ECONOMIA- Pagina 32

Immobili Circoscrizione 5, interventi in deroga

La Giunta comunale su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato due delibere per l’autorizzazione di costruire in deroga al Piano Regolatore sul territorio della Circoscrizione 5.

La prima delibera riguarda l’area di via Pianezza 311 interno 10/A e 10/D, nelle vicinanze dell’ultimo tratto di corso Regina Margherita, in prossimità dell’ingresso alla Tangenziale nord, dove verrà riedificato un edificio a destinazione produttiva e una autorimessa interrata pertinenziale.

 

L’area in oggetto è in questo momento destinata al deposito all’aperto di autoveicoli, mentre i cinque fabbricati che vi insistono sono attualmente sfitti, inutilizzati e fatiscenti e non più consoni a poter ospitare una nuova attività produttiva vista la loro tipologia architettonica e la frammentazione del complesso.

La delibera approva l’intervento in deroga al PRG in quanto persegue le finalità di armonizzazione architettonica con gli organismi limitrofi esistenti e riqualifica una porzione di territorio degradata ed abbandonata, posta ai margini di un ampio complesso residenziale.

L’intervento prevede la demolizione dei 5 fabbricati esistenti di consistenza pari a 920 metri quadrati, con superficie coperta pari a 748 metri quadrati e la contestuale realizzazione di un unico edificio a destinazione produttiva di due piani fuori terra con autorimessa interrata, con una estensione di circa 992 metri quadrati.

L’approvazione del progetto è consentita in deroga agli strumenti urbanistici in quanto l’intervento persegue i fini di riqualificazione e razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e di stimolo e sostegno alle attività economiche, con l’obiettivo di porre rimedio a situazioni degradate o di bassa qualità sotto il profilo sociale ed economico e di favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica.

Il secondo provvedimento prevede un intervento di ristrutturazione edilizia con cambio d’uso da destinazione produttiva a residenziale di un edificio elevato ad un piano fuori terra e di una porzione sita al piano terreno di una palazzina adiacente, a prevalente destinazione residenziale, elevata a due piani fuori terra e sottotetto.

Gli immobili esistenti sono attualmente in disuso ed in stato di abbandono, sono ubicati nel quartiere Lucento, all’interno dell’isolato urbano delimitato da via Calabria, corso Potenza e lungo Dora Liguria.

L’intervento riguarda il cambio di destinazione d’uso dell’immobile di via Calabria 23, da attività produttiva artigianale a residenziale, tramite un intervento di ristrutturazione edilizia che prevede la riduzione della superficie coperta, mediante la demolizione di un volume posto a sud e adiacente all’autorimessa volto alla realizzazione di quattro unità abitative, aventi consistenza complessiva pari a 482 metri quadrati.

La proposta progettuale è completata da opere di restauro e risanamento conservativo con contestuale recupero del sottotetto a fini abitativi.

La politica finalmente riscopre la montagna. Ma non sbagli interlocutore

Con l’aumento delle temperature estive si riscopre la montagna ove si sta al fresco naturale e si respira molto meglio oltre a vivere in un bell’ambiente naturale. Il Sole 24 ore ha dato conto di quanto siano aumentati i prezzi delle case in montagna . Ora anche la politica riscopre l’importanza della montagna. Mentre dal ritorno da Pialpetta per mangiare la cotoletta alla piemontese con la Toma della zona scrivevo su FB che la montagna d’estate allunga la vita , Bussone presidente dell’’Uncem a domanda rispondeva che Torino avrebbe dovuto farsi carico di rilanciare la montagna . A ruota gli interventi dell’Assessore comunale Tresso , che fa fatica a far tagliare le sterpaglie , interveniva a favore della tesi di Bussone e così stamane Michele Vietti , da Lanzo, stranamente condivide la stessa opinione. Così il Vicepresidente della Città Metropolitana , nonché Sindaco di Condove, malgrado la Città Metropolitana non riesca a mantenere in modo decente le strade provinciali e in particolare quelle che portano alle nostre Valli. Certo la montagna e’ una ricchezza di natura, di acqua, di benessere, di tradizioni, di professioni che vanno assolutamente difese e salvaguardate ma non è il Comune di Torino che se ne può interessare . Un Comune che non è capace nemmeno a rilanciare la crescita economica e negli ultimi vent’anni ha perso 20 punti di PIL rispetto a Bologna e ha visto i suoi Quartieri periferici da Barriera di Milano in la sempre più emarginati. Ai tempi delle vecchie provincie le cose andavano meglio a partire dalle strade provinciali ma li avevamo gente in gamba che capiva di viabilità come gli on.li Bovetti e Botta sino ai tecnici della Provincia dall’ing. Nicola originario di Lanzo all’ing. Camoletto. La Regione nella sua fase migliore, le prime legislature , disponeva di Assessori di livello e sul territorio c’erano esponenti locali di qualità da Bozzello a Sartoris e le Comunità Montane avevano un ruolo oltre ad esserci Sindaci di peso, per tutti ricordo Bellino di Locana che spingeva tantissimo per la strada statale di Ceresole di cui parlai a nome di Donat-Cattin con l’allora Ministro dei Lavori Pubblici Stammati. All’epoca inoltre vi erano Senatori di grande peso, penso a Donat-Cattin che da anche Ministro, che nel 1978 fece fare un Decreto per ben tre eventi alluvionali a Pinerolo, Alessandria e Val d’Ossola. Ora la Istituzione che deve rimettere al centro la Montagna e’ la Regione. La Regione ha le risorse italiane ed europee e soprattutto ha un ruolo legislativo e di programmazione dello sviluppo che la Città non ha. Anche perché non c’è solo la montagna della provincia di Torino, dalle vallate cuneesi a quelle vercellesi e del MonteRosa. L’auspicio è che la nuova Giunta Regionale inserisca la Montagna tra le sue priorità e mi auguro che l’Assessore Marco Gallo si faccia presto un giro nelle Vallate alpine non solo quelle cuneesi .

Mino Giachino

“Meccanica Agricola” protagonista a Saluzzo

A fine agosto ritorna la “Mostra Nazionale” nell’antica Capitale del Marchesato

Dal 31 agosto al 2 settembre

Saluzzo (Cuneo)

La macchina organizzativa sta riscaldando i motori. L’appuntamento è, infatti, per l’ultimo giorno dell’estate meteorologica, a Saluzzo (Cuneo), dove, da sabato 31 agosto a lunedì 2 settembre, l’area espositiva di 40mila metri quadrati del “Foro Boario” (via Don Giacomo Soleri, 16), tornerà ad essere teatro della “Mostra della Meccanica Agricola”, giunta quest’anno alla 77^ edizione locale e alla 16^ edizione “Nazionale”. Organizzata, come sempre, dalla “Fondazione Amleto Bertoni” e dalla “Città di Saluzzo” in collaborazione con le aziende del settore – Supertino, Vaudagna, Olimac – ed “eVISO” (azienda innovativa saluzzese, specializzata nella fornitura di energia elettrica e gas), la tradizionale rassegna di fine estate si inserisce tra gli eventi della grande “Festa Patronale di San Chiaffredo”, che dal 29 agosto al 5 settembre, offrirà al pubblico una settimana ricca di musica e di spettacoli. La frutticoltura, l’innovazione nella meccanizzazione, l’allevamento della razza bovina “Frisona”, la produzione e la lavorazione del legno saranno anche quest’anno i protagonisti della Fiera, che vanta 550 stand espositivi e garantisce l’opportunità di incontrare i protagonisti del settore primario, che da sempre caratterizzano il paesaggio agricolo della pianura e delle valli del Monviso.

Ad aprire i giochi saranno, sabato 31 agosto, la 51^ “Mostra Regionale Bovini Razza Frisona Italiana” ed il 19° “Junior Show Regionale”, due iniziative organizzate da “Ara Piemonte” (“Associazione Regionale Allevatori”) per presentare, come si deve, la razza bovina “Frisona Italiana” ed il comparto dell’allevamento da latte, occasione imperdibile per approcciarsi alle migliori “vacche lattifere” della nostra regione.

Interessante novità della nuova edizione, la presenza di “Datameteo Educational” (la prima Scuola “no profit” di “meteorologia esperienziale” nata nel 2021 con sede a Busca di Cuneo) e Andrea Vuolo (il “Signore del tempo” della “TGR Piemonte”) che, sempre sabato 31 agosto, risponderanno alla domanda “Che cos’è il rischio meteorologico, quale impatto sta avendo sul nostro territorio, come interagiscono i segnali del tempo in questi scenari?”. A seguire l’intervento di “Fondazione Agrion– Agricoltura Ricerca Innovazione” ed una degustazione dei prodotti che rendono unica la tradizione culinaria delle “Terre del Monviso”, mentre un ospite d’eccezione (?) illustrerà ricette del territorio salutari e assolutamente facili da realizzare.

Domenica 1 e lunedì 2 settembre sarà dato ampio spazio a professionisti, famiglie e curiosi. Sempre in tema di “confronto”, lunedì 2 settembre sarà la volta di “Uncem Piemonte” (“Unione Nazionale delle Cominità e degli Enti Montani”) che proporrà una “tavola rotonda” per continuare a parlare di “agricoltura” e problematiche ad essa correlate.

Promettono gli organizzatori: “Il ‘Foro Boario’ sarà una piazza dove lavoro ed intrattenimento si daranno il cambio, sempre all’insegna della tradizione territoriale”.

Per info: “Fondazione Amleto Bertoni – Città di Saluzzo”, piazza Montebello 1, Saluzzo (Cuneo); tel. 0175/43527 o www.fondazionebertoni.it

Nelle foto: immagini di repertorio

Manca un mese a Terra Madre – Salone del Gusto: tutte le novità

Un viaggio culinario senza confini tra identità, culture e comunità  

Cereali africani, frutti sudamericani e salse asiatiche: le sfumature della Natura in scena a Torino dal 26 al 30 settembre

Cosa fa di Terra Madre Salone del Gusto 2024 il più grande evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari? A quasi un mese dalla 15esima edizione, dal 26 al 30 settembre al Parco Dora di Torino, è giunto il momento di scoprire alcuni degli oltre tremila protagonisti provenienti da 120 paesi che animano la 15esima edizione: contadine e allevatori, delegati dei popoli indigeni, cuochi, giovani attiviste, espositori del Mercato e produttrici dei circa 180 Presìdi Slow Food. Dal Giappone alle Filippine, dall’Ucraina a Taiwan, dagli Stati Uniti al Messico, dall’austriaca Carinzia all’Araba Alava nei Paesi Baschi, il viaggio di Terra Madre scandito dal claim We are Nature mostra come il cibo rappresenti una parte integrante dell’identità di territori e comunità, esplorando tecniche e tradizioni che resistono e si evolvono nel tempo.

Tra Laboratori del GustoAppuntamenti a Tavola e degustazioni nella Cucina dell’Alleanza, non mancano le occasioni per assaggiare sapori nuovi. Si parte dall’Africa con il fonio e la moringa, un grano antico e una pianta ricchi di proprietà benefiche, principali ingredienti dell’insalata indigena preparata da Wisdom Abiro, giovane cuoco a capo del Ghana Food Movement, una rete di agricoltori, cuochi, ricercatori, nutrizionisti e imprenditori, uniti per valorizzare il potenziale del cibo ghanese. L’Alleanza dei cuochi di Slow Food in Lesotho propone invece un laboratorio in cui i piatti  della tradizione, come il nyekoe e il lipabi, sono presentati insieme a creazioni innovative che utilizzano gli ingredienti indigeni in chiave moderna. Tra questi spiccano prodotti dell’Arca del Gusto, come diverse varietà di legumi – fagioli e lenticchie – e cereali – grano, sorgo rosso e bianco.

Presente anche una forte rappresentanza dall’America Latina, dove i sapori vibranti del platano, frutto amidaceo originario delle regioni tropicali e pietra miliare della cucina tradizionale, hanno nutrito e ispirato intere generazioni. A cucinarlo, in un laboratorio che spazia tra diverse versioni e creazioni, Carlos Estevez Jennifer Rodriguez, coordinatori dell’Alleanza Slow Food dei cuochi di Repubblica Dominicana e Colombia. In un altro Laboratorio del Gusto produttori ed esperti del Sud America raccontano le mille sfumature del cacao, con un approccio multisensoriale che coinvolge gusto, tatto e olfatto. Oltre al cioccolato in purezza, si degusta anche il pozol, una bevanda a base di mais e cacao, consumata in genere solo nel sud del Messico e in America Centrale. Nello spazio allestito dall’Ateneo di Pollenzo, l’alumna dell’Università di Scienze Gastronomiche Abril Macías presenta la rivista gastronomica Chiù e guida il pubblico alla scoperta delle bevande dell’America Latina. In degustazione due specialità locali: il miske, la bevanda alcolica distillata ecuadoriana ricavata dall’agave andina, e la chicha, la tradizionale bevanda fermentata dell’America Latina, ottenuta dal mais.

Ci si sposta poi tra Europa e Asia con l’Alleanza Slow Food dei cuochi turca, rappresentata a Torino da Serhan Hasdemir e Tülay Bayraktar Saygılı. A Terra Madre portano due piatti che mixano tecniche tradizionali e metodi contemporanei. Dalla cucina, l’antalya piyazi, un’insalata calda di fagioli, e un rotolo di formaggio dell’Arca del Gusto con noci di Kaman e Reyhan (un tipo di basilico viola), polvere di ceci tostati, fichi secchi bardacık e salsa di fichi freschi. Numerosa anche la partecipazione di Slow Food Corea, che a Parco Dora insieme a KORIA, Associazione Culturale Koreani Italiani Adottivi, propone un’esperienza interattiva alla scoperta delle salse fermentate della tradizione del Paese – doenjang, pasta fermentata di soia, e gochujang, salsa piccante di peperoncino –, in accompagnamento a kimchi e doenjang-guk, un tipo di zuppa tradizionale. All’ingresso dello spazio dell’Arabia Saudita i visitatori sono accolti da datteri della varietà Ajwa e caffè tradizionale al cardamomo, prima di scoprire e assaggiare preparazioni che mettono in risalto la biodiversità del Paese.

 

Ma a Terra Madre il percorso di visita non si esaurisce in momenti conviviali che mettono in luce culture e comunità differenti: la cinque giorni è l’occasione per far incontrare e dialogare realtà tanto lontane quanto simili in obiettivi e aspirazioni. Tra questi, i pescatori di Callao, in Perù, e i mitilicoltori del Mar Piccolo di Taranto, uniti dalla volontà di valorizzare l’ambiente e i territori in cui vivono e lavorano nel rispetto delle tradizioni culturali. Al loro confronto segue una cena speciale, che abbina il profumo della regina dei Presìdi pugliesi, la cozza nera tarantina, e il ceviche peruviano, dichiarato Patrimonio immateriale UnescoUn esempio di come aromi e sapori diversi possono creare un connubio perfetto, ma anche di come una nuova idea di cucina può diventare ponte fra culture e strumento di integrazione. Lo dimostrano anche gli eventi organizzati da Slow Food Ucraina, che nel proprio stand racconta la storia di Kateryna ed Eros, vincitori del premio Slow Cheese 2023 come progetto di solidarietà internazionale, e presenta Bread for peace, nato per sostenere gli agricoltori ucraini di piccola scala nella regione di Leopoli, dove contribuisce alla sicurezza alimentare della parte più vulnerabile della popolazione.

Potete scoprire qui il programma dei principali spazi internazionali confermato a oggi.

 

Immersa nella campagna di Rivoli, Villa La Maggiorana ospita la Cena Off preparata da Sean Sherman, celebre chef indigeno noto per il suo impegno nella rivitalizzazione e promozione della cucina nativa americana. Conosciuto anche come the Sioux chef, a Terra Madre duetta con Linda Black Elk, illustre etnobotanica e profonda conoscitrice delle piante indigene, e Alexis Nelson, nota raccoglitrice di ingredienti selvatici, per unire i sapori del Nordamerica ai prodotti che offre la campagna italiana.

 

Oltre la tavola: uno sguardo internazionale tra Mercato, spazi espositivi e Arene 

 

Produttori di pani, farine e prodotti da forno, salumi, formaggi, paste secche e ripiene, riso, oli extravergini, cioccolato, tè e infusi, conserve ortofrutticole e ittiche: a Terra Madre si può fare un giro del mondo insieme a 600 produttori. Tanti esempi concreti di un cibo che sia piena espressione della relazione tra essere umano e natura: dallo zafferano puro dell’Afghanistan alle specialità a base di papavero di Pemak in Slovacchia, fino gli amari della distilleria statunitense Eda Rhyne. Tra i Presìdi Slow Food, le ostriche nate dai mari di Bretagna e di Charent dell’azienda francese Earl La Belle de Penerf, i formaggi irlandesi a latte crudo di Gylde Farm Produce, dai Paesi Bassi il gouda artigianale stravecchio di Boeren Goudse Oplegkaas e i prodotti a base di maiale Euskal Txerria di Urdapilleta dalla Spagna.

A Parco Dora i personaggi di rilevanza internazionale non animano solo i banchi del Mercato. Li troviamo in alcuni spazi espositivi come quello della Slow Food Coffee Coalition, dove, in una miscela perfetta di didattica e convivialità, si tostano e si assaggiano diverse tipologie di caffè insieme a caficultores provenienti da Cuba, Messico, Honduras, Colombia, Perù, Malawi, Uganda, India, Tailandia e Filippine. E anche negli incontri in programma nelle tre Arene, che vedono delegati, attiviste ed esperti approfondire il rapporto con la Natura da molteplici punti di vista. Tra questi, Dave Goulson, dal Regno Unito, professore di scienze naturali e ambientali all’Università del Sussex che per la sua opera di difesa degli insetti in via di estinzione nel 2010 ha vinto il premio di innovatore sociale dell’anno assegnato dal Biology and Biotechnology Research Council; dagli Usa, Alice Waters, cuoca e saggista, attivista per l’educazione alimentare e proprietaria del celebre Chez Panisse di Berkeley, che nel 1996 ha creato il progetto Edible Schoolyard, un orto adiacente la cucina della scuola coltivato dagli alunni; Sandor Ellix Katz, tra i massimi conoscitori della fermentazione, definito dal New York Times come «una delle poche rock star della scena gastronomica americana», e Larissa Mies Bombardi, ricercatrice e docente brasiliana ora in esilio in Belgio a causa delle crescenti minacce dovute alla pubblicazione, nel 2017, dell’Atlas Geografía del Uso de Plaguicidas en Brasil y Conexiones con la Unión Europea.

Terra Madre Tips
Info utili: orari e location
Catalogo espositori: l’elenco in continuo aggiornamento
Il calendario degli eventi: giorno per giorno
I Presìdi Slow Food: italiani e internazionali

A spasso per Parco Dora: l’itinerario

In vigore fino al 31 agosto l’ordinanza sul lavoro nelle ore più calde

È in vigore dal 5 al 31 agosto l’ordinanza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi che ha lo scopo di garantire la sicurezza dei lavoratori subordinati e autonomi, nonché dei soggetti ad essi equiparati, dei settori agricolo e florovivaistico e dei cantieri edili e affini che svolgono attività classificabili come “fisica intensa” o altre equiparabili e si trovano in condizioni di prolungata esposizione diretta ai raggi solari in giornate particolarmente calde e dove non sia possibile introdurre misure di riduzione del rischio.

Le raccomandazioni diffuse dal Ministero della Salute e dall’Inail ricordano infatti il rischio e la necessità di prevenire le patologie derivanti dall’esposizione ad elevate temperature ambientali, nei momenti della giornata – dalle ore 12.30 alle 16 – caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura. Per questo motivo la Regione ha stabilito l’astensione dal lavoro.

La limitazione va applicata nei giorni in cui la mappa del rischio messa a disposizione dall’Inail e pubblicata su https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/, riferita ai lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa, alle ore 12 segnala un livello di rischio alto.

“Sulla base dei rischi sanitari per chi, durante l’attività di lavoro intenso, è esposto in maniera diretta e prolungata al sole, la Regione ha stabilito una serie di limitazioni a tutela della salute”, hanno dichiaratoo il presidente Cirio e l’assessore Riboldi, che hanno ringraziato le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali per il contributo e la disponibilità manifestati nei giorni nei quali abbiamo lavorato insieme alla stesura dell’ordinanza”.

Il testo dell’ordinanza è su https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2024/31/attach/ord-1-2024.pdf 

Fondazione Crt risponde alle richieste del ministero

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Il Consiglio di Indirizzo di Fondazione CRT, riunitosi in data odierna, ha approvato alla presenza del notaio Remo Morone il documento finale contenente le risposte alle misure richieste lo scorso 23 luglio dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

Il documento, – si legge nella nota della Fondazione – che raccoglie le proposte di modifiche dello statuto e dei regolamenti, è stato approvato a seguito di un lavoro intenso condotto nelle ultime settimane dalla Fondazione CRT e nei prossimi giorni, rispettando quindi il termine ultimo prescritto per il 22 agosto 2024, sarà inviato e sottoposto al vaglio dell’Authority.

 

La presidente, Anna Maria Poggi, che ha aperto il Consiglio ringraziando il segretario generale, il vicesegretario generale e la struttura per il lavoro e l’impegno profuso in questo particolare momento ha commentato che “quello odierno è un passaggio importante per Fondazione CRT che spero sia il preludio di una nuova fase per l’Ente”.

 

“Abbiamo operato con senso di responsabilità mostrando anche la solidità dell’ente e la coesione all’interno degli organi sociali”, ha aggiunto.

 

“Spero – ha proseguito Poggi – che le modifiche che abbiamo proposto incontrino l’approvazione da parte dell’Autorità di Vigilanza, con la quale il dialogo è stato e sarà continuo e proficuo. Resteremo in ogni caso a disposizione per recepire eventuali ulteriori richieste di precisazione”.

Tanti avvocati, mancano gli idraulici: anche in Piemonte pochi giovani vogliono diventare artigiani

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In tutto il Paese, come evidenzia lo studio della CGIA di Mestre,  si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti, gli autoriparatori, i sarti, i pasticceri, i fornai, i parrucchieri, le estetiste, gli idraulici, gli elettricisti, i manutentori delle caldaie, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i batti-lamiera. “Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile reperire carpentieri, posatori e lattonieri. Più in generale, comunque, l’artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare
fare che è il vero motore della nostra eccellenza manifatturiera.”, osserva la CGIA.

• A Vercelli, Rovigo, Lucca e Teramo le flessioni percentuali più elevate

Tra il 2023 e il 2012 è stata Vercelli la provincia con il -32,7 per cento ad aver registrato la variazione negativa più elevata d’Italia. Seguono Rovigo con -31, Lucca con -30,8 e Teramo con il -30,6 per cento. Le realtà, invece, che hanno subito le flessioni più contenute sono state Napoli con il -8,1, Trieste con il -7,9 e, infine, Bolzano con il -6,1 per cento. In termini assoluti le province che hanno registrato le decurtazioni più importanti sono state Torino con -21.873, Milano con -21.383, Roma con -14.140, Brescia con -10.545, Verona con -10.267 e Bergamo con -10.237 (vedi Tab.1). Per quanto riguarda le regioni, infine, le flessioni più marcate in termini percentuali hanno interessato l’Abruzzo con il -29,2 per cento, le Marche con il -26,3 e il Piemonte con il -25,8. In valore assoluto, invece, le perdite più significative hanno interessato la Lombardia con -60.412 unità, l’Emila Romagna con -46.696 e il Piemonte con -46.139. Il dato medio nazionale è stato pari al -22 per cento.

Chi vuol male alla Val Susa così bella e strategica?

Caro Direttore,
Chi vuole male alla Val Susa? E’ una bella Valle con vestigia storiche importanti, dall’arco romano alla Sacra di S.Michele,  con un notevole flusso turistico , che conserva alcune aziende importanti (Azimut) anche se ne ha perse molte negli ultimi decenni a causa della crisi del tessile e ora sembra aver perso capacità attrattiva danneggiata dalle violenze dei Notav. Cosicché la Bassa Valle si stima abbia un PIL procapite sceso al livello delle regioni del Sud.
Una Valle che ha dato natali a persone di grandissimo spessore, da Medail di Bardonecchia che intuì prima di tutti la possibilità di traforare le Alpi da Bardonecchia a Modane a Des Ambrois di Oulx , personaggio politico di prima grandezza all’epoca di Carlo Alberto, che scrisse gran parte dello Statuto Albertino, grande sostenitore del primo Traforo alpino del Frejus. Cosicché la Valle venne scelta da autorevoli investitori esteri, primo fra tutti Augusto Abegg che a soli 19 anni da vita a quella che diventerà poi il Cotonificio della Valsusa.
Negli anni 80 si impiegarono  per difficoltà locali, oltre 10 anni per costruire la autostrada che collegasse il Nord Italia alla Francia traverso il Tunnel autostradale. Ricordo quando venne abbattuto il diaframma di quel Tunnel nel maggio 79, arrivarono il Primo Ministro francese Barre e da parte italiana il capo del Governò Andreotti e il Ministro Donat-Cattin (che accompagnai in elicottero) oltre a Botta, Calleri , Picchioni, là Savio e molti Bardonecchiesi da Mario Corino a Sergio Ambrois. La autostrada la dobbiamo agli on.li Botta e Frojo che ottennero la adesione dei Comuni.
A fine degli anni 90 però con il progetto della TAV impattante e mal illustrato (ecco i danni della incompetenza)  dalla Regione esplosero le proteste dei Notav.
L’aumento del traffico, il ritardo nel fare lavori di adeguamento ad alcune gallerie e viadotti hanno portato alla concentrazione dei lavori di ristrutturazione in corso che deviano il traffico causando code lunghissime con la aggiunta del traffico che usa la via del Bianco causa la manutenzione di quel Traforo autostradale.
Ieri mattina, ferragosto,  dalla tangenziale svolto per prendere la A32 ,la autostrada per Bardonecchia e Lione, e appena passato il casello inizia la coda come vedi dalla foto. Una coda lunga verso la barriera autostradale cui seguiranno altre riduzioni e salti di carreggiata sino alla altezza del cantiere della TAV. Tra 17 giorni poi aumenterà il traffico data la chiusura per quattro mesi del Traforo del Bianco.  La Val di Susa strategica non solo per Cavour , Medail e Des Ambrois ma anche per tutta l’Europa che ha previsto il nuovo Tunnel della ferrovia AV, la cosiddetta TAV. Una linea ferroviaria che consentirà di trasferire il 50% del traffico merci e passeggeri dalla strada ( che inquina e causa incidenti stradali) alla rotaia ( il mezzo di trasporto che non inquina). . Eppure in Valle per tanti anni contro l’opera ha dettato legge il Movimento NoTAV appoggiato dalla sinistra ex PCI e da tanti Sindaci del PD oltre che dai grillini teorici della Decrescita felice. Oggi dopo due decenni di lotte rimane la decrescita infelice della Bassa Valle che ha un PIL ormai a livello delle regioni del Sud. Una Valle scelta per le vacanze dai reali prima, da Carducci e Giolitti poi e dalla borghesia torinese nel dopoguerra tanto che il dialetto piemontese che si parla a Bardonecchia e’ quello torinese.
Spiace che non siano i valsusini a protestare per l’ulteriore ritardo nella costruzione della TAV , un’opera che beneficerà per prima proprio la Valle , prima con i lavoratori del cantiere e poi terminata l’opera portando più turismo alla Stazione Internazionale e togliendo traffico e smog dalla strada per portarlo su rotaia.
Chiudo col rammarico perché non sono ancora arrivati i ristori per il pesante evento alluvionale dello scorso anno a Bardonecchia. Sin qui ha supplito una brava e volenterosa Sindaca e la cittadinanza. Questa estate sembra ripagare i danni dello scorso anno , avvicinandoci alla prima stagione invernale che verrà gestita dal recente accordo tra il Sestriere e Bardonecchia.
Una Valle bella e affascinante sia dal punto di vista storico e paesaggistico ma frenata negli ultimi trent’anni dagli oppositori alla Tav e dagli errori di chi doveva realizzarla ,
anche se la società civile torinese, che ho avuto l’onore di guidare, sostituendosi ai partiti , con la grande Manifestazione del 10 Novembre 2018 disse con grande forza SITAV.
Fu la prima volta che la gente scese in piazza per scegliere un futuro di crescita attraverso la realizzazione di una grande rete di trasporto green come la ferrovia.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO

Fondi al Politecnico per un campus più sostenibile

Il finanziamento per l’Edilizia Universitaria e le Grandi Attrezzature 2024 andrà ad aggiungersi ai fondi già stanziati per l’ampliamento e la riqualificazione degli spazi

Il Segretariato Generale del Ministero dell’Università e della Ricerca ha annunciato la ripartizione dei 75 milioni di euro stanziati dal Fondo per l’edilizia universitaria e le grandi attrezzature per l’anno 2024, come previsto dal Decreto Ministeriale n. 774 del 10 giugno 2024.

Al Politecnico di Torino andranno 1.027.871 euro, attribuiti in proporzione al numero degli studenti in corso iscritti ai corsi di laurea e di laurea magistrale nell’area scientifico-tecnologica, come indicato dall’articolo 1 comma 2 del Decreto.

La notizia è stata accolta con soddisfazione dai vertici dell’Ateneo, che grazie al cofinanziamento ministeriale presenterà un ambizioso programma di interventi di efficientamento energetico che interesseranno l’involucro e gli impianti degli edifici, anche in un’ottica di building automation per il controllo e il monitoraggio dei consumi energetici. Saranno inoltre realizzati progetti finalizzati all’adeguamento alle norme sulla sicurezza del patrimonio edilizio.

“Il programma di interventi si inserisce nel quadro delle azioni previste per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nel 2040, ovvero 10 anni prima del traguardo fissato a livello internazionale – sottolinea il Rettore Stefano Corgnati –abbiamo già pronto un piano di interventi ambizioso, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica e con il piano di sviluppo edilizio che guidano il mio mandato”