CULTURA- Pagina 80

Appuntamento in giardino con il Fai

Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa di APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia

 

APPUNTAMENTO IN GIARDINO

sabato 4 e domenica 5 giugno 2022

 

Nei Beni FAI in Piemonte, interessanti iniziative per celebrare la ricchezza ambientale e culturale

del parco del Castello di Masino a Caravino (TO) e del Castello della Manta (CN)

 

Sabato 4 e domenica 5 giugno 2022 torna “Appuntamento in Giardino”la manifestazione promossa da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia nata in accordo con l’iniziativa “Rendez-vous aux jardins”, che si svolgerà in contemporanea in numerosi Paesi europei. Un’autentica festa del verde, pensata per invogliare il grande pubblico a vivere i parchi e i giardini del nostro Paese e a scoprire la straordinaria ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica che li caratterizza, grazie al racconto di esperti e a interessanti attività a tema. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa con dodici suoi Beni aperti al pubblico, tra cui anche due in Piemonte: il Castello di Masino a Caravino (TO) e il Castello della Manta (CN).

“L’emblema della Repubblica Italiana a seconda dei gusti. La vera storia”

Al Castello di Miradolo, mezz’ora con… Daniele Jalla

Giovedì 2 giugno, ore 15

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Una grande stella a cinque punte al centro, sullo sfondo una ruota dentata a rappresentare il lavoro, un ramo d’alloro ad abbracciare il tutto, in primo piano la scritta “Repubblica Italiana”. Questo è il simbolo della Festa del 2 giugno. Festa, appunto, della Repubblica Italiana. Emblema, dal punto di vista grafico, alquanto “sofferto” e di lunga gestazione. Per arrivarci è occorso, infatti, un percorso creativo durato 24 mesi, 2 concorsi pubblici ed un totale di 800 bozzetti presentati da circa 500 artisti e dilettanti. Il tutto per tagliare il traguardo del 5 maggio del 1948, giorno in cui l’Italia repubblicana poté dire finalmente di avere il suo emblema. L’autore, vincitore di entrambi i concorsi, è Paolo Paschetto, illustratore valdese di Torre Pellice (1885 – 1963). Al suo primo e al suo secondo progetto, la Costituente chiese però sostanziali modifiche illustrative. No alla “cinta turrita” originaria (definita poco simpaticamente “la  tinozza”) circondata da folta vegetazione, no al logo con la scritta “Unità e Libertà”, no al disegno centrale di un martello con un’ala e le lettere “R” e “I”, così come al ramo di quercia a destra e al ramo di ulivo a sinistra. Paschetto obbedì. E dal martello si passò alla stella, la cinta turrita diventò una ruota dentata, il ramo d’ulivo diventò d’alloro e sparì la scritta “Unità e Libertà” a favore di “Repubblica Italiana”. Meglio prima o meglio la versione definitiva? Parliamone. Per intanto, proprio in occasione della Festa del 2 giugnoalle ore 15, a raccontare la vera storia dell’Emblema della Repubblica Italiana e dei bozzetti dell’artista, esposti nella mostra “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone” in corso fino al 26 giugno al Castello di Miradolo, sarà lo storico Daniele Jalla, nipote dello stesso Paschetto, ospite del sesto e ultimo degli appuntamenti di “Mezz’ora con …”, promossi ed organizzati dalla “Fondazione Cosso”, al Castello di San Secondo di Pinerolo (via Cardonata, 2). Spiega Daniele Jalla:“La vicenda che portò all’adozione dell’Emblema è stata ricostruita nel dettaglio innanzitutto da Mario Serio, il primo ad essersene occupato attingendo alle fonti conservate dall’ ‘Archivio Centrale dello Stato’ che al tempo dirigeva. Dopo di lui, altri se ne sono interessati, fondamentalmente a partire dal suo saggio, ma anche aggiungendo altri elementi, dettagli, considerazioni. A margine, molto a margine, si è andata sviluppando una diatriba curiosa, volta a stabilire se l’Emblema avesse una radice massonica e se il suo autore fosse massone, per alcuni una colpa, per altri un punto di merito. Nipote dell’autore dell’Emblema, ho avuto il privilegio di poter consultare l’archivio di famiglia e questo mi consente di intervenire apportando nuovi elementi alla ricostruzione della vicenda, che in parte consentono di esaminarla dal punto di vista dell’autore, in parte aggiungono pochi, ma fondamentali dettagli in grado di arricchirne l’interpretazione e al tempo stesso di smentire altre ipotesi, quelle più campate per aria, peraltro”.

Al Castello, troveremo esposte anche le opere realizzate da Paschetto, in fase di realizzazione dell’Emblema: dal Bozzetto preparatorio presentato al primo concorso del ’47 alla fotografia dell’Emblema vincitore del primo concorso fino alla riproduzione dei bozzetti presenti al secondo concorso del ’48 e al lavoro approvato dalla Commissione Parlamentare nel ’48, per chiudere l’iter espositivo con l’Emblema inserito nel ’48 nella “Gazzetta Ufficiale”, in stampa in bianco e nero e a colori su cartoncino.

L’ingresso all’incontro è gratuito, compreso nel biglietto d’entrata alla mostra. Prenotazione consigliata: 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

g. m.

Nelle foto

–       Emblema della Repubblica Italiana

–       Il Castello di Miradolo

“Beppe Fenoglio 22. Un giorno di fuoco”

Ad Alba, prende il via il secondo capitolo del centenario fenogliano. Tanti gli appuntamenti e la “Notte Bianca” delle Librerie

Da giovedì 2 a domenica 5 giugno

Alba (Cuneo)

Sono raccolti sotto il titolo de “Un giorno di fuoco” i nuovi eventi programmati dal “Centro Sudi Beppe Fenoglio” e dall’“Assessorato alla Cultura” del “Comune di Alba”, nell’ambito delle celebrazioni del centenario dalla nascita dello scrittore – partigiano– traduttore albese. Titolo che prende ancora una volta il nome da una delle più celebri opere di Beppe Fenoglio (Alba, 1922 – Torino, 1963) e nello specifico dal primo libro pubblicato postumo, nell’aprile del 1963, due mesi dopo la morte dello scrittore. Si inizia giovedì 2 giugno, con ritrovo alle 9,45, a San benedetto Belbo per il primo trekking di questa nuova stagione. Una camminata di circa 14 km tra natura, storia e letteratura attraverso i luoghi dei racconti più intensi e significativi di Fenoglio: il gorgo del Belbo, Ca di Lù e Mimberghe, percorrendo un territorio di grande bellezza paesaggistica e naturalistica. La partecipazione è gratuita con prenotazione sul sito www.terrealte.cn.it. Sempre giovedì 2 giugno, alle 21, il “Teatro Sociale “G. Busca” di Alba  ospiterà la prima assoluta del reading teatrale di Andrea Bosca “Ma il mio amore è Paco”. L’attore di Canelli descrive così questo progetto “Mi unisce a Fenoglio l’amore indissoluto per la mia terra, per quei ‘saloons’ che ancora vedo qua e là distesi tra Canelli, per la Langa che diventa simbolo di tutte le altre province italiane, per la gente di questi luoghi che non ha mai smesso di lavorare, cresciuta con l’idea che il lavoro è l’onore del mondo, quando non la migliore preghiera. Recitarlo oggi, all’età esatta in cui Beppe Fenoglio ci ha lasciati, mi dà una strana consapevolezza che qualcuno chiamerebbe responsabilità. Certamente un onore che da ragazzo, mai avrei immaginato.” Lo spettacolo è una produzione di “BAM Teatro”. L’appuntamento – anticipato il Primo Giugno in matinée agli istituti scolastici che hanno collaborato con il Centro Studi – è in collaborazione con il “Teatro Sociale” di Alba ed è ad ingresso libero previa prenotazione sul sito www.beppefenoglio22.it . Lo spettacolo replicherà venerdì 3 giugno in Teatro a Nizza Monferrato in collaborazione con l’“Assessorato alla Cultura” della città di Nizza Monferrato e “Banca d’Alba” (prenotazioni all’“Ufficio di Informazioni Turistiche” di Nizza Monferrato al numero 0141/ 441565). Il giorno successivo, venerdì 3 giugno, alle 17.45, nuovamente al “Teatro Sociale”, dopo una breve presentazione della stagione di appuntamenti appena cominciata, sarà la volta di “Fenoglio all’attacco” con lo scrittore e giornalista Aldo Cazzullo che dialogherà con Margherita Fenoglio, figlia di Beppe, sui temi della narrativa fenogliana con particolare attenzione agli incipit brucianti dello scrittore – partigiano. L’appuntamento, arricchito dalle letture di Laura Della Valle, è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Premio Roddi”. Ingresso libero prenotandosi sul sito www.beppefenoglio22.itSabato 4 e domenica 5 giugno appuntamento clou della quattro giorni fenogliana, con la dodicesima edizione della “Notte Bianca delle Librerie” che torna nel centro storico di Alba per un’edizione speciale, tra presentazioni letterarie, laboratori per bambini e musica. Tantissime le Librerie partecipanti. Primissimo appuntamento sabato mattinadalle 10, presso la “Libreria Mondadori” con la presentazione del romanzo “Il diavolo povero” di Roberto Portinari (Letteratura Alternativa edizioni), via via fino a sera (ore 21,30) con la “Libreria Milton” che, in piazza Pertinace,  propone le letture tratte dal racconto “Il gorgo” di Beppe Fenoglio e dal romanzo “Duri a Marsiglia”di Giancarlo Fusco. La “Notte Bianca delle Librerie” è organizzata dall’“Assessorato alla Cultura” del Comune di Alba in collaborazione e con il sostegno del “Centro Studi Beppe Fenoglio”Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, per alcuni è consigliata o richiesta la prenotazione. Il programma completo con tutte le informazioni è consultabile al link https://www.beppefenoglio22.it/evento/notte-dianca-dellelibrerieDomenica 5 giugno, nel pomeriggio, le librerie cederanno idealmente il testimone alla “Maratona Fenogliana” che avrà per protagonisti indiscussi i lettori, che, a partire dalle ore 15, in Piazza Rossetti 1, daranno voce ad alcuni racconti di “Un giorno di fuoco”, la raccolta di scritti che secondo Calvino sarebbe stata un “Corallo Einaudi” perfetto. E così nelle due tappe di un percorso che parte da “Casa Fenoglio” e arriva al “Cortile della Maddalena”, luogo per eccellenza della Cultura albese, si leggeranno insieme ad alta voce alcuni dei più esemplari racconti fenogliani: “La novella dell’apprendista esattore”, formidabile secondo Calvino, e poi “Pioggia e la sposa”“L’affare dell’anima” e un omaggio ai bambini con “Il bambino che rubò uno scudo”. Le letture saranno scandite dalla musica di Alessandro Sipolo, cantautore bresciano, e dai suoi musicisti.

g.m.

Nelle foto:

–       Beppe Fenoglio

–       Andrea Bosca

–       Aldo Cazzullo, Ph. Fabrizio Travaglio

Premio Lattes. Bravi i traduttori italiani… troppo spesso ignorati!

Annunciati le traduttrici e i traduttori dal cinese, finalisti al “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione”

Monforte d’Alba (Cuneo)

“Il traduttore letterario è colui che mette in gioco tutto se stesso per tradurre l’intraducibile”: Italo Calvino dixit. Quel Calvino grande scrittore che tutti abbiamo imparato a conoscere, ma anche meticoloso traduttore, perfetto pur anche nel confrontarsi con quel “bizzarro modo di scrivere” del francese Raymond Queneau de “I fiori blu”. Meticoloso e attento, parola per parola centellinata nelle più varie sfumature per non cancellare il senso profondo della scrittura d’origine. Esercizio non facile, su cui si saranno messi indubbiamente di buzzo buono anche gli otto finalisti (cinque le opere selezionate) della seconda edizione del “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione” promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba (in collaborazione con l’Associazione culturale “Castello di Perno” e il Comune di Monforte d’Alba) e dedicato, quest’anno, alla “letteratura contemporanea in lingua cinese”. Questi i loro nomi e le opere selezionate, edite in Italia fra il 2020 e il 2021: Marco Botosso  e Maria Teresa Trucillo traduttori di “Colora il mondo” di Mu Ming (Future Fiction); Maria Gottardo e Monica Morzenti traduttrici di “I due Ma, padre e figlio” di Lao She (Mondadori); Patrizia Liberati Maria Rita Masci traduttrici de “Il dizionario di Maqiao” di Han Shaogong (Einaudi); Nicoletta Pesaro traduttrice di “Grida” di Lu Xun (Sellerio); Silvia Pozzi traduttrice di “Pechino pieghevole” di Hao Jingfang (add editore).

La cerimonia di premiazione (ad ingresso libero, con la possibilità di essere anche seguita in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione) si svolgerà sabato 25 giugno, alle 17, nel giardino del Castello di Perno (Cuneo) nel cuore delle Langhe, “Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco”,  condotta da Stefania Soma, in arte Petunia Ollister, esperta di valorizzazione dei beni culturali e comunicazione, creatrice dei #bookbreakfast da migliaia di follower su Instagram. In quell’ occasione si terrà una tavola rotonda, con le traduttrici e i traduttori finalisti, cui interverranno i giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario MarchettiAntonietta Pastore (membri della Giuria stabile) e Silvia Piera CalamandreiStefania Stafutti e Giovanni Vitiello (membri della Giuria specialistica per la lingua cinese). Sottolinea Caterina Bottari Lattes, presidente della “Fondazione”, nata nel 2009 con lo scopo principe di rendere memoria al nome e alla figura del marito Mario Lattes, editore scrittore artista poliedrico e fra i nomi più prestigiosi del panorama culturale del nostro Novecento: “Con il ‘Premio Mario Lattes per la Traduzione’ intendiamo porre l’attenzione sul fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e sull’impareggiabile contributo della traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo”. Con questa iniziativa, nello specifico, la “Fondazione” si prefigge di promuovere la conoscenza di culture e autori meno noti al pubblico italiano e, al contempo, di incoraggiare la traduzione in italiano delle loro opere più significative per qualità letteraria e profondità di contenuti, riflessioni e testimonianza. “Il tutto nella piena consapevolezza – conclude la presidente – che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni tra culture diverse, con le quali il traduttore instaura un profondo legame”.

g.m.

Per info“Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Nelle foto:

–       Castello di Perno (Cuneo)

–       Caterina Bottari Lattes

A Burolo una giornata di studi in memoria di Ovidio Glauda

Un grande convegno per fare il punto sul patrimonio artistico locale sabato 28 maggio 2022 presso la chiesa dell’Immacolata Concezione a Villa Pasta. Presenta Angiolina Nigretti.

Burolo, ridente comune della Città Metropolitana di Torino, sabato 28 maggio ospita un grande convegno dedicato alle meraviglie dell’architettura e dei monumenti locali. Una giornata di studi intitolata alla memoria di Ovidio Glauda.
L’inizio della manifestazione è previsto per le 09.30 con gli indirizzi di saluto di: Franco Cominetto, sindaco di Burolo; Mons. Giovanni Battista Giovanino della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Burolo; S.E.R. Mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo della Diocesi di Ivrea; Gianluca Vignale, capogabinetto della Presidenza – Regione Piemonte; Maurizio Marrone, assessore alle politiche sociali – Regione Piemonte; Gaetano Baldacci, funzionario Regione Piemonte; Sonia Cambursano, consigliere Città Metropolitana; Lucia Mongiano, preside del Liceo “Carlo Botta” di Ivrea. Alle ore 10.10 Elena Viretto, assessore alla cultura del Comune di Burolo parlerà per: “Un ricordo di Ovidio Glauda”. Alle ore 10.20 la dottoressa Lorenza Boni, archeologa: “Antropizzazione e viabilità fra Tardo Antico e Medioevo nel comprensorio di Burolo”.
Per le ore 10.50 Fabrizio Dassano, storico del territorio, Liceo Botta: parlerà de “L’immagine di Burolo nella cartografia”. Seguirà una pausa con servizio caffetteria offerto dalla Pro Loco di Burolo. I lavori riprenderanno alle ore 11.30 con Orso Maria Piavento, docente di Storia dell’Arte, Liceo Botta: “La chiesa della Maddalena e il Crocifisso della Parrocchiale attraverso le fonti storiche”.
Alle ore 12.00 – Alberto Gnavi, architetto: “Per una rilettura in pianta e in alzato della chiesa di Santa Maria Maddalena” e a seguire, alle ore 12.30 – Silvio Ricciardone, docente di Storia dell’Arte, Liceo Botta: “Suggestioni templari alla Maddalena di Burolo”.
Per le ore 13.00 – Adriano Grassino, sindaco di Scarmagno, e Pia Gaudino, vicesindaco e assessore alla cultura del comune di Scarmagno presenteranno il campo di ricerca presso la chiesa di Sant’Eusebio al Masero di Scarmagno dal 5 al 9 settembre 2022 prossimi, con partecipazione della classe III C dell’indirizzo Classico dei Beni Culturali (Clabec) del Liceo Botta.Alle ore 13.15 le conclusioni, con presentazione della Borsa di Studio “Ovidio Glauda” da parte del sindaco Franco Cominetto e Lucia Mongiano, preside del Liceo Botta.
Per le ore 13.45 pranzo nel cortile di “Villa Pasta”, a cura della Pro Loco di Burolo, con degustazione di vini della Serra (aziende vinicole Cantina della Serra di Piverone e Terre Sparse di Chiaverano).
Per le ore 16.30 presentazione del campo di ricerca svolto dagli allievi della classe III C, indirizzo Classico dei Beni Culturali (Clabec) del Liceo Botta, presso la chiesa di Santa Maria Maddalena svolto lo scorso 6-10 settembre 2021.
Alle ore 17.00 Mons. Giovanni Battista Giovanino, della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Burolo presenta: “La chiesa di S. Maria Maddalena a Burolo. Storia di una devozione secolare”. Infine alle ore 18.30 Santa Messa in suffragio di Ovidio Glauda, officiata da Mons. Giovanni Battista Giovanino presso la chiesa dell’Immacolata Concezione di Villa Pasta a Burolo.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. La partecipazione al pranzo (€ 20.00) sarà possibile prenotandosi al numero 3356749361 o all’indirizzo mail lakylaky48@gmail.com.

Il Dito di Dio: Pablo Trincia racconta il disastro della Costa Concordia

Al Salone del Libro di Torino

Erano le 21:45 quando la Costa Concordia naufragava nelle acque gelide dell’ arcipelago toscano nei pressi dell’Isola del Giglio in una fredda notte del 13 gennaio del 2012, impattando contro gli scogli delle “Scole” e riportando una falla lunga 36 metri sul lato sinistro della carena.
Qualche ore dopo, il gigante marittimo- dal valore stimato di 450 milioni di euro- si inclinava sul lato di dritta, con uno sbandamento prossimo ai 90°, naufragando definitivamente a 00:42.
La Costa Concordia è stata la più grande nave della Marina Mercantile italiana, assumendo il ruolo di ammiraglia fino al 2007. Il suo ultimo viaggio era iniziato a Savona con a bordo 4.229 persone (di cui 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio). La crociera “Profumo d’Agrumi” prevedeva una rotta dislocata su tutto il Mediterraneo passando da Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia per concludere la rotta proprio nella città di partenza, Savona.
Durante quella tragica notte di dieci anni fa, moriranno 32 persone, di cui 27 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio diversi per età e nazionalità.
Per omaggiare e raccontare la vita e l’intreccio tragico e magico dei destini delle persone a bordo, Pablo Trincia- autore televisivo e giornalista- scrive e legge “Il dito di Dio” podcast originale Spotify. Lo abbiamo incontrato al Salone Internazionale del Libro a Torino dove ha letto e raccontato alcune storie tratte del suo ultimo libro “Romanzo di un naufragio” (Einaudi editore), sequel letterario del podcast.

Uno dei grandi protagonisti di questa tragica storia è stato l’assurdo e misterioso incrocio dei destini delle persone presenti a bordo. Quanto è stato importante questa tematica nello sviluppo narrativo del podcast prima e del libro poi?

Il destino nella storia della Costa Concordia è tutto: è lo scheletro che regge il racconto. Infatti, ogni persona che presente quella notte sulla nave, ci è finita per uno strano intreccio di date, eventi e coincidenze. Questo è l’elemento dominante della narrazone. Tutti abbiamo un destino, ma quando finisci in quelle situazioni ti domandi “perchè proprio io sono arrivato in quel posto a quella determinata ora?”.

I destini delle vite dei passeggeri della Concordia sembra essersi intrecciati anche dopo quella tragica notte. Quanto è stato complesso per te raccontare il prima e il dopo delle vite dei protagonisti – inconsapevoli – di quella tragedia?

Molto, ascoltare le vicende delle persone presenti sulla nave è stato difficile. Mi sono trovato a commuovermi più di una volta, però è anche bello quando il racconto diventa così intenso.

L’altro grande protagonista di questa storia è stato il Comandante Francesco Schettino. Hai sottolineato la difficoltà di “mettersi nei panni” di un soggetto che ha compiuto le azioni che tutti conosciamo, per garantire una lettura più oggettiva possibile. Quanto è stato complesso distaccarsi da un giudizio morale su di lui? Pensi di esserci riuscito?

Sì, penso di averlo raccontato senza giudizio ma semplicemente narrando i fatti. Non mi sono messo a giudicarlo: lo aveva già fatto un tribunale oltre che tutto il mondo. L’ho semplicemente raccontato.

Passando all’iconografia della nave (un gigante da 290,20 metri di lunghezza e da 35,5 metri di larghezza), quali sono state le tue prime sensazioni quando hai visto le immagini di quel colosso riverso sul un lato e quasi completamente naufragato nelle acque dell’Arcipelago toscano?

Faceva impressione vedere delle immagini del genere in TV perché è qualcosa che non vedi abitualmente. Quando raccontavo la storia ho sempre cercato di tenerla a mente e l’ho guardato un sacco di volte. Inoltre ho cercato tutte le fotografie possibili perché volevo raccontarla bene. E’ un’immagine fortissima ed è anche il motivo per cui questa storia è rimasta così impressa nella testa delle persone.

La tua carriera da podcaster inizia nel 2017 con “Veleno”, inchiesta realizzata con la collaborazione della giornalista Alessia Rafanelli e narrata in sette puntate.
Trovo un legame tra quella storia e questa: il tragico destino che accomuna intere famiglie e le lega definitivamente. Sembra che tu sia particolarmente legato ai racconti che hanno come protagonisti le famiglie. E’ così?

E’ una domanda molto bella perché è vero. Mi piace l’idea di raccontare i nuclei familiari perché sono il primo mondo che abbiamo intorno a noi ed la prima cerchia di cui facciamo parte. Sono ricche di persone, caratteri e comportamenti che mi affascinano. Per la stessa ragione sono appassionato dalla letteratura latino-americana che ha come protagonista intere generazioni familiari tutte legate da un filo rosso. Quindi penso di avere una particolare propensione a questa tipologia di racconto.

Valeria Rombolà

Quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità

“Quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità”, disse il senatore americano Hiram Johnson nel 1917. E dal 24 febbraio del 2022 chi cerca un informazione, non drogata dalla propaganda filo russa o filo ucraina, trova solo il vociare confuso dei talk show televisivi e perde la consapevolezza delle ragioni della Storia.

A venire incontro al lettore anche in occasione del Salone del Libro di Torino, è il fumettista sardo Igort con ” Quaderni ucraini, le radici della guerra” Oblomov pag. 176 € 20(riedizione 2022).Resoconto di quasi due anni di vita passati in Ucraina a intervistare la gente incontrata sul posto e a farsi raccontare le loro vite. Ne viene fuori un affresco a tinte forti, dove gli altri due poli del pensiero politico contemporaneo, la giustizia e la libertà, entrano in corto circuito e le ombre dello stalinismo e dell’icompiuta contro rivoluzione gorbacioviana, ci restituiscono un’ Ucraina da secoli divisa tra l’anelito all’indipendenza e la difficoltà a conseguirla una volta per tutte. In epoca zarista prima, poi con i piani quinquennali stalinisti( seguiti alla rivoluzione leninista del 1917) e la grande carestia (Holodomor) ceata dal regime sovietico di quegli anni per piegare i gruppi nazionalisti e indipendentisti, l ‘Ucraina arriva così ai giorni nostri al colpo di stato del 2014 e agli accordi di Minsk in Bielorussia per la normalizzazione del Donbass. Ma il Donbass è ucraino. È come se Londonderry non fosse nord irlandese, come se Ajaccio non fosse corsa o Bilbao non basca. I nostri media fanno apparire quei territori come irredentisti russi, ma i confini non rettilinei stanno lì a testimoniare la naturale appartenenza di quelle terre come anche la Crimea, allo stato ucraino, praticamente da sempre. Con la caduta dell’ Unione Sovietica e del Muro nel 1989, il progetto della perestroika e della glasnost gorbacioviana tradito da Eltsin, fece il gioco dell’orso russo, nel concedere una finta indipendenza agli stati ricompresi nella Csi fino alla restaurazione putiniana( vedi Georgia e Shevardnadze). Lo sta a testimoniare l’ultimo testimone ucraino intervistato da Igort, che attribuisce all’utopia capovolta post-comunista (” con il comunismo quel poco che avevamo era nostro”) la tragedia ucraina dei nostri giorni. Unico limite dell’ opera e essersi fermata al 2009 e a non prendere in considerazione i fatti successi negli anni successivi a Kiev come la rivolta arancione, la caduta di Janukovyč, il successivo insediarsi di Porošenko fino alle elezioni del 2019 che hanno portato al governo democraticamente eletto di Zelens’ky. Non è poco. Ma i bei disegni e le fonti originali dell’epoca sovietica ( come aver avuto accesso alle fonti degli archivi della polizia segreta Ceka stalinista durante la carestia) fanno di questa graphic novel un opera da non perdere. Fidel Castro un giorno disse :” solo una contro rivoluzione, può cambiare lo status quo sortito da una rivoluzione, se no ne segue gioco forza una lenta e ardua ” normalizzazione ”. Ma li si era all’Avana e particolare non da poco, su un’ isola. Staremo a vedere. Slava Ukraïni!

Aldo Colonna

Bagno di folla per Jovanotti al Salone del Libro

Bagno di folla ieri per Jovanotti che ha presentato insieme all’editore-poeta Nicola Crocetti “Poesie da spiaggia”: un’antologia di grandi poeti di ogni tempo e paese selezionati dal cantautore e dall’editore. Hanno dialogato con Valeria Parrella della passione per la poesia che li unisce.

Giuliana Prestipino

La scuola internazionale di Comics al Salone del Libro

Un fitto calendario di appuntamenti, signing session e incontri per la Scuola Comics al Salone Internazionale del Libro

Il 2022 della SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS di TORINO è partito con una rinnovata vocazione – riassunta dall’hashtag #nonsolocomics – e con un fittissimo programma di masterclass, workshop, presentazioni, corsi e incontri. E, soprattutto, con l’ambizione di usare il fumetto – una delle più versatili forme narrative contemporanee – come leva per diventare un polo culturale importante e uno dei centri nevralgici di Torino, della Regione e della vita creativa italiana.

Per questo SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS di TORINO sarà presente alla XXXIV edizione del SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO di TORINO con un proprio stand e, soprattutto, con un ricchissimo calendario di appuntamenti, incontri con gli autori, firmacopie e workshop.

La presenza della SCUOLA si innesta nel progetto culturale che vuole intrecciare tutte le espressioni artistiche e narrative che animano la vita didattica e creativa durante il corso dell’anno: fumetto, sceneggiatura, scrittura, illustrazione, animazione, grafica, webcomics, disegno e molto altro ancora.

Ad avvicendarsi dal 19 al 23 maggio negli spazi della Scuola e del Salone, oltre al direttore Mario Checchia, al direttore artistico Andrea Serio e ad altri docenti, anche giovani allievi che nel frattempo si sono affermati nei mercati europeo e americano.

Nel dettaglio, questo è il calendario degli incontri e dei workshop di SCUOLA COMICS:

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Giovedì 19 Maggio – ore 18:15/19:15
Imparare a capire i fumetti.
Con Manfredi Toraldo e Jacopo Masini in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Cos’è il fumetto e come si impara a leggere correttamente. Esempi pratici della narrazione per immagini e della differenza tra Occidente e Oriente.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Venerdì 20 Maggio – ore 18:15/19:15
Scrivere è mettere nei guai i personaggi.
Con Jacopo Masini e Vito Ferro in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Un workshop dedicato all’importanza dei guai e dei conflitti nella creazione delle storie. In fondo, raccontare è sempre farsi gli affari di qualcun altro.

Sala Fumetto PADIGLIONE 1
Sabato 21 Maggio – ore 12:00/13:00
Scuola Comics Torino presenta: Tutto il mondo è fumetto! Italia, Francia, Stati Uniti (e un po’ di Giappone).
Con Martina Naldi, Andrea Serio, Simone di Meo e Antonio Lapone. Modera Jacopo Masini In collaborazione con Scuola Comics Torino
– Quattro grandi autori e docenti della scuola di Torino raccontano la genesi e l’evoluzione del proprio lavoro, in relazione ai mercati del fumetto in cui è stato presentato e pubblicato.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Sabato 21 Maggio – ore 17:00/18:00
Non solo Comics – Una scuola di talenti: evoluzione di Scuola Comics in più di quarant’anni di attività e progetti per il futuro.
Con Mariasara Miotti, Roberto Glielmi, Mario Checchia e Jacopo Masini in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Presentazione delle novità fondamentali per un’accademia creativa al passo coi tempi. Dal programma fittissimo di iniziative, corsi, appuntamenti, incontri a quello delle presentazioni, masterclass e workshop con scrittori, illustratori, sceneggiatori e altre figure di spicco della creatività nazionale e internazionale.

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Domenica 22 Maggio – ore 17:00/18:00
Sceneggiatura e storyboard.
Con Roberto Gagnor e Manfredi Toraldo in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Si fa presto a dire “so scrivere” ma quanto può esser diverso creare una storia per un fumetto e una per il cinema? Il quesito verrà svelato da Roberto Gagnor, professionista in entrambi i settori!

Lab Fumetto PADIGLIONE 2
Lunedì 23 Maggio – ore 17:00/18:00
Narrazione per l’infanzia.
Con Carlo Greppi, Marco Paschetta e Manfredi Toraldo in collaborazione con Scuola Comics Torino
– Quali elementi sono più importanti quando si creano immagini dedicate a un pubblico di giovanissimi? Quali corde toccare nei cuori degli adulti che accompagnano i più piccoli nella lettura? Tutto questo e molto altro ci verrà raccontato dal punto di vista di un illustratore e di uno scrittore in un percorso unico nel suo genere.

E di seguito tutti gli autori che sarà possibile incontrare allo stand di SCUOLA COMICS, al PAD 1 – STAND D13 per firme, dediche e sketch: Luca Baino, Ciro Cangialosi, Simone Di Meo, Roberto Gagnor, AlbHey Longo, Andrea Malabaila, Marco Paschetta, Fabio Ruotolo e Andrea Serio.

Cinque giorni di grandi incontri per la città, il Salone e Scuola Comics.

A Quaglieni il “Leone d’Argento”

Il prof . Pier Franco Quaglieni ha ricevuto  il Premio ”Leone d’Argento” all’Hotel Danieli di Venezia dopo essere tornato  a Ca’ Foscari nel ricordo di Alberto Ronchey docente e ministro per i Beni Culturali.

Si tratta di un importante riconoscimento allo storico e scrittore, direttore e cofondatore del Centro Pannunzio.