CULTURA- Pagina 55

Annalena Benini direttrice del Salone del Libro di Torino

Annalena Benini sarà la direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino per il triennio 2024-2026.

Il Presidente della Regione Piemonte, il Sindaco della Città di Torino e il Presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro hanno convocato gli organi di stampa oggi, lunedì 3 aprile, alle ore 17.45, a Palazzo Madama (Sala delle Feste), per presentare ai media Annalena Benini.

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

31 marzo – 6 aprile 2023

VENERDI 31 MARZO

Venerdì 31 marzo ore 17
L’ARTE DEL RICAMO NEL MEDIOEVO

Palazzo Madama – conferenza con Christine Descatoire, Musée de Cluny

Il ricamo è onnipresente nella vita quotidiana degli uomini e delle donne del Medioevo, dai ricchi al popolo. I ricami di seta, oro e argento, facendo parte delle arti preziose, erano tra le produzioni più lussuose e apprezzate. La conferenza illustrerà il panorama delle produzioni e delle tecniche di ricamo usate dal XII all’inizio del XVI secolo in Europa, tra Italia, Germania, Fiandre, Inghilterra, Francia e Spagna. Verranno presentati i ricamatori e i loro legami con la pittura e i pittori.

 

Christine Descatoire, è conservatrice capo delle collezioni di oreficeria e dei tessuti occidentali del Musée de Cluny – Musée National du Moyen Âge. È ricercatrice all’IRHIS – Institut de Recherches Historiques du Septentrion. È stata curatrice di importanti mostre tra cui Trésors de la Peste noire (Parigi 2007 e Londra 2009), Art et nature au Moyen Âge (Québec 2012 e Bratislava 2013, con Béatrice de Chancel-Bardelot), Une renaissance. L’art entre Flandre et Champagne (Paris-Saint-Omer 2013, con Marc Gil) e Les émaux de Limoges à décor profane (Paris 2016).

Ingresso libero

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

SABATO 1 APRILE

 

Sabato 1 e domenica 2 aprile ore 16.30

I FASTI DEL BAROCCO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Entrare a Palazzo Madama per essere accompagnati in una visita che garantirà un’ampia descrizione del periodo barocco. Nel Palazzo i fasti dell’epoca sono evidenti, roboanti, splendenti: è un vero e proprio linguaggio di lusso che rappresenta la magnificenza della Torino di Sei e Settecento. Filo rosso del racconto saranno gli artisti di corte, i viaggi, il gusto per il collezionismo e, in generale, la passione e la consapevolezza del potere dell’arte. Sarà possibile, infatti, ammirare capolavori quali le tele di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Caravoglia, Sebastiano Conca: alcuni dei nomi di spicco esposti nelle sale auliche del museo. Opere che costituivano i sontuosi sistemi decorativi dei palazzi della nobiltà sabauda e della dinastia regnante convergendo in un racconto iconografico tutto da scoprire in una visita ad hoc.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

DOMENICA 2 APRILE

 

Domenica 2 aprile ore 11

A ME GLI OCCHI!

Palazzo Madama – attività per famiglie

I nostri occhi ridono, piangono, si fanno piccoli quando siamo stanchi e si sgranano quando qualcosa ci sorprende. Partendo dallo sguardo magnetico dipinto da Antonello da Messina esploriamo le capacità comunicative dei nostri occhi attraverso divertenti giochi allo specchio per poi tracciare il proprio ritratto, con incredibili sguardi, utilizzando carta da lucido colorata.

Costo: € 7 a bambino per attività; adulti accompagnatori ingresso ridotto in museo (gratuito con Abbonamento Musei)

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Domenica 2 aprile ore 15

STORIE IN SCATOLA

GAM – attività per le famiglie sulla mostra Ottocento

La ricca mostra attualmente in corso propone una selezione di opere, di proprietà del museo, dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli inizi del Novecento: una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta di vita, cultura, moda e arte del nostro passato.

In questa domenica dedicata alle famiglie, i genitori saranno accompagnati in un percorso tematico guidato mentre i loro bambini verranno coinvolti nella scoperta dei molti personaggi raffigurati: eroi, sirene, poetesse, fanciulli, dame e popolani; ciascuno con la propria storia, talvolta anche molto attuale, da raccontare. In laboratorio creeranno, poi, degli originali diorami tridimensionali reinventando luoghi, storie e nuove avventure.

Costo visita adulti: euro 6 più biglietto di ingresso al museo ridotto (ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

Costo bambini: euro 7 (ingresso gratuito al museo)

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 2 aprile ore 16

NATURALMENTE IL MAO

MAO – attività per famiglie

Un percorso che invita a esplorare il tema della natura attraverso le collezioni del Museo tra fiori nuvole e sassi, tra sacro e profano. In laboratorio ogni partecipante potrà realizzare su un piatto in eco carta il proprio decoro floreale incollando rametti e foglie raccolti in giardino o ritagliando un fiore di loto.

Per tutte le età

Costo: bambini € 7; adulti ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

entro il venerdì precedente.

 

MARTEDI 4 APRILE

 

Da martedì 4 aprile

VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980 dalle collezioni GAM

GAM – Nuova mostra  a cura di Riccardo Passoni

4 aprile – 10 settembre 2023

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino prosegue la ricognizione sul proprio patrimonio dedicando un capitolo alla scultura italiana tra il 1940 e il 1980 con una mostra che presenta 50 opere realizzate da 40 artisti attivi nell’arco di questo periodo: quarant’anni contrassegnati da formidabili cambiamenti e da forti scosse stilistiche sia dal punto di vista dei soggetti sia delle tecniche, e che assegnarono un nuovo ruolo alla scultura. La ricca collezione della GAM, oltre che dalle opere di scultura acquisite nel tempo dal museo, ha potuto contare negli anni sul determinante ruolo della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT che hanno contribuito, con importanti acquisizioni, ad accrescere la raccolta.

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/viaggio-al-termine-della-statuaria/

 

 

MERCOLEDI 5 APRILE

 

Mercoledì 5 aprile ore 17

IL TESORO DI DESANA

Palazzo Madama – conferenza con Marco Aimone, storico dell’arte, Senior Advisory Curator della Collezione Wyvern (Regno Unito)

Il tesoro di Desana è fra i più spettacolari del cosiddetto medioevo “barbarico”. Comprende oreficerie e argenterie da mensa: apparteneva a una famiglia mista di Romani e di Ostrogoti vissuta in una villa, nelle campagne vercellesi, tra la fine del V secolo e l’inizio del VI. Le vicende del suo ritrovamento sono state chiarite solo di recente, mentre l’analisi dei singoli oggetti ha permesso di ricostruire la storia dei loro possessori. La bellezza di questi preziosi smentisce nella maniera più chiara il diffuso cliché dei “secoli oscuri”, restituendo la visione di un’arte complessa, che segna il passaggio dal mondo antico a quello medievale.

Secondo incontro dedicato al Museo Civico.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Ultimo appuntamento

 

29 maggio 2023 ore 17: 160. Alcune pagine di questa storia

con Simone Baiocco, conservatore Arti del Medioevo e del Rinascimento, Palazzo Madama

 

 

GIOVEDI 6 APRILE

 

Giovedì 6 aprile ore 18.30

SALAMANDA. Dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

MAO – concerto nell’ambito della mostra Buddha10

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Costo: 15 € | ridotto studenti 10 €.

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

InfoeventiMAO@fondazionetorinomusei.it

 

Giovedì 6 aprile ore 16:30

TEA TIME ART. Natura morta

GAM – workshop

Tea Time Art vuole essere una pausa dalle corse quotidiane, in un ambiente speciale come quello dell’Educational Area della GAM, dove incontrarsi, conoscersi e imparare facendo, per trascorrere un paio di ore in compagnia di persone nuove e arte. Questo ciclo di appuntamenti organizzati alla GAM permette di avvicinare il pubblico adulto al museo, inteso come luogo di scambio, conoscenza e integrazione. L’arte diventa uno strumento di vicinanza, scambio intellettuale e emotivo, trasformando gli spazi museali in luoghi di incontro e condivisione di conoscenze diverse. Le opere scelte per le attività contengono il racconto di esperienze personali degli artisti che rimandano ad altri insegnamenti per un confronto intellettuale, emotivo e fisico. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione delle opere a cura delle guide di Theatrum Sabaudiae e una fase di attività pratica che permetta l’approfondimento di tecniche artistiche diverse.

Porta il tuo the preferito, noi ci mettiamo la tazza e la creatività, per delle pause d’arte a piccoli sorsi.

Giovedì 6 aprile ore 16:30: Natura morta

La natura morta consiste nella raffigurazione pittorica di oggetti inanimati, come fiori, frutta, ortaggi e oggetti. La visita permetterà di riflettere sull’evoluzione di questo genere artistico nel 900. Durante l’attività di laboratorio si sperimenteranno composizione e pittura dal vero con tecniche miste.

Scopri il calendario completo

Posti limitati, prenotazione obbligatoria

Costo: euro 15 a partecipante (comprensivi di biglietto d’ingresso al museo gratuito, visita guidata, attività pratica, materiali e tazza personalizzata)

Informazioni e prenotazioni: Theatrum Sabaudiae 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

“Abbonamento Musei” presenta le attività per le famiglie

La “scoperta” dei musei di Disegniamo l’Arte, una serie di 10 Podcast, una nuova Newslette

I numeri dei primi due mesi del 2023 fanno prevedere un anno di crescita di vendite della carta

 

Torino, 30 marzo 2023. I primi dati relativi al 2023 che emergono dalla vendita delle carte di Abbonamento Musei fanno sperare in un anno di crescita straordinaria.

I primi tre mesi dell’anno sono molto incoraggianti e indicano che al 31 dicembre sarà possibile tornare pienamente ai dati del 2019, pre-pandemia.

Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo sono state vendute 38.411 carte di Abbonamento Musei in Piemonte (nello stesso periodo del 2022 ne erano state emesse 26.643, con un incremento del + 44%).

A questo dato si aggiunge quello del numero di carte totali vendute nel corso dell’intero anno 2022. Sono state 111.719 (furono 71.162 nel 2021, con un incremento del + 57%). Dati importanti e significativi, che portano a prevedere che, entro il 31 dicembre, la fiducia degli abbonati sarà tornata a quella del 2019 (quando le tessere vendute furono 129.180).

Molto interessante è anche il numero relativo gli ingressi nei musei piemontesi grazie all’utilizzo della carta. Nel 2019 sfiorarono il milione (960.509), nel 2022 ci si è fermati a 612.511, ma è anche vero che si è assistito a un + 117% rispetto al 2021, secondo anno di pandemia, caratterizzato ancora da strette limitazioni (281.773).

L’Associazione Abbonamento Musei, realtà no profit che ha per obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale di Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta grazie all’Abbonamento Musei, presenta oggi le nuove iniziative pensate appositamente per le famiglie.
Si parte nel weekend del 15 e 16 aprile con un’edizione speciale di Disegniamo l’Arte, l’annuale appuntamento per far divertire i visitatori più piccoli, con i laboratori di disegno, che quest’anno hanno come partner tecnico CARIOCA. Ma c’è anche il varo e la pubblicazione di 10 speciali Podcast, in collaborazione con Fondazione TRG di Torino, alla scoperta di altrettanti musei piemontesi. Infine, il layout grafico dedicato AM family e una nuova Newsletter, per consolidare un impegno costante lungo anni, per coinvolgere il pubblico nella fruizione dei beni culturali delle tre regioni.

L’edizione 2023 di Disegniamo l’Arte, rinnovata anche nella grafica, sarà costruita intorno al concetto dellaScoperta.

A fare da apripista in questa attività, in occasione della presentazione del 30 marzo alle Gallerie d’Italia – Torino, ci sarà l’illustratore cuneese Boban Pesov, che presenterà un’illustrazione originale appositamente creata per dare avvio all’iniziativa. Come un moderno pifferaio magico, Pesov inviterà i giovani artisti a imitarlo, cimentandosi con le proprie opere durante il weekend del 15 e 16 aprile e a condividere sui social i loro lavori, usando l’hashtag #disegniamolarte

Villa Cimena, una bellezza nascosta

È un classico gioiello del nostro patrimonio artistico, poco conosciuto e inaccessibile, ma grazie ai volontari del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, ha aperto le sue porte al pubblico per la prima volta con le tradizionali giornate Fai di primavera.
È Villa Cimena, perla del Seicento nascosta tra alberi secolari e nobili aiuole sulla collina di Castagneto Po, a pochi chilometri da Torino. Solenne si presenta la facciata della dimora con un doppio portico che fa pensare alle ville palladiane con il particolare che le colonne hanno il capitello ionico in basso e quello corinzio nella parte superiore. Da là si gode uno splendido panorama sulle colline, sulle Alpi e sulla pianura segnata dal Po tra Gassino e Chivasso. Un’occasione speciale per conoscerla e visitarla. Circondata da un grande parco e dal bosco, la Villa, anticamente chiamata il “Palazzo”, fu edificata nel 1663 dai marchesi Turinetti di Priero come residenza di campagna e conobbe il suo massimo splendore alla metà dell’Ottocento quando venne completamente ristrutturata dai marchesi Thaon di Revel che la trasformarono in una villa neoclassica, così come la vediamo oggi. I lavori per la progettazione furono affidati alle mani sapienti di Carlo Sada di Bellagio, l’architetto di spicco del tempo e fedelissimo di re Carlo Alberto. Allievo di Pelagio Palagi, Sada lavorò a Racconigi e a Pollenzo realizzando in particolare opere neoclassiche in Piemonte. Il magnifico parco con i giardini all’inglese fu disegnato nel 1847 dal torinese Marcellino Roda, geniale architetto del paesaggio italiano. Le sale della villa padronale sono distribuite su tre piani e ospitano manufatti di ebanisti piemontesi e opere di importanti pittori quali Francesco Beaumont e Vittorio Amedeo Cignaroli, bronzetti di Pierre Philippe Thomire e arredi dello scultore ed ebanista astigiano Giuseppe Maria Bonzanigo.
La Villa e il suo parco sono talmente incantevoli da essere utilizzati sovente come set cinematografico. Più volte si sono visti nelle scene di diversi film e serie televisive come “La donna della domenica”, Cento Vetrine e La Traviata. I marchesi Thaon di Revel vissero nella tenuta fino al 1969 quando fu venduta a un industriale che restaurò e arricchì gli interni con preziose opere. Nel 2015 Villa Cimena fu ceduta ad una società commerciale che l’affitta per matrimoni e ricevimenti, una classica location. É quindi aperta al pubblico soltanto in particolari occasioni o su prenotazione.
Filippo Re

Ai confini della libertà Quasi 50 mila presenze a Biennale Democrazia

Oltre 220 relatori dal mondo per più di 100appuntamenti

180 volontari, 75 collaborazioni con enti e organizzazioni; 17 sedi in città;
5 mostre e installazioni.
Oltre 48000 presenze, 700 giovani per Torino Futura,
200 ospitati nel Campus Residenziale di Democrazia Futura.

Oltre 220 tra ospiti e relatori arrivati a Torino da tutto il mondo per Ai confini della libertà, l’VIII edizione di Biennale Democrazia, tornata a svolgersi interamente in presenza. Lezioni, dialoghi, letture, ma anche immagini e momenti di alleggerimento hanno riempito la città con oltre 100 incontri ospitati in 17 sedi, tra le più prestigiose della città. Un’edizione, appunto, dedicata alla libertà, che, insieme all’uguaglianza, costituisce il valore fondante stesso della democrazia.

Con un programma che ha toccato i più vari e importanti campi del sapere, Torino si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di democrazia. La manifestazione è stata inaugurata giovedì 22 con il dialogo, subito sold out, fra la giornalista Francesca Mannocchi e l’attivista Ece Temelkuran, Come nasce una dittatura, anticipato dalla lettura di una lettera inviata a Biennale Democrazia dalla senatrice Liliana Segre, che ha affermato “Possono esistere individui liberi ed eguali in quanto esiste la società”.

Dialoghi, incontri di parola, lectio e letture sono disponibili sul canale YouTube di Biennale Democrazia e nell’archivio multimediale della manifestazione stessa sul sito.

Oltre 48000 visitatori, torinesi e non, hanno animato la città, confermando una grande risposta di pubblico e una viva attenzione al tema. Più di 15 eventi sono andati subito esauriti, tra cui – oltre al dialogo inaugurale – In auto, in doccia in palestra. L’informazione al tempo del podcast, con Annalisa Camilli e Francesco Costa, La solitudine delle bolle. Polarizzazione e informazione, con Luca Bottura e Concita De Gregorio, Il mondo nella lente dell’informazione, con Cecilia Sala e Simone Pieranni, e lo spettacolo Songs of Freedom, di e conCarlo Roncaglia a cura di Accademia dei folli.

Le scuole e i giovani hanno rinnovato il loro coinvolgimento: i giorni della manifestazione hanno registrato la partecipazione di oltre 25 classiquasi 100 docenti e oltre 525 studentesse e studenti – delle scuole secondarie di Torino e provincia, a cui si aggiungono i giovani del Campus residenziale di Democrazia Futura. Grazie alla partnership con Combo, il Campus ha ospitato 200 ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, il doppio rispetto all’edizione 2019. Inoltre per la prima volta Biennale Democrazia ha dedicato una sezione del programma – Democrazia Futura – alle scuole e alle nuove generazioni.

Fortissimo anche il coinvolgimento del territorio: Democrazia Diffusa, sezione partecipata del programma, ha visto oltre 40 realtà culturali protagoniste, coordinate da Torino Social Impact, Tavolo delle Circoscrizioni, Biblioteche Civiche e ARCI Torino. Il risultato è un palinsesto diffuso sul territorio, che conta oltre 30 eventi tra mostre, spettacoli e dibattiti che hanno contribuito ad ampliare la proposta di Biennale Democrazia.

Centrale in questa edizione l’impegno che Biennale Democrazia ha mostrato nel coinvolgere anche chi vive in un regime di detenzione, portando all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno la giornalista Francesca Mannocchi e al Polo universitario per studenti detenuti lo scrittore Matteo Nucci. All’interno del ciclo dedicato alle carceri, molto seguiti anche gli incontri rivolti al pubblico: dal podcast original Raiplay Sound Io ero il milanese – live di con Mauro Pescio, agli appuntamenti che hanno visto come protagonisti i rapper Kento e Lucariello.

Biennale Democrazia si chiude questa sera alle ore 21.00 alle OGR Torino con Mosca 1966. Processo alla letteratura, spettacolo di e con Ezio Mauro, che racconta la storia di due scrittori russi che sfidarono il regime sovietico usando la più sottile delle armi: la parola. Diverse iniziative continueranno però a tener viva la fiaccola della democrazia nelle prossime settimane: sarà visitabile fino al 16 luglio presso le Gallerie d’Italia la prima mostra personale di JR organizzata da Intesa Sanpaolo; fino all’11 aprile sarà possibile visitare presso la Biblioteca civica Centrale Lavoro in bianco e nero, una mostra a cura di Associazione Tra Me; e Ritratti dal Futuro. Illustrazioni di Francesco Lopomo, a cura di Minollo APS, presso lo Spazio giovani Alkadia, resterà aperta fino al 16 aprile.

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

“Giornate FAI di Primavera” per scoprire i tesori di Torino e del territorio

31ª EDIZIONE

Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

sabato 25 e domenica 26 marzo 2023

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico

del nostro Paese, con l’apertura eccezionale di oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti

In occasione delle Giornate di Primavera sostieni il FAI con l’iscrizione a quota agevolata,

con un contributo libero partecipando all’evento e, fino al 2 aprile, con l’invio di un SMS al 45584

NUMEROSI LUOGHI APERTI IN PIEMONTE

Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti. Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.

Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi. «In questi 31 anni di esistenza – sostiene il Presidente del FAI, Marco Magnificole Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano».

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la riduzione di 10 euro su tutte le quote; ad esempio, l’iscrizione individuale sarà a 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Inoltre, fino al 2 aprile 2023 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

Tra le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2023 in PIEMONTE:

TORINO

Palazzo Ferrero d’Ormea – Sede della Banca d’Italia

Ingresso su prenotazione

Il Palazzo è stato costruito nella zona della città oggetto dell’ampio ingrandimento abitativo voluto, nella prima metà del XVII secolo, dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. Suo primo proprietario fu Francesco Maria Broglia, conte di Revello, mentre nella prima metà del Settecento l’edificio fu venduto al marchese Carlo Francesco Vincenzo Ferrero d’Ormea, la cui famiglia ne restò in possesso per quasi un secolo. All’inizio dell’Ottocento fu acquisito dai Conti Balbiano di Viale che lo rivendettero alla Banca d’Italia nel 1852. Il progetto originario è attribuito all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte, ma Giuseppe Talucchi negli anni Trenta dell’Ottocento eseguì radicali lavori di ristrutturazione per adattare il palazzo al nuovo uso istituzionale. Nel 1913 la Banca d’Italia incaricò poi Giovanni Chevalley di eseguire grandi lavori strutturali. In occasione delle Giornate FAI di Primavera 2023 sarà possibile visitare il caveau e le stanze di rappresentanza del piano nobile, che conservano pregevoli stemmi araldici, statue in bronzo, dipinti Sette-Ottocenteschi di autori italiani e francesi e arredi che spaziano dal XVI al XVIII secolo. Spettacolari sono i velari in vetro decorato che fungono da volta al grandioso Salone del Pubblico.

Palazzo Perrone di San Martino – Sede della Fondazione CRT

Ingresso riservato agli Iscritti FAI

Il Palazzo, oggi sede di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, venne costruito negli ultimi decenni del Seicento, nell’area interessata dal grande ampliamento della città verso sud voluto dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. La famiglia Perrone, di antica origine eporediese, lo acquistò nel 1707; dalla prima metà dell’Ottocento e almeno fino all’Unità d’Italia ospitò anche la sede dell’Ambasciata di Francia. Nel 1883 l’edificio fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Torino, che dal 1929 ne operò una profonda ristrutturazione. Un primo restauro fu condotto su progetto dell’architetto Giovanni Battista Borra a fine Ottocento, mentre all’ingegnere Giovanni Chevalley si devono le trasformazioni e l’ampliamento in chiave eclettico-barocca. Della struttura originaria furono salvati i marmi, le decorazioni e gli affreschi di alcune sale. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di ammirare il monumentale scalone affrescato con l’Apoteosi della casata Perrone e le opere raffiguranti gli dei dell’Olimpo di Michele Antonio Milocco, il Salone di rappresentanza con le Allegorie del Risparmio e della Beneficienza realizzate dal pittore Carlo Gaudina e le tele di Gaetano Ottani. Di notevole pregio è anche la balconata della Galleria, dove si possono osservare i simboli della città, della laboriosità e del risparmio.

Distretto Sociale Opera Barolo

Il Distretto Sociale Barolo è un ampio complesso posto nel quartiere Valdocco, costituito da diversi edifici, tra cui un monastero, due chiese, una cappella, un museo, un chiostro e sei giardini. Carlo Tancredi e Giulia, ultimi marchesi di Barolo, dedicarono la loro vita alla prevenzione sociale di donne e bambini, avviando un ampio progetto caritativo, assistenziale ed educativo. Giulia fondò nel 1823 il Rifugio, un ricovero per ex-detenute e donne in difficoltà, a cui si aggiunsero negli anni a seguire il Rifugino, il Monastero delle Maddalene, le Maddalenine, l’Ospedaletto e il Laboratorio di S. Giuseppe. La conceria, acquistata nel 1823 e ampliata dalla marchesa per accogliere le ragazze del Rifugio, fu sostituita alla fine del XIX secolo da un edificio più grande progettato da Carlo Ceppi, mentre il chiostro, il monastero, le due chiese e l’ospedaletto hanno conservato il loro aspetto originario. Durante le Giornate FAI verranno proposte in via eccezionale visite agli oltre 30 mila metri quadri del Distretto, aperto per la prima volta ai torinesi, 200 anni dopo la sua fondazione, che faranno conoscere la vita di Carlo Tancredi e Giulia di Barolo, nonché la straordinaria storia di questo luogo poco noto, dei suoi istituti e dei suoi tanti protagonisti.

Arsenale della Pace del Ser.Mi.G.

Ingresso su prenotazione

L’Arsenale militare nuovo di Torino, collocato nel rione di Borgo Dora, era un ampio complesso composto da magazzini per la conservazione di merci e da edifici destinati all’alloggio di operai, pensato e realizzato da Giovanni Castellazzi nel 1860. In origine adibito alla produzione di affusti e carriaggi, in seguito si aggiunsero ulteriori destinazioni d’uso e per questo venne ampliato fino agli anni Trenta del secolo scorso. A seguito delle incursioni aeree del 1942 e 1943 l’Arsenale venne gravemente danneggiato e successivamente abbandonato. Nel 1983 venne affidato ai ragazzi del Ser.Mi.G., il Servizio Missionario Giovani, fondato nel 1964 a Torino da Ernesto Oliviero, che lo hanno trasformato in luogo di eccellenza per le attività di solidarietà della città. Un progetto di valorizzazione degli spazi ha previsto diversi interventi per migliorare il dialogo tra costruito e spazi verdi e rispondere alle esigenze del quartiere.

VALPERGA (TO)

Castello di Valperga

Il Castello, risalente al X secolo, è caratterizzato da torri che circondano diversi edifici aggiunti via via nel tempo. Forse i primi residenti furono i nobili Silvesco e Droenghi di Canava, anche se la tradizione locale vuole che sia stato costruito dai conti del Canavese Ardicione (o Arduino), ritenuti discendenti dal re Arduino, con i figli Guido e Ardicino. Guido assunse il titolo di conte di Valperga e da lui ebbero origine le diverse linee dei Valperga, mentre Ardicino viene ritenuto il capostipite dei conti di San Martino. Nel Seicento il castello venne diviso tra i due rami Valperga di Valperga e Valperga di Masino; Gerolamo Valperga di Masino morì senza discendenza maschile e la sua porzione passò quindi alla figlia Marianna, sposa di Arduino Valperga di Rivara. L’intero castello venne ereditato dalla loro figlia Francesca, che lo portò in dote allo sposo Federico Valperga di San Giorgio. Nel 1776, estinto questo ramo con Guido Francesco Aldobrandino del Carretto di Castellargento, il castello e tutti i beni passarono alla nipote più diretta, Anna Vittoria San Giorgio di Balangero, sposata a Paolo Coardi di Carpenetto, marchese di Bagnasco. In questo periodo l’edificio venne ampliato di una parte con facciata neoclassica, giardino e parco. In occasione delle Giornate FAI, si scopriranno interessanti ambienti monumentali, come il Salone delle Danze, con affreschi dal Quattrocento al Settecento. Si potrà visitare anche la Chiesa di San Giorgio, con importanti affreschi quattrocenteschi.

BORGONE SUSA (TO)

Oliveto Rossetto

L’Oliveto Rossetto, situato sotto Roca Furà – una cava un tempo utilizzata per produrre macine in pietra -, è nato da una passeggiata di Giorgio Rossetto nella zona di Vigne Combe a Borgone, un luogo che, come testimonia il nome, un tempo era coltivato a vigneto. Dopo decenni di abbandono, questo si era trasformato in un terreno incolto e pieno di rovi che Giorgio ha deciso di riportare a nuova vita, mettendo a dimora nel 2010 i primi 15 ulivi. Oggi le piante sono 250, che Rossetto cura con passione per ottenere un olio extravergine di grande qualità. Le cultivar principali, messe a dimora su un terreno di circa due ettari, sono Leccio del Corno e Leccino, ma sono presenti anche Bianchera, Grignan, Pendolino e varietà locali ricavate da ulivi plurisecolari. I visitatori verranno condotti da Piazza Montabone lungo la ripida strada che si inerpica fino all’uliveto, dove potranno seguire il percorso poetico della scrittrice Silvana Tosatto, tra gli antichi muretti a secco, e godere di una vista eccezionale sulla bassa Valle di Susa. Un’esperienza unica per scoprire un’eccellenza del territorio valsusino. Per la visita sono consigliate calzature comode.

ALESSANDRIA
Broletto

Fonti documentarie, storiche e archeologiche testimoniano l’esistenza del Broletto ad Alessandria dal secondo quarto del XIII secolo, quando nuove costruzioni furono realizzate a ridosso di un nucleo più antico (Palatium Vetus) definendo con questo il rinnovato centro direzionale della città. Oggetto di numerosi interventi edilizi nel corso del tempo, tra cui un ampliamento degli spazi originari nel XV secolo, si presenta oggi molto mutato per effetto soprattutto dei recenti lavori nel quartiere. Il complesso presenta un impianto derivato da modelli di origine tipicamente lombarda con una forma quadrangolare irregolare, un porticato al piano terra, una torre campanaria e due piani in elevato con una grande sala per riunioni al primo. Lo spazio al piano terra era diviso in due navate da pilastri in cotto con capitelli in pietra. In mattoni era anche il rivestimento della facciata verso la piazza, priva di aperture, a parte quella centrale realizzata forse a inizio XIX secolo, quando l’edificio divenne sede della Prefettura di Marengo. I lavori di ristrutturazione in corso all’interno di una proprietà privata hanno riportato in luce una porzione nascosta del Broletto, bene di norma chiuso al pubblico che le Giornate FAI di Primavera permetteranno di visitare avventurandosi alla scoperta della storia della città.

AVOLASCA (AL)

Villa Cerruti

Ingresso su prenotazione

Villa Cerruti si trova ad Avolasca, paese dalle origini antiche che si stende su una collina lungo la linea di spartiacque tra le valli del Grue e dell’Ossona, famoso per i suoi boschi, ricchi di funghi, tartufi e selvaggina. Il luogo esercitò un forte richiamo sul Cav. Alessandro Cerruti – banchiere, armatore, costruttore e imprenditore genovese e, anche, appassionato cacciatore – che chiamò per la progettazione della villa uno dei più famosi architetti dell’epoca: Gino Coppedè. Non si trattava di una costruzione ex-novo, ma della ristrutturazione di un rustico esistente che Coppedè trasformò in un’abitazione da gentleman farmer, secondo formule di gusto medievale abbondantemente sperimentate e ormai consuete: capitelli, colonne e bifore, archi acuti e a tutto sesto, stemmi di Genova, intonaco graffito e decorato con linee ondulate, quasi strigilature, tetto a spioventi, comignoli modulati come torrette snodate, camino interno. Ad Avolasca il Cav. Cerruti costruì anche l’asilo (sempre su progetto Coppedè), finanziò l’acquedotto, rifece il municipio e le strade, portò la luce elettrica, costruì le scuole. In occasione delle Giornate FAI, la villa, privata, sarà per la prima volta aperta al pubblico e si potranno scoprire gli esterni e gli interni finemente decorati che ben raccontano lo “Stile Coppedè”, le terrazze panoramiche e il fascino dell’ambiente circostante.

CASALE MONFERRATO (AL)

Palazzo Gozzani di Treville (Accademia Filarmonica)

La nobile residenza dei marchesi Gozzani di Treville fu costruita su disegno di Giovanni Battista Scapitta nei primi decenni del Settecento e venne rimaneggiata nel 1781 secondo i canoni neoclassici dal vicentino Ottavio Bertotti Scamozzi, autore dell’imponente facciata leggermente concava per assecondare l’andamento della via Mameli. Il palazzo si articola su tre piani fuori terra: il piano terreno con il cortile d’onore in stile rococò e l’elegante atrio ingentilito da stucchi e sorretto da agili colonne, il piano nobile con gli affreschi settecenteschi e il sottotetto un tempo destinato alla servitù. Nell’atrio, le pareti decorate da belle prospettive ampliano lo spazio delimitato da volte a padiglione e a crociera, ingentilite da leggeri stucchi di stile rococò e sorrette da agili colonne singole o disposte a coppia. Lasciando alle spalle l’atrio, si sale l’ampio scalone a tre rampe, illuminato da alte finestre, impreziosito dalla splendida Allegoria del pittore casalese Pier Francesco Guala. Le eleganti sale del piano nobile, dove si possono ammirare soggetti mitologici affrescati da Agostino Ratti, Bartolomeo Rusca e soprattutto dal tiepolesco Francesco Lorenzi, ospitano oggi la prestigiosa Accademia Filarmonica di Casale Monferrato, fondata nel 1827.

MONTALDEO (AL)

Castello Doria

Il castello svetta sull’abitato di Montaldeo, paese dell’Alto Monferrato che offre, nei giorni tersi, un panorama dalle Alpi agli Appennini. L’edificio – la cui prima struttura risale al XII secolo – fu un importante baluardo lungo le vie che da nord conducevano a Genova. L’aspetto attuale è dovuto agli interventi eseguiti dai proprietari che si sono succeduti nei secoli. Alla metà del Cinquecento il castello venne acquistato, insieme a case e terreni, dai nobili genovesi Doria che divennero i nuovi feudatari di Montaldeo. La famiglia – che ancora oggi lo possiede – ne fece una residenza di villeggiatura a partire dal Settecento. Il suo imponente volume, dalla forma quasi cubica, si sviluppa su due piani oltre a quello di ronda. Il giardino accoglie un originale intervento dell’architetto Tomaso Buzzi, che nel 1943 per la sua realizzazione si ispirò al cerchio, simbolo di spiritualità nella cultura orientale. Durante le Giornate di Primavera saranno visitabili per la prima volta spazi abitualmente chiusi. Verranno aperte le tre cantine – dalle più antiche a quelle di fine Ottocento – e sarà interamente visitabile il suggestivo parco. Nei sotterranei, oltre alle prigioni, si potrà accedere anche a un ambiente particolare, completamente dipinto nel 1952 dall’artista Renato Cenni. Infine, con una camminata sugli spalti si potrà godere del panorama circostante.

QUARGNENTO (AL)

Casa natale di Carlo Carrà

Ingresso su prenotazione

In una pianura doviziosa di messi, sulla sinistra del Tanaro, sorge Quargnento con lo sfondo delle vicine colline del Monferrato. Ivi nacqui l’11 febbraio 1881, da una famiglia che si fa risalire ai tempi delle emigrazioni celtiche in Italia, nella valle del Po; e ciò sembra anche confermato dal cognome Carrà che si vuol derivato dalla voce celtica car o ker che significa ‘pietra’. Come per la stessa ragione etimologica si chiama Charrà la punta che appartiene al gruppo di vette dominanti Bardonecchia e la città del marmo ai piedi delle Alpi Apuane, Carrara. Altra versione farebbe invece venire i miei antenati dalla Provenza, dove ancor oggi vi sono dei Carrà. Certo è, ad ogni modo, che la mia famiglia è piemontese da molti secoli”. Così racconta di sé Carlo Carrà e fu proprio nel cuore del Monferrato che trasse l’ispirazione per l’osservazione e l’interpretazione della natura. Le prime tracce della sua arte sono oggi visibili proprio a Quargnento, in una stanza della casa paterna, in una decorazione parietale eseguita a tempera a soli 12 anni, che mostra un paesaggio molto ben definito, dove svettano torri e putti alati sospesi nel tempo e nello spazio. Fu a Quargnento, precisamente nel 1900, che Carrà, di ritorno dai soggiorni a Milano, Londra e Parigi, lavorò al noto dipinto La strada di casa, considerato dagli studiosi come il punto di svolta del catalogo delle opere di Carrà.

ASTI

Liceo Classico Vittorio Alfieri

Il Palazzo del Collegio sorge sulle vestigia della cripta romanica del complesso benedettino di Sant’Anastasio. Il complesso, documentato dal 1008, fu parzialmente distrutto in età barocca e poi soppresso dal governo napoleonico nel 1802. Nel 1835 il conte Federico Cotti di Ceres e Scurzolengo ne cedette l’ala ovest al Comune di Asti per la costruzione di un collegio delle scuole cittadine. Nel 1860 venne così istituito il Regio Ginnasio, dedicato dapprima a Dante Alighieri e successivamente a Vittorio Alfieri. Fin dai primi anni si sentì l’esigenza di un ampliamento; si procedette quindi a una demolizione ulteriore del complesso, in particolare della chiesa, per far spazio alla moderna costruzione, ampliata dal 1907 su progetto dell’ingegner Losio. Al secondo piano dell’istituto si trova da allora il gabinetto di chimica e fisica, che contiene un invidiabile patrimonio di strumenti e materiali scientifici, alcuni rari e antichi. Il laboratorio è composto da vari ambienti: il primo ammodernato è dedicato alla didattica, mentre a seguire si trovano la ricca collezione di fossili, le antiche teche con animali impagliati, imbalsamati o in vitro, l’aula con i banchi degradanti verso il tavolo degli esperimenti e infine un vero tesoro: un’aula di deposito che custodisce ordinate per tematica le apparecchiature che vengono utilizzate per i vari esperimenti, dalle più moderne a quelle antiche.

BIELLA

Sede del Seminario della Diocesi

Ingresso riservato agli Iscritti FAI

L’elegante palazzo, oggi sede del Seminario della Diocesi di Biella, sorge nella grande piazza su cui si affacciano anche la Cattedrale, il Battistero e la sede de Comune. In città dal 1524 era presente il Collegio degli Innocenti, fondato dal vescovo di Vercelli Agostino Ferrero, trasformato poi in Seminario. Negli anni ’20 dell’Ottocento, con il vescovo Bollati si spinse per la costruzione dell’attuale Seminario Minore in stile neoclassico, progettato dall’architetto Gaspare Maggia, che venne poi unito al Seminario Maggiore da un corpo centrale adibito a cappella e biblioteca, i cui lavori furono eseguiti dal mastro Carlo Mosca. La cappella centrale non aveva all’epoca della sua realizzazione le forme attuali: nel 1897 vennero iniziati lavori di ristrutturazione su progetto di Giovanni Feroggio, architetto del Santuario di Oropa, a seguito dei quali la cappella venne trasformata a una sola navata e vennero mantenuti della precedente solo i muri portanti. La biblioteca del Seminario vescovile venne fondata nella prima metà dell’Ottocento, in seguito al lascito testamentario dell’allora vescovo Giovanni. Durante la visita proposta nelle Giornate FAI sarà possibile visitare la biblioteca, le stanze dei seminaristi e la grande cappella del primo piano.

CUNEO

Complesso “ex Macello” – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università di Torino

Quando nel 1800 Napoleone fece demolire le fortificazioni che cingevano Cuneo, l’edificio destinato ad Arsenale d’artiglieria cessò la sua funzione. Nel 1812 l’Arsenale venne destinato a essere utilizzato come mattatoio del bestiame, con l’intento di riunire tutti gli esercizi del commercio della carne della città: al suo interno vennero realizzate 12 botteghe di macelleria con scuderia per il deposito delle bestie da abbattere e relativo granaio di fieno. A fine Novecento il Comune ha avviato un programma di decentramento universitario individuando questo luogo come nuova sede in cui creare un polo scientifico, legato alla vocazione agro-alimentare della provincia, con l’insediamento del corso di laurea in tecnologie alimentari della Facoltà di Agraria dell’Ateneo di Torino. È iniziato quindi un periodo di restauro e ricostruzione del complesso, concluso nel 2003. La visita proposta durante le Giornate FAI condurrà alla scoperta dell’edificio, eccellenza della formazione regionale, dove gli allievi stessi racconteranno come si vive e si studia al suo interno, fra laboratori e attrezzature all’avanguardia utilizzate per formarsi alle professioni del futuro. Lungo il percorso, gli iscritti FAI potranno anche accedere alle antiche ghiacciaie sotterranee.

Conservatorio G.F. Ghedini

Palazzo della Torre, composto dall’unione di due diversi corpi di fabbrica, ben distinguibili lungo via Armando Diaz, fu sede del Municipio di Cuneo fino al 1775, quando le funzioni amministrative vennero trasferite nell’ex collegio dei Gesuiti. L’edificio subì diverse trasformazioni interne, ospitando prima il Corpo di Guardia della Piazza per essere poi adattato a sede della scuola primaria e secondaria e, successivamente, a Tribunal du Prèmiere Istance, per poi tornare a essere una semplice Maison et court, in seguito alla concentrazione di tutti gli uffici giudiziari nel Complesso di San Giovanni. Alla fine del 1799, per un anno circa, venne temporaneamente utilizzato come prigione. Dal 1970 il Palazzo ospita la sede del Conservatorio Statale G.F. Ghedini, istituzione cittadina che forma musicisti fin dal 1864, con aule per l’insegnamento e una sala concerti. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di conoscere la storia dell’edificio e consentiranno l’ingresso nelle aule dove i giovani allievi studiano con grandi maestri e tanta passione per affrontare le future carriere, accolti dal Direttore Alberto Borello.

NEVIGLIE (CN)

Chiesa di San Giorgio

La Chiesa di San Giorgio fu edificata nel XVI secolo dopo che il vescovo di Alba, in visita pastorale nel 1573, ordinò che la parrocchiale del luogo, dedicata a San Michele, venisse distrutta e riedificata all’interno del borgo. Al suo interno è conservata una tempera su tavola, attribuita al pittore rinascimentale Gian Giacomo de Alladio, noto come Macrino d’Alba, attivo in Piemonte e in Lombardia fra il 1492 ed il 1513. L’opera, riferibile a una fase tarda della produzione del Macrino (datazione fra il 1508 e il 1513), raffigura Lo sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria. Mancano notizie certe sulla committenza: la tradizione la attribuisce ai locali Marchesi Busca, con destinazione all’altare già della parrocchiale intitolata a San Michele (poi sostituita da quella di San Giorgio). Di questo dipinto sono pregevoli, specialmente, la delicatezza del viso di Santa Caterina e il particolare della mano di San Gerolamo che regge il sasso, definito dai critici “un autentico pezzo di bravura”. L’opera è poco conosciuta e merita di essere “scoperta”, e così anche il suo autore.

ARONA (NO)

Cantiere della Navigazione Lago Maggiore

Il cantiere e la sede della Navigazione Lago Maggiore si trovano nella parte periferica di Arona, di fronte alla stazione ferroviaria e vicino al grande parco centrale e alle rive del Lago. La società gestisce circa 100 navi sui laghi Maggiore, Garda e Como. L’area interna della Navigazione Lago Maggiore contiene il cantiere (costruzioni e riparazioni), la sala riunioni, gli uffici amministrativi e le officine, oltre alle zone di ormeggio delle navi. Il cantiere aprirà i suoi cancelli in occasione delle Giornate FAI di Primavera; il pubblico potrà visitare la sala riunioni con una mostra di immagini e documenti storici, il piroscafo PIEMONTE (visita riservata ai soli iscritti FAI), la Motonave Topazio e le officine. La Navigazione Lago Maggiore è un’eccellenza aronese e poter visitare il suo cantiere, le sue officine e vedere da vicino le varie navi è un’opportunità unica.

SERRAVALLE SESIA (VC)

Santuario di Sant’Euseo

Il maestoso Santuario di Sant’Euseo sorge a settentrione del paese di Serravalle Sesia. La grande opera di ampliamento dell’edifico iniziò nel 1619: il parroco don Giorgio Avondo diede avvio all’ingrandimento dell’antico tempietto affrescato con dipinti del secolo XV, che non venne distrutto, ma incorporato nella nuova fabbrica. Durante i lavori di costruzione della nuova chiesa vennero rinvenute le reliquie di Sant’Euseo, ufficialmente santificato nel 1625 da Urbano VIII. Nel 1667 venne aggiunto il grazioso porticato, sostenuto da colonnine di serizzo bianco, mentre nel 1778 venne costruito il maestoso pronao esàstilo, il cui timpano triangolare è sorretto da sei colonne di finto marmo verde. Nel 1931 la vecchia rampa di accesso venne trasformata in una grandiosa scalinata di granito bianco delle cave di Alzo. In occasione delle Giornate FAI verrà proposta la visita all’interno del Santuario, solitamente chiuso al pubblico. Si potrà scendere nella cripta posta sotto l’altare maggiore, dove da oltre tre secoli sono conservate le reliquie del Santo in un’artistica urna.

TRINO (VC)

Palazzo Paleologo

Il borgo nuovo di Trino è già menzionato dal 1101. I secoli XII e XIII, per l’invidiabile posizione geografica e la fiorente economia, vedono il borgo continuamente al centro di accese contese tra i signori del Monferrato e il Comune di Vercelli. Il Palazzo fu costruito nel XII secolo dagli Aleramo e insiste nel territorio un tempo del Marchesato del Monferrato che comprendeva anche il territorio casalese. Passò quindi ai Paleologo e ai Gonzaga. L’edificio mostra una corte rettangolare porticata, addossata alle mura di cinta. L’ala settentrionale fu demolita nel 1959. Nel corso dei secoli i suoi saloni, un tempo ricchi di decorazioni pittoriche, sono stati adibiti a magazzini, botteghe, scuderie e guarnigioni militari. Il restauro del 2006 ha restituito al palazzo l’immagine attuale. In occasione delle Giornate FAI di Primavera, al termine dei turni di visita, verrà presentato alle ore 18 nella manica del Castello il volume “Devozione In Risaia” (edito da Donne & Riso) in collaborazione con la Delegazione FAI di Vercelli.

Anche i Beni del FAI in Piemonte – Castello della Manta a Manta (CN), Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) e Villa Flecchia e Collezione Enrico a Magnago (BI) – partecipano alla grande festa delle Giornate di Primavera e saranno aperti eccezionalmente a contributo libero.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 20 al 26 marzo la Rai sarà nuovamente in prima linea a sostegno del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Come dichiara la Presidente Rai Marinella SoldiLa Rai da oltre dieci anni è al fianco del Fondo per l’Ambiente Italiano per valorizzare e tutelare la bellezza del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Anche quest’anno – attraverso radio, televisione e RaiPlay – vogliamo sensibilizzare il pubblico supportando la campagna di raccolta fondi per i Beni del FAI, tra ville, castelli, boschi, abbazie e torri. Crediamo in un servizio pubblico che sappia raccontare l’arte e la storia del nostro Paese con passione e competenza”.

Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2023, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

Elenco completo dei luoghi aperti in PIEMONTE e modalità di partecipazione all’evento su:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=PIEMONTE

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura, di Regione Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.

Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso in questa occasione l’apertura di suoi beni.

Grazie alla Direzione centrale degli Affari dei Culti e l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno per aver concesso l’apertura della Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino a Palermo.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 sono possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:

Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da dodici anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili – esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico – e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani.

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell’evento dal 2020.

Edison, azienda energetica da sempre vicina al FAI e impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, Sponsor dell’evento, accompagna il FAI nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Per questa edizione aprirà al pubblico la Centrale Idroelettrica di Meduno (PN), l’Impianto Eolico a Santa Luce (PI) e lo storico Palazzo Edison a Milano.

Grazie anche a Poste Italiane, realtà unica in Italia per storia, dimensioni e presenza capillare sul territorio. L’Azienda, che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Paese, è stata vicina al FAI in diverse occasioni e quest’anno, per la prima volta, è Sponsor dell’iniziativa.

Grazie di cuore alla Rete dei Volontari del FAI: 131 Delegazioni, 107 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 8 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 15.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Al Mao il poemetto Kumarjiv

 

MAO Museo d’Arte Orientale
via san Domenico 9, Torino

Venerdì 24 marzo ore 16.30

Il MAO è lieto di ospitare venerdì 24 marzo alle 16.30 la presentazione del poemetto Kumārjīv, a cura della prof. Alessandra Consolaro, UniTO.

Nel poemetto omonimo del poeta hindi Kunwar Narain (1927-2017), il grande traduttore Kumarjiv (in sanscrito Kumārajīva), vissuto a cavallo tra la lingua sanscrita e quella cinese sedici secoli prima di noi, diventa un soggetto poetico, che consente al lettore di ripensare l’interazione tra storia, attività intellettuale e poesia.

Kumarjiv è il traduttore prototipico che comunica il messaggio buddhista in un contesto interculturale. È ricercatore, conoscitore e commentatore, ma non vuole essere un “maestro”. Da un lato, la sua vita è ilprototipo dell’infinita ricerca umana della verità.

Allo stesso tempo il Kumarjiv di Kunwar Narain è cittadino del mondo, nato fuori dal subcontinente indiano, ma capace di fare di una lingua e di una religione indiana la sua casa. Non da ultimo, Kumarjiv esplora la tensione e la ricerca di una soluzione nella dicotomia tra vita mondana e vita intellettuale/spirituale, trovando un equilibrio e una conciliazione tra due stili di vita apparentemente contrapposti. Kumarjiv così come reso da Kunwar Narain è un individuo, la cui attività di traduzione è il risultato di una scelta personale, che gli concede una percezione molto profonda dell’essenza della traduzione: entrare nel mondo dell’altro aprendo la porta della lingua è come costruire un sentiero di illuminazione tra due culture. È la celebrazione di una profonda amicizia tra due lingue e culture, senza fusione, senza dominio di una sull’altra e senza rivendicazioni di perdite o guadagni, solo un incontro festoso. Questa traduzione italiana presenta uno spaccato di un viaggio di traduzione e poesia lungo la Via della Seta della storia.

Ingresso libero.

Biennale Democrazia, dal 22 marzo “Ai confini della libertà”

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Ottava edizione


Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo 2023, a Torino. Più di 220 relatori dal mondo per oltre 100 appuntamenti  in 17 sedi in città e 4 percorsi tematici

Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo torna a Torino Biennale Democrazia, manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino, ideata e presieduta da Gustavo Zagrebelsky, che dal 2009 si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Giunta quest’anno all’ottava edizione, il cui titolo è Ai confini della libertà, ha come obiettivo è tornare a riflettere sul complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società. La manifestazione accoglie oltre cento incontri, più di duecentoventi ospiti italiani e internazionali, cinque mostre e il contributo di circa centocinquanta volontari. Come ogni anno, gli eventi saranno registrati e resi disponibili sul sito della manifestazione.
In cinque giorni, una riflessione a partire da quattro itinerari tematici, quattro diverse prospettive per discutere e ragionare assieme attorno ai grandi temi che riguardano la libertà, a cui quest’anno si andranno ad aggiungere le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole di ogni ordine e grado, e Democrazia Diffusa, realizzata in sinergia con le realtà culturali del territorio.
Per rappresentare la libertà e i suoi confini, è stata scelta l’opera Red Square, parte del progetto Spectrum, dell’artista Federica Landi, grazie alla collaborazione con CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia di Torino.Il programma di Ai confini della libertà  
L’edizione 2023 si apre mercoledì 22 marzo alle ore 17.30 al Teatro Carignano con un dialogo dal titolo Come nasce una dittatura fra la giornalista e attivista turca Ece Temelkuran e la reporter e scrittrice Francesca Mannocchi. Nella stessa giornata, Mannocchi sarà ospite presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno per condividere con i detenuti la sua esperienza a Kiev. Biennale Democrazia avvia così un ciclo di incontri che pone l’attenzione sul carcere, cioè sul luogo in cui, per definizione, la libertà è limitata. La giornata inaugurale si chiude alle OGR Torino con Il giorno del giudizio, spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo, che indaga la figura del giudice.L’ottava edizione di Biennale Democrazia prevede un programma ricchissimo che si sviluppa lungo le direttrici dei quattro percorsi tematici: Liberi tutti!, una riflessione su come le società democratiche affrontino le sfide imposte dai nuovi sconvolgimenti sociali; Conflitti di libertà, un’indagine sulle questioni geopolitiche più attuali, dentro e fuori l’Europa; La libertà come format, un ragionamento sul deterioramento del dibattito pubblico; Immaginare la libertà, un momento per ripensare al futuro attraverso l’arte e la letteratura.Tra gli ospiti internazionali, oltre la già citata Ece Temelkuran: l’esperto di politica e cyberspazio Stéphane Grumbach; Rahel Jaeggi, filosofa della scuola di Francoforte; Xavier Tabet, italianista da Parigi; Isabelle Ferreras, filosofa, autrice del Manifesto del lavoro; l’economista dell’ILO Uma Rani; lo storico e politologo Jean-François Bayart; il filosofo e storico Mikhail Minakov; lo storico Bohdan Shumylovych; e per finire l’archeologo di fama internazionale David Wengrow.

Inoltre, i tanti ospiti italiani: Amedeo Balbi, Alessandro Barbero, Alice Borgna, Luca Bottura, Annalisa Camilli, Barbara Carnevali, Maria Chiara Carrozza, Matilde Cassani, Carolyn Christov-Bakargiev, Gherardo Colombo, Francesco Costa, Silvana Dalmazzone, Serena Danna, Giancarlo De Cataldo, Concita De Gregorio, Ida Dominijanni, Federico Faloppa, Marianna Filandri, Francesco Filippi, Marcello Flores, Paolo Flores d’Arcais, Francesco Frisari, Franco Gabrielli, Enrico Galiano, Ilaria Gaspari, Vera Gheno, Massimo Giannini, Daniele Giglioli, Paolo Giordano, Enrico Giovannini, Elena Granaglia, Maria Laura Lanzillo, Davide Livermore, Simona Malvezzi, Francesca Mannocchi, Massimo Mantellini, Fabrizio Maronta, Fabio Merlini, Matteo Nucci, Damiano Palano, Antonio Pascale, Valentina Pazé, Laura Pepe, Mauro Pescio, Simone Pieranni, Carlo Pietrini, Veronica Raimo, Enrica Rigo, Vanessa Roghi, Silvia Romani, Cecilia Sala, Matteo Saudino, Igiaba Scego, Simonetta Sciandivasci, Luca Scuccimarra, Antonio Scurati, Giorgia Serughetti, Walter Siti, Luca Sofri, Valdo Spini, Sofia Ventura, Paola Viganò, Stefano Visentin, Chiara Volpato, Loris Zanatta.

L’evento di chiusura dell’ottava edizione di Biennale Democrazia sarà domenica 26 marzo alle ore 21 alle OGR Torino con lo spettacolo Mosca 1966. Processo alla letteratura, di e con Ezio Mauro.

Gli spettacoli e gli eventi speciali 
Il programma di Biennale Democrazia si arricchisce anche di numerosi eventi e spettacoli. Tra i tanti, sono attesi a Torino sabato 25 marzo anche Fedez e Luis Sal, con il loro famosissimo podcast Muschio Selvaggio, che avrà come ospite speciale Gustavo Zagrebelsky. Kento, Lucariello, Oyoshe e Oltre le barre Crew si esibiranno all’Hiroshima Mon Amour in un concerto e dj set dal titolo Portami là fuori – Rap fuori le s{barre}. Al teatro Gobetti va in scena Songs of Freedom dell’Accademia dei Folli, uno spettacolo sull’intima connessione tra musica e libertà. Arriva a Torino per Biennale Democrazia anche il podcast originale RaiPlay Sound di Mauro Pescio Io ero il milanese, live a Off Topic nella serata del 23 marzo. Sabato 25 marzo, infine, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano ospita un progetto speciale: una sonorizzazione dal vivo di Andrea Costa del film muto del 1912 I Mille di Alberto Degli Abbati, nell’ambito della mostra Hero. Garibaldi icona pop.

Il programma completo e tutte le informazioni logistiche e sui biglietti sono disponibili sul sito
www.biennaledemocrazia.it

 

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

Dicesi “Family” In mostra alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi

Settant’anni di storia della famiglia negli scatti in bianco e nero del grande Elliott Erwitt

 Fino all’11 giugno

I cani, fra i temi più fotografati nella sua lunghissima carriera. A loro ha dedicato 4 dei suoi oltre 40 libri a tema fotografico. Non c’è quindi da stupirsi del soggetto preso a pubblico manifesto della mostra a lui dedicata, fino al prossimo 11 giugno, dalla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi. Siamo a New York, 1974. Lo scatto, catturato (alla Cartier-Bresson) nel suo più indifferibile “attimo fuggente” ci mostra gli stivali alti e lucidi di un’elegante (si presume) signora dal lungo soprabito, alla sua sinistra un buffo e simpatico cagnolino agghindato per le feste e alla sua destra le lunghe zampe di un cagnolone di alta taglia. Iconico e ironico trio. Anche questa è “Famiglia”.

Una delle mille sfaccettature in cui s’è evoluto nel tempo il concetto (ed il termine) di “Famiglia”. O di “Family”, come racconta il titolo della mostra in cui passano settant’anni di carriera di un artista che ha fatto la storia fotografica del nostro Novecento. Parliamo dell’oggi 94enne Elliott Erwitt (al secolo Elio Romano Erwitz) nato a Parigi nel luglio del ’28, da genitori ebrei di origine russa ed emigrato nel ’39 negli States (dopo aver vissuto, fino al ’38, anche in Italia) a causa delle leggi razziali fasciste. Prodotta da “Next Exhibition” – in collaborazione con “SUDEST 57” e l’Associazione Culturale “Dreams”, con il patrocinio della “Città Metropolitana” di Torino – la mostra è a cura di Biba Giacchetti e ospitata nelle antiche Cucine della “Palazzina” di piazza Principe Amedeo a Nichelino. Gli scatti esposti sono stati selezionati dallo stesso Erwitt (fra i nomi di massimo prestigio della “Magnum Photos” cui aderì nel ’53 su invito dello stesso Robert Capa, socio fondatore, e di cui divenne presidente nel ’68 per tre mandati); fil rouge dell’intera esposizione le fotografie che, nel corso di sette decenni, meglio hanno descritto e rappresentato, in modo potente ma anche ironico e fantasioso e poetico, il sistema – famiglia.

Sempre sotteso alla ferma convinzione che “la fotografia – come sosteneva lo stesso artista– è il lavoro dell’anima”, compiuto in questo caso specifico su un tema che certamente ha avuto un’importanza determinante nella sua vita personale, visti i suoi quattro matrimoni, i sei figli e un numero di nipoti e pronipoti tuttora in divenire. “Come sempre Elliott Erwitt – spiega Biba Giacchetti – è voluto uscire dai canoni classici e sviluppare il concetto di famiglia in modo libero e provocatorio. Immagini romantiche si alternano a immagini di denuncia (come quella del ‘Ku Klux Klan’), fino alla ben nota ironia che vuole assolvere chi elegge a membro prediletto della propria famiglia l’animale più amato, che sia un cane, un maiale o un cavallo, e celebrare così con serietà e sorriso, il sentimento universale che ci lega a chi amiamo”. La “Family” è tante cose e ha tante chiavi di lettura per il fotografo americano.

E’ la tragedia della giovane first lady Jackie al funerale di Stato del marito e presidente degli Stati Uniti, JFK, assassinato a Dallas il 22 novembre del ’63, ma è anche la dolce intimità della mamma che osserva rapita la sua piccola Ellen, primogenita di Erwitt. Scatti, sempre rigorosamente in bianco e nero, che abbracciano il mondo. Ecco allora dalla Provenza (foto celeberrima) un nonno che, in bicicletta su un lungo infinito viale alberato trasporta il nipotino, entrambi con il tipico basco alla sghimbescia ben calato in testa, e, pinzate dietro, due baguettes oltre le quali (verso il fotografo?) si rivolge sbarazzino lo sguardo del bimbo; e poi ancora la non più giovane coppia irlandese colta di spalle a godersi la brezza e la bellezza del mare. Una vita insieme. La poesia in un fermo-immagine. Quella che ti guida per l’intera rassegna. Poesia e amore. Perché dove c’è amore, ci ricorda l’artista, “lì c’è famiglia”.

E, proprio su  questo concetto gli organizzatori hanno inventato il contest fotografico “MY FAMILY”. Fino al 28 maggio incluso il pubblico potrà inviare  a info@elliotterwitt.it la foto della propria famiglia. Tutte le foto verranno inserite in un album sulla pagina facebook di “Next Exhibition”, oltre ad essere esposte nella sala didattica in mostra alla “Palazzina di Caccia”. La foto più votata dagli utenti su facebook sarà stampata ed esposta ufficialmente sempre nell’area didattica della mostra, mentre l’autore dello scatto potrà accedere gratuitamente a tutte le esposizioni realizzate in Italia da “Next Exhibition” fino a fine 2023.

Gianni Milani

“Elliott Erwitt. Family”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.elliotterwitt.it

Fino all’11 giugno

Orari:dal mart. al ven. 10/17,30 ; sab. e dom. 10/18

Nelle foto:

–       USA. New York City, 1974

–       USA. Arlington, Virginia, Jacqueline Kennedy at John F. Kennedy’s funeral, 1963

–       France. Provence, 1955

–       Ireland, 1964

La meridiana che non segna l’ora

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Torino, bellezza, magia e mistero / Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume?

Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo 1: Torino geograficamente magica
Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo  3: I segreti della Gran Madre
Articolo 4: La meridiana che non segna lora
Articolo 5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo 7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo 9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo 10: Torino dei miracoli



Articolo 4: La meridiana che non segna lora


Passeggiare per Torino è così, non sai mai che mistero puoi incontrare una volta girato langolo. Se siete per caso nei pressi di Palazzo Reale e svoltate verso sinistra vi ritroverete vicino al Duomo, il principale centro di culto cattolico della città, ma anche lennesimo edificio in cui si nasconde una leggenda da raccontare. Il fabbricato si trova nella zona storica di Torino, quasi adiacente al teatro romano dellantica Julia Augusta Taurinorum. Inizialmente nellarea si ergevano tre chiese paleocristiane, forse edificate sulla base di templi pagani preesistenti, e dedicate a San Salvatore, Santa Maria in Campo e San Giovanni Battista. Le tre chiese vennero demolite tra il 1490 e il 1492, al contrario della torre campanaria che, terminata nel 1469,  non venne minimamente toccata, e resta ancor oggi ben visibile a fianco del Duomo. Il 22 luglio 1491 Bianca di Monferrato, reggente di Casa Savoia, posò la prima pietra delledificio religioso, dedicato a San Giovanni, patrono della nostra città. La costruzione venne affidata ad Amedeo de Francisco da Settignano, il quale vi si dedicò fino alla morte, avvenuta nel 1501. Il Duomo fu completato nel 1505 e nello stesso anno, il 21 settembre, fu consacrato. Durante il Seicento venne portato avanti un progetto di ampliamento della struttura, in modo da creare un ambiente degno per la conservazione della Santa Sindone. Si iniziò con un progetto di Bernardino Quadri, basato su alcune correzioni che egli stesso aveva apportato agli studi precedenti di Carlo di Castellamonte. Tuttavia nel 1667 il compito di concludere ilavori venne affidato a Guarino Guarini, già attivo in molti altri cantieri piemontesi, tra cui la non lontana Chiesa di San Lorenzo. Ledificio si presentava allesterno maestoso ed imponente, allinterno, invece, sbalordiva i visitatori con i preziosi giochi cromatici dei marmi che da neri andavano via via schiarendosi verso lalto. Carlo Alberto I volle impreziosire ulteriormente la costruzione e ordinò a Luigi Cagna di eseguire una copia dellUltima Cena, da porre sulla controfacciata della chiesa, unico punto in cui era possibile ancorare unopera da 900 Kg. Anche il campanile, in forme romaniche, venne in seguito modificato, questa volta per volere di Vittorio Amedeo II, ad opera di Juvarra, che lo sopraelevò di ben 12 m, portando la torre campanaria ad unaltezza complessiva di 60 metri, nel 1720. Il Duomo oggi si mostra come una struttura rinascimentale inconfondibile nel panorama cittadino. Allesterno il bianco marmoreo della facciata principale risplende ai raggi del sole, e il gioco di luci e ombre che si crea rende ancora più visibili gli altri elementi architettonici lì presenti, quali i tre portoni, il timpano che sovrasta  lingresso mediano e le due volute laterali. Linterno, severo, è costruito su pianta a croce latina e diviso in tre navate, lunghe 40 metri, le due laterali di 5,80 m., quella centrale di 9,50 m.

Decorata ai lati da numerose cappelle, a cui lavorarono artisti di pregio, la cattedrale ospita nel transetto destro il grande organo a trasmissione meccanica costruito nel 1874, strumento che ne sostituisce un altro del 1741. Lelemento più discusso del complesso è la Cupola del Guarini, definita da costoloni che si intrecciano frantumando la superficie del soffitto e precisata dalla luce diffusa per mezzo di numerose finestre che emergono curiosamente all’esterno della struttura, dove il tamburo è recinto da una linea sinuosa che racchiude i finestroni. La mirabile opera venne pesantemente danneggiata dallincendio dell11 aprile 1997, ed è stata oggetto di un restauro ricostruttivo di particolare difficoltà; la riapertura al  pubblico risale al 27 settembre 2018. La maestosità delledificio del Duomo nasconde un dettaglio singolare: sulla parete destra -arrivando dalla Piazzetta Reale- appare una meridiana dallaspetto non comune. Si tratta di una meridiana zodiacale, meglio qualificata come planetaria. Essa appartiene alla piùantica concezione di meridiane, utilizzate già tempo addietro dai Babilonesi, dagli Ebrei e dagli Egizi. Questa tipologia di oggetti presenta al posto dei numeri i dodici segni astrologici, poiché la tradizione vuole che ad ognuna delle dodici ore corrisponda linfluenza di un pianeta. Anche laspetto della meridiana è piuttosto insolito, con il quadrante costituito da una croce: lasta verticale è una freccia che punta verso il basso, Capricorno-Cancro; lasta orizzontale congiunge Ariete e Bilancia. I segni ai vertici coincidono con linizio delle stagioni e ne determinano il ciclo: 21 marzo – Ariete; 21 giugno- Cancro; 23 settembre – Bilancia; 22 dicembre – Capricorno. Lasta centrale congiunge il Capricorno, segno di Gesù, con il suo ascendente, il Cancro. Lincrocio delle due assi rappresenta il Cristo, centro dellUniverso.

Tale meridiana zodiacale può anche essere intesa, in chiave esoterico-cristiana, come una sorta di talismano, formato dai quattro elementi da cui è nato tutto luniverso: la terra è il lino in cui è avvolto Gesù; laria è il tempo da lui impiegato per giungere fino a noi; lacqua sono i viaggi che egli ha dovuto compiere; il fuoco è la fiamma energetica della Resurrezione. Le due interpretazioni si sovrappongono e conferiscono una doppia energia alloggetto. Il talismano ha dunque sia forza intrinseca che estrinseca, infatti esso viene caricato dalla fede dei fedeli che venerano la Sindone, e si crea così uno scambio energetico in più direzioni, dallinterno verso lesterno e viceversa, ossia dalla Sindone verso Torino e dalla Sindone verso ciascun fedele. Tuttavia il discorso sui segni zodiacali non termina qui. Larchitetto Enrico Castiglioni (1914-2000), uno dei membri fondatori del CIDA, (Centro Italiano Discipline Astrologiche), intraprese uno studio secondo il quale ad ogni zona torinese sarebbe associato  un elemento zodiacale. Egli divise la mappa della città in una raggiera a dodici quadranti, con centro in piazza Castello, allo scopo di evidenziare il nesso tra la porzione di città selezionata nei vari spicchi, le attività che lì si svolgono e le persone che vi abitano, con le caratteristiche del segno zodiacale corrispondente. Ad esempio allAriete, che è il segno piùmaschile, collegato allelemento fuoco, che a sua volta rimanda a Marte, dio greco della guerra, corrisponde la zona di Madonna di Campagna, territorio caratterizzato dalla presenza di molte industrie metallurgiche. Ed ecco come continua lelenco: al Toro, segno di elevazione dellanima, è affine lasse di Corso Regina Margherita (dove c’è una moltitudine di chiese); ai Gemelli si accorda la zona che va da Corso Francia a Borgata Parella, area propizia per intellettuali, commercianti e occultisti; al Cancro fa riscontro il territorio di Borgo San Paolo; al Leone, segno di comando, spetta la Crocetta, dove sta la crème de la crème della città; la Vergine è in simmetria con  il settore di Porta Nuova, Corso Massimo fino agli ospedali; alla Bilancia soddisfa piazza Maria Teresa, verso Valsalice, luogo in cui è larte a farla da padrone; allo Scorpione, segno magico per eccellenza, aderiscono piazza Castello, via Po e la Gran Madre; al Sagittario compete la Mole Antonelliana; al Capricorno, segno che governa lAldilà, ben si adatta la zona dei cimiteri; all Acquario tocca  la Barriera di Milano: il segno è collegato alla speranza, e nel territorio le molte autostrade possono essere intese come frecce che puntano verso il destino; affine ai  Pesci è la  Falchera, là dove vivono assembramenti di persone semplici ma autentiche. Davanti allo zodiaco ci comportiamo tutti allo stesso modo, come di fronte alloroscopo, nessuno ci crede ma tutti lo leggiamo.

Alessia Cagnotto