ECONOMIA- Pagina 337

Recovery Plan, Uncem: “No a liste della spesa”

“Stiamo accompagnando in queste ore molte Amministrazioni comunali nell’esame delle proposte del territorio in vista del completamento del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per l’uso dei 223 miliardi di euro del Recovery Plan.

Lo abbiamo detto da luglio, lavorando con Uncem nazionale nella Conferenza Interministeriale Affari Europei, che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza non è un elenco della spesa. E che dentro non ci sta qualsiasi cosa, tutte le idee, anche migliori. Vi sono precisi processi e standard da rispettare.

Il primo è che è impensabile che ogni Comune italiano o piemontese presenti uno o più progetti. Questo esame va fatto a livello di valle, di unione montana di ambito ottimale, costruendo un solo progetto territoriale. Che deve rispettare le funzioni delegate ai Comuni. E non altre. Le strade ad esempio sono una funzione delle province e dei gestori tipo Anas. Così vale per le Regioni, che hanno precise funzioni e avranno progetti finanziati in base a queste funzioni e non altro. Lo Stato farà il resto. Lo ha detto chiaramente qualche ora fa il Presidente Draghi al termine della Conferenza Unificata alla quale ha preso parte anche Uncem. Dunque niente illusioni e niente inganni. Uncem supporta i Comuni nel redigere progetti di territorio. Che ancora devono avere due caratteristiche. Se è un progetto da 2 milioni di euro, il 37% deve essere green, sostenibilità, mentre il 25% del progetto e della cifra deve essere innovazione, digitalizzazione. Bruxelles lo dice chiaramente e nessuno deve dimenticarlo. Perchè i soldi del Next Generation EU non sono regalati. La metà sono prestiti da restituire. E non possiamo scherzare con le prossime generazioni. Servono visione, programmazione, realtà e scelte. La montagna del Piemonte le vuole fare senza illusioni e senza prese in giro. Siamo con gli Enti nel costruire serie proposte efficaci. Non sprechiamo questa occasione, usando modelli di intervento che volentieri consegniamo al passato. Servono modelli di intervento nuovi, inclusivi, anche con un ‘patto’ tra aree urbane e aree montane, oltre ai piccoli Comuni insieme, decisivo”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

Iren e l’uso dei polimeri nelle strade

 Mapei, tra i leader mondiali nei prodotti chimici per l’edilizia e Iren, una delle più importanti e dinamiche multiutility del panorama italiano, hanno siglato un accordo che prevede l’utilizzo di polimeri termoplastici, provenienti da processi innovativi di riciclo per la realizzazione di pavimentazioni stradali più durature e sostenibili.

Il progetto, gestito da Iren attraverso la controllata I.Blu, principale operatore nazionale nel settore della selezione e riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica da raccolta differenziata, rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare ed ha come obiettivo l’implementazione di una tecnologia innovativa, che permette di ottenere un significativo aumento della vita utile delle pavimentazioni stradali.

L’accordo, che per la prima volta vede collaborare in modo diretto una multiutility e un’azienda produttrice, entrambe fortemente impegnate a favorire la sostenibilità nei rispettivi ambiti di attività, ha una valenza sia  commerciale che di innovazione.

Mapei si impegna, infatti, a proporre questa nuova tecnologia sostenibile per la produzione di conglomerati bituminosi destinati alla realizzazione delle pavimentazioni stradali, utilizzando tecnopolimeri sviluppati da Mapei congiuntamente con Iren, tramite la controllata I.Blu.

Test congiunti, realizzati anche con il supporto del Laboratorio Stradale del Politecnico di Milano, hanno consentito di individuare le formulazioni che, grazie all’utilizzo di questi additivi, portano alla realizzazione di asfalti più sostenibili e duraturi particolarmente adatti a strade, autostrade, aree industriali, aeroporti, centri logistici e commerciali.

I conglomerati bituminosi (asfalti) additivati con questi tecnopolimeri conferiscono, infatti, alle pavimentazioni, a parità di spessore, un aumento significativo della vita utile con conseguente riduzione dei costi di manutenzione e una resistenza alla deformazione permanente dovuta al carico d’esercizio. Incrementano anche le resistenze alle escursioni termiche ed ai raggi UVA, determinando meno degradi superficiali e riducendo così i rischi, in particolare, per cicli e motocicli.

Negli anni che hanno preceduto l’accordo, grazie alla collaborazione tra Mapei e I.Blu, sono state realizzate le pavimentazioni di alcuni tra i principali scali aeroportuali del territorio nazionale che hanno confermato la validità della tecnologia.

 

“Questo accordo assume una valenza particolare nell’ambito delle nuove tecnologie che permetteranno di allungare la vita utile delle pavimentazioni e ridurne il deterioramento – dichiara Marco Squinzi, Amministratore Delegato Mapei -. Mapei crede fortemente nello sviluppo di questo mercato ed ha recentemente creato la nuova linea Road Engineering dedicata proprio alle tecnologie e soluzioni per tutto quello che è il mondo dei conglomerati bituminosi, dalle grandi opere alle strade comunali o provinciali. L’economia circolare implica anche la ricerca di durabilità. L’utilizzo di tecnologie innovative per interventi più risolutivi e più duraturi per estendere la vita delle strutture, sia nel nuovo che nel ripristino, deve diventare un impegno condiviso nell’ambito delle infrastrutture e dell’edilizia. Il fatto che questo si possa ottenere grazie all’utilizzo di materie prime seconde, aggiunge valore al progetto che si inserisce appieno nella scelta di Mapei di fare della sostenibilità un pilastro della propria attività”.

“L’accordo stipulato con Mapei – afferma l’Amministratore Delegato di Iren Massimiliano Bianco – interpreta perfettamente il nostro concetto di multicircle economy, la nostra visione industriale a lungo termine focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse. L’ingresso nel Gruppo Iren di I.Blu, avvenuto nel 2020, ha permesso alla nostra azienda di compiere un ulteriore passo avanti, sia in termini di innovazione industriale che nella valorizzazione economica ed ambientale del ciclo dei rifiuti, permettendoci di diventare leader nazionale nella selezione delle plastiche COREPLA e nel trattamento del plasmix, un processo di recupero delle plastiche di scarto che aumenta considerevolmente la percentuale di rifiuti recuperati come materia. La partnership con Mapei aggiunge ulteriore valore a questo processo, permettendoci di chiudere il cerchio attraverso l’impiego dei polimeri termoplastici nei conglomerati bituminosi”.

 

Assistenti sociali: “Come su una capsula spaziale”

60 anni fa, Gagarin fu il primo uomo a guardare il nostro pianeta come nessuno l’aveva mai visto. Assistenti sociali del Piemonte: “Oggi tutti noi, a causa dell’emergenza sanitaria, ci sentiamo come su una capsula spaziale in attesa di rientrare sulla terra”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  – 12 aprile, Torino. Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’uomo nello spazio, scelta dalle Nazioni Unite per ricordare il volo orbitale del russo Jurij Alekseevič Gagarin che, il 12 aprile 1961, percorrendo circa 41mila km a bordo della capsula spaziale Vostok 1, diventa il primo cosmonauta della storia e il primo uomo a guardare il nostro pianeta come nessuno l’aveva mai visto.

L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte prende parola per far sentire la propria vicinanza a tutte le persone plaudendo alla resilienza, il coraggio e lo spirito solidale dimostrato in questo buio periodo, che induce tutti a sentirsi come su una capsula spaziale in attesa di rientrare sulla terra. L’Ordine, inoltre, vuole rendere visibile l’impegno dei 2.400 assistenti sociali piemontesi nel direzionare il proprio punto di vista verso soluzioni inedite, superando l’iniziale spaesamento, sensazione sicuramente provata anche da Gagarin mentre volava nello spazio.

Antonio Attinà (Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte) dichiara: “L’emergenza sanitaria ha costretto tutti e anche gli assistenti sociali ad approcciarsi ad una realtà completamente sconosciuta ed inesplorata. I professionisti, con competenza tecnica e capacità relazionali, hanno rilevato i nuovi emergenti bisogni e percorso strade innovative. Il lavoro, basato sulle relazioni e sulla vicinanza, è diventato improvvisamente impraticabile ed è stato necessario utilizzare con creatività ed impegno la tecnologia e gli strumenti informatici per superare la distanza fisica e continuare ad operare”.

I bambini e ragazzi sono tra le fasce della popolazione a subire le conseguenze maggiori di questa triste situazione. Secondo i calcoli di Tuttoscuola, in Piemonte sono più di 570.000 gli studenti che sono rimasti in DAD dall’8 marzo.

Chiara Biraghi (Consigliera Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) aggiunge: «Abbiamo accolto positivamente le indicazioni del DL 44 che ha consentito il rientro a scuola anche nelle zone rosse dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni di primaria e di quelli del primo anno di secondaria di I grado. La didattica a distanza e l’impossibilità a socializzare hanno acuito le situazioni di povertà educativa. Ora più che mai è importante fronteggiare il disagio esistenziale che rischia di pervadere le vite dei nostri ragazzi. Non vogliamo parlare qui di numeri ma di storie, di tante singole storie. È opportuno orientare risorse e politiche in favore di progetti capaci di fronteggiare la povertà educativa e di avviare percorsi che sperimentino nuove risposte all’estremo bisogno di stimoli educativi. Occorre dare più ampio respiro ai progetti già avviati che vedono gli assistenti sociali in prima linea affinché i risultati generati abbiano il tempo di produrre il maggior effetto possibile».

La pandemia ha acuito la dispersione scolastica, a partire dalle periferie urbane e dai territori difficili e deprivati culturalmente. Lo conferma l’inchiesta realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio all’interno del progetto Valori in Circolo. Gli adolescenti, secondo i dati emersi dall’indagine condotta da IPSOS, “I giovani ai tempi del Coronavirus”, si sentono esclusi dalle scelte per il contrasto alla diffusione del Covid, che li hanno visti penalizzati nell’interruzione delle attività scolastiche in presenza: il 65% è convinto di star pagando in prima persona per l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia, mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, mentre ai giovani non è permesso di andare a scuola.

Antonio Attinà conclude: «È una sconfitta se i nostri giovani pensano che non siamo in grado di ascoltarli e di aiutarli. Se non agiamo in fretta rischiamo solo che le cose possano peggiorare. Gli assistenti sociali, nell’emergenza sanitaria, hanno saputo stare accanto alle persone cercando di leggere i nuovi problemi che via via si sono palesati. La sfida però è ancora aperta e dovremo cercare nuove strade, esplorare nuovi percorsi al fine di dare le risposte che la comunità ricerca. Come Gagarin, dobbiamo essere capaci di guardare le cose come nessuno le ha mai guardate, perché solo così è possibile cogliere in un problema un’opportunità, solo così è possibile vedere delle risorse in una persona che ha perso tutto, perché solo così si può provare ad invertire l’ordine delle cose che spesso domina la nostra società dove chi è ultimo continua a restare indietro».

 

In via Arsenale ARS abbina in modo innovativo il residenziale all’arte contemporanea

Da qualche giorno la facciata di un edificio a Torino in via Arsenale , si è accesa di nuovi colori e di una grafica che attira l’attenzione di tutti.

Su una delle vetrine si legge Art of Living e un numero di telefono per chi voglia sapere cosa si nasconda dietro questo particolare allestimento.

L’architetto Daniela Bertoletti è la responsabile di questo progetto denominato ARS , una nuova iniziativa immobiliare che abbina in modo innovativo il residenziale all’arte contemporanea.
La grafica di ARS utilizzata per l’allestimento, si ispira al movimento del Bauhaus che ai primi del 900 rivoluzionò l’arte, il design e l’architettura mentre il colore Blu usato per l’allestimento è quello ideato e brevettato da Yves Klein, un artista che negli anni 50 si concentrò su questo unico colore per realizzare indimenticabili opere mono cromatiche.
Le parti comuni dell’edificio saranno allestite come una vera e propria galleria d’arte contemporanea mentre, all’interno degli appartamenti, i proprietari potranno organizzare la propria collezione privata avvalendosi dei consigli di Francesca Canfora che, dopo aver portato al successo Paratissima ha assunto la curatela artistica di ARS per realizzare spazi innovativi che diventano luoghi da abitare ma allo stesso tempo contenitori di arte, secondo i gusti e le sensibilità di ciascun proprietario collezionista.
Chi sono i progettisti, quanti saranno gli appartamenti, di quali dimensioni e che prezzo avranno, oggi non è ancora stato possibile saperlo, perché attualmente sono tutte informazioni riservate ai fortunati acquirenti.

Torino e Piemonte tornano in zona arancione, riaprono i negozi

Oggi finalmente riaprono  i negozi, compresi parrucchieri, estetisti, banchi degli ambulanti extra alimentari nei mercati, oltre a tutti gli esercizi commerciali cosiddetti non essenziali.

Restano ancora chiusi invece bar e ristoranti che mantengono l’opzione  dell’asporto (bar fino alle 18, ristoranti  fino alle 22, consentita la consegna a domicilio).

Ritornano in classe gli studenti fino alla terza media, e alle superiori le lezioni in presenza saranno solo al 50%.

Non serve più l’autocertificazione per muoversi all’interno del proprio comune.

Rimane in zona rossa per qualche giorno, fino a mercoledì,  la provincia di Cuneo.

Novità per l’apicoltura piemontese

Un passo avanti per il nuovo regolamento  dell’apicoltura piemontese. La proposta di regolamento della Giunta regionale in attuazione della legge 1/2019 (Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale) in tema di apicoltura ha infatti ricevuto parere favorevole da parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio delle autonomie locali (Cal). 

La proposta, illustrata dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, ha lo scopo di regolamentare un settore primario dell’agricoltura piemontese, finora non adeguatamente normato: disciplina il ruolo multifunzionale dell’apicoltura per uno sfruttamento adeguato delle risorse nettarifere, fornisce le linee guida per individuare i soggetti produttivi e definisce i parametri relativi alla pratica del nomadismo, tenendo conto degli interessi sia dei piccoli che dei produttori professionali.
Da parte delle associazioni degli enti locali sono pervenute alcune osservazioni, in particolare sulla costituzione di forme associative, le distanze tra apiari, la necessità di controlli con campionamenti di prodotto per contrastare eventuali adulterazioni e sulla veridicità del numero di alveari dichiarato in anagrafe apistica, allo scopo di contrastare il fenomeno dell’abusivismo. Richieste rispetto alle quali è stata data ampia disponibilità di accoglimento da parte dell’assessorato.
Parere favorevole è stato espresso anche rispetto alla proposta di regolamento che aggiorna quello attualmente in vigore in tema di attribuzioni di funzioni amministrative e disciplina in materia di usi civici, con la richiesta da parte delle associazioni di un tavolo di confronto per approfondire una serie di questioni tecniche.

Ex Embraco, Gariglio (Pd): “perso tempo prezioso”

“L’iniziativa del Ministro Giorgetti di convocare un tavolo istituzionale sulla vicenda Ex Embraco risponde alle ripetute pressioni degli enti territoriali e delle associazioni sindacali e rappresenta un punto di partenza per cercare di risolvere una vertenza drammatica e che rischia di compromettere il futuro di centinaia di famiglie”: è quanto dichiara Davide Gariglio, deputato Pd che ha presentato nei giorni scorsi una interrogazione parlamentare su tale tematica.
“E’ quindi necessario, per garantire concretamente la continuità occupazionale dei lavoratori, non perdere altro tempo ed evitare che l’incontro del 15 aprile si trasformi in un appuntamento autoreferenziale e con la presenza esclusiva dei i governatori delle Regioni interessate che hanno, peraltro, una responsabilità diretta rispetto alle criticità emerse fino ad oggi. Oltre ai sindacati, la cui presenza è già stata sollecitata da altri esponenti del Pd piemontese, dovranno infatti essere presenti all’incontro ministeriale anche gli enti locali, ed in primo luogo l’amministrazione comunale di Chieri, che si sono spesi affinchè la vicenda Ex Embraco uscisse dalla logica sterile della sola concessione di ripetuti ammortizzatori sociali e rappresentasse una nuova opportunità per la creazione di un polo industriale di lavoro stabile e qualificato”: conclude Davide Gariglio.

L’Inail finanzia la costruzione di 8 nuovi ospedali

Sei nuovi ospedali, più la conferma per due ospedali già in programma, per un investimento complessivo di 1 miliardo e 642 milioni di euro. Il nuovo Dpcm sugli investimenti dell’Inail accoglie tutte le richieste della Regione Piemonte nell’ambito dell’edilizia sanitaria sul territorio regionale.

Nello specifico, vengono confermati i 202 milioni di euro per la costruzione in toto del nuovo ospedale dell’Asl To5 e i 155 milioni per quello dell’Asl Vco.

Compaiono invece per la prima volta nei piani di investimento immobiliare dell’Inail i nuovi ospedali dell’Asl Città di Torino (185 milioni), dell’Asl To 4 (ambito eporediese, 140 milioni), dell’Asl Vc (Sant’Andrea di Vercelli, 155 milioni), dell’Asl Cn1 (ambito saviglianese, 195 milioni), dell’Azienda Ospedaliera Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria (300 milioni) e dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo (310 milioni).

Anche in tutti questi casi, la realizzazione delle opere sarà a totale carico dell’Inail, fermo restando che a questi progetti si aggiungeranno quelli finanziati dal Fondo sanitario nazionale, sui quali si sta contestualmente lavorando.

«E’ il risultato di quasi due anni di intenso lavoro con i vertici dell’Inail e del Ministero – commenta l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, gli investimenti dell’Istituto avvalorano la bontà del nostro piano di edilizia sanitaria e ci consentiranno di procedere con celerità nella realizzazione di nuovi ospedali che sono di vitale importanza per la Sanità piemontese. Abbiamo bisogno di strutture nuove, tecnologiche e con spazi adeguati, capaci di rispondere alle esigenze emergenti. Il patrimonio immobiliare della Sanità è tra i più vetusti d’Italia, c’è l’assoluta necessità di riportarlo al passo con i tempi. Questi nuovi cantieri, insieme a quelli del Parco della Salute di Torino e del Parco della Salute di Novara di imminente apertura, rappresentano il più consistente investimento di edilizia sanitaria mai effettuato in Piemonte».

Una donazione di 76.400 euro da Conad a Caritas Italiana

Per il Piemonte e la Valle d’Aosta. Pari a oltre 19.000 pasti, un aiuto concreto per famiglie in difficoltà economica.

Secondo l’ultimo report dell’Istat sull’anno appena passato, in Italia ci sono ulteriori 955mila famiglie numerose in stato di povertà rispetto al 2019, che non riescono a far fronte alle spese minime. Per far fronte a questa situazione, già a Natale scorso Conad Nord Ovest ha deciso di intervenire nelle regioni in cui la cooperativa è presente: ad oggi sono stati donati a Caritas Italiana complessivamente 632.520€, di cui 76.400€ – pari a oltre 19.000 pasti – sono stati destinati alle diocesi piemontesi nelle province di Torino, Novara, Biella, Vercelli, Alessandria, Asti, Cuneo e alla diocesi Valdostana della provincia di Aosta. L’iniziativa è un gesto solidale che ha caratterizzato tutte le attività collegate al 60° di Conad Nord Ovest. Un modo chiaro per dire “Grazie” alle comunità in cui i Soci della cooperativa sono presenti, e rinnovare l’impegno a sostenere i territori in cui operano.

“In Italia ci sono migliaia di famiglie in grande difficoltà, molte delle quali non più in grado di acquistare beni per sopravvivere. I dati drammatici che tutti abbiamo davanti agli occhi ci hanno spinto a intervenire concretamente aiutando più di 10.500 famiglie, con una donazione pari a 160.000 pasti – dichiara Valter Geri, presidente di Conad Nord Ovest. Celebrare i nostri primi 60 anni con azioni concrete per sostenere le comunità e ringraziare  per la fiducia che i nostri clienti  ci dimostrano quotidianamente, è stato del tutto naturale. 60 anni contraddistinti dai valori fondanti del nostro DNA: partecipazione e ascolto, solidarietà, responsabilità, impegno distintivo verso il cliente e la comunità. I nostri soci, ogni giorno si adoperano per una presenza attenta e partecipata; siamo quindi intervenuti con la speranza di aver portato sollievo in un momento tanto difficile”.

 

Commenta Pierluigi Dovis, delegato regionale Caritas Piemonte e Valle d’Aosta: “anche nel contesto del Nord Ovest la pandemia ha innescato una reazione a catena di tipo economico e sociale che sta investendo fasce in altri tempi del tutto escluse dai problemi di impoverimento. Nella rete dei centri di ascolto diocesani e parrocchiali di Piemonte e Valle d’Aosta stanno passando lavoratori a partita IVA, stagionali del turismo e dello spettacolo, piccoli esercenti al dettaglio, operatori industriali che patiscono i ritardi nell’arrivo dei benefit pubblici, famiglie divise, anziani fragilizzati anche psicologicamente. La richiesta di cibo è alta ma, per le nostre Caritas, è una occasione di vicinanza e di cura per cercare di offrire loro quel di più che viene dalla relazione così compromessa in tempi di lock down”.

La rete capillare delle Caritas diocesane è garanzia di un mirato intervento sul territorio, grazie al loro impegno quotidiano in favore delle famiglie che si trovano in difficoltà economiche.  Nel corso del 2020, dai monitoraggi condotti da Caritas Italiana presso la propria rete di 218 organismi diocesani è emerso che quasi il 50% delle persone incontrate presso i servizi Caritas non aveva mai richiesto aiuto prima.

A fronte di ciò, le attività dei 118 Empori della solidarietà dislocati in tutta Italia – dove le famiglie in difficoltà possono reperire gratuitamente generi di prima necessità – sono state intensificate, e in 136 diocesi sono stati potenziati i fondi destinati a venire incontro a chi per la pandemia ha perso il lavoro o non lo può trovare.

 

Donazioni Conad Nord Ovest per Caritas Piemonte e Valle d’Aosta

Provincia Donazione in euro
Torino (diocesi di Torino, Ivrea, Pinerolo) 34.240
Cuneo (diocesi di Cuneo, Mondovì, Alba) 10.660
Novara (diocesi di Novara) 7.740
Aosta (diocesi di Aosta) 7.740
Alessandria (diocesi di Alessandria e Acqui) 5.360
Biella (diocesi di Biella) 5.300
Vercelli (diocesi di Vercelli) 2.680
Asti (diocesi di Asti) 2.680
TOTALE 76.400

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Conad Nord Ovest

Una delle maggiori imprese italiane della distribuzione associata, con un giro di affari di oltre 4 miliardi di euro. I territori in cui opera con 369 soci imprenditori e oltre 18 mila addetti sono Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (province di Roma, Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna. Conad Nord Ovest conta 600 punti di vendita, in cui sono presenti tutti gli attuali format distributivi.

Caritas Italiana

Organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Fondamentale il collegamento e confronto con le 218 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell’animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di ascolto, Osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, Centri di accoglienza, ecc.

Ucid Giovani nel Tavolo per l’intelligenza artificiale

 YES4TO  L’intelligenza artificiale è uno dei maggiori elementi di sviluppo riconosciuti a livello planetario per le imprese, la società, le
pubbliche amministrazioni e la vita delle società e delle organizzazioni nel loro complesso.

Il nostro Paese, e la nostra Città, hanno bisogno immediato di progetti concreti che attirino saperi e investimenti, ma che
soprattutto diano gambe alla transizione dei nostri territori verso un nuovo modello di sviluppo, quello digitale.

Sosteniamo convintamente la creazione dell’I3A (l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale), previsto dalle linee guida del
Ministero dello Sviluppo Economico e la cui sede principale è stata localizzata a Torino. Chiediamo che tale progettualità,
inserita tra le linee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sia portata avanti senza indugi dalle nostre istituzioni locali,
con il coinvolgimento attivo del mondo dell’impresa, di professionisti, delle Fondazioni e dell’Università, attraverso un
tavolo operativo che dia forza concreta al progetto e coinvolga gli attori che finora si sono impegnati nella promozione
dell’iniziativa.

Riteniamo utile procedere rapidamente, in modo da essere pronti non appena saranno disponibili i fondi del Next
Generation Italia, creando da subito quella rete di sinergie vitale per lo sviluppo concreto di una istituzione di tale portata.
L’I3A dovrà diventare un polo dal profilo nazionale ed internazionale legato alla ricerca, allo sviluppo, al trasferimento
tecnologico e soprattutto alla disseminazione di saperi nel campo delle applicazioni dell’AI. Dovrà essere capace di attrarre
talenti e raccogliere finanziamenti dal mercato nazionale ed internazionale, con fondi pubblici nazionali ed europei.

In questo drammatico momento di crisi globale chiediamo a tutte le forze in campo di riunirsi intorno ad un progetto
comune, per cogliere l’opportunità di pensare, con passione e lungimiranza, al futuro del nostro Paese e dei territori,
restituendo, soprattutto a noi giovani, la speranza ed il coraggio di continuare a lottare nel presente per il domani di tutti,
dei nostri genitori e dei nostri figli.

Daniele Lonardo, Presidente Gruppo Giovani UCID Sezione di Torino