ECONOMIA- Pagina 340

la Regione propone di tassare le piattaforme di e-commerce. L’opposizione: “ennesimo annuncio”

Aumentare l’aliquota dal 3% al 15% sui fatturati delle grandi piattaforme di e-commerce e raddoppiarla fino al 30% per quelli maturati durante l’emergenza Covid-19, ma anche prevedere un risarcimento dell’80% del fatturato del 2019 per i negozi sottoposti alle limitazioni dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria.

Questa in sintesi la proposta della Regione Piemonte che chiede di modificare la normativa nazionale in materia di Web Tax, “per garantire condizioni di parità commerciale tra i colossi delle vendite on line e i negozi penalizzati durante la pandemia”.

Il Piemonte propone anche la creazione di un fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel quale far confluire il gettito delle maggiori entrate da destinare interamente alle attività commerciali di prossimità attraverso le Regioni.

La ratio è semplice, ovvero far partire tutti dallo stesso punto, in uno scenario in cui l’e-commerce nei primi mesi di quest’anno ha fatto registrare +31% anche grazie al fatto che i negozi erano chiusi a causa del Covid” ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio, in una conferenza stampa con gli assessori al Commercio, Vittoria Poggio, ai Rapporti col Consiglio e agli Affari Legali, Maurizio Marrone e il vicepresidente, Fabio Carosso. “Si è creata una distorsione della libertà di concorrenza e dell’equilibrio del mercato – ha aggiunto il presidente Cirio -. Mentre con la legge che propone il Piemonte entrerebbero nelle casse dello Stato 2,5 miliardi di euro, contro i circa 700 milioni previsti con l’aliquota attuale al 3%Chiediamo che i ricavi della Web Tax Covid siano destinati interamente alle piccole attività commerciali, le botteghe artigiane, i nostri negozi di vicinato, colpiti duramente dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. È una questione di giustizia economica e di rispetto della concorrenza”.

La legge proposta dal Piemonte ha come obiettivo le grandi piattaforme online con ricavi pari o superiori a 750 milioni di euro. In questo modo la Regione punta a garantire un sostegno alle attività commerciali colpite dalle chiusure, ma anche a chi è rimasto aperto danneggiato, però, dalla contrazione del mercato.

La Giunta ha annunciato anche l’avvio dal 1 dicembre fino a marzo 2021 di una campagna di comunicazione – attraverso spot tv e radio, redazionali e affissioni – per invogliare i consumatori a fare acquisti nei negozi tradizionali, in collaborazione con Ascom, Confcommercio, Uncem, Unioncamere Piemonte e Sistema Camerale, Confesercenti e Visitpiemonte.

Vogliamo tenere le luci accese di tante attività – ha detto l’assessore al Commercio, Vittoria Poggio – vogliamo tenere vivo il nostro tessuto produttivo che ha un valore attrattivo anche per il turismo. Una luce accesa è anche sinonimo di sicurezza nelle nostre città. Utilizzeremo dei testimonial per sensibilizzare i consumatori a fare acquisiti nei negozi tradizionali dove troviamo rapporti umani e di relazione che fanno bene alle persone”.

Non sappiamo quando arriveranno le ricadute del Recovery Plan – ha aggiunto l’assessore ai Rapporti col Consiglio e agli Affari Legali, Maurizio Marrone – ma siamo sicuri che il nostro obiettivo deve essere quello di arrivare vivi a quel momento e con le serrande alzate. Inizieremo presto con tutti i gruppi consiliari l’approfondimento necessario per arrivare a una approvazione che ci confermi prima Regione in Italia a presentare questo stimolo al Parlamento nazionale. Basta vantaggi per i giganti del web a discapito del nostro interesse nazionale e territoriale”.

Questa proposta vuole dare un segnale forte di attenzione ai nostri negozi che più di altri stanno pagando per il lockdown – aggiunge il vicepresidente Fabio Carosso -. I centri storici e i piccoli comuni restano vivi con la presenza delle attività commerciali che sono la linfa delle nostre comunità e che spesso sono riconosciute come eccellenze della Regione”.

LO SCENARIO ECONOMICO LOCALE

Un’indagine della Camera di Commercio di Torino sui consumi delle famiglie segnala nel primo semestre 2020 una contrazione ai livelli del 2015, con cali generalizzati soprattutto nei generi non alimentari (-7,8% rispetto al I semestre 2019) accanto a una contrazione del 5,3% della frequentazione di negozi di vicinato (dal 26,8% al 21,5%).

LO SCENARIO ECONOMICO DELL’E-COMMERCE

Nel periodo pandemico (considerando i primi 9 mesi del 2020) il comparto dell’e-commerce ha registrato a livello mondiale +31,3% di fatturato. Secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, il commercio elettronico in Italia vale circa 31 miliardi. Nel 2019, infine, circa la metà dell’utile ante imposte delle multinazionali di settore è tassato in Paesi a fiscalità agevolata: ciò ha permesso un risparmio fiscale cumulato, nel periodo 2015/2019, di oltre 46 miliardi a livello planetario.

 

A stretto giro di posta la  replica dei Presidenti dei Gruppi di Opposizione: Raffaele Gallo (Pd), Sean Sacco (M5S), Marco Grimaldi (Luv), Mario Giaccone (Lista Monviso), Silvio Magliano (Moderati)“Ennesimo annuncio a cui non seguirà un fatto concreto. Cirio si occupi del Piemonte”

“Ma quale tassa piemontese per Amazon. Ecco in scena ennesimo bluff. Cirio si occupi del Piemonte, e con i suoi poteri ordinari eviti nuovi lockdown. Evitiamo di prendere in giro i commercianti” dichiarano i Presidenti dei Gruppi di Opposizione in Consiglio regionale Gallo, Giaccone, Grimaldi, Magliano e Sacco

“Il Presidente Cirio lasci al livello nazionale gli interventi fiscali, anche perché la sua proposta di modifica alla web tax arriva davvero fuori tempo massimo, difficilmente applicabile retroattivamente a questo lockdown. Per fortuna il Governo sta già intervenendo nell’ambito di norme nazionali e europee, con la legge di Bilancio di quest’anno” precisano i Presidenti dei Gruppi di opposizione.

“La conferenza stampa della Giunta di centrodestra è l’ennesimo annuncio al quale non seguirà alcun risultato concreto e che, purtroppo genererà solo aspettativa. E’ un modo per spostare l’attenzione dai problemi del territorio piemontese, problemi che Cirio, invece, dovrebbe impegnarsi a risolvere” concludono i Presidenti.

 

Dehors gratuiti prorogati al 31 marzo per bar e ristoranti. Fino al 31 gennaio anche per altri negozi

Il Consiglio Comunale ha approvato una delibera, illustrata dall’assessore al Commercio, Alberto Sacco, grazie alla quale viene prorogato il piano straordinario di occupazione suolo pubblico per l’utilizzo dei dehor, approvato nel maggio scorso, e contenente misure temporanee e straordinarie, finalizzate ad accompagnare le attività economiche dopo il periodo di chiusura imposto dall’emergenza sanitaria.

Il piano è prorogato alla data del 31 marzo 2021 a favore degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, comprese le strutture alberghiere che svolgono attività di questo tipo.

La proroga è concessa invece fino al 31 gennaio 2021 anche alle altre categorie economiche allo scopo di consentire la possibilità di utilizzare tali spazi per l’esposizione di addobbi natalizi, consentire l’attesa ai clienti e l’eventuale confezionamento delle merci acquistate.

I dehor, per i quali sarà prevista la gratuità dell’occupazione, potranno essere riscaldati con impianti a gas o elettrici.

Con lo stesso atto viene confermata la procedura semplificata per l’occupazione del suolo pubblico da parte di titolari di pubblici servizi di somministrazione e di altre attività economiche, tramite una comunicazione attraverso la posta certificata (PEC).

La delibera è stata approvata grazie anche ad emendamenti proposti dalla consigliera Maria Grazia Grippo (PD) e del consigliere Andrea Russi (M5S).

Il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo non si ferma

24 novembre: il seminario “Donne e cura del denaro” in collaborazione con l’INPS sugli strumenti e le modalità con cui le donne possono acquisire maggiore autonomia nella gestione delle loro finanze

26 e 27 novembre: il festival “Il mio posto nel Mondo” dedicato agli studenti delle scuole secondarie di II grado sull’importanza di investire sul proprio capitale umano ed essere imprenditori di sé stessi. Tema 2020: la creatività

 

 Le attività del Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo non si fermano, nonostante la chiusura come per tutti i musei in Italia a causa delle disposizioni governative per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19, ma continuano in forma digitale con una serie di appuntamenti rivolti ad adulti, famiglie e ragazzi anche nel mese di novembre, seguiti da un pubblico online sempre più numeroso.

Le iniziative del primo museo al mondo dedicato all’educazione finanziaria si inseriscono nell’ampio palinsesto annuale che presenta quest’anno importanti novità come la possibilità di visitarlo interamente da remoto, anche grazie a numerosi video, e di scaricare app innovative per familiarizzare con la complessa arte della gestione del denaro.

Martedì 24 novembre, ore 16.00 – Donne e cura del denaro – webinar

Un seminario promosso dal Museo del Risparmio con la collaborazione di INPS che intende favorire la riflessione sugli strumenti e le modalità con cui le donne possono acquisire maggiore autonomia nella gestione delle loro finanze. Per scaricare il programma e il link di accesso all’evento https://www.museodelrisparmio.it/donne-e-cura-del-denaro-webinar/

 

Giovedì 26 e venerdì 27 novembre – Festival “Il mio posto nel Mondo”

Ogni anno il Museo del Risparmio dedica il festival “Il mio posto nel Mondo” agli studenti delle scuole secondarie di II grado, per farli riflettere sull’importanza di investire sul proprio capitale umano e di divenire imprenditori di sé stessi. L’incontro è dedicato alla valorizzazione del capitale umano dei ragazzi delle scuole superiori e i temi di quest’anno sono le idee e la creatività, aspetti che possono contribuire a trovare la propria strada e di pensare “out of the box”. In collaborazione con Museo Lavazza e con l’Associazione Next Level, l’evento si svolgerà in formato esclusivamente digitale e sarà aperto agli studenti di tutte le scuole italiane, che potranno seguire in diretta le video interviste a testimonial d’eccezione (tra i quali il campione di bici Vittorio Brumotti, il vincitore del premio “Migliore insegnante del mondo 2020” Daniele Manni, lo chef stellato Federico Zanasi) e dialogare con loro.

Per maggiori informazioni sul programma del Festival: https://www.museodelrisparmio.it/il-mio-posto-nel-mondo-2020/

Il Museo del Risparmio è l’iniziativa di educazione finanziaria di Intesa Sanpaolo. È aperto dal 2012 ed è membro fondatore dell’International Federation of Finance Museums (IFFM), una rete internazionale di musei, privati e pubblici, dedicati al tema della finanza

Pagamenti delle imprese, gravi ritardi per il Covid

Secondo lo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 30 settembre, il Piemonte, con il 36,4% di imprese che pagano i propri fornitori alla scadenza, è 7° nel ranking italiano. Aumentano le imprese che effettuano i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni: erano l’8,1% nel 2019, sono il 10,6% al 30 settembre. Fra le 20 province italiane le cui imprese, a confronto con il 2019, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti superiori a 30 giorni, 6 sono piemontesi: Asti è al 2° posto (+53,8%), Biella al 5° (+45,8%), Cuneo al 10° (+40,6%), Verbania all’11° (+39,7%), Novara al 15° (+36,5%), Alessandria al 17° (+36,3%).

La classifica delle province piemontesi vede in testa Biella (22°), seguita da Cuneo (26°), Verbania (29°), Novara (33°), Asti (34°), Vercelli (36°), Torino (48°) e Alessandria (52°). Rispetto al 2019, resta invariata la posizione di Cuneo, Torino ne guadagna una, Vercelli e Asti ne perdono 2, Novara 3, Verbania 5, Biella e Alessandria 8.

 

Continuano le ripercussioni economiche negative dell’emergenza Covid-19 sulla puntualità dei pagamenti delle imprese: a settembre 2020 il numero delle aziende italiane che pagano i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo ha raggiunto il 12,7%, un dato di poco superiore a quello di fine 2016 (12,3%). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato al 30 settembre 2020, realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.

Le regioni che hanno subito la variazione percentuale più elevata rispetto all’ultimo trimestre del 2019 sono la Valle d’Aosta (+40,4%), il Friuli-Venezia Giulia (+37,5%), il Veneto (+32,6%) e il Trentino – Alto Adige (+31,6%) che, nonostante questo, rimane la regione con meno ritardi gravi (6,7%) in assoluto. L’incremento dei ritardi oltre 30 giorni è invece più contenuto nelle regioni del Sud, che pur partono da un livello assoluto più elevato.

Rispetto al trimestre precedente, il Nord Est e il Nord Ovest del Paese hanno registrato l’incremento più elevato di ritardi gravi (rispettivamente 10,4% e 11,8%). Il Nord Est tuttavia si conferma ancora una volta l’area geografica più affidabile, con il 43% delle imprese che pagano alla scadenza, mentre al Sud e nelle Isole, dove le imprese puntuali sono solo il 22,6%, si evidenziano maggiori difficoltà.

“Dall’analisi dei dati – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS – l’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sulle nostre imprese è sempre più evidente. Adesso più che mai è fondamentale un’attenta gestione di fornitori o partner commerciali, per intervenire tempestivamente sulle situazioni in rapido deterioramento. Lo Studio – aggiunge Preti – rileva l’incremento più alto nei pagamenti superiori a 30 giorni rispetto a fine 2019 nel settore dell’industria, ma evidenzia anche lo stato di sofferenza dei settori più colpiti dal lockdown, quali bar e ristoranti, i servizi ricreativi e cinematografici, tutti agli ultimi posti nella classifica dei meno virtuosi nei pagamenti”.

A livello territoriale la Sicilia, con il 23,1%, mantiene il primato negativo di imprese che effettuano i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo, seguita dalla Calabria (22,9%) e dalla Campania (20,6%). Il Trentino Alto-Adige (6,7%) e le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, vale a dire Emilia-Romagna (8,1%) e Lombardia (8,4%), sono, invece, quelle che registrano meno ritardi gravi, nonostante il notevole incremento rispetto a dicembre del 2019.

L’indagine di CRIBIS evidenzia anche gli effetti della crisi generata dal Covid-19 sulle province del Nord: le imprese di Lodi (+55,7%), Asti (+53,8%), Pordenone (+50%) e Belluno (+50%) sono quelle che, a confronto con la fine del 2019, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti superiori ai 30 giorni.

Nonostante l’incremento causato dalla crisi del Covid-19, Brescia, Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento si confermano le province più puntuali, mentre il podio delle meno virtuose vede Reggio Calabria scavalcare Trapani all’ultimo posto, seguita da Palermo, Enna (fra le province italiane che, rispetto alla fine del 2019, perdono più posizioni – 8 – nel ranking) e Crotone.

Per quanto riguarda i gruppi merceologici, il macrosettore che ha mostrato il maggiore incremento di ritardi oltre i 30 giorni è stata l’industria in cui il numero di aziende che pagano con grave ritardo è cresciuto del +25%, pur rimanendo in termini assoluti un settore con solo l’8,5% di aziende con questo profilo. Crescono molto i ritardi anche nel commercio all’ingrosso (+12,8% ritardi oltre 30 gg); il settore però con il maggior numero in termini assoluti rimane il commercio al dettaglio con il 17,2% di aziende che pagano con ritardi superiori ai 30 giorni.

In tour tra le vigne urbane

LUNEDÌ 23 NOVEMBRE CON IL WEBINAR “ENOTURISMO CULTURALE: ALLA SCOPERTA DELLE VIGNE IN CITTÀ”
Con il webinar “Enoturismo culturale: alla scoperta delle Vigne in Città” ci si appresta alla conclusione di Vendemmia a Torino-Grapes in Town – Portici Divini organizzata da Eventum Contrada e promossa da Regione Piemonte Camera di Commercio di Torino.

Nel webinair ideato dall’ATL Turismo Torino e Provincia si alterneranno live sulla pagina FB Vendemmia a Torino-Grapes in Town, lunedì 23 novembre alle ore 17, i responsabili di quattro importanti vigne urbane italiane (Venezia, Siena, Milano, Palermo) per presentare le loro vigne e il plus turistico di ciascuna accanto a quelle di Parigi e Avignone.

Il webinar ha infatti lo scopo di illustrare il potenziale turistico delle vigne urbane partendo da Torino che ha il privilegio come poche città italiane di possedere una vigna proprio in città, la Vigna della Regina accanto a Villa della Regina, Residenza Reale Patrimonio Unesco dal 1997.

Possedere un vigneto cittadino a pochi metri dal centro storico – sottolinea Marcella Gaspardone del Comitato Direttivo di Turismo Torino e Provincia – è sicuramente un valore aggiunto, un forte attrattore turistico; oltre a rappresentare un’importante operazione storica e ambientale per permettere che tali patrimoni sopravvivano e restino a disposizione della cittadinanza è un unicum dal forte richiamo turistico che va valorizzato facendo sinergie con le altre vigne urbane presenti in Italia e in Europa“.

Moderato dalla giornalista Rosalba Graglia, dopo i saluti istituzionali della Regione Piemonte, a seguire l’intervento di Luca Balbiano Presidente dell’Associazione delle Vigne Urbane, Urban Vineyards Association, oltre che protagonista della rinascita della Vigna della Regina.

La Urban Vineyards Association – U.V.A. – è stata fondata nel 2019 con l’intento di tutelare il patrimonio storico, enoico e paesaggistico rappresentato dalle vigne situate all’interno dei centri abitati, valorizzandole sotto il profilo culturale e turistico.

“Le Vigne Urbane sono dei tesori incastonati nei centri urbani, che noi vogliamo difendere e valorizzare– Spiega Luca Balbiano, fondatore e Presidente della Urban Vineyards Association – Ognuna di queste Vigne ha una propria storia da raccontare, fatta di persone che ci hanno creduto, di mani che hanno lavorato, di teste che hanno pensato e di sogni che si sono avverati. Quello che l’Associazione vuole fare è scrivere nuovi capitoli di queste storie, unendo le forze per continuare, tutti insieme, a promuoverne il prestigio, la cultura e la bellezza“.

Attualmente sono 9 le vigne urbane associate:

Vigna della Regina di Torino

Clos Montmartre di Parigi

Vigna di Leonardo di Milano

Vigneti della Laguna di   Venezia

San Francesco della Vigna di Venezia

Vigneti Senarum Vinea di Siena

Vigna del Gallo di Palermo,

Clos de Canuts di Lione e, ultima arrivata, Clos du Palais des Papes di Avignone.

Il webinar prosegue con l’intervento dei responsabili italiani dei Vigneti della Laguna (Venezia), Senarium Vinea (Siena), Vigna di Leonardo (Milano), Vigna del Gallo (Palermo) e con la vigna di Montmartre di Parigi, con la quale la Vigna della Regina è gemellata, e con la vigna del Palazzo dei Papi di Avignone.

 

Imprese, già nel secondo pre-lockdown consumi in crisi nel Nord Ovest

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY registra ancora un severo calo dei consumi a ottobre rispetto al 2019 con un -24,7%, in peggioramento rispetto al -13,5% di settembre. Il progressivo annuo 2020 vs 2019 si attesta così a -33,5%.

Ancora in sofferenza la ristorazione a -27,2%, male anche l’abbigliamento con -26,5%, il non food contiene i danni con un -12,2%. Travel maglia nera con -64,6% nel mese e -60,3% sul progressivo anno.

Nei trend per regioni Campania la più negativa con -31,5%,
Firenze si riprende lo scettro di peggiore con -42,8% e -41% nel progressivo anno.
Le rilevazioni della flash survey del Centro studi Confimprese sui primi 15 giorni di novembre registrano -46,7% nella ristorazione e -48% nell’abbigliamento. Male anche gli ingressi nei centri commerciali con un calo -55% di ingressi

Peggiora il mese di ottobre con una flessione, ampiamente prevista, del -24,7% in forte calo rispetto ai dati che abbiamo letto ad agosto e settembre. Il dato del progressivo anno si attesta al -33,5%, che sale al -41% se consideriamo gli 8 mesi marzo-ottobre. La situazione è in decisivo peggioramento per effetto delle restrizioni adottate in ottobre con le chiusure dei centri commerciali nei week-end.

Queste le principali evidenze registrate dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY, su cui pesa il pessimismo dovuto al susseguirsi delle restrizioni territoriali, che blocca i consumi ed è indice di una situazione economica difficile.

Sul mese di ottobre perde terreno la ristorazione (-27,2%) con 11 punti rispetto a settembre, anche se il settore che ha perso maggiormente è l’abbigliamento con -26,5% (-12,9 punti in settembre), mentre altro non food è 15 punti percentuali migliore (-12,2%).

Tra i canali continua la discesa inarrestabile del travel con -64,6%, che porta a -60,3% il progressivo anno e -71,1% negli 8 mesi marzo-ottobre. Continua, dunque, la desertificazione di aeroporti e stazioni per effetto della mancanza del turismo straniero e dell’indotto nel commercio, nei bar e ristoranti, che si riflettono di conseguenza sull’intera filiera.

Le aree Nord-Est e Sud riportano dati migliori rispetto alle aree Nord-Ovest e Centro. In particolare, negative Lazio, Sardegna, Liguria e Toscana, anche se la maglia nera va alla Campania con -31,5%.

Un’analoga situazione si riflette anche nell’analisi delle Pta (Primary trade area). Le high street (-31,3%) mantengono l’andamento peggiore già registrato nei mesi precedenti, testimonianza delle mutate attitudini di consumo dei consumatori, che privilegiano la vita di quartiere anche a causa della scarsa mobilità. Tuttavia, si registra un notevole calo anche nei centri commerciali -26.5%, negli outlet -16,3%, mentre i negozi che resistono di più si trovano nelle altre località -20,8%.

«Il mese di ottobre gela la lenta ripresa dei consumi – commenta Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Confimprese –. L’introduzione di misure restrittive nelle grandi superfici di alcune regioni e nella ristorazione, insieme a un clima di preoccupazione per il rinvigorire dei contagi e alla confusione generata nei consumatori da un susseguirsi di regole e limitazioni in continuo cambiamento e sovrapposizione nazionale, regionale e comunale, hanno contribuito a questa brusca inversione di trend. Il timore è che si possa prospettare ancora per i prossimi mesi un’alternanza di periodi simili al primo lockdown (-77,9%) e al post lockdown (-21,4%) con le pesanti conseguenze che si possono immaginare sulla tenuta del settore».

«Le vendite dei settori retail non-food e ristorazione – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY – hanno dimostrato di essere fortemente legate alle misure di limitazione dell’apertura dei punti vendita, mentre il consumatore ha dimostrato che, ove possibile, vuole ritornare a spendere e ad avere una vita sociale. Per il mese di novembre prevediamo cali differenziati a seconda del tempismo delle regioni nell’adottare le misure restrittive alle varie attività commerciali. Per fare un esempio, già ad ottobre si registrano 20 punti di differenza nella ristorazione tra il canale peggiore, high street -39%, e il migliore, outlet -19%».

Inoltre, da una flash survey del centro Studi Confimprese emerge che nelle prime 2 settimane di novembre le politiche restrittive impattano fortemente sulle performance del comparto retail ristorazione e non food. Si accentuano le criticità del settore ristorazione con un trend fortemente negativo nelle vendite e una flessione media del -46,7% rispetto al periodo corrispondente del 2019. L’abbigliamento e accessori vede contrarsi le vendite del -48%, il non food limita i danni con un calo delle vendite pari al -19,3%. Male anche le rilevazioni nei centri commerciali, che evidenziano un calo degli ingressi rispettivamente del 51% nella prima settimana di novembre con ulteriore aggravamento al 60% nella seconda, cosa che fa presagire un fine mese ancora più negativo.

Analisi per aree geografiche, regioni e province

Le aree geografiche flettono tutte intorno al -34%, tranne il Sud che chiude a -29,8%. A sorpresa la peggiore regione è la Campania con -31,5%, che supera Lazio -30,5%, Sardegna -28%, Liguria -27,8%, Toscana -27,6%, Lombardia -26,7%, Piemonte -24,2%, Emilia-Romagna -21,3%, Veneto e Friuli-Venezia Giulia -22,2%. Allenta la morsa il Sud, dove la Sicilia lascia sul terreno -20,5%, mentre Puglia -13,7% e Calabria -7,8% chiudono il mese meno in sofferenza.

I trend per città

Le rilevazioni delle regioni non riflettono i dati delle città, dove Firenze si riprende lo scettro di peggiore con -42,8% e -41% nel progressivo anno, seguita da Genova con 37,6%. Brescia -36,3% e Milano -36,2% mostrano andamenti similari. Le città d’arte perdono qualche punto percentuale in meno rispetto alle città a vocazione ‘industriale’ lombarde e liguri: Roma chiude a -33,5%, Venezia a -33,4%, Napoli -32,1%, Torino -27,6%, Bologna -26,8%, Palermo -24%, Parma -21,2%, Padova -21%, Verona -17,9%.

I trend per province

Curiosamente nella regione Puglia che è tra le migliori per performance, sia pure negative, il trend peggiore si registra nella provincia di Brindisi con una flessione del -36,3%, seguita da Foggia -28,7%, Lecce e Taranto -24,2%. La provincia di Genova chiude con numeri molto negativi: -35,7%. Male anche le province di Caserta -34%, Napoli -31,7%, Salerno -25%. Le province toscane performano male, al pari di quella di Firenze -34,7%, con Livorno a -24,4% e Lucca -25,9%.
In Veneto Venezia e Padova sono rispettivamente a -31,1% e -30,8%, Treviso -20,1%, Verona -15,6%, Vicenza -9,9%.
Le province emiliane chiudono ottobre come segue: Modena -24,9%, Rimini -22,7%, Forlì-Cesena -23,1%, Reggio Emilia -21,7%, Bologna -20,2%, Parma -18,2%.
In Piemonte peggio di Torino -28% fa Alessandria con -28,4%, seguita da Novara -21.3% e Cuneo -13%. In leggero recupero la provincia di Trento a -14,5%.
Veniamo alle province siciliane: la peggiore è Catania con -28%, seguita da Agrigento -23,9%, Palermo -20,4%, Messina -8,7%.

Servizi digitali per la sosta in montagna

Fondazione Montagne Italia, espressione di UNCEM, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani, e EasyPark Italia, l’azienda leader nel mobile parking, hanno sottoscritto una convenzione finalizzata a semplificare il servizio di gestione digitale della sosta presso tutti i comuni associati alla Fondazione.  

Un accordo nato all’interno di uno scenario in cui l’emergenza sanitaria ha determinato significativi cambiamenti, anche nell’ambito della mobilità e della sosta. Tra questi ne spiccano due: la scelta della vettura privata come mezzo principale per gli spostamenti medio-lunghi, e un turismo che privilegia le località italiane rispetto a quelle straniere, con la riscoperta dei piccoli borghi e delle cittadine di montagna.

La convenzione prevede l’offerta da parte di EasyPark di un supporto consulenziale completo, sia di carattere progettuale che operativo. Forte della sua leadership che conta oltre 2000 città e operatori nel mondo, di cui 450 comuni in Italia, EasyPark garantisce la miglior copertura territoriale del servizio e un’esperienza tecnologica senza eguali.

L’azienda propone agli associati della Fondazione Montagne Italia un’ampia gamma di servizi: l’attivazione del pagamento della sosta tramite app in zone tariffate a raso, in struttura o in aree circoscritte, anche temporanee; una piattaforma attraverso cui commercianti, albergatori o ristoratori possono pagare il parcheggio ai propri clienti; la possibilità di pre-acquistare la sosta in anticipo per zone nelle quali il numero dei posti disponibili è limitato; la fornitura dell’APP di controllo del pagamento della sosta tramite verifica della targa (eventualmente anche sanzionamento); un cruscotto personalizzato con i dati in tempo reale dove effettuare analisi, report e statistiche su impegni e redditività delle aree; e infine la realizzazione di totem informativi da posizionare in punti strategici dei centri abitati.

“È molto importante questa partnership con EasyPark che ringrazio – afferma il Presidente Fondazione Montagne Italia e Uncem, Marco Bussone – perché molti Comuni stanno individuando sui loro territori zone per parcheggi per accedere ad aree di pregio, Sindaci stanno pensando a progetti smart per rendere i loro territori più fruibili e meglio gestiti. EasyPark è specializzato in questi e altri servizi, a vantaggio degli Enti locali e delle comunità. Regolamentare traffico e coordinare aree per la sosta in modo efficace fa parte di nuovi modelli di sviluppo locale in linea con l’ecologia integrale e anche con le scelte fatte da Enti locali in molti Paesi europei”.

Siamo davvero lieti di aver siglato questa partnership con la Fondazione Montagne Italia, che ha deciso di puntare sulla digitalizzazione, comprendendo appieno le potenzialità del mobile parking” afferma Giuliano Caldo, General Manager di EasyPark Italia Mettiamo la nostra esperienza e i nostri servizi a disposizione delle amministrazioni comunali che desiderano offrire soluzioni digitali intelligenti e immediatamente attivabili, insieme a dati di sosta indispensabili per definire politiche di mobilità efficaci. E al contempo rendere la sosta facile, comoda e sicura per tutti, trasformandola anche in strumento di promozione commerciale per chi si occupa di commercio e turismo”.

Fondazione Montagne Italia

La Fondazione – espressione di Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – rappresenta gli interessi istituzionali, sociali ed economici dei territori. FMI identifica i bisogni della comunità, ne comprende le esigenze, identifica le priorità di intervento. È agente di sviluppo capace di dialogare con gli attori pubblici e privati che si prefiggono la crescita delle comunità locali secondo i valori della solidarietà, della sostenibilità e dell’innovazione.

Il Gruppo EasyPark  

Fin dal 2001 i nostri pluripremiati servizi digitali aiutano gli automobilisti a gestire la sosta. Oggi sono oltre 2000 le città e gli operatori a offrire il nostro servizio, in 20 diversi paesi (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Islanda, Isole Faroe, Lichtenstein, Slovenia, Serbia, Montenegro, Ungheria e Australia).

Ma non solo. A livello generale, la nostra tecnologia supporta le aziende, gli operatori e le città ad amministrare, pianificare e gestire i parcheggi. Siamo impegnati a rendere la vita urbana più facile – un posto auto per volta. Visita www.easyparkgroup.com per saperne di più.

In Italia, il servizio EasyPark, per privati e aziende, è attivo in 450 città tra le quali Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Palermo e Catania. Per ulteriori informazioni:  www.easyparkitalia.it

L’Industria Felix del Piemonte: 11 imprese al top in Italia

Il Premio esalta le performance gestionali, l’affidabilità finanziaria e talvolta la sostenibilità delle aziende: scelte le migliori 122 in 18 settori

 

Le premiate sono 6 di Torino, 1 di Asti, 2 di Cuneo, 1 di Alessandria, 1 di Novara: i nomi

Il vicepresidente di Confindustria Grassi: «Campioni di resilienza che rappresentano il modello da cui bisognerà ripartire»

 

Sono 11 le società con sede legale nel Piemonte che si sono distinte per performance gestionali, affidabilità finanziaria e talvolta per sostenibilità. Queste imprese figurano tra le migliori 122 a livello nazionale scelte in 18 settori strategici, insignite dell’Alta onorificenza di bilancio del Premio Industria Felix – L’Italia che compete, un riconoscimento assegnato sulla base di criteri oggettivi, che tiene conto di un incontrovertibile algoritmo di competitività (valutato sulla base dei bilanci depositati), del Cerved Group Score (l’indicatore di affidabilità finanziaria di una delle più importanti agenzie di rating in Europa) e in alcuni casi del bilancio/report di sostenibilità o della Dichiarazione non finanziaria per le aziende che ne sono in possesso.

Le 11 società piemontesi premiate per le performance pre-Covid sono: nella provincia di Torino 6, Across Srl Aditus Srl tra le 10 top del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento, Demap Srl tra le 20 top del settore Ambiente, Ediscom Spa e Teoresi Spa tra le 15 top dei Servizi Innovativi, Il Diamante Srl tra le 10 top del Turismo; nella provincia di Asti 1, Ar Srl tra le 20 top del settore Ambiente; nella provincia di Cuneo 2, Egea Commerciale Srl tra le 10 top del settore Energia e Utility, Nutkao Srl tra le 10 top dell’Agroalimentare; nella provincia di Alessandria 1, Leoni Italy Srl tra le 15 top della Meccanica; nella provincia di Novara 1, Procos Spa tra le 10 top Chimica e Farmaceutica.

Le aziende saranno premiate durante la tre giorni di edizione nazionale digitale (a causa del Covid 19) in programma dal 16 al 18 novembre. L’evento, presentato dai giornalisti Angelo Mellone e Maria Soave, è organizzato dal trimestrale di economia e finanza supplemento con Il Sole 24 Ore, Industria Felix Magazine, diretto da Michele Montemurro, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Sustainable Development, A.C. Industria Felix, con il patrocinio di Confindustria e le media partnership di Ansa e Il Sole 24 Ore, con la partnership istituzionale in una giornata di Regione Puglia e Puglia Sviluppo. Industria Felix ha inoltre messo in rete le imprese virtuose premiate coinvolgendole in un’innovativa Fiera digitale con business matching in programma per tutto il mese di novembre, con la possibilità di visionare potenzialmente poco più di 6 milioni di profili aziendali nel più grande motore di ricerca online per le imprese italiane, Atoka+.

Tra gli ospiti della giornata d’apertura, il vicepresidente di Confindustria, l’ingegner Vito Grassi dichiara: «In fasi particolari di cambiamento e trasformazione, come quelle che stiamo vivendo, all’interno di un quadro economico disastroso e senza precedenti, visione e capacità di guidare l’innovazione diventano fattori decisivi. Oggi, e in misura maggiore per il futuro, le Pmi che vogliono restare sul mercato hanno la necessità di una vera e più forte cultura d’impresa, che si conferma essere l’unica vera speranza di progresso sociale. Lo dimostrano – sottolinea Grassi – le imprese su cui ha avuto il merito di accendere i riflettori Industria Felix: veri campioni di resilienza, che dovranno farsi carico di ridare fiducia anche a chi non ce l’ha fatta. Rappresentano il modello di impresa da cui bisognerà ripartire, senza se e senza ma».

Secondo le previsioni di Cerved, sono due i settori che guideranno la ripresa nel 2021, con una crescita significativa dei ricavi rispetto al 2019: commercio online (+17,1%) e servizi innovativi (+3,2%). Nonostante la ripresa prevista dopo l’arrivo del vaccino, i ricavi delle imprese italiane rimarranno nel 2021 circa 10 punti al di sotto rispetto ai livelli pre-Covid. I risultati saranno però fortemente differenziati, con pochi settori che riusciranno ad accrescere il fatturato nel biennio a causa della pandemia. L’accelerazione di alcune tendenze, come la maggiore digitalizzazione di molti servizi che segnerà il “new normal”, e l’emergere di nuovi paradigmi caratterizzeranno le economie avanzate dopo il Covid.

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Premiate 11 aziende del Piemonte di cui 2 del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento,  2 del settore Ambiente, 2 del settore Servizi Innovativi, 1 del settore Turismo, 1 del settore Energia e Utility, 1 del settore Agroalimentare, 1  del settore Meccanica, 1 del settore Chimica e Farmaceutica.

Torino (6):

Across Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento.

Aditus Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Comunicazione, Cultura, Informazione, Intrattenimento.

Demap Srl

Tra le 20 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Ambiente.

Ediscom Spa

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Servizi Innovativi.

Teoresi Spa

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Servizi Innovativi-

Il Diamante Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Turismo.

Asti (1):

Ar Srl

Tra le 20 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Ambiente

Cuneo (2):

Egea Commerciale Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Energia e Utility.

Nutkao Srl

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Agroalimentare.

Alessandria (1):

Leoni Italy Srl

Tra le 15 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Meccanica.

Novara (1):

Procos Spa

Tra le 10 top imprese con sede legale in Italia per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore Chimica e Farmaceutica.

Nel 2021 nuovi contatori a Torino

Nuovi contatori “smart meter 2G” per i Comuni di Torino e Parma: oltre 120 milioni di euro di investimento e quasi 800 mila nuovi apparecchi al servizio degli utenti.

Circa 800 mila nuovi contatori di energia elettrica nei Comuni di Torino e Parma a partire dal 2021 e oltre 120 milioni di euro di investimento previsto nel corso dell’intero piano della durata di 15 anni. Questi i numeri del Piano per la messa in servizio dei nuovi contatori di ultima generazione presentato oggi da IRETI.

I nuovi “smart meter 2G”, questa la denominazione tecnica degli apparecchi, verranno installati nei Comuni di Torino (circa 640 mila) e Parma (circa 150 mila) a partire dalla seconda metà del 2021. I dettagli dell’operazione sono stati presentati attraverso un evento in streaming a cui hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni locali, dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, di società di vendita ed altri operatori del settore.

L’ammodernamento del parco contatori di energia elettrica” ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Ireti, Fabio Giuseppini “rappresenta un intervento essenziale per rispondere alle esigenze di un settore dinamico e in continua evoluzione come quello energetico.  Il progetto di sostituzione dei contatori permetterà, infatti, di aumentare la proattività dei clienti finali e la consapevolezza dei propri consumi, grazie alle nuove funzionalità e ai vantaggi offerti dall’ultima generazione dei contatori intelligenti”.

La sostituzione dell’attuale parco contatori con i nuovi “smart meter 2G” consentirà, dunque, un monitoraggio più efficiente e faciliterà la gestione dei consumi di energia elettrica e la possibilità di accedere ad offerte mirate per le famiglie e le imprese.

Il Piano per l’installazione è on-line: sul sito www.ireti.it/contatori-2g è infatti disponibile la documentazione relativa al Piano di sostituzione.

L’origine in etichetta per salumi e prosciutti

Confagricoltura Piemonte: “premierà le nostre produzioni”

 

È entrato in vigore il 15 novembre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che impiegano quali ingredienti carne suina: salumi, prosciutti e altri preparati.

Il decreto interministeriale (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dello Sviluppo economico e Ministero della Salute) che stabilisce l’obbligo è del 6 agosto 2020 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  del 16 settembre scorso; si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021.

In etichetta dovranno essere indicati i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi: solo quando tutte le tre fasi saranno avvenute nel nostro Paese di potrà apporre l’indicazione di prodotti “100% italiani”, informa Confagricoltura.

Salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare a essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.

In Piemonte – fa rilevare Confagricoltura – sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.

Si tratta di un doveroso atto di chiarezza nei confronti del consumatore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ed è anche un valore aggiunto per il settore agroalimentare. I consumatori d’ora in poi potranno scegliere in modo informato e consapevole, privilegiando, se lo riterranno, i prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra delle nostre filiere”.

Le disposizioni del decreto non si applicano ai prodotti Dop, Igp, Stg e a quelli protetti in virtù di accordi internazionali. “In ogni caso auspichiamo, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore – aggiunge Allasia –  che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine e invitiamo tutti gli operatori delle filiere interessate a una piena valorizzazione delle materie prime nazionali”.

In Italia il consumo di carne suina è di 38 chili pro-capite.

Il comparto suinicolo oggi è in difficoltà per quanto riguarda i prezzi all’origine. Le industrie di trasformazione – fa rilevare Confagricoltura – hanno fortemente rallentato la preparazione  dei prodotti in vista delle feste natalizie, per il timore che le chiusure imposte dall’emergenza Covid deprimano ulteriormente i consumi.

In questo contesto Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento dell’etichettatura. “Quest’anno praticamente non c’è stata la possibilità d organizzare eventi, fiere, sagre  e altre occasioni favorevoli per promuovere il consumo di carne suina del nostro territorio – commenta Enrico Allasia – :l’augurio è che con l’etichettatura, che permetterà ai consumatori di riconoscere con certezza i suini italiani, il prodotto nazionale assuma il ruolo di protagonista, valorizzando salumi e prosciutti nostrani”.