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La Valle Ghenza promuove il tartufo bianco

Nasce la collaborazione tra Confcommercio-Unicom e l’Associazione Tartufai della Valle Ghenza per la promozione del ‘diamante grigio’: “Il miglior tartufo bianco si mangia qui”.

Il 21 settembre scorso è iniziata la stagione tartufigena, momento importante per la terra di Monferrato della quale il ‘diamante grigio’ è un ambasciatore in tutto il mondo.

Il Monferrato Casalese ne è coinvolto e la raccolta dei preziosi tuberi non viene interrotta dalle attuali disposizioni dell’emergenza sanitaria

Partendo da questo presupposto Confcommercio Unicom, sempre attenta alla valorizzazione delle peculiarità del territorio anche come veicolo di sviluppo del settore commercio, e l’Associazione Tartufai della Valle Ghenza (che interessa particolarmente i comuni di Rosignano Monferrato, Cella Monte, Frasinello Monferrato), hanno dato vita ad una collaborazione che si svilupperà in una serie di iniziative che verranno via via messe in campo per fare di questo prezioso prodotto della Terra di Monferrato un veicolo per la promozione dell’intero territorio.

“Il Monferrato e non solo nei suoi confini geografici – dice il presidente di Confcommercio-Uincom, Costantino Mossano – il tartufo bianco è ‘regale’. Noi come imprenditori abbiamo il dovere di lavorare su questa importante risorsa per farne un elemento di crescita del nostro territorio. Per questo Confcommercio-Uinco, vuole farlo sapere a tutti che il miglior tarfufo è quello raccolto sulle nostre colline ed è quello che si mangia nei nostri ristoranti”.

Nelle prossime settimane l’associazione di categoria, di concerto con i trifulau della Valle Ghenza e la loro associazione renderà note le diverse iniziative che verranno messe in campo per fare conoscere questo prezioso prodotto e diffonderlo, nonostante il particolare momento che si sta attraversando. Perché il commercio e gli imprenditori non si fermano mai, nonostante le difficoltà oggettive cui possono trovarsi davanti

Massimo Iaretti

Claudio Marchisio testimonial della colletta alimentare

Sarà possibile partecipare alla Colletta anche online su Amazon.it, Esselungaacasa.it e Mygiftcard.it

24° GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE:  QUEST’ANNO LA SPESA SI FA CON LE CARD

L’iniziativa storica del Banco Alimentare vedrà quest’anno una Colletta “dematerializzata”: dal 21 novembre all’8 dicembre saranno disponibili alle casse dei supermercati delle card da 2, 5 e 10 euro che verranno convertite in prodotti alimentari per tante persone in difficoltà

 

“Cambia la forma, non la sostanza” della 24esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: quest’anno, dal 21 novembre all’8 dicembre, saranno disponibili presso le casse dei supermercati italiani delle “gift card” da due, cinque e dieci euro. Al termine della Colletta, il valore complessivo di tutte le card sarà convertito in prodotti alimentari non deperibili come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti utili. Tutto sarà consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e distribuito, con le consuete modalità, alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone.

Le Card prendono quindi il posto degli scatoloni e diventano i nuovi “contenitori” della spesa. Una spesa che quest’anno non può più essere donata fisicamente, per ragioni di sicurezza sanitaria. Per le stesse evidenti ragioni di sicurezza non ci potranno essere nei supermercati i consueti gruppi di volontari entusiasti (145 mila fino allo scorso anno), che saranno presenti in numero ridotto solo il 28 novembre, compatibilmente con le norme vigenti nelle singole regioni.

La storica iniziativa del Banco Alimentare, oltre a essere per la prima volta “dematerializzata”, non si esaurirà in una sola giornata, ma per 18 giorni (dal 21 novembre all’8 dicembre) le card saranno in distribuzione nei punti vendita che aderiranno alla Colletta e potranno essere acquistate on line sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponibili. Sarà inoltre possibile partecipare alla Colletta Alimentare facendo una spesa online sul sito www.amazon.it dal 1 al 10 dicembre e su www.esselungaacasa.it dal 21 novembre al 10 dicembre.

“L’impegno di questi mesi ha prodotto risultati concreti permettendoci di affrontare anche l’aumento del bisogno, mettendo in campo mezzi, volontari, personale, innovazioni nelle modalità operative, potenziamento della rete sul territorio. Cambiamenti che hanno modificato e modificano ogni giorno il nostro modo di lavorare”, afferma Salvatore Collarino, presidente di Banco Alimentare del Piemonte.
“E’ certo che la pandemia avrà ancora un impatto considerevole sul nostro territorio. La sfida per noi ora è quindi far fronte ai nuovi obiettivi che si presenteranno, continuando ad aiutare le persone in difficoltà anche grazie a chi vorrà sostenerci.”

“Da una crisi si esce o migliori o peggiori, dobbiamo scegliere – ci ha ricordato Papa Francesco. – E la solidarietà è una strada per uscire dalla crisi migliori.”

NUMERI e PARTNER
Nel 2019 con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare sono state raccolte in Piemonte 770 tonnellate di cibo che si sono trasformate in 1.4 milioni di pasti per persone bisognose.

La campagna di comunicazione a supporto della Colletta integra mezzi tradizionali al digital. Lo SPOT di lancio ha come testimonial Claudio Marchisio ed è stata realizzata da Mate. Per il web sono state realizzate delle video Pillole con la partecipazione di Paolo Cevoli.

La Colletta Alimentare, gesto con il quale Banco Alimentare aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2020 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione di volontari aderenti all’Associazione Nazionale Alpini, all’Associazione Nazionale Bersaglieri, alla Società San Vincenzo De Paoli, alla Compagnia delle Opere Sociali e altre associazioni caritative.

Per consultare i punti vendita aderenti visita il sito www.collettaalimentare.it

Main sponsor: UnipolSai Assicurazioni, Eni Partner istituzionale: Intesa Sanpaolo Sponsor: Coca-Cola
Partner logistico: Number1

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Banco Alimentare del Piemonte
Banco Alimentare del Piemonte promuove il recupero delle eccedenze alimentari, dal campo alla ristorazione aziendale e la loro redistribuzione oggi a circa 600 Strutture Caritative che assistono 107.469 persone bisognose in Piemonte.
Nel 2020 ha già distribuito sul nostro territorio 5.034 tonnellate di alimenti.

Ceas in campo a Torino per Green Pea

Un  nuovo approccio per l’ingegneria del futuro / Etica, formazione, visione e innovazione sono i pilastri su cui poggia la storia attuale di CEAS – società di ingegneria presente sul territorio milanese da 40 anni, attore di progetti autorevoli come Fondazione Prada, Eataly Milano e Green Pea Torino, Torre Intesa Sanpaolo, quartiere Porta Nuova Garibaldi e molti altri.

 

Integrazione delle competenze, multidisciplinarietà, tutela dell’interesse comune sono i driver di una strategia che vede CEAS in campo con una squadra di 41 persone  – 75% ingegneri, 17% architetti e personale di staff  – in operazioni che vanno dalla progettazione al collaudo, dalla consulenza alla direzione lavori. La gamma di servizi offerta da CEAS è ampia e peculiare, in grado di rispondere e soddisfare attese ed esigenze di committenti pubblici e privati.

 

Valori come la sostenibilità sono da sempre insiti nel core value dell’azienda stante l’importanza da sempre attribuita all’etica del servizio offerto, al coinvolgimento del committente nella condivisione dei valori, alla necessità di fare “bene per tutti” e non solo per se stessi.

 

Dal 1980, anno di fondazione della società, il team di CEAS ha rafforzato la propria esperienza professionale grazie allo sviluppo di competenze specialistiche: la storia ci informa che ai professionisti del calcolo strutturale, sono stati affiancati esperti dei differenti ambiti dell’ingegneria, con l’obiettivo di creare una squadra che garantisca l’adozione di un approccio multidisciplinare al settore.

 

In CEAS facciamo ciò che ci piace fare: forse è questo il motivo – sostiene Patrizia Polenghi, Presidente CdA – per cui la nostra offerta e il nostro output, oltre che essere di qualità da un punto di vista tecnico, ha un plus frutto del coinvolgimento nostro e del committente su un patrimonio valoriale declinato in etica, trasparenza e soddisfazione degli stakeholders di riferimento”.

 

Con oltre 1.100 progetti realizzati nel terzo millennio, CEAS è oggi un partner altamente specializzato che ha saputo rispondere alle sfide dell’ingegneria, grazie ad una visione strategica e lungimirante. Tra le tipologie di destinazione d’uso dei progetti realizzati tra il 2017 e il 2019, l’84% è rappresentato dall’edilizia e l’urbanistica, seguite dalle infrastrutture di trasporto (9%) e dall’industriale (7%). La progettazione invece, è certamente l’asset principale dell’azienda con un income che si attesta al 60% rispetto al valore della produzione complessiva, che ha avuto un incremento pari al 136% tra il 2017 e il 2020, con un valore che nel 2020 si è attestato a 2.28 milioni di euro. Il fatturato globale dell’azienda invece, ha avuto un incremento totale pari al 28% negli ultimi 7 anni.

 

La presenza di committenti diversificati tra cui investitori, società immobiliari, privati (78%), società di ingegneria pura (8,9%), general contractor (7,2%), pubblica amministrazione (6,3%) ha incentivato l’ampliamento dell’offerta dei servizi. Infatti, dal 2016, oltre ai tradizionali servizi di ingegneria (strutturale, edile, geotecnica, sicurezza) e di project management, CEAS offre ai propri clienti anche la progettazione BIM (Building Information Modeling): metodo che consente la gestione digitalizzata e integrata di tutte le caratteristiche geometriche e informative della costruzione, ottimizzando costi e tempi di realizzazione dell’opera.

 

Un approccio che assicura dunque qualità, efficienza e perfetta integrazione dell’opera nello spazio: creare un’opera in perfetta sintonia con l’ambiente circostante, oltre che nel rispetto di elevati standard di qualità e sicurezza, è per le risorse di CEAS una priorità e, allo stesso tempo, rappresenta garanzia di una visione futuristica dell’ingegneria, in perfetta sintonia con la rapida trasformazione del settore.

 

Covid19, Iren dona 200 PC e attiva DAD

La responsabilità sociale d’impresa e l’educazione alla sostenibilità non si fermano e quindi non si allenta il legame tra Iren e il Mondo della Scuola, anche in questo periodo reso così complicato dal Covid 19.

L’obiettivo rimane quello di supportare lo straordinario lavoro e impegno di docenti, studenti e famiglie, garantendo il proprio catalogo di offerte formative gratuite e fornendo materiale, informazioni e stimoli sui temi della sostenibilità e della economia multicircolare.

L’emergenza, purtroppo ancora in corso, ha reso indispensabili gli strumenti informatici per il contatto a distanza: riunioni, lezioni, attività didattiche che prima si svolgevano in presenza ora corrono sul web ed il computer diviene uno strumento essenziale di partecipazione collettiva.

Il Gruppo Iren, sensibile alle necessità dei territori di riferimento, ha scelto di supportare le attività a distanza tramite la donazione di strumenti informatici ad associazioni di volontariato che operano sui territori di Piemonte, Liguria ed Emilia: un primo lotto di 200 computer, dismessi dall’azienda ma perfettamente funzionanti, è stato reso disponibile in queste ore a reti di associazioni che, a loro volta, si adopereranno per la distribuzione a scuole o a quegli studenti che necessitano di un urgente supporto per dare continuità all’attività didattica.

La vicinanza del Gruppo Iren al mondo della scuola e dell’insegnamento in questo difficile momento storico passa anche attraverso l’offerta didattica di Eduiren – progetto di educazione del Gruppo Iren, rivolto alle scuole e agli insegnanti.

Il sito www.eduiren.it è stato arricchito di contenuti e sono state rimodulate le offerte formative, declinate per ogni grado scolastico, passando dalla presenza alla didattica a distanza.

Le lezioni in DAD possono essere tarate secondo le necessità della scuola e diventare parte di una progettazione condivisa, anche per rispondere alle novità portate dalla educazione civica, la nuova disciplina trasversale che da settembre 2020 interessa tutte le scuole.

Eduiren continua a rimanere a fianco dei docenti e degli studenti, riconoscendo loro un ruolo fondamentale per integrare e valorizzare nella vita della scuola e nel percorso scolastico l’offerta formativa proposta da Iren.

Parte importante rivestono anche i materiali che potranno essere reperiti nel sito.

Sarà possibile scaricare giochi didattici, recuperare approfondimenti e materiali, frutto delle collaborazioni con chi, nel nostro Paese, è impegnato sui temi della sostenibilità (dall’ASviS alla Fondazione Reggio Children, passando per REMIDA Reggio Emilia, La Città dei Bambini e dei Ragazzi di Genova e il Salone Internazionale del Libro di Torino), linkoteche studiate per agevolare la ricerca di siti di qualità e video informativi.

Una “cassetta degli attrezzi” dedicata principalmente al Mondo della Scuola, ma che potrà essere utile anche alle famiglie e che sarà continuamente rinnovata ed arricchita.

Come tutti gli anni l’invito è quello di prendere contatti con Eduiren, per richiedere informazioni e per condividere idee e progetti, all’indirizzo irenscuola@gruppoiren.it

“La scuola è una colonna su cu si regge il presente ed il futuro del nostro Paese – ha dichiarato il presidente di Iren Renato Boero – un’istituzione fondamentale per la crescita umana, culturale e civica dei nostri giovani. Il Gruppo Iren, grazie anche allo stretto dialogo avviato con i territori, ha ritenuto doveroso svolgere un ruolo concreto di vicinanza alla scuola e alle famiglie, sia attraverso la donazione di materiale informatico, quanto mai utile in questo difficile momento, sia attraverso l’arricchimento dell’offerta formativa a distanza di Eduiren”.

“La connettività al servizio delle comunità di montagna e delle aree rurali”

Terra Madre Salone del Gusto unisce il fronte di soggetti pubblici e privati che lavorano per superare il digital divide infrastrutturale italiano 

Questo lockdown ci ha messo di fronte a una grande occasione, facendo riscoprire vallate di montagna e borghi rurali, accelerando le esigenze di coniugare vita e lavoro già in essere nel nostro Paese, e unendo le spinte verso la digitalizzazione delle aree interne. È un’esperienza che non dobbiamo dimenticare e un’opportunità che non possiamo perdere se vogliamo superare le disuguaglianze territoriali, economiche e sociali dovute al digital divide infrastrutturale, che lascia una grande parte dell’Italia indietro di oltre 10 anni.

 

E allora da dove partire per superare questo grave deficit? «Dalla connettività che rafforza le comunità dei piccoli borghi di montagna, dove ci sono già progetti di sviluppo e di promozione del territorio che attraggono famiglie giovani e nuove aziende. Persone che non vivono la montagna come un rifugio per il weekend o per momenti difficili come questo, ma che qui innestano le proprie attività, che contribuiscono a costruire l’identità e il senso di appartenenza a un luogo fisico» ha esordito Roberto Colombero, veterinario, margaro e presidente di Uncem Piemonte, durante la conferenza Riconnettere le Terre Alte, organizzata da Slow Food e BBBell nell’ambito della tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto.

 

Uncem: la digitalizzazione come primo punto per la manovra 2021 e il PNRR

Un incontro che ha riunito stakeholder pubblici e privati – e circa 180 persone on line, tra cui molti amministratori delle aree montane di Piemonte e Liguria – moderati da Luca Martinelli, giornalista e autore del libro edito da Altreconomia edizioni L’Italia è bella dentro, per trovare una soluzione all’impasse in cui si ritrovano centinaia di enti locali in tutta Italia. «Troppe aree del Paese aspettano con ansia il Piano nazionale banda ultralarga, in ritardo di almeno due anni, continuando a navigare a velocità ridicole. Si tratta di un aspetto molto sentito da chi si occupa delle politiche di sviluppo dei territori» ribadisce Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, che in un recente documento rivolto al Governo e al Parlamento ha posto proprio la digitalizzazione come primo di dieci punti da sviluppare in vista della legge di bilancio 2021 e del Piano nazionale ripresa e resilienza. «Bisogna decidere qual è l’Italia che vogliamo e cercare di colmare il gap che ci portiamo dietro. Oggi è necessario che la politica investa sulle competenze e sul sistema infrastrutturale digitale a livello nazionale, così come accadde per il sistema viario. Si parla tanto di identità elettronica e cloud per la pubblica amministrazione, ma in alcuni comuni siamo lontani anni luce da questi obiettivi, nonostante la legge 158 sui piccoli comuni e la Strategia nazionale aree interne facciano dei servizi di e-government un punto centrale».

 

Anci: il cambio di paradigma dei comuni di montagna: opportunità e strategia

Eppure i comuni di montagna hanno già vissuto un cambio di paradigma: per anni le parole chiave sono state limite, dovuto alle caratteristiche del territorio, e deroghe richieste per affrontarlo. Oggi le parole chiave sono opportunità e consapevolezza delle risorse a disposizione; strategia e capacità di presentare proposte condivise. «La nostra paura è essere considerati il parco giochi di chi vive in città. E proprio per questo dobbiamo saper cogliere l’opportunità del momento e anticipare una strategia, innanzitutto avendo cura della fortuna che abbiamo per le mani, e quindi il territorio, ma non basta» sottolinea Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna e presidente della Commissione attività produttive e innovazione di Anci. «Dobbiamo far sì che le nostre borgate siano raggiunte dai servizi di cittadinanza, e qui entriamo nell’ambito della connessione per le aziende private – come le strutture turistiche, che vanno a braccetto col buon cibo, e quindi i servizi all’agricoltura – per la telemedicina, la didattica a distanza, ma anche l’innovazione per i piccoli comuni e per ricreare socialità».

 

La ministra per la PA: Lo smart working che valorizza il Paese

Un cambio di paradigma – che non attraversa solo la montagna ma l’Italia intera – sottolineato anche dalla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, che ha affidato il suo intervento a un contributo video per via della concomitanza con il Consiglio dei Ministri: «In questo anno abbiamo capito che si può lavorare in spazi e modalità differenti rispetto al passato, si possono superare gli ostacoli che ci legano all’ufficio, alla scrivania, alla necessità di spostarci per andare a lavorare. E questo ci permette di coniugare l’idea di lavoro da remoto con la necessità di valorizzare parte del nostro Paese, come le aree interne e i piccoli borghi. Un passaggio importante per ripopolare territori dall’indubbio valore culturale e paesaggistico, che però deve avere solide basi sul fronte vivibilità e lavoro, e tra queste c’è la banda larga».

 

BBBell: per superare il digital divide ci sono già tecnologie disponibili a costi contenuti

Tuttavia, l’aspetto più sorprendente sottolineato durante la conferenza è il fatto che la connessione di cui necessitano borghi e vallate potrebbe semplicemente essere quella che l’Unione europea ha stabilito come livello minimo di accesso: una velocità di download di almeno 30 Mb/s. «Il fattore tempo è fondamentale perché ulteriori ritardi sono decisivi per lo sviluppo dei territori marginali: le aziende non possono lavorare in montagna e le famiglie giovani non si trasferiscono nemmeno fuori città se i figli non possono accedere alla didattica a distanza o semplicemente vedere un film» sottolinea Simone Bigotti, amministratore delegato di BBBell e sindaco di Borgoratto (Al). «Il piano banda ultralarga si macchia di un peccato originale che oggi scontiamo tutti: aver considerato solo la fibra ottica come infrastruttura per portare connettività, promettendo Gb a tutta Italia. Ancor oggi però esistono realtà che hanno a disposizione 3 Mb, mentre per le esigenze che hanno gliene basterebbero anche solo 30. Subito però e non tra altri dieci anni. Le soluzioni esistono: la maggior parte dei territori è già servita da piccoli operatori locali che hanno soddisfatto un’esigenza, investendo in infrastrutture, e hanno traghettato le aree marginali – e con esse le scuole, gli enti e i privati – verso l’accessibilità ai servizi digitali. Ma neanche operatori di telecomunicazione come BBBell riescono a fare un investimento per portare la connettività nelle vallate più isolate. Per questo a mio parere sarebbe necessario un piano nazionale che preveda una dorsale basata sulla fibra, alla quale si possono innestare gli imprenditori locali che operano con i ponti radio, infrastrutture meno costose e invasive e per questo più versatili e soprattutto di veloce realizzazione».

 

Slow Food Italia: competenze locali per lo sviluppo della montagna

Un altro grande spunto di dibattito, più volte toccato da tutti i relatori è stato quello delle competenze per lo sviluppo della montagna. Da un lato la digitalizzazione nella PA richiede formazione continua e inserimento di nuove figure professionali, un tema che nei piccoli comuni di montagna diventa davvero di drammatica soluzione. Dall’altro il tessuto sociale e imprenditoriale deve nutrirsi di competenze adeguate: «La digitalizzazione delle vallate deve far sì che si sviluppino conoscenze in chi la montagna la vive e ne conosce le esigenze. Se non coglieremo questo aspetto e non daremo ai giovani strumenti per diventare la rinascita dei comuni di montagna, avremo perso una sfida epocale» sottolinea Gabriele Locatelli, responsabile del progetto Oltreterra per la valorizzazione dell’economia di montagna. Locatelli, annunciando l’appoggio di Slow Food Italia al documento di Uncem sulla legge di bilancio 2021 e il PNRR, aggiunge altri due punti cari all’associazione sul tema delle terre alte. «Oltre alla digitalizzazione, dobbiamo riunire tutti gli stakeholder pubblici e privati intorno alla Strategia nazionale delle Green Community, che raggruppa piano forestale, agricoltura di montagna e non invasiva, turismo sostenibile. Tre elementi che hanno come risultato, oltre al ripopolamento delle zone interne e marginali, anche la difesa del suolo. L’altro punto su cui dobbiamo lavorare tutti insieme è quello del riconoscimento normativo a livello nazionale delle cooperative di comunità, un modello di impresa dal forte carattere di innovazione sociale che si sta sempre più diffondendo».

 

Barca: digitale come intervento della politica per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione delle persone

«Il cambiamento climatico e i fenomeni in atto nella società ci pongono davanti a un punto di non ritorno. Purtroppo, nonostante la Strategia nazionale aree interne sia un documento molto attuale, il tema della connettività delle zone di montagna non è diventato cultura generale di sistema, non riesce a trasformarsi in azione di governo. Il quadro del digitale grida vendetta perché pensato in maniera errata fin dall’inizio. E come risultato ancora oggi non c’è una strategia nazionale in grado di soddisfare i servizi di cittadinanza. Il compito della politica è intravedere e assecondare i processi in atto nella società, rimuovere gli ostacoli, come dice la Costituzione, alla realizzazione delle persone. Ma dobbiamo farlo a partire dalle comunità, dalle persone che in un territorio già ci vivono: non ci sarà cambiamento se qualcuno pensa di colonizzare un territorio imponendosi dall’esterno» conclude Fabrizio Barca, economista e coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che torna sul tema delle competenze locali. «Bisogna che i saperi interni dialoghino strettamente con i saperi esterni, quelli che arrivano dalle università, dai centri di ricerca e dalle istituzioni, affinché gli indirizzi nazionali siano modellati territorio per territorio, e quindi efficaci».

“A Natale compra artigiano, non online”

L’appello di Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Scegliere prodotti del nostro artigianato, non arricchire Amazon”

“Quello che ci attende sarà uno dei Natali più tristi e difficili dal dopo guerra. Auspicando che nel mese di dicembre si allentino alcune restrizioni e si mettano artigiani e commercianti nella condizione di lavorare senza perdere la ‘finestra natalizia’- ipotesi che segnerebbe la fine certa per molte attività che nel 2021 non sarebbero in grado di riaprire- voglio lanciare un appello: a Natale regalate prodotti del nostro artigianato, non ordinate su Amazon e sugli altri portali di acquisti on line”: questo l’appello lanciato da Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

 “Non è vero che l’emergenza sanitaria impone sacrifici a tutti. C’è che ci sta guadagnando, e alla grande: i giganti del web e i padroni dei social, con Amazon in testa, che ha visto i ricavi nel terzo trimestre 2020 schizzare del 37%. Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha aperto nei confronti di Amazon un’indagine per violazione delle regole sulla concorrenza: bella scoperta, noi la concorrenza sleale di Amazon la subiamo da anni. Allora, questa volta siamo noi a chiedere un’assunzione di responsabilità: comprate prodotti dell’artigianato locale.

“Da quando la pandemia è scoppiata nel nostro Paese, alle categorie produttive è stato chiesto un grande sforzo di responsabilità: abbiamo chiuso le nostre attività per tre mesi, abbiamo investito per mettere in sicurezza luoghi di produzione e di vendita, abbiamo nuovamente richiuso. È giunto il momento di uscire dal mondo virtuale e tornare nella realtà: comprate i nostri prodotti. Si tratta di un atto di resistenza economica ma anche sociale e culturale: non possiamo arrenderci a un’idea di società solipsistica, dove si vive rinchiusi, guardando tv a pagamento mentre i nostri figli crescono con la Dad, seguendo spettacoli e convegni in streaming, ordinando pranzi e cene che ti vengono consegnati da raider schiavizzati, ordinando tutto on line. Illudendosi di essere cittadini 4.0, arricchiamo Bezos e i turbo capitalisti globali. La vita è altrove, diceva un poeta. Riappropriamocene”.

La Prefettura e le banche

Importante iniziativa della Prefettura di Torino sul Credito alle piccole aziende.  Le Banche applichino maggiormente il Decreto Credito per le piccole aziende anche perché hanno  la garanzia dello Stato al 100%
 
Come scritto su  Repubblica quest’anno le Banche hanno diminuito le somme prestate. Le Banche hanno ridotto gli attivi di rischio , L’ UniCredit  Di 42 miliardi, Banca Intesa 13 miliardi .
 
Se la economia italiana impiegherà più tempo di tutti gli altri Paesi a riprendersi dalla pesante perdita economica di questo anno orribile lo si deve anche alla insufficienza dei Decreti governativi. Il famoso Ristoro è stato molto inferiore al ristoro tedesco che alle piccole aziende ha ristorato il 75% del fatturato perso. Il Decreto che rischia di creare gravi problemi nei prossimi mesi è quello del CREDITO. Invece di mettere in moto 400 miliardi di credito ne ha messi in moto solo 90. 70.000 domande di credito da 25.000 euro, quello garantito al 100% dallo Stato, non ha ottenuto risposta positiva da parte delle Banche , molto sparagnino .
Per queste 70.000 piccole aziende il secondo Lockdown rischia di essere fatale.
Il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, incontra La Associazione Bancaria, Banca d’Italia e le Associazioni delle imprese torinesi per firmare un PATTO ANTIUSURA. Iniziativa lodevole ma sarebbe molto più importante prevenire chiedendo alle Banche che , vista la garanzia al 100% da parte dello Stato, conceda il credito alle piccole aziende che in questo modo potrebbero ristrutturare i propri debiti nei confronti di fornitori e di agenzie fiscali.
Anche nel campo del credito PREVENIRE è la migliore regola anche perché altrimenti per la prima volta nel dopoguerra alcune aziende dovrebbero chiudere per un Decreto governativo che ha imposto la chiusura delle attività.
 
Mino Giachino

“Amazon women”, borse di studio per donne di talento

L’Università degli Studi di Cagliari si unisce al Politecnico di Milano, al Politecnico di Torino e all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel programma di borse di studio creato da Amazon per supportare i percorsi di studio di studentesse meritevoli meno avvantaggiate nelle discipline STEM (in inglese: Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). 

 

Quattro nuove studentesse saranno premiate per l’anno accademico 2020/2021, in aggiunta alle giovani donne di talento selezionate le precedenti edizioni come destinatarie della borsa di studio grazie ai brillanti risultati raggiunti.

 Per il terzo anno consecutivo Amazon assegnerà la borsa di studio Amazon Women in Innovation, creata per aiutare le giovani donne provenienti da contesti meno avvantaggiati a soddisfare la propria ambizione di lavorare nell’innovazione e nella tecnologia. Amazon supporterà borse di studio nelle università delle città in cui si trovano il proprio Centro di Sviluppo, gli Uffici Corporate, Centri di Distribuzione, oltre che la sede del Customer Service: il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università di Roma Tor Vergata e, da quest’anno, anche l’Università degli Studi di Cagliari. Tutte le borse di studio saranno offerte per l’anno accademico 2020/2021. 

Il progetto fa parte del programma Amazon nella Comunità e sostiene l’educazione di studentesse meritevoli per diventare leader del domani e per aver successo nell’economia digitale. Amazon Women in Innovation offrirà quindi un finanziamento di €6.000 all’anno, per tre anni, a quattro studentesse: una che intenda conseguire una Laurea in Ingegneria Matematica o Informatica presso il Politecnico di Milano, un’altra iscritta al Corso di Laurea in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Torino, una impegnata presso la facoltà di Ingegneria Informatica o di Ingegneria di Internet dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e una quarta iscritta al Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica dell’Università degli Studi di Cagliari. Le Università sceglieranno le vincitrici in base a parametri di merito e di reddito, come specificato nel bando di gara. 

Oltre a supportare economicamente le studentesse per tre anni, Amazon metterà a disposizione una mentor, una manager di Amazon, per aiutare a sviluppare competenze utili per il lavoro futuro, come, ad esempio, le tecniche per creare un curriculum efficace o affrontare un colloquio di lavoro in Amazon o in altre aziende. 

“Con l’istituzione di queste borse di studio continuiamo ad aiutare giovani meritevoli a diventare leader nell’innovazione e ad avere successo nell’economia digitale, acquisendo gli strumenti utili ad affrontare le sfide del futuro”, ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon in Italia e in Spagna. “Si conferma così il nostro impegno più ampio non solo nel garantire accesso all’istruzione e nel voler ispirare i giovani a provare le discipline informatiche, ma nel costruire un vero e proprio ambiente inclusivo, che passa anche dai percorsi accademici più tecnici, tradizionalmente poco accessibili alle ragazze”. 

“Si tratta di una preziosa occasione che permetterà al nostro Ateneo di favorire e incentivare le studentesse meritevoli garantendo loro un valido sostegno per il prosieguo del loro percorso universitario. Si inserisce a pieno titolo nelle politiche che l’Università di Cagliari sta portando avanti soprattutto negli ultimi anni: per questo abbiamo aderito con piacere all’iniziativa di Amazon” – commenta Maria del Zompo, Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari 

“È attraverso lo stretto legame tra università e impresa che garantiamo reali opportunità di crescita alle ragazze, sia durante il percorso di studio che una volta inserite nel mondo del lavoro. L’iniziativa di Amazon, che il Politecnico accoglie con grande favore, rientra all’interno di un programma più ampio chiamato Girls@Polimi, che grazie al contributo delle imprese finanzia borse di studio per le ragazze iscritte ai percorsi di ingegneria, dove il divario di genere è più accentuato. – afferma Donatella Sciuto, Prorettrice del Politecnico di Milano –  Ci auguriamo che sempre più imprese seguano l’esempio di Amazon, non come gesto filantropico, ma come investimento sulla crescita delle prossime generazioni e del Paese.”   

“Le evidenze internazionali dimostrano che la qualità e l’innovazione nelle attività didattiche, di ricerca, di sviluppo e trasferimento tecnologico aumentano con politiche di gender equality, diversity e inclusione. Il capitale umano, che include sia le donne sia gli uomini, ha il potenziale per raggiungere l’eccellenza in tutte le discipline, comprese quelle STEM, valorizzando i diversi talenti. Diversità è eccellenza” afferma Claudia De Giorgi  – Vice Rettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità del Politecnico di Torino. 

“In un periodo nel quale si fa sempre più stringente e attuale la necessità di superare il gender gap nel mondo del lavoro – basti pensare che tra le linee guida per pianificare la gestione del Recovery Fund sono state inserite l’empowerment femminile e l’equità di genere – Amazon ha dimostrato di essere, ormai da anni, pioniere nelle ‘politiche di genere’. Il World Economic Forum ci dice che solo il 30% dei ricercatori sono donne e le studentesse sono ampiamente sottorappresentate nelle materie STEM. È nostro compito mettere in atto qualsiasi iniziativa che crei pari opportunità e che superi le diseguaglianze, ostacolo alla crescita e al benessere economico del Paese. Per questo motivo, anche quest’anno, aderiamo con convinzione ad ‘Amazon Women In Innovation’, offrendo alle nostre studentesse dei corsi di Laurea di Ingegneria Informatica ed Ingegneria di Internet la possibilità di accedere alla borsa di studio e al percorso di crescita umana e professionale nel campo dell’innovazione e della tecnologia” – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Orazio Schillaci.

 

Amazon a Milano, Torino, Roma e Cagliari

In Italia Amazon ha la propria sede corporate a Milano. Dal nuovo edificio in Viale Monte Grappa 3/5, nell’emergente business district di Porta Nuova, oltre 800 dipendenti gestiscono con passione una vasta gamma di progetti in alcune delle aree più interessanti e innovative come il marketing, l’advertising, l’entertainment, il cloud computing e i dispositivi elettronici. Sempre a Milano ad aprile 2020 Amazon ha inaugurato la regione di AWS in Italia (Milano) per supportare la ripresa e la crescita delle aziende italiane e la trasformazione digitale della nostra economia. La Regione AWS  consente ai clienti italiani, come start-up, PMI, grandi imprese o agenzie governative, di gestire carichi di lavoro, archiviare dati in Italia e supportare i clienti finali con maggiore efficienza. Milioni di clienti si affidano ad AWS per potenziare le loro infrastrutture, diventare più agili, ridurre i costi e essere supportati nella trasformazione digitale. AWS in Italia è la sesta regione di AWS in Europa, che si unisce alle regioni esistenti in Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito, Svezia e alla prossima regione della Spagna che verrà lanciata alla fine del 2022 o all’inizio del 2023. Grazie a questi investimenti, Amazon e AWS continuano a migliorare e incrementare costantemente i servizi offerti ai clienti.
A Milano nel 2015 ha aperto il suo centro di distribuzione urbano a Milano per servire i clienti Amazon Prime Now mentre, negli ultimi due anni, ha inaugurato due ulteriori depositi di smistamento, a Rogoredo e Buccinasco, e un centro di smistamento a Mezzate. 

Il Centro di Sviluppo italiano di Amazon a Torino è dedicato alla ricerca applicata alle capacità dell’intelligenza artificiale che consentono un’interazione naturale e accurata con Alexa, focalizzandosi su aree come il riconoscimento vocale, la comprensione del linguaggio naturale e il text-to-speech per fornire ai clienti la migliore esperienza d’uso possibile. Il Tech Center di Vercelli lavora all’implementazione dei processi tecnologici all’interno dei centri logistici di Amazon. Alle porte di Torino si trovano anche il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte e il deposito di smistamento di Brandizzo.

A Roma Amazon ha recentemente aperto un centro logistico urbano, a Roma Tiburtina, per servire i clienti Prime Now; ha inoltre 2 centri di smistamento a Roma Settecamini e Roma Magliana e un centro di distribuzione a Passo Corese, in provincia di Rieti;e recentemente ha inaugurato un centro di distribuzione a Colleferro.

A Cagliari Amazon ha aperto nel 2012 il centro di assistenza clienti, dove attualmente circa 1.000 dipendenti lavorano a tempo indeterminato. Qui, l’azienda offre supporto ai clienti di Amazon.it per tutte le categorie di prodotto.

L’impegno di Amazon per la comunità a livello globale 

Amazon è costantemente impegnata a offrire un forte supporto a donne, giovani, studenti e comunità meno avvantaggiate in tutto il mondo. Nell’ambito di un impegno più ampio verso l’istruzione, ad esempio, Amazon gestisce il programma Amazon Future Engineer, che vuole ispirare, educare e consentire a bambini e giovani adulti di provare le discipline informatiche. Viene inoltre posta una grande attenzione sui “Right Now Needs”, con particolare focus per la lotta contro la fame infantile e per le famiglie senza tetto, e sulla volontà di sostenere le comunità colpite da catastrofi naturali attraverso il programma “Disaster Relief”, che offre un servizio rapido ed efficace a diverse associazioni no profit impegnate a fronteggiare disastri naturali su larga scala.

 

Le partite Iva manifestano in piazza Castello

Riceviamo e pubblichiamo/ Si terrà domenica 15 novembre alle 15, in piazza Castello davanti al Palazzo della Regione, la manifestazione pacifica organizzata dalle associazioni che rappresentano le partite Iva, i lavoratori autonomi, i noleggiatori di auto con conducente, gli esercenti dello spettacolo e del turismo, i mercatali, gli ambulanti e molti altri.

Categorie duramente colpite dagli effetti dell’ultimo Dpcm del Governo e che hanno visto limitare drasticamente o chiudere le proprie attività a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. Sono 12 le sigle di categoria che parteciperanno, unite nell’Alleanza delle Partite Iva per far sentire la propria voce in modo unanime.

La manifestazione è regolarmente autorizzata dalla questura e si può partecipare con la compilazione dell’apposita certificazione anche provenendo da fuori comune.

La condizione posta dagli organizzatori è il rigoroso rispetto delle norme di distanziamento sociale e l’uso della mascherina. La manifestazione è pacifica e vanno assolutamente evitati atteggiamenti facinorosi.

“Tengo a precisare che non siamo assolutamente negazionisti, né pensiamo che non servano misure di contenimento del virus.”, precisa Beba Pucciatti, presidente nazionale di Fipi, che aggiunge: “Abbiamo delle proposte per poter continuare a lavorare, soluzioni da attuare sia in questo drammatico momento, sia nel post emergenza. Le esporremo in piazza Castello domenica e vorremmo essere ascoltati per presentarle a un tavolo con la Regione. Sono proposte per evitare la bancarotta del sistema, perché se ‘chiudi le imprese, uccidi il Paese’”.

“C’è una forte sofferenza economica, trasversale a più categorie lavorative e che a caduta tocca tutto l’indotto collegato. È ingiusto che chi lavora, paga le tasse, debba trovarsi a colmare le incapacità di chi, in questi mesi, non è stato in grado di rendere più efficiente il sistema sanitario”.

Il mondo lavorativo ne è ampiamente coinvolto, dagli autonomi ai dipendenti delle piccole imprese, dai fornitori alle famiglie: “C’è una platea enorme che ruota attorno ai lavoratori con partite iva e ai piccoli imprenditori – prosegue Beba -. Sono stati decisi i ristori, ma non rappresentano una misura adeguata, servono veri provvedimenti fiscali. E vogliamo essere propositivi per non soccombere in questo lockdown”.

All’appuntamento di domenica 15 novembre, alle ore 15, in piazza Castello a Torino, saranno presenti le 12 sigle, sotto il ‘cartello’ dell’Alleanza Partite Iva, a rappresentare i comparti lavorativi maggiormente penalizzati:

FIPI (Futuro italiano partite Iva)
NCC (Noleggio con conducente)
AFI (Associazione Fieristi Italiana)
GOIA (Gruppo organizzato indipendente Autonomi)
AAPICAST (Artisti, Artigiani, Piccoli Imprenditori, Commercianti, Ambulanti, Simpatizzanti Torino)
Ambulanti Settimo
Associazione San Mauro Centro
FRI (Associazione civica diretta da avvocati, medici, scienziati, imprenditori, professionisti, artisti)
VRPI (Vera Rivolta Partite Iva)
Gruppo ‘Tutti in piazza. Torino C’è’
UBAT (Unione Battitori Ambulanti Torinesi)

 

 

Artigiani, anche per le attività aperte crollo del fatturato

Non solo le attività artigiane chiuse dal lockdown stanno patendo il crollo del fatturato
Anche quelle  aperte stanno avendo un pesante calo per il fatto di lavorare in ‘zona rossa’. Lo regista Confartigianato che ipotizza un calo di ricavi per i parrucchieri del 50%, considerato  che alcuni negozi lavorano in condivisione con i centri estetici. Per pasticcerie, gelaterie e attività del food ai calcola una flessione del 55%, per il settore dell’abbigliamento (sartoria, calzolai) del 60%, con la produzione di calzature e di abiti nulla, i fotografi dell’85%, i tassisti dell’80%, le lavanderie del 55%, gli autotrasportatori del 48%.