ECONOMIA- Pagina 141

L’alleanza del territorio per il cibo sano, accessibile e sostenibile. Ora c’è l’Atlante

Ieri nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Verdi 8/Via Po 17), è stato presentato alla stampa il nuovo protocollo di intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”, avviato nel 2017 da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Camera di commercio di Torino, dal 2020 in partenariato con Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Ires Piemonte e Urban Lab e da quest’anno con la Regione Piemonte.

Nell’occasione è stato presentato il nuovo sito atlantedelcibo.it, completamente rinnovato e aggiornato e realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Alla presentazione sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Laura Montanaro, Prorettrice del Politecnico di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana, Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Angelo Robotto, Direttore Ires Piemonte ePiero Boccardo, Presidente Urban Lab.

L’Atlante del Cibo è un progetto che analizza, rappresenta e comunica il sistema del cibo di Torino Metropolitana. Per fare questo, raccoglie, produce, elabora e sistematizza i dati e le informazioni disponibili e li restituisce nella forma di un repertorio di rappresentazioni, infografiche, video, testi, mappe, ricerche e articoli, per metterli a disposizione del territorio e renderli funzionali alla progettazione e alla gestione del sistema del cibo. Il cibo viene affrontato con un approccio trasversale e di sistema, flessibile alle molteplici dimensioni spaziali e alle diverse tematiche attraverso cui si relaziona con la città e il territorio.

L’Atlante si propone come strumento partecipato e inclusivo di indagine a supporto delle decisioni e delle azioni sul sistema del cibo, in un’ottica di sostenibilità e giustizia, utile a chi fa ricerca sul sistema del cibo di questo territorio, a chi interviene nella sua progettazione, regolamentazione e valorizzazione, agli attori locali per creare nuove relazioni e a chi è curioso/a di conoscere meglio il sistema del cibo torinese. Per fare questo produce nuova conoscenza e aggrega quella esistente, rendendola accessibile e fruibile.

L’Atlante del Cibo è un progetto avviato nel 2015 dall’Università di Torino, con il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di commercio di Torino, e formalizzato nel 2017 attraverso il Protocollo di Intesa Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”. Il primo rinnovo, nel 2020, ha coinciso con l’allargamento del partenariato e il coinvolgimento di Città di Torino e Città Metropolitana, Ires Piemonte e Urban Lab. Questo secondo rinnovo, a luglio 2023, che vede l’ingresso fra i partner della Regione Piemonte, conferma la centralità delle politiche del cibo e rafforza e legittima ulteriormente il progetto anche nella prospettiva di replicabilità su altre aree del Piemonte. Già oggi l’esperienza dell’Atlante del Cibo è stata di ispirazione per altre città e territori che hanno avviato progetti analoghi come a Matera, Roma, la Laguna Veneta, Bari e Palermo.

Gli esiti di questa collaborazione sono visibili sul nuovo sito web dell’Atlante del cibo (atlantedelcibo.it), che raccoglie e rende visibili dati e informazioni sul sistema del cibo di questo territorio e sui processi che lo coinvolgono. Il sito, inoltre, ospita i Rapporti dell’Atlante, che rappresentano lo strumento principale attraverso cui gli esiti dei progetti e delle ricerche che coinvolgono i vari partner vengono comunicati al territorio. A settembre verrà presentato il quarto rapporto, l’esito di una call for paper lanciata nel 2021, rivolta agli atenei, ai centri di ricerca pubblici e privati, agli enti pubblici, alle organizzazioni/associazioni del terzo settore, alle associazioni di categoria con l’obiettivo di mappare e raccogliere la conoscenza prodotta sul sistema del cibo torinese.

I 40 contributi raccolti aiutano a capire in che direzione si sta muovendo la ricerca e la progettualità locale sul cibo e la nutrizione. I paper sono stati articolati in 7 sezioni tematiche che abbracciano la molteplicità di sguardi disciplinari e soggetti coinvolti: sistemi, politiche e progetti; produzione e sostenibilità; stili alimentari, consumi e identità; cibo e scuola; cibo e salute; povertà alimentare; spreco e recupero.

L’impegno dell’Università di Torino, nel quadro dei principi di sostenibilità ambientale e sociale che l’ateneo ha fatto propri – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino –avviene in continuità con una molteplicità di iniziative nella ricerca, nella formazione, nella terza missione e public engagement, dall’adesione alle piattaforme EIT Food e EIT Health, ai numerosi progetti di ricerca, al processo Nutrire Torino Metropolitana promosso e avviato nel 2015 in collaborazione con la Città metropolitana di Torino. L’Atlante del cibo si configura come un contesto collaborativo attraverso cui valorizzare le conoscenze e competenze che gli atenei e l’Università di Torino in particolare mettono a disposizione del territorio per costruire e orientare politiche locali del cibo.

“La partecipazione di Politecnico di Torino del Ciboaggiunge la Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaroè coerente con il costante impegno a contribuire ad uno sviluppo fondato su principi di coesione sociale e di sostenibilità; l’Ateneo, anche attraverso le progettualità dell’Atlante del Cibo, potrà perseguire i mandati di inclusione e open innovation di cui al proprio piano strategico “PoliTO 4 Impact”.

“Il cibo è uno dei pilastri fondamentali per la definizione della cultura di una comunità – sottolinea Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – e rappresentando esso stesso un mezzo di diffusione valoriale, appare evidente che esista un areale del sapere e del fare gastronomico tipico di ogni territorio. La ricerca “Atlante del Cibo” che vede l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dalla sua nascita nel 2017, è uno strumento di mappatura di questo saper fare. Negli anni l’Ateneo si è contraddistinto per il suo lavoro di monitoraggio sui temi dello spreco alimentare, dell’economia circolare applicata al food system, sul rapporto tra cibo e salute, portando in particolar modo avanti, una visione di One Health ovvero di salute dell’umanità fortemente legata a quella del Pianeta. Il sapere che oggi l’Atlante raccoglie e restituisce a una comunità fatta di persone, imprese, enti, istituzioni, è a tutti gli effetti, una leva strategica di supporto alle politiche locali del cibo. Siamo quindi felici di poter continuare a contribuire a questo prestigioso progetto portando il nostro approccio olistico e sistemico alle Scienze Gastronomiche”.

La Regione Piemonte aderisce con convinzione alla rete dell’Atlante del cibo spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che da oggi allargherà il suo sguardo e il suo raggi di studi all’intero territorio piemontese, perché il cibo è una componente strategica del nostro tessuto economico che conta oltre 50 mila attività agroalimentari impegnate in tutta la filiera, perché è un fattore di attrazione turistica e una buona parte di chi viene a visitare il Piemonte lo fa anche per l’alta qualità della sua offerta enogastronomica. E poi perché il cibo è un elemento culturale, oltre che un parametro per misurare lo stato di salute della nostra comunità. L’educazione e la tutela della qualità del cibo, e oggi sempre di più la sua sostenibilità, all’interno di un ecosistema che vive profondi cambiamenti, sono elementi sfidanti per chi come me ha l’onore di guidare un’istituzione e strumenti come l’Atlante del cibo, unito al lavoro di ricerca dei nostri atenei, rappresentando un bagaglio prezioso di conoscenza per dare la rotta alla nostra azione di governo.

“Il territorio torinesedichiara il Sindaco metropolitano e della Città di Torino Stefano Lo Russoè da sempre un punto di riferimento per il sistema agroalimentare. Uno strumento come l’Atlante del cibo ci aiuta anche ad avere uno sguardo di prospettiva su tutto ciò che orbita attorno ad uno degli aspetti fondamentali della vita, non soltanto dal punto di vista più concreto ma anche sociale e ricreativo. Su questo tema lavoriamo da tempo con impegno: l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio recentemente approvata, ad esempio, individua un’apposita missione che si propone di “Realizzare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo per l’ambiente, sano, inclusivo e accessibile”. Questa è la strada su cui vogliamo continuare a lavorare, di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte”.

L’ente cameraleafferma Enzo Pompilio d’Alicandro, Vice Presidente della Camera di commercio di Torino tra i primi firmatari già nel 2017, prosegue con impegno la partecipazione a questo ampio gruppo di lavoro che analizza tutti i numerosi aspetti legati al concetto del “cibo”: non solo un settore economico di grande rilevanza, con 13mila imprese agroalimentari registrate nel solo torinese e più di 51mila in Piemonte, ma anche un universo dalle molte implicazioni culturali, sociali ed educative, come dimostra ad esempio il nostro recente impegno sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare oppure la crescente attenzione che riserviamo ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.

“Grazie alla sua vocazione interdisciplinareaggiunge Angelo Robotto, Direttore di IRES Piemonte – l’IRES Piemonte potrà offrire supporto e mettere a disposizione la sua esperienza per “connettere” temi specifici: dalle politiche agricole, allo sviluppo rurale, dallo sviluppo sostenibile, al clima e agli stili di vita. L’IRES fornisce supporto alla Regione Piemonte- così come ad altre amministrazioni locali e attori del territorio- per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in campo: per questo,  la natura multidisciplinare dell’Istituto  può consentire l’inquadramento di temi  come quelli legati all’Atlante del Cibo, in una cornice più generale che tenga conto dell’evoluzione economica e sociale complessiva del nostro territorio, contribuendo anche  a delineare una più ampia visione di scenario”.

“Urban Lab – sottolinea Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab– conferma l’interesse e l’impegno a partecipare all’Atlante del cibo, un progetto e una rete capaci di intercettare da vicino, in modo trasversale e multiscalare, coniugando tangibile e intangibile, la nostra mission di raccontare la trasformazione della città e di offrire strumenti di comprensione dei processi urbani”. 

Torino, commercio e nuovo piano regolatore: quali prospettive?

Politiche attive per il commercio, tutela del tessuto imprenditoriale di prossimità, sostegno al valore sociale delle attività tradizionali, strategicità del Distretto Urbano del Commercio. Queste le direttrici emerse dall’incontro  Commercio & Città, laboratorio per la rigenerazione urbana ed economica dei territori”, tra Ascom Confcommercio e gli assessori del Comune di Torino al Commercio Paolo Chiavarinoe all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, organizzato dall’associazione del terziario per approfondire i temi del nuovo Piano Regolatore Generale PRG di Torino.

«Stiamo lavorando – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio di Torino e provincia Maria Luisa Coppa per invertire la rotta della desertificazione commerciale e per restituire alle vie della città servizi, vivacità, bellezza e sicurezza. Per questo motivo abbiamo voluto portare la discussione sul futuro Piano Regolatore di Torino nella Casa del Commercio. Vogliamo dare il nostro contributo alla realizzazione di un Piano Regolatore che dia prospettiva ad una città in divenire e che tenga conto di uno scenario molteplice, dove il commercio è uno degli elementi, ma non l’unico. Pensiamo alla necessità di collegamenti logistici di alto livello, di connessioni dirette, di un aeroporto e stazioni ferroviarie funzionali, di una TAV da completare con urgenza. Guardiamo allo sviluppo delle Università e al loro impatto sulla composizione sociale urbana. Vediamo un turismo che si sta consolidando e che ha bisogno di strutture ricettive di livello per attirare fasce alto spendenti, mentre i centri cittadini non devono essere stravolti dagli airbnb. Il nuovo Piano Regolatore dovrà dare risposte innovative a tuttociò».

«Il rilancio del commercio locale è sicuramente una delle nostre priorità – spiega l’assessore al Commercio del Comune di Torino Paolo Chiavarino – i negozi di vicinato sono infatti un elemento fondamentale della nostra città perché contribuiscono all’identità dei quartieri, li mantengono vivi e offrono la possibilità di socializzare oltre a risultare un importante presidio per la sicurezza del territorio. Lo dimostrano le molte iniziative realizzate e in via di realizzazione dalla Città di Torino – sottolinea l’Assessore – che vanno proprio nell’ottica del sostegno all’economia di prossimità, si pensi ad esempio allo stesso Distretto Urbano del Commercio e ai futuri bandi per le imprese finanziati nel quadro del PN Metro Plus, in particolare per le periferie».

«L’attuale Piano Regolatore – commenta l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Paolo Mazzoleni – ha consentito negli anni la trasformazione di Torino in molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarci dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente che oggi uno strumento pensato negli anni Novanta non risponde più alle esigenze delle città. Il piano, dunque, dovrà avere i propri cittadini al centro. Obiettivo fondamentale sarà la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni. Le trasformazioni avranno a cuore il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, anche e soprattutto come elemento di coesione sociale e presidio di sicurezza. In questa chiave anche la valorizzazione dei mercati come occasioni di garanzia del territorio».

Tra le linee di indirizzo del nuovo Piano Regolatore spicca la valorizzazione dei quartieri come elemento di riequilibrio territoriale attraverso il sostegno del commercio, dell’economia di vicinato e dei mercati intesi anche come presidi del territorio.

Numerosi i temi sul tavolo, a partire dalla necessità di politiche attive per il commercio condivise con le associazioni di categoria. Al primo posto il bilanciamento dei servizi commerciali del territorio, necessario per tutelare le attività tradizionali dalle ondate di concorrenza sleale delle grandi catene e dei centri commerciali. «Siamo per la tutela a favore di tuttispiega la presidente Coppa -, ma è evidente che oggi la situazione è fortemente sbilanciata a vantaggio delle grandi catene e dei centri commerciali, a partire dalle agevolazioni sugli oneri. In un’epoca in cui si parla di “città dei 15 minuti“, di tutela della prossimità e di sostenibilità ambientale, è indispensabile adottare misure efficaci per difendere le piccole imprese. La grande distribuzione, spesso basata su speculazioni immobiliari, ha un impatto negativo sulle attività locali, che ne subiscono le conseguenze senza adeguati strumenti di difesa.

La pandemia Covid-19 ha evidenziato il valore sociale e culturale dei negozi locali, oltre a quello economico. Pertanto, chiediamo che queste imprese siano riconosciute come una vera e propria rete di servizi economici essenziali.

La città sta cambiando e i grandi cantieri, tra cui quello futuro per la Metro 2, provocano mutazioni nelle abitudini di acquisto che influenzano pesantemente la vita del tessuto commerciale. Inoltre, ci sono aree in profonda trasformazione, come l’ex area Westinghouse in centro congressuale, che cambieranno le dinamiche urbane».

«Torino deve fare delle scelte chiaresostiene la presidente Coppa – riguardo agli insediamenti di grandi e medi distributori. Nel Piano Regolatore guarderemo perciò, con particolare attenzione proprio agli spazi dei mall, per i quali chiediamo che venga posto un limite di buon senso.

Ascom è a disposizione, come sempre, per mettere le sue conoscenze a servizio del Comune con l’obiettivo di fare di Torino una città dove si vive bene».

Preoccupa anche la tendenza all’aumento dei cambi di destinazione d’uso, che trasforma sempre più spesso i negozi vuoti in garage e in abitazioni, alterando così il tessuto commerciale locale, fiaccando l’attrattività dell’area e influenzando negativamente la qualità della vita nella comunità. Secondo i dati raccolti da FIMAA, l’associazione degli agenti immobiliari aderente ad Ascom Torino, risulta che il 50% dei proprietari di negozi sfitti chiede un cambio di destinazione d’uso. Un negozio su due rischia di scomparire per sempre.

Quali le soluzioni? Indicazioni interessanti arrivano dalle esperienze illustrate da Luca Tamini, professore del Politecnico di Milano e direttore del laboratorio di urbanistica commerciale: Brescia, Parma, Bergamo, Piacenza e Milano rappresentano best practise di come le amministrazioni hanno declinato l’economia di prossimità utilizzando gli strumenti di governo del territorio. L‘architetto Elena Franco, esperta nella sperimentazione del dialogo tra portatori di interessi, ha inoltre illustrato i vantaggi dei Distretti Urbani del Commercio quali intersezioni tra urbanistica e autonomia, strumenti di integrazione pubblico-privato.

Uno strumento già attivo e in fase di sviluppo a Torino è proprio il Distretto del Commercio Urbano DUC, nato nel 2021 grazie all’impegno della Regione Piemonte, della Città di Torino, di Ascom Confcommercio Torino e Provincia e delle altre associazioni di categoria, con l’obiettivo di promuovere e sostenere il commercio di prossimità, quella fitta e insostituibile rete composta da migliaia di negozi, bar, ristoranti e di tutte quelle attività che aiutano a mantenere viva la città fornendo un servizio essenziale per chi abita, lavora e visita Torino. L’area del Distretto di Torino include il centro storico e altre zone limitrofe che comprendono piazza Vittorio e i Murazzi, Porta Palazzo e l’ambito di Borgo Dora, San Salvario, Vanchiglia e gli assi commerciali di via Sacchi e via Nizza, piazza Statuto. Un’area che ospita circa 7.800 esercenti, più di 200 attività ricettive, 1.690 esercizi pubblici di somministrazione, oltre ad alcune centinaia di attività di servizi alla persona. «I DUC – conclude la presidente Coppa – sono luoghi pubblici-privati, che devono interessare non solo l’Assessore al Commercio, ma anche quello all’Ambiente, all’Urbanistica, alle Politiche Sociali. E lo sguardo si potrebbe allargare, in realtà, a tutti gli ambiti di competenza dell’Amministrazione Comunale. I DUC creano veri e propri centri commerciali naturali, dove le attività di qualità diventano un valore anche per il turismo, oltre che per i cittadini».

L’inflazione cala ma i piemontesi sono sempre più poveri

Anche se  a maggio si è  registrato il primo calo d’inflazione del 2023,  “ i piemontesi sono comunque più poveri”.

Lo dice l’avvocato Patrizia Polliotto, presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumator (Unc), autrice di un’analisi sull’argomento.

“Questo – spiega – a causa  dei primi effetti degli aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea, che impattano sul carrello della spesa e sulle bollette. Fatto che, rispetto al 2019, comporta un aggravio medio mensile complessivo più alto di circa 254 euro. Tra le maggiori uscite, le spese per l’abitazione, le utilities e le altre utenze”.

    I rincari attuali portano i piemontesi a ridurre il budget di spesa in numerosi settori, secondo le previsioni dell’Uione consumatori. “Prevediamo – aggiunge Polliotto – che a fine 2023 i piemontesi avranno speso in meno circa 200 euro per il vestiario, 350 per spostamenti e trasporti, 370 euro per tempo libero, cultura e divertimento, e circa 310 euro in meno per cene, aperitivi e ristorazione. Senza dimenticare – conclude la presidente del comitato piemontese di Unc la crescita dell’erosione dei risparmi, in Piemonte +7% in media soltanto nell’ultimo biennio, complice crisi energetica e caro-vita”

Giachino: “La questione autostrade ritorna centrale”

La questione autostrade ritorna centrale per il futuro dei trasporti e della economia del Paese. Paghiamo le colpe di chi non ha fatto le manutenzioni straordinarie  ma paghiamo anche i gravi errori politico strategici  sulle infrastrutture degli anni 70.

L’incidente , per fortuna non tragico, di domenica scorsa  sulla A12 che sta causando code chilometriche per i turisti ma soprattutto per la economia del nostro Paese che da almeno un anno cresce più delle altre economie europee ma per recuperare il gap degli ultimi vent’anni ci vorrà molto tempo e stabilità di governo.
Come ha detto il Vice Ministro RIXI il 55% della nostra rete autostradale è vecchio, costruito cioè negli anni 60. E per fortuna le autostrade del mare, che sbloccai nel 2008 durante la mia esperienza organizzativa,  hanno trasferito strutturalmente una parte del traffico verso la Spagna che da oltre 10 anni salpa con la nave da Livorno e raggiunge Barcellona.
Paghiamo caro il blocco della costruzione delle autostrade del 1975 voluto da un emendamento comunista ispirato dall’on. Lucio Libertini.
Già quando venne decisa la costruzione della Autostrada del sole la sinistra del PCI non ne capiva la necessità. Negli anni 61-62 , su l’Unita’ si  chiedeva che, in alternativa alle autostrade, la costruzione di Scuole e Ospedali. Cosi nel 1964 il giorno della inaugurazione della Autostrada del Sole sulla prima pagina della Unità ci si chiedeva ancora della sua utilità. Appena ve ne furono le condizioni, la sconfitta della DC alle amministrative del  1975  e la presa di distanza del PSI di De Martino, il PCI presento’ un emendamento nel corso della discussione della Legge Bucalossi sull’uso del suolo col quale si bloccava per legge la costruzione delle autostrade. Questa norma verrà soppressa dal Governo Amato solo nel 2001. Ecco spiegato il ritardo del nostro Paese nella dotazione infrastrutturale . Un ritardo che ci è costato molto dal punto di vista economico perché la lentezza dei trasporti merci o della logistica ha un costo così come la congestione del traffico ha sicuramente inciso nella lotta alla incidentalità stradale e nella attrattivita’ economica.
Negli anni 2000 la esplosione del Movimento NoTav, No Gronda etc ha bloccato la costruzione di altre infrastrutture strategiche causando la minore crescita della economia e del lavoro del nostro Paese, come la TAV, la Gronda di Genova etc. Dopo il 2011 la costruzione di infrastrutture e’ nuovamente diminuita.
Solo con la nostra grande Manifestazione SITAV torinesi del 10 Novembre 2018  si è interrotta questa opposizione plasticamente evidenziata dal voto del Senato del 7,8.2019 largamente contrario alla mozione No Tav dei cinque stelle.  Senza quel Movimento SITAV il Governo Conte prima e Draghi poi non avrebbero dato così tanto spazio alle infrastrutture nella scrittura del PNRR.
Ora il nuovo Governo deve , nell’interesse nazionale, sbloccare e accelerare la costruzione della TAV , della Gronda di Genova etc. Trasporti e logistica competitività contribuiscono ad attrarre nuovi investimenti produttivi di cui abbiamo bisogno come il pane. D’altronde lo si vede proprio nel porto di Genova dove la decisione di costruire la nuova Diga e il completamento dei lavori del Terzo Valico stanno attirando tutti i grandi operatori mondiali dello shipping a investire nel porto , come se nella mia Torino a Mirafiori arrivassero investimenti di produttori esteri di auto .
Ora non possiamo più perdere tempo , aumentare gli investimenti pubblici da inoltre un forte contributo alla maggiore crescita della nostra economia e rilancerebbe il Vecchio Triangolo Industriale che negli ultimi anni è stato sopravanzato dal Nord Est.
Mino GIACHINO 
Presidente di SAIMARE  spa

Andrea Varese nuovo Segretario Generale della Fondazione CRT

Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione CRT, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Fabrizio Palenzona, ha deliberato la nomina di Andrea Varese quale nuovo Segretario Generale della Fondazione.
Classe 1964, originario di Torino – città dove si è laureato in Economia e Commercio – Varese è un esperto di processi e temi regolamentari bancari, problematiche di gestione di rischi e ridisegno dei processi aziendali.
Ha lavorato per diversi anni nel Gruppo Fiat, in Italia e all’estero, dove è stato responsabile Global Capital Markets di Fiat Group, Direttore Finanziario e Vice- Presidente del Gruppo in Polonia, oltre che responsabile della Tesoreria per Fiat USA e NAFTA. Successivamente è entrato in Unicredit, dove ha ricoperto incarichi strategici e di primo piano dapprima in Polonia e, successivamente, in Italia, Germania e in altri Paesi europei, occupandosi di gestione dei rischi e problematiche creditizie. Ha operato inoltre nel settore del Corporate and Investment Banking e nello sviluppo e nella gestione dei modelli di rischio.
E’ membro del Supervisory Board di Yunex Traffic, società tedesca leader mondiale nello sviluppo e nella gestione di piattaforme di intelligenza artificiale per la mobilità integrata. Ha fatto parte per oltre 10 anni del Management Board della Fondazione Culturale Hypo-Kulturstiftung, una delle più importanti istituzioni culturali private della Baviera dove ha maturato una esperienza caratterizzante nel settore filantropico.
Il nostro obiettivo è di consolidare sempre più la presenza e l’attenzione della Fondazione alla comunità torinese, dandole al tempo stesso un respiro e una visione internazionali. In questo senso, anche a nome di tutto il Consiglio, voglio dare il mio benvenuto ad Andrea Varese. Il nuovo Segretario Generale è un autorevole esponente della città di Torino che ha costruito, negli anni, una importante e solida carriera internazionale, sia dal punto di vista industriale che finanziario e filantropico. Varese è un esperto nella gestione dei processi aziendali e dei modelli di rischio, oltre che del corporate e dell’investment banking. Siamo certi che la sua esperienza, profusa in diversi ambiti e in diversi business, potrà apportare un contributo determinante alla strategia di sviluppo della Fondazione, a vantaggio della città di Torino e di tutti i nostri stakeholder”, ha dichiarato il Presidente di Fondazione CRT, Fabrizio Palenzona.
Il board della Fondazione ha inoltre espresso il proprio ringraziamento per il Segretario Generale uscente, Massimo Lapucci, per il significativo lavoro svolto in questi anni sul fronte economico-finanziario, oltre che per l’impulso dato allo sviluppo internazionale della Fondazione. Il Consiglio ha formulato i migliori auguri a Lapucci per i nuovi percorsi professionali che intenderà intraprendere. Il Segretario uscente resterà Ceo della società consortile OGR.

Come vanno i saldi? Le riflessioni dei commercianti

Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino: «Non basta più la sola vendita, occorre trovare elementi innovativi che coinvolgano nuovamente la clientela. Troppo rischiosa l’idea di eliminare i saldi».

 

 Dopo il primo fine settimana di saldi estivi, iniziati giovedì scorso 6 luglio, Ascom Confcommercio Torino e provincia raccoglie il sentiment degli imprenditori e avvia una riflessione sull’intero sistema delle promozionistagionali.

«È presto per dare un giudizio sull’andamento dei saldi – commenta la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa ma è evidente che i primi giorni si sono svolti in linea con le aspettative degli imprenditori, senza particolari picchi e meglio sabato e domenica rispetto a giovedì e venerdì. Abbiamo raccolto direttamente il riscontro sulla partenza dei saldi e i temi su cui maggiormente ci si concentra sono quelli di un avvio tardivo e in un giorno infrasettimanalecommercialmente poco attraente. È importante considerare che ci sono ancora molti giorni a disposizione e gli acquisti potrebbero essere rimandati ad un momento successivo».

«Negli ultimi anni – prosegue la presidente Coppa, i commercianti hanno manifestato una sempre minore soddisfazione riguardo ai saldi. Alcuni ne chiedono addirittura l’abolizione. Le ragioni sono molteplici: dalla continua concorrenza di scontistiche on line al moltiplicarsi di occasioni tipo ‘Black Friday, da pre-saldi sempre più massicci al cambio di abitudini di consumo, dalla flessione del potere di acquisto delle famiglie fino a elementi estremamente contingenti come il mal tempo o il troppo caldo. A fronte di una molteplicità di motivazioni e di una sola esigenza degli imprenditori, che è quella di incentivare gli acquisti di fine stagione, riteniamo sia giunto il momento di avviare una seria riflessione su come rendere nuovamente attraenti queste promozioni. Tale riflessione deve coinvolgere le imprese, gli esperti del settore, l’Amministrazione comunale e tutti gli stakeholder. Ascom si propone come capofila di questo processo di valutazione e, naturalmente, di proposta per farci trovare pronti, auspichiamo, già per i prossimi saldi. Non basta più la sola vendita, occorre trovare elementi innovativi che coinvolgano nuovamente la clientela. Troppo rischiosa l’idea di eliminare i saldi».  

Poli e Fondazione CEUR Camplus Bernini: ospitalità, formazione e merito   

Il Politecnico di Torino e il Collegio di Merito della Fondazione siglano una convenzione 

Un impegno triennale per promuovere percorsi di formazione innovativi, contrastare la dispersione scolastica e avvicinare gli studenti al mondo del lavoro

 

 Il Politecnico di Torino e la Fondazione CEUR insieme in un percorso di tre anni per sostenere l’ospitalità universitaria, sviluppare percorsi e processi formativi innovativi, promuovere strumenti e modalità di ricerca al passo coi tempi e sostenere gli studenti nel loro percorso post laurea. 

Il Politecnico di Torino è una delle principali università tecniche in Europa,  riveste un ruolo primario nei processi integrati di sviluppo del sistema socio-economico e, per la realizzazione delle proprie finalità istituzionali, collabora con soggetti pubblici e privati; il Collegio di Merito Camplus Bernini, riconosciuto e accreditato presso il Ministero dell’Università e della Ricerca, è gestito da Fondazione CEUR, che persegue la valorizzazione del merito, nell’ambito delle politiche per la qualità del sistema universitario.

Queste due istituzioni hanno deciso di collaborare in un progetto nel quale le attività di studio e ricerca condotte dal Politecnico possano integrarsi con le attività di formazione sviluppate dal Collegio di Merito Camplus Bernini di Torino.

In particolare, il Collegio si impegna a mettere a disposizione le proprie strutture o altre residenze della propria rete per offrire ospitalità a visiting professor, studenti italiani e stranieri di specifici progetti formativi del Politecnico, ricercatori, partecipanti a convegni promossi dal Politecnico e a rendere disponibili le proprie strutture per incontri, seminari, lezioni.

Nell’ambito delle attività formative, il Politecnico e il Collegio collaboreranno, ad esempio, per la sperimentazione di modalità didattiche innovative fruibili sia attraverso formazione in aula che formazione a distanza; per la progettazione e l’erogazione di percorsi di formazione multidisciplinari rivolti agli allievi del Collegio e la realizzazione di percorsi di orientamento al lavoro per laureandi e neolaureati.

Commenta Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino: “Il nostro Ateneo crede fortemente nella valorizzazione del merito e nell’importanza di attrarre studenti e studentesse particolarmente brillanti. Questo accordo si affianca così ad altre importanti iniziative che vanno in questa direzione, come gli Honours Programmes, ovvero percorsi finalizzati a valorizzare e potenziare i nostri migliori talenti”

“Quando nel 1990 abbiamo pensato al ruolo che la Fondazione CEUR avrebbe potuto avere nel mondo dei collegi di merito all’interno del sistema universitario – afferma Maurizio Carvelli, Consigliere Delegato di Fondazione CEUR – immaginavamo proprio quello che oggi con il Politecnico di Torino abbiamo concretizzato. Per questo ringraziamo il Politecnico, il Magnifico Rettore Professor Guido Saracco e la Professoressa Anita Tabacco, oltre a tutta l’istituzione che rappresentano. Essere a fianco di un’istituzione così importante significa davvero puntare con decisione sul mondo universitario, sulla formazione e sul merito. Penso già alle tante attività che il Collegio di Merito Camplus Bernini svolge per i suoi studenti coinvolgendo i docenti del Politecnico: dai laboratori di robotica, ai giochi senza frontiere della matematica, passando per gli incontri sul metodo di studio e le visita a laboratori di ricerca fino ad arrivare ai temi legati intelligenza artificiale e ancora tanto altro. Grazie a questo accordo potremmo avviare nuovi progetti innovativi a favore dei nostri studenti! “

Chiara Sburlati nuovo Direttore L’Oréal di Settimo Torinese

L’Oréal Italia comunica la nomina di Chiara Sburlati come Direttore dello Stabilimento di Produzione di Settimo Torinese, uno dei più importanti d’Europa per il Gruppo.

Chiara Sburlati proviene da un background formativo internazionale, che l’ha portata a studiare o lavorare in USA, UK, Argentina e Francia. Nei suoi quasi 25 anni all’interno del Gruppo L’Oréal, ha ricoperto molti ruoli con responsabilità sempre crescenti, Sburlati è entrata nello stabilimento di Settimo Torinese nel 1999.

Nel corso della sua carriera, ha maturato una solida esperienza nella Produzione, nella Supply Chain e nei Flussi attraverso i diversi ruoli ricoperti sia nello Stabilimento di Settimo Torinese sia nello Stabilimento di Vichy in Francia e presso la Direzione delle Operations a Parigi.

Chiara Sburlati è il 10° direttore nella storia dello Stabilimento di Settimo Torinese, inaugurato nel 1960 e da sempre un’eccellenza sia dal punto di vista produttivo che di sostenibilità.

 

Nel polo produttivo di Settimo Torinese vengono prodotti mascara e polveri – dei brand L’Oréal Paris e Maybelline NY – e shampoo, balsami ed altri trattamenti capillari dei brand Garnier, L’Oréal Paris, Frank Provost. I prodotti provenienti dallo Stabilimento di Settimo vengono distribuiti in oltre 30 Paesi.

Lo Stabilimento occupa oggi circa 340 addetti e si sviluppa su una superficie di 100.000 mq di cui 55.000 coperti.

Settimo Torinese, tra i primi 10 stabilimenti produttivi L’Oréal nel mondo, è una fabbrica “zero CO2” dal 2015 e una “waterloop factory” dal 2018, ovvero un sito produttivo che consuma acqua unicamente come materia prima nei prodotti, mentre per tutti gli altri usi questa viene filtrata e riutilizzata in un ciclo chiuso.

Startup innovative, Torino nella TOP-5 con 538 realtà ad alto contenuto tecnologico

In Piemonte 779 realtà ad alto contenuto tecnologico, in lieve aumento rispetto al 2021

Diego Pastore (Presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte): “A queste aziende non mancano coraggio e voglia di fare impresa. Continuare a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli per innovazione, ricerca e sviluppo”.

Nel primo trimestre 2023, in Piemonte risultano registrate e attive 779 Startup innovative, in aumento di 2 unità rispetto al 1° trimestre 2022, quando erano 777. Un aumento non osservato a livello nazionale: nel primo scorcio di quest’anno operano 14.029 aziende, in diminuzione di 333 unità rispetto allo stesso periodo del 2022.

La Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 3.750. Seguono il Lazio (1.832), la Campania con 1.398, l’Emilia-Romagna (1.041).

Torino, con 538 start up innovative risulta nelle top 5 delle province a livello nazionale. Prima in classifica è Milano con 2.669 start up innovative, seguono Roma con 1.667, Napoli 736 ed infine Torino con 538.

Le startup innovative sono giovani aziende ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita, iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

 Sono questi i dati dell’analisi su questa tipologia di impresa realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati 2022-2023 UnionCamere-Infocamere, Istat e Ministero del Lavoro.

“Anche nei quasi tre anni di pandemia –afferma Diego Pastore, Presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte – queste hanno continuato la loro avventura imprenditoriale dando continuità alla rigenerazione del tessuto produttivo. I dati, in leggero aumento, dimostrano come anche in questa regione le idee imprenditoriali non manchino e come le nuove, e giovani, micro e piccole imprese siano attente alla potenzialità del cambiamento. Queste, infatti, pur di migliorare, sono pronte a sperimentare il più possibile i propri prodotti o servizi innovando il processo produttivo, nuovi materiali, perfezionamento di strumenti già esistenti, dispositivi tecnologici avanzati. Intuizioni che possono apportare un valido contributo e garantire una maggiore competitività alle imprese”.

“Grazie a questa costante attività di miglioramento –rimarca Pastore– cresce la propensione a individuare soluzioni creative e l’utilizzo di nuove tecnologie. Per questo l’artigianato del Piemonte contribuisce a mantenere elevata la qualità del made in Italy. Il futuro dell’artigianato non può trascurare le startup innovative e Confartigianato sta presidiando le opportunità che consentono ai nuovi imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi. Per questo ribadiamo come sia fondamentale che la Politica regionale continui a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli all’innovazione e alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende nell’ottica di fornire un contributo rilevante alla crescita dell’economia e dell’occupazione, specie quella giovanile, favorendo la diffusione di conoscenza nel sistema imprenditoriale. Una sfida quotidiana che ha come protagonista il patrimonio intellettivo e creativo delle nostre imprese artigiane”.

Per quanto riguarda la distribuzione nazionale per settori di attività, il 76,7% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese come la produzione di software e consulenza informatica, per il 40,2%, l’attività di Ricerca e Sviluppo per il 14,1%, l’attività dei servizi d’informazione per 8,5%. Il 15,1% opera nel manifatturiero: su tutti la fabbricazione di macchinari al 2,8% e la fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici al 2,2%. Infine, il 3,1% opera nel commercio.

Torino, Just Eat assume 45 rider a contratto

CON CONTRATTO DI LAVORO SUBORDINATO 

 

Aperte le posizioni nel capoluogo piemontese grazie alle quali Just Eat amplia la propria flotta e promuove la crescita della consegna di cibo a domicilio responsabile

 

Just Eat (www.justeat.it), parte di Just Eat Takeaway.com, uno dei leader mondiali nel mercato della consegna di cibo a domicilio, è alla ricerca di 45 rider da inserire entro settembre con contratto di lavoro subordinato. Nella città piemontese sono già stati assunti oltre 200 rider inquadrati come lavoratori dipendenti ai quali è stato applicato il CCNL del settore Logistica, Trasporto, Merci e Spedizioni, grazie all’accordo raggiunto nel marzo 2021 da Just Eat e le organizzazioni sindacali FILT CGIL, FIT-CISL e UIL, che ha permesso di arrivare al primo contratto collettivo aziendale per inquadrare i rider.

Il modello di delivery responsabile di Just Eat è approdato a Torino a maggio 2021, a testimonianza dell’impegno sulle persone e sul territorio da parte dell’azienda che adesso è pronta ad ampliare la propria flotta contribuendo così alla creazione di nuovi posti di lavoro in città, per generare opportunità a sostegno della crescita del mercato del digital food delivery e migliorare il livello del servizio.

«Torino è stata la prima città in Piemonte in cui abbiamo introdotto il nostro modello di assunzione per i rider e la risposta è stata fin da subito positiva da parte dei rider che hanno scelto di passare da un modello di lavoro autonomo ad uno che garantisce loro diritti e tutele, oltre alla sicurezza di una paga. Vogliamo anche influenzare i nostri partner e i nostri clienti a prendere parte in questo cambiamento positivo scegliendo un’azienda che mette al centro le persone e l’ambiente, senza perdere di vista la qualità del servizio.» dichiara Davide Bertarini, Head of Delivery di Just Eat Italia.

LE ASSUNZIONI A TORINO

Sono aperte ufficialmente le candidature a Torino per entrare a far parte della squadra di Just Eat con un contratto di lavoro subordinato che garantisce i diritti sindacali e il trattamento economico e normativo previsto dall’accordo sindacale siglato nel 2021. Il contratto offerto prevede l’applicazione di festività, lavoro straordinario, ferie, malattia, maternità/paternità secondo quanto regolamentato dal CCNL. La retribuzione segue le tabelle previste dal CCNL con un compenso orario superiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. Ad un salario orario di partenza di 8,75 euro si aggiungono i bonus per ordine e l’accantonamento del TFR, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno.

A Torino, al momento, si cercano candidati che inizino con un contratto di lavoro a 10 ore settimanali, con la possibilità di aumenti delle ore contrattuali nei mesi successivi. Le ore lavorative vengono pianificate mediante un’app dove il rider dà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat, considerando la preferenza, procede alla pianificazione della settimana lavorativa. Sono previste inoltre indennità a titolo di rimborso chilometrico per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, ciclomotore o bicicletta, e l’applicazione piena e integrale delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza e consegna di tutti i DPI previsti dalla normativa vigente, e dotazioni di sicurezza gratuite come casco, indumenti con inserti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo. Inoltre, in aggiunta alle coperture assicurative fornite dagli istituti di previdenza ed assistenza pubblici (INPS e INAIL), a tutti i dipendenti sarà fornita un’assicurazione integrativa nel caso si verifichi un incidente grave sul lavoro.

In più, verrà offerto ai rider assunti un training dedicato con 12 ore di formazione base e specifica sulla professione e sul tema salute e sicurezza, quali parti integranti del lavoro e regolarmente retribuite, insieme a una visita medica periodica di idoneità al lavoro.

 

Le ricerche sono in corso ed è possibile candidarsi sulla pagina dedicata https://www.justeat.it/rider inserendo le proprie informazioni personali, guardando un video esplicativo sul ruolo di rider e rispondendo ad alcune domande. Il candidato può fornire, inoltre, le informazioni relative al mezzo per le consegne, l’indicazione delle proprie preferenze per i turni di lavoro e i documenti necessari all’assunzione. I candidati verranno valutati ad uno ad uno e successivamente contattati per partecipare ad una sessione online conoscitiva sull’azienda e sul ruolo del rider e per chiedere informazioni ai recruiter.