ECONOMIA- Pagina 413

Gli Stati Generali non dimentichino la montagna

“Se l’Italia vuole entrare in una trasformazione vera, fatta di connessioni verdi, innovazione, coesione, deve guardare ai territori montani e alle aree interne, ai borghi, ai paesi, alla determinazione delle comunità che tengono in vità il 54% del Paese.

Lo diciamo al Presidente Conte in occasione degli Stati generali dell’Economia. Lo abbiamo detto e stiamo facendo un lavoro importante con il Ministro Boccia e tanti Parlamentari, quelli che abbiamo visto al lavoro sulle Mozioni Montagna approvate il 29 gennaio 2020 alla Camera dei Deputati e con i quali abbiamo tenuto gli Stati generali della Montagna due giorni dopo. Servono concretezza, attuazione delle norme esistenti, semplificazione, innovazione. Si fa un gran parlare di banda ultralarga ma fino a quando non si decide che tipo di reti fare, uniche o no, e come le infrastrutture attraversino tutti i territori, si va poco lontano. Peraltro il Piano BUL ha oggi tanto bisogno di essere accelerato. Negli ultimi giorni tutti parlano di digital divide, da abbattere. Uncem affronta il tema da vent’anni e da molto più tempo guida un percorso sulle aree montane e sui piccoli Comuni che qualcuno oggi sta ignorando. Agli Stati generali dell’Economia chiediamo di andare a vedere i prodotti del Parlamento e degli Stati generali della Montagna. Ci sono tre leggi in attuazione, quella sui piccoli Comuni, la legge green economy e il Codice forestale. Questo è il percorso, che abbiamo concentrato anche nella scheda 30bis, che Colao aveva dimenticato. Volentieri l’abbiamo aggiornato. La aggiunga al piano”. Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Mirafiori Motor Village: due Jeep Renegade 4xe alla Ricerca sul Sistema Energetico

Al Mirafiori Motor Village di Torino, e-Mobility by FCA ha consegnato due Jeep Renegade 4xe alla RSE (Ricerca sul Sistema Energetico): grazie all’accordo tra i due partner, le vetture ibride plug-in saranno guidate per un periodo di sei mesi in modo da poter elaborare report dettagliati sulle loro funzionalità nell’ottica di anticipare nel tempo il normale utilizzo da parte dei clienti delle flotte.

RSE è una società che sviluppa attività di ricerca nel settore elettrico, con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali e internazionali, implementando attività congiunte con il sistema della pubblica amministrazione centrale e locale, a favore del sistema produttivo nella sua più ampia articolazione, con le associazioni e i raggruppamenti delle piccole e medie imprese e le associazioni dei consumatori. Con 350 dipendenti e oltre 250 ricercatori, RSE svolge attività di ricerca e sviluppo per l´intera filiera elettro-energetica, in un’ottica essenzialmente applicativa e sperimentale, assicurando la prosecuzione coerente delle attività di ricerca in corso e lo sviluppo di nuove frontiere a beneficio dell’intero sistema Paese.

Le Jeep Renegade 4xe saranno gestite da RSE come veicoli aziendali in pool e in uso promiscuo e questa prova permetterà anche di valutare i vantaggi in termini di consumi e costi di queste nuove vetture che sostituiranno gli attuali modelli della flotta RSE.

Infatti, l’obiettivo a medio termine di RSE è elettrificare il proprio parco veicoli per utilizzarlo come caso-studio sperimentale e d’altro canto FCA è interessata a consentire ai potenziali clienti di provare le auto in contesti reali; l’accordo rappresenta quindi un’importante opportunità di collaborazione.

Durante la prova, saranno tenuti sotto controllo numerosi parametri per valutare le caratteristiche tecniche e le prestazioni delle due auto, analizzando i consumi in diverse modalità su percorsi ripetibili sia “medio-lunghi” (partenze con vari livelli di carica delle batterie, uso in modalità ibrida o esclusivamente termica…) sia “brevi”, con valutazione di fattori come l’autonomia in elettrico, la sua variazione secondo i differenti percorsi, le condizioni climatiche e il carico del veicolo, oltre alla possibilità di utilizzo con il serbatoio del carburante vuoto.

Un altro aspetto analizzato a fondo sarà la modalità di utilizzo da parte dei clienti del sistema di ricarica.

L’imponente mole di dati raccolti nel periodo del test sarà molto importante per i tecnici di FCA, che potranno avere in un breve periodo di tempo una quantità di informazioni per le quali sarebbe stato necessario un uso da parte della clientela molto più lungo. Ciò permetterà a FCA di conoscere in tempi brevi eventuali criticità che dovessero manifestarsi e risolverle prima che la vettura le manifesti in seguito al normale uso dei clienti.

Le Jeep Renegade 4xe consegnate alla RSE sono facilmente riconoscibili grazie alla personalizzazione grafica delle fiancate – che riportano il claim “RSE running with FCA e-Mobility” – e all’allestimento Limited da 190 cv particolarmente ricco, che comprende cerchi da 17”, navigatore integrato, luci LED, i pack Dusk&Rain, Parking e Function, privacy glass e l’Adaptive Cruise Control.

A consegnare le due Jeep Renegade 4xe per il test di lunga durata è stato Roberto Di Stefano. “Questa sperimentazione – ha spiegato il responsabile di e-Mobility region EMEA di FCA – ci permetterà, grazie alle informazioni che ci fornirà un partner qualificato ed esperto nel settore come RSE, di elaborare dati e informazioni in tempi rapidi e conoscere ancora più a fondo l’uso che faranno i normali utilizzatori delle nostre vetture”.

È stato l’amministratore delegato di RSE, Maurizio Delfanti, a ritirare ufficialmente le due vetture: “Siamo convinti che la ricerca di sistema energetico debba essere fatta utilizzando anche le risorse operative del nostro autoparco, per trarre dall’esperienza pratica informazioni preziose di gestione ottimale per l’energia elettrica. Collaborare con FCA su questi aspetti e avere a disposizione tra i primi in Italia le nuove Jeep plug-in hybrid ci fa onore e ci permetterà di ottenere nei prossimi mesi importanti risultati sia per l’utilizzo delle auto sia per la loro interazione con la rete elettrica”.

L’attività congiunta terminerà a fine anno quando le Jeep Renegade 4xe del test rientreranno in FCA dove saranno ulteriormente analizzate dai tecnici per valutare le loro condizioni.

Mobili ed elettrodomestici nelle spese dei piemontesi. In calo l’acquisto di auto e telefonini

Nel  2019 i torinesi e i piemontesi hanno acquistato più mobili ed elettrodomestici, e invece meno auto e telefonini.

La spesa per beni durevoli in Piemonte è arrivata ai  6 miliardi e 68 milioni di euro in leggera flessione (-0,2%) rispetto al 2018.

I dati sono dell’Osservatorio dei Consumi Findomestic e Prometeia, sull’andamento del mercato dei beni durevoli nella regione.  Gli acquisti di vetture  nuove (+0,3%, 1 miliardo e 719 milioni) e usate (-1,3%,1 miliardo e 752 milioni di euro) hanno fatto calare l’andamento del comparto nello scorso anno. Le moto nonostante un incremento di spesa del 4,8%, incidono  poco (121 milioni di euro) nell’  influenzarne l’andamento complessivo, sostenuto però dalle vendite di mobili (+1,5% per 1,36 miliardi di euro) ed elettrodomestici (+2,4% per 325 milioni). In Piemonte lo scorso anno gli acquisti del settore tecnologico sono scesi in tutti i segmenti: -4,9% elettronica di consumo (125 milioni di euro), -4,5% information technology (147 milioni) e -2,8% (519 milioni)  telefonia.

“Consegnalaspesa”, il negozio di quartiere è online

E’ nata una web app che vuole valorizzare le attività commerciali (macellerie, gastronomie, supermercati, gelaterie …) e il rapporto di fiducia che si crea con il cliente.

L’idea è della torinese  Cean Design & Food Retail e intende permettere a chi ha un’attività di creare una  vetrina online per promuovere i prodotti in maniera facile, veloce (e soprattutto gratuita).
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E al cliente di non rinunciare alle buone abitudini. Si potranno infatti  acquistare i prodotti dal commerciante di fiducia, in pochi click.
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Per saperne di più: www.consegnalaspesa.it

Call4women, selezionate 5 start up al femminile

Il 31 marzo 2020  Endeavor Italia, l’organizzazione internazionale non-profit che supporta le imprese ad alto potenziale, e   B Heroes, l’ecosistema di iniziative per startup innovative, hanno lanciato   Call4Women, un’iniziativa rivolta alle imprenditrici di tutta Italia.

 

Tra le   150 candidature pervenute  alla call, 70 si sono rivelate idonee al percorso   Endeavor, realizzato in partnership con   Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, rivolto a realtà strutturate e che hanno già una buona presenza sul mercato.   Cinque aziende  sono state selezionate per accedere a due giornate di workshop tenute dal business coach Ed Capaldi sui temi di Business Canvas, definizione OKR (Obbiettivi e Risultati Chiave) e preparazione del pitch, oltre a mentorship dedicata, potenziale introduzione a investitori e accesso alle convenzioni attive per le aziende Endeavor. In preparazione al workshop, che avrà luogo nei prossimi mesi presso le OGR Tech di Torino, le imprenditrici prenderanno parte anche ad alcuni webinar formativi online.

 

Le cinque aziende selezionate da   Endeavor Italia

 

Chitè Lingerie, fondata da Chiara Marconi, è il primo brand di lingerie di lusso a offrire una piattaforma di personalizzazione online che consente alle clienti di creare il proprio capo su misura, scegliendo colori, tessuti, componenti e taglia perfetta. Tutti i capi sono realizzati dalle mani esperte di artigiani indipendenti seguendo l’idea di una filosofia “Slow Couture”.

 

Flority Fair, fondata da   Giulia Giontella, è il primo portale di delivery di fiori coltivati a chilometro zero e disponibili con formule di abbonamento, oltre che uno dei pochi riferimenti e-commerce del settore nel nostro paese.

 

Ghostwriter Ai, fondata da   Ester Liquori, è la piattaforma di content marketing che suggerisce i contenuti più adatti per aumentare le vendite, i profitti e il coinvolgimento. Grazie a Ghostwriter Ai è possibile risparmiare otto ore di lavoro a persona ogni settimana e circa il 30% del budget destinato al marketing.

 

LEB World, fondata da   Manuela delli Carri, è la startup innovativa nel campo del beauty con sede in Puglia. LEB vuole evolvere il settore della cura delle unghie sostituendo le tradizionali boccette di smalto, che favoriscono il deposito di pelle umana e altri microrganismi nocivi sul pennello, con nuovi packaging sostenibili, igienici, rapidi e intelligenti.

 

M2TEST srl, fondata da   Alessandra Nicolosi, lavora come SAAS ed è nata con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso la valutazione del rischio di frattura fragile. Questo avviene grazie a BES TEST, un test per la valutazione della qualità della struttura ossea utile non solo al momento della diagnosi, ma anche nel monitoraggio e nella prevenzione delle alterazioni a livello della struttura ossea.

 

Si aggiunge alla rosa anche   Aileens Pharma, la startup che sviluppa trattamenti per chi soffre di malattie dermatologiche guidata da   Sonia Longo, selezionata per il   Premio Speciale di SheTech, la community che supporta le donne nel mondo della tecnologia.
Partecipano al programma anche quattro aziende a conduzione femminile del network europeo di Endeavor: Melis Abacıoğlu (Wellbees), Alison Stroh (Dr Coys), Karla Klincheva e Sandra Klincheva (More Noir).

 

“Oggi più che mai è necessario valorizzare il potenziale dell’imprenditoria femminile. Viviamo in un contesto dove sono ancora presenti numerose barriere, sia materiali che culturali, che sono di ostacolano alla sua piena espressione e, come Endeavor, riteniamo prioritario dare il nostro contributo per affrontarle e rimuoverle” afferma il Managing Director di Endeavor Italia,  Raffaele Mauro. “Affrontare la crisi epidemica ed economica non riduce l’urgenza, anzi rafforza la necessità di riconoscere e sostenere le donne che assumono il rischio imprenditoriale e contribuiscono a creare le basi dello sviluppo futuro”.

Gli utenti hanno ancora paura del contagio e non salgono sui mezzi pubblici

2 utenti su 5 hanno smesso di muoversi con i mezzi pubblici per paura del contagio. Gli abbonati pretendono i rimborsi

IL SONDAGGIO DI MOVIMENTO CONSUMATORI E TUTELATTIVA SULLA MOBILITÀ POST-COVID A TORINO

Le associazioni Movimento Consumatori Torino e Tutelattiva hanno realizzato e diffuso online un questionario sulla mobilità, per capire se e come l’emergenza Coronavirus ha cambiato il modo di spostarsi delle persone a Torino e per raccogliere osservazioni e richieste degli utenti dei mezzi pubblici.

Dalle 500 risposte arrivate tra il 2 e il 10 giugno 2020 è emerso che le persone che utilizzano o utilizzerebbero attualmente i mezzi pubblici sono poco più della metà di quanti li usavano prima dell’emergenza e quasi l’80% di chi ha smesso di servirsene dichiara che il motivo è la paura del contagio.

La richiesta più frequente degli utenti è quella di garantire in tempi rapidi il rimborso o la proroga degli abbonamenti non usufruiti a causa dell’emergenza, come previsto dal Decreto Rilancio a livello nazionale.

GTT, nonostante migliaia di richieste da parte degli utenti, non ha ancora fornito indicazioni sui rimborsi e Movimento Consumatori ha provveduto a inviare una segnalazione all’Autorità di Regolazione dei Trasporti sul comportamento del gestore.

Tra le altre segnalazioni e richieste: il mancato rispetto delle misure di sicurezza a bordo dei mezzi e la richiesta di maggiori controlli da parte del personale di GTT, l’affollamento dei mezzi da cui la necessità di limitare gli accessi e aumentare le corse, la richiesta di migliorare la pulizia e di far viaggiare tram e autobus con i finestrini aperti per consentire il ricambio dell’aria.

Terzo Valico e opere connesse

Prima visita sul territorio dopo il lockdown. 49 milioni di euro da allocare per lo sviluppo del territorio. Una cabina di regia con i Sindaci e la Provincia protagonisti.
12 giugno 2020

Con la fine del lockdown riprende il percorso di definizione delle opere di accompagnamento del Terzo Valico nell’Alessandrino. Il primo segnale concreto è l’istituzione di una cabina di regia guidata dal Commissario straordinario Calogero Mauceri e coordinata dalla Regione Piemonte, nella quale saranno i Sindaci a tracciare la roadmap degli interventi.

L’annuncio è stato dato nel corso dell’incontro al palazzo della Provincia di Alessandria tra gli amministratori del territorio interessato dal tracciato, il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Traversi, il Commissario straordinario per il Terzo Valico Calogero Mauceri, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi, il l’AD e Direttore Generale RFI Maurizio Gentile, il presidente del consorzio Cociv Marco Rettighieri, il Presidente della Provincia Gianfranco Baldi, il Prefetto Iginio Olita e gli onorevoli, senatori e consiglieri regionali alessandrini. Dopo un primo incontro a Torino sugli aspetti tecnici del progetto, la delegazione si è spostata ad Alessandria per approfondire le tematiche relative al cronoprogramma, alla tempistica, agli investimenti.

«Siamo tornati sul territorio appena possibile – dichiarano il Presidente Cirio e l’Assessore Gabusi – per riprendere da dove avevamo lasciato. Siamo non certi, ma certissimi, degli aspetti economici. Abbiamo 49 milioni di euro a disposizione per valorizzare e sviluppare aspetti importanti di un territorio cruciale per il Piemonte e per tutto il Nord Italia. Non saranno lì per sempre e non devono diventare un tesoretto congelato. Vogliamo utilizzarli e vogliamo che sia il territorio stesso ad aiutarci ad allocarli nella maniera migliore, indicando quali sono le opere strategiche. Si tratta di un lavoro in cui tutti sono coinvolti: dalla Provincia che affianca i Sindaci, alla Regione e al Commissario che lo governano. Siamo inoltre felici di poter annunciare che la Regione Piemonte è tornata in SLALA, la Fondazione per lo sviluppo per Sistema Logistico del Nord Italia, da cui era uscita negli scorsi anni: uno strumento importante per essere al fianco di un territorio che si trova al centro dei due grandi corridoi europei Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiev».

Alla sua prima visita dopo la fase acuta dell’emergenza, il Commissario Mauceri sottolinea il significato di «un primo importante confronto con la Presidenza della Regione Piemonte e con il territorio che, è mia intenzione, proseguire nel corso del mio mandato con il tavolo di coordinamento, in accordo con Regione, e il coinvolgimento degli Enti locali tenendo sempre ben presente che la realizzazione di un importante opera come il Terzo Valico dei Giovi deve prestare attenzione alla realtà territoriale in cui si inserisce. Il Terzo Valico rappresenta un’occasione di sviluppo per il territorio interessato dalla nuova infrastruttura con importanti interventi di adeguamento e miglioramento sia delle viabilità locali che dei servizi».

«L’emergenza sanitaria COVID-19 ha avuto un forte impatto sull’Italia e sull’economia – afferma l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di RFI Maurizio Gentile – In questi tempi è importante guardare al futuro ripartendo dalle opere già avviate e i lavori per la realizzazione del Terzo Valico rappresentano un’opportunità di sviluppo e crescita per tutto il Paese. Un’opera strategica che permetterà di ampliare la rete alta capacità italiana e di incrementare il traffico merci con il resto d’Europa. In questo contesto si inserisce anche il nuovo scalo merci ferroviario di Alessandria, per cui RFI è impegnata nella progettazione».

L’importanza dello sviluppo del territorio è sottolineata anche dal Sottosegretario delle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi: «È importante che l’opera proceda celermente senza dimenticare i territori che permettono di svilupparla, quindi innanzitutto nel rispetto dell’ambiente, sviluppando tutti gli accorgimenti previsti dai protocolli che sono tra i più rigidi in Europa ed in secondo luogo con opere compensative che possono valorizzarle diminuendo criticità relative al dissesto idrogeologico presente sia in Piemonte che in Liguria».

Ancora in crescita i dati occupazionali del Politecnico

È stata pubblicata  l’Indagine AlmaLaurea 2020 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 7.341; tra questi, 3.745 di primo livello e 3.587 laureati magistrali.

Appuntamento atteso dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi, l’Indagine conferma una tendenza che non si è invertita neppure negli anni della crisi: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 78,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,1%.

Il dato di riferimento più significativo e in sensibile crescita risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea: è occupato il 90,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 71,7% e in crescita rispetto al dato dello scorso anno dell’88,6.

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,8% a fronte del 86,8% del dato nazionale

In quali settori sono occupati? Il 91,9% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 6,8% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 1,3%. L’ambito dei servizi assorbe il 42,8%, mentre l’industria accoglie il 56,3% degli occupati; 0,2 la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

Significativa, poi, la differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.522 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.285 euro a un anno dal titolo e 1.766 euro rispetto a 1.499 euro a cinque anni dalla laurea.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Interessante notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 38,5% tra i laureati di primo livello e il 49,4% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con un’alta percentuale di studenti stranieri: il 9,9% in media (il 12,7% di quelli magistrali, a fronte del 5,5 a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero (il doppio del dato nazionale).

Significative le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,8% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente.

“I dati emersi dall’indagine annuale proposta da Almalaurea rappresentano un riscontro importante per l’attività dei nostri docenti e per lo sforzo che sta compiendo l’Ateneo per migliorare i programmi e la didattica. Mai come in questo periodo i docenti hanno dimostrato la passione e la professionalità che li contraddistingue, così come il coraggio del Politecnico di fare investimenti importanti anche per il futuro, che siamo certi continueranno a garantire quella qualità della formazione che da sempre contraddistingue i nostri laureati e che permette loro di trovare un lavoro soddisfacente in breve tempo dopo il titolo”, commenta il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti.

“Il trend positivo evidenziato dai dati occupazionali è diventato ormai una costante per il nostro Ateneo. È anche grazie a questi risultati sull’occupazione che  gli studenti e le loro famiglie scelgono il Politecnico di Torino”, aggiunge la Delegata del Rettore per l’accompagnamento al lavoro Carla Chiasserini, che conclude evidenziando il dato relativo ai tirocini: “Credo che per i nostri studenti affiancare all’attività didattica una formazione sul campo in importanti realtà aziendali come quelle con cui collaboriamo contribuisca in modo significativo non solo ad avvicinarli al mondo del lavoro, ma anche a focalizzare meglio il loro percorso di studi e a trovare la propria strada nella vita”.

Innovazione e nuova occupazione nei piani della Regione Piemonte

Innovazione e nuova occupazione: sono questi i temi prioritari messi a disposizione dalla Regione Piemonte sui bandi del contratto di insediamento e dell’attrazione investimenti, attualmente in corso d’opera e su cui sono stati già erogati 24 milioni di euro.

Sull’attrazione investimenti i progetti approvati e finanziati sono 43, con particolare riferimento al settore della meccatronica e dell’automotive; 230 persone in più beneficeranno di questo investimento trovando piena occupazione. Per quanto riguarda la dimensione territoriale dei vari progetti, sono 19 quelli approvati in provincia di Torino, mentre il cuneese ha presentato 13 proposte.

Il Piemonte va avanti, non si ferma e molte aziende hanno proposto validi progetti di sviluppo – conferma l’assessore regionale alle Attività Economiche e produttive, Andrea Tronzano – questa è unulteriore testimonianza di una società imprenditoriale che crede e investe nel sistema produttivo, privilegiando temi come l’innovazione e lo sviluppo. Oltre duecento nuovi posti di lavoro sono una bella iniezione di fiducia proprio in un periodo come questo. Ricordo inoltre che sono ancora disponibili risorse che potrebbero aiutare a dare un ulteriore impulso alla ripartenza economica della nostra Regione”.

La misura del Fondo di attrazione investimenti, che favorisce, tramite sostegno finanziario, il rilancio degli investimenti del sistema produttivo piemontese dispone infatti ancora di sei milioni di euro di risorse. Quella relativa al contratto di insediamento, che invece sostiene progetti di ricerca preordinati o conseguenti all’insediamento (o ampliamento) da parte della grande impresa beneficiaria di una sede operativa in Piemonte, generando una ricaduta occupazionale, ha una dotazione finanziaria di 7,2 milioni di euro. Al momento sono pervenute due domande, una dal cuneese (produzione prodotti farmaceutici di base) e una dal vercellese (prodotti chimici).

Per maggiori informazioni:

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/competitivita-dei-sistemi-produttivi/attrazione-radicamento-degli-investimenti-piemonte

Terra Madre Salone del Gusto 2020 non si ferma e rilancia

Un’edizione globale, fisica e digitale, che partirà l’8 ottobre per un viaggio di 6 mesi attraverso tutti i Paesi della galassia Slow Food

 

Terra Madre Salone del Gusto si terrà nel 2020, proponendo un evento rivoluzionato in risposta alle nuove esigenze imposte dal Covid-19 e, a partire dall’8 ottobre e per sei mesi, coinvolgerà tutti i Paesi della galassia Slow Food, mettendo in campo tecnologie digitali, eventi fisici diffusi e nuovi format. La più importante manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, all’ambiente e alle politiche alimentari organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino non si ferma e rilancia il proprio impegno.

«Oggi più che mai è necessario lavorare per affermare nuovi paradigmi economici, ambientali, sociali più sostenibili. Trasformare la crisi alimentare innescata dal Covid-19 in opportunità per ripartire dalla terra, da un’agricoltura, ristorazione, turismo che generino benessere per il territorio e la collettività. Ancora una volta noi vogliamo farlo dando voce alle comunità che in questi mesi si sono mobilitate in tutto il mondo sostenendo i produttori di piccola scala, mantenendo vivi i sistemi alimentari locali e tutelando le persone più fragili. Terra Madre Salone del Gusto non è un evento fieristico che si può rimandare da un anno all’altro, è un momento di formazione, confronto e condivisione, in cui la rete di contadini, allevatori, pescatori, artigiani del cibo, cuochi, giovani, indigeni e migranti ritrova fiducia e coraggio, idee e soluzioni a problemi comuni. E se, nel rispetto delle norme sulla sicurezza dovute alla pandemia, i delegati non potranno venire a Terra Madre, noi porteremo Terra Madre in ogni angolo del mondo e con essa Torino e il Piemonte» dichiara Daniele Buttignol, direttore generale di Slow Food Italia, introducendo il racconto di quello che sarà Terra Madre Salone del Gusto 2020.

 

Un evento totalmente ripensato a partire da alcuni punti fondamentali:

 

–       Il futuro del cibo. Alimentare un ampio dibattito a partire dalla visione di Slow Food, grazie alle voci di produttori, ricercatori, esperti e studiosi perché mai come oggi è fondamentale ragionare di cibo buono, pulito e giusto per tutti: per comprendere le cause della pandemia, avviare il cambiamento e renderlo equo e sostenibile, costruire un futuro migliore di quello prefigurato prima del Covid-19.

–       La rete di Slow Food e Terra Madre. Mettere a frutto i punti di forza, i contenuti, i progetti, gli attori, l’impegno di un milione di attivisti in 160 Paesi del mondo per incidere sui comportamenti quotidiani degli individui.

–       Le nuove geografie. Confermare il tema già scelto per l’edizione 2020: in questa fase storica di sovranismi, nazionalismi, muri e fili spinati, Slow Food propone nuovi paradigmi, che non parlano di barriere ma di radici, non ragionano di nazioni ma di culture; cibo senza confini politici, ma con profonde radici nei territori.

–       Un nuovo evento. Terra Madre Salone del Gusto 2020 lancerà una grande rivoluzione digitale che, in un percorso di sei mesi, offrirà occasioni di incontro e confronto tra i delegati della rete e il pubblico rispetto a un nuovo modello di agricoltura, produzione, distribuzione legata al cibo.

 

L’edizione 2020 di Terra Madre Salone del Gusto inizierà giovedì 8 ottobre e nei successivi 4 giorni, originariamente previsti dal programma, svilupperà un ricchissimo palinsesto di eventi digitali e fisici che uniranno le migliaia di nodi della rete Slow Food con il milione di attivisti che ne fanno parte, e molte altre organizzazioni e realtà.

 

L’evento proseguirà nei mesi successivi con uno straordinario calendario di iniziative che in 160 Paesi del mondo interpreteranno i temi e le sfide che riguardano il futuro del cibo, del pianeta e dei suoi abitanti.

 

Compatibilmente con l’evoluzione delle misure di contenimento del virus e con la piena possibilità di viaggiare e organizzare eventi partecipati da un pubblico globale, la maratona di Terra Madre Salone del Gusto 2020 si concluderà ancora a Torino, dopo aver attraversato i 5 continenti, nell’aprile 2021 con la celebrazione del Congresso internazionale di Slow Food.

Testo alternativo

«Ci sono eventi che sono un simbolo per il territorio che li ha fatti nascere, ma che diventano un patrimonio collettivo oltre qualunque confine geografico. Terra Madre Salone del Gusto ne è da sempre l’esempio – sottolinea il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme all’assessore al Commercio, Cultura e Turismo, Vittoria Poggio, e all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa  -. E questo patrimonio ci impegneremo a tutelarlo e a valorizzarlo anche in questo anno così complesso per tutti. Dalla terra germoglia il nostro futuro. E noi vogliamo che sia un futuro da poter vivere e condividere in sicurezza, ma insieme».

 

Soddisfazione è stata espressa dalla sindaca Chiara Appendino e dall’assessore alle Attività produttive e al Turismo, Alberto Sacco, per la conferma che non solo Terra Madre Salone del Gusto si farà, ma che, grazie al suo nuovo modello organizzativo, metterà Torino al centro di una dimensione temporale e spaziale ancora più ampia delle edizioni passate, con un impatto altamente positivo anche sulle attività produttive e le imprese della nostra città e della regione: «Attraverso le numerose iniziative diffuse e gli eventi in digitale, la manifestazione, che inizierà in autunno e terminerà nella primavera dell’anno successivo, contribuirà a stimolare l’attenzione e a far crescere la sensibilità delle persone sulle politiche del cibo, sull’educazione alimentare, sul recupero del valore della buona tavola, sulla valorizzazione organolettica dei prodotti e sulla loro genuinità, insegnando anche a dedicare maggiore attenzione ai modi e ai luoghi di produzione di ciò che quotidianamente troviamo nei nostri piatti. Quella del nuovo modello pensato per il Salone – hanno sottolineato Appendino e Sacco – è una scelta innovativa che, in un momento di oggettiva difficoltà per l’organizzazione di eventi nella maniera più tradizionale, ha consentito di trasformare un ostacolo in una opportunità, permettendo al contempo di allargare gli orizzonti della manifestazione».

Testo alternativo

«Sarà l’edizione più grande di sempre: per numero di Paesi coinvolti, di partecipanti sia alle iniziative digitali sia a quelle fisiche, per quantità di “azioni per il cambiamento” che verranno messe in campo da centinaia di migliaia di attivisti in tutto il mondo. Dopo questi 6 mesi saremo profondamente cambiati, avremo assunto più consapevolezza nel nostro potenziale e saremo diventati più incisivi sul futuro del cibo in ogni angolo del mondo. Torino e il Piemonte saranno il cuore di questa rivoluzione dolce: dal centro della rete partiranno le proposte che attiveranno le più diverse idee e iniziative; al centro ritornerà l’energia generata da queste iniziative. Entreremo in una nuova dimensione di Slow Food e dell’evento e trasformeremo la tragedia della pandemia nella più grande spinta al cambiamento della nostra storia» conclude Paolo Di Croce, segretario generale internazionale di Slow Food.

 

Le principali novità e una prima parte del programma di Terra Madre Salone del Gusto 2020 saranno presentate ufficialmente a metà luglio in occasione di una conferenza stampa globale che da Est a Ovest del pianeta toccherà alcuni tra i principali Paesi coinvolti nel calendario della manifestazione.