ECONOMIA- Pagina 370

Fiumi marroni e cieli gialli. L’Italia che rifiuta il cambiamento

È stato sufficiente un solo giorno di riapertura delle gabbie per rendersi conto che tutte le promesse, tutti gli impegni, tutte le dichiarazioni erano pura e semplice spazzatura. Esattamente come quella riversata nel canale Agnena, vicino a Napoli…

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Fiumi marroni e cieli gialli. L’Italia di chi rifiuta il cambiamento

Come l’opinione dei tuoi clienti può farti crescere (o affondare)

*Giovedi 14/5 ore 11 webinar gratuito*

“Come l’opinione dei tuoi clienti può farti crescere (o affondare)”
9 casi studio da mettere subito in pratica.
Intervengono:
Antonella Moira Zabarino – Presidente Progesia, Docente presso il Dipartimento di Management e SAA
Gabriele Santoro – Professore Aggregato di Strategic Analysis presso l’Università di Torino
Modera:
Selene Giovannini – Customer Experience Manager
➡️ Link per iscriversi

Così è la fine

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni /A “Carta Bianca” ho ascoltato le opinioni di Oscar Farinetti e di Arrigo Cipriani, due nomi che rappresentano, in misura differente per tradizione e stile, la ristorazione italiana anche a livello internazionale.

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Malgrado le evidenti assurdità di norme caotiche e nello stesso tempo molto costrittive, Farinetti si è dichiarato ottimista e soddisfatto dell’ operato del governo, ignorando gli errori, anche quelli più marchiani, commessi  nella fase  fase 1  e nella fase 2.
La fedeltà politica perinde ac cadavere porta Farinetti ad accettare tutto, compresa la regolarizzazione di 650 mila immigrati, sottovalutando la crisi profonda e forse irreversibile delle nostre imprese turistiche e ricettive. Ha sostenuto senza distinguo che a maggior ragione oggi bisogna accogliere tutti, come se la pandemia non esistesse. Cipriani da uomo libero  ha parlato  senza peli sulla lingua e ha evidenziato   chiaramente l’ impossibilità da parte della stragrande maggioranza dei ristoratori di riaprire i loro locali ed è arrivato  addirittura a paventare  un’uscita dalla Ue della Germania così come ha fatto la Gran Bretagna. Da uomo abituato a ragionare in termini internazionali  ha collocato la crisi italiana nella dimensione esatta della sua gravità anche rispetto all’Europa. Farinetti è uomo che proviene dall’apparato politico e non si è mai discostato dall’ambito provinciale in cui è nato e cresciuto. Arrigo Cipriani è il moderno Marco Polo che ha portato la cucina e soprattutto l’ospitalità veneziana e italiana nel mondo e ragiona senza vincoli politici. Il fatto incontestabile è che i distanziamenti imposti a tutta Italia  senza discernimento impediranno ai locali di aprire o li costringeranno a fallire dopo aver riaperto. Così sarà la fine dice Cipriani, ricordando che dal ‘43 al ‘45 il suo Harry’s era diventato un bivacco del marò della X Mas repubblichina. Dopo l’occupazione fu possibile riprendere il lavoro e rinascere. Oggi questa ipotesi è molto dubbia e anche l’ex Sindaco di Venezia Massimo Cacciari si detto è d’accordo con Cipriani. Il povero Farinetti  con il suo ottimismo leibniziano  vedremo cosa saprà inventare per salvare Eataly.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com
(foto vvox.it)

Quando il macellaio è un amico

In tempo di crisi economica registriamo una valida iniziativa promossa dall’Associazione provinciale macellai di Torino e Ascom, con il supporto delle istituzioni locali e di alcune aziende 

A soli 5 euro 4 hamburger da un etto, due etti di prosciutto cotto, mezzo chilo di pasta, un barattolo di pelati, alle condizioni indicate nella locandina che vedete pubblicata.

“Il ruolo del macellaio – commenta il vicepresidente dell’associazione Pier Carlo Barberis – non è solo quello di commerciante. In particolare in questi momenti difficili la nostra professione diventa ancor di più servizio per il cliente”

 

Incentivi sui monopattini, la Regione: “Il Governo esclude tre milioni di piemontesi”

A oggi soltanto 6 comuni piemontesi su 1.181 potranno usufruire dell’incentivo di 500 euro previsto dal governo per l’acquisto di biciclette o mezzi di mobilità alternativi all’auto

Il provvedimento in discussione in queste ore prevede, afferma una nota della Regione, l’assegnazione dell’incentivo soltanto per i comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti che escluderebbe tre capoluoghi: Vercelli Verbania e Biella.

«L’intenzione del governo di promuovere la mobilità alternativa per evitare assembramenti sui mezzi pubblici – osserva l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – può essere lodevole, ma il criterio di assegnazione del bonus ai Comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti non ha senso, ed è il segnale di un Governo che ormai assume decisioni approssimative e superficiali creando cittadini di serie A e serie B, e che in questo caso tagliano fuori più di 3 milioni di piemontesi».

In regione soltanto Torino Alessandria Novara Asti Moncalieri e Cuneo hanno una popolazione sopra ai 50.000 abitanti.

Il turismo piemontese chiede aiuto alla Regione

Il settore turistico piemontese chiede un intervento di sostegno economico da parte della Regione Piemonte. A denunciarne lo stato di crisi, provocato dal Covid 19, è il CA.V.RE.P,  Comitato Agenti di Viaggi Regione Piemonte

Il turismo è certamente uno tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi economica provocata dall’emergenza Covid 19, con pesanti ricadute prima di tutto sulle agenzie di viaggio ed i tour operator, ma anche sulle compagnie aeree, le guide turistiche ( in seguito alla chiusura di musei e mostre), le strutture ricettive e le compagnie di bus.

A denunciare la forte criticità in cui si è venuto a trovare improvvisamente il settore, anche in Piemonte,  è stato  il CA.V.RE.P ( Comitato Agenti di Viaggi Regione Piemonte), che riunisce nel territorio regionale oltre un centinaio di agenzie di viaggio, sia piccole sia medio piccole realtà, che possono affiancare alla presenza del titolare quella anche di dipendenti. In totale in tutto il Piemonte queste realtà sono 1300.

“Le agenzie di viaggio – precisa Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P – sono state le prime ad essere colpite da questo tsunami, bruciando migliaia di euro, frutto del duro lavoro maturato nel corso del 2019 ed oggi trasformati in voucher, vale a dire strumenti che i clienti potranno utilizzare per una futura vacanza, ma che non potranno generare nuovi ricavi. A partire dalla fine di febbraio sono, infatti,  giunte le prime cancellazioni e le prime chusure da parte dei Paesi stranieri, primo tra tutti quello delle Mauritius, che ha avviato poi quella che sarebbe stata una vera e propria paralisi mondiale”.

“A distanza di sessanta giorni – prosegue Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P – non abbiamo ancora ricevuto alcuna certezza su quali saranno i Paesi che apriranno i loro confini al turismo. L’Italia, certamente, sarà l’ultimo al quale accorderanno l’ingresso per i turisti, con una conseguente ripresa del settore non prima del 2021. Nel medesimo tempo le aziende devono cercare di rimanere aperte, pagare i costi previsti, ma con la prospettiva di zero incassi. Le agenzie di viaggio sono, inoltre, chiuse da due mesi e non sanno quando potranno riprendere la loro attività e ricominciare ad incassare.  Per questa ragione è fondamentale richiedere aiuti concreti ed immediati, con finanziamenti a fondo perduto, blocco delle tasse e cancellazione di tutti i tributi fino a fine del 2020, oltre alla promozione di campagne pubblicitarie di rilancio del settore turistico italiano, che è stato eccessivamente bypassato dalle potenti holding straniere, che vendono servizi sulle loro piattaforme online, portando i loro ricavi all’estero e non producendo, però, posti di lavoro nel nostro Paese”.

“La Regione Piemonte  – conclude  Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P  – ha previsto aiuti consistenti in finanziamenti a fondo perduto per svariate categorie professionali ed artigianali che sono state colpite dalla crisi prodotta dall’emergenza Covid 19, tra cui ristoranti, bar, parrucchieri, centri estetici, solarium, sale da ballo, disoteche, ma non sono ancora stati previsti, al momento, aiuti a favore delle agenzie di viaggio”.

Uno spiraglio potrebbe, però, aprirsi in seguito al disegno di legge denominato “Riparti Piemonte”, approvato il 4 maggio scorso dalla Regione Piemonte, che mette in campo 808 milioni di euro per favorire la ripartenza dell’economia e della società con stanziamenti, molti dei quali a fondo perduto, per aziende, famiglie e lavoratori piemontesi.

Per il settore del turismo è previsto lo stanziamento di 34,1 milioni di euro, di cui 22,7 riservati all’offerta ricettiva e turistica per la ripresa post Covid in tutta la filiera, venendo ad interessare anche le professioni del turismo e le agenzie di viaggio; 9,4 milioni di euro verranno stanziati a favore della commercializzazione ( voucher, eventi e prodotti) e 2 milioni di euro per le campagne di comunicazione a favore del settore turistico regionale.

Mara Martellotta

Boc antivirus. Perchè no?

La grave crisi economica e finanziaria provocata dal Coronavirus è rapidamente passata dalle corsie degli ospedali alle sale operative delle banche e delle Borse mondiali, imponendo di trovare soluzioni per far ripartire l’economia.

Il governo e l’Europa hanno stanziato enormi risorse finanziarie per ridare ossigeno ad imprese e famiglie, ma tutti i progetti elaborati sono basati su un utilizzo esclusivo dell’arma del debito e, quindi, non fanno che rinviare di mesi o anni il “momento della verità”, cioè il giorno in cui i debiti accesi dovranno essere restituiti.

Giusto concedere fidi alle imprese garantite dallo Stato, giusto sospendere le rate dei mutui, giusto rinviare le scadenze delle bollette delle utenze, … e poi?

E poi bisognerà trovarli questi benedetti soldi, per restituirli a chi ce li ha prestati!

A livello nazionale ho già proposto su questo giornale di emettere un BTP “Tricolore” senza scadenza, un titolo di pura rendita che assicuri il pagamento in perpetuo delle cedole senza obbligo di restituire il capitale; ma sembra di parlare ai sordi. Un BTP del genere potrebbe raccogliere, in più emissioni, qualche centinaio di miliardi riducendo il debito e migliorando quindi il famigerato rapporto debito/PIL!

Propongo ora un altro strumento (anch’esso non è, come il precedente, una novità assoluta, ma sarebbe bene “risuscitarlo” perché è stato dimenticato da anni) che ha grande valore a livello ..

Mi riferisco ai BOC, i Buoni ordinari comunali, previsti dalla legge 23/12/94 n.724 (art. 35), per finanziare specifici investimenti d’interesse collettivo. Titoli che, a differenza dei BTP, non possono assolutamente coprire esigenze di spesa ordinarie (pagamento di stipendi o pagamento di interessi su prestiti precedenti), ma solo esigenze di spese pluriennali per investimenti in opere pubbliche (una scuola, una piscina, una rete ferroviaria locale, ecc.).

I BOC devono avere una vita minima di 5 anni e (fatto molto importante ai fini dell’equilibrio delle finanze comunali) possono prevedere la convertibilità in azioni di società possedute dagli enti locali emittenti. Il rendimento dei titoli può essere superiore di un punto rispetto a quello dei titoli di Stato (per compensare il maggior rischio implicito), e le cedole pagate scontano l’imposta agevolata del 12,50% (rispetto al 26% “ordinario”). Per facilitare la liquidità dei titoli è prevista la loro quotazione in Borsa.

Vediamo gli aspetti positivi dello strumento che attualmente giace dimenticato nei cassetti delle amministrazioni locali.

Un primo vantaggio è quello della possibilità di prevedere la convertibilità dei titoli in azioni della società che gestisce l’opera pubblica. Ad esempio, nel caso di un BOC per costruire un collegamento ferroviario o un impianto sciistico, l’obbligazionista, alla scadenza del prestito, potrà chiedere di diventare socio della S.p.A. Per invogliare la conversione (e quindi ridurre l’ammontare dell’esborso finale alla scadenza del BOC) si possono predisporre agevolazioni particolari che invoglino alla conversione i risparmiatori-cittadini (ad esempio abbonamento gratuito per i soci per lo sfruttamento dell’infrastruttura, deduzione fiscale del controvalore dell’acquisto delle azioni, ecc.).

Un altro vantaggio è la sollecitazione di un “senso civico” fra i residenti di un Comune, chiamati a creare la “loro” opera con i loro risparmi, facendo circolare il capitale all’interno del Comune.

Un ulteriore vantaggio è la realizzazione di una “indipendenza finanziaria” del Comune, che non deve elemosinare i fondi agli Enti territoriali superiori (Regione o Stato), ma può dotarsi di opere importanti per la collettività, facendo leva sul “patriottismo” dei cittadini.

Per i potenziali sottoscrittori i vantaggi sono di tipo reddituale (incasso di cedole superiori a quelle pagate dei titoli di Stato), di tipo fiscale (imposta sul reddito ad aliquota agevolata), di tipo sociale (beneficio di opere e servizi utili).

Vogliamo aggiungere una “chicca”?

Consentiamo ai possessori dei BOC di pagare le imposte locali consegnando i titoli al Comune! Il debito locale si trasformerebbe in capitale, tutti sarebbero felici e contenti, compresi i tanti “evasori fiscali in pectore” che pagherebbero sì le imposte, ma beneficiando nel frattempo di interessi e decidendo quando e per quale importo avvalersi della facoltà.

Volete approfondire l’argomento?

Leggete il mio ultimo libro RICOSTRUIRE LA FINANZA, in cui illustro con molti particolari non solo i BOC ma anche molti altri strumenti utili per uscire dalla crisi economica che ci sta strangolando; potete chiederla al 3356912075 o via mail a demarketing2008@libero.it

 

Gianluigi De Marchi

 

Agis incontra il ministro Franceschini

Si è svolto questa mattina un incontro tra il Ministro Franceschini, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Bonaccini e Gibelli, dell’Anci, De Caro e Nardella ed il Presidente dell’Agis, Carlo Fontana, di Federvivo, Filippo Fonsatti e dell’Anfols, Francesco Giambrone.

Al centro della discussione le possibili riaperture del settore dello spettacolo dal Vivo, anche alla luce di alcune indiscrezioni che hanno indicato come possibile la ripresa dalla prima settimana di giugno, rispettando le misure di sicurezza per ridurre il rischio di diffusione del Covid-19.

L’Agis, ha presentato una memoria  nella quale viene espresso apprezzamento per una possibile ripresa, segnalando alcune specificità, insieme a possibili criticità. Ha ricordato, innanzitutto, come prima ancora di rendere possibili le riaperture al pubblico delle attività, sia prioritario poter consentire la riattivazione Dei servizi generali e tecnici dei teatri ed immediatamente dopo garantire l’attività produttiva – prove, allestimento, classi di danza – necessaria all’esecuzione. Rimandando a quanto scritto nel documento “Lo Spettacolo in Italia nella Fase 2 – Proposte per la ripartenza delle attività e per la riapertura al pubblico”, presentato alla stampa lo scorso 29 aprile, si conferma quindi l’esigenza di un dettagliato cronoprogramma di riaperture, con una priorità in favore delle attività con il pubblico per gli spettacoli outdoor. Il documento Agis segnala, inoltre, come la paventata limitazione a 200 persone per le attività indoor, (che, tra l’altro non sembra tener conto delle diverse cubature e caratteristiche strutturali delle differenti realtà) sia di complessa realizzazione, oltre che non sostenibile sotto il profilo economico. Basti pensare alle Fondazioni Lirico Sinfoniche che raggiungerebbero tale soglia anche solo con orchestra, coro e tecnici impegnati nell’attività. Infine, l’uso dalla mascherina anche per i musicisti, gli attori e i cantanti, appare di difficile applicazione. I  rappresentanti della Conferenza delle Regioni, unitamente ai rappresentanti dell’ANCI, hanno espresso condivisione rispetto al documento elaborato dall’AGIS. Al termine dell’incontro, il Ministro Franceschini, condividendo le riflessioni poste, ha sollecitato l’AGIS ad esprimere il parere ed a fornire indicazioni sulle prescrizioni inserite nel verbale del Comitato tecnico scientifico non appena sarà trasmesso, al fine di riprendere le attività il prima possibile, ma in sicurezza per lavoratori e spettatori.

Un aiuto ai comuni per l’edilizia pubblica, le strade e la manutenzione del territorio

Sono 14 i milioni di contributo a favore dei Comuni per la manutenzione del territorio e per la messa in sicurezza delle opere pubbliche in tutto il territorio regionale. Lo stanziamento, che è stato approvato dalla Giunta della Regione Piemonte, fa parte del piano “Riparti Piemonte”, il disegno di legge regionale che mette in campo oltre 800 milioni per favorire la ripresa dell’economia e della società nell’emergenza Covid-19.

 

«Il contributo – spiega l’Assessore regionale alle Opere Pubbliche Marco Gabusi – verrà concesso ai Comuni attraverso un bando, che prevede due sezioni: una per gli interventi fino a 100 mila euro e uno tra 100 e 200 mila euro. Abbiamo sfruttato la possibilità data legge regionale 18/84 di cofinanziamento dei lavori pubblici dei Comuni fino all’80% e, nell’ambito delle linee di sburocratizzazione del Riparti Piemonte, abbiamo accelerato il più possibile l’iter previsto. Inoltre, abbiamo voluto legare a questa delibera la ripresa del comparto edile locale: per poter accedere al finanziamento i Comuni dovranno affidare i lavori ad imprese aventi sede legale e operativa nel territorio piemontese».

 

È stata posta attenzione anche alla semplificazione delle procedure. Per consentire un’erogazione più rapida, fino a fine anno, per la liquidazione e il pagamento del contributo sarà infatti sufficiente l’autocertificazione dei lavori della stazione appaltante rispetto alle condizioni richieste per la quota corrispondente, con esclusione della quota finale. I Comuni hanno inoltre la possibilità di ricavare dalle economie dei ribassi d’asta quanto necessario per far fronte alle spese connesse all’adozione delle misure di sicurezza per il contenimento del contagio da Covid-19.

I lavori finanziabili riguardano quattro ambiti principali. Il primo, la viabilità comunale, include: lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione e nuova costruzione di strade comunali o intercomunali, ponti, guadi, marciapiedi e parcheggi. Segue l’edilizia municipale con: lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, adeguamento, ampliamento e nuova costruzione del luogo dove si svolgono le attività istituzionali del comune. E ancora, l’edilizia cimiteriale con lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, ampliamento e nuova costruzione dei cimiteri. Ed infine, l’illuminazione pubblica, che prevede: lavori di adeguamento, rinnovo, ampliamento e nuova costruzione degli impianti.

Crollo delle iscrizioni nel comparto del turismo linguistico

A rischio quasi mille posti di lavoro / L’emergenza sanitaria da Covid 19 sta già mostrando i primi, ma certamente preoccupanti segnali di criticità economica, provocati in svariati comparti produttivi in Italia, Piemonte compreso, tra cui quello del turismo linguistico. Fino ai tempi antecedenti lo scoppio dell’epidemia, questo settore risultava, invece, florido ed in crescita. A dare l’allarme è l’ASILS, l’Associazione delle Scuole d’Italiano come Lingua Seconda, che rappresenta il settore privato delle scuole di italiano per stranieri in Italia.

Le 43 scuole aderenti all’associazione hanno registrato in tutta Italia un crollo del 99% delle iscrizioni a causa della pandemia. Nonostante tutte si siano convertite immediatamente alla didattica online, per non arrecare un disservizio agli studenti già iscritti, tutti gli istituti hanno dovuto gestire un enorme flusso di cancellazioni e rimborsi. Si tratta di perdite che la sola didattica a distanza non può colmare, perché il COVID-19 ha minato alle basi gli stessi presupposi del turismo linguistico, vale a dire la mobilità delle persone e la loro possibilità di riunirsi in gruppo.

“Le preoccupazioni per la ripresa del nostro settore – dichiara il Presidente Wolfango Poggi – sono molteplici. Prima fra tutte l’inizio della fase 2. Pur essendo le nostre strutture classificate come scuole, infatti, la nostra situazione risulta più affine a quella degli operatori turistici, con l’aggravante che non potremo beneficiare del turismo di prossimità. Qualora potessimo, infatti, aprire a settembre, seguendo l’esempio della scuola pubblica, permamgono molti dubbi sulla nostra operatività. Gli studenti si iscrivono nei nostri centri per imparare la lingua, ma soprattutto per sperimentare il vivere all’italiana; oltre alle lezioni, vogliono spesso vivere in famiglia, partecipare ad attività ricreative, socializzare, visitare musei e andare al ristorante. Tutte le restrizioni inerenti al distanziamento sociale renderanno molto difficile lo svolgimento di queste attività. La stessa riduzione del numero dei partecipanti, al fine di mantenere le distanze di sicurezza in classe, potrebbe rendere insostenibile i costi di gestione dei nostri corsi. A rendere tutto ciò più allarmante si aggiungono la chiusura delle frontiere, la diminuzione dei voli low cost, il fallimento di numerose compagnie aeree, l’obbligo di quarantena all’ingresso in Italia e al rientro nel proprio Paese, oltre alla difficoltà di garantire la sicurezza degli alloggi durante il soggiorno degli studenti. C’è anche il rischio che, per ricadute epidemiche, in seguito a diverse modalità di contenimento del COVID-19, nei vari Paesi esteri, e per conseguenti psicosi da contagio, per lungo tempo gli studenti, desiderosi di apprendere la lingua italiana, non vengano proprio in Italia. Le conseguenze economiche saranno gravissime, in quanto non è prevista una ripresa a pieno ritmo prima della primavera-estate 2021”.

Le scuole ASILS, che non beneficiano di alcuna sovvenzione pubblica, ospitano ogni anno oltre 27.000 studenti, per un numero di 118.843 settimane di soggiorno in Italia, pari a 831.901 pernottamenti, sviluppando un fatturato di oltre 50 milioni di euro e un indotto presunto di circa 51 milioni di euro.

“Il comparto del turismo linguistico è davvero al collasso – spiega il presidente Poggi – e, se ci soffermiamo alle sole scuole ASILS, risultano a rischio quasi mille posti di lavoro. Il fenomeno risulta molto più esteso nel caso in cui si tengano in considerazione anche gli istituti non aderenti all’associazione, le Università americane e le Università per Stranieri. Per sopravvivere il nostro settore avrebbe bisogno dell’estensione degli ammortizzatori sociali, almeno fino a fine anno, e di un forte sostegno economico per la ripartenza e la promozione del nostro Paese all’estero. Sarebbe anche opportuno un intervento sulla spinosa questione degli affitti; i locali delle scuole non appartengono, infatti, alla categoria C1 e pertanto gli istituti, al momento, non hanno potuto beneficiare né del credito d’imposta né di una riduzione dei canoni d’affitto”.

Mara Martellotta