CULTURA- Pagina 111

Frontoni, il fotografo delle dive in mostra a Venaria

A Venaria Reale la mostra fotografica “Angelo Frontoni: sul set”

Il Museo Nazionale del Cinema e la Città di Venaria Reale presentano una mostra fotografica che è l’omaggio ad Angelo Frontoni, il grande reporter italiano noto come “il fotografo delle dive”. Per citare alcuni degli attori con cui ha lavorato, Sophia Loren, Claudia Cardinale, Virna Lisi, Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Alain Delon, Brigitte Bardot, Jane Fonda. Tra gli anni ’50 e gli anni ’90 dello scorso secolo, Frontoni è stato uno dei principali protagonisti dell’epoca d’oro del cinema italiano. Un racconto dei tanti set, con moltissimi personaggi che hanno fatto la storia del cinema italiano, che si amalgamano ai protagonisti dei film, registi, direttori della fotografia, cineoperatori, sceneggiatori e produttori, comparse, costumisti e parrucchieri, sarte e macchinisti.

La mostra è stata inaugurata  alla presenza del sindaco della Città di Venaria Reale, Fabio Giulivi, del Presidente del Museo Nazionale del Cinema, Enzo Ghigo e del Direttore, Domenico De Gaetano, del Direttore della Film Commission Torino Piemonte, Paolo Manera, dell’assessore alla Cultura della Città di Venaria Reale, Marta Santolin, dell’assessore al Turismo, Attività Produttive e Commercio, Monica Federico, del Direttore della Reggia di Venaria, Guido Curto, del Presidente del Centro di Conservazione Restauro La Venaria Reale, Stefano Trucco, della Fondazione Via Maestra col Presidente Diego Donzella e il Direttore Mario Corrado, del presidente del Consiglio comunale cittadino, Giuseppe Ferrauto, Assessori e Consiglieri comunali, e resterà a Venaria Reale sino al 21 novembre di quest’anno.
Le opere fotografiche si trovano lungo via Mensa e viale Buridani, coinvolgendo ben tre piazze (Vittorio Veneto, Annunziata e Repubblica), in una mostra diffusa in cui le 47 fotografie in bianco e nero, esposte nel 2005 alla Mole Antonelliana, raccontano cinquant’anni di cinema italiano, attraverso l’occhio privilegiato della macchina fotografica di Frontoni. Per completare l’esposizione, ad alcune fotografie è abbinato un QR Code con un link diretto ad una sequenza del film.
Il sindaco della Città di Venaria Reale, Fabio Giulivi, dichiara «La presenza della mostra di Angelo Frontoni nella nostra città è l’inizio di un percorso che indirizza la nostra azione politica verso la valorizzazione della cultura come motore, oltre che del sapere, anche  dell’economia, non solo locale. Il connubio sempre più stretto con la Reggia di Venaria e tutto il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, ora, anche con il Museo Nazionale del Cinema, spingono il nome di Venaria Reale verso traguardi sempre più esaltanti. Ringrazio tutti gli attori di questo nuovo processo virtuoso, obiettivo che rimane tra le nostre maggiori priorità».

Inoltre, a questa esposizione, si prefigura l’estensione più ampia del progetto culturale: il coinvolgimento anche delle scuole, per la realizzazione di laboratori, con la collaborazione della Film Commission Torino Piemonte, fondazione per la promozione del territorio piemontese come location e luogo di lavoro d’eccellenza per la produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva. La formazione si rivolge soprattutto nel presentare e dare voce alle maestranze locali, il cui apporto è fondamentale per la propria attività.  L’organizzazione di un ciclo di incontri dedicati ai mestieri del mondo cinematografico, è un’occasione per conoscere questo settore attraverso il racconto dell’esperienza di professionisti.

«La mostra di Angelo Frontoni rappresenta per FCTP una nuova opportunità di collaborazione con il Comune di Venaria Reale, nell’ambito di una Rete Regionale vera e propria, che coinvolge tutto il Piemonte. Si tratta di un’occasione importante per la nostra Fondazione che, ancora una volta, potrà dare il proprio contributo sul fronte della formazione dell’incontro con il mondo del lavoro». Così il Direttore di FCTP Paolo Manera commenta il ciclo d’incontri con le maestranze dei set piemontesi, che sarà organizzato in autunno, aggiungendo che «i professionisti e le maestranze della nostra regione da anni ricoprono un ruolo fondamentale nella crescita del comparto dell’audiovisivo locale e sapranno pertanto mettere a disposizione un’esperienza ventennale di indiscusso valore nazionale e non solo».
Un progetto che nell’impegno dell’assessorato alla Cultura della Città di Venaria Reale, trova la sintesi, con la mostra su Frontoni. «Un indirizzo preciso è quello che vogliamo dare con questa tipologia di eventi: aprire gli spazi pubblici della Città a prodotti culturali di eccellenza, da poter fruire in piena autonomia, grazie anche all’uso della tecnologia – afferma Marta Santolin, assessore alla Cultura e all’Innovazione della Città di Venaria Reale. – Tale modalità di visita, unita al futuro coinvolgimento delle scuole e all’avvio di laboratori legati alla mostra, è un’operazione anche rivolta ai nostri giovani concittadini, a cui teniamo particolarmente. L’obiettivo non è solo di poterli ingaggiare in un consumo culturale, ma anche e soprattutto quello di poterli attivamente appassionare rispetto ad un’arte, quella cinematografica, così importante per il nostro territorio».
Ed è con la firma delle due convenzioni tra Città di Venaria Reale e il Museo Nazionale del Cinema e tra Città di Venaria Reale e la Film Commission Torino Piemonte, che il Sindaco Fabio Giulivi, il Direttore del MNC, Domenico De Gaetano e il Direttore di FCTP, Paolo Manera, hanno sugellato l’avvicinamento e la collaborazione tra i soggetti promotori, avvenuta durante la presentazione della mostra sulle opere di Angelo Frontoni. La settima arte per antonomasia, trova a Venaria Reale una nuova culla in cui crescere.

«Per il nostro museo è fondamentale dialogare con le realtà del territorio, valorizzando il nostro patrimonio – sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, rispettivamente Presidente e Direttore del Museo Nazionale del Cinema. – Siamo molto contenti che il Comune di Venaria Reale esponga le foto di Angelo Frontoni, uno dei più importati fotografi di cinema, conosciuto anche come il “fotografo delle dive”. Le immagini in mostra raccontano un’epoca indimenticabile, di grandi produzioni e fasti, fotografie entrate nell’immaginario collettivo che restano il simbolo dell’epoca d’oro del cinema»
Inoltre, segnaliamo che lungo il percorso di visita, a completare l’esposizione, alcune vetrine delle attività del centro storico, scelte dopo un sopralluogo tecnico del Museo del Cinema, diventano un ulteriore luogo d’esposizione delle opere di Frontoni. Le vetrine si animeranno, così, in suggestivi luoghi espositivi per la mostra, garantendo l’ampliamento contenutistico di “Angelo Frontoni: sul set”, in una cornice unica tra ambiti pubblici e privati.
L’assessore della Città di Venaria Reale, Monica Federico, con le deleghe Attività Economiche e Produttive, Commercio, Turismo, afferma «Turismo, attività produttive e commercio, come motore economico che raccoglie i frutti degli investimenti in Cultura: sono il giusto insieme che sempre più diventa motivo di crescita economica del nostro territorio. Oltre all’industria e all’artigianato, la Città ha saputo unire un nuova proposta che mette in primo piano gli imprenditori, piccoli o grandi che siano, che vedono nella presenza della Reggia di Venaria, del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale e del Parco regionale La Mandria, il volano per uno sviluppo non solo locale».
Un progetto che vede coinvolti diversi soggetti, tra cui, oltre alla Città di Venaria Reale e il Museo Nazionale del Cinema, la Film Commission Torino Piemonte, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude La Venaria Reale, il Centro di Conservazione Restauro La Venaria Reale, la Fondazione Via Maestra e la Pro Loco Altessano Venaria Reale per il supporto logistico.
La mostra contiene straordinarie foto di set che rivelano l’autore lontano dallo stile patinato e glamour che tutti conoscono, ma pienamente riconoscibile: alle scene d’insieme preferisce il particolare, si sofferma su un’espressione o su un dettaglio di un abito, la sua attenzione si appunta sulle macchie di colore che formano i personaggi, sulle architetture degli sfondi, sul movimento degli attori. Sono foto inconsuete e molto personali, come se il set diventasse lo studio del fotografo, un’ambientazione nella quale costruire un’immagine che appartiene fortemente alla sua concezione estetica. Sul set i moltissimi personaggi che hanno fatto la storia del cinema italiano si mischiano ai protagonisti del film, sceneggiatori e produttori, costumisti e parrucchieri, sarte e macchinisti.
Le foto si animano di figure al lavoro o semplicemente di passaggio, di maestranze e di macchinari, dando profondità alle immagini e restituendo l’animazione e l’operosità propria del cinema. Per ulteriori informazioni sulla mostra: www.comune.venariareale.to.it e www.museocinema.it.

Fino al 21 novembre 2021 – Venaria Reale

Sotto le stelle di Alassio con il Centro Pannunzio

Il Centro “Pannunzio” ed il DLF di Albenga organizzano per MARTEDI’ 10 AGOSTO ORE 21,15 in piazza Partigiani di Alassio la serata “PREMI E TEATRO SOTTO LE STELLE CADENTI”

Sarà articolata in due momenti :   il Centro “Pannunzio” conferisce i Premi “Pannunzio” 2021 a Dino Cofrancesco, docente universitario di Genova e saggista; Premio “Flaiano Alassio” 2021 a Eugenia Nante, giornalista televisiva ligure presso la Rai di Roma ; Premio “Soldati Alassio” 2021 alla pittrice  alassina Binny Dobelli. 

 

Il prof. Pier Franco Quaglieni

A seguire, la Compagnia “Il vagone dei comici” del DFL di Albenga presenta la lettura della poesia di Giovanni Pascoli “X agosto”, il monologo “Medea”, il monologo “Le Beatrici” di Stefano Benni. Concluderà la serata la lettura di passi del V Canto dell'”Inferno” di Dante, in occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Interpreti Simonetta Pozzi e Daniela Bruzzone. Interverrà il prof.  Pier Franco Quaglieni, fondatore e direttore del Centro “Pannunzio”. Introduzione e coordinamento del dottor Marco Servetto. Presidente della sezione ligure del Centro “Pannunzio“ intitolata a Roberto Baldassarre torinese e storico bibliotecario di Alassio.L’evento, con il patrocinio della Città di Alassio, si svolgerà secondo le ultime normative anti Covid con posti sanificati e limitati all’aperto. Il prof. Quaglieni Presidente della Giuria dichiara: “Sono vent’anni che esiste questo ormai  storico rapporto  tra Torino e Alassio che va oltre le amministrazioni che si sono succedute. I premi del centro Pannunzio sono un appuntamento fisso ad  Alassio. Da due anni abbiamo dovuto affrontare ingenti spese per allestire la manifestazione  in piazza , ma la sicurezza per noi è tutto. La sezione ligure del Centro torinese costituita nel 1998  fa parte ormai del panorama del Ponente. E intendiamo, virus o non virus, andare avanti con la testardaggine che accomuna piemontesi e liguri“.

 I giorni della Comune di Parigi 

150 anni dopo l’evento che Carlo Marx definì “il primo governo operaio della storia”

Belleville , storico quartiere nel XX° arrondissement parigino, uno dei più popolari della “Ville Lumière”, s’innalza come Montmartre su uno dei colli più alti della città, sviluppandosi tra case e piccole vie tra il parco delle  Buttes- Chaumont e il grande “cimetière de l’Est”, il Père Lachaise. 

E’ in questo quartiere che, sul finire del 1915, vide la luce al civico 72 di Rue Belleville  la donna che incarnò una delle leggende e dei miti del filone realista della canzone francese. Si chiamava Édith Giovanna GassionPiccola, minuta come un “passero”  (venivano chiamati così i bambini che vivevano nelle strade del quartiere), passò l’infanzia accompagnando con la sua voce le esibizioni del padre contorsionista per poi diventare la celebre Édith Piaf, l’usignolo di Francia. In rue de Belleville una targa ricorda la casa  dove “nacque il 19 dicembre 1915 nella più grande miseria Edit Piaf, la cui voce, più tardi, sconvolgerà il mondo”.

Ma la collina di Belleville è conosciuta anche come quella dei martiri della Comune, delle barricate e delle strade che conservano tracce e memorie di lotte e insurrezioni. Fu lì che si concluse l’ultima resistenza di quello che Karl Marx definì “il primo governo operaio della storia”, con i combattimenti tra le tombe del Père-Lachaise. Nata come forma estrema di reazione allo sfascio del Secondo Impero (la guerra franco-prussiana, dopo la sconfitta francese a Sédan, volgeva a favore di Bismarck) la Comune  s’impose come un moto spontaneo di rivolta, cui fece seguito un concreto tentativo di dare allo slancio iniziale la forma di un governo popolare.

Dal 18 marzo al 28 maggio del 1871, in settantadue giorni, la Comune mise in atto un programma d’impronta socialista con misure a beneficio dei lavoratori come l’abolizione del lavoro notturno e l’occupazione degli alloggi sfitti, la separazione tra Stato e Chiesa, la socializzazione delle fabbriche abbandonate dagli imprenditori, il riconoscimento delle coppie di fatto, la creazione di una scuola pubblica, laica e gratuita. Tra gli obiettivi della Comune, c’era anche la riappropriazione della città, che le trasformazioni di Haussmann avevano iniziato a rendere estranea agli strati popolari. Misure radicali che però non entrarono quasi mai in vigore in quei tre mesi scarsi.

Cosa sarebbe diventata la “Commune de Pàris”? Avrebbe mantenuto il suo profilo di democrazia partecipata dal basso o si sarebbe trasformata in dittatura? Difficile dirlo perché la storia non si fa con i se e con i maE’ certo che vi furono delle frizioni tra le varie componenti del governo rivoluzionario ma l’esperimento finì in tragedia con la violenta repressione da parte dell’esercito regolare, ordinata dall’assemblea nazionale riunita a Versailles. Dal 2 aprile in poi Parigi fu assediata e bombardata dalle truppe governative mandate da Adolphe Thiers , il primo presidente della Terza Repubblica francese. I soldati di Versailles entrarono nella capitale il 21 maggio 1871: iniziava la “semaine sanglante”, la tristemente famosa “settimana di sangue“.

Sei giorni dopo, sabato 27 maggio, il Peré Lachaise fu teatro di uno degli ultimi, feroci  scontri , durante i quali precipitarono i sogni e le speranze della Comune di Parigi. Obbedendo agli ordini di Thiers, i reparti dei fucilieri di marina provenienti da Charonne e comandati dal generale Vinoy invasero i viali  del grande cimitero dell’Est dove si erano trincerati poche centinaia di federati decisi a battersi fino alla morte per difendere le proprie idee. Gli uomini della Comune si difesero tra le tombe, dietro ogni albero, al riparo di cripte e monumenti. Finite le munizioni, sotto una pioggia battente, i combattimenti proseguirono all’arma bianca fino a notte inoltrata.

Gli scontri più violenti si consumarono tra il 48° e il 49° settore , soprattutto nell’area nord occidentale del cimitero, attorno al Rond-point des travailleurs Municipaux, dove sono sepolti Honoré de Balzac e Gerard de Nerval, Eugène Delacroix e lo storico Félix Féris, barone de Beaujour. Ancora oggi è possibile scorgere tracce dei proiettili su alcune tombe come quella di Charles Nodier, lo scrittore che fu precursore del Romanticismo. Le Monde Illustré, nell’occasione, scrisse: “L’orribile dramma ebbe fine al cimitero, come nell’ultimo atto di Amleto, tra tombe scoperchiate, colonne rovesciate, urne profanate, statue e lastre divelte a formare l’ultima barricata. Lottarono passo dopo passo su un terreno disseminato di corone in onore di personaggi immortali, nella fossa comune, con le ossa fino alla caviglie, fin dentro le tombe di famiglia dove la baionetta trafiggeva i vivi infilzandoli assieme ai morti”.

I 147 federati sopravvissuti, furono immediatamente condannati a morte da una corte marziale straordinaria insediata sul posto, tra le tombe. Immediatamente fucilati, i loro corpi vennero gettati, assieme a circa ventimila altri passati per le armi e provenienti da tutta Belleville, in grandi fosse comuni scavate ai piedi del muro che porta il loro nome, nel 76° settore del Peré Lachaise . In realtà il muro sul quale campeggia la targa “Aux mort de la Commune 21-28 Mai 1871” fu ricostruito successivamente e con i resti del muro originario venne edificato un monumento, “Il muro delle Rivoluzioni”, a loro dedicato dallo scultore Paul Moreau-Vauthier. L’opera si trova all’esterno della cinta cimiteriale, in Square Samuel de Champlain 18, nell’avenue Gambetta. Con un po’ d’attenzione si potrà leggere una citazione di Victor Hugo: “Ce que nousdemandons à l’avenir, ce que nous voulons de lui, c’est la justice ce n’est pas la vengeance“ (Ciò che noi domandiamo all’avvenire, ciò che vogliamo da lui è la giustizia, non la vendetta). Parole quanto mai giuste, perfettamente opposte allo spirito e all’intento di colui che all’epoca ordinò di soffocare nel sangue l’insurrezione popolare, agendo con uno spirito vendicativo senza scrupoli, violento e repressivo.

Su Adolphe Thiers, soprannominato “le serpent à lunettes ” e “le croque-mort  de la  Nation“, il becchino della nazione, il giudizio più duro  fu quello pronunciato dal sindaco di Montmartre, Georges Clemenceau. Giornalista e repubblicano, presidente del consiglio e deputato dell’Assemblée Nazionale, Clemenceau durante i giorni della Comune definì  Thiers  “il prototipo del borghese crudele ed ottuso che sguazza nel sangue senza battere ciglio“.

Oltre 43 mila federati furono fatti prigionieri e condannati dai consigli di guerra a morte o ai lavori forzati nei bagni penali (soprattutto in Nuova Caledonia, territorio francese d’Oltremare nel sud del Pacifico). Alla Comune furono imputate circa 800 vittime mentre secondo le cifre ufficiali tra i ranghi dei federati furono uccise più di 30 mila persone. Le truppe di Versailles eseguirono fucilazioni in serie, senza processi. A caldo, il giornale inglese Evening Standard constatò: “Dubitiamo si possa mai stabilire la cifra esatta della carneficina che continua. Persino per gli autori di queste esecuzioni deve essere impossibile dire quanti cadaveri hanno accumulato”.

Resta il fatto, tutt’altro che secondario, di un evento importante che ha segnato in maniera profonda la storia e la memoria collettiva della Francia. Eugène Pottier, il poeta che nel giugno del 1871, nascosto in una soffitta di Parigi per sfuggire alla repressione che seguì alla sconfitta della Comune, compose il famoso inno “L’Internazionale”, scrisse : “L’hanno uccisa a colpi di fucile. A colpi di mitraglia. E avvolta con la sua bandiera nella terra argillosa. E l’accozzaglia di boia panciuti si credeva più forte. Tutto ciò non impedisce che la Comune non sia morta!

Marco Travaglini

Quaglieni ricorda Badini Confalonieri, il gentiluomo liberale

Martedì 3 agosto alle ore 17,30 a Bardonecchia (Palazzo delle Feste), avverrà la presentazione del libro di Pier Franco Quaglieni “La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni”, Buendia Books, 2021, con copertina di Ugo Nespolo.

Interverranno, con l’autore, Giampiero Leo, Maurizio Ceccon,l’editrice  Francesca Mogavero. Introdurrà Giuseppe Piccoli.
L’autore del libro , lo storico Pier Franco Quaglieni, ricorderà Vittorio Badini Confalonieri, costituente, deputato, ministro, gentiluomo liberale d’altri tempi nel giorno anniversario della sua morte avvenuta a Bardonecchia  il 3 agosto 1993.  Nel libro è contenuto anche un ritratto dell’on. Badini Confalonieri .

“Borgate dal Vivo”, estate “da sogno” a Sauze di Cesana

Fra teatro, cinema e musica in Alta Val di Susa Da venerdì 30 luglio a martedì 24 agosto

Sauze di Cesana (Torino)

Tre appuntamenti da lode. A legarli il filo conduttore del “sogno”. Dopo il grande successo ottenuto  dalle iniziative dell’estate 2020, Sauze di Cesana (sicuramente fra i Centri più caratteristici dell’Alta Val di Susa) riparte con tre nuove grandi “pensate” organizzate in collaborazione con l’“Unione Montana Comuni Olimpici”“Assemblea Teatro” e “Cinedehors” e con il supporto dell’“Associazione Amici di San Restituto”.

Si parte venerdì 30 luglioalle 21, sulla Piazza del Municipio – via Principale 25 -con lo spettacolo teatrale “Il piccolo principe” tratto dal libro di Antoine de Saint Exupery, allestito da “Assemblea Teatro”, con la regia di Renzo Sicco, la voce narrante di Gisella Bein e i disegni realizzati dal vivo da Monica Calvi. Un classico per ragazzi, genitori e nonni d’ogni età. La storia arcinota, ma sempre di grande attualità e poetica visionarietà, racconta dell’incontro in mezzo al deserto tra un aviatore e un buffo ometto vestito da principe, arrivato sulla Terra dallo spazio (dall’asteroide B 612). Fra le righe, il testo affronta temi, senza spazio e senza tempo, come il senso della vita e il significato dell’ amore e dell’ amicizia. Romanzo destinato all’eternità, è bene ricordare che  “Il piccolo principe” nel 2017 ha superato il numero di 300 traduzioni in lingue e dialetti diversi, ed è il testo più tradotto al mondo se si escludono quelli religiosi.

Giovedì 12 agostoore 21, sarà la volta del cinema all’aperto con la proiezione del film “Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti, evento organizzato in collaborazione con l’associazione “Cinedehors”. Film di montagna e sulla montagna, la pellicola racconta una storia realmente capitata a Ostana – in valla Po – e osservata dallo sceneggiatore Freddo Valla (il cui film “Bogre” è da pochi mesi arrivato sugli schermi).  Quattro candidature ai “Nastri d’Argento e cinque ai “David di Donatello”, il film dì Diritti  presenta non poche complessità ma, nello stesso tempo, motivi di attrazione per la sua profonda ricchezza tematica e psicologica. Oltre alla diversità e alla diffidenza verso lo straniero (il diverso), due sono i temi posti in chiara evidenza: la memoria storica che molti valligiani emigrati hanno dimenticato e il recupero dell’antica solidarietà montana. Grazie alla mobile fotografia digitale di Roberto Cimatti, è un raro esempio di film di montagna senza concessioni all’oleografia, sostenuto da una fisicità quasi tattile, calata nella realtà concreta.

Martedì 24 agosto, infine, sarà il giorno dell’evento clou del cartellone delle iniziative estive di Sauze di Cesana. Alle ore 21 saliranno, infatti, sul palco Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura per un concerto, dicono gli organizzatori, “dal sapore più unico che raro”. Paolo Fresu, (tromba, flicorno) e Daniele di Bonaventura (bandoneon), dialogheranno in musica nel segno degli strumenti ad aria e di un lirismo dalle atmosfere mediterranee. Un incontro, quello fra il celebre trombettista sardo (nativo di Berchidda) e il bandoneonista marchigiano (di Fermo), ormai ben rodato attraverso innumerevoli concerti, sempre capaci di raccontare i colori dell’universo musicale contemporaneo.

Le iniziative estive si chiuderanno domenica 12 settembre, alle ore 11, con l’appuntamento al Pian della Milizia per il ricordo degli uomini dell’equipaggio di Miss Charlotte (l’aereo alleato americano che il 10 settembre del ’44 si schiantò contro il Gran Mioul, in Valle Argentera), nel 77^ della tragedia, con la Celebrazione Eucaristica, il tributo degli onori civili e militari e il pranzo offerto dall’“Ana” di Pianezza.

Tutte le iniziative sono a ingresso libero e nel caso di maltempo si terranno nella “Chiesa di San Restituto”.

Diceva Walter Bonatti“Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna”. Parole fatte sue da Maurizio Beria, sindaco di Sauze di Cesana, che aggiunge: “Credo che solo continuando a sognare, anche attraverso questi momenti di poesia e  di magia, si possa arrivare a quell’armonia che talvolta dimentichiamo di cercare”.

g. m.

 

Nelle foto

–         Assemblea Teatro: “Il piccolo principe”

–         Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura: Ph. Roberto Cifarelli

Danza, teatro, cultura: da Torino al Burkina Faso un messaggio di solidarietà

Nella cultura africana tradizionale la musica, la danza, il senso del ritmo e il teatro, sono elementi profondamente radicati nell’animo delle popolazioni autoctone. Il Burkina Faso, importante paese del Sahel che pullula di arte, ne è un esempio.

E’ su questo importante terreno fertile che si innesta l’importante progetto sociale, culturale e artistico, sostenuto dal Consolato italiano a Ougadougo con in prima linea l’Ambasciatore Andrea Romussi-dall’associazione Legamondo, da Mana Chuma Teatro, diretto da Massimo Barilla e da Alessandra Barilla, ballerina, performer, laureata in tecnica della riabilitazione psichiatrica, danza terapeuta e insegnante di yoga.

Collaborerà con il grande artista Luca Fusi che lavora all’Espace Gambidi, che ospiterà il tutto, e inoltre l’aiuterà nella realizzazione dello spettacolo.
Il progetto di arte italiana all’estero troverà un titolo definitivo solo strada facendo e alla fine della formazione, che è iniziata ora con le audizioni, la scelta degli spazi e un’accurata preparazione. Poi ad ottobre andrà in scena lo spettacolo aperto a tutti, al Festival Fitmo e poi a Ougadougo, Anima dell‘inziativa è Alessandra Barilla.

Giovane torinese, talentuosa e portatrice sana di entusiasmo coinvolgente e grande voglia di fare sempre meglio il suo lavoro di artista. Collabora come volontaria con Legamondo ed altre associazioni umanitarie, (alle quali devolve buona parte dei suoi compensi) con la costante attenzione al sociale e alle altre culture, compresa quella africana.

Ora avrà la possibilità di lavorare anche con i magnifici e spettacolari danzatori burkinabè; occasione da non perdere per una sorta di sincretismo con i ritmi passionali, sensuali, e l’istinto puro che gli africani esprimono in totale libertà in tutte le loro danze.

Ed ecco un bel modo di sorvolare le barriere tra nazioni civilizzate e quelle più in difficoltà. Alessandra è appena tornata dal Burkina Faso e sta mettendo in piedi tutta l’operazione.

In scaletta il progetto prevede una prima parte sulla poesia del 900, per la quale Alessandra ha scelto testi di Sibilla Aleramo, Ada Negri, Livia Candiani e Beatrice Libonati (artista visuale che è stata assistente e danzatrice della grande Pina Bausch).

In una seconda parte, Alessandra Barilla, attraverso il suo lavoro e la sua arte, cercherà di rappresentare riflessioni importanti su concetti come il significato dei muri che dividono il genere umano, sull’uguaglianza tra popoli di diverse latitudini del mondo, tutto veicolato da movimento e parole.

All’orizzonte potrebbero esserci anche altre performance insieme ad artisti prestigiosi a livello mondiale alle quali Alessandra Barilla sta lavorando. Intanto danzerà e farà danzare i ballerini burkinabè. Insomma un grande progetto che sta prendendo sempre più forma sul solco di una convinzione importante alla base di tutto: il ruolo dell’artista è fondamentale per creare una realtà sociale sempre migliore, anche ad altre latitudini del variegato mondo.

Laura Goria

Apre al pubblico il castello di Marchierù

Il Castello di Marchierù, aderente all’ Itinerario Dimore Storiche del Pinerolese promosso dall’ ADSI Associazione Dimore Storiche  Italiane)  sarà aperto al pubblico il 25 luglio, come di consueto ultima domenica del mese.

Domenica 25 luglio riprendono gli appuntamenti previsti dal Calendario 2021 con l’apertura di cancelli e portoni di castelli, palazzi ed antiche ville private normalmente non aperti al pubblico, aderenti all ’ Itinerario Dimore Storiche del Pinerolese, officiato dall’ ADSI ( Associazione Dimore Storiche Italiane) ed inserito nel circuito “Castelli e Dimore Storiche 2021” di TurismoTorino e Provincia

CASTELLO DI MARCHIERU’ ( Villafranca Piemonte  via S.Giovanni 77)
Con il suo parco selezionato e segnalato dalla “ Associazione Il parco più bello d’Italia”
Visite guidate al parco, alla cappella gentilizia, alle scuderie settecentesche ed alle sale ammobiliate del Gli stessi proprietari accompagneranno gli ospiti facendo rivivere la vita dell’epoca con usi e costumi degli appartenenti al loro Casato, da cui discendono dal 1220.
( visite ore 10/11/12*15/16/17 )
Particolari allestimenti saranno predisposti in adesione all’ Anno Internazionale della Frutta e Verdura proclamato dall’ ONU e dalla FAO.
adulti € 8 * bimbi gratis fino a 10 anni* Passport e TorinoPiemontecard € 6
Prenotazione obbligatoria al 3394105153/3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it
Obbligatoria la mascherina protettiva
Domenica 25 luglio Marchierú si racconta. Passeggiate nel parco, ricordi di matrimoni in cappella, le scuderie settecentesche del Maresciallo Filippi di Baldissero, le sale storiche con la scrivania della prima guerra d’indipendenza, la tavola imbandita con servizi d’epoca in sala da pranzo, i suoi rituali, il fumoir… ed il cugino Camillo di Cavour, i ricordi dei familiari francesi Richelieu e Galliffet, la ghigliottina e l’incontro con il boia….. La storia di un Casato raccontata dai discendenti diretti che dal 1220 tuttora abitano il castello.

Alla Reggia di Venaria prosegue l’estate di Metamorfosi

Alla Reggia di Venaria continua fino al 3 agosto Metamorfosi, il festival estivo di spettacoli serali all’aperto, ospitato nei luoghi più suggestivi dei Giardini.

La quarta settimana della rassegna propone in calendario, dal 23 al 29 luglio, i concerti dell’Unione Musicale Onlus nel cortile della Cascina Medici del Vascello, le performance di danza ideate da Michela Lucenti presso il Giardino delle Rose e gli spettacoli teatrali presso i Resti del Tempio di Diana e il Cortile delle Carrozze, che vedono protagonisti Mariangela Gualtieri, Elio e Stefano Massini.

 

 

Metamorfosi – Programma della quarta settimana dal 23 al 29 luglio

 

Venerdì 23 luglio

Sabato 24 luglio

Martedì 27 luglio 

Giovedì 29 luglio

 

 

L’estate è un Grand Tour, tanti itinerari tra natura e storia fino alla fine di ottobre

Al via dal 25 luglio fino alla fine di ottobre 2021 gli itinerari, i primi appuntamenti sono dedicati agli scorci del Lago Maggiore, l’arte sacra in Valle di Viù e la Valle di Susa dal Medioevo al Novecento

Ai nastri di partenza la nuova edizione di Grand Tour, il progetto di Abbonamento Musei che, giunta alla sua 13° edizione, quest’estate propone sedici itinerari in bus in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.

 

I primi appuntamenti. Si parte domenica 25 luglio con Scorci del Lago Maggiore: una giornata a Verbania, che ha già registrato il tutto esaurito, per scoprire nel settecentesco palazzo Viani-Dugnani il rinnovato Museo del Paesaggio. Il tour prosegue con una passeggiata lungo il viale delle magnolie dove si incontra Villa Giulia, costruita da Branca, inventore del famoso liquore. Il 1° agosto, la domenica successiva, è il momento di scoprire l’Arte sacra in Valle di Viù: la prima tappa sarà ad Usseglio, con il suo Museo Civico Alpino, mentre a Lemie ci si soffermerà sulla Confraternita, in prossimità della chiesa di San Michele Arcangelo, che offre una bellissima veduta sulla valle e un prezioso Oratorio con un ciclo di affreschi del ‘500. A Viù è prevista una visita al museo di Arte Sacra, con la preziosa cappella del SS. Nome di Gesù, tra reliquiari, messali settecenteschi e apparati d’altare. L’8 agosto, con l’itinerario In Valle di Susa, dal Medioevo al Novecento, si visiterà la Pinacoteca dedicata al pittore Giuseppe Augusto Levis, ospitata nelle sale dello storico palazzo di famiglia e recentemente riallestita. Il tour prosegue a Susa, dove i visitatori saranno immersi in un’originale visita al castello sulle tracce della contessa Adelaide, per conoscere la storia del palazzo dalle sue origini romane fino ai giorni nostri. Si conclude la giornata tra le preziose collezioni del Museo Diocesano, che ospita la mostra Il rinascimento europeo di Antoine de Lonhy.

 

Le altre proposte. In Valle d’Aosta sono previste tre visite ai castelli, in particolare a quelli di Verrès e Fénis, per gli interventi dell’architetto e studioso Alfredo d’Andrade, una giornata tra le vestigia romane e la vasta area megalitica di Aosta e il Castello di Aymavilles oggetto di un complesso restauro in fase di conclusione.

 

Nel torinese si potrà visitare il Castello Cavour a Santena con il parco, recentemente riaperto dopo un lungo restauro e ancora, per gli amanti dell’arte visiva, un focus è dedicato alla pittura divisionista di Pellizza da Volpedo, tra Volpedo e Tortona.

 

Gli itinerari biellesi sono dedicati  ai personaggi che hanno reso famosa questa zona del Piemonte, come Eugenia Menabrea, che contribuì a rafforzare il nome all’omonima birra, la famiglia Zegna, con la produzione di lane pregiate raccontata da Casa Zegna, Quintino Sella e il suo amore per l’arte, custodito dalle collezioni del Museo del Territorio Biellese.

 

Spazio anche alla provincia Granda, con un tour tra Cuneo e il Castello di Rocca de’ Baldi, sulle tracce di Papa Pio VII, e il Castello Grinzane Cavour con il nuovissimo Museo in vigna, un originale percorso tra i filari della vigna del Conte.

 

Gli appuntamenti del Grand Tour, diventati ormai una tradizione nell’estate piemontese e non solo, si uniscono all’ultimo progetto di Abbonamento Musei L’arte con chi ne fa parte, che dallo scorso maggio mette al centro delle visite i personaggi più rappresentativi dei vari musei aderenti: imprenditori, nobildonne, architetti e artisti che hanno contribuito alla creazione o all’ampliamento dei musei che si visiteranno, diventano così lo spunto per visite guidate alle collezioni o alle dimore storiche che li ospitano. Per approfondire la storia di alcuni dei personaggi incontrati nei percorsi sono già disponibili dieci podcast della serie L’arte con chi ne fa parte, scaricabili gratuitamente dalle principali piattaforme.

Le prenotazioni ai percorsi sono possibili tramite il sito www.lineaverdeviaggi.it

Per l’adesione non è richiesto alcun pass vaccinale; in ottemperanza alle regole anti-Covid, i posti sul bus sono limitati.
Le tariffe di partecipazione prevedono una riduzione per gli abbonati. Chi ha ancora un voucher del 2020 di Linea Verde potrà usarlo per le nuove gite del programma. Per informazioni: www.abbonamentomusei.it

Abbonamento Musei è la carta all you can visit che dà libero accesso all’offerta culturale di un’intera regione, ogni volta che lo si desidera, 365 giorni l’anno: un’iniziativa unica in Italia, con oltre 450 realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse sul territorio a beneficio degli abbonati, veri e propri ambasciatori del cultural lifestyle, che mette al centro la cultura e la socialità che la cultura porta con sé.

Nato a Torino e in Piemonte nel 1995 e curato dall’Associazione omonima, in più di vent’anni Abbonamento Musei ha raggiunto un grandissimo successo commerciale e di popolarità, coinvolgendo più di 300mila abbonati: il numero degli ingressi l’anno, che nel 2019 ha superato (complessivamente) quota 1.000.000, racconta più di ogni altro dato l’efficacia e la funzione sociale del progetto.

 

Dal 2015 Abbonamento Musei ha ampliato il suo circuito, arrivando prima in Lombardia e nel 2019 in Valle d’Aosta. La tessera è considerata dagli utenti e dagli addetti ai lavori lo strumento migliore per accedere ai circuiti museali e stimolare l’esplorazione del territorio con gite fuori porta e visite, per vivere a 360° un’intera regione.

 

Nel 2020, convinta dell’importanza di costituire un tramite tra pubblico ed enti museali anche durante l’emergenza sanitaria, l’associazione ha dato vita al progetto AMplify, l’informazione di Abbonamento Musei nato per conoscere da vicino le istituzioni culturali tra novità, consigli utili e cose belle. Un canale di informazione tramite il sito, la newsletter e i social, con novità, approfondimenti, collaborazioni, notizie inedite: un racconto vivace e periodico a favore degli abbonati e, insieme, di tutte le persone che hanno voglia di informarsi e scoprire il mondo delle istituzioni culturali e delle loro proposte.

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Associazione Abbonamento Musei

www.abbonamentomusei.it

Lampi dal futuro: preveggenza e società

Con Veronica Raimo, Davide Caldo, Andrea Pogliano e Simone Regazzoni

lunedì 19 luglio, ore 21.30

Evergreen Fest

La Scuola Holden collabora quest’anno alla sesta edizione di Evergreen Fest con l’incontro Lampi dal futuro: preveggenza e società, che si terrà lunedì 19 luglio alle 21.30 al Parco della Tesoriera di Torino. Interverranno la scrittrice e traduttrice Veronica Raimo, il chirurgo Davide Caldo, il filosofo Simone Regazzoni, il docente e ricercatore Andrea Pogliano, per discutere sui molteplici ruoli che la preveggenza gioca e ha giocato nella storia dell’uomo.

Si partirà dall’inizio dei tempi, quando i depositari della preveggenza erano sciamani carismatici e visionari oppure oracoli sempre troppo criptici e ambigui. Ci si soffermerà sui miti e le narrazioni collettive, che raccontavano e cercavano di spiegare il destino dei popoli e del mondo. Poi ci si muoverà verso la contemporaneità, guardando ai sondaggi che studiano gli umori collettivi per anticipare gli esiti delle elezioni, o al rapporto con la scienza, che annuncia stravolgimenti planetari impegnando la politica in un gioco di summit, accordi e rifiuti. Si parlerà dei modelli previsionali che provano a immaginare il futuro della pandemia che stiamo vivendo con algoritmi, big data e il supporto di intelligenze artificiali.

Il tutto senza dimenticare la prospettiva più umana e concreta del tema: ansie, speranze, negazioni e militanze che sono parte fondamentale della società e vengono amplificate dai media contemporanei.

Sembrano tempi interessanti per riflettere – anche in prospettiva storica – su come l’umanità abbia affrontato previsioni e profezie, via via legittimandole, temendole, inquadrandole in un complesso di rituali, istituzionalizzandole o deridendole.

L’incontro è gratuito e ci si può prenotare scrivendo una mail a prenotazioni@evergreenfest.it, chiamando il numero 334 8655865(h. 15.30-19.00), o compilando il form sul sito al link
https://evergreenfest.wordpress.com/prenotazione-spettacoli/

Evergreen Fest è organizzata da Tedacà, con il sostegno di Città di Torino e Fondazione per la Cultura Torino, nell’ambito di Torino a Cielo Aperto, main sponsor Iren. Con il sostegno inoltre di Corona Verde, Regione Piemonte e TAP; con il patrocinio della Quarta Circoscrizione della Città di Torino. Media partner Radio Energy. Evergreen Fest è un progetto selezionato dal bando
Corto Circuito 2020 – Piemonte dal Vivo.

Evergreen Fest è sostenuto da Scena Unita – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo, un fondo privato gestito da Fondazione Cesvi – organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata a Bergamo nel 1985 – in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub.

 

BIOGRAFIE

Simone Regazzoni, allievo di Jacques Derrida, ha conseguito un dottorato in Filosofia in cotutela alle Università di Parigi VIII e Genova. Pratica l’Arte marziale tradizionale coreana Hwa Rang Do ed è un appassionato di Mixed Martial Arts (MMA). Ha insegnato all’Università Cattolica di Milano e all’Università di Pavia. Attualmente è docente all’IRPA (Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata) di Milano e Ancona. Collabora con la Scuola Holden e scrive per Tuttolibri de La Stampa. È autore di una quindicina di volumi, tra cui: Sfortunato il paese che non ha eroi. Etica dell’eroismo(Ponte alle Grazie 2012); Stato di legittima difesa. Obama e la filosofia della guerra al terrorismo (Ponte alle Grazie 2013); La filosofia di Harry Potter (Ponte alle Grazie 2017); Iperomanzo. Filosofia come narrazione complessa (Il melangolo 2018); Jacques Derrida. Il desiderio della scrittura (Feltrinelli 2018). È autore di tre romanzi: Abyss (Longanesi 2014); Foresta di tenebra (Longanesi 2017); I segni del male (Rizzoli 2020).

Davide Caldo è Direttore dell’unità di Chirurgia Vertebrale 5 all’ospedale Humanitas Gradenigo di Torino e membro del centro di ricerca interdipartimentale per l’Intelligenza Artificiale AI@UPO, dell’Università del Piemonte Orientale. È attivo in progetti di ricerca europei nel perimetro delle neuroscienze affettive. Tali ambiti comportano contaminazioni tra discipline distanti quali la medicina e la neurofisiologia, la filosofia del diritto, la computer science. Ha studiato anche il rapporto tra l’uomo e le macchine, le discipline corporee e rappresentative nell’arte e nello sport, la sessualità atipica, la moda, la comunicazione scientifica e il funzionamento dei social network.

Andrea Pogliano è docente di Sociologia dei media e della comunicazione all’Università del Piemonte Orientale; è ricercatore per il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI) ed è membro della rivista Sociologica – International Journal for Sociological Debate. Il suo ultimo libro, Media, politica e migrazioni in Europa, è uscito nel 2019 per Carocci.

Veronica Raimo è nata a Roma nel 1978 ed è scrittrice e traduttrice. I suoi ultimi libri sono Miden (Mondadori 2018), tradotto in Francia, negli Stati Uniti e nel Regno Unito e Le bambinacce (Feltrinelli 2019), scritto insieme a Marco Rossari. Scrive per diversi giornali e collabora con TTL.