dal 9 febbraio all’11 marzo

"LOVEfEVER sex@love", sesso e amore diventano arte

sesso mostrasesso mostra 3sesso mostra2La chiave di lettura è l’ironia; a partire dall’immagine della locandina in cui campeggia un divertente Pippo che pare insidiare la virtù di Clarabella nella Pippo dance. In mostra a Internocortile

 

Sesso e amore diventano arte nella mostra collettiva “LOVEfEVER sex@love”, allestita a Internocortile a Torino, dal 9 febbraio all’11 marzo. Nello spazio creativo ideato da Silvia Tardy (aperto alle nuove tendenze artistiche e di design) l’amore è di gruppo, con 6 giovani e affermati artisti che affidano a sculture, fotografie, pittura e installazioni, il loro racconto di momenti reali o fantastici legati alla sessualità e al sentimento che la infiamma. La chiave di lettura è comunque l’ironia; a partire dall’immagine della locandina in cui campeggia un divertente Pippo che pare insidiare la virtù di Clarabella nella Pippo dance.

 

Alfredo Cabrini, (ideatore del progetto milanese “Terrariumart”) ha creato per”LOVEfEVER sex@love” una decina di vasi di vetro, in cui, tra muschio e felci, ambienta tante scene in miniatura che parlano di vita amorosa ed ironici incontri sessuali. In “Social sexual” una coppia nuda fa sesso en plein air, su un letto nel bel mezzo di un parco, con una variegata schiera di spettatori ad ammirare tanta passionalità. Poi “Cupido lottery”, in cui la magica freccia potrebbe colpire anche una vecchietta in trepida attesa. E non manca il più che mai attuale amore gay in “AILOVEIU”: terrario in cui la classica dichiarazione  in ginocchio, con tanto di fiori in mano, la fa un uomo, ma ad un altro uomo. E se il sesso in miniatura decidete di portarvelo a casa, la buona notizia è che la manutenzione sarà ben più facile di quella del reale rapporto di coppia. Istruzioni per l’uso: ogni tanto arieggiate togliendo il coperchio e una sola volta al mese spruzzate pochissima acqua piovana o demineralizzata. Poi divertitevi anche ad immaginare come potrebbe commentare l’evoluzione hard del suo Terrarium (piccole felci e muschio che vivono e crescono in una bottiglia di vetro chiusa) il fisico inglese Ward che lo inventò nell’800. 

 

Bixio Braghieri, milanese, ha al suo attivo numerose personali e collettive, sia in Italia che all’estero (fra cui la mostra indiana itinerante “Dadaumpop”, da New Delhi a Mumbay e Calcutta).

E’ decisamente esplicito e provocatorio nel raccontare le molteplici sfumature della sessualità.

Su una parete nera di Internocortile saltano subito all’occhio i suoi “Hot water color”. Acquerelli molto piccoli (9X12) e più grandi (50X50) con tutte le declinazioni possibili (e oltre) di sesso orale, contorsionismo e varianti assortite di ginniche posizioni erotiche. I colori sono tenui, le tonalità per lo più calde; ma mai quanto i contenuti…decisamente bollenti. Se per caso alla mostra ci andate con  piccola prole al seguito -e non siete ancora pronti a rispondere a ingenue curiosità- incominciate pure ad ingegnarvi per indirizzare la loro attenzione altrove.

 

Francesco De Molfetta, giovane con curriculum di tutto rispetto, affida a tecnica mista e massicce dosi d’ironia la sua idea di sesso e amore. Spiazza ogni luogo comune e affila l’ingegno per sottolineare la precarietà dell’impeto amoroso, a volte anche in modo estremo. Come nell’installazione “Lam’ore” in cui due teste infilzate su un’enorme forbice cercano di baciarsi, ma pericolosamente in bilico su lame taglienti. O in “Jack lo squartatore”, opera in cui la carta del fante di cuori -il principe per eccellenza- domina dall’alto un parterre di carte al femminile -regina di cuori compresa- strappate, fatte a pezzi e insanguinate. La critica è più sottesa, ma ugualmente spietata in “BI-CI VEDIAMO” dove incornicia un paio di occhiali con un uomo e una donna in bicicletta che pedalano per incontrarsi; non ci riusciranno mai dal momento che sono come imprigionati ognuno dentro una lente… beffardamente …rosa. E non meno interessante è “Il pazzo” che sbuca dalla cerniera di un jeans.

 

Decisamente più soft Giorgio Maggiorelli che da bambino dipingeva ascoltando musica con i genitori, immerso in personalissimo caleidoscopio di sogni. E si vede. Da come attinge soprattutto dal mondo dell’infanzia e, negli oli su tela, mescola atmosfere, luoghi e colori che parlano di intimità domestica e senso di protezione degli affetti. Ma non c’è solo il rassicurante azzurro carta da zucchero nelle sue opere. Anche lui individua ed esprime l’inevitabile contrasto tra ideale e realtà, e racconta quei lati oscuri dell’amore, fatti di ambiguità e pericolo. Un esempio? Il Mickey Mouse per metà sorridente e con un pacco dono in mano; nell’altra metà, invece, agghiacciante ghigno da serial killer e un coltello stretto nel pugno.

 

Anna Turina mette a fuoco la doppia valenza del concetto di “casa”: luogo per eccellenza della relazione con se stessi e con gli altri, denso di certezze, ma anche impregnato di limiti e compromessi. Le sue sculture in ferro e vernice nera raccontano come nella domus ci si può non solo adagiare; ma anche restare sospesi tra dentro e fuori, in bilico tra condivisione e voglia di privacy. Le sue “case abitate” lo sono solo a metà e le gambe che escono penzolanti sembrano quasi anticipare un possibile scatto di fuga. In mostra però porta anche altre 2 serie di casette, molto più serene e accomodanti. Sono quelle corporee, piccole e meno cupe, da cui spuntano faccine di bimbi che sorridono nel sonno; o quelle accoglienti che porgono antichi vasi di farmacia con sostanze curative per l’amore.

 

Si intitola “Breadcrum” il progetto della fotografa e videoartist Chiara Paderi , che presenta una serie di stampe fotografiche su ceramica di piatti d’epoca. Le sue creazioni sono metafora delle tante fasi della complessa ed articolata vita amorosa. Così, varie sono le portate di cui a fine pasto, nelle stoviglie rimangono i resti di ciò che ha nutrito il sentimento. Dal sonno sognante che rappresenta la fase dell’innamoramento, al movimento di gambe che esprime il corteggiamento, alle briciole come  tracce di  vita amorosa, per finire ad un frammento di cuore di  cioccolato, simbolo del dono d’amore che, una volta assaggiato dal partner, giace rotto e tristemente spezzato sul fondo del piatto.

Laura Goria

 

How to: “LOVEfEVER sex@love”, mostra collettiva a Internocortile

Via Villa Glori 6 (zona P.zza Zara)

Torino

 

Dal 9 febbraio all’11 marzo 2016-02-07

Inaugurazione: martedì 9 febbraio, dalle ore 18

Orari mostra: da martedì a sabato 11-13 e 15,30-19.

In altri orari: su appuntamento.

Informazioni: www.internocortile.it