ECONOMIA- Pagina 426

Commercialisti: tutte le novità sulle norme covid

Il documento,  completo online sul sito della Fondazione (www.fondazionenazionale

commercialisti.it), analizza tutte le principali disposizioni

CONSIGLIO E FONDAZIONE NAZIONALE DEI COMMERCIALISTI: “ LE NOVITÀ DEI DECRETI SULL’EMERGENZA DA COVID-19 (D.L. “CURA ITALIA” N. 18/2020 E D.L. “LIQUIDITÀ” N. 23/2020)”

 

Una analisi completa delle principali disposizioni. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento “ Le novità dei decreti sull’emergenza da COVID-19 (D.L. “Cura Italia” n. 18/2020 e D.L. “Liquidità” n. 23/2020)”.  Lo studio,  dopo una introduzione, approfondisce in vari capitoli, le misure adottate: da quelle inerenti la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari e previdenziali al  sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese passando al sostegno del lavoro. Spazio poi al tema della  liquidità attraverso il sistema bancario e ulteriori agevolazioni, misure in materia di giustizia, approvazione dei bilanci di società e enti . Concludono il documento una ricognizione  delle misure urgenti per garantire la continuità delle imprese colpite dall’emergenza covid-19, le disposizioni in materia di esercizio di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica, ed infine il potenziamento del servizio sanitario nazionale.

Il documento completo è online sul sito: (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

Coronavirus e turismo di prossimità nelle valli olimpiche piemontesi

Cogliere l’opportunità/ La risposta al turismo di prossimità grazie a uno studio dell’Università di Torino, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino

Un team di ricerca, coordinato dai professori Paolo Biancone (nella foto)  e Silvana Secinaro, afferenti al Dipartimento di Management, che vanta professionisti come Alberto Sasso, specializzato in architettura sostenibile e rigenerazione urbana, ritiene che il modello di business studiato per un progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Torino, dedicato alla Valorizzazione delle Valli Olimpiche Piemontesi, possa essere applicato e rispondente alla crisi del turismo legata alla pandemia di Covid-19.

La pandemia in atto sta avendo, infatti, una diffusa propagazione ai diversi settori dell’economia. Il settore turistico, e tutte le sue filiere, sono al momento tra i più colpiti per un azzeramento della domanda di servizi turistici.

Questa la previsione elaborata dal Dipartimento di Management su come cambieranno le scelte dei turisti nazionali e internazionali quando si passerà alla Fase 2 della gestione dell’emergenza:

⦁ Priorità sicurezza, igiene e salute;
⦁ Luoghi non affollati;
⦁ Maggiore utilizzo di spazi verdi e incontaminati;
⦁ Strutture ricettive discrete e non troppo affollate;
⦁ Trasporto pubblico regolare, pulito e non affollato come in una grande città;
⦁ Riscoperta di città di nicchia, borghi incontaminati e bellezze non scoperte nei comuni viaggi;
⦁ Prenotazioni a ridosso della vacanza;
⦁ Turismo di prossimità;
⦁ Spostamenti privilegiati con mezzi propri

Questa sembra essere anche la linea che intende seguire il governo, stando a quanto dichiarato da Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria del Mibact, la quale anticipa che sono allo studio una serie di misure per consentire lo sviluppo di un turismo ‘di prossimità’, che favorisca luoghi meno affollati e più incontaminati.

Il “rischio” dunque, è che i territori periurbani come quelli delle Valli Olimpiche vengano presi d’assalto in quanto ritenuti in possesso di tutte le caratteristiche sopra riscontrate.

Partendo dallo studio iniziale, finanziato dalla Camera di Commercio, su come rigenerare, rivitalizzare economicamente e socialmente le Alpi Piemontesi, il gruppo di ricerca si è focalizzato su come poter applicare i modelli studiati alla situazione prevista per la Fase 2 di risposta al Covid-19. La grande sfida a cui si è voluto rispondere è quella di promuovere il turismo di prossimità, salvaguardando la sostenibilità del territorio sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista della sicurezza sanitaria.
L’opportunità e i cambiamenti che verranno richiesti al sistema sono notevoli in quanto rappresentano modifiche a processi già consolidati e prassi frutto di anni di esperienza, ma il cambio di paradigma è necessario per affrontare un evento eccezionale come la pandemia attuale.

La risposta per ripartire guardando alla stagione ormai prossima si è basata su quattro asset fondamentali: ristorazione, residenzialità, intrattenimento e shopping/alimentare.
Per ognuno dei quattro punti sono stati individuati nuovi modelli di business che possano rispondere alle normative legate al distanziamento sociale e di sicurezza sanitaria.

Il progetto “La valorizzazione delle Valli Olimpiche Piemontesi”

Il progetto, finanziato dalla Camera di Commercio di Torino, ha coinvolto i territori che ricadono all’interno dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea (Cesana Torinese, Claviere, Pragelato, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx e Sestriere) e i comuni di Bardonecchia, Oulx e Usseaux.

La volontà condivisa è stata quella di dare impulso ad un sistema territoriale coeso al fine di creare condizioni di sviluppo, mettendo a fattor comune le peculiarità dei singoli territori, ciascuno con la propria caratteristica turistica, enogastronomica e territoriale.

 

Dipartimento di Management – Università degli studi di Torino

Il Dipartimento di Management è stato creato nel 2012 assumendo la titolarità di una parte dei corsi di studio e la maggioranza degli studenti della precedente Facoltà di Economia.
E’ costituito da 82 docenti e sul piano della Ricerca e della Terza Missione ha assunto le funzioni dei preesistenti Dipartimenti di Economia Aziendale, (Sezioni di Ragioneria, Direzione delle imprese, Economia degli intermediari finanziari), Scienze Merceologiche, Diritto dell’Economia e di un gruppo di ricerca di area quantitativa oggi costituiti in sezioni e gruppi di ricerca del Dipartimento.
Il dipartimento è impegnato costantemente in iniziative di coinvolgimento della società.
La Terza Missione, che integra e amplia le attività tradizionali di ricerca e didattica, rappresenta la volontà dell’Ateneo di rafforzare le relazioni tra il mondo della ricerca, la comunità, la scuola, le istituzioni e le imprese. Perché l’incontro e la collaborazione tra questi attori sono necessari alla crescita sociale, culturale ed economica del territorio.
L’eterogeneità scientifica che caratterizza il Dipartimento contribuisce alla  sperimentazione e realizzazione di attività ulteriori alla ricerca e alla didattica e connotabili in modalità di Terza Missione/Public Engagement. I docenti del Dipartimento esprimono, nelle iniziative a cui prendono parte, una forte sinergia con il territorio e con il sistema degli stakeholder a più livelli, contribuendo a numerose iniziative che coinvolgono le istituzioni e i privati cittadini. Le attività di Terza Missione e Public Engagement, realizzate nel corso degli ultimi anni, sono strettamente correlate alle dimensioni interne di didattica e ricerca, e caratterizzate da una trasversalità che pone il Dipartimento di fronte al tema dell’utilità sociale, in un circolo virtuoso tra didattica, ricerca e interazione con le politiche pratiche. Il modello di terza missione del Dipartimento fissa un account quale interfaccia dell’istituzione nelle due direzioni per agevolare tale sinergia e interscambio. I docenti si pongono il problema di come rispondere alle esigenze delle varie tipologie di “stakeholder” e di relazionarsi con il territorio di riferimento (locale ma anche nazionale), mantenendo la coerenza delle proprie attività con l’attitudine del Dipartimento stesso.
I temi operativi richiesti dalla società, che si sostanziano anche come convenzioni stipulate dal Dipartimento di Management, si traducono spesso in pubblicazioni a carattere scientifico, contribuendo allo sviluppo di specifici filoni di ricerca (ad esempio con riferimento alla tematiche di responsabilità e rendicontazione sociale) e rappresentando nel corso degli anni un punto di riferimento degli amministratori in tema di innovazione e di nuovi approcci e strumenti.

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Le attività di riferimento di PE e TM sono riconducibili prioritariamente a:

⦁ pubblicazioni divulgative (quali ad es. bilanci sociali per pubbliche amministrazioni: Regioni, Comuni, ecc)
⦁ partecipazioni dello staff docente a trasmissioni televisive
⦁ partecipazione ad incontri pubblici organizzati da altri soggetti
⦁ organizzazione di eventi pubblici (convegni aperti al pubblico, open day)
⦁ pubblicazioni (cartacee e digitali) dedicate al pubblico esterno.
Gli elementi che sono trasversali alle attività sopra indicate e che contribuiscono a caratterizzare il Dipartimento, sono riconducibili alla rilevanza nazionale delle iniziative e alla capacità relazionale e di collegamento con le imprese pubbliche e private anche in ottica di ricaduta in ambito di ricerca.
Accanto ad esse vanno richiamate le attività connesse alle iniziative di orientamento e collaborazione con gli istituti superiori, che il Dipartimento, da sempre, realizza con sistematicità.

Bollo auto: si paga a fine giugno?

La Regione ha dato la possibilità di posticipare il versamento del bollo auto di tre mesi per l’emergenza sanitaria: si potrà pagare fino al 30 giugno.

Per chi avrebbe dovuto pagare a marzo, aprile o maggio, sono già stati inviati per posta in alcuni casi avvisi, nei quali il rinvio non viene specificato.

Gli uffici regionali spiegano che il pagamento è comunque differito per tutti. Le lettere che non lo indicano  sono solo avvisi di scadenza che vengono spediti in automatico ai proprietari dei veicoli.

Il “cuore grande” del CAAT partecipa a Torino solidale

“Ancora una volta il CAAT – precisa il suo Presidente, l’ingegner Marco Lazzarino – ha dimostrato  di “avere un cuore grande”, con la donazione effettuata a favore dell’ iniziativa TORINO SOLIDALE, che costituisce la rete di solidarietà  promossa dal Comune di Torino per le fasce di popolazione più in difficoltà dal punto di vista economico, in questa epoca di emergenza sanitaria da Covid 19″.

“Grazie alla generosità di alcuni nostri operatori – precisa il presidente Marco Lazzarino – quali Borgnino, Effevi, Guardamagna, Torretta e Quirico, e grazie all’impegno volontaristico del trasportatore Globaltruck abbiamo potuto donare prodotti ortofrutticoli freschi e di ottima qualità, che approderanno a casa dei torinesi maggiormente in difficoltà, grazie all’impegno messo in atto da TORINO SOLIDALE e da coloro che hanno reso possibile la raccolta e la distribuzione delle derrate alimentari. I prodotti donati sono stati mele, carote, finocchi, patate, datteri e zucchine.

L’ iniziativa va ad affiancarsi alla partecipazione da parte del CAAT ( Centro Agroalimentare di Torino ) alla rete di solidarietà promossa dal Banco Alimentare, cui aderisce con periodiche donazioni di prodotti ortofrutticoli freschi, ed alla precedente iniziativa di donazione di prodotti freschi a favore del personale medico e paramedico di alcuni presidi ospedalieri piemontesi, impegnati nel fronteggiare l’emergenza Covid 19”.

 

Mara Martellotta

Ripresi in sicurezza i cantieri della linea 1 della metropolitana

In base al ‘Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 nei cantieri edili’,  sono ripresi i lavori per i prolungamenti sud, Lingotto-Bengasi, e ovest, Collegno-Cascine Vica, della linea 1 della metropolitana torinese

L’emergenza sanitaria impone il  rilevamento della temperatura corporea dei lavoratori, l’utilizzo di mascherine, l’impiego di disinfettanti per le mani, il rispetto della distanza di sicurezza, la  sanificazione periodica degli ambienti di lavoro. Lo stop ai cantieri era scattato  il 22 marzo in base alle disposizioni del Decreto della Regione Piemonte.

Bonomi annienta Mattioli nella corsa alla presidenza di Confindustria

 

Bonomi annienta Mattioli nella corsa alla presidenza di Confindustria

Politica, economia, vita quotidiana. Le difficoltà dell’era covid

Magari la colonna sonora di queste settimane, di questi mesi sarà la canzone di Vasco Rossi: eh già io sono ancora qua… sembrava la fine del Mondo ma io sono ancora qua.

Basta sostituire io con noi ed il gioco è fatto. Magari non proprio la fine del mondo. Qualche riflessione (poi) su un virus che ha messo in ginocchio, o perlomeno a dura prova il nostro sistema, si dovrà fare. Altro che armi o proclami deliranti. Solo organizzazione ed intelligenza.

Intanto la coatta di Garbatella dà del bullo a Conte Presidente del Consiglio furibondo con l’opposizione. La sua sceneggiata ha ottenuto un risultato interno alla maggioranza: azzittire i cinque stelle contrari all’accordo con l’Europa. Anzi è il covid 19 che li ha azzittiti. Ed intanto, zitti , zitti i Veneti , forse ne stanno uscendo. La loro formula è presto detta: fare l’ opposto del protocollo. Tutti hanno potenziato gli ospedali loro e facendo da subito i tamponi hanno privilegiato il territorio. In Piemonte aumentano i positivi, per il semplice fatto che si stanno facendo più tamponi. E i leghisti e Cirio polemizzano con i medici di base. Precisamente sono i medici di base che non ci stanno e vanno all’attacco . Poi arriva l’ ammissione del dottor Testi capo tecnico del comitato scientifico: molte mail dei medici di base che segnalavano casi, sono state cancellate dal sistema informatico. Vero? Mi sa tanto di quelle società che non volendo una verifica sui libri contabili ne denunciano la scomparsa. Forse Cirio ed i suoi collaboratori erano invidiosi dell’Inps dove il sistema informatico è saltato dopo due ore. Sta di fatto che la figuraccia è assicurata e non solo. Quasi sicura l’indagine dell magistratura su omissioni di atti d’ ufficio. Nel Piemonte in controtendenza aumentano i decessi con la situazione delle case di riposo per anziani fuori controllo. In compenso il nostro popolo ha fatto il suo dovere. Pasquetta sui terrazzi di casa, per chi poteva permetterselo, ovviamente. Strade deserte e poche fughe verso le seconde case. Coppie di persone anziane che hanno conciliato senza protestare. E sono arrivate le prime bollette dell era covid. Per ora sconti e rateizzazioni ipotizzate inesistenti. La giustizia, sia civile che penale, bloccata. Ogni giorno che si perde ci vorrà più di un mese recuperare, se non anni. Altra nota dolente: ripresa economica. Accordo con l’Europa. Che fare ? Rifiutare? Alternative? Per riprendersi ci vogliono soldi ed efficienza. Ammettiamolo, su tutti e due gli aspetti siamo deboli.  Dunque cerchiamo di far fuoco con la legna che abbiamo, politica compresa. Dopo le relative polemiche politiche cosa rimane? Niente. Sarò in controtendenza ma tutte queste polemiche sono inutili. Non è stato inutile, anzi il lavoro fatto dal Politecnico di Torino. Tocca alla politica, agli industriali e ai sindacati applicarlo. Speriamo. Ci vuole coesione, non polemica. Non mi sembra tanto difficile da capire e condividere. Eppure vince , soprattutto sul web , questa voglia di colpevolizzare l’ altro indicato come unico responsabile dell’accaduto. Il più delle volte si vogliono coprire i propri fallimenti o sconfitte. Siamo un motore ingrippato. Lo siamo tutti indistintamente. Il motore si rifà. Non facile, ma indispensabile. Diversi dicono che solo un esercizio commerciale su tre riaprirà. Molte fabbriche vogliono riaprire senza poter garantire sicurezza sul lavoro. Ma ci dobbiamo pensare, tentare ed uscire. Quel popolo che è rimasto a casa ha fatto il proprio dovere. Ma è un popolo che vuole, desidera un futuro. L’unico futuro è riprendere con intelligenza.

Patrizio Tosetto

Emergenza sanitaria e immigrati

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / A pag.15 del numero del 14 aprile de “La Stampa” è comparso questo  titolo: “Porti chiusi, ma i migranti sbarcano in Sicilia”. Nel sottotitolo si richiama il divieto a sbarcare a causa dell’emergenza sanitaria. La notizia è passata quasi inavvertitamente, surclassata da quelle legate al Coronavirus anche se in effetti è una notizia allarmante proprio in rapporto alla pandemia perché i  divieti valgono per gli italiani  ma sembra non siano applicati agli immigrati 

Già oltre un mese fa, chi scrive  mise in evidenza il problema dei senza tetto e degli immigrati irregolari a cui risultava difficile imporre di stare a casa .Nella pagina del giornale c’è con ampio risalto anche una intervista all’ex ministro Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, in cui il guru dell’accoglienza ad ogni costo giunge ad affermare : “Regolarizziamo subito tutti gli stranieri.
Così evitiamo il contagio tra gli Invisibili”. Ius soli e ius culturae, malgrado gli strenui tentativi di questi anni, non sono passati in Parlamento  e nessuno in epoca di pandemia aveva ancora pensato di ricorrere proprio ad essa per per una sanatoria di oltre 600mila irregolari che così non sarebbero più causa o vittime di contagio. Un ragionamento davvero assurdo in tempi terribili come quelli in cui viviamo nei quali  Stato e Regioni non riescono a tutelare la salute dei cittadini italiani . Ma Andrea Riccardi va oltre, sostenendo che di questi irregolari c’è bisogno per le attività nelle campagne e per l’assistenza agli anziani, aggiungendo una osservazione che fa rabbrividire : “La sanatoria non rischia di attirare altri arrivi perché le frontiere sono chiuse”. L’ esempio siciliano di 250 immigrati di una ONG,  raccontato in quella stessa pagina ,dimostra in modo eclatante la non rispondenza al vero di quanto dice Riccardi. Una regolarizzazione di massa avrebbe in primis l’effetto di un tam tam distrutttivo. Posso capire le ragioni umanitarie che stanno alla base del ragionamento  di Riccardi, ma non risulta accettabile in questo momento sfruttare un’emergenza che sta devastandoci, per ottenere un provvedimento che in tempi normali non ebbe l’avvallo dalle forze politiche della maggioranza parlamentare che oggi  regge il Governo. Aggiungere un altro problema in più a quelli che abbiamo non appare una scelta di buon senso. L’etica della responsabilità deve per uno Stato prevalere sull’etica dei principi che può riguardare le coscienze individuali.  E andrebbe anche ricordato alle ONG l’inopportunità di ulteriormente gravare sull’ Italia in un momento in cui sono gli Italiani ad essere in pericolo di vita e l’emergenza riguarda noi. Sono sempre stato contro la strumentalizzazione grossolana in chiave leghista di un problema difficile e serio come quello dell’immigrazione. Accogliere significa però  essere in grado di integrare , ma l’Italia di oggi è alle prese con ben altri problemi  e non può garantire nessuna accoglienza. Secondo Riccardi,  in ultima analisi, gli  immigrati  andrebbero regolarizzati perché  “non è possibile rimpatriarli”, giungendo persino a sostenere che i regolarizzati potrebbero essere utili per l’assistenza agli anziani, visto quanto è accaduto nelle case di riposo a causa del Coronavirus. In tempi di restrizione delle libertà costituzionali per i cittadini occorre che anche all’immigrazione vengano applicate norme restrittive e non provvedimenti  permissivi e buonisti che apparirebbero agli occhi della stragrande maggioranza dei cittadini del tutto ingiustificati. In tempi di pestilenza i santi come Fra Cristoforo scelsero di porsi al servizio degli altri, sacrificando la propria vita nel lazzaretto di Milano. E’  a quegli esempi che il mondo cristiano dovrebbe guardare anche oggi.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Morire in ospizio. Per la felicità del sistema economico

Cioè negli ospizi per anziani, hanno solo cambiato nome. Ma se gli operatori ecologici sono pur sempre gli spazzini, le Rsa restano i ricoveri per vecchi destinati ad uscirne solo da morti.

L’unica differenza, rispetto a pochi mesi orsono, è che si è drammaticamente accorciato il tempo di permanenza. Per la felicità dell’Inps e di tutti quelli, come Fornero, che ritengono la vecchiaia un peso insostenibile per i conti pubblici…

… continua su Electomag:

Morire in ospizio. Per la felicità del sistema economico

 

Le regole da seguire per la riapertura delle attività di lavoro

Così il governatore Alberto Cirio in trasmissione a Rai Radio 1: “Abbiamo bisogno che le nostre attività ripartano:  quindi, facciamo una proposta al governo scientificamente testata dall’università. Ci potrà essere una graduazione di ritorno al lavoro, magari anche legato all’età, per far tornare al posto di lavoro le persone meno esposte al rischio. Si potrebbe ragionare su un orario lavoro diverso, magari che non preveda la mensa”.

FASE 2: DAL PIEMONTE UN “VADEMECUM” PER FAR RIPARTIRE IL PAESE IN SICUREZZA
Cooordinati dal Politecnico di Torino e dagli altri Atenei Piemontesi, cinque gruppi di lavoro hanno elaborato proposte su strumenti e procedure
per una ripresa in sicurezza delle attività lavorative.  La Regione Piemonte e il Politecnico proporranno il progetto a livello nazionale
Torino, 14 aprile 2020  – Sono state condivise oggi in Prefettura con i vertici politici regionali e il mondo imprenditoriale le fasi finali di stesura del documento, frutto del lavoro di una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca coordinati dal  Politecnico di Torino , che ha elaborato una serie di linee guida da applicare per l’avvio della cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attività produttive.
“Una volta ultimato, nei prossimi giorni, con il Politecnico invieremo questo documento al premier Conte mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili  – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – . Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza”.
Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su come  gestire ingressi, turni e spazi : dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre.
Un punto chiave sarà l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.
Anche  l’utilizzo delle tecnologie dovrà essere potenziato , in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realtà aziendale. Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (es. temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attività di formazione online fino alle app per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realtà virtuale per la formazione e il lavoro.
Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese.
Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la  sperimentazione , e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura.
Per avviare questa fase, è necessaria un’analisi attenta dei  fabbisogni di dispositivi e strumentazioni  dei quali sarà necessario che aziende e realtà produttive si dotino.
A titolo di esempio, l’indagine definisce che, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri.
Per avere una stima del fabbisogno a livello italiano, bisogna moltiplicare questi dati all’incirca per 12 volte.
“La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perché la ripartenza sia progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, spiega il Rettore del Politecnico di Torino  Guido Saracco