Dopo alcuni minuti di blocco il traffico stradale è ripartito questa mattina alle 8,30 in via Nizza nel tratto tra il Lingotto e il grattacielo della Regione. Un bus Gtt si era dovuto fermare a causa di un guasto. Si è formata una coda di veicoli che si è sciolta quando un camion dell’azienda di trasporti ha agganciato e trainato il bus in panne.

“La natalità – ha spiegato Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità e ideatore degli Stati generali – s’inserisce in un discorso ampio legato a un dialogo e a una solidarietà intergenerazionale. Se non ci sono giovani crollerà tutto e saremo un Paese senza più speranza. Quindi il tema centrale è questo: non un approccio moralista, fare figli, ma un approccio concreto per creare le premesse affinché i nostri figli abbiamo risposte per realizzare i loro sogni lavorativi e familiari senza essere costretti a emigrare”.
Alla mattinata, patrocinata dalla Città di Torino e realizzata con il contributo della Fondazione Roma, hanno preso parte la vicesindaca Torino con delega alle Politiche per le famiglie Michela Favaro, il rettore dell’Università Bocconi di Milano Francesco Billari, il vicedirettore di Avvenire Marco Ferrando, la presidente del Gruppo Giovani Industriali Torino Barbara Graffino, il CEO della Reynaldi Srl Marco Piccolo, la demografa dell’Università di Torino Chiara Pronzato, il comico Gianpiero Perone, il presidente della Fondazione Roma Franco Parasassi e il presidente del Forum Famiglie Piemonte Roberto Gontero. Intervenuti in video anche il Sindaco Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
Dell’impegno per famiglia e giovani ha parlato la vicesindaca Michela Favaro: “La Città di Torino è stata la prima grande città metropolitana ad aderire al network dei ‘Comuni amici della famiglia’ e in questi anni abbiamo predisposto un piano per le famiglie, che si svilupperà nel prossimo biennio, proprio per rendere la nostra città sempre più attrattiva per coloro che vogliono vita ad un progetto di famiglia e per i nuclei familiari con bambine e bambini. Vogliamo mappare e far conoscere tutti i servizi che già esistono sul territorio, anche attraverso una app dedicata, ma anche raccogliere i bisogni e avviare un piano di azioni positive a tutto campo su educazione, spazi ricreativi, cultura, sport, agevolazioni, per dare vita ad un ambiente sempre più ‘family friendly’”.
E se, come rileva una recente indagine Istat del 2024 dalle intenzioni espresse dai ragazzi tra gli 11 e i 19 anni una ripresa demografica non sembrerebbe però impossibile, tant’è che tra i giovanissimi desidera avere figli il 69,4%, di questi soltanto l’8,8% è per il figlio unico, mentre il 18,2% pensa a tre o più figli, è anche vero che le nuove generazioni multiculturali e digitali esprimono preoccupazioni: un ragazzo su tre dichiara di aver paura del futuro e il 34% vorrebbe vivere all’estero da grande.
TORINO CLICK
Un ergastolo per l’omicidio dell’imprenditore edile
Condanna all’ergastolo dalla Corte d’Assise del tribunale di Ivrea per Davide Osella Ghena, di 33 anni, per l’uccisione dell’imprenditore albanese Fatmir Ara. Il suo corpo venne ritrovato nelle campagne di San Carlo Canavese nel settembre 2022, era residente a Mathi, nel Canavese. È stato ucciso a colpi di fucile per una questione economica. Assolti la sorella dell’imputato e un amico.
Legalità, dalla Regione 1 milione e 374mila euro
In particolare, Marrone ha rilevato come l’incremento maggiore insista sul capitolo dei contributi ai Comuni per il recupero dei beni confiscati alle mafie. “Servono sempre lavori di manutenzione o di cambio d’attività degli immobili – ha ricordato – e per questo passiamo da 371mila a 833mila euro”.
Quanto agli altri capitoli, quello dei contributi per l’istituzione della Giornata della memoria e dell’impegno a ricordo delle vittime di mafia, passa da 17mila a oltre 34mila euro. Per la giornata delle Forze dell’ordine da circa 8mila a 12mila; per il contrasto all’usura da 370mila a 390mila.
Domenico Rossi (Pd), dichiarandosi favorevole all’aumento dei fondi, ha chiesto se sia “possibile diminuire la quota di compartecipazione per i piccoli Comuni, che spesso non riescono a garantire il 50% della spesa”. L’assessore ha risposto che “nella proposta di deliberazione ci sarà l’indicazione di contributo fino al 90 per cento per i comuni sotto i 5mila abitanti, con un massimale di 100mila euro”. Rispondendo poi alla domanda di destinare i fondi direttamente agli enti del terzo settore interessati, sempre rivolta da Rossi, ha detto che “esiste un timore di carattere finanziario sul tema dell’assegnazione diretta dei fondi, perché la disciplina nazionale vede un protagonismo degli enti locali, che è anche a tutela degli enti stessi del terzo settore”.
Pasquale Coluccio (M5s) è poi intervenuto affermando che “questa partita dei beni confiscati la vedo come un processo molto bizzarro, che alla fine avvilisce un’attività di confisca che tutti sappiamo cosa vuol dire, che prezzo ha in termini di sacrifici, non solo economici ma anche umani. È un sistema che inevitabilmente andrebbe preso in mano e rivisto. La partita andrebbe rivista a livello centrale, i beni dovrebbero essere bonificati e poi consegnati alla società”.
Gianna Pentenero (Pd) ha quindi dichiarato: “Mi pare di ricordare che Libera, in audizione, ci abbia fatto presente che una delle cause per le quali i Comuni non partecipano ai bandi di recupero dei beni è la complessità delle procedure. Si potrebbe ipotizzare una sorta di assistenza tecnica da parte della Regione”. Marrone ha risposto che, oltre l’assistenza sempre disponibile di tutto lo staff dell’antimafia e antiusura della Regione, esiste un protocollo tra Regione, Intesa-Sanpaolo, Libera e altri, che ha ad oggetto l’assistenza tecnica in questi casi.
La seduta della Commissione Bilancio è quindi proseguita con l’esame degli emendamenti al Bilancio di previsione 2025/27 che continuerà con le convocazioni della prossima settimana.
Ufficio Stampa CRP – Nella foto una villa confiscata alla mafia
La lettrice Sara Grauso ci invia queste immagini del grattacielo di via Nizza, nuova sede della Regione Piemonte.


Il presidente Cirio: “Nei prossimi giorni saranno trasferiti in Piemonte 4 bambini pazienti oncologici con le loro famiglie per essere curati nel nostro ospedale pediatrico. Ancora una volta la nostra Regione modello di cooperazione internazionale e solidarietà”
Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha partecipato oggi alla missione del programma “Food For Gaza”, partita da Ciampino verso Israele in occasione dell’arrivo al porto di Ashod della nave container con a bordo i 15 camion speciali donati dall’Italia, realizzati e allestiti da Iveco, con il supporto attivo della Regione Piemonte, per il trasporto di beni umanitari dentro la Striscia di Gaza e ulteriori 15 tonnellate di aiuti umanitari (non alimentari) donati dalla Cooperazione Italiana.
Il presidente ha accompagnato la professoressa Franca Fagioli (Direttore Dipartimento Patologia e Cura del Bambino dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino) e il dottor Sebastian Asaftei, che resterà nella zona per alcuni giorni. I medici infatti stanno esaminando le cartelle cliniche di alcuni bambini malati oncologici con l’obiettivo, nelle prossime settimane, di poterli trasferire al Regina Margherita. In particolare, si tratta di 4 bambini malati oncologici che saranno ricoverati e accolti insieme alle loro famiglie.
«Ancora una volta il Piemonte è in campo per la solidarietà. A gennaio, al tavolo Food for Gaza abbiamo confermato al governo e al ministro Tajani la disponibilità della nostra Regione ad accogliere fino a undici bambini malati in arrivo dalla Striscia di Gaza. Oggi inizia la fase operativa di questo impegno che vede il coinvolgimento dei nostri medici e del nostro sistema sanitario con l’obiettivo di trasferire, non appena le loro condizioni lo permetteranno, i primi 4 pazienti pediatrici al Regina Margherita di Torino. Grazie alla rete di associazioni sarà anche possibile accogliere le loro famiglie, per assicurare ai piccoli la migliore permanenza possibile. Per il Piemonte questo impegno si inserisce nelle tante operazioni di solidarietà avviate in questi anni», dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio ricordando anche l’invio dal Piemonte di un ingente quantitativo di riso destinato alle popolazioni della Striscia di Gaza.
«La missione ha il significato di creare un ponte tra l’ospedale infantile Regina Margherita e i bambini di Gaza tramite l’intermediazione delle forze diplomatiche e dei sanitari israeliani e palestinesi. In particolare siamo pronti ad accogliere nei prossimi giorni 4 bambini affetti da leucemie, linfomi o tumori solidi, il cui trattamento è stato interrotto a seguito dei bombardamenti all’interno della Striscia di Gaza. La presa in carico sarà come per tutti i nostri pazienti inclusiva e terrà conto anche delle esigenze di integrazione nel nostro territorio dei bambini e dei loro accompagnatori, tramite l’aiuto insostituibile del terzo settore, che collabora con la nostra quotidianità», afferma la professoressa Franca Fagioli.
Una disponibilità che conferma la vocazione solidale e accogliente del Piemonte: già la scorsa estate la disponibilità della Regione ha consentito di portare al Regina Margherita un adolescente e un bimbo di 3 anni provenienti da Gaza.
Fin dalla scorsa primavera infatti la Regione, insieme al Comune di Torino, si è era resa disponibile con il Ministero degli Esteri a supportare attivamente le iniziative del governo in risposta all’emergenza umanitaria di Gaza, con il coinvolgimento degli ospedali, in particolare il Regina Margherita per i pazienti più piccoli, e la Protezione civile regionale, per fornire competenze e materiali. Una posizione che conferma quanto avvenuto in passato, quando il Piemonte, con due diversi voli, nel 2022 ha avviato una missione umanitaria che ha consentito di portare a Torino 22 tra bambini e ragazzi malati di tumore in fuga dall’Ucraina dove non era possibile garantire loro le cure a causa della guerra.
Mariachiara Giacosa
Sull’autostrada Ivrea-Santhià, alla stazione di servizio di Viverone sud, due agenti della polizia stradale sono stati aggrediti dal conducente di 26 anni, francese. L’uomo aveva avuto un incidente con una vettura che avrebbe rubato e abbandonato. Ha fatto l’autostop e un furgone lo ha accompagnato alla vicina stazione di servizio. Qui ha cercato di rubare un’altra macchina minacciando il conducente con un coltello. Era presente una volante della Polizia. Il giovane, raggiunto dagli agenti ha preso un martello dal giubbotto e ha colpito uno dei due agenti sulla testa. Il poliziotto gli ha sparato ferendolo e colpendo anche di striscio l’altro agente. L’aggressore è ricoverato alle Molinette. In ospedale anche i due agenti che non sono in pericolo di vita.
Fsp Polizia: “Aggressore operato, un collega in prognosi riservata. Questo lavoro è imprevedibilità, violenza e complessità”
“Sono ore di grande apprensione per lo stato di salute dei colleghi aggrediti a Ivrea da un criminale che li ha presi a martellate. Anche se entrambi non sono in pericolo di vita, quello di loro più seriamente ferito, che ha riportato un grave trauma cranico, è in prognosi riservata. Anche il loro aggressore, dopo essere stato operato, è fuori pericolo. Adesso preghiamo che possano rimettersi al più presto, con il pensiero rivolto ai loro cari catapultati in questo terribile incubo”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo l’aggressione ai due poliziotti della Stradale alla stazione di servizio di Viverone sud sulla bretella autostradale Ivrea-Santhià.
“Cresce senza sosta la drammatica lista dei tutori della sicurezza feriti in servizio – prosegue Mazzetti -, con una cadenza temporale agghiacciante che ne vede finire in ospedale uno ogni 3 ore e mezza, e con una casistica sempre più variegata, virulenta, subdola. Il caso di oggi conferma drammaticamente questo quadro, da cui emerge come il nostro lavoro sia fatto di assoluta imprevedibilità, violenza cieca, complessità estrema. Bene farebbero a ricordarlo tutti quegli pseudo esperti di sicurezza sempre pronti a pontificare e delegittimare l’operato di chi porta una divisa, contestando un arresto, censurando un inseguimento, criminalizzando una reazione difensiva, tentando di far passare i nostri operatori, fra i migliori del mondo, per incompetenti, violenti e frustrati. Ogni giorno in cui dobbiamo pregare perché un collega guarisca – conclude Mazzetti – sale la rabbia per tutto questo, e la convinzione che questo vizio della ‘critica facile’ passerebbe per incanto se ci si trovasse davvero nei nostri panni”.
L’assessore alla Sanità Federico Riboldi replica ai rappresentanti delle sigle sindacali dei medici dirigenti che, in un loro comunicato, lamentano la delegittimazione della figura medica e lo accusano di “arroganza”.
«Innanzitutto, quella che i sindacati dei medici scambiano per arroganza è una fortissima volontà di abbattere le liste d’attesa, che i cittadini chiedono a gran voce in ogni angolo della Regione ed è un grido di dolore che chi amministra non può ignorare. Grido di dolore che viene da quella parte di persone (compresa tra l’8 e il 12%) che hanno dovuto rinunciare alle cure, i soggetti più fragili della nostra società che non possiamo pensare di abbandonare a loro stessi» afferma Riboldi.
«Sul tema dell’intramoenia si cita una parte della legge (il DL 73/2024 convertito nella legge 104/2024) che ne consente l’operatività, ma si dimentica l’altra parte della normativa che dice chiaramente che in caso di liste d’attesa inaccettabili questa può essere sospesa. Quindi parlare di arroganza quando si applica la legge è fuorviante e fuori luogo. Tuttavia, come ho avuto modo di dichiarare in un’intervista recente, e ribadisco ora, si tratta dell’estrema ratio e di una soluzione che sarà attuata solo dopo che saranno state messe in campo tutte le altre misure che partono dall’esercizio volontario dei turni in orari festivi e serali, per i quali le Aziende sanitarie hanno già raccolto la disponibilità del personale» dichiara Riboldi.
«A riprova del fatto che non delegittimo la categoria dei medici, ricordo che ho affermato pubblicamente, in controtendenza rispetto a molti altri, che nel caso dell’inchiesta giudiziaria sulla gestione dell’intramoenia in Città della Salute si tratta di una minoranza davvero molto esigua di professionisti» conclude Riboldi.
L’asporto di bottiglie e lattine sarà vietato da fine febbraio dalle 21 alle 7 in 19 zone di Torino. Il divieto ad oggi scatta invece alle 23. Il Comune punta a ridurre la vendita di alcolici da parte dei minimarket, per ridurre risse e urla notturne nelle zone della movida. In via Di Nanni, zona pedonale di Borgo San Paolo l’esperimento ha avuto riscontri positivi.
Gli assessori Paolo Chiavarino al Commercio e Marco Porcedda alla Sicurezza hanno annunciato che le zone interessate rientrano in 5 circoscrizioni: Due (Santa Rita e Mirafiori), Cinque e Sei periferia Nord), Sette (Aurora, Vanchiglia e Madonna del Pilone) Otto (borgo Filadelfia e Nizza-Millefonti). Si tratta di vie e piazze specifiche oggetto delle segnalazioni dei residenti. Sarà vietato l’asporto, ma Bar e ristoranti potranno somministrare alcol all’interno.
Grazie a un intervento di chirurgia robotica toracica all’avanguardia
All’ospedale Molinette di Torino salvato un ragazzino di 13 anni, affetto da una rara malformazione polmonare, grazie a un intervento di chirurgia robotica toracica all’avanguardia.
Si tratta di una malformazione adenomatoide cistica polmonare (CCAM), una patologia congenita, di causa ad oggi ignota, cioè una malformazione benigna del polmone con alterazione dello sviluppo dei bronchioli terminali, che subiscono una trasformazione cistica fino a portare a una completa alterazione del parenchima polmonare.
Nei primi anni di vita il paziente ha subito ricorrenti ricoveri per polmoniti e bronchiti, considerata la maggiore suscettibilità dovuta alla malformazione di cui era affetto. Durante l’ultimo ricovero all’ospedale di Mondovì (in provincia di Cuneo) a seguito dell’ennesima polmonite invalidante, i genitori e il figlio hanno preso la coraggiosa decisione di optare per un intervento chirurgico risolutivo.
Trasferito prima nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e poi nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, il ragazzo è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico di lobectomia inferiore destra per via robotica.
L’equipe multidisciplinare era composta dal professor Enrico Ruffini (Direttore della Chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette di Torino) e dai dottori Paraskevas Lybéris, Francesco Guerrera e Angelo Zocco, coadiuvata dai chirurghi pediatrici dell’ospedale Regina Margherita dottori Fabrizio Gennari (Direttore di Chirurgia pediatrica del Regina Margherita) e Riccardo Guanà. Di fondamentale importanza è stata la presenza in sala operatoria del dottor Alessandro Buttiglieri dell’Anestesia e Rianimazione universitaria dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luca Brazzi).
Un intervento molto complicato della durata di circa 7 ore. Il polmone, causa la malformazione e le pregresse polmoniti, era tutto adeso alla parete del torace. La sua normale anatomia era completamente alterata, tale da rendere ciascun passaggio chirurgico estremamente preciso e scrupoloso.
Anche questa volta la tecnica robotica, in dotazione all’ospedale Molinette, ha permesso la fattibilità di un intervento cosi complicato e delicato: «È stato asportato solo il lobo malformato – spiega il dottor Lybèris – quindi senza arrecare danni al resto del polmone, in modo tale da non creare delle invalidità nel futuro e garantire un’ottima qualità di vita del ragazzo».
La prima parte del post operatorio si è svolta all’interno della Rianimazione ospedaliera dell’ospedale Molinette, mentre a seguire, dopo un’iniziale degenza nel reparto di Chirurgia toracica delle Molinette, il paziente è stato trasferito all’ospedale Regina Margherita, coordinato dal Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli). E poco dopo dimesso a domicilio.
«Ancora una volta un caso che dimostra le eccellenze della Città della Salute di Torino. L’intervento è stato il risultato di un grande lavoro di squadra» dichiara la Direzione aziendale della Città della Salute di Torino.
«Fare rete e condividere competenze e professionalità deve essere al centro della sanità piemontese – sottolinea Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte – e la storia del ragazzo tredicenne conferma, ancora una volta, l’efficacia di questo approccio. La buona riuscita dell’intervento è anche la dimostrazione dell’eccellenza che l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino rappresenta per la nostra Regione e di come sia un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale».