ECONOMIA- Pagina 337

Il Mes sanitario: il supplizio di Tantalo per l’Italia

Tantalo era figlio di Zeus e di Plouto (un’oceanina, o ninfa del mare); fu re di Lidia, padre di Pelope e di Niobe. Un giorno il re uccise Pelope servendolo in pasto agli dei, e si macchiò di altre gravi colpe. Per i suoi misfatti Tantalo nell’oltretomba fu condannato a stare dentro un laghetto presso alberi carichi di frutta, sempre affamato e assetato perché l’acqua e i frutti si ritiravano non appena lui vi si avvicinava.

Questo è il supplizio di Tantalo”, punizione che impedisce al colpevole di soddisfare i suoi bisogni. Questa premessa è necessaria per capire in che situazione si trova oggi l’Italia, stremata dal coronavirus, con migliaia di imprese sull’orlo del fallimento e milioni di famiglie in gravissime difficoltà economiche.

I miliardi necessari per sopravvivere e per cercare di rilanciare l’economia sono tanti e finora il governo li ha trovati indebitandosi per cifre folli (oltre 140 miliardi di euro in pochi mesi, caricando sulle spalle delle prossime generazioni un onere che sarà insopportabile).
Eppure, davanti al governo, c’è una tavola riccamente imbandita, ricca di ogni ben di Dio, dove i miliardi abbondano e sono addirittura gratis: basta allungare la mano per prenderli…
Però appena Conte allunga la mano… zac! i miliardi si allontanano e restano lì inutilizzati, lasciando l’Italia preda della fame e della sete!
Spieghiamo l’allegoria in termini semplici per tutti.
La tavola riccamente imbandita è il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) sanitario, cioè il sistema creato dalla Comunità europea per offrire ai Paesi membri un sostegno economico da destinare al potenziamento delle strutture sanitarie.

Il meccanismo è “figlio” del più ampio MES ordinario, creato nel 2012 in sostituzione del precedente sistema detto “salva Stati”, che interviene per risolvere situazioni di grave crisi in uno dei diciannove Stati che hanno adottato l’euro.
Detto fondo è stato utilizzato negli anni passati, con ottimi risultati, per aiutare Paesi come Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’aiuto era offerto sulla base di rigidi principi (le famose “condizionalità”) e previa approvazione, da parte del Paese beneficiario, di vasti programmi di riforma e soprattutto di aggiustamenti macroeconomici tendenti a riequilibrare la situazione finanziaria e ridurne il suo debito pubblico. Tutti ricordano soprattutto le gravose condizioni imposte dalla cosiddetta “troika” (gruppo di esperti della comunità delegati ad imporre le regole del risanamento) alla Grecia; pochi ricordano che i greci dovettero “bere l’amaro calice” dell’austerità, ma ne uscirono riconquistando la loro affidabilità sui mercati (oggi i titoli del debito greco pagano uno spread rispetto ai bund tedeschi simile a quello dell’Italia!).Forse è per questo che l’attuale MES è percepito in maniera negativa, come un salvagente utile sì, ma rischioso per chi lo chiede (perché deve rinunciare alla “sovranità economica” cedendone parte all’UE).

Ma il “MES sanitario”, pur essendo una derivazione del MES, se ne differenzia radicalmente.
Il fondo si chiama Pandemic crisis support (una linea di credito precauzionale rafforzata), che serve a finanziare il potenziamento e il miglioramento dell’assistenza sanitaria diretta ed indiretta. Un intervento specifico e finalizzato, quindi, creato proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia in atto. A disposizione degli Stati ci sono 240 miliardi di euro; la quota riservata all’Italia è di 37 miliardi, che potrebbero essere utilizzati non solo per acquisto di macchinari, potenziamento della rete diagnostica, ampliamento o costruzione di nuove strutture sanitarie, ma anche per assumere nuovi medici ed infermieri.Tecnicamente si tratta di un prestito a tasso zero con durata 8 anni, ottenibile presentando un piano preciso ed articolato contenente i dettagli relativi a come e quanto si dedicherà a specifici progetti. Il piano deve essere presentato entro il 31 dicembre 2022.

Il governo al momento si è espresso con decisione contro l’ipotesi di far ricorso al MES sanitario; ma all’interno i pareri sono discordi e le tensioni aumentano. Il premier ha infatti affermato che i soldi del MES non sono una panacea, bensì prestiti, che non possono finanziare spese aggiuntive, che il risparmio in termini di tasso d’interesse è irrisorio e, soprattutto, che chiederlo provocherebbe uno “stigma” (termine che probabilmente è sconosciuto alla gran parte degli italiani; ma la trasparenza in questi tempi è un valore ininfluente…).
In realtà il rischio di dare un segnale di debolezza ai mercati è abbastanza contenuto: la debolezza della nostra economia è ben nota a tutti e ben evidenziata dai rating delle agenzie internazionali, che ci collocano all’ultimo livello dell’investimento, giusto un gradino sopra il livello speculativo dei “junk bond” …Il problema vero per l’Italia è un altro e cioè l’assenza di piani concreti e credibili per poter chiedere i fondi del MES sanitario: da mesi si discute su come utilizzare fondi per la “ricostruzione”, si convocano Stati generali, si creano “task force”, si elaborano “linee guida” ma si tratta solo di enunciazioni di principio, senza contenuti concreti e soprattutto senza indicazioni degli investimenti legati ai progetti!
In questo modo, non presentando un piano concreto a Bruxelles, tutto rimane un semplice “flatus voci”, e la tavola riccamente imbandita dall’Europa resta davanti all’Italia che non potrà mai approfittarne…

 Gianluigi De Marchi

Consulente finanziario indipendente
demarketing2008@libero.it

Open day dell’Istituto Alberghiero Artusi

E’ l’unico alberghiero paritario del Piemonte. Il 76% dei diplomati lavora nel settore enogastronomico

Domenica 13 Dicembre e Domenica 17 Gennaio tra le 10:00 e le 17:00 si svolgeranno gli open day dell’Istituto Alberghiero Artusi, scuola di eccellenza formativa nel settore enogastronomico, dal 1976.

Per l’occasione si potranno visitare l’istituto, i reparti di lavorazione ed il convitto, vedere gli allievi al lavoro, parlare con i docenti, il preside e la vicepreside.

L’Istituto situato a Casale Monferrato (AL), è l’unico Istituto Alberghiero paritario del Piemonte.

Secondo il preside, Claudio Giani, sono numerosi i punti di forza: «l’istituto dispone di tre diversi laboratori all’avanguardia: una cucina didattica, un laboratorio bar ed una sala ristorante didattica. I tre laboratori, dotati di attrezzature innovative, complessivamente formano un ristorante didattico. Oltre alle esercitazioni pratiche in sede, tutti gli allievi svolgono numerose attività formative all’esterno: dagli stage istituzionali svolti generalmente in hotel 4 stelle, 5 stelle o 5 stelle lusso (per complessive 18 settimane nel triennio); al progetto “L’Artusi va al mare” che consente anche agli allievi di prima e di seconda di fare pratica in un vero ristorante per alcune settimane all’anno, a numerose occasioni di servizi di Catering & Banqueting svolti come eventi pubblici, fiere, servizi privati e altro. Tutto questo sotto l’attenta guida e supervisione dei docenti di sala e di cucina, eccellenti professionisti del mondo della ristorazione capaci di trasferire agli alunni gli aspetti teorici e tecnici, ma anche la passione e la professionalità per emergere ed eccellere nel mondo del lavoro.»

Anche il progetto Eduscopio – uno studio della Fondazione Agnelli che incrocia ogni anno le informazioni del Ministero dell’Istruzione e del Ministero del Lavoro – negli ultimi sei anni ha evidenziato che l’Istituto Artusi è sempre risultato il più efficace della provincia di Alessandria relativamente agli indici di inserimento nel mondo del lavoro.

Per prenotare un posto all’open day è possibile andare sul sito dell’Istituto Artusi all’indirizzo http://www.istitutoartusi.it/open-day-lastampa o chiamare in segreteria allo 0142/73722.

I fondi UE per il Piemonte aumentano di due miliardi di euro

“Nella programmazione per il periodo 2021 – 2027 avremo dall’Unione Europea circa il 25,7% di risorse in più rispetto alla programmazione 2014 – 2020, passando complessivamente da 7,5 miliardi a circa 9,5 miliardi di euro, tuttavia questo aumento di risorse dovrà essere coperto con una maggiore quota a livello regionale, dunque bisognerà rivedere in aumento il cofinanziamento.

Questo aspetto è un punto fondamentale da tenere presente per stabilire ora la nostra programmazione per l’utilizzo dei fondi Ue dei prossimi anni. Bisognerà cercare di coprire con risorse europee quanto veniva in passato coperto con risorse regionali: dobbiamo mettere il bilancio della Regione nelle condizioni di reggere l’impatto”.

Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano durante l’informativa sui Fondi europei nella seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Industria, presieduta da Claudio Leone. Le risorse per le Politiche di Coesione per l’Italia saranno di 43,115 miliardi di euro, così suddivisi: 41,150 miliardi per la Coesione sociale in senso stretto (fondi strutturali), 1 miliardo e 30 milioni per il Jtf (fondo per la transizione energetica), 935 milioni per la Cooperazione territoriale europea.
Da maggio 2018 la Commissione europea ha dato gli obiettivi per un’Europa più vicina ai cittadini con cinque obiettivi di policy generali, che saranno poi articolati in singoli progetti specifici: per una Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini.

“Un gruppo di lavoro – ha detto l’assessore Tronzano in Commissione – sta lavorando per stilare una bozza del Documento strategico unitario. Lo scopo è arrivare, dopo i necessari confronti con tutti i soggetti coinvolti, ai programmi operativi regionali da sottoporre poi al governo insieme alle altre Regioni. Le prime risorse Ue arriveranno presumibilmente all’inizio del 2022, abbiamo quindi il problema di come finanziare in anticipo le azioni nel 2021. Dovremmo riuscirci perché il governo si è impegnato ad aiutare le Regioni”.

Nella cronologia dei tempi che accompagneranno questa fase di programmazione, è indispensabile che a livello europeo lo Stato giunga in tempi brevi a definire l’Accordo di Partenariato cui seguiranno i Regolamenti europei che conterranno le indicazioni operative per le regioni. Considerando tali tempistiche, per evitare che nell’anno 2021 non si possano attivare le iniziative previste per mancanza di risorse, lo Stato ha ipotizzato un anticipo di risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) dunque di carattere statale in favore delle regioni, come misura “ponte” tra la vecchia e la nuova programmazione.

Per chiedere precisazioni e chiarimenti sono intervenuti i consiglieri: Monica Canalis (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Domenico Ravetti (Pd), Diego Sarno (Pd).

Rete di archivi della collina, Chieri vince il bando

L’assessore Antonella Giordano: «Un portale ad hoc per valorizzare uno straordinario patrimonio culturale locale e rendere gli archivi accessibili ad un pubblico più ampio. Sfruttare le possibilità delle nuove tecnologie e raccontare storie facendo ‘parlare’ i documenti»

Il Comune di Chieri con il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si è aggiudicato il bando della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ottenendo un contributo di 40mila euro.

Il progetto «Rete di Archivi» vede Chieri come Comune capofila, e coinvolge inizialmente i Comuni di Arignano, Baldissero Torinese, Chieri, Gassino, Mombello di Torino, Pecetto Torinese, San Raffaele Cimena, Santena, Trofarello, ma altri Comuni potranno aggiungersi successivamente.

Lo scopo è la valorizzazione e divulgazione dello straordinario patrimonio culturale rappresentato dagli archivi del territorio chierese, attraverso la creazione di un portale ad hoc, così da rendere le fonti archivistiche accessibili anche ad un pubblico meno specializzato, con importanti ricadute amministrative, di ricerca, didattiche nonché turistiche.

«Gli archivi conservano una ricchezza documentaria difficilmente eguagliabilenella zona del chierese e nei Comuni delle nostre colline troviamo significativi fondi comunali ma non solo-spiega l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANO-ma non devono essere pensati come “depositi di conoscenze” utili solo agli storici e ai ricercatori. Serve un nuovo approccio al tema degli archivi in conseguenza del mutato scenario degli ultimi anni, sia in tema di adeguamento tecnologico, sia rispetto ai cambiamenti sociali ed economici dei territori».  «Sempre più spesso gli archivisti si trovano a dover sviluppare e realizzare nuove soluzioni finalizzate all’evoluzione dei servizi dedicati all’utenza, soprattutto in questi difficili mesi di lockdown e pandemia, ed è evidente come i servizi archivistici si debbano adeguare alle aumentate possibilità che tecnologia e nuovi bisogni emergenti comportano-dichiara Vincenzo TEDESCO, responsabile dell’Archivio Storico della Città di Chieri -Ad essere risultato vincente nel nostro progetto è stato sia l’approccio di rete (fondamentale in ambito culturale), sia la volontà di una reinterpretazione degli archivi, che non vuol dire solo digitalizzare i documenti ma raccontare storie facendo “parlare” i documenti e i loro protagonisti, ovvero creare una nuova narrazione in grado di raggiungere strati della società sempre più ampi».

Il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si pone un duplice obiettivo: da un lato, facilitare la partecipazione ampia della comunità scientifica nel contribuire allo sviluppo di servizi innovativi; dall’altro superare il limite della divulgazione selettiva e contribuire alla condivisione del patrimonio documentale a fini sociali, civici, culturali, anche in ottica strumentale verso ambiti quali la didattica, il turismo e lo sviluppo locale. Inoltre, consentirà di affrontare un problema presente in quasi tutti i Comuni, ovvero la mancanza di un archivista in organico.

Oltre alla realizzazione del portale generale, il progetto prevede riordini o risistemazioni fisiche degli archivi di alcuni Comuni (Gassino, Riva presso Chieri, Mombello di Torino, San Raffaele Cimena), la realizzazione di pagine web dedicate agli archivi di ciascun Comune aderente, la digitalizzazione di documenti significativi, la pubblicazione di storie e percorsi tematici sui singoli siti degli archivi comunali, con testi ed immagini evocativi di storie di rilevanza locale e territoriale.

Apre Green Pea, la nuova sfida di Farinetti

Questa mattina, mercoledì 9 dicembre,  il taglio del nastro con successiva apertura al pubblico di Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto e della Sostenibilità, la nuova sfida di Oscar Farinetti, patron di Eataly 

Oltre a Farinetti, saranno presenti il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, e l’Assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco.

“Green Pea – spiega Farinetti- è un luogo di bellezza e di Rispetto per dare vita a un nuovo modo di consumare: con ogni tuo acquisto puoi diventare parte del cambiamento”.

From duty to beauty: 15.000 m² dedicati a cambiare il rapporto con l’energia, il movimento, la casa, l’abbigliamento e il tempo libero.

In vendita prodotti a basso impatto sull’ambiente – di alta qualità, Made in Italy e dal mondo – esperienze, eventi e tutti i servizi necessari per vivere Green. In pratica, il cliente ha a disposizione 66 negozi, un museo, 3 luoghi di ristorazione, una piscina, una spa e un club dedicato all’ozio creativo. In totale, 72 luoghi in cui il Rispetto da dovere diventa piacere.

Green Pea propone prodotti di alta qualità, progettati per un utilizzo responsabile e realizzati in armonia con la Natura.

Prodotti fatti per essere durevoli, nel pieno Rispetto ambientale e sociale.

Prodotti studiati per durare a lungo e che, giunti a fine vita, si possano riutilizzare o riciclare. Le aziende che li realizzano sono nella maggior parte dei casi italiane e hanno già un profilo spiccatamente Green, altre, invece, hanno cominciato il percorso con ottimi risultati.

“Per fare la nostra parte, – aggiunge Farinetti – abbiamo creato un luogo in cui rendere possibile atti di acquisto e di consumo ecosostenibili e rispettosi. Un luogo che esiste solo on land, perché soltanto quando tutti i nostri sensi sono coinvolti, cambiare comportamenti diventa semplice e bello. From duty to beauty: da Green Pea il Rispetto della Natura diventa un piacere, per tutti.

Perché il Rispetto è il valore su cui si gioca il futuro dell’umanità.
Rispetto verso la Terra e la Natura, Rispetto verso la gente tutta, anche per le prossime generazioni. E Green Pea è la casa di questa idea di Rispetto”.

Ma, perché un pisello?

perché nasce dalla Terra
è un prodotto che ha bisogno di acqua, come la vita sulla Terra
è sferico, come la Terra
è inclinato di 23°27’, come l’asse terrestre
è verde, come dovrebbe essere la Terra.

Vendite promozionali anche oltre il 5 dicembre per aiutare il commercio

L’ASSESSORE AL COMMERCIO VITTORIA POGGIO: «UN’OPPORTUNITA’ PER INCENTIVARE GLI ACQUISTI, MA ANCHE UN AIUTO ALLE FAMIGLIE CHE POTRANNO BENEFICIARE DEGLI SCONTI»

 

In Piemonte sarà possibile continuare ad effettuare vendite promozionali anche oltre il 5 dicembre. Per andare incontro alle esigenze dei negozianti che avevano chiesto di poter applicare sconti anche prima dell’avvio dei saldi, la Giunta su indicazione dell’assessore al Commercio, Vittoria Poggio,ha dato via libera a una deroga che sospende il divieto di effettuare offerte nei 30 giorni antecedenti dell’avvio dei saldi invernali che partiranno regolarmente dal 5 gennaio 2021.

La decisione è stata assunta dopo aver raccolto il parere di Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione.

«Dopo un confronto con le categorie – ha sottolineato l’assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio – si è convenuto di adottare una misura di sostegno per favorire le vendite nel periodo natalizio. Ma nello stesso tempo si è pensato di andare incontro alle famiglie, anche loro sofferenti a causa della pandemia, che potranno fare acquisiti traendo vantaggio dalle promozioni».

Google premia il lavoro del “Torinese”

E’ un riconoscimento al lavoro giornalistico al tempo del Covid, quello che “Il Torinese” ha ricevuto  da Google, attraverso il  Journalism Emergency Relief Fund, il fondo per l’emergenza che il motore di ricerca più noto al mondo ha costituito durante il lockdown per sostenere chi si occupa di informazione locale.

Un progetto che coinvolge tutto il globo. Le testate locali, dice  il direttore delle news di  Google Richard Gingras nel presentare l’iniziativa «sono una risorsa vitale per mantenere connesse nel migliore dei modi le persone e le comunità».

Aggiunge Riccardo Terzi,  Google Head of News & Publishers Partnerships, Italy & CEE: «Google si interessa al giornalismo locale per diversi motivi,  come l’innovazione di prodotto, la ricerca di nuovi modelli di business e  la gestione dei dati. E’ alla ricerca di soluzioni e nuovi strumenti per sostenere un giornalismo di qualità. Poiché le risorse per l’innovazione non sono sempre alla portata di tutti, la società ha deciso di investire proprio su questo a diversi livelli, anche su realtà molto locali ma che rappresentino esperienze di qualità».

Una iniziativa che, al di là dei fondi riconosciuti, che se non cambiano le sorti di una realtà editoriale sono comunque molto preziosi,  rappresenta soprattutto un segnale di attenzione – forse l’unico finora manifestatosi -nei confronti di piccole testate che cercano di offrire un’informazione il più possibile completa ai  cittadini su quanto sta accadendo in questa difficile fase.
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Un segnale che ci si aspetterebbe da parte delle istituzioni. Appunto, e le istituzioni? Non pervenute.

Gli adeguamenti di privacy per le imprese

Fare impresa nel 2020 richiede attenzione verso molteplici campi e comporta per l’imprenditore fare anche i conti con numerosi adempimenti legali e fiscali. Tali adempimenti non sono sempre di facile e agevole comprensione, per quanto essi siano, molto spesso, di importanza centrale per uno svolgimento dell’attività che sia corretto e conforme alle norme di legge.

Tra questi adempimenti uno è in particolare all’attenzione delle aziende da ormai più di due anni: gli adeguamenti in materia di privacy. Vista la vastità e la complessità tecnica del tema, ci siamo rivolti allo studio legale e fiscale torinese “Lexchance tax & legal”, nella persona degli avvocati Elena Ferraris, Valentina Dicorato ed Enrico Autero, per chiedere loro lumi sulla materia. “Dal maggio 2018 – spiega l’avvocato Elena Ferraris – è entrato in vigore il regolamento dell’Unione europea n. 679/2016, meglio noto come “GDPR”, che ha rappresentato una grande svolta per la tutela dei nostri dati personali.

Il legislatore europeo con il GDPR ha, infatti, focalizzato l’attenzione sulle modalità di raccolta e di trattamento dei dati personali sia dei clienti sia dei dipendenti, da parte delle aziende; il predetto focus prescinde dal fatto che i dati vengano raccolti online (ad esempio sul sito aziendale) oppure nella vita reale”.
“Il dato, infatti – prosegue l’avvocato Valentina Dicorato – è considerato la moneta di scambio dell’era moderna e, per questa ragione, si è resa necessaria una tutela ad hoc, volta a regolamentare tanto il trattamento e la lavorazione “interna” quanto, e soprattutto, la “trasmissione o comunicazione” a terzi.
A seguito del sopra citato intervento legislativo, è dunque sorta l’esigenza per le imprese di rendere la propria organizzazione “compliance” (conforme) a quanto richiesto dal GDPR.
In prima battuta questi nuovi adempimenti possono sembrare numerosi, ostici e di difficile esecuzione; ciò, però, non corrisponde al vero, in particolar modo nel caso in cui si analizzi la normativa da una prospettiva propositiva, ovvero nell’ottica di trasformare l’adeguamento alla privacy come un’opportunità di crescita aziendale (oppure di incremento del business), affiancati da professionisti competenti.

Infatti, lungi dall’essere unicamente l’ennesimo “intoppo” burocratico, i nuovi accorgimenti in materia di privacy, siano essi relativi al sito internet, alla newsletter o all’informativa, possono trasformarsi in un ottimo biglietto da visita anche in ambito marketing”.
“Adottando, appunto – prosegue l’avvocato Enrico Autero – un’adeguata ‘privacy policy’ ( termine con cui si definisce l’insieme degli accorgimenti per il trattamento dei dati personali ) l’impresa potrà far comprendere al proprio cliente che i suoi dati sono al sicuro e, di conseguenza, egli sarà più invogliato ad acquistare il bene o il servizio offerto. E’ evidente come ciò rappresenti un’interessante opportunità per coniugare il rispetto della legge – il GDPR – all’incremento della propria reputazione.
Non da ultimo, vi è ancora un ulteriore rilevante aspetto da non sottovalutare; alle aziende virtuose dal punto di vista dell’adeguamento alla normativa privacy non sono applicabili le ingenti sanzioni stabilite dal GDPR.

In effetti, il mancato adeguamento alla normativa implica, per sé solo, la possibilità per l’azienda di essere sottoposta a sanzioni di natura amministrativa, parametrate da un lato all’entità della violazione e dall’altro al fatturato dell’azienda stessa. Non solo. I soggetti che si saranno resi responsabili della violazione, unitamente all’azienda, potranno risponderne anche in sede penale (o di responsabilità amministrativa dipendente da reato per l’azienda, ma sempre di fronte al giudice penale).
Pacifica, quindi, la necessità – e non solo l’obbligo – di rendere l’azienda adeguata ai principi dettati in materia di trattamento del dato personale, è opportuno che risulti altrettanto palese come, ad oggi, essere ’compliance’ alla privacy significhi anche, come rovescio diretto della medaglia, ottenerne un tornaconto a livello di sicurezza e soddisfazione del cliente/utente finale. Pertanto è evidente che l’adeguamento al GDPR, da intoppo burocratico dispendioso per le aziende, può e deve diventare l’opportunità da cogliere per migliorare e incrementare le proprie prestazioni (o il proprio business)”.

Mara Martellotta

Rc auto: in Piemonte oltre il 4 per cento di veicoli non assicurati

IN ITALIA IL 6% DEI VEICOLI NON É ASSICURATO IL COSTO SOCIALE É DI 1,3 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO

 

Pur diminuiti nel corso degli ultimi anni, i veicoli non assicurati sono ancora 2,6 milioni. In alcune regioni (Campania, Calabria) oltre il 10% dei veicoli non è assicurato, con gravi danni e rischi per la collettività

Segugio.itleader nella comparazione assicurativa in Italia, ha svolto un’analisi per approfondire il tema dei veicoli non assicurati sul territorio italiano.

I veicoli non assicurati in Italia sono passati dai 3,9 milioni del 2014 ai 2,6 milioni del 2019, un calo del 50% avvenuto principalmente grazie ai sistemi di controllo elettronico che consentono di verificare l’adempimento dell’obbligo assicurativo. Parallelamente è diminuita l’incidenza dei veicoli non assicurati sul parco circolante totale, passata dall’8,7% del 2014 al 5,9% del 2019.

·       La Campania è la regione con la più alta incidenza di veicoli non assicurati (12,4%);

·       Percentuali molto elevate si riscontrano anche in Calabria (10,3%)Sicilia (9,7%) e Lazio (8,5%);

·       Le regioni più virtuose sono il Trentino Alto Adige (2,3%), il Friuli Venezia Giulia (2,8%) e il Veneto (2,9%).

 

Ma quanto pesa l’evasione assicurativa RC Auto/Moto sulla collettività e quindi, indirettamente, sulle tasche dei contribuenti?

 A livello nazionale, l’evasione dell’obbligo di assicurazione RC vale 1,271 Miliardi di € all’anno.

Segugio.it è una società leader nel mercato italiano della distribuzione tramite internet di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities, nata nel 2012 dall’esperienza nel settore della comparazione di Gruppo MutuiOnline S.p.A., holding di un gruppo di società quotata presso il Segmento STAR di Borsa Italiana (sito istituzionale: https://www.gruppomol.it/).

“Attenzione verso la montagna non solo per le settimane bianche”

“Nelle ultime ore ho registrato una grande, inattesa, fortissima attenzione per la montagna e la sua economia. Della neve e dell’indotto.

Attenzione per le montagne che presentano istanze al Governo, per i territori con imprese e forza lavoro da valorizzare. È positivo si parli di montagna. Ma sarebbe importante che la stessa attenzione, anche da parte di chi la montagna la vede solo in una settimana bianca o in una gita della domenica, ci fosse sui molti temi che Uncem con gli Enti locali presentano da sempre, ogni giorno. Politici, imprese, organizzazioni datoriali mi auguro possano appoggiare le proposte a Governo e Parlamento che Uncem sta facendo, a prescindere dall’importante stagione invernale per la quale aspettiamo indicazioni nazionali salvaguardando la salute pubblica in primis. Le istanze Uncem partono da una fiscalità differenziata e peculiare per imprese ed esercizi commerciali del territorio, da un potenziamento delle reti e delle infrastrutture tecnologiche, da uno sviluppo di nuovi servizi scolastici, sanitari, di trasporto che le comunità chiedono. Auspico la stessa attenzione di tutti, oggi e sempre, sulle proposte dei territori per legge di bilancio e piano nazionale ripresa e resilienza. E se qualcuno vuole definirla ‘lobby della montagna’, lo faccia sostenendo fino in fondo le proposte e le istanze delle Autonomie locali e delle comunità che vivono e tengono in vita i territori”.

Lo afferma in una nota Marco Bussone, Presidente Uncem Piemonte.