CULTURA- Pagina 145

A scuola (online) con il Salone Internazionale del Libro

Una nuova sezione ad hoc sul sito del Salone: consigli, contenuti originali, pillole video, progetti e grandi classici fruibili gratuitamente per aiutare studenti e docenti

 

SalTo per la Scuola è un progetto con cui il Salone Internazionale del Libro di Torino vuole provare a stare vicino agli insegnanti e agli studenti in questo periodo difficile. Lo fa mettendo in campo alcuni contenuti utili da affiancare alla didattica e costruendo una rete con i progetti e le realtà con cui da anni lavora per promuovere i libri, la lettura e la cultura.

 

In questi giorni complessi, durante i quali la scuola è chiamata a nuove sfide a distanza, l’universo di SalTo Diventi – lo spazio dedicato alla scuola e alle nuove generazioni sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo – incontra quindi il mondo di Adotta uno scrittore – il progetto con cui Salone, grazie al contributo dell’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria del Piemonte con la Fondazione con il Sud, porta gli autori italiani contemporanei nelle scuole e nelle carceri italiane – e la rete di autori della Scuola Holden. L’obiettivo è comune e importantissimo: continuare a coltivare la relazione e lo scambio, preservare quelle piccole comunità che sono le classi. Per riuscirci, occorre mettere in campo tutti gli strumenti possibili.

 

SalTo per la Scuola è dunque una sezione del sito del Salone in cui, a partire da oggi e poi nelle prossime settimane, confluiranno materiali diversi: lezioni, approfondimenti e link utili per i docenti. I materiali sono divisi in tre aree specifiche e una pagina che raccoglie progetti e attività dei partner del Salone.

 

1. Le lezioni del Salone

Si inizia oggi, giovedì 30 aprile, con una lezione di Alessandro Barbero sul senso della storia e sul perché è importante studiarla. Partendo da Sofocle e Tucidide fino ad arrivare ai giorni nostri. Poi, una lettura di Isabella Ragonese delle poesie di Guido Gozzano, intervallate da alcuni interventi critici dell’italianista Chiara Fenoglio. Per i più piccoli, poi – e in omaggio al grande scrittore, amico del Salone e dal Salone profondamente amato, recentemente scomparso – verrà riproposto l’incontro con Luis Sepúlveda dedicato alla Gabbianella e il gatto e ad altri racconti per ragazzi.

 

2. Adotta uno scrittore a distanza

Adotta uno scrittore prosegue a distanza. Diversi autori continuano a tenersi in relazione con i ragazzi delle scuole, incontrandoli via web in diretta o mandando video-lezioni. Tutti i video delle adozioni saranno resi disponibili anche alle classi che non partecipano al progetto.

 

3. Maestri di classici: Holden Classics si trasferisce online

Proseguono anche gli incontri del progetto Holden Classics, rivolto alle scuole superiori e a cura della Scuola Holden. In collaborazione con il Salone, dalla metà di aprile le lezioni saranno online e a disposizione di tutti: l’obiettivo è riuscire ad “addomesticare” alcuni mostri sacri della letteratura con l’aiuto di autori e insegnanti della Holden. Ognuno di loro sceglie un grande classico che ama e, in una video-lezione, racconta agli studenti tutto quel che sa di quel libro, cosa ha trovato di magico e potente in quelle pagine e perché valga la pena leggerlo.

 

Le nostre segnalazioni

Molti dei partner con cui ogni anno il Salone Internazionale del Libro di Torino costruisce il suo programma stanno lavorando per aiutare i docenti. Su una pagina dedicata del sito verranno quindi raccolti alcuni progetti utili e interessanti. Dai webinar rivolti ai docenti che la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo organizza con il progetto Riconnessioni dall’inizio dell’emergenza alle lezioni che i Piccoli Maestri stanno organizzando per aiutare i docenti col programma di letteratura italiana così come giochi di ludolinguistica sul web promossi dai Comix Games. Per i ragazzi delle scuole medie ed elementari, ancora, il Crucivirus, curato da Xkè? Il laboratorio della curiosità.

 

Un invito alle scuole primarie a partecipare alla giuria del Silent Book Contest Junior

Il premio Silent Book Contest 2020 – Gianni De Conno Award, il primo concorso internazionale dedicato ai libri senza parole apre una nuova sezione Junior. Accanto alla Giuria Internazionale ci sarà infatti una giuria di bambini. Il Salone invita le classi terze e quarte della scuola primaria a candidarsi come giurati.

Il 4 maggio inaugurerà inoltre la Mostra Virtuale dei 12 finalisti SBC 2020 visibile anche sul sito del Salone Internazionale del Libro di Torino e su quello della Bologna Childrenʼs Book Fair – Special Edition che si apre proprio il 4 maggio.

 

Contenuti in continuo aggiornamento

Le varie sezioni di SalTo per la Scuola saranno aggiornate ogni settimana, con nuovi contenuti e rinnovati progetti, per rimanere costantemente in contatto con studenti, docenti e il suo pubblico in generale.

 

Nel presskit digitale è disponibile il comunicato stampa completo di ulteriori dettagli e l’indicazione precisa dei contenuti disponibili da oggi e nelle prossime settimane, nonché l’immagine guida dell’iniziativa.

 

La sezione SalTo per la Scuola è disponibile da oggi, giovedì 30 aprile, al link:

www.salonelibro.it/ita/news/salto-per-la-scuola.html

“Il Piave mormorava…”

Tutto ebbe inizio nel mese di maggio /  Soldati di Terra e di Mare. L’ora solenne delle rivendicazioni nazionali è suonata. Seguendo l’esempio del mio Grande Avo, assumo oggi il comando supremo delle forze di terra e di mare con sicura fede nella vittoria, che il vostro valore, la vostra abnegazione, la vostra disciplina sapranno conseguire.

Il nemico che vi accingete a combattere è agguerrito e degno di voi. Favorito dal terreno e dai sapienti apprestamenti dell’arte, egli vi opporrà tenace resistenza, ma il vostro indomito slancio saprà di certo superarlo. Soldati a voi la gloria di piantare il tricolore d’Italia sui termini sacri che la natura pose ai confini della Patria nostra. A voi la gloria di compiere, finalmente, l’opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri“. Così parlò dal Gran Quartier Generale il Re d’Italia,Vittorio Emanuele III, con un discorso gonfio di retorica. Era il 24 maggio 2015, un lunedì, giorno dedicato alla Beata Vergine Maria Ausiliatrice. Erano passati dieci mesi dall’agosto del 1914 che aveva segnato l’inizio del conflitto. Il ”maggio radioso”, come viene spesso chiamato il periodo che prelude all’entrata in guerra dell’Italia, fu un mese di fermento diplomatico e di forte tensione politica. Il fervore interventista si concretizzò in manifestazioni di tutte le piazze della penisola e D’Annunzio arringava la folla e la incitava contro Giolitti, fautore della linea della neutralità. L’Italia era ormai prossima a rompere l’antico patto con Austria e Germania e a entrare in guerra a fianco dell’Intesa, secondo i piani segreti firmati a Londra il 26 aprile del 1915.

I primi fanti marciarono contro l’Austria proprio quel giorno, oltrepassando il confine, “per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera“.Iniziava così, anche per l’Italia, la “Grande guerra”. L’Italia, incurante del patto sottoscritto fin dal 1882 (Triplice Alleanza) con l’Austria-Ungheria e la Germania, decise di entrare in guerra cambiando alleanza e schierandosi con la Triplice Intesa, formata da Francia, Inghilterra e Russia. La Triplice Alleanza era un trattato di carattere puramente difensivo, che prevedeva il reciproco aiuto in caso di invasione esterna. Questa clausola permise all’Italia, visto che l’Austria aveva dichiarato guerra alla Serbia senza avvisarla, di rimanere neutrale allo scoppio del conflitto. Dopo essersi dichiarata tale l’Italia decise successivamente di schierarsi a fianco dell’Intesa contro gli Imperi centrali (Austria-Ungheria, Germania e Impero Ottomano). La vittoria, secondo l’accordo, avrebbe garantito all’Italia il Trentino e il Sud Tirolo, con il confine al Brennero; Trieste e l’Istria fino al Quarnaro, ma senza Fiume; la Dalmazia, una sorta di protettorato sull’Albania e compensi indefiniti in caso di disgregazione dell’Impero Ottomano e di guadagni coloniali da parte inglese e francese. Il comando supremo delle operazioni venne affidato al generale Luigi Cadorna.

Tre erano le zone del teatro di guerra italiano: Trentino, Cadore e  la valle dell’Isonzo, nella Carnia. Un compito piuttosto  difficile dal momento che il confine italiano era lungo oltre 600 chilometri ed era molto vulnerabile. Il confine col Trentino era decisamente montuoso, favorevole alle posizioni austriache, lì ben fortificate, come pure in Cadore e in Carnia, dove il fronte correva lungo la displuviale delle Alpi.Diversa era la situazione sull’Isonzo: da Tolmino al mare Adriatico, le Alpi presentavano una serie di bassi altopiani, che favorivano la difesa, ma consentivano anche di attaccare in forze, aprendo la via verso obiettivi strategici di grandissimo interesse: Trieste, la pianura di Lubiana e, infine, Vienna. Delle 35 divisioni a disposizione, Cadorna decise di destinarne sei alla I° armata che si trova verso il Trentino, cinque alla IV° armata in Cadore, due al corpo d’armata della Carnia e quindici alle armate II° e III° , destinate a sferrare l’attacco decisivo da Tolmino al mare (a cui se ne aggiunsero  altre sette). Il grosso delle forze era dunque concentrato sul fronte dell’Isonzo, che diventò presto un simbolo della difficile guerra di logoramento italiana. E che, successivamente venne impresso nel fuoco con un nome tragicamente noto: Caporetto! Fatto sta che quel giorno di centotre anni fa iniziava il conflitto che sarebbe costato al mondo milioni di morti in quella l’allora pontefice , Benedetto XV, in una lettera ai “capi dei popoli belligeranti” che porta la data del 1° agosto 1917 definì “l’inutile strage”. Un’espressione la cui carica profetica risuonerà per tutto il XX secolo e che anche oggi risulta drammaticamente attuale.

Marco Travaglini

 

I libri più letti e commentati nel mese di aprile

Torna, puntuale, l’appuntamento con i libri più letti e commentati nel gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri.

Tra i titoli più discussi del mese troviamo, al primo posto, La sedia vuota di Jeffrey Deaver, che continua a  convincere i lettori per la forza delle descrizioni e il carattere avvincente della trama; secondo posto per Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, capolavoro del compianto Luis Sepulveda, autore molto amato e sempre presente nei post del gruppo; terzo posto per La città dei ragazzi, di Eraldo Affinati, lettura “di nicchia” ma che ha saputo incuriosire i membri del nostro gruppo con un interessante scambio di opinioni sui libri destinati ai lettori più giovani.

Torna la rubrica sui consigli delle librerie: questo mese a suggerire tre imperdibili letture, tocca alla Libreria Bianca & Volta di Riccione che propone La manutenzione dei sensi, di Franco Faggiani (Fazi editore), perché con delicatezza e sensibilità racconta come sia possibile affrontare le difficoltà più grandi, lasciandoci un senso di leggerezza e amore per la vita; La tigre, di Polly Clark (Atlantide edizioni), particolare, bellissimo e intenso; infine l’albo illustrato L’anima smarrita (Topipittori), scritto da Olga Tokarczuk, Nobel per la letteratura, che con poesia ci ricorda quali sono le cose davvero fondamentali della vita.

 

Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese abbiamo preso in esame tre romanzi ambientati nelle vecchie colonie: Una casa per Mr Biswas, di V.S. Naipaul, bizzarro e divertente romanzo di formazione “al contrario” ; il profondo  “prequel” di Jane Eyre Il Grande Mare dei Sargassi, di Jean Rhys il malinconico e struggente Il Nocciolo della Questione, di Graham Greene.

Per questo mese è tutto, ci rileggeremo il mese prossimo!

 

Podio del mese

La sedia vuota, Deaver (BUR) – Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Sepulveda (Guanda) –  La città dei ragazzi, Affinati (Mondadori)

 

Time’s List of the 100 Best Novels:

Una casa per Mr Biswas, Naipaul (Adelphi) – Il grande mare dei Sargassi (Adelphi) – Il nocciolo della questione (Fanucci)

 

Consigli della libreria

Libreria Bianca & Volta di Riccione

La manutenzione dei sensi, Faggiani (Fazi editore), – La tigre, Clark (Atlantide edizioni), L’anima smarrita, Tokarczuk (Topipittori).

 

Testi di Valentina Leoni, grafica e impaginazione di Claudio Cantini redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Raccontami una storia

Racconti, memorie, storie e ricordi su Facebook. “All’inizio è stato quasi un gioco. Per ingannare un po’ questo tempo dilatato che ci ha stravolto la vita. Invece, mano a mano che leggevo le vostre storie, ho capito che questo è in realtà molto di più.

È come se fossimo tutti seduti intorno al fuoco a raccontare e ad ascoltare” racconta Chantal Balbo di Vinadio, torinese, erede di una nobile  famiglia piemontese, scrittrice e artefice di una  bella e appassionante iniziativa letteraria su Facebook,  Raccontami una Storia, che in poco tempo ha raggiunto più 750 iscritti che scrivono, condividono e leggono con “amore e semplicità”.

Su questa pagina di produzioni narrative in clausura troviamo racconti divertenti ed ironici ma anche toccanti e profondi come quelli di Giorgio Vitari, autore del fortunato libro  Il Vestito nuovo del procuratore, memorie legate all’infanzia in campagna “dove la vita scorreva lenta con i ritmi delle stagioni”, tautogrammi (componimenti linguistici dove ogni parola inizia con la medesima lettera) dedicati al Covid che tra le righe ci parlano dello sconforto, della confusione e delle difficoltà che questa sorta di prigionia ci sta arrecando. Poi ci sono le mini-storie in 15 righe, l’attualissima spesa on-line un po’ inefficiente, storie di chi ha vissuto in paesi difficili come il Congo, memorie storiche dolorose, autobiografie a puntate e davvero molto altro. Scorrendo la pagina  Raccontami una storia si entra in un mondo di esperienze, di emotività, di testimonianze che probabilmente non sarebbero state scritte se non ci fossimo trovati in questa situazione, non avrebbero avuto voce. Questo è uno degli aspetti positivi di questa avventura che stiamo vivendo tutti insieme,  una opportunità per fermarsi, per rispolverare ricordi, per riflettere e scrivere di noi, della nostra vita, di quello che ci ha segnato e che ci fa riflettere; condividere attraverso la scrittura dunque non solo per raccontare fatti o prodotti della nostra fantasia ma anche per sentirci vicini, per umana solidarietà. Un modo garbato di usare Facebook, una modalità gentile e originale di vivere uno spazio condiviso “non per gridare, non per insultarsi ma per riscoprire il valore dei sentimenti e della nostra forza”.

Maria La Barbera

Il Lovers Film Festival lancia l’iniziativa Lovers on line

Si svolgerà dal 30 aprile al 4 maggio, nei giorni originariamente destinati all’edizione 2020.

Lovers on line #cimanteniamoinlinea è una rassegna cinematografica completamente gratuita pensata per continuare a restare in connessione con gli autori, il nostro pubblico e la comunità lgbtq+ in questo momento di emergenza sanitaria.

Ogni giorno, per i 4 giorni di rassegna, verranno messi online gratuitamente due lungometraggi (fiction e documentario) e due cortometraggi italiani passati sugli schermi del più antico festival sui temi LGBTQI (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa e terzo nel mondo nelle precedenti edizioni. I link gratuiti e visionabili per l’intero periodo (dalle ore 11:00 di giovedì 30 aprile fino alla mezzanotte di lunedì 4 maggio) saranno comunicati sul sito del Lovers Film Festival e sulle pagine Facebook e Instagram.

Fra i titoli selezionati: Riparo (Italia, 2007, 100′) di Marco Simon Puccioni con Maria De Medeiros e Antonia Liskova – il secondo lungometraggio del regista italiano presentato al Festival del Cinema di Berlino nel 2007 nella sezione Panorama, ha come tema centrale l’amore tra due donne, l’operaia Mara e la borghese Anna, e affronta efficacemente il tema della convivenza fra le diversità –  e Come mi vuoi di Carmine Amoroso con Enrico Lo Verso, Monica Bellucci, Vincent Cassel e Urbano Barberini: film d’esordio di Amoroso a tematica transgender che ha fra i suoi interpreti anche Vladimir Luxuria.

“Un festival di cinema è molto più della somma delle singole parti – sottolinea la direttrice del festival Vladimir LuxuriaE’ la sala piena e le luci che si spengono poco prima dell’inizio dei titoli di testa, è il pubblico che sfoglia un programma costruito con passione e competenza in mesi e mesi di ricerca, è la costruzione continua di un lessico culturale, è il lavoro imprescindibile di tutte le persone che compaiono nei titoli di coda, è la passione dei nostri volontari, è il pubblico, è un luogo dove essere comunità, è sentirsi plurali. Continuiamo il nostro lavoro fiduciosi di poterci rincontrare presto nelle nostre sale per continuare tutti i discorsi che avevamo iniziato. Cogliamo l’occasione – continua Luxuria a nome di tutto il gruppo di lavoro – per ringraziare con moltissimo affetto le autrici e gli autori che hanno deciso di aderire a questa iniziativa rendendo visibile gratuitamente il proprio lavoro”.

 

“I festival cinematografici sono una realtà importante del nostro Paese e siamo tutti al lavoro per trovare soluzioni – afferma Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema. In un momento di grandi cambiamenti dobbiamo tutti fare quadrato e portare avanti il bene comune. Sono convinto che anche il Lovers Film Festival ne uscirà rafforzato mantenendo salda la sua carica identitaria, in attesa che si riaprano le sale cinematografiche”.

 

“Il Museo Nazionale del Cinema in questo momento sta trasferendo online tutte le sue attività – racconta Domenico De Gaetano, Direttore del Museo Nazionale del Cinema. Il progetto Lovers on line #cimanteniamoinlinea è una bella iniziativa che conferma l’importanza del festival e il lavoro che la direttrice Vladimir Luxuria e il suo team stanno portando avanti, in attesa dell’evolversi della situazione”.

Il Lovers Film Festival dal 2005 è integrato nel Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiBACT, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino. www.torinocittadelcinema2020.it

Da Trieste a Lampedusa, “Premio Lattes Grinzane 2020”

Martedì 5 maggio, l’annuncio dei cinque finalisti e del Premio Speciale.  Oltre venti Giurie scolastiche

Monforte d’Alba E’ in dirittura d’arrivo il “Premio Lattes Grinzane” edizione 2020. Promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, sede a Monforte d’Alba, voluta e presieduta da Caterina Bottari Lattes in memoria e omaggio al grande marito Mario Lattes (fra i più importanti intellettuali del secolo scorso), il Premio “nasce dalle ceneri del Grinzane Cavour” travolto dai noti scandali del 2009 ed è rivolto alle opere di narrativa italiana e internazionale pubblicate in Italia, per quanto riguarda l’odierna edizione, fra il gennaio 2019 e il gennaio 2020.

Cinque, anche quest’anno, i romanzi finalisti. Quali? Lo si saprà il prossimo martedì 5 maggio. Annullata, causa emergenza sanitaria, la cerimonia di designazione già prevista nel mese di aprile in un appuntamento aperto al pubblico presso lo “Spazio Incontri” della Fondazione CRC di Cuneo, l’annuncio dei magnifici cinque e del vincitore del “Premio Speciale” ( assegnato a un’autrice o autore internazionale che, nel corso del tempo, si sia dimostrato meritevole di un condiviso apprezzamento di pubblico e di critica) avverrà a mezzo stampa e sulla pagina Facebook della Fondazione Bottari Lattes, sull’account Twitter @BottariLattes, oltre che sul sito www.fondazionebottarilattes.it. Dopo la selezione dei cinque romanzi finalisti da parte della Giuria Tecnica (presieduta da Gian Luigi Beccaria, linguista, critico letterario e saggista), la scelta del libro vincitore sarà affidata al giudizio degli studenti delle oltre venti Giurie Scolastiche diffuse in tutta Italia (a Torino, saranno impegnati gli studenti del Liceo Classico Statale “Massimo D’Azeglio”), da Trieste a Lampedusa. Continua dunque, nonostante tutto, l’affascinante viaggio del “Lattes Grinzane”. E in proposito afferma la presidente Caterina Bottari Lattes: “L’emergenza sanitaria ha costretto la Fondazione a sospendere gli appuntamenti culturali rivolti al pubblico, ma non a bloccare i progetti in corso, come appunto il ‘Premio Lattes Grinzane’, che continua il suo percorso e rimane in contatto con lettori, studenti, appassionati di libri e affamati di cultura”.
I vincitori delle passate edizioni del “Premio Lattes Grinzane” sono stati: Alessandro Perissinotto (Mondadori) nel 2019; Yu Hua (Feltrinelli) nel 2018; Laurent Mauvignier (Feltrinelli) nel 2017; Joachim Meyerhoff (Marsilio) nel 2016; Morten Brask (Iperborea) nel 2015; Andrew Sean Greer (Bompiani) nel 2014; Melania Mazzucco (Einaudi) nel 2013; Romana Petri (Longanesi) nel 2012 e Colum McCann (Rizzoli) nel 2011.

Per quanto riguarda invece il “Premio Speciale”, le precedenti edizioni sono state vinte da: Haruki Murakami (Giappone; Einaudi) nel 2019; António Lobo Antunes nel 2018 (Portogallo; Feltrinelli); Ian McEwan nel 2017 (Inghilterra; Einaudi); Amos Oz nel 2016 (Israele; Feltrinelli); Javier Marías nel 2015 (Spagna; Einaudi); nel 2014 Martin Amis (Gran Bretagna; Einaudi); Alberto Arbasino nel 2013 (Adelphi); Patrick Modiano) nel 2012 (Francia – Premio Nobel 2014; Guanda e Einaudi); Enrique Vila-Matas nel 2011 (Spagna; Feltrinelli).
Le giornate dedicate agli scrittori e alla loro premiazione sono previste per venerdì 9 e sabato 10 ottobre nelle Langhe.

Per info: tel. 0173/789282 – eventi@fondazionebottarilattes.it – WEB fondazionebottarilattes.it / TW @BottariLattes /YT FondazioneBottariLattes

g. m.

Nelle foto
– Caterina Bottari Lattes consegna il “Premio Speciale”, vinto nel 2018 dallo scrittore portoghese Antonio Lobo Antunes
– Il Castello di Grinzane Cavour

Cerimonie religiose vietate. Ma nei momenti bui la fede è conforto e coesione

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La decisione del governo di continuare a vietare le cerimonie religiose cattoliche e, penso, tutte le cerimonie religiose in generale, ha sollevato la protesta della Conferenza episcopale italiana, sconfessata dallo stesso Papa  Francesco  che ha sostenuto che si deve obbedire alla restrizioni del governo per la pandemia

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Si tratta di scelte che meritano una riflessione. La prima riguarda più in generale il modo in cui  oggi il fatto religioso è stato relegato ad elemento marginale, a cosa considerata a priori come opzionale, dimenticando  totalmente le ragioni dei credenti. La scelta del governo sancisce questa percezione del fatto religioso  in  cui la Chiesa è messa  sullo stesso piano di un museo o di un teatro. Le chiese nella storia dei popoli e dell’italiano in modo particolare, non sono solo dei locali magari artisticamente belli e storicamente importanti. Le chiese sono luoghi  di culto di cui la Messa e l’Eucarestia sono il momento più alto e come tali vanno considerati. Quando si vedono d’estate turisti che vogliono entrare a visitare una chiesa in abbigliamento non idoneo abbiamo un’idea di come non si abbia più rispetto del luogo religioso, visto esclusivamente come uno scrigno d’arte. E’  certo indispensabile usare la mascherina e i guanti e mantenere le distanze di sicurezza  anzi ,doveva essere fatto molto prima), ma privare i fedeli del conforto dei sacramenti viola lo stesso principio costituzionale della libertà di culto in modo ingiustificato.
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Significa manifestare  un implicito e rozzo materialismo che nega ogni valore al sacro. Posso liberamente accedere in tabaccheria a rifornirsi di sigarette, ma non in chiesa,appare qualcosa che stride anche di fronte alla logica. E ciò vale per tutte le confessioni religiose, ovviamente. Il virus ha fatto venire a galla una concezione  della vita che si limita a vedere la salvezza della propria pelle come unico vero valore, magari consentendo, sul versante opposto, l’eutanasia  proprio perché la vita biologica resta l’unico metro di giudizio. Anche Machiavelli e persino Gramsci vedevano nella religione un elemento “aggregativo” per un popolo. Sarebbe importante riprendere alcune loro riflessioni in merito. In particolare nei momenti bui, ogni religione è stata motivo di conforto e di coesione sociale. E’ la storia a dimostrarlo in modo inconfutabile. Un amico sacerdote di Alassio già molti anni fa mi metteva in evidenza come la tenuta sociale dell’ Italia sia in larga misura  dovuta al mondo cattolico  e ai suoi valori che si oppongono al nichilismo cinico pervadente.
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Mi sembra naturale che la CEI non potesse tacere ulteriormente, anche se il tono usato è apparso un po’ troppo forte e risentito. Va detto che una libera Chiesa in un libero Stato debba poter esercitare, pur con tutte le cautele necessarie, la sua attività pastorale. In questo caso va detto che sorge qualche dubbio sul fatto che viviamo in un libero Stato. I troppi e pasticciati decreti del presidente del Consiglio hanno leso principi costituzionali e hanno svuotato il ruolo del Parlamento.Illustri giuristi hanno lanciato l’allarme.  La smentita del documento della CEI da parte del Papa appare abbastanza singolare. Questo Papa, fin dall’inizio, ha dimostrato di non voler essere clericale e questo è un suo merito storico. Ha voluto vedere la religione come qualcosa di molto vicino ai problemi concreti dell’ uomo e anche in questa occasione ha voluto ribadirlo. Ma sorge legittimo il dubbio se anche il Papa non dia la dovuta rilevanza al fatto religioso. Appare un paradosso incredibile, ma qualche sospetto diventa legittimo. Certo la pandemia si sta rivelando un accadimento sconvolgente non solo per la morte e le sofferenze che semina, i drammi economici e sociali che provoca, ma anche i dubbi che determina.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

L’arte, i bambini e il Coronavirus

LA VITA DELLE NUVOLE  In viaggio con la fantasia, grazie al potere dell’arte di Andrea e Ancilla Bianconi

“Anci – così chiamo mia figlia – dove andiamo oggi?”
Mi risponde … “voglio fare il giro del mondo”.
“Da dove partiamo” le chiedo.

“Da Vicenza – mi risponde – dallo scivolo del parco giochi e poi andiamo a trovare il sole con tutte le nuvole.
E poi andiamo a salutare tutti gli abitanti delle nuvole”.

Abbiamo lavorato tre giorni, disegnando, tagliando, costruendo nuvole e ho scoperto che una nuvola può essere un lago per un’oca ed anche per una pecora.
Continueremo questo viaggio alla scoperta di altri mondi per incontrare il sole.

  Andrea Bianconi

Andrea Bianconi con la fantasia viaggia insieme alla figlia, la piccola Ancilla, e insieme sorvolano il mondo sulle nuvole. In questi giorni di permanenza a casa, per rispettare le misure di contenimento del Coronavirus, la creatività dell’artista contagia la fantasia della figlia e, insieme, realizzano grandi opere d’arte ispirate dalla condizione attuale. Non ci si può muovere, bisogna stare a casa, ma la mente no, lei può viaggiare e con essa la creatività che oltrepassa ogni limite, ogni barriera, ogni confine. Non aerei, ma soffici nuvole, su cui viaggiare in un fantastico giro del mondo. È la forza dell’arte che vince anche in questi difficili giorni e che diventa fattore di contagiosa positività.

L’idea di Andrea Bianconi verrà rilanciata da Casa Testori, invitando anche altri artisti a lavorare con i loro figli per regalare a tutti la loro freschezza, e spontaneità.

Sognando Venezia

Non possiamo andarci per il momento e non possiamo neanche specchiarci nell’acqua miracolosamente cristallina e pulita dei suoi canali, come abbiamo visto in televisione, sgombri da motoscafi, gondole piene di turisti, mercati galleggianti, melma e rifiuti ma, in attesa di tornarci, possiamo leggere qualche bel libro su Venezia

Uno di questi, pubblicato di recente, è “La splendida. Venezia 1499-1509”, di Alessandro Marzo Magno, Laterza. Alla fine del Quattrocento Venezia è una superpotenza europea, più o meno come oggi gli Stati Uniti o la Russia. Tutti la temono ma il suo essere tra i grandi d’Europa segna anche l’inizio della fine. Gli altri Stati italiani decidono di correre ai ripari alleandosi tra loro. Venezia sarà sconfitta dalle potenze europee della Lega di Cambrai nel 1509 e ridimensionata. La Serenissima è in lacrime, abbattuta dagli Stati europei che si sono coalizzati contro di lei.

Rischia perfino di scomparire dalla mappa geografica, sopravvive a fatica. Ma a quel punto risorge e inizia un fase di splendore che durerà tre secoli. Venezia tornerà potente e soprattutto splendente, e, come scrive l’autore, “riuscirà a mantenere un ruolo centrale nel mondo utilizzando l’arte e l’architettura e riuscirà a meravigliare con il tintinnare delle monete. La Venezia del Cinquecento è quella del mito arrivato fino a noi: la città dei palazzi di Sansovino, della celebrazione del governo perfetto e della rivoluzione del colore che influenzerà tutta la pittura successiva”. Nel grandioso decennio narrato nel libro Venezia diventa il cuore del mondo. Le storie e gli eventi che si intrecciano in pochi anni sono tanti. Da un breve soggiorno in laguna nel 1500 di un famoso Leonardo da Vinci a un giovane di belle speranze chiamato Tiziano che, lasciata la natia Pieve di Cadore, nel 1503 comincia a dipingere nella bottega dei Bellini, Gentile e Giovanni, la più importante di Venezia. Nel 1507 muore, a 78 anni, Gentile Bellini, il ritrattista della nobiltà veneziana e non solo. È autore del celebre ritratto di Maometto II, oggi esposto alla National Gallery di Londra. Il sultano lo chiama a Costantinopoli e il doge lo invia sul Bosforo dove si fermerà due anni. Un tal giorno il dipinto arriva a Venezia, non si sa come e quando, forse venduto a qualche mercante veneziano perchè il figlio e successore del Conquistatore, Bayazid II, disprezzando l’arte figurativa, aveva spedito al bazar gli oggetti preziosi del padre, quadro compreso. Sono anche gli anni in cui Gorgione dipinge la misteriosa Tempesta mentre il primo libro tascabile della storia viene pubblicato da Aldo Manuzio, il “portatile”, come lo chiamava lui. Mentre Ottaviano Petrucci stampa il primo libro musicale a caratteri mobili, il fòndaco dei tedeschi, il magazzino-locanda dei mercanti tedeschi, brucia e viene ricostruito in appena tre anni. Nel frattempo, i portoghesi circumnavigano l’Africa e interrompono il monopolio veneziano nel commercio delle spezie. Nella città lagunare risiedono Albrecht Durer e il filosofo Erasmo ma l’inizio del Cinquecento è anche il periodo veneziano di Caterina Corner, l’ex regina di Cipro, divenuta signora di Asolo che crea l’unica corte mai esistita sul territorio della Serenissima, una delle più colte del Rinascimento italiano. E poi la battaglia che rischia di cancellare la Serenissima dalla carta geografica, combattuta ad Agnadello, presso Cremona, il 14 maggio 1509, tra le forze della Lega di Cambrai e la Repubblica di Venezia con la vittoria di Luigi XII che costringe i veneziani a rinunciare alle mire espansionistiche sul resto della penisola.

Filippo Re

Stabile Torino, appunti per un menù teatrale

#stranointerludio #laricetta  Il Teatro Stabile di Torino in questi giorni mantiene vivo il filo diretto con il suo pubblico attraverso il web: con #stranointerludio  – l’iniziativa promossa sul sito istituzionale, sui canali Facebook, Instagram e Youtube – artisti e registi hanno portato nelle case testi teatrali, poesie, semplici riflessioni che hanno saputo catturare l’interesse delle persone, ma anche dei media, con un numero importante di visualizzazioni e condivisioni.

A partire da  martedì 28 aprile 2020,  l’iniziativa proporrà nuove clip dedicate al tema della cucina e del cibo: artisti amati e testi insospettabili di grandi autori per parlare dell’intimità di un gesto quotidiano, che in questo momento è diventato centrale nella vita domestica. Una “ricetta” o un “menù” tutto virtuale per affrontare le prossime settimane e il graduale ritorno alla normalità. Protagonisti di #stranointerludio #laricetta saranno Valerio Binasco, Laura Curino, Gabriele Vacis, Orietta Notari, Eugenio Allegri, Matthias Martelli, Filippo Dini, Milvia Marigliano.
I primi due appuntamenti vedranno Laura Curino cimentarsi con Cuoco Martino da Como e i suoi ricettari rinascimentali scritto dalla stessa Curino (martedì 28 aprile 2020) e Gabriele Vacis con Le golose , poesia di Guido Gozzano (giovedì 30 aprile 2020).
Le clip verranno pubblicate con cadenza bisettimanale al link https://www.teatrostabiletorino.it/stranointerludio

Prosegue su Instagram #albumdifamiglia, un ritrovo virtuale per raccontare il proprio essere spettatore nelle sale del Teatro Stabile di Torino, per condividere un ricordo speciale in attesa di ritrovarci tutti in sala: #albumdifamiglia #teatrostabiletorino #stranointerludio sono gli hashtag per postare le foto scattate al Carignano, Gobetti, Fonderie, taggando @teatrostabile_torino che farà il repost. Un modo per sentirci vicini e per un arrivederci a presto.

Grazie alle fotografie delle produzioni dello Stabile sarà possibile intraprendere un viaggio a ritroso nelle Stagioni appena passate. Quotidianamente verranno pubblicate sui canali Instagram e Facebook del teatro immagini degli spettacoli che hanno fatto emozionare migliaia di spettatori.

Per chi voglia mettersi alla prova come spettatore, magari ricordare uno spettacolo molto amato e riscoprire il patrimonio digitale del nostro Centro Studi prosegue l’appuntamento con i quiz sulla storia del nostro teatro, e delle nostre più grandi produzioni del passato.

Il Teatro continua a lavorare per il suo pubblico con nuove modalità per stare insieme e per dare appuntamento in sala, appena possibile. Nel frattempo invitiamo tutti a seguirci tramite gli aggiornamenti che verranno comunicati sul nostro sito e sui nostri profili social!


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