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Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
Con l’arrivo dell’inverno aumenta anche il freddo e la possibilità di nevicate. Per questo motivo, la legge italiana obbliga ad avere con sé in auto le dotazioni invernali (catene da neve a bordo o pneumatici invernali), dal 15 novembre al 15 aprile. Nel caso in cui la strada sia coperta di neve e/o ghiaccio, allora le catene sono la scelta migliore. Vediamo tutto quello che bisogna sapere a riguardo e le migliori in vendita.
Le catene per le gomme sono uno strumento davvero utile in auto contro neve e ghiaccio. Se la neve si accumula sulla carreggiata e il ghiaccio rende il percorso difficoltoso, duro e scivoloso, le catene aumentano sensibilmente la presa delle ruote sulla strada e garantiscono un elevato standard di sicurezza per guidare senza rischi.
Con le intemperie invernali, infatti non si può scherzare: chi vive nel nord Italia o in zone montane sa bene cosa significa provare l’esperienza di guidare su strade innevate. Le catene, inoltre, sono un’alternativa valida, sicura ed economica agli pneumatici invernali.
La legge italiana obbliga gli automobilisti a installare gli pneumatici invernali sulla vettura o a tenere a bordo le catene da neve dal 15 novembre 2021 al 15 aprile 2022. L’obbligo vale sui tratti stradali e autostradali maggiormente soggetti al rischio di precipitazioni nevose, dove è presente l’apposita segnaletica.
Attenzione: in caso di insolvenza rispetto alle disposizioni previste dall’articolo 6 del Codice della Strada, sono previste sanzioni che variano da 85 euro a 338 euro sui tratti autostradali e dai 41 euro ai 169 euro su quelli comunali. Oltre alla sanzione è prevista anche la decurtazione di tre punti sulla patente.
Per chi non ha gli pneumatici invernali, dunque, le catene da neve sono uno strumento assolutamente indispensabile da tenere in auto durante la stagione invernale per la propria sicurezza e per evitare le multe salate e la decurtazione dei punti dalla patente. In base a quanto prescritto dalla legge, le catene devono essere omologate e avere l’etichetta con marchio CE, a garanzia di funzionalità e resistenza, come queste che vi consigliamo noi.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.
Tronzano: “un sistema produttivo piemontese che investe e guarda al futuro con ottimismo e prospettive di crescita”
Nel corso dell’ultima riunione di giunta è stato approvato un Accordo di Sviluppo con Mise, l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa e la società Ponti Spa quale soggetto proponente. L’accordo è riferito a un cofinanziamento legato ai contratti di sviluppo che prevedono sia uno sviluppo della stessa impresa che un aumento degli occupati.
Il progetto approvato prevede la realizzazione di un programma di sviluppo relativo alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, un progetto di investimento finalizzato alla razionalizzazione degli spazi produttivi e l’acquisto di macchinari ed attrezzature con l’obiettivo di incrementare i livelli produttivi, di migliorare la qualità dei prodotti e di ridurre i costi di produzione, attraverso un maggior livello di automatizzazione degli stessi processi.
La società, con sede a Ghemme nel novarese, ha infatti presentato un progetto di sviluppo che comporterà un incremento occupazionale di 14 unità (di cui 11,5 dislocate sul territorio piemontese) e interventi diretti negli stabilimenti di produzione conserve e nell’acetificio tutti e due situati a Ghemme. L’importo complessivo del progetto è di 20 milioni e 349 mila euro con agevolazioni complessive da parte delle Istituzioni pari a 8 milioni di euro.
“Quello di Ponti così come quello di molte altre aziende produttive nel settore che abbiamo approvato nel corso dell’anno – commenta l’Assessore allo sviluppo delle attività produttive Andrea Tronzano – è la dimostrazione chiara di un sistema produttivo piemontese che non si ferma, che investe, e guarda al futuro con ottimismo e prospettive di crescita. L’aiuto dello Stato e della Regione – conclude l’Assessore Tronzano – è la risposta concreta delle istituzioni che fanno gioco di squadra con il territorio per dare impulso al sistema produttivo”.
Gruppo Marazzato L’impresa fondata nel 1952 da Lucillo Marazzato oggi conta 284 dipendenti, 8 sedi, mezzi di ultima generazione e un fatturato 2021 che si attesta a quota 57,5 milioni di euro.
Gruppo Marazzato cresce, e diventa grande impresa. L’azienda leader italiana nelle soluzioni per l’ambiente, inclusi servizi ecologici, bonifiche e gestione della filiera dei rifiuti industriali, nata come ditta individuale nel dopoguerra il 17 Maggio 1952 e via via evolutasi sino a diventare solida PMI, oggi conta più di 280 dipendenti, 8 sedi e un parco mezzi d’opera costantemente aggiornato.
È con queste solide premesse che l’azienda si appresta nel 2022 a tagliare l’ambito traguardo dei settant’anni. Negli ultimi cinque anni, la realtà fondata dall’indimenticato Lucillo Marazzato ha raggiunto obiettivi importanti, a cominciare dal fatturato, che dai 33 milioni del 2016 ha toccato quota 57,5 milioni di euro.
Un grande balzo in avanti trainato principalmente da due grandi direttrici: quella della divisione bonifiche, passata dai 3,5 milioni di euro del 2016 ai circa 20 del 2021, e quella della piattaforma polifunzionale di Azzurra Srl, società del Gruppo che gestisce l’impianto di stoccaggio e smaltimento solidi e liquidi.
La struttura di Villastellone, nel torinese, è passata infatti da un volume lordo di 6 milioni nel 2018 ai 9,5 milioni del 2019 per proseguire la propria ascesa anche nell’ultimo biennio, con la messa a regime del ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ grazie anche ad azzeccate partnership con realtà di primo piano quali il Politecnico di Torino.
Molteplici i risultati conseguiti nel 2021 dall’impresa contraddistinta dal marchio con l’elefantino dal naso all’insù, a cominciare dal ‘Best Managed Companies’ assegnatole per la seconda volta dalla nota agenzia di rating internazionale ‘Deloitte’ tra le primarie e più solide realtà industriali italiane, e il ‘Premio Industria Felix’ che ne certifica ulteriormente l’efficienza nellagestione.
“L’incremento del personale si è diviso equamente tra operativi e tecnici, al fine di aumentare le risorse umane atte a proseguire nella strada della crescita costante e sostenibile che contraddistingue il nostro asset e la modalità con cui siamo abituati a fare impresa. Guardiamo al nuovo anno e al 70° Anniversario ormai alle porte con gratitudine al passato per il percorso sin qui compiuto per aprirci in modo solido e fiducioso al nuovo mondo che avanza impegnandoci sempre più in formazione, cultura d’impresa, innovazione e divulgazione grazie ai benefici della tecnologia Blockchain applicata alla filiera del rifiuto”, chiosano i fratelli Alberto, Davide e Luca Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda di famiglia dopo il nonno Lucillo e il padre Carlo, oggi il più grande collezionista europeo di mezzi storici pesanti del Novecento con oltre 250 esemplari perfettamente restaurati.
Tronzano: uno strumento di lavoro utile per decisori pubblici e privati
La pubblicazione, giunta alla quinta edizione, raccoglie le principali statistiche ambientali e socio-economiche a livello regionale e provinciale ed è disponibile sul sito della Regione Piemonte.L’obiettivo è quello di restituire un quadro sintetico, aggiornato e facilmente fruibile tramite centinaia di elaborazioni (tabelle e cartografie) organizzate in 17 sezioni tematiche. I temi analizzati spaziano dal territorio, all’ambiente, alla demografia, alla salute e stili di vita, fino alla sicurezza, istruzione e cultura, dallo sport, al turismo, al lavoro ed economia, per arrivare alla ricerca e innovazione, al mercato immobiliare e a trasporti e telecomunicazioni.
La sezione dedicata agli indicatori di misura del Benessere Equo e Sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite per il 2030 rappresenta una realtà consolidata dell’Annuario. L’utilizzo congiunto di indicatori BES e SDGs permette di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale. Il sistema di questi indicatori è multidimensionale e dinamico per tener conto dell’evoluzione del contesto sociale ed economico e della disponibilità di nuove informazioni statistiche.
Pur non affrontando sistematicamente il tema della pandemia, quest’anno vengono pubblicate alcune tavole dedicate all’incidenza della mortalità connessa alla malattia. Il dato è fornito da Istat grazie alle sinergie con il Ministero dell’Interno per l’acquisizione dei dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e con il Ministero dell’economia e delle finanze. L’Annuario è una realizzazione dell’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e della Sede di Torino dell’Istat, Ufficio Territoriale Area Nord-Ovest: Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia (REC).
Il link per l’Annuario è: www.regione.piemonte.it/stat/annuariostatisticoregionale.
“I Numeri del Piemonte sono un utile strumento di lavoro per decisori pubblici e privati, università ed enti di ricerca scientifica, cittadini e studenti con finalità sia divulgative che scientifiche – afferma l’Assessore al Bilancio e alla Programmazione Finanziaria Andrea Tronzano – e possono essere di supporto alla programmazione delle politiche e degli interventi regionali”.
Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati che sono liberamente scaricabili. In una logica di economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione cartacea dell’Annuario.
Verranno realizzati in Piemonte e Valle d’Aosta con 3,8 milioni di euro di contributi
L’Aeroporto di Torino informa che Wizz Air aprirà una nuova rotta su Torino a partire dalla prossima stagione estiva. Il nuovo volo Torino-Lamezia Terme sarà operativo dal prossimo 28 marzo 2022, con 3 frequenze settimanali, il lunedì, mercoledì e venerdì.
Gli orari del nuovo volo saranno i seguenti:
– lunedì e venerdì: partenza da Lamezia Terme alle ore 17.00 e arrivo a Torino alle ore 18.55; partenza da Torino alle ore 19.30 e arrivo a Lamezia Terme alle ore 21.20;
– mercoledì: partenza da Lamezia Terme alle ore 13.05 e arrivo a Torino alle ore 15.00; partenza da Torino alle ore 15.35 e arrivo a Lamezia Terme alle ore 17.25.
I biglietti sono già in vendita su tutti i canali della compagnia aerea a partire da 9,99 euro.
Da gennaio 2022 Wizz Air aumenterà inoltre l’offerta di frequenze sulle altre 4 rotte domestiche già servite da Torino: Palermo, Catania, Napoli e Palermo.
L’offerta per queste destinazioni verrà rafforzata come riepilogato qui di seguito:
– Palermo passerà da 3 a 7 frequenze settimanali;
– Bari passerà da 4 a 7 frequenze settimanali;
– Catania passerà da 4 a 5 frequenze settimanali, che aumenteranno ulteriormente a 7 frequenze settimanali da febbraio;
– Napoli passerà da 4 a 5 frequenze settimanali.
La compagnia aumenta così gli investimenti sullo scalo torinese, da dove nell’estate 2022 opererà in tutto 13 rotte.
Lamezia Terme diventerà la quinta destinazione nazionale collegata da Torino, affiancandosi alle già servite Bari, Catania, Napoli e Palermo.
Nel 2022 il vettore da Torino servirà inoltre anche 8 destinazioni internazionali: Tirana in Albania; Bacau, Bucarest e Iasi in Romania; Chisinau in Moldavia; Skopje in Macedonia del Nord; Varsavia in Polonia; San Pietroburgo in Russia.
Caro Presidente Cirio,
Ho letto la Tua bella intervista a MF, l’importante quotidiano finanziario. Mi auguro di tutto cuore che si avveri la Tua previsione di una crescita del PIL piemontese del 3% anche se ho dei dubbi perché proprio per usare il metodo che dici Tu, il bottom up, dal 1996 al 2019 il Piemonte ha perso 18 punti rispetto alla Lombardia e ben 8 rispetto alla media nazionale e questo significa che oramai la nostra Regione si colloca dopo il decimo posto tra le 20 regioni italiane.
Anche quest’anno cresceremo meno della media nazionale ( 6,1 rispetto a 6,3 ) perché Torino negli anni 90 ha dato troppo presto per esaurita la fase industriale e il sistema piemontese non ha saputo difendere il settore Automotive col Governo e col Parlamento perché siamo in ritardo nella costruzione della TAV e della linea 2 della Metro e perche’ non abbiamo fatto ancora le cose che servono per prenderci le ricadute logistiche del porto di Genova-Savona. La logistica che vale il 9% del PIL nazionale da noi in Piemonte vale appena il 6%
Meno male che grazie al Commissario MAUCERI i lavori del Terzo Valico hanno accelerato e in quei cantieri lavorano 5.000 persone.
Ecco perché dopo aver messo la faccia per salvare la TAV insieme alle madamin e alle imprese ora sono molto amareggiato che siano stati persi 2 anni nei lavori della TAV. Se anche in Val di Susa avessimo 5.000 in più a lavorare la economia della Valle e del PIEMONTE sarebbe diversa.
Ecco perché sarebbe stato importante organizzare anche a Torino un Maxi Convegno come ha fatto il nostro comune amico Giovanni TOTI allargato a tanti esperti nei vari settori per il PNRR. Se Torino e il PIEMONTE sono in declino, salvo la nostra Granda, ne hanno responsabilità anche le istituzioni locali.
Giunti a metà della legislatura regionale avendoTi sostenuto convintamente con la Lista “SITAVSILAVORO per il PIEMONTE” Ti scrivo perché “conto molto” sulla Tua esperienza Europa e sulla determinazione, tipica della nostra terra, a generare un forte cambio di passo nella economia regionale usando al meglio i fondi PNRR e i fondi europei perché non mi pare che la nuova Amministrazione cittadina abbia le Idee forti e le competenze per il rilancio della economia e del lavoro. Quando Lo Russo dice che Torino ha grandi problemi ma anche grandi eccellenze ( Politecnico ,Università , Centri di ricerche e alcune belle aziende nel settore ICT, del settore aerospazio ) non capisce che le eccellenze che ci sono rimaste non riescono a rimpiazzare tutto ciò che abbiamo perso negli anni scorsi e ciò che perderemo se non riusciremo a difendere le fabbriche FIAT e dell’indotto .
Per rilanciare Torino e il PIEMONTE ci va di più. Ecco perché Ti propongo di lavorare a mettere insieme le Regioni PIEMONTE, Liguria, Lombardia e Rhone-Alpe per dar vita alla “TAV VALLEY” , una Macro Regione europea con quasi 900 miliardi di PIL , un macroarea in cui si potranno mettere in moto grandi sinergie tra i Centri di Ricerca , le Università, i Politecnici e le grandi aziende che Vi operano e le quattro Regioni avrebbero granì possibilità di mobilitare fondi europei straordinari. Questo discorso sta nelle corde del recente Patto ITALIA FRANCIA firmato dai Capi di Stato e di Governo . Nella TAVVALLEY Torino e il PIEMONTE ritornerebbero ad essere centrali come voleva CAVOUR quando diceva che senza il collegamento ferroviario Internazionale noi eravamo una periferia relativa.
Ti ringrazio molto della attenzione a Ti auguro un Buon Natale è un 2022 di rilancio.
Mino Giachino
SILAVORO SITAV
Università di Torino
Una Nature-Based Solution per ripensare gli spazi all’insegna della sostenibilità e dell’economia circolare
Presso la Scuola di Management ed Economia si inaugurerà il progetto Orto della SME, una zona dedicata ad orto urbano in cassone per la comunità studentesca e per la cittadinanza con lo scopo di incentivare la produzione e il consumo di alimenti sani in aree urbane come strumento di sensibilizzazione verso una maggiore sostenibilità dei consumi. Il progetto è finanziato grazie ad EIT Food, all’interno di un asse progettuale dedicato al concetto di New European Bauhaus. All’interno degli orti si potranno produrre frutta e vegetali a disposizione per una variegata comunità di stakeholder: studenti, studentesse, personale tecnico-amministrativo, docenti, ma anche associazioni e scuole del territorio, cittadini e cittadine. Dopo i saluti istituzionali, sarà possibile visitare l’area e con l’occasione sarà possibile portare in dono all’orto un regalo, anche di natura simbolica e verrà effettuata una posa della prima “pianta”. A seguire si festeggerà con vin brulè, cioccolata e the caldo.
Lo scopo del progetto è quello di creare uno spazio multifunzionale valorizzando un’area fino ad oggi poco utilizzata, incrementando il valore sociale, culturale, ambientale ed estetico. Il gruppo di ricerca che ha portato avanti l’iniziativa si è ispirato al Nuovo Bauhaus Europeo, definito dalla Commissione Europea come quell’insieme di principi per rendere il Green Deal un’esperienza culturale concreta per tutta l’Europa, specie nel processo di ripresa rispetto alla crisi indotta dalla pandemia.
L’iniziativa si è infatti concentrata sulla realizzazione di un progetto che rispondesse ai tre principi del nuovo Bauhaus e cioè qualità dell’esperienza, sostenibilità e inclusione. Ispirandosi quindi a questi principi il progetto è stato realizzato organizzando diversi momenti di scambio che hanno visto la partecipazione attiva di diversi stakeholder, interni ed esterni all’Università. Le attività che hanno portato alla realizzazione dell’orto sono iniziate nel mese di agosto e hanno visto, in questi mesi, il coinvolgimento attivo di più di 60 persone.
Esperienza Grazie alla collaborazione con Città di Torino, i partecipanti al progetto hanno avuto modo di visitare Orti Generali e VOV 102 (luoghi cittadini già inclusi nei progetti europei ProGiReg e Fusilli). “Inoltre, sono stati organizzati alcuni momenti di co-progettazione che hanno permesso di raccogliere idee, spunti e per creare uno spazio capace di raccogliere diversi punti di vista e diverse esigenze, ispirato dalla creatività e dell’immaginazione dei singoli, ma con una visione corale” spiega la responsabile del progetto la Prof.ssa Laura Corazza (Dipartimento di Management). Durante i diversi incontri con anziani che frequentano abitualmente l’area e che sono cresciuti in questo quartiere, si è ricostruita la storia del sito, anche dal punto di vista delle specie arboricole che erano presenti. La scelta delle piante è stata ispirata dai racconti che abbiamo ascoltato e dalle diverse testimonianze di chi è cresciuto in questi spazi. Riprendere le radici storiche nella scelta delle piante è servito a dare un senso di continuità con il passato, riscoprendo una memoria storica importante.
Nel mese di Ottobre, una quarantina di persone, sia interne che esterne all’ateneo torinese hanno partecipato ad un workshop durante il quale si sono definite le migliori soluzioni gestionali per lo spazio e per la garanzia dell’accessibilità, le specie vegetali da coltivare e le strategie per favorire lo sviluppo di una comunità attiva e inclusiva. Nel mese di novembre è invece stato organizzato, grazie al supporto tecnico di Amiat Gruppo Iren, un momento di pulizia degli spazi con il coinvolgimento degli studenti e delle studentesse e il personale docente, con lo scopo di avviare simbolicamente il progetto di transizione. L’attività di pulizia ha permesso di raccogliere, in poche ore, 860 chilogrammi di rifiuti che grazie al supporto di Amiat sono stati avviati a trattamento e recupero.
Sostenibilità ed economia circolare In aggiunta, come applicazione pratica alla vocazione scientifica del Dipartimento di Management, si è deciso di adottare una filosofia di economia circolare lungo l’intero progetto di design. Per la realizzazione tecnica delle infrastrutture e degli arredi si sono recuperate traversine dei treni (opportunamente trattate), legno di scarto da segherie locali e da cantieri edili che operano in bioedilizia che altrimenti sarebbero diventati rifiuti. Il legno che è stato utilizzato per creare il camminamento che attraversa gli orti è stato realizzato grazie al recupero di 22 quintali (3 metri cubi), pari a 28 traversine, di traversine ferroviarie in rovere. Le assi per la realizzazione dei cassoni sono composte da legno che è stato recuperato da cantieri edili e da falegnamerie di Torino. Questo ha permesso di recuperare 15 quintali di legno pari a 2 metri cubi in maggioranza corteccia di larici ed abeti. La casetta degli attrezzi, il tavolo e le panchine sono stati realizzati recuperando e riassemblando componenti esistenti da scarti di cantieri edili ed invenduti. Si è stimato che questo progetto abbia permesso di risparmiare circa 52/60 quintali di legno vergine e allungare il ciclo di vita di diversi prodotti e materie prime. La stima è avvenuta considerando la percentuale di materia prima che si perderebbe durante la gestione del bosco, e le diverse fasi di taglio, trasporto e macchinaggio.
Inclusione ed estetica L’area in questione era stata dismessa e non accessibile alla comunità universitaria. Tramite questo progetto si è valorizzato il capitale naturale presente, anche attraverso la collaborazione con qualificati esperti di architettura del paesaggio che hanno offerto consigli sul miglioramento del senso estetico del luogo. Per migliorare l’accessibilità dell’area e consentire alla popolazione disabile una migliore fruibilità, si sono progettati dei camminamenti e dei cassoni disegnati per essere percorsi ed usufruiti da una popolazione con disabilità motorie. Cassoni più bassi e stretti, sono stati progettati per coinvolgere bambini e bambine delle scuole limitrofe. La storia dell’orto e le sue regole sono anche disponibili in formato audio, per la popolazione non vedente e ipovedente, accessibile con smartphone.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di EIT Food, all’interno del progetto Cross-KIC New European Bauhaus della Commissione Europea. La sua ideazione nasce dalla stretta collaborazione della Scuola di Management ed Economia, il Dipartimento di Management e il Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche dell’Università degli Studi di Torino, con Obiettivo Studenti e AIESEC, e il prezioso contributo di Città di Torino. Hanno collaborato anche il Dipartimento di Cultura, Politiche e Società e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari del nostro ateneo. Oltre ai cittadini e alle cittadine, durante gli eventi sono intervenuti: la Consulta per le Persone in Difficoltà, l’asilo nido Il Micino, REAR, Assiste SCS. Gli sviluppi del progetto in lingua inglese sono disponibili su: L’orto della SME @UniTo – Chiara Certomà (crowdusg.net). Per chi fosse interessato a collaborare al progetto e rimanere aggiornato è disponibile un canale Telegram: https://t.me/+V39i4MwGEZBiMTI8
Una cabina di regia per il Pnrr
Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana, Università e Politecnico di Torino hanno deciso di costituire una cabina di regia per pianificare gli interventi nell’ambito del Pnrr che interesseranno il territorio metropolitano con le modalità più appropriate per garantire il rispetto delle stringenti regole imposte dall’Europa.
L’organismo intende essere uno strumento di raccordo nell’accompagnare tutta la programmazione ordinaria e straordinaria fino al 2026. Obiettivi dichiarati: evitare duplicazioni e sprechi, ma anche aiutare gli enti e le amministrazioni minori facendo opera di informazione e sburocratizzazione.
“Viviamo oggi un momento storico, nel bene perché le risorse che abbiamo per ripartire non ci sono mai state, e nel male per via della pandemia. Dobbiamo da un lato gestire l’emergenza sanitaria, e dall’altro ripartire – ha dichiarato il presidente Alberto Cirio – Bisogna non solo saper fare scelte di prospettiva, quelle che devono cambiare un Paese, una città, un territorio, ma anche saperle fare insieme”.
“Primo esempio in Italia di questo tipo – ha poi detto Cirio – la cabina di regia la chiameremo ‘unità di missione’ per dare ancora più concretezza. In una prima fase, la scorsa primavera, avevamo censito i progetti sulla base dei desiderata dei territori, ora dobbiamo fare una selezione in modo che le risorse vengano indirizzate verso missioni condivise, che possano davvero creare occupazione e ricchezza. Dato che i soldi non li regala nessuno, il Paese verrà chiamato a restituire queste risorse. E noi sapremo farlo solo nella misura in cui le avremo investite non per fare nuova spesa ma per creare occupazione e ricchezza. Il Pnrr del Piemonte prende vita nelle sue declinazioni principali, quelle che a Roma chiamano i progetti bandiera: l’aerospazio, che abbiamo già presentato, l’idrogeno, al quale stiamo lavorando, l’area di crisi complessa a Torino. Grandi direttive che ci permetteranno di investire bene per scaricare a terra gli effetti di queste risorse. Soprattutto bisogna farlo in fretta, perché i soldi scadono, e i soldi che scadono vanno agli altri Paesi d’Europa”.