ECONOMIA- Pagina 418

“Meno armi più ospedali”

Riceviamo e pubblichiamo / Il coordinamento AGiTe (contro le armi atomiche tutte le guerre e i terrorismi), che raggruppa circa 70 associazioni piemontesi, intende aggiungere la sua voce alle numerose già levatesi contro la decisione di continuare la produzione delle armi mentre gran parte dell’economia è ferma per le misure di contrasto all’epidemia di Covid-19.

Ricordiamo tra queste il comunicato del 19 marzo di rete della pace e rete Disarmo dal titolo “Più investimenti per la salute, meno spese militari”, già di per sé significativo.

Siamo rimasti esterrefatti alla notizia che mentre fabbriche, uffici, ed ogni attività non strettamente connessa al settore sanitario ed alimentare vengono chiuse per evitare il diffondersi del contagio e per proteggere i lavoratori in esse impegnati, l’industria militare viene considerata “strategica” e dunque può tranquillamente continuare la produzione. Mentre tutta Italia sta facendo grossi sacrifici, gli operatori sanitari in particolare, molti dei quali a rischio della propria salute,  l’industria della morte non deve mai fermarsi.

In particolare continuerà la produzione degli F35 a Cameri, pur essendo quel comune particolarmente colpito dal virus, con tre dipendenti della stessa fabbrica risultati contaminati. Un aereo che può trasportare anche bombe nucleari. Con i soldi di un solo F35 (circa 150 milioni di Euro) quanti respiratori si potrebbero acquistare?

E dire che una delle ragioni di una vera e propria “debacle” sanitaria è che sono 30 anni che ad ogni legge di bilancio si procede a grossi tagli della spesa sanitaria: abbiamo visto chiudere ospedali, posti di pronto soccorso, bloccare le assunzioni di medici, diminuire posti-letto negli ospedali, con una crescente privatizzazione, il tutto giustificato da una presunta efficientizzazione della sanità.

Nel frattempo si è provveduto all’acquisto di nuovi armi tanto micidiali quanto inutili, mentre le richieste che venivano dai movimenti nonviolenti e pacifisti per una politica di pace ed un nuovo modello di difesa molto meno costoso e molto più aderente allo spirito ed alla lettera di una delle Costituzioni più pacifiste del mondo rimanevano inascoltati.

Nel documento già citato si evidenzia che “la spesa sanitaria ha subito una contrazione complessiva rispetto al PIL passando da oltre il 7% a circa il 6,5% previsto dal 2020 in poi, la spesa militare ha sperimentato un balzo avanti negli ultimi 15 anni con una dato complessivo passato dall’1,25% rispetto al PIL del 2006 fino a circa l’1,40% raggiunto ormai stabilmente negli ultimi anni”

Il compianto Presidente Pertini nel 1980 espresse un auspicio : “svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai”. Oggi sembra avvenga il contrario. Dopo un periodo di riduzione degli armamenti susseguito alla caduta del muro di Berlino, l’industria delle armi ha ripreso vigore sostenendosi e sostenendo, in un micidiale circolo vizioso, un’espansione dei conflitti militari nel mondo come non si vedeva dalla fine della seconda guerra mondiale.

Chiediamo pertanto al governo italiano di fermare immediatamente la fabbricazione degli F35 a Cameri, e tutte le industrie militari, e concentrare tutti gli sforzi, umani, finanziari, produttivi nel sostenere l’apparato sanitario, la ricerca medico scientifica, il sostegno ad una economia che rischia di gettare sul lastrico un gran numero di famiglie.

E auspichiamo che questa crisi possa essere occasione per riflettere su quali sono le nostre priorità, cosa intendiamo per difesa e sicurezza, il valore del lavoro e della salute pubblica, il ruolo dello Stato  e dell’economia al servizio del bene comune, con una visione europea ed internazionale, costruendo giustizia sociale, equità, democrazia, pieno accesso ai diritti umani universali.

Il coordinamento AGITE si associa pertanto alle richieste già formulate dal movimento per la pace:

  • ridurre le spese militari ed utilizzare tali fondi per rafforzare la sanità, per l’educazione, per sostenere il rilancio della ricerca e degli investimenti per una economia sostenibile in grado di coniugare equità, salute, tutela del territorio ed occupazione;
  • puntare alla riconversionedelle industrie a produzione bellica verso il settore civile;
  • rilanciare proposte e pratiche di vera difesa costituzionale dei valori fondanti la nostra Repubblica, come le iniziative a sostegno della Difesa Civile non armata e Nonviolenta.

 per il coordinamento AGITE

Paolo Candelari

Librerie e cartolerie restano chiuse in Piemonte

In Piemonte la Giunta regionale decide di prorogare al 3 maggio le misure di chiusura delle librerie e cartolerie già in vigore per l’emergenza  coronavirus, come  deciso anche in Lombardia. 

Tali attività commerciali non verranno riaperte quindi subito dopo Pasqua, così come invece previsto dall’ultimo Dpcm su scala nazionale.

Gli  articoli di cancelleria e i libri continueranno  ad essere messi in vendita negli esercizi commerciali già aperti. Resta invece ammessa  la consegna a domicilio.

In provincia di Torino riaprono 22 uffici postali

Rimangono in vigore le regole di sicurezza per l’accesso e le indicazioni di recarsi negli Uffici Postali solo per operazioni essenziali e indifferibili

 A partire dalla prossima settimana tornano operativi 22 Uffici Postali della provincia di Torino, indicati nell’elenco allegato, il cui orario di apertura al pubblico è stato temporaneamente rimodulato nelle ultime settimane in ottemperanza ai provvedimenti governativi in materia di contenimento del virus e distanziamento interpersonale.

Poste Italiane, anche nell’attuale fase di emergenza, ha continuato a garantire a tutti i cittadini i propri servizi mettendo in atto un ampio sforzo organizzativo e logistico, reso possibile anche grazie alla preziosa collaborazione delle Istituzioni Locali.

La riapertura degli Uffici Postali della provincia di Torino è stata possibile anche grazie all’adozione di idonee misure di sicurezza come, ad esempio, l’installazione di pannelli schermanti in plexiglass e il posizionamento di strisce di sicurezza che garantiscano il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro, nonché di accurate procedure di sanificazione delle sedi realizzate a tutela della salute di dipendenti e cittadini.

Poste Italiane invita i cittadini ad entrare negli uffici postali esclusivamente per compiere operazioni essenziali e indifferibili e ove possibile, dotati di misure di protezione personale come guanti e mascherina mantenendo obbligatoriamente le distanze di sicurezza, all’esterno e all’interno dei locali.

Ulteriori informazioni sulle aperture e sulle disponibilità orarie degli Uffici Postali sono reperibili sul sito internet www.poste.it.

La peggior crisi americana evidenzia le debolezze del sistema Usa

Il sistema sanitario negli Stati Uniti è di tipo assicurativo privatistico. Il mercato delle assicurazioni sanitarie vale circa 3200 miliardi di dollari e cresce a un ritmo del 6 per cento l’anno. Nella frammentazione dove abbondano piani sanitari, la qualità e la quantità dei servizi dipende dal proprio reddito. Una qualsiasi interazione con il sistema sanitario negli USA rappresenta, già di per sè, un potenziale grave rischio finanziario…

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La peggior crisi americana evidenzia le debolezze del sistema Usa

Annullato il meeting con Greta a Torino

Riceviamo e pubblichiamo / Gli attivisti di FFF Torino, dopo diverse settimane di consultazione con ragazz* di tutta Italia e tutta Europa, hanno deciso di comune accordo di annullare l’incontro internazionale di FridaysForFuture che si sarebbe dovuto tenere, da programma, a luglio 2020, con ospite Greta Thunberg.

Come sempre, il movimento FridaysForFuture segue la scienza e fa tesoro delle affermazioni di chi studia i gravi problemi che affliggono la nostra società. Questo vale per la crisi climatica come per l’emergenza coronavirus.
L’obiettivo comune è quello di riuscire ad organizzare il meeting internazionale di FFF nell’estate 2021. Ringraziamo chi ci ha dato una mano in questi mesi e invitiamo tutti quanti
a seguire i nostri canali social per conoscere le iniziative che promovueremo nei prossimi
mesi.
FridaysForFuture Torino

Allarme usura in tempo di crisi

“La grave crisi di liquidità causata dall’emergenza Covid-19 è un terreno che anche in Piemonte potrebbe rivelarsi fertile per gli usurai”. La denuncia arriva dal consigliere delegato all’Osservatorio Usura e Sovraindebitamento del Consiglio regionale, Gianluca Gavazza (Lega). “Tale attività potrebbe essere praticata in modo indiscriminato anche dalle organizzazioni mafiose che sfruttano questi difficili momenti –  aggiunge.

“La preoccupazione è forte – spiega il consigliere delegato Giorgio Bertola (M5s) – perché le spese corrono per molti, ma gli incassi molto spesso sono venuti a mancare. In questo senso, ritengo fondamentale e opportuna la decisione del governo nazionale, di garantire crediti sino a 400 miliardi per le imprese italiane. Siano esse micro, piccole, medie o grandi aziende. In ogni caso come osservatorio chiediamo siano segnalati a noi e alle forze dell’ordine tempestivamente”.

“Purtroppo – obietta Gavazza – nel constatare le difficoltà di erogazione dei finanziamenti previsti dal Governo, le mafie arriveranno prima dallo Stato. Sino a oggi le imprese (a tutti i livelli) non hanno alcuna garanzia di ricevere i finanziamenti in tempo utile per il riavvio della loro attività. Si dovranno attendere due mesi tra presentazione delle domande, verifiche e assensi da parte dei soggetti erogatori. L’unica soluzione per contrastare l’intromissione di entità sospette è un’accelerazione dei tempi di erogazione”.

“Gli imprenditori devono avere fiducia nelle istituzioni – conclude Bertola – soprattutto quando lo Stato garantisce i crediti per tutti, come sta facendo adesso l’Italia, in ogni caso ci si deve rivolgere ai canali ufficiali, che assicurano tassi di legge e dilazioni significative. Mai farsi prendere per il collo dagli usurai”.

“Il rischio è che – spiega Gavazza –  se i titolari di partita iva non riceveranno immediate garanzie dallo Stato sui tempi di erogazione, diventeranno “facili prede” essendo  ancora più vulnerabili di quanto non lo fossero già”.

osservatorio.usura@cr.piemonte.it

Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Di Augusto Grandi / Un invito a non disturbare il manovratore, per la maggioranza. Una minaccia, per l’opposizione. Una presa in giro, per il gregge Italia. Perché, in Italia, i conti non si fanno mai. Tarallucci e vino: questo sarà il primo articolo della nuova costituzione.

Perché, se si volesse davvero trovare qualche responsabilità per il disastro attuale, si potrebbe iniziare oggi a valutare il passato. Lasciando da parte chi sta affrontando, bene o male, l’emergenza.

Ma un giudizio sul grigiocrate Monti, e sulla sua irresponsabile squadra, perché deve essere rinviato? Lorsignori non sono impegnati in nessuna attività di soccorso, dunque il loro operato può essere valutato. Magari dai parenti delle vittime morte in ospedali alle prese con gli effetti dei tagli decisi dai tecnocrati; magari dai parenti di chi è morto a casa perché non c’erano posti liberi negli ospedali perché gli ospedali erano stati chiusi…

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Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Non si può camminare. Ma si deve pensare

Questo nostro popolo come sta reagendo alla crisi attuale? In particolare torinesi e piemontesi? Direi a macchia di leopardo, con una decisa preponderanza delle persone civili. Ad oggi, almeno.

Comunque è difficile ed arbitrario fare una foto nitida della realtà. Verrà il tempo anche per questo. Ora ci accontentiamo di impressioni, di sensazioni e di frammenti d’ informazione.

Anche il web non può e forse non vuole essere oggettivo. Personalmente mi manca la materia
prima che sono le lunghe e solitarie passeggiate per questa nostra città. Passeggiate con la
possibilità del tempo misto al pensiero e al ragionamento. Ora non si può e soprattutto non si
deve passeggiare, ma si può e si deve continuare a ragionare e pensare. Magari sostituire le
camminate con maggiori letture ed approfondimenti. Dai balconi qualcosa si può osservare, ma
fa da padrone il passa parola con telefonini e mail. E poi  le distorsioni e i drammi.

Famiglie che chiedono aiuto al comune e vengono sballottate ad onlus che recapitano pochi
generi alimentari a volte anche marciti. Il comune che esaurisce in poco tempo la disponibilità economica
per i bonus alimentari. O alla Gran Madre troppe passeggiate a go-go e capannelli di non italiani
incuranti di tutto e di tutti. E poi l’assessore al welfare piemontese dà i numeri sbagliati semplicemente
perché non sa leggere i dati dei suoi funzionari.

L’ unita di Crisi sta facendo acqua da tutte le parti e non si coordina con il comitato di crisi
scientifico? Per ora una sola certezza: il Piemonte è in controtendenza nazionale con più
morti e più contagi. Peserà negativamente la vicenda delle case di riposo ma non c’è da stare allegri.
Dietro l’angolo l’appuntamento con Pasqua e Pasquetta. Veramente ci sarà qualcuno che vuole
organizzare grigliate? Ma visto che la mamma degli stupidi è sempre incinta meglio prevenire
che curare. Azzardando e semplificando l’80 % del popolo è stato ok ! Il restante no. Da un lato
storie di abnegazione e di solidarietà. Dall’altro di opportunismo ed individualismo. Ma non è
finita, Anzi. Da quello che capisco dovremmo convivere con covid 19 fin tanto che qualcuno non
inventerà il vaccino idoneo. Qui i contrari ai vaccini tacciono.

Sono dimostrazione pratica che l’ideologia nulla ha a che fare con la scienza.
Oggi abbiamo un’altra certezza: con il blocco totale non si può andare avanti ma anticipando
la ripresa si vanificherebbe la ripresa stessa. Ripresa economica e ripresa dei rapporti umani
e sociali. Tutto non sarà come prima ed un minimo di autocontrollo e di regole dobbiamo
continuare ad averlo, sperando che l’ 80% riduca il 20 % e non viceversa. Ma c’è qualcuno che
pensa a come riprendere? Spero ardentemente di sì. Come spero che chi è preposto nel
programmare la ripresa non appartenga al 20 %. Ci vorrà organizzazione. Questo è un fatto
incontrovertibile, come è incomprensibile che noi italiani siamo debolucci. Molti politici sono
preoccupati per la burocrazia. Condivido. Ma, mi pare che la soluzione relativamente semplice è
non farla contare nel momento decisionale. Ad emergenza ci vogliono soluzioni e gestioni
emergenziali. Praticamente commissari regionali e nazionali.

Mio suocero ha 84 anni. Da manovale edile è diventato capo cantiere di grandi opere dallo Stadio
Olimpico di Roma al porto di Manfredonia. Veniva mandato dalla sua impresa per recuperare
tempo e lavoro visto che erano in ritardo per l’ ultimazione dei lavori. Uno con le palle che non
andava tanto per il sottile e che mi ripete con orgoglio che nei suoi 40 anni di lavoro non ha mai avuto
un morto in cantiere. Magari all’inizio non era troppo sopportato da cottimisti e lavoratori edili.
Nel suo DNA non c’ era l idea del consenso ma solo il raggiungimento dell’obbiettivo nel rispetto
delle regole.

Ebbene, soprattutto a tavola mi ha ripetuto: sospendere i lavori in un cantiere è un attimo.
Riprenderli ci vogliono settimane se non mesi. Aggiungo io che ci vuole intelligenza e capacità.
Molto più complesso fare ripartire un’ intera nazione. Ma non vedo strade diverse da questa.
Speriamo, e per quello che ci è dato facciamoci sentire in tutti i modi. Ne va della nostra Torino,
del nostro Piemonte e della nostra Italia. Stando a casa per ripartire il più presto possibile. Lo
dobbiamo in particolare ai nostri figli per il loro futuro, che poi almeno per un pezzetto sarà anche
il nostro.

Patrizio Tosetto

Affitti: “Rifinanziare il fondo di sostegno”

Per Confedilizia il Governo deve dare risposte ai proprietari di immobili

Riceviamo e pubblichiamo

 

Confedilizia sostiene la proposta del Sunia al Governo di “rifinanziare il fondo di sostegno all’affitto, assegnando direttamente ai locatori i contributi, con procedure semplificate e senza orpelli burocratici”.

 

Occorre alleggerire il grave problema dell’emergenza abitativa legata al Covid 19 e da parte del Governo ci devono essere chiare risposte ai proprietari di immobili.

 

E’ fondamentale un massiccio sostegno alla casa. Il Governo dovrà pensare a procedure semplificate con versamenti dei contributi per l’affitto direttamente al proprietario .

 

L’immobile è una risorsa del nostro paese. Il rischio è l’incremento di sfratti a danno di proprietari ed inquilini.

Gli industriali: “O si riparte o si perdono 150 mila posti di lavoro”

Sono stimati in 100 o addirittura 150.000 i posti di lavoro a rischio a Torino e in Piemonte a causa del Coronavirus. La richiesta è di ripartire in fretta.

Questa è la stima degli industriali, secondo i quali è in  pericolo  il 10% delle imprese.

“Non intendiamo dare messaggi allarmistici. Ma dobbiamo evitare questo scenario, il peggiore. E per questa ragione dobbiamo riaprire al più presto le fabbriche”, così il presidente degli industriali di Torino, Dario Gallina.

 

(Foto: il Torinese)