ECONOMIA- Pagina 140

Pasqua, il turismo torinese è sempre più agri-turismo

Pasqua e Pasquetta in agriturismo diventa un classico del turismo anche per Torino e provincia. Dalla fine del lockdown con l’esplosione del turismo interno italiano e l’inaspettata riscoperta del turismo di prossimità si registra il boom dei soggiorni nelle aziende agrituristiche soprattutto nelle vacanze pasquali e nei ponti primaverili.

Così, anche per questo lungo ponte di Pasqua si assiste al tutto esaurito nei 146 agriturismi della provincia di Torino: sold out per i circa 6.000 posti a tavola nei ristoranti annessi alle aziende agricole ma anche per i 126 posti letto.

Tra i piatti più gettonati ci sono gli antipasti classici piemontesi, la polenta concia o con spezzatino di selvaggina, la ricca varietà piemontese di pasta fresca lunga o ripiena (tajarin e agnolotti in testa), le carni di agnello e capretto, le torte salate con verdure e le preparazioni con erbe selvatiche e uova fresche.

Secondo Jacopo Barone, presidente di Terranostra Torino, l’associazione che raccoglie le 50 aziende agrituristiche del Torinese che aderiscono a Campagna Amica «i turisti prenotano nei nostri agriturismi perché sono parte di quegli stessi territori che vogliono scoprire e vivere ma anche perché permettono di visitare Torino pur dormendo in campagna e in montagna». Dunque pernottamenti, cene e colazioni nel silenzio dei boschi e dei campi ma giornate passate a visitare Torino. «Però la maggior parte sceglie gli agriturismi per soggiorni che mettano insieme cultura e arte ma anche natura e forma fisica. Chi dorme in agriturismo passa la giornata a visitare luoghi ricchi di storia e di bellezze artistiche oppure sale sulla mountain bike o imbocca un sentiero per un trekking».

Un’offerta di soggiorno che non può prescindere dal territorio e che è intimamente legata alle produzioni agricole e alla tradizione enogastronomica. «I nostri cuochi cucinano sempre piatti locali, magari reinventati, ma sempre ancorati alla nostra terra. I vini sono i vini locali delle colline e delle valli, spesso ancora sconosciuti al grande pubblico; oppure sono i grandi vini del Piemonte. Un piacere enogastronomico condito di atmosfere familiari e agricole, dove i bambini possono vedere gli animali e correre nei prati e dove gli adulti possono rilassarsi e ricaricarsi».

La scelta degli agriturismi è una tendenza nazionale che da anni si registra nel Centro-Sud. Infatti, sono oltre mezzo milione le presenze dei vacanzieri italiani che hanno scelto di alloggiare negli agriturismi nel weekend di Pasqua spinti dalla voglia di stare all’aria aperta alla ricerca del buon cibo. È quanto emerge da una stima di Coldiretti per le vacanze di Pasqua con la previsione di quasi 12 milioni di italiani in viaggio,

Sulla base delle indicazioni di Campagna Amica a far scegliere una delle 25.400 aziende agrituristiche italiane è anche la spinta verso un turismo tutto Made in Italy di prossimità, “sostenibile” in termini di costi, distanze e rispetto del proprio benessere. Un trend che vede protagonista la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.

Per scegliere l’agriturismo giusto il consiglio è quello di preferire aziende accreditate da associazioni e di rivolgersi su internet a siti come www.campagnamica.itdove è possibile confrontare le diverse offerte.

Prezzi alle stelle, i piemontesi scelgono il discount

Nel primo trimestre del 2023 il 15 percento in più tra i piemontesi rispetto allo scorso anno effettua i propri acquisti di alimentari nei discount.

“Sono soprattutto le fasce più deboli economicamente a ricorrere  a scorte di beni a lunga scadenza, come scatolame, in cerca dell’offerta migliore”.

Lo afferma Patrizia Polliotto, responsabile di Torino e del Piemonte per l’Unione nazionale consumatori che ha realizzato uno studio in cui si conferma la crescita nelle chiusure dei negozi al dettaglio, a livello nazionale di circa 2 all’ora nel 2022, e che in Piemonte ha portato a un incremento del 13% di scomparsa di botteghe alimentari e di generi vari per la concorrenza della grande distribuzione.

E molti piccoli comuni restano senza un punto commerciale di generi di prima necessità, penalizzando così soprattutto i più anziani.

Confartigianato imprese: “Prudenza sul Codice appalti”

 Enzo Tanino (Presidente di Confartigianato Imprese edilizia):” Apprezziamo l’impegno per semplificare e razionalizzare una disciplina molto complessa ma dobbiamo essere prudenti perché, se da una parte favorisce l’accesso alle imprese più piccole, dall’altra potrebbe favorire, in alcuni casi, infiltrazioni illegali”

  

  Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “riteniamo necessario che il governo avvii tavoli di concertazione con le organizzazioni imprenditoriali e tutti gli attori del mercato degli appalti per scrivere insieme le regole mancanti”

 

 

 

“Apprezziamo l’impegno per semplificare e razionalizzare una disciplina molto complessa, come quella del Codice appalti, e la volontà del Governo di renderla operativa in tempi rapidi. Semplificazione, certezza delle norme e velocità dei procedimenti sono indispensabili per favorire il lavoro e la crescita delle imprese – afferma Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte edilizia – bene anche la volontà di coinvolgere maggiormente le MPI anche applicando il subappalto a cascata”.

Si tratta di una riforma strutturale, cosiddetto “Codice Salvini”, dal nome del Ministro alle infrastrutture che lo ha fortemente voluto, che segue gli impegni assunti nell’ambito del PNRR e che mira a ridurre i tempi della burocrazia e dei cantieri.

 

“Dobbiamo, però, essere prudenti – continua Tanino – perché, se da una parte favorisce l’accesso alle imprese più piccole, dall’altra potrebbe favorire, in alcuni casi, infiltrazioni illegali. A questa perplessità si aggiunge anche quella riferita all’affidamento diretto e alla procedura negoziata fino alla soglia di 5, 3 milioni di euro. Bene l’affidamento diretto ma questo non deve diventare un sistema che impedisca alla piccola media impresa artigiana di prendere direttamente un lavoro costringendola a lavorare solo in subappalto. Noi sosteniamo la suddivisione in lotti di un lavoro, ci lascia però perplessi il fatto che, a fronte di questa previsione, il Legislatore non abbia, neanche questa volta, disciplinato in maniera articolata e completa una tipologia di aggregazione come la rete d’impresa che permetterebbe più agevolmente una partecipazione aggregata delle imprese artigiane alle gare per vedersi affidare questi lotti. Confidiamo quindi di poter ritrovare questa disciplina nel il futuro regolamento attuativo del Testo Unico. Mi sento infine di esprimere un giudizio positivo sul fatto che il Testo unico preveda un punteggio premiale in fase di valutazione dell’offerta per tutti coloro che utilizzeranno materiali Made in Italy. È un tema che stiamo portando avanti da tempo e non possiamo che essere soddisfatti che il Legislatore ne abbia voluto tener conto”.

 

“La riforma andrebbe ulteriormente perfezionata, tuttavia non si poteva andare avanti con le regole precedenti ed era importante evitare di continuate a ripetere vecchi errori-commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e bisogna farlo insieme a chi opera sul campo. Per questo riteniamo necessario che il governo avvii tavoli di concertazione con le organizzazioni imprenditoriali e tutti gli attori del mercato degli appalti per scrivere insieme le regole mancanti e mettere a punto alcuni aspetti ancora deboli. Insomma, per costruire un Codice a prova d’urto che deve funzionare efficacemente per i prossimi anni. Il Codice degli appalti è perfettibile, certo, ma è uno degli strumenti che dovrà permetterci di rilanciare l’economia e di non perdere le risorse che abbiamo a disposizione per costruire il futuro dell’Italia”.

Crack Embraco, gli imputati patteggiano Gli operai non saranno risarciti

Gli operai non otterranno risarcimenti mentre gli imputati hanno patteggiato quattro anni di reclusione nel processo per il crack della ex Embraco. Sono le quattro persone ai vertici della Ventures, società preposta al rilancio dell’ex Embraco di Riva di Chieri, accusati di bancarotta per  la sottrazione di somme di denaro che invece erano vincolate all’investimento per il sito produttivo con  il rientro al lavoro di 400 lavoratori ex Embraco e con la produzione di robot per pulire pannelli fotovoltaici, produzione che non è mai partita.

Un sogno per la Falchera? Al via il nuovo centro commerciale To-Dream

Il primo lotto di To Dream, il nuovo maxi-centro commerciale della Falchera nato dalla riqualificazione dell’ex area industriale Michelin di Corso Romania, nella zona nord-est della città sarà inaugurato il 13 aprile. Il grande complesso ospiterà in tutto 100 attività commerciali quando sarà a pieno regime. Tra queste 25 ristoranti, 8 cinema, un hotel 4 stelle.  I brand già attivi all’inaugurazione saranno tra gli altri: NewYorker, H&M, Ovs, King Kiabi, Mango, Douglas, Kasanova, Mondadori, Portobello, Billy Tacos, Ichi Statione Kebhouze.

Il Piemonte punta sull’idrogeno verde con tre impianti di produzione

Tre i progetti finanziati in Piemonte con il fondi del Pnrr

Sono tre i progetti finanziati con le risorse del Pnrr per la produzione di idrogeno verde su aree industriali dismesse in Piemonte. La Regione ha completato la procedura di selezione delle candidature arrivate per il bando lanciato dal ministero dell’Ambiente a fine dicembre, sulla missione 2 del Pnrr, e ha approvato la graduatoria. Sette progetti sono idonei, tre saranno immediatamente finanziati per un importo complessivo di 19,5 milioni di euro. I tre progetti finanziati prevedono la produzione di idrogeno ad uso industriale.

Rf-Idra, in raggruppamento con Rf-40, riceverà 1,2 milioni per un impianto di idrogeno verde a Gattinara nel Vercellese per alimentare un’attività di produzione di laterizi a elevata tecnologia.

La raffineria Sarpom S.p.A. di Trecate nel Novarese si aggiudica 16,8 milioni di euro per la realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno green.

Il terzo progetto, proposto dalla società Films S.p.A. di Premosello-Chiovenda, nel Verbano, che realizza leghe metalliche, è finanziato con 1,5 milioni di euro.

I tre progetti prevedono l’installazione di elettrolizzatori per complessivi 6 megawatt e utilizzeranno impianti fotovoltaici di nuova realizzazione, per una potenza complessiva di circa 9 megawatt per produrre l’idrogeno rinnovabile che sarà utilizzato in processi industriali di realtà produttive piemontesi, ma in prospettiva l’utilizzo potrà essere esteso ad altri settori in cui il vettore green sarà richiesto, ad esempio per i trasporti.

Per il presidente della Regione, con l’approvazione della graduatoria e l’avvio dei progetti, entra nel vivo la realizzazione della Hydrogen Valley del Piemonte. I tre progetti di produzione di idrogeno verde ad uso industriale, prosegue il presidente, si aggiungono infatti a quelli per la realizzazione delle cinque stazioni di rifornimento per i veicoli che si sono aggiudicati un finanziamento sul bando nazionale. Il Piemonte conferma, secondo il Presidente, una vivacità imprenditoriale capace di raccogliere le sfide della transizione energetica.

Per l’assessore all’ambiente c’è ancora spazio per intercettare nuove risorse perché la Regione ha già chiesto al governo ulteriori fondi per poter ulteriormente potenziare la strategia del Piemonte sull’idrogeno in cui la Regione crede molto. L’assessore ricorda poi che è attivo da ieri lo sportello per il bando Fesr sull’efficientamento dei sistemi produttivi, che include anche l’alimentazione a idrogeno, con oltre 92 milioni di euro di dotazione che rappresenta un’ulteriore occasione di finanziamento di chi ha già i progetti pronti.

Soddisfatto anche l’assessore alle attività produttive per il quale questa notizia è la dimostrazione che il tessuto industriale del Piemonte è vivo e sa cogliere opportunità di sviluppo e di impresa che guardano al futuro.

Il mondo degli affari punta alla finanza d’impatto e l’Università di Torino risponde con un corso ad hoc

Nuovi trend nel mondo degli affari per investire e gestire risorse finanziarie: l’obiettivo è generare impatto, cambiamento, positivo, oltre che un ritorno finanziario.

Questo approccio alla finanza sta diventando sempre più popolare tra gli investitori e le imprese che cercano di sostenere progetti e iniziative che generano un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Lo ha ben colto l’Università di Torino con il suo Dipartimento di Management che ha da poco avviato un corso universitario sulla finanza d’impatto, unico nel suo genere e ad alto valore professionalizzante. Il corso, che inizierà a maggio prossimo, è rivolto a laureati e professionisti che intendano acquisire competenze per il settore della finanza ad impatto, si concentrerà sull’insegnamento delle strategie e delle tecniche per investire e gestire risorse finanziarie in modo da generare impatto positivo, oltre a fornire una panoramica sulle opportunità di lavoro in questo ambito in espansione. Il corso si svilupperà in 40 ore di lezioni frontale a distanza e altrettante ore dedicate alla realizzazione di project work in gruppo con il supporto di tutor aziendali esperti.

Partecipare al corso universitario in finanza d’impatto offre molti benefici per gli studenti e le imprese che cercano di fare la differenza: in primo luogo favorisce l’apprendimento di competenze in finanza d’impatto. Non solo, il corso fornisce una panoramica completa dei concetti di finanza d’impatto, nonché delle strategie e delle tecniche per investire e gestire risorse finanziarie in modo da generare impatto positivo. Queste competenze sono sempre più richieste dai datori di lavoro e dalle imprese che cercano di adottare un approccio sostenibile alla finanza.

Il corso favorisce nuove opportunità di lavoro, offrendo una panoramica sulle richieste del mercato, nonché le competenze necessarie per accedere a tali posizioni. Il corso sarà tenuto da esperti nel campo della finanza d’impatto, offrendo ai partecipanti l’opportunità di fare networking con professionisti del settore. Inoltre, il corso sarà aperto a studenti e professionisti provenienti da diversi paesi e background, creando un ambiente di apprendimento interculturale e collaborativo

Il corso permette di acquisire competenze e strumenti per realizzare investimenti ad impatto positivo, offrendo ai partecipanti la possibilità di diventare protagonisti attivi del cambiamento.

Per informazioni https://www.management.unito.it/do/home.pl/View?doc=formazione_continua.html

Arrivano i fondi regionali per creare nuove imprese in Piemonte

6,3 MILIONI DI EURO
Elena Chiorino, assessore regionale al Lavoro: “non regaliamo ad altri i nostri talenti. Il Piemonte è  terra fertile dove fare impresa di qualità. Con queste misure stimoliamo l’iniziativa imprenditoriale, dando coraggio e supporto concreto a chi vuole poter realizzare le proprie ambizioni imprenditoriali”
Stanziate le risorse per il triennio 2023-2025 del programma MIP – Mettersi in proprio, volto a stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove forme di impresa in Piemonte. Ammontano a 6,3 milioni di euro i fondi destinati ai servizi per la creazione di impresa, lavoro autonomo e trasferimento di azienda approvati, su proposta dell’assessore al lavoro Elena Chiorino.
“Stimoliamo l’iniziativa e la creatività imprenditoriale dei talenti che nel nostro territorio si formano, ma che spesso non riescono a trovare lo spazio che meritano, accompagnandoli con un supporto concreto nella realizzazione delle proprie ambizioni imprenditoriali – sottolinea l’assessore al Lavoro Elena Chiorino che prosegue – Non aiutiamo con forme di assistenzialismo fine a se stesse: restituiamo alle persone la dignità lavorativa attraverso un sistema di politiche attive che offrano a chi si è trovato senza un lavoro nuovi percorsi di orientamento, formazione e inserimento per superare velocemente la condizione di disagio e acquisire l’autonomia economica e la giusta soddisfazione professionale. Anche attraverso il programma MIP contribuiamo a ricucire una lacerazione profonda che per decenni ha visto l’impoverimento occupazionale del Piemonte, contrastando così la fuga verso altre regioni, o all’estero, di “buone idee” che possono, invece, diventare nuove realtà imprenditoriali di successo. Non regaliamo ad altri i nostri talenti: il Piemonte è terra fertile dove poter fare impresa di qualità”.
La ripartizione delle risorse
Le risorse saranno distribuite sui quattro ambiti territoriali piemontesi: Città metropolitana di Torino, Province di Alessandria e Asti, il Cuneese e la zona del Nord Est che comprende Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli. I fondi saranno distribuiti in proporzioni calcolate sulla base dell’incidenza della popolazione tra i 18-65enni e dei disoccupati. 110 mila euro sarà la quota minima di risorse riconosciuta ad ogni ambito territoriale.
I risultati MIP 2019-2022
Nel corso del precedente triennio del Programma MIP 5.434 utenti si sono registrati al portale mettersinproprio.it, 4.614 sono stati i partecipanti agli incontri di pre accoglienza,   circa  2.732 utenti sono stati seguiti attraverso i percorsi di consulenza; sono stati 636 progetti d’impresa validati e 433 il numero delle imprese neo-costituite sul territorio regionale. Sono 134 i nuovi piani di attività di lavoro autonomo approvati e circa 100 le neonate attività di lavoro autonomo avviate su tutto il territorio piemontese.
Al link che segue si possono conoscere più da vicino alcune delle realtà imprenditoriali nate grazie al Progetto Mip – Mettersi in proprio: https://mettersinproprio.it/storie-di-imprese-nate-con-mip/

L’Ecosistema “NODES-Nord Ovest Digitale E Sostenibile”: dal Pnrr 110 milioni per il territorio

Ricadute su Piemonte, Valle d’Aosta, sulle province di Como, Varese e Pavia e sulle regioni del Sud del Paese. Il piano presentato al castello del Valentino 

Al via i “bandi a cascata” per le aziende a favore della crescita sostenibile e inclusiva dai territori di riferimento

 

Il progetto “NODES-Nord Ovest Digitale E Sostenibile”, selezionato dal Ministero dell’Università nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato presentato presso il Salone d’Onore del Castello del Valentino. Alla conferenza stampa erano presenti il Presidente del consorzio NODES e Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, il Direttore Generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca del MUR Fabrizio Cobis, l’Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Patrimonio, Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese Andrea Tronzano e il Segretario Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino.

L’ammontare complessivo del finanziamento di NODES è di 110 milioni di euro, che porteranno ricadute sul territorio di Piemonte, Valle d’Aosta e sulle province più occidentali della Lombardia (Como, Varese e Pavia); 15 milioni di euro saranno dedicati ad attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle regioni del Sud del Paese.Si tratta di uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazioneche il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione (digitale ed ecologica).

Il soggetto attuatore – cosiddetto Hub – cui spetta la gestione e il monitoraggio dei risultati e dell’impatto, è la società NODES Scarl, costituita a tale scopo da tutte università pubbliche del territorio: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D’Aosta.

I soggetti realizzatori sono denominati Spoke e sono coordinati dalle stesse Università che hanno costituito l’Hub, unitamente all’Università di Scienze Gastronomiche. L’iniziativa nel suo complesso vede il coinvolgimento di 24 partner pubblici e privati.

L’obiettivo ambizioso del progetto, che si concluderà in tre anni, è la creazione di filiere di ricerca e industriali in sette ambiti legati alla vocazione imprenditoriale del nostro territorio: Industria 4.0 per la mobilità sostenibile e l’aerospazio, Sostenibilità industriale e green technologies, Industria del turismo e cultura, Montagna digitale e sostenibile, Industria della Salute e silver economy, Agroindustria primaria e secondaria.

 

Il progetto si propone di sostenere l’innovazione su traiettorie tecnologiche a elevato potenziale per sviluppare da un lato nuovi prodotti e processi nelle PMI esistenti, stimolando processi di valorizzazione della ricerca e di trasferimento tecnologico e aumentandone la competitività anche a livello internazionale e dall’altro di favorire la nascita di start-up e spin-off «Deep Tech» negli ambiti individuati, attraendo risorse economiche aggiuntive da fondi di Venture Capital. Per attuare questa collaborazione, si studieranno percorsi e strumenti di innovazione collaborativi tra start-up, PMI, grandi imprese e mondo della ricerca, che siano scalabili e replicabili anche a PNRR concluso.

Il progetto NODES è iniziato il 1° ottobre 2022 con l’avvio delle attività di ricerca e di progettazione delle azioni di trasferimento tecnologico, accelerazione e formazione per le imprese e nuovi talenti.

Da subito sono partiti i lavori di definizione delle traiettorie di sviluppo industriale sui sette ambiti sulle quali l’Ecosistema intende stimolare e supportare percorsi di innovazione in grado di aumentare la competitività del territorio. Un importante contributo nella definizione è già stato raccolto dal coinvolgimento degli stakeholder territoriali rappresentati dell’industria, finanza privata, pubblica amministrazione locale e società civile.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per presentare gli strumenti di finanziamento e lanciare le attività che verranno realizzate per il territorio su ciascuno dei sette ambiti del progetto.

Sono 35.5 milioni di euro i primi fondi dedicati ai bandi a cascata per le imprese per sostenere le loro attività di ricerca e innovazione:

  • 25.3 milioni di euro sono i fondi per progetti di ricerca e sviluppo, presentati dalle imprese – anche in collaborazione – del territorio Nord-Ovest e in parte dalle imprese del Mezzogiorno.
  • 10.2 milioni di euro i fondi per facilitare accesso delle start-up e PMI a servizi di supporto rivolti a promuovere investimenti strategici in attività di innovazione di prodotti, servizi e/o processi e ad accelerare lo sviluppo delle imprese innovative

I bandi a cascata per le imprese saranno emanati dagli Spoke, gli Atenei pubblici del territorio di NODES, con una collaborazione istituzionale con Unioncamere Piemonte rivolta ad aumentare la competitività delle imprese. In virtù della piattaforma a livello nazionale webtelemaco.infocamere.it utilizzata dal mondo delle imprese, Unioncamere Piemonte supporterà la gestione ottimale dei bandi.

A questi fondi si aggiungono 5.8 milioni di euro per sostenere progetti di “Proof of Concept” (PoC) proposti da ricercatori che intendono valorizzare i risultati della propria ricerca verso lo sfruttamento commerciale, favorendone il trasferimento alle imprese e la costituzione di nuove realtà imprenditoriali e più di 2 milioni di euro per formare nuovi talenti attraverso il Dottorato di ricerca in ottica «industriale» con percorsi di inserimento nel mondo produttivo.

La Direttrice Generale di NODES, Chiara L. G. Ferroniha chiarito come questi bandi potranno innescare un effetto leva che sia in grado di ampliare il raggio d’azione del PNRR, generando nuove opportunità di finanziamento e moltiplicando gli investimenti. Il Direttore invita le imprese e il pubblico più ampio a visitare il sito dell’Ecosistema – ecs-nodes.eu – per conoscere la ricca offerta di percorsi di formazione per up-skilling e re-skilling del personale impiegato, l’ampia attività di animazione e dialogo con le imprese, ed i tanti percorsi di open innovation per le imprese che vedranno il coinvolgimento di studenti e start-up.

Saranno molti gli appuntamenti sul territorio per incontrare i partner dell’Ecosistema ed entrare nel vivo delle attività, qui i primi appuntamenti:

  • Martedì 4 aprile a Novara, presso l’Aula Magna del Campus “Perrone” dell’Università Piemonte Orientale, alle ore 10.30, presentazione dei bandi e delle attività nell’ambito dell’Industria della Salute e della silver economy (Spoke 5).
  • Mercoledì 12 aprile a Pollenzo, presso l’Università di Scienze Gastronomiche, alle ore 14.30, presentazione dei bandi e delle attività legate al settore dell’Agroindustria secondaria (Spoke 7).
  • Giovedì 13 aprile a Torino, presso l’Auditorium Aldo Moro dell’Università degli Studi di Torino, alle ore 17.00, presentazione dei bandi e delle attività nell’ambito Green Technologies e industria sostenibile (Spoke 2).
  • Lunedì 17 aprile ad Aosta, presso l’Università Della Valle d’Aosta, alle ore 15.30, presentazione dei bandi e delle attività nell’ambito Montagna digitale e sostenibile (Spoke 4).
  • Martedì 18 aprile a Torino, presso l’Auditorium dell’Energy Center del Politecnico di Torino, alle ore 17.00, presentazione dei bandi e delle attività nel settore Aerospazio e Mobilità Sostenibile(Spoke 1).
  • Mercoledì 19 aprile a Pavia, presso l’Università degli Studi di Pavia, alle ore 17.00, presentazione dei bandi e delle attività nell’ambito dell’Agroindustria primaria (Spoke 6).
  • Giovedì 20 aprile a Biella, presso la sede di Città Studi, alle ore 14.30, presentazione dei bandi e delle attività nell’ambito Industria del Turismo e Cultura (Spoke 3).

Il Presidente di NODES e Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco commenta: “L’ecosistema NODES ha tutti i presupposti per portare avanti la sua missione di innovazione delle nostre PMI e di nascita di start up nel modo migliore: grazie al grande lavoro in fase di presentazione della proposta, siamo riusciti a farci assegnare un finanziamento molto ingente, che ci permetterà di realizzare iniziative che avranno una ricaduta importante sulla società promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali. Siamo consapevoli che si tratta di un’opportunità unica che non deve essere sprecata, e i nostri sforzi andranno tutti nella direzione di massimizzarne i risultati”.

 

“Siamo felici che le Università e i partner del progetto Nodes abbiano voluto coinvolgere il sistema camerale in questo progetto: l’obiettivo principale dell’iniziativa coincide con un’attività ‘core’ delle Camere di commercio, ovvero potenziare il trasferimento tecnologico verso le imprese, in particolare nei confronti delle MPMI. Tra le attività di particolare interesse per le aziende figurano sicuramente i cosiddetti ‘bandi a cascata’, ossia contributi a fondo perduto tesi allo sviluppo di progetti d’investimento in digitalizzazione e innovazione. Il sistema camerale, anche in questo caso, è pronto a fare la sua parte sia facilitando la promozione verso le imprese sia supportando gli atenei nella gestione della fase di aiuti alle aziende”, aggiunge il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

“Per il Politecnico di Torino l’ecosistema NODES è centrale per le attività di ricerca, trasferimento della conoscenza alle aziende e anche formazione. La space economy e la mobilità sostenibile, tematiche dello Spoke 1 che coordiniamo, sono due degli ambiti che per tradizione industriale e vocazione sono più vicini al tessuto industriale piemontese e alle competenze che già possiede storicamente. Per questo riteniamo che le azioni di trasferimento tecnologico, di riconversione e di sviluppo di nuove competenze e nuove figure professionali altamente specializzate saranno particolarmente efficaci e produrranno rapidamente ricadute importanti in tutto il Paese” – dichiara Giuliana Mattiazzo Vice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino e Research and Innovation Manager dello Spoke 1.

“È motivo di grande soddisfazione per l’Università di Torino – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – aver partecipato alla fondazione dell’hub NODES, con il quale contribuiremo alla messa a terra in chiave strategica di importanti quote di finanziamento sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il nostro Ateneo guiderà come capofila dello Spoke 2 le azioni su Tecnologie Green e Industria Sostenibile, a conferma della qualità dell’impegno messo in campo dai nostri dipartimenti sui temi dello sviluppo sostenibile. Lavoreremo su tecnologie e industrie verdi partendo dalla consapevolezza di quanto importante sia una strategia basata sull’economia circolare. Le politiche pubbliche giocano oggi un ruolo cruciale nel promuovere la transizione ecologica: in questo contesto, l’attrazione di giovani ricercatrici e ricercatori e di studenti come protagonisti del trasferimento di conoscenze sarà il miglior investimento per tutto il territorio. Lo Spoke 2, infatti, avrà un impatto trainante anche su tutto l’ecosistema dell’innovazione locale, operando in concreto per la transizione ai modelli industriali dei prossimi anni”.

 

“L’Università dell’Insubria partecipa da protagonista al Progetto NODES mettendo a segno due risultati eccellenti: il riconoscimento della qualità della ricerca condotta in Ateneo, la creazione di una filiera dell’innovazione che esce dalle aule e viene recepita dal territorio.

I bandi a cascata per le imprese offerti dal Progetto Nodes ne sono la dimostrazione. Nell’ambito dello spoke coordinato dal nostro Ateneo le imprese che agiscono nell’industria del turismo e della cultura, avranno la possibilità di candidarsi per il finanziamento di progetti innovativi di ricerca industriale volti ad accelerare la trasformazione digitale dei loro processi produttivi”,aggiunge Angelo Tagliabue, Rettore dell’Università dell’Insubria che coordina lo Spoke 3.

 

“Il progetto NODES costituisce per i territori montani una grande opportunità per far riguadagnare centralità alle imprese e alle comunità” – ha spiegato Mariagrazia Monaci, Rettrice dell’Università della Valle d’Aosta. “Il cambiamento climatico sta generando importanti trasformazioni in tutti i territori, e in particolare quelli montani, che sono al centro delle attività di ricerca e innovazione condotte dall’Università della Valle d’Aosta principalmente nello Spoke 4 “Montagna digitale e sostenibile”, del quale UNIVDA è capofila, e parimenti partecipando allo Spoke 3 “Industria della cultura e del turismo”, guidato da UNINSUBRIA. Se, da un lato, queste trasformazioni presentano elementi di complessità, dall’altro emergono opportunità che l’ecosistema NODES può contribuire a intercettare. In particolare, lo Spoke 4 vuole sfruttare appieno le potenzialità offerte dai nuovi strumenti tecnologici suggerendo interventi volti a consentire alle aziende di organizzare efficacemente il lavoro ibrido e remoto, con lo scopo di aumentare le prestazioni aziendali e migliorare il benessere dei lavoratori. Allo stesso tempo, è nostra intenzione accompagnare le comunità del territorio verso la gestione delle risorse idriche e della produzione energetica nell’era digitale, mostrando come la smart technology possa potenziarne la gestione integrata. Infine, si affronterà la sfida della rigenerazione e del ripopolamento delle aree montane offrendo un piano strutturato di ricerca e azione che guardi a modelli sensibili al contesto ecologico e capaci di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali. In conclusione, gli atenei e le strutture coinvolti forniscono risorse e strumenti a imprese e comunità per governare il cambiamento e aumentare la competitività attraverso l’innovazione tecnologica e l’attenzione alla sostenibilità”.

“NODES è un’occasione formidabile per il sistema del Nord-Ovest e l’Università del Piemonte Orientale, incrociando il proprio Piano strategico con le linee di sviluppo sostenibile del progetto, sta impegnando il meglio delle proprie risorse umane e tecniche”, afferma il Rettore dell’UPO Gian Carlo Avanzi. “Siamo l’ente capofila dello Spoke 5, dedicato all’industria della salute e della silver economy. Attraverso la ricerca e il trasferimento della nostra ricerca all’industria vogliamo sviluppare un modello sanitario che riconosca l’interdipendenza tra la salute dell’uomo, del mondo animale e vegetale e dell’intero ambiente che ci ospita, responsabilizzando tutti alla cura e alla prevenzione. Così contribuiremo alla realizzazione di nuovi strumenti di cura dei soggetti fragili, come la telemedicina, la digitalizzazione del sistema sanitario e del monitoraggio del paziente, di diagnosi e di terapie con farmaci innovativi e sostenibili, sviluppando così la medicina rigenerativa e nuovi profili di salute. Il tutto, interconnesso con l’ambiente: One Planet, One Health, insomma”.

 

“Il progetto NODES rappresenta una grande opportunità di collaborazione tra l’Università di Pavia e il territorio. In particolare, con lo Spoke 6 “Agroindustria primaria” rivolto al comparto agroindustriale dell’area nord-occidentale, siamo al fianco delle aziende per aiutarle ad affrontare le sfide presentate dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione. Il progetto offre un’occasione importante per esprimere il forte potenziale del comparto, grazie all’introduzione di nuove tecnologie, alla digitalizzazione e alla sostenibilità”, dichiara il Rettore dell’Università di Pavia, Francesco Svelto.

 

“Il sistema agroalimentare del Nord Ovest è già molto avanzato, oggi tuttavia dobbiamo lavorare per la sfida ambientale e sociale, in una prospettiva sistemica ed ecologica globale. La sfida dello Spoke 7 è di contribuire all’innovazione di questo sistema, attraverso il miglioramento della sua competitività, per garantire produzioni alimentari salubri, di alta qualità e sostenibili. Saranno finanziate la ricerca sulle filiere di origine animale e vegetale, contestualmente alla formazione e l’innovazione delle imprese. Queste ultime si potranno confrontare e collaborare con i ricercatori per far nascere nuovi progetti di ricerca attraverso un processo di co-creazione”, conclude il Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Bartolomeo Biolatti.

Il Piemonte protagonista al Vinitaly. Erbaluce vitigno dell’anno 2023

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Erbaluce vitigno dell’anno 2023, il Giro d’Italia per promuovere vino e territori, il premio Angelo Betti a Chiara Soldati.

 

Nella prima giornata della 55a edizione del Vinitaly a Verona il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini nello stand del  Piemonte (Padiglione 10) ha incontrato le aziende e i Consorzi di tutela.

Per l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Protopapa  si è presentata un’occasione importante per sottolineare al ministro la realtà vitivinicola del Piemonte oggi caratterizzata dai tanti giovani produttori evidenziando quindi il cambio generazionale e per ricordare anche le criticità da risolvere che riguardano il comparto piemontese, sottolineando la necessità di più aiuti e massima attenzione per la gestione irrigua del territorio piemontese e a tutela dei vigneti.

Anche il vicepresidente della Regione Piemonte, Carosso,  ha sottolineato la soddisfazione per la presenza al Vinitaly di tanti giovani produttori piemontesi E’ quello che si auspicava per il mondo vitivinicolo e per l’agricoltura piemontese, in quanto vedere oggi i giovani che lavorano la terra garantiscono redditività e un nuovo modo di produrre vino, rispettoso dell’ambiente e per questo prosegue l’impegno della Regione nel sostenere la filiera attraverso i fondi europei.

Filippo Mobrici, vice presidente di Piemonte Land of wine, il super consorzio che rappresenta tutti i consorzi della regione, ha voluto sottolineare l’importanza della partecipazione al Vinitaly di un Piemonte vitivinicolo unito, essendo tra le principali regioni che producono vino di qualità nel mondo.

Nell’area istituzionale del Piemonte inoltre la Regione ha presentato ufficialmente l’Erbaluce, vitigno dell’anno 2023 del Piemonte, con la partecipazione del Consorzio Tutela Vini Docg Caluso, Carema e Canavese e di Colline Novaresi – Consorzio di tutela Alto Piemonte. Durante il passaggio di consegne dal Freisa, vitigno dell’anno 2022 al vitigno a bacca bianca, l’assessore regionale all’Agricoltura ha voluto sottolineare l’importanza del progetto e della continuità nel voler valorizzare i vitigni del Piemonte insieme ai territori di produzione. Grande entusiasmo è stato espresso dal presidente del Consorzio di tutela Erbaluce di Caluso, Antonino Iuculano, per l’importante occasione avuta dalla Regione per promuovere sul territorio e con l’intento di portare il vino on le sue diverse declinazioni, bianco, spumante, passito nei ristoranti.

Al Vinitaly protagonista anche lo sport con il Giro d’Italia 2023 in Piemonte. Grandi vini, sport e territori bellissimi, sono queste le parole chiave che ha ricordato l’assessore allo Sport della Regione, Ricca, presentando le tre tappe che attraverseranno la regione: il 17 maggio da Camaiore a Tortona, il 18 maggio da Bra a Rivoli e il 19 maggio da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana in Svizzera. Tortonese, Roero, Canavese le terre delle Docg: Barolo, Barbaresco, Gavi ed Erbaluce di Caluso e di molti vini Doc. L’assessore allosport ha sottolineato come il Giro d’Italia grazie ala collaborazione con RCS Sport sarà occasione di promozione del territorio e dell’enogastronomia piemontese. Operazione questa avviata già da anni con i grandi eventi sportivi che la Regione ha portato in Piemonte, ricordando le Universiadi 2025 e le Atp final tennis.

 

Il premio Angelo Betti, dedicato ai professionisti ed imprenditori del mondo enologico che si sono particolarmente distinti per aver contribuito al progresso qualitativo in ambito produttivo, segnalati dagli Assessorati regionali all’agricoltura, quest’anno è stato assegnato a Chiara Soldati, pioniera dell’empowerment femminile nel mondo del lavoro alla guida della Tenuta La Scolca, sulle colline del Gavi, in provincia di Alessandria. L’assessore regionale all’Agricoltura ha consegnato il premio sottolineando la storicità dell’azienda e ricordando che il padre Giorgio Soldati ha voluto fortemente la Doc nel 1974 e la Docg nel 1998 e ha fondato il Consorzio del Gavi, e il percorso aziendale sui temi della qualità, della promozione del territorio, dell’internazionalizzazione del brand Gavi.