ECONOMIA- Pagina 380

Centri per l’impiego, arrivano i rinforzi per sostenere l’occupazione

L’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino ha incontrato i 48 nuovi assunti dall’Agenzia Piemonte Lavoro, ai quali se ne aggiungeranno, entro fine 2021, altri 340. L’obiettivo è quello di creare le condizioni per favorire nuova occupazione puntando su politiche attive, formazione e orientamento, intercettando le esigenze delle imprese e favorendo l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro.

Investire sempre di più sul ruolo dell’Agenzia Piemonte Lavoro e sui Centri per l’impiego piemontesi, rafforzandoli, rinnovandoli e rendendoli davvero efficienti e in grado di dare un supporto concreto ai cittadini in cerca di occupazione. Lasciandosi definitivamente alle spalle l’immagine di «ultima spiaggia», con pochissime possibilità di reale utilità, che si era sedimentata negli anni.
È con questo spirito che l’assessore regionale al Lavoro si è recata presso la sede dell’Agenzia Piemonte Lavoro in via Avogadro, a Torino, per incontrare, insieme al direttore dell’Agenzia, i primi 48 nuovi assunti che andranno a rafforzare l’Ente e i Centri per l’impiego piemontesi.

Si tratta della prima tranche di assunzioni: da qui a fine anno è infatti previsto l’arrivo, complessivamente, di 188 persone e, nel 2021 di altre 200. Una buona notizia dal duplice valore: sia perché si vengono a creare circa 400 posti di lavoro in due anni, ma soprattutto perché le nuove risorse contribuiranno a rendere sempre più efficienti i Centri per l’impiego, in un particolare momento storico in cui l’incrocio fra richiesta e domanda di lavoro è più che mai fondamentale e strategico per aiutare chi è in cerca di occupazione.

Rivolgendosi ai nuovi assunti l’assessore regionale al Lavoro ha sottolineato “la grande responsabilità che il loro ruolo comporterà, auspicando che i Centri per l’impiego diventino davvero un punto di riferimento per tutte le persone in cerca di un lavoro, riuscendo a creare sbocchi concreti e a mettere in connessione gli aspiranti occupati con le esigenze delle imprese“. L’esponente della giunta regionale ha ricordato che, nonostante il periodo di crisi, non mancano aziende che non riescono a reperire sul mercato le professionalità di cui hanno bisogno. “Ecco perché – ha ricordato ancora l’assessore – diventa fondamentale puntare sulle politiche attive, su una formazione sempre più mirata e puntuale, sull’orientamento e sulla capacità di guidare le persone in cerca di occupazione in un percorso che possa terminare con il raggiungimento dell’obiettivo“.

Grande soddisfazione per l’avvio del piano di potenziamento del personale che porterà all’Agenzia Piemonte Lavoro e ai Centri per l’impiego della Regione importanti risorse è stata espressa anche dal direttore dell’Agenzia. Il direttore ha sottolineato che Apl intende approcciarsi all’autunno con un consolidamento della propria azione nella direzione dell’incrocio domanda e offerta, potenziando e migliorando i servizi pubblici per il lavoro della Regione che ora potranno avvalersi di un organico, che consentirà di supportare l’attuale personale e di avviare una massiccia attività di matching e marketing territoriale.

Commercio, a Torino consumi in calo del 26,8 per cento

Il Piemonte flette del -22,7% con le province di Torino, Cuneo e Novara rispettivamente al -26,8%, -18,4% e -13%.

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY registra un trend negativo del  -27,7% a luglio 2020 vs 2019 e una flessione del -40,6% nei primi 7 mesi del 2020 vs 2019.

Nei primi 7 mesi del 2020 la ristorazione è il settore in maggiore sofferenza con -30%, seguita dall’abbigliamento -29,3%. Meglio la categoria altro non food con -9,3%. Il travel recupera 10 punti percentuali rispetto a giugno ma rimane negativo a -59% a luglio e a -58% nei primi 7 mesi.

I trend per aree geografiche mostrano valori simili con eccezione del Sud. Il Centro si attesta a -30%, peggiora il Nord-est con -31% per il calo del turismo, il Nord-ovest chiude a -27%. In miglioramento il Sud, che registra -22%

La ripresa rimane ai blocchi di partenza e il commercio non taglia il traguardo della ripartenza che al momento è ancora lontano. I valori sono negativi: il mese di luglio si chiude con un trend nelle vendite del -27,7%, che porta il comparto a registrare nei primi 7 mesi dell’anno una contrazione pari a -40,6%. L’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui trend di consumo non lascia spazio a dubbi ed evidenzia il persistente clima di scarsa fiducia delle famiglie italiane, poco inclini a riprendere le abitudini di consumo dell’anno precedente.

Quanto ai settori merceologici, nel mese di luglio si registrano dinamiche negative nelle vendite generalizzate a tutti i settori: in forte sofferenza abbigliamento e ristorazione con trend mensili rispettivamente di -29,3% e -30%, mentre il settore altro non food contiene la flessione a -9.3 % sullo stesso periodo 2019.

L’ e-commerce a luglio registra su base mese una performance positiva (+22%), a conferma del fenomeno di digitalizzazione degli acquisti in atto. La dinamica delle vendite del canale evidenzia però segnali di rallentamento riallineandosi a ordini di grandezza pre Covid-19.

«Il mese di luglio – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – ha purtroppo raffreddato le aspettative di un rapido miglioramento della propensione al consumo. Con una flessione di quasi -28% rispetto all’anno precedente ha mostrato una tendenza alla stabilizzazione del calo registrato nel primo mese pieno di post lockdown (giugno -27%). Lo scenario mostra comunque significativi differenziali nelle dinamiche sia a livello geografico con il Sud a +10% vs Nord-est e Centro sia a livello canale con il travel a -15% vs media Italia».

Quanto a Pta (Primary Trade Area) nel mese di luglio si riscontrano performance negative in tutta Italia e in particolare in alcune location come Fiumara (Genova) che registra un -13% rispetto alla media canale centri commerciali e Milano che segna un -9% rispetto alla media high street con Il Centro -8%, Fiordaliso -7%, Carosello -3%. Sempre rispetto alla media nazionale negativi Roma Est -9%, I Gigli (Firenze) -5%, Adigeo (Verona) -3%. Si confermano in controtendenza, come già nel mese di giugno, Orio Center (Bergamo) che performa il 13% meglio della media paese, seguito da Nave de Vero (Venezia) +7%, Auchan +7%, Forum Palermo +5%.

«Le vendite di luglio 2020 mostrano comunque un incremento del 15% in valore assoluto rispetto a giugno 2020 pur con lo spostamento dei saldi a fine luglio e agosto – chiarisce Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY – L’anno scorso luglio aveva registrato un +15% rispetto a giugno 2019 ma con i saldi attivi. Crediamo che con la lettura congiunta dei dati di luglio e agosto potrà emergere un trend migliorativo rispetto ai valori espressi oggi. Rimane il maggiore impatto subito dalle regioni e dalle città a maggiore vocazione turistica, che difficilmente verrà recuperato».

Analisi per aree geografiche e province

Con riferimento alle aree geografiche, nel mese di luglio Sud e Isole si confermano over performanti rispetto alla media Italia (+6 punti), limitando la frenata delle vendite nei primi 7 mesi dell’anno a -37,3% (media Italia -40,6%). Il divario tra Sud e Nord-est/Centro è addirittura del 10%.

A livello regionale da segnalare come Calabria e Sicilia, che hanno anticipato l’avvio dei saldi dell’anno al 1° luglio 2020, evidenziano performance mensili significativamente superiori (+10 punti) rispetto alla media italiana: il trend nelle vendite su base mensile risulta però negativo e rispettivamente pari a -14,1% e -16,6%. Il delta tra Toscana e Calabria/Basilicata è pari al 21%.

A livello di province, l’andamento delle vendite evidenzia la maggiore sofferenza delle città a forte vocazione turistica: Venezia e Firenze registrano performance nelle vendite molto inferiori alla media Italia con -7 punti di gap sul progressivo annuo e -14 punti di gap sul mese di luglio, a conferma di una situazione critica che non registra ancora segnali forti di inversione nella tendenza della domanda.

Nelle regioni continua inalterato il primato negativo della Toscana che si conferma la peggiore sia a luglio (-34,6%) sia nei primi 7 mesi (-44%), con la provincia di Firenze e la città di Firenze che chiudono il mese rispettivamente a -40,7% e -42%.
In seconda posizione il Veneto in flessione del 33% (-42,7% nei primi 7 mesi). Nel mese di luglio la provincia di Venezia paga il peso più importante con -41,4% (la città di Venezia si attesta a -46%), seguita dalle province di Padova (-33,6%), Verona (-30,9%) e Vicenza (-25,3%).
Al terzo posto l’Emilia-Romagna (-42,6% nei primi 7 mesi) e Sardegna (-41,3% nei primi 7 mesi) entrambe al -31,1%. Per la regione emiliana la provincia peggiore è Modena (-37%), seguita da Bologna (-33,1%) e Forlì-Cesena (-32,5%).
Al quarto posto con -31% (-41% nei primi 7 mesi) il Lazio, dove la provincia di Roma è in flessione del -32,4% e la città eterna del -34%.
Chiude la top 5 delle peggiori regioni la Lombardia con -29,4% (-43% nei primi 7 mesi). Questa la situazione nelle principali province: Milano -32,5% (Milano città: -42%), Brescia -32,2%, Como -28,2%, Monza -27,3%, Bergamo -26,4%, Varese -25,9%.

A breve distanza troviamo la Liguria al -30% con la provincia di Genova al -32,8%, il Trentino-Alto Adige al -28,1%, la Campania al -26,7% (con le province di Caserta e Napoli rispettivamente al -30,2% e -26,3%).
Il Friuli-Venezia Giulia peggiora rispetto a giugno e chiude luglio a -26,1% con la provincia di Udine a -27,6%. Importante anche la flessione della regione nei primi 7 mesi (-44,4% vs stesso periodo del 2019). Il Piemonte flette del -22,7% con le province di Torino, Cuneo e Novara rispettivamente al -26,8%, -18,4% e -13%.

Uno sguardo alle regioni del Centro mostrano andamenti di poco inferiori al quadro sopra descritto e comunque in peggioramento rispetto a giugno: Umbria (-25,6%), Abruzzo (-28,8%), Marche (-22,6%). Peggiora il Molise con -32,3%. Nel resto d’Italia le regioni con il più forte recupero sono Valle d’Aosta con -19% e Basilicata con -14,6%.

Analisi per canali di vendita

Quanto ai canali di vendita, il mese di luglio conferma le macro-dinamiche di giugno: centri commerciali, outlet e highstreet delle grandi città intorno al -32%, meglio le aree periferiche delle grandi città e le città di provincia con -21%. Il travel continua a essere il canale più in sofferenza a -59%, anche se in ripresa rispetto al -69% registrato in giugno.

Ecco Smartflower, l’impianto fotovoltaico “girasole” di Iren

Da alcune settimane Iren ha installato presso la centrale termoelettrica di cogenerazione di Torino Nord (Strada del Pansa) un nuovo ed innovativo impianto fotovoltaico che richiama nella forma e nei movimenti l’idea di un girasole.

Si tratta dello Smartflower, un impianto fotovoltaico di ultima generazione che insegue il sole sia durante la giornata, da est a ovest, che durante le stagioni: in estate si dispone su un piano quasi orizzontale e in inverno su un piano quasi verticale.

In questo modo lo Smartflower può arrivare a produrre il 40% di energia in più rispetto ad un impianto fotovoltaico convenzionale di pari caratteristiche e posizionato su un tetto esposto a sud. L’impianto è dotato di celle fotovoltaiche monocristalline collocate sui suoi petali, per una potenza nominale di 2,3 kW e una produzione annua di energia di 4.500 kWh.
Lo Smartflower è governato da un orologio astronomico che gli permette di orientarsi in maniera ottimale anche in presenza di nuvole. L’elevata efficienza dell’impianto è anche conseguenza della circolazione dell’aria che raffredda meglio i petali fotovoltaici rispetto ai pannelli installati sui tetti o alle stringhe installate in un campo a terra. E’ dimostrato infatti che un modulo che lavora con temperatura inferiore di 10°C incrementa la sua produzione del 5%.
Non mancano altre funzioni smart molto interessanti: qualora la velocità del vento fosse troppo elevata, un anemometro fornisce il segnale all’impianto che autonomamente chiude i pannelli a forma di petalo e si ripone in posizione di sicurezza. Calata la spinta del vento, lo Smartflower riapre i pannelli e riprende a produrre energia rinnovabile. L’operazione di chiusura dei “petali” viene inoltre effettuata mensilmente nella notte, allo scopo di pulire automaticamente i pannelli grazie alle spazzole presenti sugli stessi e al movimento di rotazione di un “petalo” sull’altro. A testimonianza dell’impegno del Gruppo Iren per la sostenibilità ambientale, il progetto dello Smartflower è stato inserito nel piano di miglioramento ambientale per il triennio 2020-2022 della dichiarazione EMAS 2019.

E’ questione di competenza…

Ha scalato ogni classifica negli ultimi giorni: la competenza. Messa in prima piano nell’ultimo intervento di Mario Draghi, ha trovato subito eco nei commenti di molti e nei discorsi politici di entrambi gli schieramenti. Ma la competenza resta qualcosa di poco noto e comprensibile ai più.

Termine che proviene dal latino, dal verbo “competère”, indica l’idoneità a trattare, giudicare o risolvere le questioni: solitamente è molto usato in ambito giuridico-processuale, intendendosi l’autorità a emettere sentenze o a trattare un determinato caso; ma trova applicazione anche nella Pubblica Amministrazione, dove sta ad indicare il complesso delle attribuzioni di poteri e funzioni degli organi e delle persone giuridiche riconosciuti, ripartite per materia, per grado o per territorio; in questo ambito, si considera illegittimo un atto emesso da un organo incompetente, che è una delle cause tradizionali di invalidazione di un provvedimento; un’altra accezione del vocabolo riguarda la capacità, per cultura o esperienza, di parlare, discutere, esprimere opinioni/giudizi su un argomento di pubblico interesse; esiste poi la definizione internazionale inerente l’insieme delle “competence” linguistiche del parlante; e c’è anche il senso economico della competenza, ossia il “quanto spetta” per una prestazione (compenso/onorario), che in materia finanziaria sta a indicare le spese/entrate che appartengono a un dato periodo/esercizio, per cui ad esempio il bilancio dello stato di solito si redige con il criterio della competenza….

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È questione di competenza..

 

Voucher vacanze, che successo! Prorogato al 31 dicembre

Già venduti oltre 90mila pernottamenti, la ricaduta economica complessiva sul territorio sarà di 45 milioni di euro

L’assessorato al Turismo della Regione Piemonte ha prorogato fino alla fine del 2020 la possibilità di acquistare il voucher vacanze visto il grande successo ottenuto fino ad oggi.

L’iniziativa consente di trascorrere 3 notti in Piemonte pagandone solo una: le altre due sono offerte una dalla Regione Piemonte e l’altra dalla strutture ricettive.

Sono già oltre 16mila i voucher venduti attualmente che corrispondono, considerando come parametro quello della camera doppia, a oltre 30mila turisti, sviluppando così, grazie all’operazione 3×1, oltre 90mila pernottamenti.

Più della metà dei voucher venduti sono stati già utilizzati durante il periodo estivo dal 10 luglio, lancio dell’iniziativa, ad oggi.

L’operazione, gestita dai 14 consorzi piemontesi che hanno aderito al progetto inserito nel piano Riparti Turismo lanciato dalla Regione per sostenere il settore turistico dopo i mesi di lockdown, ha uno stanziamento complessivo di 5 milioni di euro di cui 2 già utilizzati per questa prima trance.

L’incentivo con questa formula – hanno spiegato il Presidente e l’Assessore al Turismo della Regione Piemonte – ha avuto una risposta e un consenso oltre le aspettative ed è per questa ragione che abbiamo deciso di estendere la possibilità di prenotare, che scadeva il 31 agosto, fino al 31 dicembre 2020. Abbiamo usato questa prima fase come test e visto il successo dell’iniziativa proseguiamo fino all’esaurimento dell’intero budget a disposizione.

Per utilizzare il voucher ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2021.

Il Caat alla Fiera del Peperone

Il Caat – Centro Agroalimentare di Torino partecipa al panel dedicato all’agricoltura durante la 71^ FIERA NAZIONALE DEL PEPERONE DI CARMAGNOLA condotto da Simona Riccio.

71esima edizione della Fiera nazionale del peperone

“EDIZIONE DIGITALE: L’AGRICOLTURA AL CENTRO”

“Innovazione e tradizione. Il CAAT al centro della filiera agroalimentare”

⦁ Lunedì 31 agosto ore 18.40-19.10 e ore 19.20-19.50

La tendenza di acquistare e consumare quotidianamente prodotti ortofrutticoli sempre più buoni, sani, garantiti e soprattutto di origine italiana, è una tendenza che si è confermata ancora di più in fase di lockdown.

La qualità dei prodotti ortofrutticoli che approdano nelle nostre tavole parte da lontano e risponde alla stessa eccellenza di quel variegato sistema rappresentato dalla filiera che coinvolge molti soggetti, a partire dai produttori, passando attraverso gli Operatori Grossisti dei Centri Agroalimentari che costituiscono un anello di congiunzione fondamentale tra produttori e consumatori. Anello che non si è mai fermato in fase di pandemia.

Il ruolo strategico dei mercati all’ingrosso e dei suoi Operatori, il loro rilievo nella filiera agroalimentare ed il loro essere garanti di sicurezza alimentare e trasparenza dei prezzi, sono stati equanimamente riconosciuti.

Il Caat – Centro Agroalimentare di Torino – è uno degli esempi italiani.

Nel panel “Edizione Digitale –  L’agricoltura al Centro”, Simona Riccio ne parlerà direttamente dal Caat, durante le normali attività lavorative, con Gianluca Cornelio Meglio – Direttore Generale del Centro e Stefano Cavaglià – Presidente dell’Associazione Piemontese dei Grossisti Ortofrutticoli (APGO-Fedagro Torino).

Vi farà vivere l’experience dall’interno andando a coinvolgere alcuni operatori che trattano in particolare il Peperone di Carmagnola.

Sarà trasmesso anche un video-messaggio inviato in esclusiva dall’Onorevole Salvatore De Meo – Membro del parlamento Europeo presso Parlamento Europeo – dedicato al panel dove andrà a sottolineare l’importante ruolo strategico dei mercati all’interno della filiera agroalimentare.

La conoscenza di un anello fondamentale del segmento distributivo, quale è il CAAT, non può che aumentare la consapevolezza dei consumatori finali sui plurimi fattori che concorrono a connotare l’intera filiera agroalimentare.

 

A Grugliasco inaugurato il nuovo Carrefour

Inaugurato il nuovo Ipermercato Carrefour di Grugliasco completamente rinnovato per assicurare ai clienti una migliore esperienza di acquisto, caratterizzata dalla qualità, dalla  presenza in assortimento di prodotti locali e da un’ampia gamma di servizi.

Per andare incontro alle esigenze dei consumatori e rendere la spesa ancora più intuitiva e veloce, è stata rivista la pianta dell’Ipermercato, portando l’intera superficie di vendita su un singolo piano, più facilmente accessibile. Sono, inoltre, introdotti alcuni servizi, come nuove casse automatiche e l’installazione di un sanificatore automatico per carrelli a ozono, a dimostrazione della grande attenzione che Carrefour presta a temi quali sicurezza e prevenzione. Un’ulteriore novità riguarda, infine, la possibilità di accesso degli animali domestici

Il punto vendita, sito in Via Crea 10 nel centro commerciale Le Gru, punta su un assortimento caratterizzato da grande attenzione ai prodotti locali, sia freschi sia confezionati, come ad esempio i tagli di carne piemontese nel banco macelleria, e al Bio, con un nuovo reparto che include numerose referenze, soprattutto frutta e verdura sfusa di qualità in tutte le stagioni. Inoltre, l’Ipermercato vede la presenza di un nuovo Bistrot,  che  offre un’ampia scelta di prodotti di caffetteria e cucina calda, oltre a pizza, snack salati e dolci, e una hamburgheria con carne 100% piemontese.

All’inaugurazione con taglio del nastro, avvenuta nella mattinata di oggi, ha partecipato l’Assessore al Commercio del Comune di Grugliasco Gabriella Borio. Previsti nel corso della giornata, garantendo la massima sicurezza e il distanziamento sociale, momenti di intrattenimento per i clienti, con trampolieri, spettacoli musicali che faranno da guida all’interno dei nuovi spazi dell’Ipermercato.

Per noi di Carrefour Italia, l’innovazione passa anche da nuove concezioni degli spazi di vendita che garantiscano ai nostri consumatori una migliore esperienza, sempre al passo con le loro preferenze. Grazie alla nuova organizzazione dell’Ipermercato di Grugliasco, i nuovi servizi e il focus sui prodotti locali che rappresentano un fiore all’occhiello del nostro assortimento, siamo certi che riusciremo a rispondere con efficacia alla necessità dei nostri clienti di una spesa facile e veloce, che allo stesso tempo sappia coniugare qualità e convenienza” sottolinea Michele De Luca, Direttore Ipermercato Grugliasco.

 

Torino, quando il bilancio è pop

Viene pubblicato sui canali ufficiali della Città il Popular Financial Reporting, o meglio ancora, il Bilancio POP, un documento che racconta con un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori il valore del gruppo consolidato della Città di Torino.

Il Bilancio POP descrive con semplicità: responsabilità, risultati e modo in cui i servizi pubblici sono stati realizzati nel corso del 2019 e identifica gli obiettivi che l’amministrazione intende raggiungere nel corso dell’anno.

Dall’Assessorato comunale al Bilancio evidenziano che il bilancio POP serve a spiegare in modo trasparente e accessibile come vengono reperite e utilizzate le risorse, che sono di tutti i cittadini e le cittadine, e quali sono gli obiettivi dell’amministrazione, rendendo più facile la partecipazione. Vuole essere, infatti, uno strumento godibile volto a interessare alla cosa pubblica tramite l’accessibilità delle informazioni.

Per la prima volta è disponibile, oltre alla versione online, anche un video che permette di ascoltare direttamente dagli assessori il risultato del loro operato.

Conclude il prof. Biancone, professore ordinario di Economia Aziendale del Dipartimento di Management dell’Università di Torino: “Quest’anno, l’adozione di indicatori di confronto de Il Sole 24 Ore rispetto agli altri capoluoghi di provincia italiani, insieme alle priorità individuate sui social media attraverso strumenti di Sensitive Analysis in collaborazione con il Nucleo Investigativo della Polizia Municipale, ci hanno permesso di rendere il documento attuale e i risultati confrontabili con le altre amministrazioni italiane”.

Tutta la popolazione è invitata a consultare il documento al link: http://www.comune.torino.it/bilancio/pop/2019/ suggerendo sulla pagina social dedicata al progetto https://www.facebook.com/Bilanciopop: priorità sui contenuti e preferenza di struttura utili a garantire, nella futura edizione, un maggior dialogo e una maggiore trasparenza tra l’amministrazione e il lettore.

Morti i genitori ma i figli mandano avanti l’azienda

Silco, l’azienda gestita dai figli dopo la tragica scomparsa dei genitori


Alberto, architetto, e Davide, psicoanalista: “Non abbiamo voluto farci da parte”

Il primo novembre 2018 Miriam e Beppe Rosso, titolari dell’azienda Silco a Rivalta di Torino, morivano a Lillianes, in Valle d’Aosta, nella loro auto investita da un albero caduto all’improvviso sulla strada per Gressoney.

È stato un evento drammatico che ha cambiato radicalmente le vite dei due figli, Alberto (46 anni, architetto) e Davide (48 anni, psicoanalista) che hanno dovuto decidere, ancora scossi dal dolore per la perdita dei genitori, come proseguire l’attività della Silco, un’azienda solida (2,5 milioni di euro di fatturato e 8 collaboratori), operante nel campo del trattamento superficiale dei metalli, con un’ottima clientela e una reputazione positiva conquistata negli anni grazie al lavoro quotidiano dei coniugi Rosso. «Siamo stati catapultati – dicono Alberto e Davide – nel complesso processo del passaggio generazionale di un’impresa, tra commercialisti, notai e tutta l’ordinaria amministrazione, senza che questo delicato percorso fosse stato minimamente pianificato».

La decisione di Alberto e Davide è stata quella di impegnarsi in prima persona nella gestione dell’azienda, comprimendo gli impegni delle rispettive professioni. «Non abbiamo voluto farci da parte – spiegano – non solo per rispetto ai nostri genitori ma soprattutto per salvaguardare il lavoro dei nostri collaboratori; esistono valori etici sui quali i nostri genitori hanno fondato il loro impegno». I fratelli, anche in virtù delle rispettive competenze, si sono ripartiti i compiti: Alberto maggiormente impegnato verso l’esterno a mantenere i rapporti commerciali, Davide più concentrato sull’organizzazione interna. In questo modo è stata salvaguardata l’operatività dell’azienda, senza alcuna interruzione, continuando a servire con puntualità la clientela.

«I momenti difficili – continuano Alberto e Davide – non sono mancati, viste anche le drammatiche conseguenze del COVID, e non mancheranno; abbiamo dovuto imparare in fretta, ma siamo stati aiutati dalla capacità dei nostri collaboratori, dall’ottima intesa con le case mandanti che rappresentiamo e soprattutto dall’ingresso in consiglio di amministrazione di nostro zio Giancarlo Cortassa, che forte della sua esperienza e capacità commerciale ci è di grande supporto nella nostra attività quotidiana».

Oggi, a quasi due anni dal tragico incidente di Lillianes, Silco continua a essere un punto di riferimento per il settore del trattamento metalli, dalla sabbiatura al lavaggio, con un catalogo di centinaia di prodotti, in vendita anche online sulla piattaforma di e-commerce. Un’azienda fondata da Miriam e Beppe Rosso negli anni Settanta e oggi condotta con la stessa passione e dedizione dai figli Alberto e Davide, con l’obiettivo di assicurarle un prospero futuro.

Stipendi: tra donna e uomo il divario continua

Si continua a registrare la differenza retributiva tra uomo e donna in Italia. Non solo in base alla stessa professione, ma anche a seconda delle città dove si esercita.

Le commesse guadagnano in media il 18,55% in meno rispetto ai colleghi uomini. Sono pagate meglio a Bologna e Firenze (+8%) e peggio a Napoli e Cagliari (-27%). In controtendenza le segretarie: +2,41%.

Si continua a registrare la differenza retributiva tra uomo e donna in Italia. Non solo in base alla stessa professione, ma anche a seconda delle città dove si esercita. È il risultato dei dati analizzati da AppLavoro.it , la piattaforma che mette in contatto domanda e offerta di lavoro puntando sulle recensioni di ex datori ed ex colleghi e sulle videopresentazioni.

 

Per i commessi / addetti alle vendite, si registra che le donne guadagnano in media il 18,55% in meno rispetto ai colleghi uomini. Per gli agenti di commercio si registra una differenza di – 29,12% a sfavore delle donne. Per gli impiegati amministrativi la differenza registrata è di 19,33% sempre a sfavore del gentil sesso. Gli agenti immobiliari donne guadagnano in meno il 21,17% rispetto agli uomini. Anche per quanto riguarda i cuochi / chef, alle donne viene riconosciuta una paga che in media è del 33,45% più bassa rispetto ai colleghi uomini.

Le infermiere vedono riconosciuta una paga che in media è del 20,21% più bassa rispetto a quelle degli uomini. L’unico dato in controtendenza, dove le donne ricevono in media una paga più alta rispetto agli uomini, si registra per i lavoro di segreteria: + 2,41%. Le ingegnere  guadagnano il – 3,86% rispetto ai colleghi, le operaie generiche il -8,73% rispetto agli uomini.

«Analizzando i dati inseriti dai nostri iscritti – spiega Marco Contemi, fondatore di Applavoro.it  – ci siamo accorti che in Italia è ancora troppo evidente il gender gap. Nonostante i contratti nazionali, esiste una sostanziale discriminazione tra lavoratori e lavoratrici. E addirittura tra chi esercita la stessa professione al Nord e al Sud. Politica e sindacati dovrebbero intervenire per colmare questi divari».

Sempre secondo i dati dichiarati dagli iscritti su AppLavoro.it, per quanto riguarda  le donne che lavorano come commessa / addetta alle vendite, si registra che nelle città di Bologna e Firenze le donne ricevono una retribuzione superiore rispetto ai colleghi uomini (+ 8%). La situazione invece si capovolge se analizziamo le commesse di Napoli e Palermo, dove  percepiscono un salario del 27% inferiore rispetto agli uomini.

 

Per le donne che lavorano nei call center, la situazione più favorevole al gentil sesso si registra a Roma e Cagliari, dove viene riconosciuto un + 4% rispetto ai maschi.  Mentre nelle città di Napoli e Bari la donna percepisce un compenso in media più basso del 42% rispetto ai colleghi maschi.

 

Per le donne che ricoprono ruoli di segreteria, la città migliore è Milano, dove si registra un + 21% rispetto alla paga riconosciuta agli uomini. Le città peggiori sono Palermo, Napoli e Bari, dove si riscontra un – 36% rispetto agli uomini.

 A Torino le  operaie generiche ricevono una paga media del 9% superiore rispetto agli uomini. Mentre a Roma la situazione si capovolge: – 20% rispetto agli uomini.
 Per le  cuoche / chef  le città più favorevoli sono Bologna e Torino (-7% rispetto agli uomini). Invece a Milano e Roma le donne percepiscono un salario del 25% inferiore rispetto agli uomini.

Per le donne che lavorano come cameriere nei bar e ristoranti, a Bologna si registra un salario medio del 9% maggiore rispetto agli uomini. Mentre a Bari e Palermo le donne percepiscono un salario del 30% inferiore rispetto agli uomini.

«Non si tratta solo di rispettare i contratti nazionali e di ridurre i costi del lavoro – conclude Contemi –. Per uscire da questa situazione gli imprenditori dovrebbero puntare prima di tutto alla meritocrazia. Soltanto in questo modo si premiano le lavoratrici e i lavoratori meritevoli. E si possono creare le basi per una migliore occupabilità sia dei giovani che delle donne.  Tutti insieme possiamo uscire da questa crisi provocata anche dalla pandemia, ma dobbiamo cambiare la cultura del lavoro».