ECONOMIA- Pagina 432

La Regione invita a usare i servizi digitali

L’assessore regionale ai servizi digitali Matteo Marnati invita i piemontesi ad utilizzare i servizi informatici per l’adempimento degli oneri tributari, fiscali e di altro genere, che si possono effettuare direttamente da casa. Chi ad esempio deve pagare il bollo auto, ritirare referti di laboratorio o documenti prodotti dalla pubblica amministrazione dal campo edilizio a quello delle certificazioni può farlo online.

L’ELENCO DEI SERVIZI DISPONIBILI PER CITTADINI E IMPRESE DA QUELLI SANITARI A QUELLI DEDICATI AI PROFESSIONISTI

L’assessore annuncia che il servizio informatico regionale è pronto per affrontare qualsiasi emergenza anche a fronte dell’aumento delle richieste, i servizi online infatti sono sempre attivi e permettono a coloro che non possono uscire di casa di svolgere attività pubbliche. Anche in queste ore – ricorda l’assessore – continua ad essere attivo il numero verde generale non per questione sanitarie 800.333.444 che è stato potenziato in questi giorni di emergenza con 16 operatori in più che passano così a 39.

ELENCO SERVIZI ONLINE

I servizi online attivi erogati dal Csi Piemonte si trovano alla voce sistemapiemonte e abbracciano servizi per i cittadini i professionisti e le imprese (ritiro cartelle cliniche, prenotazione esami, cambio del medico di famiglia, pratiche edilizie e ritiro di certificazione degli impianti termici). Tutti sono disponibili su www.sistemapiemonte.it 

PER I CITTADINI

SANITA’ FASCICOLO ELETTRONICO

Prenotazione visite ed esami, ritiro referti di laboratorio, pagamento ticket, cambio medico, ricette dematerializzate disponibili da tablet o smartphone, richiesta esenzione ticket per reddito (http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/salute/176-la-mia-salute)

BOLLO AUTO

http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/tributi-e-visure

PER IMPRESE E PROFESSIONISTI

ENERGIA

1) sistema informativo prestazione energetica degli edifici

http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/856-sistema-informativo-per-le-prestazioni-energetiche-degli-edifici-sipee

Consente ai certificatori energetici di produrre ed inviare a Regione gli APE (Attestati Prestazione Energetica), adempimento obbligatorio nelle transazioni immobiliari (vendite, locazioni) e quando si fanno opere di ristrutturazione.

2) Catasto impianti termici

http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/810-catasto-impianti-termici

Il servizio consente ai tecnici manutentori e agli installatori di impianti di riscaldamento e di condizionamento di compilare il libretto di impianto, inviarlo alle provincie e di caricare a sistema i risultati dei controlli periodici.

EDILIZIA

Il MUDE Piemonte è il servizio che dematerializza le principali pratiche edilizie dalla fase di presentazione e compilazione da parte dei professionisti all’invio telematico al comune competente.

 http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/territorio/servizi/783-mude oppure da http://www.mude.piemonte.it/site/

AMBIENTE

1) per la presentazione on-linedi pratiche e comunicazioni relative agli adempimenti http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/804-valutazioni-e-adempimenti-ambientali

2) per  la consultazioneon-line delle informazioni relative alle procedure di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) in fase istruttoria, funzionale all’invio di eventuali osservazioni da parte dei cittadini http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/96-valutazione-impatto-ambientale

3) per il pagamento dei canoni delle utenze per l’utilizzo dell’acqua pubblica a beneficio dei soggetti concessionari http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/405-utenze-per-uso-di-acqua-pubblica-canoni-e-misuratori

Il direttore generale di Csi Piemonte Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI Piemonte sottolinea che di essere a fianco dei cittadini per dare risposte rapide e soluzioni semplici e veloci, proteggendo i dati pubblici e garantendo il buon funzionamento dei servizi.

I pensieri “lunghi” di Nino Chiovini e lo sviluppo della montagna

Negli anni ’50 per le comunità montanare suonò la campana a morto. In quegli anni arrivò quasi a conclusione un ciclo temporale legato alla civiltà alpina tradizionale durato circa duemila anni

A partire dal decennio successivo nuovi modelli di sviluppo contribuirono a svuotare le valli alpine dei loro abitanti. In realtà pareva già un destino segnato, a conferma di una crisi iniziata ben prima del secondo dopoguerra, acceleratasi dalla rivoluzione industriale in poi.

Lo spesso filo che cuce la storia di quel periodo è presente in tutta l’opera di Nino Chiovini, il partigiano “Peppo”, scrittore e storico, studioso della Resistenza e della cultura contadina di montagna, la cui figura è stata recentemente ricordata in un importante convegno tenutosi a Verbania. Quel processo, lento e inesorabile, raggiunse i picchi più elevati oltre mezzo secolo fa in molte valli alpine, comprese quelle piemontesi dal cuneese al torinese, dalla Valsesia al Verbano e all’Ossola. Se ne trova testimonianza letteraria nell’espressione del “mondo dei vinti”, attribuita ai contadini di montagna e di alta collina da Nuto Revelli. Un’altra voce letteraria delle valli occitane, quella di Peyre Raina, consegnò alla memoria una struggente poesia con un titolo che lasciava poche speranze: “Cadranno i casolari dei villaggi sulle montagne abbandonate”. Nino Chiovini ne scrisse diffusamente dei suoi libri dedicati alle ricerche sulla civiltà rurale montana – “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”,   “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”- ripubblicati con una intelligente operazione culturale dalla casa editrice verbanese Tararà, specializzata in letteratura di montagna. Le conseguenze di quell’abbandono sono state simili nel mondo alpino e al di fuori di tre realtà (Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta) la montagna è stata vissuta nell’ambivalenza del ruolo di madre e matrigna al punto che ben pochi avrebbero scommesso sulla possibilità di un’inversione di tendenza. Cosa restava di quel mondo sconfitto, dei borghi abbandonati, degli alpeggi, delle architetture e delle tradizioni oltre ai segni che raccontavano di una vasta, immensa “spoon river” alpina? Parafrasando una bella e sintetica poesia di Pietro Ingrao, restavano   “l’indicibile dei vinti e il dubbio dei vincitori”. La montagna alpina si trovava (e si trova) schiacciata nella contrapposizione fra l’essere il “terreno di gioco” per un turismo sportivo e spesso aggressivo e l’abbandono, l’incuria. Eppure qualcosa si muove, seppur timidamente. L’impegno di molte comunità locali, di associazioni di enti locali di montagna come l’Uncem, di operatori economici e sociali insieme a tanti appassionati che hanno a cuore l’ambiente e un’idea di sviluppo sostenibile che abbia a cuore la consapevolezza dei limiti produce risultati.

 

Una ricerca promossa dall’Associazione Dislivelli di Torino, intitolata “Nuovi montanari. Abitare le Alpi nel XXI secolo” propone una riflessione sul fenomeno dei nuovi abitanti delle valli alpine, del re-insediamento in montagna, attraverso l’analisi di dieci aree campione comprese fra le Alpi Liguri e le Alpi Carniche. Lo studio cerca di rispondere ad alcune domande-chiave (Chi sono i nuovi insediati nelle Alpi italiane e quali sono i motivi che li portano a reinsediarsi in montagna? Perché è importante riabitare la montagna? Come si muovono le istituzioni a tutti i livelli?) analizzando le varie aree, metà delle quali sono piemontesi e valdostane: l’Ossola, l’Alta Val Tanaro ( in particolare i comuni di Bagnasco e Garessio), la Valle Gesso ( con i comuni di Roaschia, Valdieri,Entracque), la Val Maira, la Valle Susa, la parte centrale della Valle d’Aosta e la Valpelline. Le scelte dei nuovi insediati, in base a quanto emerge dallo studio, si possono raggruppare in due ordini di motivazioni: economiche ed esistenziali. Fra le prime, prevale la ricerca di opportunità di lavoro nel comparto agro-pastorale, oppure in imprese del settore secondario o terziario. Si tratta per lo più di ritornanti o stranieri immigrati spinti da bisogni primari di lavoro e di abitazione a basso costo. Nella seconda categoria si individuano i protagonisti di quella tendenza migratoria verso località periferiche, prevalentemente montane e colpite da spopolamento, che prospettino una qualità della vita migliore per risorse ambientali e culturali, in un contesto di relazioni sociali più umano. Si tratta ovviamente di primi segnali ed è vero che una rondine non fa primavera ma in qualche modo si tratta di fenomeni anticipatori di una nuova sensibilità verso la vita in montagna. Vale la pena ricordare come anche in Piemonte i territori montani si caratterizzano per la grande varietà di situazioni, differenze altimetriche, diversità demografiche, storico-culturali, sociali, economiche, fondate principalmente sull’accessibilità, sulla popolazione e sulla ricchezza. Una montagna diversificata, tutt’altro che povera, capace di proporre attrattive ambientali e paesaggistiche, risorse utilizzabili a partire dai suoi boschi ( basti pensare che in cinquant’anni la superficie forestale è raddoppiata mentre il prelievo di legname si è dimezzato). A patto, ovviamente, di non perdere di vista l’obiettivo principale che, in termini di sviluppo, è sempre lo stesso: ricostruire delle aree produttive economicamente sostenibili, in grado di agevolare l’occupazione,la nascita e il consolidamento di imprese competitive, puntando molto sull’economia verde. Solo così la montagna, pur tra difficoltà e lentezze, può essere individuata come un ambiente naturale e storico-culturale in grado di offrire valide alternative allo stile di vita prevalente nelle grandi agglomerazioni urbane, sia attraverso nuove forme di frequentazione turistica “dolce”, sia con la scelta più radicale, anche se ancora limitata, del reinsediamento e dell’avvio di attività produttive sostenibili sotto l’aspetto ambientale, culturale e sociale. Si tratta, anche concettualmente, di una prospettiva radicalmente diversa da quella dominante nel secolo scorso, che vedeva i valori della civiltà alpina come complementari e subordinati a quelli urbani, attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali e di quelle turistiche. Oggi ci si rende conto che le “terre alte” rappresentano una possibile fonte di reddito grazie alle proprie valenze economiche e culturali, ambientali ed energetiche. Ma la sostenibilità delle aree alpine,declinabile in tanti modi e con diversi accenni, impone riflessioni molto serie. Le Alpi sono una enorme riserva di biodiversità. Sono molte le zone di grande interesse dal punto di vista etnografico e storico con le tante comunità di montagna la cui sopravvivenza era legata a un territorio aspro, difficile, all’agricoltura di sussistenza, alla monticazione del bestiame. Storie difficili, vissute in salita lungo le secolari   lotte per coltivare, muoversi, strappare faticosamente alla montagna risorse fatte di pietra, legno,coltivi,pascoli. L’elemento importante era la stessa verticalità: l’intera economia era basata sugli spostamenti altitudinali stagionali, in base ai ritmi della natura. Le tracce si vedono ancora oggi nei terrazzamenti, nella ragnatela di stradine e sentieri che segnavano i versanti vallivi collegando il fondovalle ai maggenghi e agli alpeggi. Storie che accomunano molte realtà con quella della Valgrande narrata da Nino Chiovini. Storie che ci hanno lasciato, come nelle terre che si estendono nel cuore della provincia del Verbano Cusio Ossola, nell’area selvaggia più vasta d’ltalia (vero e proprio “museo all’aperto della passata civiltà alpina”) un’eredità di resti di teleferiche, piazzole delle carbonaie, polloni di faggio ricresciuti dopo il taglio del tronco principale, a testimonianza dei grandi disboscamenti. Con il tempo la natura si è ripresa i boschi e i pascoli abbandonati, cambiando fisionomia al paesaggio. Quasi un messaggio per gli uomini che, con la scelta del parco, hanno compreso la necessità di difendere e preservare questa preziosa riserva di biodiversità. Avere cura dell’area valgrandina ( diventata parco nazionale nel 1992) e di altre realtà dell’area alpina e prealpina equivale a porre molta attenzione alle scelte che si compiono oggi, affinché non ne venga compromessa l’eccezionale qualità ambientale. Una regola importante soprattutto quando si parla del turismo. La montagna, intesa come destinazione di vacanza, negli ultimi anni ha riconquistato un certo fascino e interesse presso un pubblico vasto dopo aver patito molto la concorrenza di altre mete, più o meno vicine e a buon prezzo. Il turismo montano si è preso una rivincita? In parte è così ma i problemi sono tanti e persistenti. L’impresa turistica montana, più sensibilmente delle altre, richiede un insieme di condizioni territoriali e ambientali particolari. Gli accessi, la valorizzazione della qualità del paesaggio e delle stazioni montane attraverso interventi di riqualificazione urbanistica e di manutenzione del paesaggio, la cura dei sentieri e dei boschi, nuovi sforzi in termini di comunicazione e promozione rivolti al pubblico, sono solo alcuni degli aspetti. La concentrazione del turismo in pochi periodi dell’anno, ha causato fenomeni di saturazione e uno sviluppo modellato “a fotocopia” ha portato a una omogeneizzazione del territorio alpino, con il rischio di perdere   identità e attrattività, con ricadute nella produzione di reddito, diventando economicamente più debole.

 

Da qui la necessità di destagionalizzare, sfuggire alla ripetitività e alla riproposizione di stili, realtà e situazioni che ricordano il luogo da cui si è partiti, valorizzate le realtà di “mezza montagna” e le “stagioni di mezzo”. Scelte necessarie per non dire obbligate poiché i problemi legati all’innalzamento delle temperature invernali cambieranno le prospettive. Le previsioni del Centre d’Etudes de la Neige, anni fa, stimavano per il 2030 un incremento medio della temperatura di 1,8°C e una diminuzione del 25% delle giornate con neve al suolo per le località situate a 1500 metri d’altitudine. Ciò che accade, i fenomeni che viviamo in diretta, giorno dopo giorno, ci dimostrano che non si trattava di stime pessimistiche. Nell’area alpina il turismo sostenibile rappresenterà dunque l’unica alternativa a lungo termine al turismo di massa convenzionale, in grado di garantire uno spazio vitale per la natura e l’uomo. Chi ha responsabilità pubbliche avrà il compito di promuovere programmazione, promozione e attuazione di un turismo sostenibile che non è una scelta ideologica ma una indispensabile prospettiva per la competitività tra sistemi economici e sociali, un nuovo modo di pensare a forme di benessere, crescita economica durevole ed equa, ridistribuendo nel tempo e nello spazio risorse e persone che oggi frequentano le “terre alte”. Le politiche pubbliche dovranno sostenere progetti innovativi e non rutilanti e faraonici interventi che costerebbero molto senza offrire serie garanzie di efficacia, di valorizzazione e tutela ambientale. Per garantire alla Valgrande e alle altre valli alpine condizioni ambientali più che accettabili occorrerà far sì che il turismo del domani sia davvero “più lento, più profondo, più dolce“,evitando quei fenomeni di consumo rapace ai quali ci si è abituati per troppo tempo. In fondo questa è una delle lezioni che ci ha lasciato Nino Chiovini con le sue opere e l’impegno teso al riscatto dei montanari. La montagna ha tuttora un forte credito aperto ed è giusto che rivendichi nei confronti del Paese un’attenzione istituzionale e precise strategie, concrete e durature.

Marco Travaglini

 

(Foto panoramiche: Parco  nazionale della Val Grande)

Costanzo (M5S): “Estendere misure per l’economia”

Ieri la Camera ha approvato il decreto contenente le disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus

La deputata torinese Jessica Costanzo (M5S), ha presentato un ordine del giorno che è stato approvato e che richiedeva di valutare l’estensione al Piemonte delle misure già adottate per altre Regioni, quali il differimento delle scadenze fiscali e contributive, la moratoria dei mutui, la velocizzazione dei crediti fiscali e dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, l’attivazione di ammortizzatori sociali snelli e immediati e la previsione di indennizzi per i lavoratori autonomi.
“Il clima di insicurezza e di allarme che si è propagato in tutto il Paese, impatta sulle imprese piemontesi già colpite da una violenta crisi economica – spiega Costanzo – e i dati sono molto preoccupanti: si parla di un crollo di fatturato del 90% per quel che concerne il turismo d’affari, del 70% per quel che riguarda le strutture ricettive di Torino, del 50% per i ristoranti, del 30% per i bar. Il nostro territorio – conclude Costanzo – già dichiarato area di crisi complessa, necessita di misure specifiche in grado di calmierare gli effetti negativi dei provvedimenti di contrasto alla propagazione del Coronavirus”.

Allarme commercio, clienti e vendite in netto calo nei mercati e nei negozi

Molti negozi e bar lamentano un calo di vendite di oltre il 50%. La psicosi evidentemente ha colpito molti clienti, basta girare per i dehors del centro, in genere strapieni all’ora di pranzo e in questi giorni, invece,  praticamente vuoti. Negli hotel le stanze sono occupate al 60%

In Comune e in Regione si stanno studiando misure di sostegno, mentre le associazioni dei commercianti lanciano un grido d’allarme. “Qui è tabula rasa”. Così si sfogano con l’Ansa gli  ambulanti del  multietnico mercato di Porta Palazzo, il più grande d’Europa, commentando gli esiti dell’ordinanza per l’emergenza Coronavirus. “Non ci sono clienti, qualcuno in più forse solo ai banchi di frutta e verdura”. Probabilmente hanno paura, anche se  il mercato è all’aperto. La stessa situazione si ripete nei vari mercati ambulanti della città. A risentire dell’effetto coronavirus sarà purtroppo un po’ tutto il sistema Torino e Piemonte. Anche sul fronte spettacoli, con una serrata forzata di cinema e teatri per una (sola, si spera) settimana, non si sta certo meglio.”Ho chiesto al presidente del Consiglio Conte di attivare subito misure straordinarie per le attività commerciali e gli alberghi e per l’economia piemontese”, ha detto il governatore Cirio.

Educazione Alimentare: “Siamo quello che mangiamo”

Il progetto che forma ragazzi e genitori sui corretti stili di vita

 

Trasmettere ai minori e alle loro famiglie la “cultura del cibo” con particolare attenzione alla propria salute, affinchè scelgano in modo consapevole cibi e bevande, questo il nuovo impegno del MOIGE – Movimento Italiano Genitori con il progetto “Siamo quello che mangiamo”

La campagna, in collaborazione con l’Istituto Montezemolo di Roma e il contributo del Miur, prevede attività formative in 30 scuole secondarie di primo grado sul territorio nazionale tramite kit didattici e open day.

Fra gli strumenti operativi anche la realizzazione di un‘indagine sulle abitudini alimentari dei minori e l’Istituzione di un Osservatorio sui “corretti stili di vita”.

 

 

Le auto più vendute online in Piemonte e nel Nord Ovest

Osservatorio brumbrum: numeri e tendenze nell’acquisto in rete di auto usate nell’Italia nord ovest nel 2019

Si chiude un 2019 positivo per il mondo dell’auto. Sono ben 3.102.893 passaggi di proprietà per quanto riguarda il settore dell’usato, che si uniscono a quasi 2 milioni di immatricolazioni sul nuovo. Poco meno del 30% di questi dati si registrano nel nord ovest. Andiamo a scoprire la classifica delle vetture più vendute online in Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

 Il 2019 è finito ed è tempo di bilanci, anche nel mondo dell’auto. Guardando i risultati il settore è in salute: il nuovo chiude con un +0,3% rispetto all’anno scorso, va ancora meglio nell’usato, +0,5% e oltre 3 milioni di auto passate di mano. Ma chi vince la classifica delle auto più vendute nel nostro Paese? La classifica parla chiaro e Fiat Panda continua ad essere l’auto più acquistata. La famosissima utilitaria guida la classifica delle auto più comprate in ben 10 regioni, due di queste sono nel nord ovest Italia. brumbrum, il primo rivenditore diretto di auto online d’Italia che opera sul sito www.brumbrum.it, ha stilato la classifica delle auto preferite dagli italiani avvalendosi dei dati raccolti dall’Osservatorio brumbrum. LOsservatorio di rilevazione e indagini statistiche online in ambito automotive ha preso in considerazione le automobili che nel 2019 hanno fatto più vendite in rete nell’Italia del nord ovest. 

Le vendite di auto online nel 2019 nel nord ovest

Utilitarie e citycar dominano la classifica del 2019: in tutte le regioni del nord ovest vendono ben oltre il 30% del totaleBene le berlinevicine al 20% ovunqueterzo posto per i SUV che guadagnano tanti punti, arrivando al 15%

Tanta FCA nella top five, vince Fiat Panda

Detta legge FCA. Fiat Panda vince in Valle d’Aosta e in Piemonte ed è la più venduta in questa zona d’Italia, mentre 500 domina in Lombardia. Buoni risultati in queste regioni anche di Jeep Renegade e Lancia Ypsilon. L’auto che rompe il monopolio del marchio torinese è Volkswagen Golf, che vince la palma di più venduta in LiguriaInteressante il quinto posto di Mercedes Classe A in Lombardia e il quarto di Audi A4 Avant in Valle d’Aosta.

Diesel sempre più in calomale l’ibrido

Per ultimo parliamo di alimentazioni. La grande crisi mondiale si rispecchia anche nei risultati del nord ovest d’Italia. Il gasolio tiene ancora quasi il 60% delle vendite online ovunque, ma è in costante calo rispetto al passato. Di contro il benzina arriva al 30% del mercatoquasi il 35% in Lombardia GPL al 4%, numeri molto risicati per il metano. Non bene l’ibrido: nonostante per tutti sia il futuro, i dati di vendite continuano a non premiarlo.

“SPEAK, share your world”: uno scambio per l’inclusione sociale

SPEAK è un progetto nato in Portogallo nel 2014 con lo scopo di favorire l’inclusione sociale e l’uguaglianza tra le persone

Si tratta di una social tech startup che crea una connessione tra migranti, rifugiati e locali attraverso un programma di scambio linguistico e culturale. Il progetto è rivolto anche a espatriati e studenti internazionali al fine di facilitarne l’inserimento nella città in cui si sono trasferiti.

Il progetto propone, inoltre, eventi aperti a tutti come le cene internazionali e le serate di gioco in lingua, con lo scopo di facilitare la socializzazione.

SPEAK è arrivata in Italia nel 2017 e Torino è stata la prima città ad ospitare il progetto oltre i confini del Portogallo. L’iniziativa ha da subito riscosso molto successo e attualmente sono attivi più di 25 gruppi linguistici.

Tutte le attività di SPEAK hanno potuto crescere e diffondersi anche grazie alla collaborazione con numerose realtà locali, tra cui le Biblioteche Civiche, il Polo del ‘900 e il TYC. Sono partner anche alcune Case di Quartiere e diverse Associazioni.

 

Qual è il nostro obiettivo?

SPEAK ha l’obiettivo di promuovere il multilinguismo e democratizzare l’apprendimento delle lingue. Il suo format aperto ed informale consente di superare gli stereotipi e le differenze sociali, abbattendo le barriere linguistiche con l’intento di contribuire a risolvere il problema dell’esclusione sociale.

SPEAK, nel suo insieme, è un’impresa sociale con una chiara missione e priorità: integrare i cittadini attraverso il valore della loro diversità. Propone un programma di scambi culturali e linguistici a cui chiunque può iscriversi come partecipante o candidarsi come buddy, permettendo a persone di culture diverse di incontrarsi, imparare e condividere conoscenze.

L’esperienza acquisita negli anni di attività in Portogallo, unitamente alle dichiarazioni dei partecipanti sull’influenza significativa che SPEAK ha avuto nelle loro vite, hanno confermato il valore del progetto in termini di impatto sociale. Nell’arco delle 12 settimane di frequenza ad un gruppo linguistico, infatti, si sono osservati un miglioramento nel senso di appartenenza alla comunità locale, una riduzione delle barriere linguistiche e un aumento in termini di valorizzazione della cultura di ciascun partecipante.

Come funziona?

SPEAK organizza gruppi linguistici, di base o di conversazione, per gruppi da 4 fino a 18 partecipanti. Al momento sono attivi gruppi di italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, arabo, portoghese e giapponese. I gruppi linguistici sono gestiti da buddies provenienti da tutto il mondo che parlano fluentemente una lingua e desiderano condivederne la conoscenza in un contesto informale e divertente. I gruppi si incontrano per 12 sessioni da un’ora e mezza ciascuna, una volta a settimana. Ogni incontro è improntato su un’area tematica specifica con l’intento di fornire informazioni pratiche e un vocabolario mirato. L’obiettivo consiste nel favorire la partecipazione di tutti attraverso la conversazione, la simulazione di role-playing e giochi interattivi.

 

Gli eventi

Oltre ai gruppi linguistici, il progetto propone un ricco calendario di eventi. Si tratta di incontri aperti a tutti con l’obiettivo di coinvolgere attivamente chiunque desideri praticare le lingue in maniera divertente e non convenzionale e, contemporaneamente, creare un’occasione di scambio e condivisione   con persone nuove. Gli eventi variano dalle cene internazionali alle serate di gioco da tavola, ma prevedono anche attività come lezioni di yoga in lingua, jam session e scambi di libri.

 

Prendi parte al progetto di SPEAK

Chiunque può prendere parte al grande progetto di SPEAK diventando un buddy, per aiutare gli altri a imparare una lingua, che si tratti della propria o di un’altra parlata fluentemente. SPEAK si occupa di fornire un breve training, l’accesso diretto al materiale per le sessioni oltre a proposte di giochi ed esercizi di gruppo, che si possono utilizzare per creare un contesto divertente ed informale. Diventare buddy rappresenta un’occasione speciale per trascorrere del tempo con persone provenienti da tutto il mondo, scambiare conoscenze ed esperienze e, contemporaneamente, creare un impatto positivo nella vita di qualcun altro. Inoltre, come buddy è possibile partecipare gratuitamente a qualsiasi gruppo linguistico.

 

 

SPEAK – Share your world

Ulteriori informazioni e approfondimenti sul progetto e sui gruppi di lingua sono disponibili visitando il sito:

https://www.speak.social/it/turin/

 

Coronavirus, annullato evento con David Sassoli alle OGR

Il Parlamento Europeo comunica che, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, l’evento è rinviato a data da destinarsi

Lunedì 24 febbraio, alle ore 15, presso le OGR (Sala Fucine) di corso Castelfidardo 22, a Torino, si terrà il convegno “L’Europa che vogliamo”: una riflessione sul bilancio e sui valori della UE con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che terrà una relazavid Sassoli alle Ogrione intitolata “Il tempo delle scelte”

L’incontro, cui parteciperanno 300 esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, culturale, sociale e produttivo del territorio, della società civile  è organizzato da Fondazione CRT, Centro Studi Federico Peirone e Università degli Studi di Torino.

 

L’incontro è introdotto dal Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e dal Magnifico Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna ,  Tre le relazioni :

Alberto Gherardini Professore Università degli Studi di Torino,  La sfida della crescita inclusiva per l’Europa del futuro

Massimo Lapucci Presidente EFC La filantropia istituzionale e i valori della casa comune europea

Giacomo Costa SJ Direttore di “Aggiornamenti sociali” Orizzonti e identità europea

 

Conclude  David Sassoli Presidente Parlamento europeo Il tempo delle scelte

Modera il convegno la Responsabile Attività Internazionali di Fondazione CRT Stefania Coni.

Allevamenti e benessere animale: incontri formativi

Quattro incontri tecnici gratuiti organizzati da ARA Piemonte a Carmagnola tra febbraio e marzo tenuti da esperti del settore e rivolti agli allevatori da latte

 Il benessere degli animali e il consumo dei farmaci antimicrobici negli allevamenti da latte, la corretta prassi della mungitura e il rispetto dell’igiene e dei parametri sanitari e produttivi, la qualità degli alimenti e le problematiche connesse alle spore nel latte.

E ancora alcuni importanti focus sul sistema integrato ClassyFarm, un’innovazione tutta italiana per rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antimicrobico resistenza e rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle Autorità competenti, che nello stesso tempo offre agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza, e sul progetto Masti-Stop, per contrastare la mastite bovina, infiammazione della ghiandola mammaria causata nella maggior parte dei casi da batteri di origine infettiva o ambientale, una problematica sempre presente nelle aziende da latte che incide
pesantemente sulla loro gestione ed economia. Sono questi i temi dei quattro incontri tecnici organizzati da A.R.A.P., Associazione Regionale Allevatori del Piemonte, tra febbraio e marzo rivolti agli allevatori da latte per illustrare e approfondire alcuni approcci più moderni e strategici legati al mondo della stalla: l’importanza del rispetto del benessere animale è infatti una priorità assoluta per l’allevamento e per il messaggio trasmesso ai consumatori. Aspetti fondamentali come la corretta gestione della mungitura sono alla base della buona salute dei bovini e nel contempo garanzia della salubrità e della qualità microbiologica e organolettica del latte. E infine la nuova frontiera di ClassyFarm che rappresenta un nuovo modo di gestire gli aspetti sanitari della stalla con una raccolta organica di dati tecnici e sanitari, dati in gran parte già raccolti e valorizzati con l’attività quotidiana svolta da ARA. I quattro seminari, tenuti da relatori esperti nei vari ambiti tecnici e di ricerca affrontati durante gli incontri, sono gratuiti e aperti a tutti gli allevatori da latte del Piemonte e delle altre Regioni e si
terranno a Carmagnola (TO) presso la Cascina Vigna (Sala Monviso, Via San Francesco da Sales, 188) e prevedono 85 posti disponibili per ciascun appuntamento: per partecipare occorre effettuare l’iscrizione obbligatoria via email a mastistop@arapiemonte.it o telefonando allo 0171/410800. Con la frequenza ai quattro incontri sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Il calendario degli incontri

Giovedì 27 febbraio 09.30-13.00 Benessere negli allevamenti da latte: punti chiavi per la corretta gestione dott.sa Daniela DEZZUTTO – ASL TO4 Corretta gestione del farmaco in allevamento dott.sa Raffaella BARBERO ASL BIELLA Mercoledì 04 marzo 09.30-13.00 Corretta prassi di mungitura inallevamento dott. Nicola ROTA e dott. Marco CORAGLIA – Team Masti-Stop ARA Piemonte Qualità degli alimenti ed igiene di mungitura: problematiche connesse alle spore nel latte Dott.. Francesco FERRERO e Prof. Giorgio BORREANI – DiSAFA Università degli Studi di Torino

 

Venerdì 20 marzo 09.30-13.00 Benessere animale e uso prudente del farmaco: il punto di vista delle aziende di trasformazione. L’esempio del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dott. Marco NOCETTI – Responsabile Servizio Tecnico Consorzio Parmigiano Reggiano Martedì 24 marzo 09.30-13.00 Classyfarm: opportunità e gestione in allevamento dott. Giovanni Loris ALBORALI – IZS Lombardia ed Emilia Romagna L’importanza dei dati raccolti in allevamento dall’ARA Piemonte Dott. Fabio BOSIO – Team Masti Stop ARA Piemonte

A PROPOSITO DI ARAP

L’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte (A.R.A.P – www.arapiemonte.it ) nasce il 27 ottobre 1970 con l’obiettivo di supportare gli allevatori sul territorio piemontese nella loro attività quotidiana fornendo un’attenta e costante assistenza tecnica, terza e indipendente. Le aziende di bovini, ovo-caprini, equini, suini, ecc. possono dunque avvalersi di molteplici servizi volti a migliorare costantemente il livello qualitativo delle produzioni, ottimizzare il benessere degli animali, individuare le migliori soluzioni tecniche e gestionali per ridurre i costi di produzione e aumentare il grado di remunerabilità. Strettamente connesso alla sua mission originaria, è anche il secondo ramo di intervento dell’A.R.A.P: educare e sensibilizzare opinione pubblica, consumatori e famiglie sui temi della qualità e sostenibilità degli allevamenti e dell’intera filiera. L’A.R.A.P è costituita da 7 sezioni territoriali Allevatori (STA) distribuite tra Piemonte e Liguria. Le sedi piemontesi sono suddivise per Alessandria, Asti, Cuneo (sede legale), Novara V.C.O, Torino, Biella e Vercelli e Masone in Liguria. Attualmente i soci sono 6.053 per un totale di 312.189 capi sottoposti a controlli funzionali.

Atena, per lo scambio di buone pratiche

Partito a settembre il progetto ATENA – Access to EducatioN for All, uno scambio di buone pratiche nel settore dell’istruzione e formazione professionale nell’ambito del programma Erasmus +

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L’obiettivo principale del progetto è identificare e attuare – a partire dal contesto di riferimento che caratterizza ogni singola organizzazione partner – strategie e metodi concreti per l’applicazione dei principi di accessibilità nell’ istruzione e formazione professionale.
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In base a questo obiettivo, il progetto ha lo scopo primario di redigere, valutare e attuare, in un processo di co-costruzione di contenuti, una dichiarazione di intenti sull’accessibilità, come documento di riferimento per la promozione e l’applicazione delle politiche di accessibilità nell’istruzione contesto e, soprattutto, nella produzione di materiale informativo e formativo.Dopo la chiusura del progetto, i partner misureranno i risultati raggiunti: i dati raccolti saranno analizzati collettivamente per verificarne i punti di forza e di debolezza in un’ottica di rafforzamento ed espansione delle attività.Il progetto ha una durata di 25 mesi e coinvolge i seguenti partner:
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Bluebook srl – Italia
Panevezio darbo rinkos mokymo centras – Lituania
Associacao universidade empresa para desenvolvimento Tecminho – Portogallo
Strokovni izobrazevalni center Ljubljana – Slovenia
Istituto di istruzione superiore Boselli – Italia
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Per informazioni: info@bluebook.it