CULTURA- Pagina 55

Le Residenze Reali Sabaude del Piemonte, un calendario ricco di meraviglie

Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude presenta le prime iniziative congiunte e i progetti in programma nel 2023, finalizzati a valorizzare e promuovere il circuito delle 16 Residenze piemontesi, riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità dal 1997.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO: residenzerealisabaude.com – lavenaria.it

 

IL NUOVO SITO WEB E LE MOSTRE REALI
È online il nuovo sito web dedicato residenzerealisabaude.com, progettato e realizzato dalla Direzione Regionale Musei Piemonte insieme all’agenzia Nethics ed in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, grazie ai fondi del Ministero della Cultura della legge n. 77 del 20 febbraio 2006 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell’UNESCO”. Il nuovo portale, che verrà gestito e curato direttamente dal Consorzio, si propone sia come vetrina di tutte le 16 Residenze piemontesi con nuove immagini e video realizzati ad hoc e approfondimenti tematici che verranno via via implementati, sia come strumento di promozione delle diverse iniziative che le singole Residenze propongono durante l’anno sotto le categorie Mostre Reali, Eventi Reali, Itinerari Reali ma anche quelle che il sistema realizzerà a partire dal progetto Camminate Reali 2023.

2. IL ROYAL PASS, LA CHIAVE DELLE RESIDENZE REALI IN PIEMONTE
Dal mese di aprile 2023 il sistema delle dimore reali piemontesi, grazie alla collaborazione con Turismo Torino e Provincia, si propone ai singoli visitatori, alle famiglie ed ai gruppi organizzati con una nuova chiave di accesso: il Royal Pass, il biglietto unico di tutte le Residenze Reali Sabaude del Piemonte. Con il Royal Pass non solo si potrà accedere a tutte le 16 Residenze Reali e visitare le mostre ospitate nelle varie sedi, ma sarà anche possibile partecipare, con tariffa agevolata, alle diverse esperienze tematiche proposte da ogni Residenza.

Il lungo ponte della Liberazione premia i musei di Torino

Numerose le presenze nei Musei di Torino nei giorni del ponte del 25 aprile, complice anche l’ingresso gratuito deciso dal Ministero della Cultura nei Musei statali

In particolare al Museo Nazionale del Cinema di Torino sold-out con quasi 20.000 presenze nel ponte del 25 aprile

Un weekend di tutto esaurito alla Mole Antonelliana, che sfiora le 20.000 presenze tra venerdì 21 e martedì 25 aprile. Da diversi giorni non era più possibile acquistare un biglietto online, esaurite anche tutte le visite guidate programmate e si sono formate lunghe file per acquistare i biglietti per il Museo Nazionale del Cinema che non vengono messi in vendita online. 

“È bellissimo vedere la città così viva e piena di turisti – sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema. Il museo ha raggiunto la sua capienza massima disponibile, di più non potevano entrarne, e nei giorni di maggior affluenza l’orario di apertura è stato prolungato fino alle 21, in modo da permettere a più persone di visitarlo. L’anno scorso nei 3 giorni (sabato, domenica e lunedì) avevamo avuto oltre 10.000 presenze, quest’anno in 5 giorni abbiamo quasi raddoppiato. Per i prossimi giorni i biglietti sono quasi esauriti mentre il ponte del primo maggio è già sold-out online”.


Il primo lungo ponte di primavera ha segnato un altro record di pubblico per i Musei Reali di Torino, con un aumento del 30% rispetto al 2022.

Dal 21 al 25 aprile 2023, 22.172 persone hanno scelto di dedicare una parte del loro tempo libero ai Musei Reali, visitando le sale di Palazzo Reale ed esplorando le collezioni dell’Armeria, della Galleria Sabauda e del Museo di Antichità. Grande apprezzamento hanno riscosso le due mostre temporanee in corso: Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo, fino al 9 luglio alla Biblioteca Reale, per incontrare l’opera di Leonardo da Vinci con rare testimonianze legate al suo tempo, e la rassegna antologica dedicata alla produzione fotografica e cinematografica di Ruth Orkin, nelle Sale Chiablese fino al 16 luglio.

 

Azioni per la salvaguardia del pianeta hanno popolato i Giardini Reali sabato 22 aprile con Earth Day 2023, la prima grande manifestazione torinese dedicata all’ambiente e alla sostenibilità, in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Organizzata da Club Silencio e AWorld con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha accolto gratuitamente oltre 25.000 partecipanti a workshop, talk, performance musicali e attività educative. Tra gli eventi, anche la piantumazione di un ippocastano nel Boschetto dei Giardini Reali, il primo di 11.000 alberi del progetto di riforestazione nazionale sostenuto da Conad, alla presenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, della cantante Elisa, dei vertici delle organizzazioni coinvolte e della Direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella.

 

Per la Festa della Liberazione, martedì 25 aprile, come tutti i musei e gli istituti del Ministero della Cultura, anche i Musei Reali hanno accolto gratuitamente numerosi turisti e residenti. Durante la giornata si è svolta anche l’iniziativa I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città, primo dei tre appuntamenti dedicati allo speciale percorso di visita che coinvolge le sedi storiche di alcune istituzioni torinesi, dal Palazzo di Città al Palazzo Reale con l’Armeria, dalla Prefettura all’Archivio di Stato attraverso la sala del Consiglio della Città metropolitana di Torino; visite guidate gratuite, condotte da giovani studenti e volontari, hanno valorizzato la collaborazione istituzionale rivolta a pubblici diversificati, per far  conoscere la storia degli spazi che ospitano istituzioni di cultura e di governo al servizio della comunità, lungo un itinerario urbano unico al mondo.

 

Per un museo ogni giorno di festa – dichiara Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali –  è un giorno speciale, che mette alla prova l’utilità e la validità del servizio culturale che si offre alla cittadinanza; ancora più speciale nella Festa della Liberazione, che richiama per tutti i valori di democrazia, di inclusione e di partecipazione su cui si fonda anche il codice etico delle istituzioni pubbliche. Avere accolto così tante visitatrici e visitatori, di tutte le età e di tante provenienze, è per i Musei Reali un grandissimo dono, un segno di fiducia che ci impegna a proseguire nel lavoro quotidiano di studio, di cura e di valorizzazione del nostro grande patrimonio di storia e di bellezza”.

 

 

Ottimo risultato anche per il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile: da venerdì 21 aprile a martedì 25 aprile i visitatori sono stati 10.600

Molto  elevata è stata la percentuale di visitatori stranieri, provenienti in prevalenza dal nord Europa (Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Francia).

Grande apprezzamento per le tante e varie visite guidate organizzate dal Museo, sia quelle alla collezione permanente che quelle alle mostre temporanee attualmente in corso: The Golden Age of Rally – la grande retrospettiva dedicata agli anni d’oro delle competizioni rallystiche; L’Iso avventura –che racconta la straordinaria vicenda industriale del marchio Iso; e Arte di boita: l’arte torinese di trasformare la sostanza – una performance che mette in scena la creazione unica di una vettura e rende omaggio alla creatività e alla tecnica degli atelier torinesi degli anni ’50 e ’60, le boite appunto.

Sono invece  oltre 13.000 le persone che hanno visitato, tra venerdì 21 e martedì 25 aprile 2023, le collezioni permanenti e le mostre in corso alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

In particolare, sono stati 3.065 i visitatori della GAM, 3.675 quelli del MAO e 6.330 quelli di Palazzo Madama.

Il giorno di maggior affluenza è stato oggi, martedì 25 aprile, con 6.355 presenze.

Le mostre in corso:

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM

OTTOCENTO. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento

ALBERTO MORAVIA. Non so perché non ho fatto il pittore

MAO Museo d’Arte Orientale

BUDDHA10

LUSTRO E LUSSO DALLA SPAGNA ISLAMICA

MONOGATARI (t-space X MAO)

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

I COLORI DELLA LIBERTÀ

 

Apertura straordinaria a Miradolo e alla mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects

Castello di Miradolo (TO)
Martedì 25 aprile

Martedì 25 aprile, il Parco e il Castello di Miradolo aprono in via straordinaria dalle 10 alle 18.30 (ultimo ingresso, ore 17). L’apertura sarà anche l’occasione per visitare la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, prorogata fino al 1° maggio.

 

CHRISTO E JEANNE-CLAUDE. PROJECTS
A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.

 

INFO
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
0121 502761 www.fondazionecosso.com
Christo e Jeanne-Claude. Projects
A cura di Francesco Poli, Paolo Repetto, Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard e in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York
Biglietti:
Mostra – 15 euro intero, 12 euro ridotto (gruppi, over 65, convenzioni), 10 euro ridotto 15-26 anni, 8 euro ridotto 6-14 anni, gratuito (0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori), 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, 4 euro ridotto scuole. Audio guida mostra 6 euro, incluso nel biglietto per i bambini fino a 14 anni kit didattico Da un metro in giù
Parco – 6 euro intero, 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, gratuito 0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori. Incluso nel biglietto audio racconto stagionale in cuffia per scoprire le ricchezze botaniche del Parco e le sue suggestioni romantiche. Il percorso cambia ad ogni stagione.

 

Le identità rivelate di Troubetzkoy

L’associazione Lamberti ha presentato alla biblioteca civica di Omegna il libro Identità Rivelate, con la presenza dell’autrice Elisabetta Giordani.

Il volume è il frutto di una ricerca lunga tredici anni iniziata quando il fotografo Gianbattista Bertolazzi realizzò le immagini del catalogo delle 341 sculture in gesso, cera e bronzo di Paolo Troubetzkoy, conservate nella Gipsoteca del Museo del Paesaggio di Verbania. Fu allora che Elisabetta Giordani, con il supporto di Roberto Troubetzkoy – che da tempo stava raccogliendo e archiviando tutta la documentazione possibile sulla sua antichissima e nobile famiglia russa – e di Gianni Pizzigoni, profondo conoscitore dell’arte e per anni competente direttore del Museo del Paesaggio, accettò l’incarico di ricercare le identità di personaggi ancora sconosciuti. Un lavoro certosino che ha reso possibile ricostruire biografie e storie, offrendo un nuovo contributo alla conoscenza dell’ artista e dei suoi rapporti con i personaggi da lui ritratti dei quali sino a oggi studiosi e pubblico non si erano mai occupati in modo particolare. Il principe Paolo Troubetskoy, nato a Verbania-Intra il 15 febbraio del 1866 da padre russo – il diplomatico Pierre –  e madre statunitense, la pianista Ada Winans, lavorò e risiedette in Russia (insegnò all’ Accademia Imperiale di Belle Arti di Mosca per nove anni, dal 1897 al 1906), Francia (a Parigi, dove studiò a fondo l’opera di Rodin, e dove nel 1900 vinse il Grand Prix), Inghilterra, Usa (prima a New York nel 1911 e poi, dal 1914, a Hollywood , oltre che in Italia, a Pallanza – sul lago Maggiore –  dove tornò a vivere nel 1932 e morì sei anni dopo. Troubetzkoy aveva committenze anche in Europa, America e Russia e, come soggetti, i membri di quell’alta società internazionale appartenente alla gilded age ( l’età dorata), il periodo che si identifica con il rapido sviluppo industriale in America e la Belle Époque in Europa, in grado di assecondare ogni passione, dal mecenatismo al collezionismo d’arte, dalle corse automobilistiche, all’allevamento di purosangue e quant’altro. Lo scultore, aristocratico e semplice nello stesso tempo, ritraeva i personaggi di questo ambiente senza lasciarsi condizionare e il più delle volte non metteva né titoli né nomi alle sculture perché come lui stesso diceva: “ Io lavoro non solo per esprimere una forma, ma soprattutto per trasmettere il senso della vita, perciò la forma ha maggiore significato se vi è vitalità; per questa ragione un titolo (e quindi anche un nome) potrebbe limitare tutto ciò che la mia opera significa realmente”. L’opera di identificazione di Elisabetta Giordani è stata difficile e complicata ma molto interessante, consentendole di raccogliere cenni biografici e testimonianze fotografiche di molti di quei personaggi appartenenti a quella società internazionale con la quale lo scultore cosmopolita era entrato in contatto durante i suoi soggiorni. Oggi che l’opera e lo stile personalissimo di Troubetzkoy sono apprezzati e conosciuti è stata di grande utilità la ricerca che ha permesso di addentrarsi nelle personalità di coloro che hanno voluto farsi ritrarre da lui e quindi hanno potuto trattenere per sempre la vitalità di cui tanto parlava. Per redigere la pubblicazione, edita dal Magazzeno Storico Verbanese, Elisabetta Giordani ha visionato centinaia di immagini, foto e opere storiche alla ricerca dei personaggi incontrati e ritratti dall’artista di cui il Museo del Paesaggio possiede la più grande e completa collezione di gessi. Il libro, che presenta le biografie di 25 identità rivelate, è accompagnato dalle immagini scattate da Bertolazzi, rielaborate e completate da Francesco Lillo per il Museo del Paesaggio, e da una dedica a Gianni Pizzigoni che affidò per primo questa importante ricerca all’autrice. Vanno ricordati, come ha fatto Roberto Ripamonti dell’associazione I Lamberti nella presentazione del libro, anche alcune opere pubbliche come i monumenti ai caduti che Troubetzkoy realizzò e che non incontrarono  il gusto del tempo e dei critici come quello di Pallanza dove l’artista rappresentò una giovane vedova che con la mano lascia cadere alcuni petali di fiore sulla lapide dei caduti, tenendo in braccio un bimbo troppo piccolo per rendersi conto degli orrori della guerra o il monumento a Garibaldi creato per un concorso e rifiutato perché rappresenta un uomo esausto dalle fatiche e non scopre il poncho per far intravedere la spada. Lo stesso discorso vale per il monumento ad Alessando III realizzato dallo scultore a San Pietroburgo che rappresentava una critica all’impero dove è raffigurato un cavaliere obeso che opprime con il suo peso un cavallo recalcitrante: un contesto dove il cavaliere rappresenta l’aristocrazia e il cavallo il popolo.

Marco Travaglini

Il ponte del 25 aprile alla Fondazione Torino Musei

FESTA DELLA LIBERAZIONE ALLA FONDAZIONE TORINO MUSEI

Apertura straordinaria lunedì 24 aprile per GAM e MAO

Martedì 25 aprile ingresso a tariffa speciale a € 1

 

In occasione del lungo ponte della Festa della Liberazione la GAM, il MAO e Palazzo Madama propongono nella giornata di lunedì 24 aprile l’apertura straordinaria di GAM e MAO.

Martedì 25 aprile i musei saranno visitabili con ingresso a tariffa speciale di 1€ per le collezioni permanenti e le mostre collegate. Aggiungendo € 1 si potranno visitare anche le due mostre temporanee Buddha10 al MAO e Viaggio al termine della statuaria alla GAM

ORARI E MOSTRE

 

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate + € 1 per la mostra temporanea Viaggio al termine della statuaria

La biglietteria chiude un’ora prima

 

Mostre in corso
VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM

OTTOCENTO. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento

ALBERTO MORAVIA. Non so perché non ho fatto il pittore

MAO Museo d’Arte Orientale

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate + € 1 per la mostra temporanea Buddha10

La biglietteria chiude un’ora prima

Mostre in corso

BUDDHA10

LUSTRO E LUSSO DALLA SPAGNA ISLAMICA

MONOGATARI (t-space X MAO)

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate

La biglietteria chiude un’ora prima

Mostre in corso

I COLORI DELLA LIBERTÀ

Il cantiere di Palazzo Madama si svela: visite gratuite a 28 metri di altezza

Prime visite guidate il 22 aprile, poi ogni terzo sabato del mese

• Per la prima volta si potranno osservare da vicino le decorazioni in marmo, i capitelli e i fregi juvarriani, oltre alle quattro monumentali statue di Giovanni Baratta appena restaurate e consolidate
• Fondazione Torino Musei apre a tutti il cantiere di restauro e consolidamento del primo lotto di lavori interamente finanziato dalla Fondazione CRT con 2,4 milioni di euro

 

Partiranno sabato 22 aprile 2023, alle ore 9.30, le prime visite guidate gratuite al cantiere di restauro e consolidamento della facciata juvarriana di Palazzo Madama e alle monumentali statue di Giovanni Baratta riportate al loro antico splendore con il contributo straordinario della Fondazione CRT, che ha stanziato 2,4 milioni di euro per l’intera operazione.

 

Tramite l’ascensore di cantiere accessibile anche alle persone con disabilità, i visitatori saranno guidati dai restauratori lungo uno spettacolare percorso sui ponteggi sino a quota 28 metri dal suolo, in corrispondenza del terrazzo soprastante la facciata.

 

La balconata attrezzata per la movimentazione a terra delle quattro statue allegoriche del “Buon Governo” – Giustizia, Liberalità, Magnanimità e Abbondanza – appena restaurate, offrirà una prospettiva privilegiata e inedita della città e del territorio circostante fino alla corona alpina, abbracciando a 360° le principali architetture di Torino: Palazzo Reale, la cappella della Sindone, la Real chiesa di San Lorenzo, la Mole Antonelliana, Palazzo Carignano, Superga.

 

Sulla sommità del ponteggio compaiono in primo piano le parti superiori delle due torri romane della porta decumana, rimaneggiate nel Medioevo. Alcune immagini fotografiche, qui collocate, mostrano come si presentava il luogo nell’Ottocento e nei primi anni del secolo scorso. Un disegno in grande dimensione rivela il progetto completo preparato da Filippo Juvarra per la facciata di Palazzo Madama, rimasta incompiuta.

 

I visitatori potranno osservare gli interventi in corso per il restauro delle decorazioni in marmo e il consolidamento strutturale della trabeazione, con l’inserimento delle strutture in acciaio, in fase di montaggio nelle tre “camere cieche” ricavate da Juvarra durante la costruzione, all’interno del cornicione.

 

A un livello intermedio, dietro al grande telone che ricopre i ponteggi, sarà possibile ammirare i grandi capitelli delle colonne che decorano il corpo centrale della facciata: qui, a tu per tu con il gigantismo della monumentale architettura barocca, saranno visibili le fasi di restauro delle colonne, con gli artigiani scalpellini che stanno ponendo in opera i tasselli in marmo sui fusti delle colonne e nel fregio dell’architrave. I restauratori illustreranno i procedimenti adottati per risanare il deterioramento dei marmi e “ricucire” le lesioni, i danni di guerra e il degrado che aveva intaccato cornici, sculture e ornamenti.

 

Un piccolo, ma affascinante brano sulla storia di un’architettura storica monumentale, che rivelerà i segreti impiegati nelle antiche tecniche per l’edificazione di un palazzo divenuto simbolo di Torino nel mondo.

 

La visita sarà integrata da un racconto del professor Giovanni Carlo Federico Villa sulla storia millenaria di Palazzo Madama: da porta romana a castello medievale, da capolavoro del Barocco europeo a sede del Senato, oggi Museo Civico d’Arte Antica con oltre 70.000 opere di pittura, scultura e arti decorative dal periodo romano all’Ottocento.

 

Cittadini e turisti, a partire dalle persone con disabilità, potranno vivere in maniera partecipata e inclusiva lo straordinario restauro di Palazzo Madama: un’operazione resa possibile dalla Fondazione CRT per far rinascere la Grande Bellezza di un luogo simbolo di storia, arte, cultura che appartiene a tutti”, dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

L’apertura delle visite anche alle persone con disabilità è un passo avanti per creare una società per tutti – spiega Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le Persone in difficoltà –. Crediamo che questo approccio di Fondazione CRT e Fondazione Torino Musei debba diventare uno stimolo e una modalità di coinvolgimento condivisa da tutto il mondo culturale, in linea con lo spirito che anima l’Agenda della Disabilità, quale modello di inclusione partecipato”.

 

Il cantiere costituisce una sfida dal punto di vista metodologico e tecnico-operativo, per la peculiarità dei materiali impiegati e per l’arditezza di Juvarra – commenta Lisa Accurti, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino –. In particolare, si è rivelato di grande fascino e di estrema complessità lo studio del sistema strutturale di ancoraggio del rivestimento lapideo alle retrostanti strutture murarie, la cui articolazione ha nei secoli prodotto problematiche di non poco conto. Lo studio condotto per ‘gestire’, nell’ambito dell’attuale consolidamento, gli interventi pregressi ha richiesto particolari competenze ingegneristiche, ma ha anche consentito di comprendere la genialità delle soluzioni adottate nei restauri tra XIX e XX secolo, a loro volta degni di tutela quali documenti di altissimo valore testimoniale dell’avanzamento della tecnica del costruire applicata al restauro dei monumenti antichi“.

 

L’apertura al pubblico del cantiere di Palazzo Madama – afferma il Presidente della Fondazione Torino Musei, Massimo Broccio – è un ulteriore passo nella direzione della piena condivisione dell’edificio che da due millenni incarna il ruolo di Torino nella storia italiana ed europea. La scoperta di nuovi punti di vista, spazi e potenzialità saranno una piacevole e interessante sorpresa anche per i torinesi. Siamo profondamente grati alla Fondazione CRT per l’importante atto di mecenatismo che, insieme al fondamentale ruolo istituzionale svolto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, ha consentito lo stanziamento di un fondo aggiuntivo, rendendo possibile il completamento del restauro dell’intera facciata”.

Lo straordinario restauro di Palazzo Madama è una importante valorizzazione del patrimonio della Città di Torino. La possibilità di poter condividere i lavori con la visita al cantiere è un elemento di partecipazione attiva per i cittadini e per i turisti condividendo l’avanzamento dei grandi interventi che coinvolgeranno la città in questi anni“, sottolinea Michela Favaro, Vicesindaca di Torino.

INFO VISITE

 

Date: sabato 22 aprile20 maggio17 giugno,16 settembre21 ottobre 2023
Orari: 9.3011.3014.3016.30
Durata: 1 ora
Visita gratuita con prenotazione obbligatoria dal venerdì al mercoledì antecedenti alla data
In caso di maltempo la visita sarà annullata e riprogrammata
Al momento della prenotazione saranno forniti il regolamento di accesso al cantiere e la modulistica da compilare.
Posti limitati

 

CONCLUSO IL RESTAURO DELLE STATUE DI GIOVANNI BARATTA
È stato ultimato il restauro delle quattro monumentali statue allegoriche della Giustizia, della Liberalità, della Magnanimità e dell’Abbondanza, realizzate dallo scultore carrarese Giovanni Baratta (1670-1747) su incarico di Filippo Juvarra, a completamento della balaustra del corpo centrale di Palazzo Madama.

 

L’intervento, iniziato nell’autunno del 2022, è stato eseguito dall’équipe della restauratrice Cristina Arlotto per conto della ditta Denimo S.r.l. all’interno di un apposito padiglione eretto dinanzi alla facciata di Palazzo Madama in piazza Castello. I lavori, per circa 160.000 euro, sono stati interamente finanziati dalla Fondazione CRT.

 

Il restauro si è rivelato particolarmente complesso per le problematiche condizioni di conservazione delle statue e per l’avanzato stato di degrado del delicato marmo delle antiche cave di Brossasco, usato per scolpirle. Ogni figura è composta da cinque blocchi separati e sovrapposti. Decine di staffe e perni in ferro fissati con piombo, molti aggiunti nel corso dei secoli, trattengono tra loro le singole parti e le molte lesioni che avevano causato il distacco di grossi frammenti scultorei. L’intera superficie risultava erosa a causa degli agenti atmosferici e dell’aggressività dei gas inquinanti.

 

È stato effettuato un preventivo trattamento di pulizia con più cicli di biocida per eliminare l’attacco microbiologico di muffe e funghi, che ricoprivano quasi interamente tutte le superfici; è seguita una fase di lavaggi e di rimozione delle muffe e delle croste nere, causate principalmente dai depositi atmosferici saturi di gas di combustione, depositi tenaci concentrati soprattutto nelle zone non soggette a dilavamento e tra le pieghe dei panneggi.

 

Dopo l’asportazione delle vecchie stuccature incongrue e il controllo di tutte le staffe antiche per verificarne lo stato di efficienza, sono state rimosse le lunghe aste metalliche in ferro posteriori, risultate obsolete e non efficienti dal punto di vista statico. Contestualmente, per settori, sono stati inseriti alcuni elementi e perni in acciaio inox e fasce in fibra di carbonio per stabilizzare le parti in precario stato e suturare alcune lesioni importanti.

 

La stuccatura con malte selezionate e polvere di marmo, in corrispondenza dei giunti e delle lesioni e a copertura delle vecchie staffe metalliche, ha preceduto l’intervento di ritocco cromatico per ridurre le interferenze più evidenti lungo le linee di sovrapposizione dei blocchi principali, con applicazione finale di un protettivo superficiale idrorepellente.

 

Le statue saranno posizionate su cavalletti provvisori per consentire di rimuovere i perni ossidati inseriti nei piedistalli e sostituirli con nuovi elementi in acciaio inox conformati, che permetteranno in futuro più agili operazioni di traslazione ed esposizione.

 

L’AVANZAMENTO DEI LAVORI DI RESTAURO DELLA FACCIATA
Il restauro della facciata juvarriana di Palazzo Madama – su progetto affidato allo Studio Arch. Gritella & Associati, con la direzione dei lavori dell’arch. Gianfranco Gritella, coadiuvato per le opere strutturali dall’ing. Franco Galvagno –, è iniziato a marzo 2022 e ha raggiunto circa il 50% di avanzamento.

 

Il cantiere sta entrando in una nuova fase significativamente più impegnativa, con l’aggiunta di nuovi lavori determinati dalla necessità di intervenire anche su alcune strutture interne allo scalone che hanno rivelato problematiche strutturali impreviste. Questo elemento, unitamente alla volontà di utilizzare tutte le somme disponibili per migliorare alcune criticità su parti della facciata non incluse nel primo lotto, portano a stimare l’ultimazione dei lavori del corpo centrale nel 2024.

 

Sono stati completati il ciclo di pulizia dell’intera facciata, lo smontaggio e il successivo rimontaggio delle scaglie e dei frammenti lapidei – oltre un centinaio – in precaria stabilità strutturale, e sono in corso le operazioni di stuccatura che interessano una superficie di circa 800 metri quadrati.

 

Una squadra di restauratori e tecnici specializzati si sta occupando del restauro e dell’integrazione dei tasselli di marmo sulle diverse parti della facciata: circa 180 pezzi di differente forma e dimensione, lavorati a incastro e debitamente sagomati sul posto, tutti ricavati da blocchi di recupero dello stesso materiale, provenienti dalle antiche cave di Chianocco in bassa Valle di Susa.

 

In questo scenario si affianca la necessità di dare corso a due nuovi interventi. Una maggiore complessità delle lavorazioni è prevista per il restauro e il risanamento dei capitelli delle colonne principali, che, rimuovendo le malte applicate in più strati nel corso dei secoli, hanno rivelato il profondo degrado delle sculture, in particolare delle foglie e delle volute, molte delle quali sorrette da staffe in ferro inserite in profondità nel marmo e risultate completamente corrose. Il consolidamento avverrà mediante l’inserimento di barre filettate in acciaio inox e l’impiego di nastri adesivi in fibra di carbonio.

 

Anche la struttura costituente la fodera in pietra dei tre grandi pilastri del piano terra, a lato dei tre archi dell’ingresso principale, ha rivelato dei cedimenti più o meno concentrati in corrispondenza dell’architrave dei tre balconi del piano nobile, lesioni e scagliature dei blocchi in pietra oggi occultati al di sotto degli scialbi e degli intonaci novecenteschi a base di malte cementizie. Con l’asportazione di queste malte seguiranno i lavori di rifacimento degli intonaci e di consolidamento dei blocchi in pietra delle arcate principali a piano terra e delle grandi mensole scolpite con teste di leoni coronati: queste operazioni saranno eseguite mediante imperniaggi in acciaio inox fissati ai basamenti delle colonne principali.

 

L’interesse della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, guidata dall’architetto Lisa Accurti, è tentare di risolvere anche le problematiche strutturali derivanti dalla presenza del solaio in calcestruzzo armato, costruito negli anni 1947-48 al di sopra della volta juvarriana dello scalone. Questa struttura, di circa 500 metri quadrati, è costituita da una serie di travi in cemento sorreggenti una copertura piana inclinata, che sostituisce un precedente tetto settecentesco a falde in coppi su travi lignee, andato distrutto da un bombardamento nel 1943. Per migliorare le problematiche strutturali dell’opera, assolvendo nel contempo alle normative in materia antisismica, si prevede di sostituire il solaio esistente con una struttura reticolare in acciaio che, in futuro, potrebbe divenire anche praticabile per un utilizzo pubblico. In tale senso è già stato presentato un progetto definitivo per il quale sono in corso le valutazioni tecnico economiche di fattibilità e il reperimento dei fondi necessari, nell’ipotesi di attuare l’opera nell’ambito delle tempistiche previste per il II lotto di lavori.

 

Alle lavorazioni in corso, cui si aggiungerà a breve il cantiere di restauro dei grandi serramenti vetrati che partirà a maggio 2023 per una durata di 9 mesi, si affiancherà il secondo lotto dei lavori, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso il Segretariato Regionale per il Piemonte, che concerne il restauro delle ali laterali del palazzo e alcuni interventi accessori, il cui importo è di circa 1.800.000 euro.

Divas – Dog Portraits, ritratti di cani nelle loro case. Pergolesi in mostra a Villa della Regina

Ha inaugurato ieri Divas – Dog Portraits la prima mostra ospitata dalla Residenza Sabauda Villa della Regina. Quaranta scatti del fotografo Francesco Pergolesi magistralmente dialoganti con le maestose ed eleganti sale della Villa gioiello seicentesco. Ogni scatto è il ritratto di un cane in un “interno”, la sua casa, della quale è protagonista assoluto.

Francesco Pergolesi realizza in ogni foto un “teatro privato”, imbastisce un canovaccio con le costellazioni di oggetti che trova in ogni stanza, li reinventa, ne riplasma forme e colori, talvolta li trasfigura, altre volte aggiunge elementi scenografici inventati apposta, seguendo una suggestione artistica sempre dotta e attraverso il ritratto del cane – ed il dialogo con gli oggetti – ricostruisce un meta-ritratto del compagno umano in una scenografia tutta concettuale.

Anche i titoli delle opere sono, talvolta, citazioni.

Così “Il Casellante”, richiama il titolo di un libro di Andrea Camilleri, caro al fotografo, e ritrae un pastore tedesco che osserva trenini e locomotive d’epoca, disposti a mimare stazioni e strade ferrate e sembra regolarne il flusso.

Il bagnante”, invece, è un delizioso pastore maremmano quasi sorpreso dall’occhio dell’artista (ed io immagino nel prima di questa “scena” un “ma dov’è finito?” pronunciato in corridoio) nella stanza da bagno accanto alla vasca e ad una nuvola di schiuma e i bagliori dell’acqua versata per terra.

L’ispirazione, dichiarata dall’artista, va al ritratto di Jean Auguste Ingres de “La bagnante di Valpinçon”, di cui riprende, scrive la curatrice Carla Testore, “la delicatezza cromatica, l’atmosfera intima e riservata delle proporzioni. Un’interpretazione in chiave ironica avendo inserito al posto del nudo femminile un esemplare di maremmano maschio dal temperamento incontenibile ed una corporeità imponente.”

Così, “L’Armadio”, attraverso il delizioso chihuahua quasi nascosto tra le borse, immaginiamo il ritratto della “sua” signora.

Non lascia dubbi su chi sia il vero signore e padrone del “Kingdom”: un Cavalier King, ci guarda tronfio dall’alto di una scala, dalla quale domina soprattutto il cuore dei suoi amati umani. Non a caso, su di lui campeggia una coloratissima installazione “LOVE”.

In “Eden”, liberamente ispirato al “Cacciatore di Farfalle” di Carl Spitzweg, un cane da caccia è raffigurato col naso all’insù rivolto verso uno sciame di farfalle dalle quali è affascinato. Le farfalle sono realtà o “artificio”? Poco importa perché Pergolesi ci trasporta sempre in una dimensione ludica quasi onirica.

Difficile fermarsi qui, tanto questi ritratti sono seduttivi, anche e soprattutto nel dialogo con la Villa, luogo eletto e fortemente voluto dalla curatrice Carla Testore che ne ha intuito la forte sinergia con le fotografie di Pergolesi. Un piccolo presagio che fosse il luogo giusto per la sua mostra, la curatrice, ci racconta, di averlo scoperto facendo un sopralluogo nel parco dove fa bella mostra di sé proprio la statua di un cane. L’itinerario, quasi una caccia al tesoro, tra gli interni e gli esterni, guida il visitatore attraverso la residenza che eccezionalmente ha aperto al pubblico il Padiglione dei Solinghi e alcune parti del Giardino, oggi curato dai giardinieri della Reggia di Venaria, come ci mostra la direttrice della Villa, dottoressa Chiara Teolato.

Il vecchio e il nuovo, la Villa gioiello barocco e l’arte contemporanea, un’occasione per far conoscere la residenza ad un pubblico più ampio.

E proprio qui, nel Padiglione in cui il Cardinale, poi divenuto Principe, Maurizio riuniva i dotti filosofi e scienziati dell’Accademia dei Solinghi, da lui fondata, troviamo i ritratti più “intellettuali”. Un bassotto è fieramente issato su uno sgabello dinnanzi ad una libreria colma di libri, spartiti che piovono dal soffitto. Un contrappunto tra ritratto e meta-ritratto, cane e compagno umano; questa mostra mira proprio ad indagare il rapporto tra l’animale e l’uomo, che si fa oggi sempre più intenso, quasi più “antropizzato”.

I cani hanno le loro ludoteche, spazi in cui si recano per socializzare, veri e propri “asili”, hanno dei dog-sitter, c’è una grande attenzione alla nutrizione, alla cura e alla terapia, si sono creati veterinari specialisti (cardiologi, ortopedici, oncologi, etc.), esattamente come i medici.

Il cane è, a tutti gli effetti, un membro della famiglia, anzi, un vero padrone di casa, come dimostrano queste fotografie nelle quali ciascuno di essi assume posture ed atteggiamenti che ne fanno, inequivocabilmente, dei “divas”.

Un ultimo cenno va all’associazione “The Others”, a Paola Rampini e Roberto Casiraghi, che hanno reso possibile la realizzazione, l’allestimento e la comunicazione di questa mostra.

Trovare un po’ di tempo per una visita, vale la pena, tanto per la mostra di Francesco Pergolesi, davvero sorprendente, quanto per visitare quel gioiello seicentesco, patrimonio dell’Unesco, che fu la dimora preferita di Anna d’Orleans, consorte di Vittorio Amedeo II, di qui l’appellativo Villa della Regina ed i suoi giardini, con le fontane, i giochi d’acqua restaurati e la bellissima vigna, una delle poche vigne metropolitane al mondo.

IRMA CIARAMELLA

Dal 20 aprile, al 25 giugno 2023

Orari di visita:

giorni feriali dalle ore 10:00 alle 18:00; prefestivi e festivi dalle ore 10:00 alle 19:00.

Chiuso lunedì, martedì e mercoledì.

Villa della Regina, Strada Comunale Santa Margherita 79, Torino

Nel Salone d’Ercole del Castello di Racconigi “Storie dal mondo”

STORIE DAL MONDO IN CASTELLO
NUOVI INCONTRI

Castello di Racconigi, 20 aprile – 25 giugno 2023

COMUNICATO STAMPA

Racconigi (CN), 20 aprile 2023 – Da giovedì 20 aprile a domenica 25 giugno, nel Salone d’Ercole del Castello di Racconigi, all’interno del consueto percorso di visita, è allestita l’esposizione Storie dal mondo in Castello. Nuovi incontri. Si presentano così al pubblico 8 manufatti inediti, selezionati dalla raccolta di armi e oggetti etnografici custodita nel deposito Armeria, uno dei segmenti inediti e più sorprendenti del patrimonio conservato nella residenza. I beni esposti provengono da diverse parti del mondo – India, Persia, Sudan, Congo, Giappone, Impero ottomano – e coprono un arco cronologico che si muove tra il Settecento e il primo quarto del Novecento. Si tratta di doni ricevuti da Vittorio Emanuele III e dall’ultimo re d’Italia Umberto II, in occasione di viaggi all’estero o visite diplomatiche legate alle relazioni internazionali intrattenute da Casa Savoia.

Dopo la mostra che si è svolta nel 2021, l’esposizione delinea un nuovo capitolo per il racconto del progetto di scoperta, comprensione e cura di questa straordinaria raccolta etnografica, un focus sulle attività di studio e valorizzazione condotte negli ultimi due anni. In vista dell’apertura di un percorso di visita permanente in programma per il 2024, è stata completata l’attività di schedatura e sono proseguiti gli interventi conservativi, eseguiti in parte dallo staff del Laboratorio di restauro della Direzione regionale Musei e in parte da restauratori esterni. In particolare i manufatti esposti sono stati restaurati grazie al contributo di Intesa Sanpaolo, da sempre in prima linea nel sostegno alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, e della Fondazione Cecilia Gilardi che ha erogato una borsa di studio nell’ambito dell’attività portata avanti dal 2010 per promuovere l’eccellenza nei mestieri d’arte, sostenendo i talenti più meritevoli negli anni della formazione e dell’ingresso nel mondo del lavoro.

Seppur in un numero contenuto di pezzi, il nucleo di manufatti scelto apre un affaccio suggestivo verso altri mondi, con testimonianze di pregio che celebrano tradizioni storiche e artistiche diverse, rimandano a specifici usi e riti sociali e narrano il fascino di civiltà lontane nel tempo e nello spazio.

Tra gli oggetti esposti spicca, ad esempio, la rotella dhal, scudo di ambito indiano in acciaio brunito e intagliato, probabile omaggio a Vittorio Emanuele III da parte della missione persiana giunta al Castello di Racconigi nell’estate 1911. Ma non solo. Di grande interesse risultano pure il raro pugnale haladie di manifattura sudanese, a imitazione di prototipi persiani, dal fodero ricoperto di conchiglie e perline colorate, e i piccoli tamburi giapponesi, utilizzati nel teatro Noh, che furono verosimilmente donati, sempre a Vittorio Emanuele III, da una delle delegazioni nipponiche ricevute nella residenza a inizio Novecento. Il valore identitario dei singoli oggetti, indagato guardando al background di provenienza, restituisce tuttavia un intreccio di connessioni, un filo rosso che attraversa la storia materiale, simbolica, collezionistica e ricostruisce i legami esistenti tra la raccolta, la residenza e i personaggi di Casa Savoia. Connessioni che intersecano anche il ricco patrimonio di fotografie storiche di ambito extraeuropeo custodito nel Castello, complemento naturale dell’Armeria.

In concomitanza con l’apertura dell’esposizione viene messa online la versione digitale della mostra tenutasi nel 2021, raggiungibile tramite il sito web della Direzione regionale Musei Piemonte.

Per scaricare le immagini degli oggetti esposti cliccare sul seguente link: https://bit.ly/3GTOSjH

Storie dal mondo in Castello

Nuovi incontri

CASTELLO DI RACCONIGI

via Francesco Morosini, 3 – Racconigi (CN)

20 aprile – 25 giugno 2023


Orario: giovedì visite accompagnate dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.00) con partenza alle 10.00, 11.00, 12.00, 14.00, 15.30, 17.00; venerdì, sabato, domenica e festivi visite libere a ingresso contingentato dalle 9.00 alle 13.00 (ultimo ingresso 12.00) e dalle 14.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 18.00).

Chiuso: da lunedì a mercoledì.

Biglietti: intero € 8,00; ridotto € 2,00 dai 18 ai 25 anni; gratuito per minori di 18 anni; gratuito per docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente; studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card; personale MiC; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale; persone con disabilità e accompagnatori.

Prenotazione: fortemente consigliata per visitatori singoli; obbligatoria per i gruppi con servizio di guida incluso. Il servizio di prenotazione è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 15.00: racconigi.prenotazioni@cultura.gov.it (la richiesta sarà evasa entro 24 ore dall’invio. La prenotazione è da ritenersi effettuata previa mail di conferma da parte dell’ufficio prenotazioni del Castello di Racconigi). Per verificare la disponibilità si consiglia di contattare il numero 0172 84005.

Arte, poesia e musica a Rivarolo

Domenica 30 aprile – ore 16.00 –

Liceo Musicale di via Sant’Anna 1 – Rivarolo Canavese

Presentazione dell’Antologia Poetica “INQUIETUDINE”

Curata da Giuliana Reano

Arte, poesia e musica: questi gli ingredienti del pomeriggio culturale presso il Liceo Musicale di via Sant’Anna a Rivarolo Canavese(To). Infatti, nei giardini dell’Istituto, intorno alle 16 avrà inizio l’appuntamento culturale organizzato dall’Associazione Luci di Ivrea, il Circolo del Calamaio, il Liceo Musicale e le Edizioni Pedrini. Il palinsesto prevede la visita guidata all’esposizione “Terre Fertili”, curata da Anna Tabia con opere di Sandra Baruzzi e Guglielo Marti, a seguire la presentazione del volume di poesie “Inquietudine”, curata da Giuliana Reano. Sono previste letture in presenza con Rosanna Frattaruolo, Sandra Balducci, Piera Giordano, Giovanni Ponzetti, Giuliana Reano, Alessio Canale Clapetto, solo per citare qualche nome. Durante l’evento saranno eseguiti interventi musicali curati dagli allievi dell’Istituto Musicale Rivarolese. Il sipario si alza anche per Oreste Valente. Interpreterà alcuni brani dedicati alla vita di Italo Calvino in occasione del centenario della nascita. I primi versi sono intorno alle 16 e l’ingresso e libero fino ad esaurimento posti disponibili. La kermesse si effettuerà anche in condizioni di tempo avverso.

Informazioni – Associazione Luci – telefonando al 393 9988875.