ECONOMIA- Pagina 360

Acquedotto Monferrato rinnova presidente e vice

DAL PIEMONTE / Si è svolta venerdì l’Assemblea del Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato a Moncalvo.

Nell’occasione sono stati rinnovati il presidente ed il vice presidente dell’Assemblea, nella persona, rispettivamente, di Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo e di Mauro Castelli, sindaco di Verrua Savoia.

Successivamente l’assemblea ha provveduto all’approvazione del rendiconto che chiude con un utile di 409mila euro, illustrati dal presidente del consiglio di amministrazione, Aldo Quilico. Si è anche parlato delle ipotesi per arrivare ad un gestore unico dell’Ato prima del 2030 (anno previsto dalla normativa) che, al momento, non sembrano soddisfare lo stesso Quilico.

 

Imprese piemontesi per il ponte di Genova

Un ponte sostenibile e integrato con l’ambiente. Indipendente in molti periodi dell’anno dal punto di vista energetico, e meno invasivo possibile, quasi al limite della trasparenza, affinché i viaggiatori possano godere del paesaggio che si ammira sulla valle del Polcevera e da lì fino al mare.

Riuscire in questa sfida è stato il compito che il Gruppo Webuild, incaricato di realizzare il nuovo Ponte di Genova insieme a Fincantieri, ha affidato alla Bosco Italia, la società di Torino che installato i pannelli fotovoltaici, progettando e realizzando i relativi supporti, nonché le barriere frangivento in vetro che corrono per l’intera lunghezza del viadotto. Una delle 330 imprese che in Italia hanno partecipato a questa sfida.

«Abbiamo diviso il ponte su 1.535 campionature – racconta oggi Emanuele Marenco, presidente e amministratore delegato della Bosco Italia – sulle quali sono stati istallati tanto i pannelli fotovoltaici quanto i vetri frangivento».

I pannelli, che sono collegati alla rete impiantistica del ponte, accumulano energia durante il giorno e la rilasciano di notte così da garantire l’illuminazione del ponte, il funzionamento della segnaletica e anche quello dei sistemi di monitoraggio della struttura.

«Naturalmente i pannelli offrono il meglio delle loro prestazioni nei mesi estivi – spiega Marenco – anche se la posizione del ponte, vicino al mare, assicura una buona produzione energetica anche durante l’inverno».

Oltre ai pannelli solari, che proprio in questi giorni vengono montati a sbalzo lungo il viadotto, la Bosco Italia ha realizzato e montato le barriere frangivento, un altro elemento di quest’opera assolutamente unico.

«Le barriere – prosegue Emanuele Marenco – sono elementi eccezionali. Alte 2 metri e 30 centimetri, sono in grado di sostenere un peso di 280 kg per metro quadrato pur mantenendo la loro leggerezza e trasparenza. L’unicità di questi cristalli è quella di essere extra chiari, un prodotto tipico dell’arredamento di aeroporti».

Queste barriere assicurano una completa visibilità panoramica e offrono la percezione di trovarsi di fronte a una vetrata quasi inesistente se non fosse per la delicata serigrafia di strisce nere, posizionata per segnalare le barriere agli uccelli che dovessero sorvolare il ponte.

Per portare a termine questi lavori la Bosco Italia, nata 45 anni fa e specializzata proprio nel campo delle insonorizzazioni stradali e industriali, ha lavorato con ritmi elevatissimi, così come tutte le altre ditte impegnate nel cantiere.

«Rispetto ai tempi previsti inizialmente di 2 mesi – spiega Marenco – abbiamo dovuto contrarre a 5 settimane la conclusione degli allestimenti, un’impresa titanica che stiamo portando a termine proprio in questi giorni mettendo a lavoro quattro squadre divise in due turni, di giorno e di notte».

Nonostante la complessità del lavoro, i tempi stretti, la pressione per consegnare l’opera, anche per la Bosco Italia prendere parte alla costruzione del ponte è stata un’esperienza che non potrà essere dimenticata, come per le oltre 30 imprese del Piemonte che hanno collaborato alla costruzione del nuovo Ponte.

«Quando siamo saliti per la prima volta sull’impalcato – ricorda adesso Marenco – è stata un’emozione unica, che ha dato a me e a tutti i ragazzi che lavorano sul progetto una spinta in più. Per riuscire in questa impresa oltre alla volontà ci vuole uno stimolo superiore e l’idea di partecipare alla ricostruzione di un’opera così importante per Genova rappresenta proprio quello stimolo».

Edilizia e formazione: che fare per la ripartenza?

L’assessore Chiorino ha incontrato i rappresentanti del comparto, anch’esso colpito dall’emergenza Covid, ed ha ascoltato con molta attenzione le loro istanze: «Massima disponibilità a percorrere tutte le strade possibili per favorire le imprese e garantire la massima qualità della formazione».

Un «bollino verde» regionale in grado di certificare la qualità e la professionalità degli enti formatori e massimo sostegno al sistema edile, in particolare per quanto riguarda il tema della formazione, ragionando, fra le altre cose, anche su eventuali nuovi bandi formativi e su possibili incentivi fiscali.

E’ positivo l’esito del confronto  tra i rappresentanti di Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) Piemonte e l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Elena Chiorino. Alla riunione, oltre all’assessore Chiorino e ad alcuni funzionari dell’assessorato, erano presenti i vertici di Formedil Piemonte – in particolare il presidente Emilio Melgara e il vice presidente Giuseppe Manta – e il presidente dell’O.P.E.B. (Organismo Paritetico Edile Biellese per la Formazione e la Sicurezza), Andrea Bonifacio.

Obiettivo delle parti: aprire un dialogo costruttivo con la regione per il riconoscimento del ruolo svolto dal sistema bilaterale edile nella specifica formazione del settore. I rappresentanti della categoria hanno presentato proposte atte a garantire adeguati livelli qualitativi, che derivano dal proprio ruolo di Ente Formativo Bilaterale di emanazione contrattuale di un settore che conta 1.500 imprese e 25mila addetti.

In particolare sono state individuate linee strategiche improntate ad un’azione volta al coinvolgimento di Formedil Piemonte nella definizione dei futuri assetti programmatici, bandi formativi, profili professionali di settore e all’assegnazione di premialità con l’ipotesi di istituire un «bollino verde» regionale che qualifichi i corsi specifici svolti dagli Enti Bilaterali Edili e di conseguenza le imprese del sistema che indirizzano alla formazione i propri lavoratori.

Si è inoltre convenuta l’opportunità di riconoscere sgravi fiscali per le Imprese del settore che si rivolgono agli Enti formativi di emanazione contrattuale.

Ulteriore aspetto sul quale vi è stata unitarietà di intenti è l’azione di contrasto alle agenzie formative non qualificate che danno atto a fenomeni di concorrenza sleale a scapito della qualità delle capacità apprese dai formati.

«E’ stato un incontro molto positivo – ha commentato l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Elena Chiorino – in cui abbiamo fatto il punto sulle criticità di un settore, quello dell’edilizia, anch’esso colpito dall’emergenza Covid e che necessita di recuperare al più presto il tempo perduto partendo proprio dalla formazione». «Ho confermato ai presenti – ha proseguito Chiorino – la massima attenzione della Regione, il mio più convinto supporto alle loro esigenze e la disponibilità a valutare tutte le richieste pervenute per facilitare la ripartenza dell’edilizia, mettendo le imprese del settore nelle migliori condizioni possibili per ripartire di slancio, recuperando il terreno perso a causa del lock down». «Il nostro obiettivo – conclude Chiorino – deve essere certamente quello di sostenere la rapida ripresa economica del comparto, senza però mai scordare l’attenzione per la qualità, che si declina proprio nella formazione, elemento fondamentale per garantirla».

«L’incontro  con l’assessore Chiorino – ha dichiarato la presidenza del Formedil Piemonte – è ora più che mai fondamentale per proseguire sulla strada del confronto mantenendo un dialogo aperto e continuativo sulle politiche della formazione».

Torino amplia la Rete alimentare sociale

Comune, Banco Alimentare del Piemonte, CAAT e APGO: un nuovo Protocollo di Intesa 

 

 La firma del protocollo siglato tra Comune di Torino, Banco Alimentare del Piemonte, CAAT e APGO (Associazione Piemontese Grossisti Ortofrutticoli) si inserisce come una tra le più importanti iniziative volte alla lotta allo spreco e contrasto dell’insicurezza alimentare attraverso il recupero e trasformazione di eccedenze alimentari, nell’ambito del progetto Torino Città del Cibo.

Tale collaborazione prevede l’ampliamento e il potenziamento dell’attività di recupero, valorizzazione e redistribuzione, a fini solidali, delle eccedenze ortofrutticole e prende avvio dall’esperienza che, da oltre dieci anni, unisce Banco Alimentare del Piemonte e CAAT nel recupero dei prodotti invenduti e della loro redistribuzione alle strutture caritative del territorio che offrono sostegno alimentare agli indigenti.

L’attività coinvolge stabilmente 17 Strutture Caritative convenzionate che nel 2019 hanno potuto beneficiare di quasi 400 tonnellate di prodotti da destinare a oltre 2.500 indigenti del territorio.

Il nuovo Protocollo di Intesa mira a consolidare e ampliare le attività e le collaborazioni attive, agendo in diversi ambiti:

– Sostenibilità sociale: implementare e migliorare l’aiuto alimentare offerto alle famiglie indigenti del territorio, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, anche grazie all’inserimento di prodotti freschi dall’alto valore nutrizionale.

– Sostenibilità economica: recuperare e redistribuire le eccedenze valorizzando e rimettendo in circolo delle risorse economiche che altrimenti andrebbero perdute.

– Sostenibilità ambientale: intervenire sull’importante aspetto della riduzione dei rifiuti e dei costi di smaltimento a essi collegati.

Tra gli elementi strutturanti del nuovo accordo, il Banco Alimentare stabilirà un presidio continuativo dotandosi anche di celle di refrigerazione per massimizzare le attività di recupero e valorizzazione. Inoltre si intende sperimentare attività di trasformazione delle eccedenze, aumentando in questo modo le modalità di conservazione per garantire maggiore efficienza nella distribuzione.

‘L’iniziativa si colloca all’interno del progetto Torino Città del Cibo che ha visto la Città dotarsi per la prima volta di un coordinamento delle food policies locali –  sottolinea la Sindaca Chiara Appendino –  Con la firma di questo protocollo d’intesa aggiungiamo un altro importante tassello alla costruzione di una governance del sistema alimentare urbano che, attraverso azioni di sostenibilità ambientale, di solidarietà sociale, sensibilizzazione e promozione del territorio possa, di concerto con la valorizzazione delle  qualificate realtà locali, attive nel settore alimentare dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione alla ristorazione, altresì garantire l’accesso al cibo ai più fragili.’

‘La formalizzazione di questo Protocollo di Intesa – dichiara il Presidente del CAAT, Marco Lazzarino – conferma e consolida una collaborazione che la Società ha avviato con il Banco Alimentare da oltre 10 anni, riconducendola nell’ambito di quelle attività che concorrono a perseguire finalità di interesse generale”.

“L’iniziativa, fortemente voluta dalla Società –  dichiara il Direttore Generale del CAAT, Gianluca Cornelio Meglio –  muove nel solco di quelle attività volte a contrastare gli sprechi alimentari in aderenza all’eredità lasciata dalla Food Policy di Expo 2015.

“Il contrasto allo spreco alimentare  – riferisce il Presidenteoltre ad essere esplicitamente richiamato nel nostro Piano industriale e di Sviluppo 2018-2022, ha registrato un’accresciuta sensibilità, in un contesto storico come quello che stiamo vivendo, per effetto della pandemia.’

‘Sottoscrivo con favore il nuovo Protocollo d’Intesa tra Comune di Torino, Banco Alimentare e CAAT, certo di poter contare sull’altruismo dei miei colleghi che hanno sempre dato dimostrazione di grande generosità e forte sensibilità verso il tema della beneficenza – commenta il  Presidente dell’APGO, Stefano Cavaglià – . Parlo di beneficenza non a caso, in quanto voglio sottolineare che, per una buona parte dei prodotti conferiti al Banco Alimentare, si tratta di merci ancora vendibili sul mercato e non esclusivamente di eccedenze invendute. Pertanto alla donazione di prodotti sottostà spesso un gesto di liberalità dei colleghi che con orgoglio rappresento.”

“La firma di questo nuovo Protocollo di Intesa – afferma Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare del Piemonte – rappresenta un’azione importante e concreta che consolida un circolo virtuoso volto a favorire, ancora una volta, lo sviluppo e la diffusione della sensibilità verso il tema della lotta allo spreco e dell’accesso equo al cibo sano e sostenibile anche per le persone in difficoltà del nostro territorio.”

Per sviluppare le finalità del progetto, potenziare le collaborazioni già in essere e favorirne di nuove, si intende, inoltre, realizzare un evento di promozione dedicato ai partner. Durante questa iniziativa verranno presentati i risultati ottenuti fino ad oggi e i nuovi obiettivi, sensibilizzati i produttori sul tema della lotta allo spreco e della sostenibilità sociale/ambientale e promosse le donazioni di eccedenze anche attraverso la presentazione dei benefici fiscali favoriti dalla Legge Gadda.

 

 

“Imprese vincenti” valorizza le pmi

Partirà dopo l’estate il roadshow digitale di “Imprese Vincenti”, il programma di Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle PMI lanciato nel 2019 e che ha già accompagnato 120 aziende in percorsi di valorizzazione e crescita.

 Per la seconda edizione sono state raccolte oltre 4.000 autocandidature di aziende, raddoppiando i numeri dello scorso anno: un segnale che testimonia la volontà di molte imprese di puntare sulle proprie capacità distintive per intraprendere un percorso di crescita nonostante le complessità del contesto.

La seconda edizione di ‘Imprese Vincenti’ punta anche a dare evidenza ai segnali di reazione e di volontà di ripartenza di buona parte del tessuto imprenditoriale italiano, attraverso la testimonianza diretta degli imprenditori che parteciperanno ad un roadshow digitale tra settembre e novembre. Spiega Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: «Per noi tutte le imprese che si stanno impegnando nella ripartenza sono comunque vincenti, dobbiamo accompagnarle verso il rilancio e la crescita. Il virus ci sta mostrando che chi ha impostato correttamente la propria strategia imprenditoriale riesce a reagire e a ripartire».

Undici le tappe che si focalizzeranno sulle storie delle imprese e dei territori: Torino, Cuneo, Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari, a cui si aggiunge anche una tappa dedicata alle imprese del Terzo settore, in un confronto tra mondo profit e non profit nella logica di sostenibilità e della piena valorizzazione dell’impatto sul territorio di tutte le tipologie di impresa.

Norauto lancia il primo mobility lab d’Italia

Il Centro Norauto di Torino, città test, ospita uno spazio di 60 mq interamente dedicato alla vendita e post vendita del segmento due ruote e non solo: dall’installazione alla manutenzione, alla riparazione e alla prova di prodotti, accessori e ricambi per la mobilità sostenibile

Norauto, Gruppo leader in Europa per la vendita e installazione di accessori e ricambi auto, è da sempre impegnata nel rispetto per l’ambiente e lo dimostrano le politiche e le strategie commerciali per la sostenibilità ambientale adottate negli anni. L’ultima iniziativa in ambito green di Norauto è l’introduzione di articoli e prodotti che appartengono alla categoria mobilità alternativa e sostenibile – non solo bici a pedalata assistita e monopattini elettrici, ma anche segway, overboard e molto altro – con le nuove proposte per muoversi in stile green, safe & healthy per incentivare l’utilizzo dove possibile di mezzi sostitutivi dell’auto e dei mezzi pubblici, con chiari vantaggi non solo per l’ambiente, ma anche per i fruitori ed il loro benessere psicofisico.

È in questo contesto che a Torino, città test d’Italia, è stato creato il primo Norauto Mobility Lab, un’area di 60 metri quadrati allestita nel Centro Norauto di via Monginevro 162 interamente dedicata alla vendita, alla riparazione, all’installazione e alla prova di articoli a due ruote, oltre a una nuova gamma di accessori per viaggiare in totale comodità (come le barre da tetto, i portabici posteriore o da traino) e in generale per tutte le esigenze (tra gli altri i box da tetto di diverse capacità).

Il settore della mobilità sostenibile sta registrando per Norauto un trend di vendite (sia in negozio che online) molto positivo con il 130% in più rispetto allo scorso anno. L’apertura del Norauto Mobility Lab intende colmare un gap che i consumatori segnalano da tempo: troppo spesso infatti, acquistato un veicolo elettrico da un rivenditore non è possibile rivolgersi allo stesso per farlo riparare o per trovare i ricambi in caso di danneggiamento o rottura di alcune parti. Ora invece il nuovo spazio di Norauto va incontro all’acquirente grazie a tecnici specializzati nella manutenzione dei mezzi a due ruote e a un’ampia gamma di accessori e ricambi specifici.

Tra i servizi offerti nel Norauto Mobility Lab segnaliamo in particolare: verifica stato e pressione delle gomme, sostituzione e ingrasso delle catene, controllo e regolazione del cambio, dei freni, dello sterzo, delle luci e di tutti i serraggi, montaggio di copertoni, delle camere d’aria e delle spazzole del freno, installazione e sostituzione cavi e guaine. Inoltre sarà presente in vendita per la prima volta anche il noto brand Bottecchia, le cui biciclette da oltre un secolo conquistano il grande pubblico di tutto il mondo con il loro design e con le innovazioni tecnologiche.

Democratizzare l’utilizzo della bici elettrica, rendendola accessibile al maggior numero di persone, per una mobilità sempre più sostenibile è diventato ormai uno dei plus di Norauto Italia, che da qualche anno punta molto su strategie commerciali volte a incentivare i consumatori a muoversi con il mezzo di trasporto green più adatto alle loro esigenze, attraverso prezzi di vendita molto competitivi e oggi anche con la garanzia dell’assistenza e dei ricambi per tutti. La scelta di partire da Torino per sperimentare questo nuovo format non è casuale, ma ha un significato di fondo, perché Torino è la città che ha investito di più sulla mobilità sostenibile, con la realizzazione di decine di chilometri di piste ciclabili, bike lane e controviali condivisi, ma anche ciclo-stazioni, stalli di sosta con archetti per le biciclette private e i monopattini”.

Jean-Luc Dony Amministratore Delegato di Norauto Italia.

Il Norauto Mobility Lab è solo l’ultima di tante politiche e iniziative che hanno la sostenibilità ambientale come denominatore comune: tra le altre ricordiamo per esempio il corretto trattamento e smaltimento dei materiali pericolosi ed inquinanti (come pneumatici, oli esausti, batterie e gas refrigeranti), l’applicazione di best practice quotidiane (come l’utilizzo di energia rinnovabile e abolizione della plastica), la circolazione della merce su mezzi di trasporti eco sostenibili, grazie all’uso del bio-metano come combustibile (un gas naturale e rinnovabile che porta vantaggi ambientali diretti quali la riduzione del 95% le emissioni di CO2) e l’eliminazione dei volantini promozionali in formato cartaceo sostituiti dalle versioni digitali per limitare al massimo lo spreco della carta e dei toner delle fotocopiatrici.

Gtt perde quasi dieci milioni di incassi: per ora no ai rimborsi degli abbonamenti inutilizzati

Il blocco per tre mesi delle strisce blu ha fatto perdere più di  9 milioni di euro

L’azienda torinese di trasporto pubblico ha già dovuto soffrire l’assenza dei passeggeri nel periodo dell’emergenza Covid, e per questo non si può più permettere nuove abolizioni del pagamento della sosta e neppure (almeno per ora) il rimborso degli abbonamenti dei parcheggi non impiegati  tra marzo e giugno.

Sono però confermati i parcheggi gratuiti nelle due settimane centrali di agosto, come da tradizione. La situazione è stata illustrata questa mattina ai consiglieri comunali dai dirigenti Gtt.

Italia dove vai? Da Atlantia a tutte le grandi opere

Il senso, il consenso e la direzione del Bel Paese nel lungo tunnel della crisi – aggravata dalla pandemia del Coronavirus – sono fortemente a rischio.

Non c’è alcuna strategia sulle possibilità e sulle vie da percorrere per uscire dalle crisi che ormai durano da vent’anni.

Si dice tutto e l’esatto contrario e si ragiona solo per slogan e editti che sono privi di buon senso, illogici e deleteri.

Si parla di semplificazioni e solo al pronunciarne la parola, agli italiani, viene male. Perché ormai è assodato che ogni semplificazione sarà un nuovo tormento, complicazione e fonte di stress.

Tutti sappiamo che il ponte Morandi di Genova è crollato con lo sconquasso e perdite umane che ne sono derivate. Non tutti sanno che, nel solo Piemonte, ci sono almeno 20 ponti bisognosi di manutenzione più o meno urgente.

Torniamo al Morandi, il ponte più famoso d’Italia e a quello che lo ha sostuito che tutti vorrebbero fosse messo in funzione, ma non si sa, purtroppo, quando.

Atlantia era un nome che non diceva nulla ai più e ora è sulla bocca di tutti e le sue sorti in borsa sono fortemente penalizzate. CRT che è socia di Atlantia ha fatto uscire un comunicato denso di significati e preoccupante per il Piemonte e per l’Italia.

<<Auspichiamo che le decisioni che il Governo assumerà su ASPI-Autostrade per l’Italia siano inserite in un corretto quadro giuridico e tengano conto di tre elementi fondamentali: la credibilità dell’Italia a livello internazionale, l’impatto economico e sociale sul mondo del lavoro e sulle potenzialità di crescita del sistema infrastrutturale sempre più strategico per il Paese e, per quanto ci riguarda, il valore sociale generato dalla redistribuzione delle risorse delle Fondazioni azioniste a favore degli enti non profit del territorio: un eventuale depauperamento della capacità erogativa della filantropia per il welfare, la cultura, l’istruzione, la ricerca, la tutela dell’ambiente e altri ambiti di intervento cruciali per l’intera collettività, significherebbe una riduzione della capacità di sostegno verso i soggetti più fragili, mettendone a rischio la tenuta proprio in un momento di forte criticità per il Paese>>.

Il Cda di Fondazione CRT ha ricordato che “il territorio ha beneficiato indirettamente degli introiti costanti nel tempo derivanti dalla partecipazione di Fondazione CRT in Atlantia, risalente a 20 anni fa e pienamente coerente con la mission della Fondazione di contribuire allo sviluppo del territorio anche attraverso investimenti nelle infrastrutture”.

Noi possiamo solo aggiungere che speriamo finisca presto questo gioco al massacro e si ricominci a lavorare INSIEME!! Ma la soddisfazione del premier Giuseppe Conte, sulla soluzione trovata, non ci lascia molte speranze.

Tommaso Lo Russo

Londra di nuovo a portata di volo con British Airways

La compagnia collegherà Torino con lo scalo di Londra Heathrow. Il vettore riavvia inizialmente 2 frequenze settimanali, che gradualmente aumenteranno sino ad arrivare a 6.

British Airways torna a volare da Torino Airport. La compagnia britannica ripristina da oggi i collegamenti da e per Londra, operando la rotta Torino-Londra Heathrow.

A luglio saranno due le frequenze settimanali per la capitale britannica effettuate dal vettore, che gradualmente aumenterà i collegamenti con Torino: ad agosto, infatti, i voli diventeranno 4 a settimana, per poi passare a 6 frequenze settimanali da settembre, con operatività quotidiana eccetto il venerdì.

“Siamo molto soddisfatti che British Airways torni ad operare i voli da e per Londra. Si tratta di un collegamento importante per il nostro scalo – ha commentato l’Amministratore Delegato di Torino Airport, Andrea Andorno – e di un’ulteriore conferma per noi del ritorno verso la ripresa del traffico aereo e della domanda di viaggio. Il mercato britannico, inoltre, è strategico anche in ottica incoming, poiché molti visitatori dalla Gran Bretagna scelgono il Piemonte per trascorrere le vacanze. Questo fattore si manifesta in maniera ancora più rilevante in inverno, quando il traffico dal Regno Unito nel nostro Aeroporto aumenta, per via degli sciatori che scelgono le nostre montagne per i propri soggiorni. Noi saremo pronti nella prossima stagione invernale ad accoglierli, nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie di sicurezza”.

Presto il bonus cultura della Regione. Tre milioni di euro per rilanciare il comparto

La giunta approverà entro pochi giorni la delibera che individua le procedure e i criteri per la concessione del Bonus Cultura previsto dalla legge 13/2020 a sostegno del comparto colpito dall’emergenza Covid, e per l’assegnazione delle risorse per il 2020 attraverso i bandi ordinari. Ieri infatti è stato espresso il parere positivo a maggioranza dalla sesta Commissione consiliare.

Le risorse complessive sono 3 milioni di euro e il Bonus verrà erogato attraverso modalità a sportello dalla data di pubblicazione dell’avviso, prevista entro fine luglio e fino al 31 ottobre 2020.

Ad illustrare alla Commissione i criteri individuati dall’assessorato alla Cultura, è stata l’assessore Vittoria Poggio: ““Dallo scorso mese di febbraio – dichiara l’assessore regionale alla Cultura – l’emergenza da Covid-19 ha causato il blocco totale delle attività del comparto culturale, interrompendo il proficuo percorso di consultazione avviato con i Tavoli della Cultura, nati per realizzare il Programma Triennale della Cultura 2021-2023.Il Bonus una tantum a fondo perduto andrà quindi a favore dei soggetti che non hanno accesso ai contributi ordinari previsti dal Testo Unico sulla cultura – ha spiegato – Si tratta di 700 euro per lavoratori autonomi e imprese individuali e 1000 euro per i soggetti costituiti in associazione o altra tipologia di ente non lucrativo di diritto privato o di società, che non hanno accesso ai contributi ordinari e hanno sede in Piemonte. Inoltre imprese e operatori con partita IVA e sede in Piemonte, che operano nell’indotto a supporto delle attività culturali e che rientrano in un elenco di codici Ateco”.

Questi dunque i Codici ATECO che verranno presi in considerazione: 59.11; 59.12; 59.13; 59.20; 74.10.2; 74.10.29; 74.20; 74.30; 79.90.20; 82.30; 85.52; 90.01; 90.02; 90.03; 90.04; 91.01; 91.02; 91.03; 93.19.92; 94.99.2.

 Lo scopo principale- prosegue l’assessore Poggio – è quello di salvaguardare il sistema culturale piemontese e i molti lavoratori del comparto, attivando un meccanismo che riconosca le spese di struttura e le attività comunque realizzate, spostando l’attenzione dai progetti ai soggetti in relazione al consolidamento o alla ridefinizione organizzativa delle proprie strutture, alle nuove progettualità, alla ripartenza delle attività o alle spese di investimento”.

Per attivare il più velocemente possibile il Bonus Cultura – conclude l’assessore –, ben consci delle numerose difficoltà che sta vivendo tutto il mondo culturale piemontese, abbiamo superato l’ordinaria e consueta fase legislativa consiliare utilizzando precisi strumenti che hanno permesso una rapida approvazione del Bonus in sede di Commissione, allo scopo di sostenere un comparto fortemente penalizzato dall’emergenza sanitaria e strategico per la nostra regione”.