DA PALAZZO LASCARIS- Pagina 5

L’AIUTO DELLA REGIONE PER CONTRASTARE GLI INCENDI

La Giunta regionale  ha predisposto le convenzioni con i Carabinieri e con i Vigili del Fuoco, che dal primo gennaio sono subentrati al Corpo Forestale dello Stato, per la lotta agli incendi boschivi: si tratta di un totale di 400mila euro annui dal 2017, 200mila per ciascuno dei due corpi.

I pompieri si occuperanno dello spegnimento, mentre i Carabinieri forestali provvederanno alla perimetrazione dell’area interessata dall’incendio. Questo è quanto emerso nell’illustrazione dell’assessore all’Ambiente e foreste, Alberto Valmaggia, nel corso della seduta della prima Commissione, presidente Vittorio Barazzotto, dell’11 settembre, dedicata all’esame dell’Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2017-2019. Per il resto, Valmaggia ha spiegato ai commissari il tentativo di mantenere invariati gli stanziamenti a fronte della pesante situazione del bilancio regionale. Stessa situazione per i contributi ai Comuni che rimangono attestati sul milione di euro annuo, in attesa della approvazione del Piano paesaggistico. Sul punto, in particolare, l’assessore si è detto d’accordo con le opposizioni che evidenziavano la necessità di un aumento dei fondi proprio in relazione alla attesa approvazione del nuovo Piano paesaggistico. Valmaggia ha assicurato che il problema verrà affrontato in sede di bilancio di previsione. L’assessore allo Sport e polizia locale, Giovanni Ferraris, ha relazionato sulla parte del bilancio concernente le proprie deleghe. Anche Ferraris ha evidenziato il tentativo di mantenere le risorse invariate, se non con un leggero incremento per il 2018. L’opposizione del gruppo M5s ha rilevato l’azzeramento, a loro dire inspiegabile, delle risorse per lo sport nel 2019. Ferraris nella replica ha parlato di azzeramento di carattere tecnico nell’ultimo anno di legislatura. L’investimento più importante risulta quello attorno ai 700mila euro per la realizzazione del complesso sportivo di via Santa Lucia a Fossano (Cn). I lavori della prima Commissione proseguono mercoledì, 13 settembre, con l’intervento degli assessori regionali alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari.

 

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#CRPerilsociale

Proseguono per tutta l’estate sui canali social del Consiglio regionale del Piemonte le prime due campagne di comunicazione sociale volute dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa per sensibilizzare l’opinione pubblica su alcuni temi di interesse generale. “Riteniamo sia compito delle istituzioni – spiegano il presidente Mauro Laus con i suoi vice Daniela Ruffino e Nino Boeti, e i consiglieri segretari Angela MottaGiorgio Bertola e Gabriele Molinari – impegnarsi nella promozione di campagne sociali per informare su alcuni temi di pubblico interesse, promuovere consapevolezza e prevenire fenomeni di disagio, soprattutto tra le fasce deboli della popolazione. Ci concentreremo su alcuni temi che sono all’ordine del giorno del dibattito politico e dell’iniziativa legislativa, utilizzando un linguaggio diretto, anche con l’ausilio di strumenti multimediali, per raggiungere tutte le fasce della popolazione, soprattutto attraverso i canali social dell’Assemblea”. Le prime due campagne, che impegneranno tutta l’estate, riguardano il cyberbullismo e i corretti stili di vita. La campagna sul cyberbullismo, che ha come filo conduttore l’ hashtag #cyberbullismo, coinvolge anche il Corecom, la Consulta Giovani e la Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza,  e veicola, attraverso i canali Facebook, Twitter, Youtube e Linkedin alcuni video istituzionali che promuovono la consapevolezza sui pericoli della rete. E’ invece caratterizzata dall’hashtag #contagiatidibenessere la campagna sui corretti stili di vita, che è condotta prevalentemente sul canale Instagram, sul quale ogni giorno viene selezionata una foto postata con l’hashtag #contagiatidibenessere, ripostata anche sui canali Facebook e Twitter, e che racconta con un’immagine l’idea del benessere per contagiare e farsi contagiare dai corretti stili di vita. Le prossime campagne sociali che prenderanno il via in autunno riguarderanno invece i disturbi alimentari e l’uso consapevole del denaro, in collaborazione con le Consulte Femminile ed Elette del Consiglio regionale e con l’Osservatorio per il fenomeno dell’usura. Tutte le campagne sociali del Consiglio regionale sono caratterizzate dall’hashtag #CRPerilsociale.

 

In Consiglio regionale il Piano Paesaggistico

Oltre 2060 fra cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le residenze sabaude, i Sacri monti, i palazzi e i castelli. E ancora 370 singoli beni paesaggistici e numerose aree tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio. Sono solo alcuni numeri del Piano paesaggistico regionale (Ppr) del Piemonte, giunto martedì 1 agosto all’esame del Consiglio regionale. Un accordo firmato lo scorso marzo dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e dal ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo (Mibact), Dario Franceschini, aveva sancito il prosieguo della fase attuativa del Piano, che dovrà essere ora essere approvato dal Consiglio regionale. Il Piano fornisce la “fotografia” di tutti i beni paesaggistici del Piemonte, perimetrati, catalogati e digitalizzati. Un lavoro enciclopedico – come ha sottolineato l’assessore alla Programmazione territoriale e paesaggistica Alberto Valmaggia – che ha visto impegnati per dieci anni gli uffici del Settore territorio e paesaggio della Direzione Ambiente, Governo e tutela del territorio della Regione Piemonte in sinergia con il Mibact. È stato redatto uno strumento di conoscenza e di lettura del paesaggio piemontese, mediante lo studio delle sue componenti naturali, storiche, insediative e sceniche, mutuate dal riconoscimento delle principali identità che le comunità locali attribuiscono ai propri luoghi. Il Piemonte è la terza regione italiana a dotarsi di un Piano paesaggistico condiviso con il Ministero. Una molteplicità di luoghi riconosciuti per il loro particolare significato iconografico e culturale, come ad esempio il sito Unesco dei Paesaggi vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato, che rappresenta uno dei primi risultati in attuazione delle previsioni del Ppr.. Lo stesso Piano è stato elaborato mediante indagini realizzate a scale diverse ed è composto da una cospicua parte conoscitiva delle componenti paesaggistiche che coprono tutto il territorio regionale, articolato in 76 ambiti di paesaggio come richiesto dal Codice, per ognuno dei quali sono stati individuati i principali fattori strutturanti e stabiliti specifici obiettivi di qualità paesaggistica. La ricognizione di tutti i Beni paesaggistici del Piemonte, definiti a scala di dettaglio, è contenuta nell’omonimo Catalogo. Il Ppr, quindi, garantisce la certezza dell’individuazione dei Beni e regole chiare per semplificare le valutazioni nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica. Le regole e i limiti per le trasformazioni sono contenuti nel Catalogo e nel fascicolo delle Norme di Attuazione articolate per indirizzi, direttive e prescrizioni.Il Piano paesaggistico – ha concluso Valmaggia – completa il quadro della pianificazione, affiancandosi al Piano territoriale regionale (Ptr), in vigore dal 2011, con il quale condivide strategie e obiettivi. Si tratta infatti di strumenti complementari, basati sulla definizione e ottimizzazione delle strategie che individuano le vocazioni dei singoli territori e le regole per assicurare loro uno sviluppo sostenibile delle risorse economiche, paesaggistiche e ambientali.

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In attesa dell’esame completo del testo, in Aula si è provveduto alla discussione generale.

Per Paolo Mighetti (M5S) “sicuramente il Piano avrebbe potuto contenere provvedimenti più incisivi per la salvaguardia del suolo agricolo e l’ottimizzazione delle aree degradate e sottoutilizzate. Il passaggio dei contenuti nei nuovi Piani comunali non sarà immediato, ma ragionare in termini di Piani regolatori intercomunali potrebbe essere la risposta adeguata per ottenere da un lato la riduzione dei costi di adeguamento e, dall’altro, un ambito di lavoro più ampio e adatto alla logica della tutela paesaggistica su area vasta. La versione che ci troviamo oggi ad analizzare è quella del 2015; è un Piano complesso, ci sentiamo in primo luogo di fare alcune precisazioni in merito alla valenza. Il consumo di suolo 0 previsto nel 2050, per noi dovrebbe essere più ravvicinato. Un’altra questione è legata al vincolo sui crinali montani: i crinali sono una parte importante del paesaggio, quindi dovrebbero essere considerati anche quelli collinari. Come M5S abbiamo contribuito proponendo modifiche in Commissione, dettate dal buon senso, che in parte sono state accolte. Abbiamo voluto sottolineare tra l’altro il concetto della tessitura degli involucri, ovvero le caratteristiche delle superfici, e della morfologia insediativa”.Per il Gruppo di Forza Italia sono intervenuti nell’ordine Diego Sozzani, Claudia Porchietto, Gilberto Pichetto e Daniela Ruffino, che hanno sottolineato come il lavoro svolto in ambito urbanistico dai singoli Comuni in termini di varianti rischi di essere vanificato dall’adozione di questo nuovo Piano. Hanno inoltre voluto evidenziare la mancata semplificazione e come il consumo del suolo debba essere un argomento prioritario da gestire con equilibrio. “Con questo Piano di fatto sindaci e amministratori locali perdono di autonomia e c’è il concreto rischio di un blocco per l’edilizia a fronte delle troppe complessità” hanno concluso.Per Silvana Accossato (Articolo1) “il Piano paesaggistico si pone come strumento di conoscenza, descrivendo complessivamente il territorio piemontese e riconoscendone le principali peculiarità come valore. Contiene poi le linee strategiche per la tutela del paesaggio e il miglior utilizzo delle aree geografiche, oltre a rappresentare il riferimento per il sistema di pianificazione provinciale, della città metropolitana e dei Comuni. Il Piano costituisce poi il giusto strumento per coniugare la tutela del territorio con le attività dell’uomo Voglio infine dare atto al ruolo attivo degli Osservatori del paesaggio, iniziative spontanee di cittadini, sempre più numerosi”.Infine, per il Gruppo del Pd hanno chiesto la parola Elvio Rostagno, Vittorio Barazzotto, Andrea Appiano e Antonio Ferrentino. “Nel 1939 vennero promulgate le prime leggi a tutela del patrimonio, mentre  nel 2000 è stata firmata la Convenzione europea del paesaggio proprio per sviluppare anche una nuova cultura del territorio. Questo non è l’ unico strumento, ma piuttosto un ottimo ausilio” ha ricordato Rostagno.Per Barazzotto “bisogna superare una volta per tutte la burocrazia, non si può sempre fare come lo struzzo. Basta commemorare le vittime delle disgrazie dovute al cattivo uso del suolo, per cui è necessario darci il senso della cultura del limite: questo è il messaggio chiaro che giunge da questo Piano”.Appiano e Ferrentino si sono invece soffermati sull’importanza di avere finalmente un Piano paesaggistico regionale che valorizzi i luoghi e faccia in modo che anche i Comuni lavorino per raggiungere lo stesso scopo. “Gli strumenti di pianificazione non possono essere assunti a macchia di leopardo. Il settore dell’edilizia danneggiato? A nostro avviso l’edilizia ha ampi spazi di azione, se pensiamo a tutte quegli edifici dismessi da riqualificare” hanno detto.

REGIONE, AMBIENTE; ROSTAGNO (PD): PIANO PAESAGGISTICO DOPO ANNI DI ATTESA ARRIVA IN AULA

Il consiglio regionale del Piemonte ha avviato la discussione sul Piano paesaggistico regionale. “Dopo una lunghissimo lavoro  – ha dichiarato  Elvio Rostagno, vice capogruppo del PD – questo importante documento è quasi giunto alla fine del suo percorso. In nove anni ci hanno lavorato diverse maggioranze, i relativi assessori, le Commissioni consiliari Urbanistica e Ambiente e sono stati ascoltati i numerosissimi soggetti coinvolti. Siamo consapevoli del fatto che il Piano paesaggistico regionale pone dei vincoli ai Comuni del Piemonte, che in alcuni casi dovranno adeguare i propri Piani regolatori, ma lo scopo comune è quello di tutelare e valorizzare il nostro territorio”.Oltre 2060 fra cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le residenze sabaude, i Sacri monti, i palazzi e i castelli. E ancora 370 singoli beni paesaggistici e numerose aree tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio.  “Il Ppr – prosegue Rostagno – realizza una lettura reale delle caratteristiche del territorio piemontese, definendo le politiche per la tutela e la valorizzazione del paesaggio con la collaborazione dei Comuni. Inoltre – rimarca – nel piano si prevede l’adeguamento degli strumenti tecnici cartografici, oggi risalenti a diverse decine di anni fa.  Rappresenta – sottolinea – un testo strategico per le politiche del Piemonte che sempre più sono incardinate nella valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale in sinergia con le politiche comunitarie e di sviluppo sostenibile della nostra regione. Il Piano paesaggistico – conclude – completa il quadro normativo della pianificazione regionale, affiancandosi al Piano territoriale regionale (Ptr), in vigore dal 2011, rendendo quindi il Piemonte una regione all’avanguardia sulla valorizzazione e la tutela del territorio”.

TURISMO, MERCATINI. RUFFINO (FI): UN EMENDAMENTO PER SEMPLIFICARE LA BUROCRAZIA AGLI HOBBISTI

“Continua la mia battaglia per semplificare la burocrazia a tutti quegli hobbisti che partecipano ai mercatini organizzati nei vari comuni piemontesi. Ho presentato un emendamento e stiamo ultimando un progetto di legge”. Ad annunciarlo la vicepresidente del Consiglio regionale piemontese Daniela Ruffino.Il problema é annoso. Gli hobbisti che partecipano ai mercatini oggi oltre a pagare il plateatico devono versare due marche da bollo per un totale di 32 euro, prima per la richiesta di autorizzazione e poi quando questa viene emessa. Ciò avviene per ogni singolo mercatino di fatto creando uno spreco di tempo e denaro enorme che negli anni ha scoraggiato molti appassionati dal partecipare a questi eventi, con un danno turistico e commerciale per i Comuni. Aggiunge l’esponente regionale: “Gli uffici regionali recentemente con una circolare hanno peggiorato la situazione rendendo ancora più stringenti le richieste di controlli da parte dei Comuni. E’ evidente che questo approccio non aiuta né il turismo né l’indotto che si genera attorno all’organizzazione di queste piccole ma importanti manifestazioni. La scelta quindi di presentare un emendamento e lanciare una proposta di legge si

sposa con l’idea di semplificazione: l’obiettivo é dare una risposta ai Comuni e alle associazioni che si adoperano per ampliare l’offerta di banchi e sostenere i flussi turistici di attivita’ che non generano costi per i Comuni, ma solo costanti benefici, dovuti al pagamento del plateatico”.  Conclude Ruffino: “La nostra proposta richiede l’eliminazione delle due marche da bollo e la drastica riduzione della modulistica, con un tesserino che verrebbe consegnato a ogni hobbista con la possibilità di partecipare ad un certo numero di eventi nell’anno senza dover richiedere l’autorizzazione ogni volta. E’ una modalità che hanno già adottatto con successo altre Regioni, in particolare la Liguria, e che rende sostenibile l’idea di economia circolare oggi messa in ginocchio per l’eccesso di burocrazia”.

Emma Bonino: “Ascoltiamo il grido di chi fugge dalle guerre”

“Chi lavora quotidianamente a favore dell’inclusione  e dell’accoglienza, deve mantenere una soglia di attenzione molto elevata per non rischiare di scivolare in strumentalizzazioni studiate ad hoc e che hanno il solo scopo di semplificare e ridurre a luoghi comuni la questione immigrazione. Mi riferisco alle polemiche seguite alle dichiarazioni di Renzi, alimentate da chi non intende affrontare il tema in maniera seria e strutturata. Investire in cooperazione e sviluppo per aiutare “a casa propria” i  popoli da cui provengono i migranti che approdano sulle coste italiane è sicuramente una delle strade percorribili per fronteggiare, nel lungo periodo, i continui flussi migratori ma certamente non l’unica. Esiste poi la necessità di creare canali istituzionali che facilitino il soccorso, l’accoglienza e l’inclusione nella nostra società di chi fugge da guerra e povertà”.  Lo ha dichiarato mercoledì 26 luglio il presidente del Consiglio regionale e del Comitato per i Diritti umani Mauro Laus ricevendo a Palazzo Lascaris l’ex ministro agli Affari esteri Emma Bonino. “L’Assemblea legislativa del Piemonte, proprio nell’ottica di costituire un organo terzo, che prescinda in fatto di tutela dei diritti dalla sensibilità politica del momento – ha continuato Laus – è la prima a livello nazionale ad aver costituito un Comitato regionale per i Diritti umani composto non solo da consiglieri ma anche da esperti e da componenti di movimenti e associazione della società civile”. “Il problema più grande – ha sottolineato Emma Bonino – è che ci si sofferma su polemiche spicciole per non affrontare i grandi problemi. Investire per lo sviluppo dei Paesi africani è senza dubbio giusto, ma porterà vantaggi a lungo termine. Nel frattempo, non possiamo ignorare le necessità di chi ha bisogno ora”. All’incontro sono intervenuti i vicepresidenti del Consiglio regionale Nino Boeti e del Comitato Enrica Baricco e Giampiero Leo e i componenti del Comitato Domenico Trocino e Silvja Manzi e il consigliere Daniele Valle.

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I risparmi del Consiglio regionale

Con un avanzo di esercizio di 11 milioni di euro, dei quali 2,5 disponibili, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2016 con 32 voti favorevoli e 10 non votanti (M5s e Msn). Come ha sottolineato nel suo intervento il presidente Mauro Laus, “abbiamo portato il costo del Consiglio dai 68 milioni di euro del 2012, agli attuali 48 milioni. Il costo di funzionamento dei Gruppi consiliari, poi, è passato da oltre 2 milioni di euro a circa 175mila. Per questo risultato non posso che ringraziare l’Aula e tutti i partiti che vi sono rappresentati”.

“Il percorso di razionalizzazione a mio avviso è quasi concluso – ha continuato Laus – intendo ancora presentare una proposta di legge che faccia tornare la responsabilità dei 3.500 euro annui di fondi dei consiglieri, in capo ai Gruppi e ai loro presidenti. Lo richiede la normativa, la logica, ma anche la democrazia: avere un minimo di autonomia economica permette infatti all’opposizione di poter svolgere appieno il suo ruolo di informazione e di controllo nei confronti della maggioranza e della Giunta, ruolo che oggi risulta più difficoltoso”.

Il documento approvato dà atto che il risultato di amministrazione per l’esercizio 2016 presenta un avanzo di  11.013.678,88  e, in particolare,  6.607.460,80 euro parte accantonata; 1.776.127,0 euro parte vincolata; 68.267,11 euro parte destinata agli investimenti; 2.561.823,01 parte disponibile. L’avanzo disponibile sarà utilizzata per gli investimenti necessari alla ristrutturazione degli uffici del Consiglio, senza perciò gravare sulle casse regionali a tal fine.

Nel dibattito generale sono intervenuti molti consiglieri, a cominciare da Giorgio Bertola (M5s), secondo il quale “sul Rendiconto del Consiglio il nostro voto sarà di presenza. Riconosciamo quanto fatto per ridurre i costi della politica, soprattutto a seguito delle nostre pressioni, ma ancora molto si può fare. In particolar modo pensiamo al tema dei vitalizi, aboliti da questa legislatura, ma che ancora gravano sulle spalle dei cittadini piemontesi. Non dimentichiamo inoltre i 38 ex consiglieri che hanno fatto ricorso contro il contributo di solidarietà richiesto agli ex consiglieri”. Per il Movimento sono anche intervenuti Davide BonoMauro Campo e Francesca Frediani.

Secondo Gianluca Vignale (Msn), invece, i risparmi ottenuti non vengono sufficientemente comunicati e le decisioni di riduzione della spesa che sinora sono state prese, purtroppo, non hanno avuto analoghi riscontri da parte dei parlamentari, i quali non si sono ridotti di un euro lo stipendio, pur scagliandosi spesso contro le Regioni. Ridurre però le spese in modo indiscriminato è un limite alla democrazia e al buon operato dei consiglieri.

È stata quindi la volta di Davide Gariglio (Pd) per il quale “oggi possiamo dire con molta soddisfazione che è stato fatto un lavoro che ci consente di essere la Regione con i costi della politica più basso d’Italia. Siamo di gran lunga meno pagati rispetto a Regioni come la Valle D’Aosta, il Molise o la Basilicata, che hanno un trattamento economico dei consiglieri molto superiore al nostro. Per non parlare del Parlamento nazionale, che ogni tanto mette dei paletti a noi, senza però toccare un centesimo in casa propria”.

A parere di Gilberto Pichetto (Fi) “Il rendiconto é un atto tecnico e come tale va approvato: ma l’odierno dibattito si é indirizzato su un altro tema quello dei costi della politica. Un tema che é stato esaltato a partire dal 2012 da alcuni partiti che hanno scelto anche di farlo con azioni folkloristiche che poco hanno a che fare con il buon governo. Dobbiamo ricordarci cosa gestiamo: la Regione Piemonte rappresenta un sistema che governa 65mila dipendenti, 4,3 milioni di persone. Insomma costituiamo la più grande azienda del Piemonte. Va bene che di colpo si decida di discutere di alcuni particolari sui costi, ma non a qualsiasi prezzo. L’indennità deve essere dignitosa per godere di due qualità indispensabili per un consigliere regionale: autonomia e indipendenza. Il rischio é che a rincorrere il populismo si finisca per cadere in situazioni di estrema debolezza”.

Per Walter Ottria (Articolo1) la riflessione deve essere anche sul fatto di rivedere alcune procedure, alcune norme che rendono farraginosa l’azione dei consiglieri. Va fatto nel rispetto della popolazione e dell’opinione pubblica: sarebbe importante anche far capire ai cittadini il lavoro che svolgiamo.

Ha terminato il dibattito, prima delle conclusioni di Laus, Marco Grimaldi (Si), ricordando come “questa consigliatura abbia riportato la giusta credibilità su questi temi. Abbiamo confermato il taglio alle riforme dei gruppi, alle spese del personale, con un contributo di solidarietà per il primo bilancio disastroso e poi con il taglio agli stipendi e confermando quello ai vitalizi. Dovremmo almeno inserire il contributivo per la previdenza dei nuovi consiglieri. L’autorevolezza dei consiglieri non passa però da questo: faccio l’esempio dei centri dell’impiego, che sono in grave difficoltà dopo la chiusura delle Province. Dobbiamo risolvere questi problemi gravissimi e concreti per i lavoratori e per i cittadini, se vogliamo essere autorevoli”.

Foto: il Torinese

Contro l’abuso sessuale online dei minori

Con un emendamento di maggioranza, presentato da Valentina Caputo (Pd), ampiamente condiviso e approvato in Prima Commissione, il Piemonte intende rafforzare la protezione dei minori contro lo sfruttamento sessuale online. Per farlo, si va a modificare l’articolo sulla prevenzione della violenza di genere all’interno della legge regionale 4/2016, “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli”. Si fa particolare riferimento allo sfruttamento sessuale che avviene attraverso Internet, anche in considerazione della ratifica della Convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale. Nella stessa seduta del 19 luglio della Prima Commissione, presidente Vittorio Barazzotto, sono stati affrontati gli articoli, all’interno del cosiddetto provvedimento Omnibus (Legge di riordino dell’ordinamento regionale. Anno 2017), che aggiornano la normativa sul Diritto allo studio universitario e per la stabilizzazione dell’Osservatorio regionale per l’Università e per il Diritto allo studio universitario. Come spiegato dall’assessora Monica Cerutti, si tratta delle modifiche alle leggi regionali 29/1999 e 16/1992, con l’intento di utilizzare l’Ires per appoggiare l’attività dell’Osservatorio e del Comitato Regionale di Coordinamento con gli atenei (Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”) ed Edisu Piemonte. Inoltre vi è l’adeguamento alla normativa regionale che comporta l’erogazione dei fondi statali direttamente all’Osservatorio.

MADE IN PIEMONTE, GIANNA GANCIA (LEGA): «LA REGIONE SOSTENGA LE PMI PIEMONTESI»

Sollecitata da un’interrogazione di Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale, l’assessora alle Attività produttive del Piemonte, Giuseppina De Santis, ha assicurato l’impegno della Regione sulle misure a sostegno della promozione delle Piccole e medie imprese piemontesi (Pmi) e dei Distretti del Made in Piemonte, illustrando in particolare le iniziative sul fronte del commercio estero e dell’eccellenza enogastronomica piemontese.«Nonostante un quadro internazionale instabile – osserva Gianna Gancia – l’export continua a rappresentare una prospettiva praticabile e fattibile su molti mercati emergenti e in via di sviluppo, con una domanda di beni e servizi legata al made in Italy e quindi in Piemonte. L’enorme potenziale delle nostre Pmi deve però potersi esprimere con strumenti adeguati, come avviene in altre Regioni italiane, di vario orientamento politico, attraverso misure di autentica politica industriale, con benefici economici e lavorativi diretti e indiretti».

Un aiuto dalla Regione per chi è vittima di usura e debiti

Migliorare e aggiornare le norme regionali di lotta all’usura, introducendo anche la tutela contro il sovraindebitamento, adeguandosi in questo modo alle ultime leggi statali. Questo l’obiettivo della proposta di legge numero 9, “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento”, che è stata incardinata l’8 maggio in prima Commissione e di cui si è svolta la discussione generale.

Il primo firmatario, consigliere del Pd, ha chiarito che bisogna andare oltre l’attuale normativa regionale, scritta in un periodo durante il quale non si aveva ancora chiara la vastità del fenomeno in Piemonte e soprattutto la presenza di estorsione e racket anche nella nostra regione. Soprattutto, è necessario occuparsi anche del sovraindebitamento, come fenomeno sociale che può portare anche a estreme conseguenze per i soggetti interessati.

Ecco perché la proposta di legge prevede all’articolo 2 la costituzione di un Fondo regionale per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni dell’usura, dell’estorsione e del sovraindebitamento e per la solidarietà alle vittime, finanziato annualmente con la legge di bilancio regionale e ripartito in due quote. La prima quota è destinata a finanziare interventi quali l’assistenza in materia di accesso al credito; l’aiuto psicologico a favore delle vittime; l’erogazione di indennizzi e contributi per il loro sostegno; i contributi per la costituzione di parte civile; attività di comunicazione e sensibilizzazione sugli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento; nonché l’organizzazione di eventi informativi e culturali rivolti agli istituti scolastici e alla cittadinanza.

L’articolo prevede la realizzazione di tali interventi anche in collaborazione o su iniziativa di enti locali, istituzioni scolastiche e formative, associazioni, fondazioni, cooperative e organizzazioni di volontariato operanti in campo sociale. La seconda quota del Fondo è destinata, invece, ad integrare le anticipazioni sull’importo erogabile a titolo di mutuo a favore delle vittime di usura, concesse dal Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, ai sensi e per le finalità previste dalla legge 108 del 1996 (Disposizioni in materia di usura) fino alla concorrenza del cento per cento dell’importo erogabile; le anticipazioni sull’importo erogabile a titolo di elargizione ai soggetti danneggiati da attività estorsive concesse ai sensi della legge 44 del 1999 (Disposizioni concernenti il fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell’usura) e i contributi a favore dei fondi speciali antiusura costituiti dai consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi) delle associazioni di categoria imprenditoriali e degli ordini professionali, entro un massimo del venti per cento delle erogazioni effettuate dallo Stato mediante il Fondo statale per la prevenzione del fenomeno dell’usura di cui alla legge 108 del 1996.

L’articolo 5 prevede il sostegno, attraverso il Fondo di cui all’articolo 2, alla costituzione di parte civile delle vittime nei processi per i reati di estorsione e di usura, mentre il 9 istituisce, presso il Consiglio regionale del Piemonte, l’Osservatorio sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento. La norma finanziaria stanzia un fondo totale di 300mila euro.Secondo il Movimento 5 stelle siamo di fronte a un iceberg al contrario, perché il racket e l’usura ormai sono la parte meno grossa del problema, mentre il sovraindebitamento è sotto gli occhi di tutti ma sempre più esteso. Il Movimento per la sovranità nazionale ha obiettato che forse le finalità che si perseguono sono troppo vaste rispetto alla dotazione di 300mila euro e che comunque la norma deve essere complementare a quella nazionale, non andare a sovrapporsi; il Movimento democratico progressista ha sottolineato come sia necessario aumentare la prevenzione per contrastare questi fenomeni, mentre Sinistra ecologia e libertà ha ricordato l’importanza dei redditi minimi di autonomia e ha posto l’accento sulla vampirizzazione delle aziende che il racket ormai pone in essere.La discussione dell’articolato e degli emendamenti proseguirà nelle prossime sedute di Commissione.

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