevolazioni, ma anche tenendo conto delle varie componenti positive da portare in detrazione dei costi evidenziati nel PEF 2025. Infatti, a fronte dei maggiori costi risultanti per l’anno 2025 rispetto al 2024 dovuti al recupero dei costi efficienti previsto da Arera, l’incremento a carico dei contribuenti è stato assorbito perché si prevede un aumento della base imponibile grazie al potenziamento dell’attività di accertamento.

Confermate anche misure di agevolazione, a carico del bilancio comunale, al fine di contenere ulteriormente gli effetti delle dinamiche dei costi sui contribuenti. Per il 2025 ai nuclei familiari in situazione di disagio economico risultante da certificazione Isee saranno applicate le percentuali di sconto già riconosciute per l’anno 2024, aumentate per calmierare gli aumenti tariffari. Le agevolazioni prevedono una riduzione del 45% per i nuclei familiari con Isee fino a 13mila euro l’anno, del 30% per quelli fino a 17mila e del 20% per quelli fino a 24mila. Saranno applicate in sede di saldo 2025 dietro istanza dell’interessato, entro il 30 settembre 2025, attestante i requisiti nel periodo di riferimento della tassazione.

Per le utenze non domestiche per l’anno 2025 saranno previste agevolazioni, sempre  da applicare in sede di saldo, a favore delle attività commerciali ed artigianali che, insediate in zone della Città nelle quali si svolgono lavori di pubblica utilità, subiscono notevoli disagi a causa dell’allestimento del cantiere per una durata superiore a sei mesi; in attuazione di tali criteri , e previa verifica degli Uffici competenti , saranno individuate con successiva deliberazione le aree interessate, le percentuali di agevolazione ed il periodo di applicazione.

Sono ancora previste : un’agevolazione pari al 10% ai locali stabilmente destinati ai culti riconosciuti dallo Stato; un’agevolazione pari al  30% a favore di Associazioni ( Onlus, Fondazioni per assistenza sociale e socio-sanitaria , organizzazioni di volontariato iscritte al Runts, Associazioni di Promozione Sociale iscritte al Runts, Cooperative Sociali iscritte al Runts , Gestori dei Centri di Protagonismo Giovanile e delle Case di Quartiere individuati dalla Città)  e scuole per l’infanzia, ivi comprese le scuole per l’infanzia parificate aderenti al FISM e convenzionate con la Città ; ed infine, in attuazione della Legge 166/2016 che disciplina la lotta allo spreco alimentare, si prevede anche  un’agevolazione a favore delle utenze non domestiche che cedono gratuitamente le eccedenze alimentari per fini di solidarietà sociale.

Nel complesso quindi l’ assorbimento dei costi ed il finanziamento di agevolazioni per oltre  8 milioni di euro  testimoniano il grande sforzo dell’Amministrazione nel sostegno a cittadini e categorie, nonostante la difficile congiuntura e le note difficoltà economico finanziarie della Città.

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Metro2, ipotesi fine prima tratta nel 2032

“La fine dei lavori della prima tratta Rebaudengo/Porta Nuova della Metro2 è prevista per il 2032 e, auspicabilmente, anche la messa in esercizio. Contiamo di avviare i cantieri entro la fine del 2026. Ulteriori 450 milioni di euro entro il 2029 serviranno per completare la tratta fino al Politecnico”, questa è la previsione di Bernardino Chiaia, fatta nel corso dell’audizione congiunta di Infra.To da parte delle Commissioni Trasporti del Consiglio regionale con la presidenza congiunta di Mauro Fava e per il Comune Antonio Ledda.
I treni – ha aggiunto Chiaia – saranno progettati per portare 400 persone, con minimo due postazioni per disabili e la possibilità di trasportare bici. Le vetture saranno anche dotate di certificazione green e delle più avanzate tecnologie di automazione e sicurezza per una gestione intelligente.

Ai lavori hanno partecipato l’assessore regionale, Enrico Bussalino, e gli assessori comunali Chiara Foglietta e Paolo Mazzoleni.

Vi sono stati diversi interventi per richiedere chiarimenti a Chiaia, oltre che da parte di diversi consiglieri comunali e da alcuni rappresentanti di associazioni di cittadini, anche da parte dei consiglieri regionali Alice Ravinale (Avs) e Nadia Conticelli (Pd).

L’assessore Bussalino ha assicurato l’impegno della Regione per la realizzazione del prolungamento della linea M1 fino a Rivoli e della nuova M2, e ha definito queste “opere strategiche non solo per la città e che potranno essere realizzate attraverso un lavoro sinergico tra Ministero, Regione, Comune e Infra.To. In particolare è importante sburocratizzare al massimo le procedure e avere continuità di risorse”.

Gli assessori Foglietta e Mazzoleni hanno garantito che quest’anno (diversamente dallo scorso anno) il servizio della M1 non verrà sospeso nel periodo estivo e il massimo impegno per garantire la totale accessibilità di entrambe le linee.

“Importante il confronto tra le due Commissioni e il professor Chiaia che si è rivelato molto costruttivo – ha dichiarato il presidente Fava -. Siamo molto fiduciosi, anche grazie alla grande attenzione posta dalla Giunta e dal nostro assessore. Ci accorderemo con i colleghi del Comune per altre sedute di commissione congiunta nei prossimi mesi per valutare, passo per passo, l’andamento delle varie fasi necessarie per la realizzazione dell’opera”.