ECONOMIA- Pagina 314

Qual è lo stato di salute delle imprese piemontesi? A rischio il 35%

Studio Temporary Manager S.p.A.società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha fotografato lo stato di crisi delle aziende italiane, dividendole in categorie con rating positivo e critico. Secondo la rielaborazione, condotta su base dati AIDA sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, in Piemonte il 35% presenta al momento un rating a rischio.

L’analisi di Studio Temporary Manager: in Italia rating a rischio per ben il 36% delle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, con otto regioni che superano il 40%. La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore
è la chiave di un risanamento efficace

A soffrire maggiormente le aziende della Sicilia (43%), Abruzzo (42%), Lazio (42%), Molise (42%), Puglia (42%), Calabria (42%), Basilicata (41%) e Sardegna (41%). Alberto Cerini, STM: “2021 all’insegna dell’incertezza, ma un piano di ristrutturazione aziendale efficace può creare un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, offrendo così una seconda possibilità ad un’impresa in crisi”

 

Crisi d’impresa, piano di risanamento, ristrutturazione aziendale (c.d. Turnaround), sono state tra le parole più ricorrenti del 2020 appena trascorso e le prossime su cui puntare. Un anno complesso per le PMI italiane, che ha visto secondo il Cerved un aumento dei default del +10% rispetto ai mesi pre-Covid e la previsione di un raddoppio per il 2021, nonostante gli aiuti statali e le speranze affidate al Recovery Plan. Ma qual è la situazione oggi? Quante imprese non ce la faranno quando le moratorie e le proroghe finiranno? In questo scenario di incertezza, Studio Temporary Manager S.p.A., società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha elaborato un’analisi sui bilanci depositati presso la Camera di Commercio di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, fotografando lo stato di crisi delle aziende e dividendole in categorie con rating positivo e critico. Sul totale del campione preso in esame, il 36% presenta al momento un rating a rischio.

Se ci si sposta poi a livello regionale, tutti i territori mostrano segnali di sofferenza ma con valori variabili. In otto regioni le imprese con un rating a rischio superano il 40% e tutte il 30%: tra queste si evidenziano la Sicilia (43%), l’Abruzzo (42%), il Lazio (42%), il Molise (42%), la Puglia (42%), la Calabria (41%), la Basilicata (41%) e la Sardegna (41%). Seguono l’Umbria (39%), l’Emilia Romagna (37%), la Liguria (37%), la Toscana (36%), il Piemonte (35%), la Lombardia (35%), il Friuli-Venezia Giulia (34%), la Valle d’Aosta (34%), la Campania (33%), le Marche (34%), il Trentino-Alto Adige (31%) e il Veneto (31%)

 

“Dalla nostra analisi emerge che già nei bilanci ad oggi depositati sono presenti evidenti segnali di criticità; molto probabilmente l’impatto del Covid e la relativa chiusura a intermittenza di molte attività accelereranno la crisi delle imprese italiane già fragili, a cui se ne aggiungeranno altre, e ciò comprometterà in modo significativo la capacità delle stesse di far fronte ai propri impegni finanziari futuri – ha dichiarato Alberto Cerini, Responsabile “Corporate Turnaround & Restructuring” di Studio Temporary Manager  Di conseguenza, anche il rapporto con gli istituti di credito è divenuto più complesso e richiede ora più che mai assistenza qualificata per poter accedere alle opportunità finanziarie messe a disposizione dai recenti provvedimenti legislativi. Portare a compimento un piano di risanamento aziendale di successo può offrire una seconda possibilità ad un’impresa in crisi, e per far ciò va creato un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, cioè clienti, fornitori, banche e fisco, in quanto è solo con l’appoggio anche di questi ultimi che si può implementare un efficace rilancio aziendale.”

 

Cosa dovrebbero fare gli imprenditori? Secondo Cerini “La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore è la chiave di un risanamento efficace. Inoltre, è importante da un lato riconoscere ed ammettere la crisi in corso e gli errori fatti nel passato, perché questa consapevolezza permette di non rifare i medesimi errori nel futuro; dall’altro avere il coraggio e la forza di fare cambiamenti, di innovare (anche grazie alle agevolazioni fiscali in essere) e implementare velocemente azioni spesso difficili, se necessario tramite gli strumenti legislativi disponibili, che consentano però poi alla propria impresa di tornare a prosperare.”

 

Per aiutare gli imprenditori Studio Temporary Manager ha realizzato un vademecum di 10 regole utili nei momenti di crisi aziendale:

1)        Discontinuità con il passato: identificare il giusto team per la gestione della crisi e affiancare agli imprenditori manager adeguati, se necessario esterni all’azienda

2)        Fermare l’emorragia: stop loss

3)        Essere reattivi: 1 mese vale 1 anno

4)        Ristrutturare l’indebitamento finanziario

5)        Risolvere i problemi industriali

6)        Comunicare in modo efficace il progetto di risanamento ai terzi

7)        Gestire l’azienda per cassa

8)        Focalizzarsi su ciò di cui si ha esperienza (core business)

9)        Porre le basi per il futuro, anche con operazioni di M&A

10)     Avere umiltà ma anche coraggio e forza di innovare

REGIONE RATING POSITIVO  RATING CRITICO
SICILIA 57% 43%
ABRUZZO 58% 42%
LAZIO 58% 42%
MOLISE 58% 42%
PUGLIA 58% 42%
CALABRIA 59% 41%
BASILICATA 59% 41%
SARDEGNA 59% 41%
UMBRIA 61% 39%
EMILIA ROMAGNA 63% 37%
LIGURIA 63% 37%
TOSCANA 64% 36%
PIEMONTE 65% 35%
LOMBARDIA 65% 35%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 66% 34%
VALLE D’AOSTA 66% 34%
CAMPANIA 66% 34%
MARCHE 67% 33%
VENETO 69% 31%
TRENTINO-ALTO ADIGE 69% 31%
TOTALE ITALIA 64% 36%

Fonte e campione: Rielaborazione Studio Temporary Manager S.p.A. (www.temporarymanager.info) su base dati AIDA. L’analisi è stata condotta sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro

 

Fondi agricoltura, Protopapa: “Bene la ripartizione”

La Regione Piemonte condivide pienamente la proposta dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sui criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi Feasr 2021 -2022 per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale. Ha dichiarato l’assessore Marco Protopapa:

 “Il Piemonte, insieme ad altre 14 Regioni, plaude al piano di ripartizione dei fondi Feasr presentato dal Ministro: una proposta equilibrata che supera, finalmente, i vecchi criteri, cosiddetti “storici”, che sono ormai completamente avulsi dalla realtà agricola italiana. Si, invece, all’adozione di criteri oggettivi che, peraltro, entreranno a regime con gradualità, proprio per venire incontro anche alla esigenze delle 6 Regioni che ancora si oppongono a questo nuovo approccio. Peraltro ricordiamo che in base all’accordo sancito all’unanimità nel 2014 tra tutte le Regioni e le Province Autonome, questi criteri dovevano essere completamente abbandonati con l’attuale periodo di programmazione. Con questa modalità di assegnazione, nel biennio 2021-2022, il Psr del Piemonte potrà contare su un aumento della spesa pubblica di oltre il 10% a cui si aggiungeranno circa 50 milioni di € dei fondi “Next Generation”. In questo modo sarà anche possibile dare risposte concrete alle nostre aziende in un periodo di eccezionale difficoltà”.

 

Recovery Plan made in Piemonte: 27 miliardi per oltre 1200 progetti

Il presidente Alberto Cirio: “Diamo voce alle esigenze di sviluppo del territorio. Priorità a nuove tecnologie, ambiente e infrastrutture”. Il documento ora verrà trasmesso a Roma: l’8 aprile inizierà il confronto con il presidente del Consiglio Draghi

Si intitola “Next Generation Piemonte” il documento, approvato questo pomeriggio durante una riunione straordinaria della Giunta regionale, che contiene oltre 1200 progetti dal valore complessivo di 27 miliardi di euro.

Il testo raccoglie i contributi giunti dal territorio dei quali si chiede al Governo l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan. La prossima settimana inizierà il confronto con Roma per definire quali di questi progetti potranno essere inclusi nel documento finale che il Governo entro il mese di aprile invierà all’Unione Europea con le priorità italiane.

“Giovedì 8 aprile presenteremo al premier Mario Draghi questo documento, che definisce le linee di indirizzo per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi 10 anni – ha dichiarato il presidente della RegioneAlberto Cirio, al termine della seduta -. Siamo orgogliosi di dire che è il contributo del Piemonte, e non della Regione Piemonte, perché dà voce a tutte le esigenze di crescita che ci sono pervenute dal territorio durante l’intenso calendario di incontri che, nelle scorse settimane, ci ha visto andare in tutte le province per ascoltare gli enti locali, le categorie economiche, produttive e sociali, i nostri giovani, che sono i veri proprietari del futuro. Quante volte leggendo un bando europeo ci si è chiesti chi lo avesse scritto, perché troppo distante dalla realtà, noi abbiamo voluto evitare questo scollamento andando prima sul territorio per raccogliere le esigenze reali da chi il territorio lo vive tutti i giorni”.

L’analisi delle istanze mette in risalto come la progettualità dal basso esprima un preciso orientamento verso le nuove tecnologie, l’ambiente e le infrastrutture: oltre 600 progetti riguardano questi ambiti.

“Infrastrutture tradizionali come le strade, i ponti le vie, ma anche quelle che riguardano le infrastrutture multimediali per rendere il Piemonte più connesso anche a livello digitale – ha proseguito il presidente Cirio -. E poi i progetti che riguardano l’istruzione e l’edilizia sanitaria. In questo documento c’è quello che serve al Piemonte e non dobbiamo perdere questa opportunità. Se infatti è fondamentale continuare a vaccinare, perché vincerà questa battaglia chi prima avrà vaccinato la sua gente, dall’altra dobbiamo continuare a progettare il futuro e i fondi del Recovery Plan abbinati a quelli della prossima programmazione europea 2021-2027 porteranno in Piemonte oltre 10 miliardi di euro, una cifra che il Piemonte non ha mai avuto e che adesso dobbiamo investire per fare ripartire la nostra regione e non lasciare nessuno indietro”.

La proposta di Recovery Plan del Piemonte in sintesi vede 1.273 progetti così ripartiti:
– 672 riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica

– 230 racchiudono interventi su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

– 187 si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità sostenibile

– 107 comprendono l’inclusione e la coesione

– 55 fanno riferimento all’istruzione e alla ricerca

– 22 concernono l’assistenza sanitaria

A livello territoriale la provincia di Alessandria vede 34 progetti per un valore di 1,8 miliardi di euro, quella di Asti 195 progetti per circa 1 miliardo di euro, Biella 76 progetti per 684 milioni di euro, Cuneo 39 progetti per oltre 1,8 miliardi di euro, Novara 187 progetti per oltre 1,2 miliardi di euro, Torino 182 progetti per 3,5 miliardi di euro, Vercelli 344 progetti per 2,5 miliardi di euro, il Verbano-Cusio-Ossola 57 progetti per oltre 560 milioni di euro. A questi si aggiungono 159 progetti a valenza regionale del valore complessivo di 13,8 miliardi di euro.

Si segnalano, tra gli ambiti:

– rigenerazione edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, messa in sicurezza, interventi antisismici (468 proposte per un valore complessivo di 11,9 miliardi);

– interventi in viabilità, infrastrutture viarie e opere di ingegno come ponti, strade e parcheggi (183 proposte per 4,2 miliardi);

– sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale, trasporto ferroviario, infrastrutture per il trasporto aereo cargo e passeggeri (37 schede per 2 miliardi);

– riqualificazione o costruzione di impianti sportivi, sia a valenza di coesione e infrastrutture sociali, sia in integrazione dell’offerta turistica, insieme ad altri strumenti e investimenti sui servizi turistici (63 proposte per 1,8 miliardi);

– progetti di mobilità alternativa e dolce, come ciclovie, funivie e passerelle, prevalentemente a servizio della riqualificazione paesaggistica e dell’offerta turistica in contesti adeguati (109 schede per 635 milioni);

– potenziamento di strutture, risorse e strumenti per anziani, minori, famiglie in difficoltà, soggetti vulnerabili (84 interventi per 750 milioni).

“Lavoro nel gioco legale. Ecco le mie ragioni”

Caro direttore, mi presento, sono un giovane piemontese di trentadue anni e mi chiamo Alessandro Rosso.

Finita la scuola tredici anni fa ho subito iniziato a cercare lavoro l’ho trovato in una azienda che noleggia slot machine e giochi da intrattenimento per bar, la mia mansione è tecnico riparatore.
Piano piano questa ditta è diventata una seconda famiglia per me.

Amo il mio lavoro e vorrei continuare a farlo.
Purtroppo per il nostro settore è entrata in vigore la legge 9/2016 la cui conseguenza è stata una diminuzione drastica del lavoro e molti miei colleghi hanno scelto una strada diversa. Se questa legge non verrà modificata ci saranno moltissimi altri tagli in tutto il settore del gioco legale e dell’indotto.

Queste aziende creano posti di lavoro che vengono annullati con una semplice legge regionale.
Migliaia di persone rischieranno il posto di lavoro.
Il rammarico di noi dipendenti sarà quello di essere licenziati non per causa nostra ma per colpa di una legge che non ci considera.

Non ci lamentiamo inutilmente, non vogliamo il reddito di cittadinanza e sussidi vari, ma vogliamo alzarci ogni mattina, andare a lavorare come qualsiasi altra persona.

Tutti ci considerano cattive persone che approfittano della gente che gioca: ma in realtà siamo LA PRIMA BARRIERA CONTRO IL GIOCO ILLEGALE.

Quindi non siano dei malfattori e neanche dei lavoratori di serie b. Il 20 maggio dopo 3 anni di agonia conosceremo il nostro futuro. Continuiamo a sperare che la regione Piemonte prenda provvedimenti in nostro favore.

Alessandro Rosso

La Tav? Non è un buco inutile nella montagna

Di Carlo Manacorda  LINEAITALIAPIEMONTE.IT

Le riflessioni dell’economista ed esperto di bilanci pubblici Carlo Manacorda sul significato di questa grande opera anche alla luce dei programmi che Draghi sta mettendo a punto nell’ambito del Recovery Plan che dovrà essere presentato all’Europa entro fine aprile per poter ricevere i famosi 209 miliardi…

… Continua a leggere:   https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/03/23/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/la-tav-non-e-un-buco-inutile-nella-montagna-ma-un-aiuto-alleconomia-e-allambiente-di-carlo-m.html

 

Merlo: “Ristori, adesso però si risolva la questione dei fondi”

Caro direttore, sul capitolo ‘ristori’ adesso, però, serve una parola definitiva. Nei giorni scorsi la Regione Piemonte si è mossa con tempismo e con precisione attorno ai criteri che dovranno essere individuati per la redistribuzione delle risorse stanziate dallo Stato.

 

Ma se si vuole procedere con celerità e senza ulteriori rinvii e tentennamenti che rischiano di compromettere sempre di più il futuro e la prospettiva di una intera filiera, queste risorse non possono più tardare.

È evidente a tutti che con la Presidenza Draghi la macchina dello Stato ha avuto una accelerazione accompagnata da una miglior efficacia. Del resto, con un Governo di emergenza che ha tre priorità da risolvere – quella sanitaria, quella economica e quella sociale – non poteva essere altrimenti. Ma quello che conta, in questa stagione, è di accelerare questa decisione per evitare di far pesare sulle spalle degli operatori locali una situazione ormai sempre più compromessa.

In discussione, infatti, c’è il futuro di un intero comparto e la prospettiva di un settore produttivo che conta migliaia di lavoratori e centinaia di piccole e medie aziende.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Assessore Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

McDonald’s: aperto il nuovo ristorante ad Alpignano

Nel locale lavoreranno 38 persone

 Il nuovo ristorante McDonald’s di Alpignano, situato in Via Venaria, ha aperto martedì 30 marzo.

Il nuovo locale, dotato di 194 posti tra interno ed esterno, è completo di corsia McDrive, servizio grazie al quale è possibile ordinare, pagare e ricevere l’ordine direttamente dalla propria auto e McCafé dove gustare un caffè di qualità e un’offerta varia di soft drink e prodotti da forno.  Nel ristorante sono presenti anche i chioschi digitali per l’ordine self-service.

Il servizio di asporto, disponibile da lunedì a domenica, dalle 9:00 alle 22:00, è disciplinato in modo rigoroso per garantire la sicurezza e la salute dei clienti e dei dipendenti. Gli ingressi nel ristorante sono contingentati e i prodotti vengono consegnati in modalità contactless dal personale. L’ordinazione può avvenire in autonomia ai kiosk, per i quali McDonald’s ha messo in atto procedure straordinarie di pulizia e igienizzazione, o in cassa.

Per il ristorante di Alpignano sarà inoltre attivo il servizio McDrive, operativo 7 giorni su 7, dalle 9:00 alle 22:00. La presa dell’ordine avviene nella massima sicurezza tramite interfono, mentre la consegna del pasto attraverso il finestrino della propria auto, senza contatto diretto tra personale e clienti.

È anche disponibile anche il servizio McDelivery, per cui è prevista la consegna dell’ordine a domicilio senza contatto, in totale sicurezza. Il servizio è disponibile 7 giorni su 7, dalle 12:00 alle 15:00 e dalle 18:00 alle 21:00.

In base alle disposizioni in materia di contenimento dell’emergenza Covid, orari e servizi del ristorante potrebbero subire variazioni: saranno comunque sempre disponibili i canali di asporto, McDrive e Delivery.

Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, McDonald’s ha affrontato la situazione con la massima attenzione e responsabilità, mettendo al primo posto la sicurezza e la salute dei propri 25.000 dipendenti in tutta Italia e dei suoi affezionati clienti.

Allasia: “Necessario tutelare gli ambulanti non alimentari”

Questa mattina il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha incontrato, con l’assessore Maurizio Marrone, una rappresentanza degli ambulanti appartenenti alle sigle GOIA, UBAT e APICAST, scese in piazza per protestare contro le chiusure dei mercati agli operatori non alimentari.

“A nome dell’Assemblea legislativa – sottolinea il presidente Allasia – esprimiamo vicinanza e supporto ai commercianti ambulanti che hanno manifestato per poter tornare a lavorare in sicurezza. Come Consiglio Regionale invitiamo la Giunta ad intervenire nei confronti del governo nazionale affinché la categoria, ormai allo stremo, possa tornare in attività dopo le feste pasquali. La chiusura dei mercati agli operatori extra alimentari è un provvedimento discriminatorio che mette in difficoltà economiche migliaia di famiglie piemontesi”.

La protesta degli ambulanti

Questa mattina a Torino si è tenuta  una nuova manifestazione degli ambulanti, con decine di furgoni e auto che si sono dati appuntamento in piazza Vittorio.

La partenza del corteo dall’Allianz Stadium e poi in corso Grosseto e corso Giulio Cesare.

I mercatali chiedono di riaprire il settore extra alimentare “ormai al collasso”.

(Foto archivio)

Il comandante del Nas intervistato a Parlaconme

I carabinieri del NAS e le loro attività nel settore agroalimentare saranno il focus della trasmissione PARLACONME di giovedì 1 aprile, condotta da Simona Riccio

 

I carabinieri del NAS e le loro attività nel settore agroalimentare costituiranno il tema della puntata del primo aprile prossimo della trasmissione PARLACONME,  in onda sulla Radio web Radiovidanetwork e condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio.

A intervenire sarà  il Maggiore Francesco Giangreco, Comandante del NAS Carabinieri di Torino, che spiegherà in maniera chiara e semplice le attività  di questo Corpo dei Carabinieri nei vari settori. Nel corso degli anni, la competenza del NAS, oltre alla storica missione di controllo sulla salubrità degli alimenti, si è  decisamente ampliata, venendo a comprendere tutti i settori riguardanti la tutela della salute pubblica. I Carabinieri del NAS sono diventati paladini della salute dei cittadini; il Corpo, istituito il 15 ottobre 1962, rappresenta la risposta dell’Arma dei Carabinieri alla minaccia rappresentata dai reati contro la salute pubblica. Dapprima costituito da un Ufficiale Superiore distaccato  presso il Gabinetto del Ministero della Sanità e da quaranta sottufficiali, il Corpo dei Carabinieri del NAS si è andatoampliando nella sua presenza sul territorio, fino al momento nel quale ha acquisito la denominazione di Comando dei Carabinieri per la tutela della Salute.

Con il Comandante del NAS Maggiore Francesco Giangreco, Simona Riccio affronterà, oltre alla spiegazione sul ruolo del NASe sulle modalità attraverso cui questo nucleo dei Carabinieri si attiva, anche l’illustrazione del modo in cui questi vengono percepiti dagli imprenditori e il rapporto tra i Carabinieri del NAS e i cittadini. Infine la trasmissione concentrerà il suo focus sul settore ortofrutticolo.

La trasmissione è  ascoltabile in diretta radio web su Radio Vidanetwork,  collegandosi al sito www.vidanetwork.it, o attraverso la app ufficiale scaricabile per Ios e Android o su speaker Alexa e Google Home.

Replica il giorno successivo venerdì alle ore 9

E il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30

Mara Martellotta