ECONOMIA- Pagina 360

Lotta all’Agropirateria e made in Italy a “Parlaconme”

Gli chef, quali ambasciatori del made in Italy, e la lotta all’Agropirateria sono stati i due temi centrali della trasmissione PARLACONME del 21 gennaio scorso su Radiovidanetwork, condotta da Simona Riccio

 

Sono stati gli chef quali ambasciatori del made in Italy e la lotta all’Agropirateria i temi principali al centro della trasmissione PARLACONME, in onda su Radiovidanetwork giovedì 21 ottobre scorso, condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio.

Ospiti della puntata sono stati Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde; Raffaele Trovato, fondatore e Direttore Generale presso l’Associazione IFSE Culinary Institute, Centro di formazione di eccellenza di alta cucina (con sede nello storico castello di Piobesi Torinese), e Gianluca Cornelio Meglio, Direttore generale del CAAT (Centro Agroalimentare di Torino).
“Mi pare fondamentale osservare – ha affermato Alfonso Pecoraro Scanio – che dietro la cucina ci sia sempre il prodotto alimentare che si configura, in Italia, quale materia prima di eccellenza. In occasione, per esempio, della recente Festa di Sant’Antonio Abate, protettore a Napoli degli animali, ma anche dei mestieri legati al fuoco, è stata celebrata la festa dei pizzaioli, ormai divenuto un appuntamento riconosciuto quale patrimonio dell’Unesco, dal gennaio 2018. L’Italia è, inoltre, un Paese che sicuramente può vantare un’agricoltura non solo di eccellenza, ma anche contraddistinta dalla biodiversità, grazie a un territorio geograficamente con queste stesse caratteristiche”.

“L’Associazione “I cuochi della Mole” – spiega Raffaele Trovato che ne è Presidente – è da due anni attiva nel campo della promozione e salvaguardia della cultura gastronomica. Attraverso poi l’IFSE (Italian Food Style Education) nata 12 anni fa, di cui sono stato fondatore, promuoviamo la formazione professionale di cuochi che provengono da tutti i Paesi del mondo, e che imparano ad apprezzare la cucina mediterranea, di cui scoprono i segreti, utilizzando tecnologie che sono esclusivamente italiane, come le materie prime base della preparazione dei piatti. Sono proprio gli chef, oggi più che mai, a essere chiamati a incarnare il ruolo di ambasciatori della italianità dei prodotti alimentari nel mondo, in primo luogo gli quelli italiani che vivono all’estero ma, non da ultimo, anche quelli che operano in Italia e che, in passato, anche se spesso chef stellati, facevano uso nella loro carta, di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero. Questo fatto può assolutamente disorientare il turista straniero che in Italia viene a conoscere e gustare la cucina italiana e dimostra l’importanza degli sforzi che compiamo nel tutelare la filiera agroalimentare italiana”.

“Il CAAT – spiega il suo direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – è da sempre impegnato nella promozione del territorio e della biodiversità. Oggi più che mai il CAAT, come gli altri Centri agroalimentari d’Italia, sono impegnati nella tutela del made in Italy nel campo della filiera agroalimentare e riescono a ottenere risultati in questo ruolo, essendo un importante anello di congiunzione tra i produttori e i consumatori finali, attraverso un passaggio intermedio fondamentale, rappresentato dai grossisti. Oggi i centri agroalimentari devono collocarsi all’interno di una filiera che risulta profondamente cambiata rispetto al passato, quando esistevano semplicemente i “mercati generali” o anche solo rispetto ai primi anni in cui sono nati. Oggi sono dei veri e propri hub in grado non soltanto di accogliere le merci provenienti dai produttori e le successive contrattazioni con i grossisti ( che riguardano un quantitativo di 600 mila tonnellate annue per un importo di circa 600 milioni di euro annui), ma in grado anche garantire tutta una serie di servizi agli operatori presenti all’interno del centro”.

“Il CAAT – precisa il suo Direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – per questa ragione sta promuovendo un progetto di digitalizzazione, capace di affiancare ad un mercato di contrattazioni reali anche quello virtuale online, e che veda protagonisti per primi grossisti, spesso a loro volta eredi di attività tramandate da generazioni. Il nostro Centro Agroalimentare rivolge inoltre una particolare attenzione, da sempre e soprattutto in tempi delicati come questi di pandemia, alla lotta all’Agropirateria, onde evitare di alimentare gli appetiti da parte di organizzazioni che operano nell’illegalità e che potrebbero cercare di inserirsi all’interno della filiera del CAAT. Per questo operiamo in sinergia e con l’ausilio costante delle autorità preposte nella lotta all’Agropirateria”.
“Il CAAT – conclude il Direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – da sempre impegnato nella verifica della qualità dei prodotti della filiera agroalimentare alimentare, ha firmato recentemente un accordo di partnership con l’IFSE ( Italian Culinary Institute), fondato e diretto da Raffaele Trovato, per la promozione della cultura del territorio e della biodiversità. Il CAAT, d’altronde, non è un centro agroalimentare rivolto soltanto a destinatari italiani, ma, attraverso i suoi grossisti, capaci di trasferire i prodotti agroalimentari italiani di eccellenza anche all’estero, si è aperto al mondo, conquistando destinazioni lontane, quali Singapore”.

Mara Martellotta

Costanzo (M5S): “Tavolo Cnh al Mise”

 “MONITORARE TRATTATIVA CON CINESI DI FAW, NON POSSIAMO PERMETTERCI SILENZIO DELLA REGIONE”
Dopo il question-time con il ministro Patuanelli, si è svolto anche il tavolo Cnh Industrial al Mise, in videoconferenza e con la partecipazione delle regioni coinvolte, dell’azienda e delle organizzazioni sindacali. “Ciò che può riassumere l’intento dell’incontro è il “monitoraggio” sul rispetto dell’accordo sottoscritto tra proprietà e parti sociali del 10 marzo 2020. Credo che il punto  – fa notare la deputata Jessica Costanzo,(M5S) – sia anche la necessità di monitorare l’andamento della trattativa tra Cnh Industrial e la cinese Faw. Nonostante le rassicurazioni, restano infatti diverse perplessità circa l’operazione di acquisto da parte della società cinese che, tuttora, non sono state rimosse; il governo in tal senso potrebbe scendere in campo con diversi strumenti per evitare che l’operazione diventi una delle tante azioni predatorie già fin troppo note. Nonostante le rassicurazioni e i timidi segnali positivi non abbassiamo la guardia in quanto in Piemonte CNH gioca una partita troppo importante e per la quale non possiamo certo permetterci il religioso silenzio dispensato dall’assessore piemontese Chiorino” conclude Costanzo.

Online l’Annuario Statistico Regionale

 È disponibile on-line la quarta edizione dell’Annuario statistico regionale 2020 “I numeri del Piemonte”.

La pubblicazione, che raccoglie le principali statistiche ambientali e socio-economiche a livello regionale e provinciale, è disponibile sul sito della Regione Piemonte.

L’obiettivo è quello di restituire un quadro sintetico, aggiornato e facilmente fruibile tramite centinaia di elaborazioni organizzate in 17 sezioni tematiche. I temi analizzati spaziano dal territorio, all’ambiente, alla demografia, alla salute e stili di vita, fino alla sicurezza, istruzione e cultura, dallo sport, al turismo, al lavoro ed economia, per arrivare alla ricerca e innovazione, al mercato immobiliare e a trasporti e telecomunicazioni. “Si tratta di uno strumento utile e un compendio quanto mai necessario – commenta l’Assessore al Bilancio Andrea Tronzano – e che permette di tracciare analisi e prospetti importanti anche per programmare gli scenari futuri che riguardano la nostra Regione”.

La sezione dedicata agli indicatori di misura del Benessere Equo e Sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite per il 2030 rappresenta una realtà consolidata dell’Annuario.  L’utilizzo congiunto di indicatori BES e SDGs permette di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale. Il sistema di questi indicatori è multidimensionale e dinamico per tener conto dell’evoluzione del contesto sociale ed economico e della disponibilità di nuove informazioni statistiche.

L’Annuario – continua l’Assessore Tronzano – è una realizzazione dell’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e della Sede di Torino dell’Istat, Ufficio territoriale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria”. I ”Numeri del Piemonte” sono una base di lavoro per università ed enti di ricerca scientifica, cittadini e studenti con finalità sia divulgative che scientifiche. Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati che sono liberamente scaricabili. In una logica di dematerializzazione, economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione su carta.

Fauna selvatica, in Regione il punto sui danni

Ieri si sono tenuti due incontri in videoconferenza tra Regione Piemonte, rappresentata dall’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, e con la presenza in mattinata del presidente regionale Alberto Cirio, per fare il punto sulla situazione dei danni causati all’agricoltura da parte della fauna selvatica, sulla gestione dei rimborsi e delle perizie, sui trasferimenti ai Comprensori alpini piemontesi e agli ATC, Ambiti territoriali di caccia, dei fondi per la copertura dei danni.


Nel 2020 sono oltre 5000 le segnalazioni di danni causati all’agricoltura da fauna selvatica pervenute alle Regione Piemonte, registrando un incremento dei danni rispetto al 2019.

“L’incontro convocato dalla Regione Piemonte è stato un momento importante di confronto,  probabilmente non abituale, dove tutti i presidenti degli Atc e Ca hanno esposto le proprie situazioni e hanno condiviso varie problematiche. – sottolineato l’assessore regionale Protopapa – Nella riunione è stato affrontato il problema della mancanza di guardie venatorie nella gestione della fauna selvatica durante questo periodo emergenziale. In particolare è stato affrontato il tema della particolare presenza dei cinghiali sul nostro territorio e della necessità di contenimento, sia per i danni che causano alle colture sia perché rappresentano un problema grave di sicurezza stradale per i cittadini”.

L’incontro è stato anche occasione per presentare da parte dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, la prima bozza del regolamento di disciplina dei contributi per i danni da fauna e le linee guida della gestione del cinghiale, elaborate in seguito al lavoro congiunto con il gruppo di lavoro dei tecnici di ATC e CA.

Un “laboratorio” green per la Torino-Lione

In abbinamento ai cantieri per costruire l’infrastruttura della rete TEN-T, nella Torino-Lione c’è una sorta di laboratorio dedicato ai temi dell’ambiente e della sostenibilità

E’ diretto da Telt, il promotore pubblico incaricato di costruire e gestire la nuova linea  ferroviaria.

L’attività si avvale di partnership con atenei e istituti di ricerca d’eccellenza, ispirandosi ai  principi del Global Compact, dei Sustainable Development Goals dell’agenda UE 2030 e del Green Deal europeo.

Nell’ambito di Telt è stata creata una nuova direzione, Sviluppo Sostenibile e Sicurezza, che collabora con Arpa Piemonte e con diverse università italiane.

Ricomporre per innovare, al via il web tour

 È ufficialmente iniziato il web tour di CGM “Ricomporre per Innovare”, un momento di ascolto e di confronto con i territori che fanno parte della più grande rete cooperativa italiana per tracciare le linee strategiche di sviluppo futuro e costruire il piano d’impresa dei prossimi cinque anni. Dopo la Lombardia che ha inaugurato il tour è stata la volta della Valle d’Aosta, della Liguria e del Piemonte, regioni in cui la rete CGM è presente complessivamente con 58 cooperative e 6 consorzi.

La pandemia ha dimostrato il ruolo fondamentale della cooperazione e delle imprese sociali che hanno saputo garantire con competenza e perseveranza servizi alla comunità e presidi di prossimità aprendosi alla transizione digitale per sperimentare nuovi approcci e opportunità. Ed è proprio partendo dall’ascolto delle imprese, dei nodi territoriali della rete e dei loro bisogni, che CGM sta orientando il proprio piano industriale che sarà presentato nel mese di febbraio e che punterà su alcuni asset strategici come la rigenerazione delle infrastrutture sociali, la trasformazione tech del welfare, la creazione di lavoro e il rafforzamento di filiere sostenibili.

In Piemonte CGM è presente sul territorio con 31 cooperative e 4 consorzi distribuiti nelle province di Torino, Biella, Asti. La pandemia ha messo a dura prova le cooperative piemontesi che si trovano a fare i conti con le ricadute economiche generate dall’emergenza sanitaria e la loro natura di voler essere agenti di sviluppo del territorio. Per le cooperative del territorio piemontese il prossimo futuro rappresenta una sfida da dover cogliere grazie alle risorse messe in campo da Next Generation e dalla progettazione europea. La pandemia ha reso evidente la necessità di puntare sul decentramento e la rigenerazione delle aree interne: l’ambiente montano, la collina e le aree non urbanizzate sono diventate appetibili e indispensabili, ma lo è anche la necessità di pensare filiere imprenditoriali tridimensionali capaci di lavorare in rete. La rigenerazione è una grande sfida per il futuro e non deve essere solo urbana, ma anche sociale e culturale. Secondo le cooperative del territorio torinese invece, la pandemia ha imposto un’accelerazione che rende necessaria un’azione di lobby e posizionamento anche a livello nazionale per accedere ai fondi e capace di creare opportunità reali e di protagonismo per l’impresa sociale. Ma è importante anche ritornare alla rete attraverso il confronto e la condivisione di buone prassi capaci di avviare una fase trasformativa. Anche il tema del lavoro, del senior housing e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche sono elementi centrali ed emblematici per avviare un vero percorso di trasformazione.

Meritocrazia Italia: “La moda sia strategica per il Governo”

Anche in Piemonte a causa della pandemia il settore della moda ha avuto una evidente flessione, strettamente legataalla crisi in ed alle interruzioni, più o meno prolungate, dellattività di vendita al dettaglio, dei commercianti di abbigliamento ed accessori.

Meritocrazia Italia ha analizzato il problema a livello nazionali, proponendo alcune soluzioni.

Con un fatturato che supera gli 80 miliardi di euro e con quasi 500mila addetti, la filiera della moda rappresenta l’8,5% del turnover e il 12,5% dell’occupazione dell’industria manifatturiera in Italia.

A fronte della crisi economica e sociale ancora in corso, il settore ha mostrato una resilienza resa possibile dal sempre più marcato posizionamento della produzione su segmenti di alta qualità e artigianalità, che consentono alle aziende italiane di posizionarsi nella nicchia di mercato luxury. La dimensione delle imprese impegnate è di gran lunga inferiore rispetto alla media europea, ma proprio questa caratteristica, bilanciata dalla capacità di fare rete e da quella, pure elevata, di innovazione e trasformazione, ha permesso, nel tempo, di acquisire flessibilità e un alto grado di specializzazione.

Tanto che oggi le imprese italiane della moda sono fortemente competitive a livello internazionale e riscuotono notevole apprezzamento sul mercato europeo ed extraeuropeo. Il sistema di subfornitura (service di prodotti lavorati e/o semilavorati) fornisce il 60% della moda di qualità nel mondo e l’industria tessile italiana raggiunge il 77,8% del totale delle esportazioni europee.

Il dato è confortante, ma è vero anche che tutta la filiera della moda, dalla raccolta delle materie prime alconfezionamento del prodotto finale, è stata tra le più esposte agli effetti della crisi pandemica.

Soltanto nel mese di aprile 2020, il crollo è stato dell’81% su base annua a causa del mancato ritiro da parte dei venditori delle collezioni primavera/estate, a sua volta dovuto alla contrazione delle vendite al dettaglio, quasi totale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un minimo giro daffari è stato consentito soltanto dalle vendite online.

Ma il fatturato complessivo, nel corso del 2020, si ècomunque ridotto del 26,9% in uno scenario base e del 34,8% grave.

Anche il tasso di disoccupazione ha oscillato tra il 30,4% e il 38,3%, rispettivamente in un’ipotesi di scenario base ed estremo.

In prospettiva e senza interventi tempestivi a risanamento, nel lungo periodo, gli effetti saranno i) una profonda contrazione dei consumi, specie per beni di non primaria importanza, per via della riduzione del reddito disponibile, ii) un cambiamento nelle catene internazionali di distribuzione e di valore, che tenderanno a riportarsi a una dimensione regionale o nazionale, piuttosto che globale; iii)una progressiva digitalizzazione del settore, con probabile pregiudizio per negozi di prossimità e grave rischio occupazionale.

Consapevole dellimportanza di definire nuove linee di programmazione in grado di assicurare valore nel lungotermine e innovazione nei modelli di business, Meritocrazia Italia reputa fondamentale:

prevedere incentivi fiscali e definire diverse formulazioni di crediti di imposta, con un minimo non inferiore al 50%, su tutto linvenduto di magazzino dellanno 2020 e con possibilità di rivalutazione e successiva patrimonializzazione dei beni immateriali (Marchi e Brevetti di fabbrica) fino ad un tetto massimo di 1 milione (previa perizia estimativa a titolo gratuito);

identificare nuove aree produttive e distributive mediantela previsione di unArea Economica Speciale nella qualele imprese interessate possano accedere a sistemi di defiscalizzazione del costo del personale, con esenzione,per almeno cinque anni, dalle imposte sulla produttività aziendale e sugli investimenti strumentali;

incentivare gli investimenti delle imprese italiane con sede legale soltanto in Italia, attraverso finanziamenti a fondo perduto fino all’80% per nuovi modelli di businessMade in Italy in chiave digitale e di sostenibilità, come previsto dal piano Next Generation UE;

semplificare e velocizzare l’accesso al credito di finanziamento e funzionamento (con limite massimo a 60 giorni dalla richiesta) garantiti da Cdp, Sace e MedioCredito Centrale, attraverso studi di fattibilità del progetto di rivalutazione e riqualificazione delle imprese facenti parte della filiera tessilemoda, escludendo fino al 2026 gli indici di rating di merito creditizio attualmente considerati;

attuare un processo formativo, informativo e divulgativo in coordinamento con gli enti comunali a sostegno delle attività commerciali facenti parti alla filiera della moda, destinando parte dei tributi locali al sostentamento delle attività che in alcune città rappresentano parte integrante e stimolante per il turismo italiano;

creare nuove linee di cooperazione tra forze dellordine, ove possibile anche a livello europeo, per elaborare piùefficaci strategie di contrasto dei crimini diffusi nel settore e impedire l’infiltrazione della criminalità, semplice ed organizzata, sottraendo spazio di manovra per reati quali contraffazione, usura ed estorsione, che spesso conduconoanche all’acquisizione delle attività commerciali in crisi.

Meritocrazia Italia

Il Presidente Walter Mauriello

Un roadshow per rivitalizzare il commercio

È partito ieri il «Roadshow dei Distretti del Commercio», voluto dall’Assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio per condividere e misurarsi con i sindaci di tutto il Piemonte sul bando di istituzione dei distretti.

La Regione Piemonte, infatti, darà vita entro il 2021 ai primi Distretti del Commercio diffusi su tutto il territorio, grazie alla collaborazione tra le amministrazioni comunali e le associazioni di categorie.

Di fronte alla necessità di ripartire da una prossimità di relazioni attiva contestualmente al periodo difficile per tutto il mondo del terziario di mercato, il Distretto rappresenta uno strumento per organizzare e accompagnare interventi di sistema per la ripresa, per promuovere le risorse del territorio, per riportare la fiducia esercitando la responsabilità del fare comune, per dare una risposta alla domanda di sviluppo che sale dal basso e un riconoscimento del ruolo svolto dagli attori locali.

«L’istituzione – sottolinea l’assessore al Commercio, Vittoria Poggioè il primo passo per avviare una strategia pubblico-privato volta a realizzare progetti di riqualificazione e rigenerazione, iniziative atte a contrastare la desertificazione commerciale e di rafforzare l’attrattività dei centri delle città. Saranno una espressione di politica attiva a sostegno del commercio come fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione delle specificità tipiche».

Oggi si sono svolti i primi due incontri con i Comuni della Provincia di Alessandria e di Asti; si proseguirà oggi con la Provincia di Biella, il 25 gennaio con quella di Cuneo e di Novara. Il 27 invece sarà la volta della Provincia di Torino e del Verbano-Cusio-Ossola. Questo primo «Roadshow» terminerà giovedì 28 gennaio con la Provincia di Vercelli.

«Obiettivo principale – ha concluso l’Assessore – è far crescere l’attrattività e rigenerare il tessuto urbano sostenendo la competitività delle imprese commerciali».

Carlo Petrini inaugura la prima tappa del salone della csr e dell’innovazione sociale

Riparte la più importante manifestazione in Italia dedicata alla CSR

SOSTENIBILITÀ, NUOVI MODELLI PER RILANCIARE
L’
INNOVAZIONE SOCIALE IN TEMPI DI PANDEMIA

 Le reti di comunità al centro di un cambio di passo in tema di sostenibilità. È quanto ritiene fondamentale, nel complesso periodo che il nostro paese sta attraversando, Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che lancerà un messaggio importante sul cambiamento sostenibile alla prima tappa della nona edizione de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, focalizzato quest’anno su Rinascere sostenibili: “Oggi, in un contesto di crisi pandemica, economica e climatica, è più che mai necessario che qualcuno si faccia carico di attuare, in maniera armoniosa, le idee e le iniziative che la parola sostenibilità racchiude – afferma Petrini – È giunto il momento di sviluppare una rete di comunità che sia in grado di sovvertire dei paradigmi ormai insostenibili”.

La più importante manifestazione in Italia dedicata ai temi della sostenibilità parte anche quest’anno da Torino, giovedì 21 gennaio 2021 dalle ore 10 alle ore 11:30. L’evento avrà un focus su Beni comuni e comunità resilienti e sarà trasmesso in diretta streaming. È possibile partecipare gratuitamente iscrivendosi al seguente link: www.csreinnovazionesociale.it/tappa/torino2021/

“La tappa di Torino del Giro d’Italia della CSR mette al centro dell’attenzione il tema dei beni comuni – spiega Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – argomento strettamente collegato allo sviluppo sostenibile dei territori: la sfida per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 si gioca infatti a livello globale ma anche locale. I territori diventano sempre più importanti per la salvaguardia e la valorizzazione anche dei beni comuni, beni a titolarità diffusa, che appartengono a tutti e a nessuno, a cui ognuno deve poter accedere ma nessuno può vantare pretese esclusive”.

45 milioni di euro per Rsa e sociale

La misura passerà nel Consiglio Regionale di domani. L’esponente della giunta Cirio: «Una grande soddisfazione, risultato di mesi di lavoro a fianco dei più fragili».

Risultato ottenuto. Importante. Fondamentale e allo stesso tempo emblematico, dopo un annus horribilis, il 2020, caratterizzato dagli effetti di una pandemia che non ha dato tregua nemmeno in Piemonte.

La notizia: arrivano, complessivamente, 42,5 milioni di euro destinati a ristori per il sociale. In particolare 30 andranno alle Rsa in convenzione con il Sistema sanitario regionale, nonché per tutti i presìdi in convenzione (disabili, psichiatrici, tossico dipendenti e minori). Il ddl prevede anche un sostegno economico per i presìdi socio assistenziali autorizzati al funzionamento e non accreditati (poco più di 10 milioni), l’esenzione Irap per le aziende pubbliche di servizi alla persona (un milione a far data dal 1 gennaio di quest’anno) e da ultimo il sostegno ai fornitori accreditati di servizi domiciliari sociali e sanitarie, che riceveranno un milione e mezzo. Il disegno di legge, approvato proprio oggi in Quarta commissione regionale, verrà posto all’approvazione dell’Aula nel Consiglio regionale di domani.

Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, vera artefice del provvedimento: «Raccogliamo oggi – spiega Caucino – i risultati di mesi di lavoro, nei quali mi sono battuta proprio affinché le strutture più coinvolte nello tsunami Covid ricevessero un sostegno concreto e tangibile. Si tratta di un contributo fondamentale, frutto di un grande sforzo per la Regione, che offre però un importantissima boccata d’ossigeno per le strutture e per i fornitori di servizi per persone fragili del Piemonte, che hanno sofferto, forse più di ogni altro, gli effetti nefasti della pandemia da Covid19».