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Rifiuti, completata la pulizia di strada Bellacomba

Con la pulizia di strada Bellacomba fino all’ubicazione dell’omonima cascina, nel tratto con accesso da strada del Francese, si è conclusa nelle ultime settimane la “bonifica”, coordinata dalla Città, di un’area che per oltre mezzo secolo ha costituito un luogo ideale per l’abbandono dei rifiuti di ogni genere.

Un  percorso iniziato nel 2014 con la pulizia del sito con accesso da strada dell’Aeroporto e che negli ultimi 3 anni ha visto gli uffici del Dipartimento Ambiente e Transizione Ecologica della Città di Torino impegnati con dedizione e tenacia in una serie di interlocuzioni con proprietari dei terreni e loro eredi, enti, società, Polizia Municipale, Guardie Ecologiche Volontarie, Polizia Metropolitana, Amiat SpA e IREN SpA, con l’obiettivo di recuperare e dare nuova vita all’area.

L’intervento, che ha interessato un’area privata parallela al tratto di strada vicinale, di circa 150 metri di lunghezza, è stato effettuato dalla società ATIVA S.p.A, proprietaria dei terreni lungo il ciglio sinistro della strada (espropriati negli anni ’70 per realizzare la tangenziale di Torino nord) e ha consentito di rimuovere l’ingente quantità di materiale accumulatasi negli anni, riportando il sito alle condizioni originarie.

Per tutelarne l’efficacia nel tempo, è stata installata una sbarra con chiusura a lucchetto, allo scopo di limitare il transito veicolare ai soli aventi diritto e contrastare il reiterarsi di nuovi abbandoni.

L’opera di pulizia effettuata da ATIVA completa così l’intervento di bonifica e rimozione dei rifiuti iniziato dalla Città di Torino nel 2014, nel tratto che intercorre tra il civici 140 e 173 di Strada Bellacomba, area contigua alla sponda della Stura, attualmente ricca di vegetazione e non più soggetta ad abbandoni come avveniva in passato.

Roberto Rossi

(foto archivio)

 

Tre arresti per usura ed estorsione

La Polizia di Stato di Torino, con la collaborazione delle Questure di Palermo, Catania e Vercelli, nelle prime ore della mattinata del 28.07.2022 ha proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del capoluogo piemontese a carico di tre cittadini italiani, gravemente indiziati dei reati di usura ed estorsione aggravate dal vincolo della continuazione, commessi dal 2018 fino al mese di giugno di quest’anno.

L’articolata indagine, condotta dalla Squadra Mobile, prendeva avvio a seguito della raccolta delle dichiarazioni di un imprenditore, il quale denunciava di essere vittima dei predetti delitti da parte di due soggetti, entrambi gravati da plurime condanne per reati contro il patrimonio e in materia di armi.

Sollecitato dai propri familiari a sporgere denuncia, la vittima dichiarava di aver chiesto, nel maggio 2018, ingenti somme di denaro in prestito, a più riprese, ad entrambi gli usurai, per far fronte ai debiti insorti a seguito del fallimento di alcune sue società. Il capitale così ottenuto, ammontante complessivamente a circa 170.000 (centosettantamila) euro, dava luogo alla pretesa degli usurai di somme mensili pari al 10% del capitale prestato, a mero titolo di interessi. Il denunciante affermava di avere così corrisposto, nel tempo, sempre a mero titolo di interessi, una somma pari a circa 650.000 (seicentocinquantamila) euro.

La vittima, a decorrere dal mese di maggio 2022, non essendo più in grado di corrispondere le somme pretese dagli usurai, interrompeva i pagamenti e si determinava alla denuncia dei fatti.

L’attività investigativa, immediatamente avviata, poneva in evidenza, secondo l’ipotesi dell’accusa, che, a fronte della mutata situazione, uno dei due usurai, unitamente ad un terzo individuo, anch’egli destinatario dell’odierna misura cautelare e già condannato per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e per associazione a delinquere di stampo mafioso, esprimeva espresse minacce di azioni ritorsive nei confronti della parte lesa e dei componenti della sua famiglia, qualora egli non avesse ripreso a pagare regolarmente il dovuto.

All’atto dell’odierna esecuzione, i tre indagati venivano rintracciati rispettivamente a Torino, Palermo e Catania. Uno di essi veniva trovato in possesso di un’arma comune da sparo e relativo munizionamento, risultata provento di un furto in abitazione perpetrato nella provincia di Pavia nel 2012; per tale detenzione veniva tratto in arresto, in flagranza di reato, nonché indagato per la ricettazione dell’arma.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, venivano esperite perquisizioni delle abitazioni e dei luoghi nella disponibilità degli indagati, che conducevano al rinvenimento di materiale e di documentazione utile ai fini investigativi.

Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

L’estate dei volontari Anpas al servizio della gente

Il volontariato delle Pubbliche Assistenze Anpas è sempre in attività per definizione, in quanto si occupa prevalentemente di soccorso di emergenza 118 in ambulanza, di protezione civile e di trasporti socio sanitari di tipo ordinario, come accompagnamenti a visite e terapie, dimissioni da ospedali e case di cura e trasferimenti interospedalieri.

La Sala Operativa di Protezione Civile Anpas attualmente è impegnata, in coordinamento con la Regione Piemonte, in attività di accoglienza e di trasferimento di famiglie, arrivate dall’Ucraina, presso le unità abitative sul territorio individuate dalla Regione. Prosegue anche l’assistenza sanitaria Anpas nei centri vaccinazione anti Covid-19.

Le volontarie e i volontari delle associazioni Anpas, oltre a garantire i consueti servizi sul territorio, svolgono soprattutto nei mesi estivi assistenza sanitaria a eventi e concerti. Si è iniziato a maggio con l’assistenza sanitaria a Eurovision Song Contest Torino 2022 con la turnazione di oltre 300 volontari soccorritori, per continuare a giugno, allo Stadio Olimpico, con l’assistenza sanitaria ai concerti di Cremonini, Ultimo, Vasco Rossi e i Rammstein. Tra giugno e luglio, il Pala Alpitour ha visto esibirsi Brunori, Gazzelle, i Pinguini Tattici Nucleari e Harry Styles, grandi eventi che hanno richiamato migliaia di spettatori.

A occuparsi di queste assistenze sono state Croce Verde Torino, in stretta collaborazione con le associazioni Croce Verde RivoliCroce Bianca OrbassanoCroce Verde NoneCroce Bianca RivaltaCroce Bianca Volpianese e Croce di Collegno, tutte aderenti Anpas.

L’impiego del personale è stato massiccio, con oltre 820 presenze di volontarie e volontari che hanno garantito, oltre all’assistenza sanitaria in occasione degli spettacoli, anche la loro presenza durante le operazioni di montaggio e smontaggio dei palchi sui quali si sono alternati gli artisti.

Considerevole anche la presenza del personale sanitario: oltre una quarantina tra medici e infermieri hanno assicurato un adeguato presidio durante gli eventi.

Sono stati allestiti tre posti medici avanzati; presso lo Stadio Olimpico erano presenti a ogni concerto otto ambulanze, delle quali quattro di soccorso avanzato e quattro mezzi di base; mentre al Pala Alpitour erano di norma presenti un’ambulanza avanzata e una di base.

L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 82 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 10.425 volontari (di cui 4.062 donne), 5.753 soci, 640 dipendenti, di cui 71 amministrativi che, con 436 autoambulanze, 226 automezzi per il trasporto disabili, 261 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 2 imbarcazioni, svolgono annualmente 534.170 servizi con una percorrenza complessiva di 17.942.379 chilometri.

Parco della Salute e della Scienza, l’iter procede. La caduta del governo non stoppa le risorse necessarie

Positivo l’aggiornamento sullo stato dell’arte del nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torino  nella riunione della Cabina di monitoraggio di cui fanno parte la Regione Piemonte, il Comune di Torino e la Prefettura, insieme all’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino, l’Università degli studi di Torino e il Politecnico.

L’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha riferito del recente incontro con Sistemi Urbani Ferrovie nel quale sono state prospettate due nuove ipotesi risolutive riguardo ai nodi ancora aperti sulla viabilità d’ambito. Un problema che si sta avviando a soluzione, fermo restando che tutti gli interventi vanno conclusi entro il 2027.

Quanto all’evoluzione della gara d’appalto, le buone notizie sono che lo scioglimento delle Camere non ha compromesso le disposizioni del Decreto Aiuti, che ha comunque ottenuto la fiducia, e che la Regione Piemonte ha approvato il nuovo prezzario dell’edilizia. Due circostanze che agevolano il proseguimento delle procedure sulla strada indicata da Anac per completare l’iter garantendo la sostenibilità economica del progetto.

Panda 4 mission, giovani e solidarietà

Una vecchia Fiat Panda 4×4 restaurata per i collezionisti dagli allievi del Centro di formazione professionale Rebaudengo di Torino

All’Asta Bolaffi spunta una quotazione rilevante che va a beneficio di una analoga scuola salesiana della missione di Ivato in Madagascar.

Un esempio di coinvolgimento dei giovani nella solidarietà internazionale

Una vecchia Fiat Panda ha compiuto a giugno 2022 il suo viaggio (virtuale) più lungo, dalle campagne cuneesi fino a Ivato (Madagascar), per portare agli allievi della locale scuola professionale “Notre Dame de Clairvaux” un rifornimento di strumenti di lavoro insieme con il messaggio di amicizia dei loro coetanei del Centro di Formazione Professionale “Rebaudengo” di Torino. 6200 chilometri in linea d’aria, attraversando la nostra penisola e il Mediterraneo, scavalcando l’Africa orientale e il Canale del Mozambico, per dare esito all’operazione “Panda 4 mission”.

“È un esempio di economia circolare” commenta don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco di Torino, l’organismo che ha fatto da tramite fra l’Italia e don Erminio De Santis, salesiano di Borgo Velino in provincia di Rieti, da quarantadue anni missionario a Ivato nel circondario della capitale Antananarivo. L’operazione si è rivelata un prototipo di cooperazione internazionale che ha coinvolto entità molto diverse fra loro per natura e obiettivi, le quali sono riuscite a convergere su un obiettivo comune, certamente raggiunto.

A dare il “la” è stato Francesco Joly, imprenditore appassionato di automobili storiche, tesoriere dell’associazione “Torino Heritage” che ha per finalità la salvaguardia del bello e del buono della cultura automobilistica nella quale la Città della Mole si è distinta nella sua storia. Una “Fiat Panda 4×4”, negli Anni Ottanta icona di un fuoristrada a portata di tutti, giaceva in un cortile contadino dopo aver affrontato strade impervie, inverni gelidi ed estati torride. Joly l’ha prelevata e portata al CFP Rebaudengo proponendo una “sfida” per insegnanti e allievi: farla tornare nuova, operando su una carrozzeria mangiata dal sale sparso per sciogliere il ghiaccio e su un motore da rifare in molte parti per via dell’usura. Dopo si sarebbe potuto proporla ai collezionisti di auto storiche.

Il direttore del Centro di formazione salesiano, Fabrizio Berta, ha percepito le potenzialità di questa sfida: affrontare con i ragazzi un caso concreto di restauro sia nel reparto di carrozzeria sia in quello di meccanica. “Anziché montare e smontare un motore funzionante o le parti di un veicolo standard, affrontare la rimessa in funzione di un’auto abbandonata” ha spiegato Mauro Teruggi, il nuovo direttore al Rebaudengo subentrato in corso di restauro; e, da analista degli sbocchi occupazionali, ha aggiunto: “c’è un filone in fase di sviluppo nel settore automotive che è proprio quello della manutenzione di veicoli storici e da collezione”.

Fin qui un insolito ma ammissibile programma di formazione per una scuola professionale che ancor prima che finiscano i corsi riceve dall’industria e dagli artigiani richieste di segnalazioni di operatori specializzati. A far compiere un salto in avanti del progetto “Panda 4×4” l’interpretazione del numero “4” all’inglese: “per”. L’istituto Rebaudengo nacque nel 1930 con una esplicita finalità missionaria: preparare i salesiani che sarebbero andati nel mondo, a portare con sé una professione manuale da mettere in campo per autosostenersi e per generare capacità tecniche fra i ragazzi nei Paesi che chiedevano di svilupparsi nei settori dell’agricoltura e dell’artigianato. Il responsabile dell’Istituto, don Luca Barone, ha congiunto i fili e proposto che il restauro e la cessione dell’auto venissero finalizzati al sostegno di una analoga scuola professionale. È bastato scorrere i progetti che Missioni Don Bosco sostiene per individuare il partner giusto: il Centro Notre Dame di Clairvaux.

Con entusiasmo crescente, è stato coinvolto anche Giorgetto Giugiaro, il designer della Panda. A lui la scelta della selleria fra le proposte che hanno fatto gli allievi del Rebaudengo, con l’autorizzazione a usare la sua firma sul cruscotto: una preziosità in più per questo restauro “doc”, per il quale la Pirelli ha riesumato gli stampi e fornito gli pneumatici tassellati del modello originale. A mettere la ciliegina sulla torta una coincidenza: il veicolo fu immatricolato nel 1988, anno del centenario della morte di san Giovanni Bosco. Non c’era più motivo per non osare il salto successivo, quello di vendere la “Panda 4 mission” al miglior offerente fra i cultori di auto d’epoca.

A questo punto è entrata in campo la casa d’aste Bolaffi, una vera istituzione a Torino per la valorizzazione del collezionismo di alto livello, che ha accolto con curiosità – mantenendo lo sguardo professionale – l’intera operazione. Alla fine di un percorso di informazione reciproca sui diversi passaggi del progetto e delle regole da rispettare, il 10 giugno si è svolta l’asta che ha fatto staccare, a chi si è aggiudicato il lotto, un assegno da 13.250 euro già trasmessi alla missione.

Don Erminio può così acquistare oggi i macchinari aggiornati, le attrezzature mancanti e i materiali di consumo per l’officina dove si insegna meccanica. Al “Centre Notre Dame de Clairvaux” ci sono anche altre specializzazioni, come quella di muratore, che con sentono ai circa 200 giovani che escono dai percorsi formativi di trovare facilmente lavoro in un Paese che sta subendo il fuoco incrociato di un impoverimento generalizzato e di un avanzamento della desertificazione.

La tecnologia dell’automobile è andata molto avanti, “ma qui anche una Panda sarebbe per noi un mezzo attualissimo” ha commentato con un po’ di umorismo il missionario in un video-messaggio trasmesso al CFP di Torino il giorno in cui gli allievi hanno presentato il risultato del loro lavoro.

Il valore di questa operazione, che non è “aggiunto” ma ne è parte costituente, è stata la sensibilizzazione dei giovani allievi che hanno partecipato direttamente e indirettamente ad essa. Sono stati coinvolti passo passo non solo sul piano operativo ma anche su quello della comunicazione: hanno condiviso con gli insegnanti la programmazione e l’esecuzione degli interventi, ma hanno anche presentato in prima persona le fasi e il risultato del restauro, sempre considerandosi esponenti dell’intero corpo scolastico. Una decina di loro poi è stata presente all’anteprima dell’asta, godendo della presenza a sorpresa di Giugiaro dal quale hanno ascoltato alcuni aneddoti dell’origine della Panda e colto l’importanza delle capacità lavorative da essi acquisite al CFP. In più, come ha sottolineato don Antúnez, essi sono stati protagonisti di una apertura verso il mondo: “hanno trasceso la frontiera dei muri della loro scuola per essere attenti alla condizione dei loro coetanei, che hanno avuto in sorte di nascere in un Paese povero di mezzi materiali”. Di fatto è nato un gemellaggio fra i Centri di Torino e di Ivato che ha generato un primo appuntamento via Web a settembre, alla ripresa dei corsi di formazione.

Truffe agli anziani: fermati un italiano e un marocchino

Il quartiere Mirafiori è spesso flagellato da casi di truffe o furti aggravati ai danni di persone anziane. In estate, ancor più, il fenomeno aumenta, perché le famiglie partono per le vacanze, e spesso gli anziani sono lasciati soli in casa. La solitudine li rende più esposti ai tranelli di questi vili reati predatori, portati a compimento da persone senza scrupoli, con tecniche sempre nuove.

In questo caso due giovani, un italiano e un marocchino, potrebbero avere agito simulando di essere operatori del gas. Dall’attività di indagine emerge che il modus operandi sia il seguente: prima telefonavano alle vittime al loro telefono fisso, avvisando che sarebbero passati in giornata per la lettura dei contatori. Successivamente si portavano al loro indirizzo e, una volta entrati in casa, mentre uno dei due con una scusa distraeva la persona anziana, l’altro chiedeva il permesso di usare il bagno, mentre in realtà perlustrava l’abitazione in cerca di portafogli e carte di credito, e se ne impossessava. Una volta fuori, andavano allo sportello bancomat e prelevavano ingenti somme di contante.

I poliziotti del Commissariato Mirafiori, coordinati dalla Procura di Torino, hanno condotto un’indagine durata diversi mesi, che si è snodata attraverso l’acquisizione delle denunce delle parti lese, 3 anziani residenti nella zona di Mirafiori nord, l’analisi del traffico telefonico generato dalle utenze usate per i contatti con le vittime, il confronto delle celle impegnate dalle chiamate, fino all’individuazione dei sospettati.

Gli elementi raccolti hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due giovani per i quali sono state disposte 2 misure cautelari. Il rischio, infatti, è che i due soggetti continuino a delinquere.

Abbandona piastrelle e secchio di vernice: 600 euro di multa

Una donna di Torino è stata sorpresa dalla Polizia municipale  di Moncalieri attraverso la foto-trappola. Ha abbandonato  rifiuti nell’area ex Firsat, in borgo San Pietro: un secchio di vernice da 15 litri di materiale e due sacchi di piastrelle, cemento e mattoni. Risultato: 600 euro di multa.

I giovani green a Torino

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni 

La terza giornata del raduno green dei giovani attivisti ispirati da Greta si è conclusa, dicono i giornali, con una forte azione di “disobbedienza civile” con fumogeni, blocco dell’autostrada,vandalizzazione della sede della SNAM in corso Taranto. Hanno sfilato per tre ore indifferenti al caldo intollerabile o forse eccitati proprio dalla calura. La piccola e furiosa amazzone assente sarà fiera dei suoi prodi.  C’è da domandarsi che significato abbiamo certe azioni che non si discostano da quelle dei nostri centri sociali.  Hanno
bloccato l’autostrada in quanto luogo-simbolo dell’ingresso delle auto in città, una vera sciocchezza e un’autentica illegalità che andrebbe perseguita con la necessaria severità. Cosa intendono fare questi signori? Protestare ricorrendo anche alla violenza appare il loro scopo prioritario.  In questi frangenti di guerra, di carenza energetica ed economica l’Italia non necessita di altri agitatori a creare ulteriore confusione. Tornino da Greta e ci lascino in pace. La loro presenza può essere gradita solo
ai facinorosi e alle teste calde diventate incandescenti per il caldo. Questi ospiti andavano controllati, impedendo che facessero danni . Di gente così ne abbiamo già molta a Torino e il loro numero è già di per se’ intollerabile. La disobbedienza civile era quella di Pannella e di Ghandi, non quelle dei teppisti esagitati che ricorrono alla violenza.

Traffico illecito di rifiuti Sequestrato autodemolitore

Otto gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali di Cuneo (N.I.P.A.A.F.) ad altrettanti indagati. L’ipotesi di reato è quella di attività organizzata per il traffico di rifiuti (art. 452 quaterdecies C.P.). Centro operativo dell’illecito un impianto di autodemolizione del cuneese. Nel corso dell’attività condotta dai militari del N.I.P.A.A.F, sotto la guida della D.D.A. di Torino, sono stati raccolti elementi per sostenere l’esistenza di un articolato sistema di declassificazione di rifiuti pericolosi (tipo “car-fluff” quindi residui non ulteriormente recuperabili del ciclo di messa in sicurezza/bonifica, demolizione e frantumazione dei veicoli fuori uso) in non pericolosi, prodotti dalla frantumazione, in assenza di autorizzazione, di veicoli non bonificati. Dagli accertamenti condotti dai militari (attività tecniche, perquisizioni e mirate acquisizioni documentali) secondo l’ipotesi di accusa, dalla frantumazione dei veicoli, la ditta otteneva anche materia prima seconda di grande pregio, venduta, poi, con documentazione falsa ad acciaierie del Nord-Est Italia. L’illecito profitto stimato sarebbe di circa 3 milioni di euro. I militari hanno contestato alla ditta di autodemolizione anche la responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/01. Le indagini prendevano avvio, nell’estate del 2021, grazie all’intervento della Stazione Carabinieri di Poirino su uno smaltimento illecito di “car-fluff” per interramento in dei campi tra la Provincia di Cuneo e Torino.
In relazione al procedimento penale di cui sopra i Carabinieri Forestali precisano che gli indagati sono da presumersi innocenti fino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva.
Tanto si comunica per la sensibilizzazione della cittadinanza in relazione alla pericolosità dei rifiuti in questione ed alle conseguenze che possono derivare da un illecito smaltimento degli stessi con eventuali possibili gravi danni per la salute dei cittadini.

Cede la strada, tir si ribalta

In via Montanaro a Chivasso nei pressi  del sottopasso dell’autostrada, ieri un tir carico di vernici si è ribaltato lungo la carreggiata per cedimento di un tombino. Sul posto  i vigili del fuoco e la polizia municipale. Nella strada si è attivato il senso unico alternato.  Il conducente non ha riportato danni.

(Foto archivio)