CRONACA- Pagina 91

Mauriziano, nuova sala di elettrofisiologia

Nuova sala di elettrofisiologia presso l’ospedale Mauriziano di Torino Nei giorni scorsi la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino  (diretta dal dottor Giuseppe Musumeci) è stata dotata di una seconda sala di elettrofisiologia. La struttura di elettrofisiologia dell’ospedale Mauriziano (diretta dal dottor Stefano Grossi), attiva nell’amibito della cardiologia,  è  la prima in Piemonte e la prima in  Italia tra gli ospedali pubblici  per numero di procedure di ablazione transcatetere. Le patologie aritmiche, prima tra tutte la fibrillazione atriale, sono in continuo aumento nella popolazione. Parallelamente è in crescita il fabbisogno di procedure di ablazione, che rappresenta in molti casi la strategia terapeutica più efficace. Per far fronte all’elevato afflusso di pazienti afferenti da tutta Italia, l’Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino (diretta dal neo commissario dottor Roberto D’Angelo) ha  fatto un investimento di circa un milione di euro per allestire una seconda sala operatoria da affiancare a quella già precedentemente attiva. La nuova struttura è  dotata di tutti i dispositivi  che  la tecnologia attualmente mette a disposizione per  il trattamento ablativo delle aritmie ed anche per l’impianto di pace maker e defibrillatori. Essa consentirà di potenziare notevolmente l’le attività dell’elettrofisiologia  dell’ospedale Mauriziano, riducendo sensibilmente le liste di attesa per i pazienti affetti da patologie aritmiche

Torna la campagna “Maturità al sicuro” della Polizia di Stato e di Skuola.net

Torna la campagna “Maturità al sicuro” della Polizia di Stato e di Skuola.net per contrastare le fake news sull’esame di Stato e informare correttamente gli studenti. Quasi 1 maturando su 4 pensa di poter tenere con sé lo smartphone durante le prove, circa 1 su 5 che può usare uno smartwatch. E qualcuno ancora cade nel tranello delle tracce reperibili online e rischia di passare la vigilia in bianco per trovarle…

Passano gli anni ma, per gli studenti che si apprestano a sostenere la Maturità, il rischio di cadere in una delle tradizionali fake news sulle regole d’esame rimane altissimo. Quanto basta per alzare il livello di attenzione su possibili “bufale” legate alle regole di base che governano l’Esame di Stato. Cosa che puntualmente fa la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica con “Maturità al sicuro”, la campagna di sensibilizzazione svolta assieme al portale specializzato Skuola.net, che per il diciassettesimo anno consecutivo si pone proprio l’obiettivo di “smontare” le principali notizie false sull’argomento.

Le nuove tecnologie in particolare, con il costante sviluppo di “aiuti” digitali, possono indurre in tentazione. Diventando un possibile amplificatore di errori di comportamento. Che, nelle peggiori delle ipotesi, possono addirittura portare all’esclusione dall’esame. Il rischio è concreto. Lo mostrano chiaramente le risposte date dai circa 1.000 maturandi raggiunti dal monitoraggio effettuato proprio da Skuola.net per la Polizia di Stato a circa una settimana dal via della Maturità 2024.

Quasi 1 studente su 4, ad esempio, è convinto che durante le prove scritte gli smartphone si possano tenere con sé in postazione. Quando, invece, devono essere consegnati al banco della commissione, come correttamente dimostra di sapere il 77% del campione interpellato. E se il 17% è consapevole che comunque i telefoni debbano rimanere rigorosamente spenti, il 6% pensa che si possano persino usare rischiando al massimo di essere richiamati o penalizzati in fase di correzione e non, come potrebbe avvenire, di vedere invalidato l’intero esame. La quota di coloro che potrebbero incappare in un uso scorretto dello smartphone all’esame, inoltre, aumenta del 20% rispetto all’anno precedente. Non proprio un buon viatico.

Qualcosa di simile avviene con un altro “sorvegliato speciale”: lo smartwatch. In questo caso è quasi 1 su 6 (il 17%) a pensare che l’orologio tech si possa indossare e usare tranquillamente al polso durante le prove scritte, basta che non sia connesso a Internet. Mentre il 4% è convinto che si possa usare senza alcuna limitazione anche per accedere alla Rete. Se già la prima è una credenza errata, figuriamoci la seconda, che è di fatto una pratica assolutamente vietata. Visto che l’utilizzo dello smartwatch – di qualsiasi tipologia – è inibito tanto quanto quello del telefonino, eppure complessivamente 1 su 5 è convinto del contrario.

La funzione di “Maturità al sicuro”, però, non è solo quella di informare su possibili ipotesi di infrazioni connesse alla Maturità ma anche di ricordare alcuni aspetti fondamentali del regolamento d’esame il cui mancato rispetto potrebbe portare all’esclusione: dalla necessità di presentarsi con un documento di identità a quella di non introdurre altri fogli che non siano quelli forniti dalla commissione. Senza dimenticare le fake news vere e proprie.

Circa un quarto dei maturandi (26%) è infatti convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone “da remoto” per capire chi eventualmente sta copiando; cosa non corrispondente al vero. E addirittura quasi la metà (46%) ritiene che, durante gli esami, i membri della commissione possano perquisire i candidati, alla ricerca di oggetti proibiti. Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate, invitando comunque alla prudenza, visto che i commissari d’esame, se dovessero notare manovre illegali, hanno comunque il diritto di escludere i candidati colti in “flagranza di copiato”.

E poi c’è il grande, annoso, tema delle tracce d’esame. Specie di quelle dello scritto di Italiano. Perché sono ancora troppi gli studenti che pensano di trovare in anticipo gli spunti da sviluppare il giorno della prova, soprattutto online. Ad avere ben presente che online si possano trovare solo indiscrezioni, previsioni o, al massimo, degli esempi, è “solo” il 76% dei maturandi.

Il 24%, invece, crede che quantomeno gli argomenti vengano diffusi prima; il 4% pensa che con le giuste mosse si possano mettere le mani con qualche ora di vantaggio sulle tracce vere e proprie. E oltre 1 su 3 immagina che il Ministero possa cambiare le tracce anche all’ultimo minuto. Così non stupisce che circa 1 su 7 sia tentato, nell’immediata vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell’imbeccata vincente.

Ecco perché campagne come quella “antibufale” di Polizia di Stato e Skuola.net sono estremamente utili per diffondere messaggi corretti e sgomberare il campo da convinzioni fuorvianti.

L’esame di Maturità è un appuntamento molto importante per gli studenti e per questo è necessario mantenere la serenità necessaria per affrontarli. Le false notizie, invece, possono portare a sterili distrazioni, facendo calare la concentrazione che invece è necessaria per affrontare uno dei momenti più importanti del percorso scolastico.

Tutti messaggi, questi, racchiusi anche in uno short video costruito in linea con le tendenze social del momento, utilizzando quindi un linguaggio più vicino possibile a quello dei protagonisti dell’esame. Il contenuto, che vede come protagonista lo youtuber ufficiale Nikolais, verrà sulla piattaforma di Skuola.net e sui canali social Instagram, TikTok, Facebook, X della Polizia di Stato e del media per studenti.

Gli operatori del Commissariato di P.S. online anche quest’anno saranno perciò a disposizione dei ragazzi per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in Rete. Inoltre, un rappresentante della Polizia di Stato parteciperà alla tradizionale diretta di Skuola.net alla vigilia del primo giorno d’esami, per fare il proprio in bocca al lupo a tutti gli studenti protagonisti dell’Esame di Stato 2024.

Buoni per i minori negli uffici postali torinesi

Con la fine della scuola il buono fruttifero è il regalo ideale per aiutare le giovani generazioni a costruire il loro futuro e realizzare quello che devono ancora immaginare

 

 Sono disponibili presso tutti i 419 uffici postali della provincia di Torino i buoni fruttiferi postali per i minori, il regalo perfetto per la fine della scuola per accompagnare la crescita dei più piccoli e avvicinarli al mondo del risparmio.

Possono essere sottoscritti in forma cartacea da un genitore, un nonno, un amico purché maggiorenne oppure in forma dematerializzata direttamente on line sul sito poste.it o tramite l’APP BancoPosta, o in qualsiasi Ufficio Postale, dal genitore o dal tutore previa apertura del Libretto dedicato ai minori a cui i Buoni saranno collegati.  Il Buono può essere intestato esclusivamente al minore e cresce insieme a lui, perché gli interessi maturano fino al compimento del 18° anno di età, con un tasso di interesse annuo lordo che può arrivare fino al 6%.

Per poter sottoscrivere i Buoni in forma dematerializzata, il minore deve essere intestatario di un Libretto di risparmio dedicato ai minori e il maggiorenne che lo sottoscrive deve essere titolare di un Libretto di risparmio postale o di un conto corrente BancoPosta sul quale addebitare l’importo.

I Buoni possono essere sottoscritti ai minori di età compresa tra 0 e 16 anni e mezzo; quando festeggerà i suoi 18 anni, il valore dei Buoni sottoscritti e gli interessi maturati saranno accreditati sul Libretto di risparmio di cui è intestatario il minore.

I Buoni dedicati a minori hanno un rendimento fisso crescente, sono prodotti garantiti dallo Stato italiano e sono esenti da costi, salvo gli oneri fiscali, sono esenti da imposta di successione e godono di una tassazione agevolata del 12,50% sugli interessi.

Calci, pugni e percosso con il deambulatore: naso spaccato per rubargli pochi spiccioli

Non ha dato il denaro all’uomo di origini marocchine che glielo aveva chiesto, così un anziano è stato  massacrato di botte in pieno giorno in piazza Bottesini a Torino, nel quartiere di Barriera di Milano. L’anziano era seduto su una panchina dei giardini. Al rifiuto è stato preso a calci e pugni e picchiato con il deambulatore, solo  per impossessarsi di 5 euro. L’anziano, che ha riportato probabilmente la frattura del setto nasale, è stato ricoverato in ospedale. La polizia chiamata dai passanti è riuscita a rintracciare l’aggressore e ad arrestarlo.

Noto parrucchiere muore mentre gioca a calcio

Sconcerto e dolore per l’improvvisa morte a Pezzana nel Vercellese, di Gaspare Varsalona, 61 anni, noto parrucchiere di Vercelli, titolare del negozio in corso Prestinari. L’uomo si è accasciato mentre stava giocando una partita di calcio. I sanitari del 118, intervenuti immediatamente, non hanno potuto salvarlo.

Al via il processo per le morti da smog, amministratori a giudizio

Per la prima volta sul fronte dell’inquinamento da smog sono stati indagati amministratori pubblici. E’ l’inchiesta di Torino riguardante la qualità dell’aria negli anni dal 2015 al 2020. I sindaci di allora, Piero Fassino e Chiara Appendino, Sergio Chiamparino presidente della Regione, gli assessori Alberto Unia, Stefania Giannuzzi, Enzo Lavolta e Alberto Valmaggia vanno a processo. L’attuale governatore del Piemonte Alberto Cirio e il suo assessore regionale Matteo Marnati sono stati invece stralciati e inseriti in un secondo filone ancora in corso di indagine relativo a un successivo arco temporale. Oggi si tiene l’udienza pre-dibattimentale. I magistrati Vincenzo Pacileo e Gianfranco Colace contestano agli amministratori di non avere adottato misure adeguate per contrastare il costante sforamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti nell’aria previsti dalla legge. L’inquinamento avrebbe provocato, in base alle valutazioni dei consulenti tecnici della Procura della Repubblica, più di mille morti premature e numerosi ricoveri ospedalieri. Si tratta del primo processo penale del genere in Italia. L’esposto che ha fatto partire le indagini fu presentato dal comitato “Torino Respira”.

Ex sindaca Appendino, nuovo processo d’appello e pena ricalcolata per la tragedia di piazza San Carlo

I giudici di Cassazione hanno stabilito un processo di appello per l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino per la tragedia di piazza San Carlo del 3 giugno 2017. È stato disposto  che la responsabilità penale dell’ex prima cittadina è irrevocabile ma verrà ricalcolata l’entità della pena riducendola. L’allora sindaca era stata condannata a 18 mesi di reclusione nel procedimento in cui si ipotizzano, a seconda delle posizioni, i reati di disastro, omicidio e lesioni in forma colposa. In quella tragica serata l’ondata di panico durante la partita di Champions tra Juventus e Real Madrid provoco’ 1500 feriti e due vittime.

Pubblichiamo, di seguito il commento postato da Chiara Appendino sui social

Poco fa i giudici della Corte di Cassazione hanno rigettato il mio ricorso contro la sentenza di condanna per la tragedia di Piazza San Carlo, seppur stabilendo che la pena inflitta dalla Corte d’Appello dovrà essere diminuita.

Ancora oggi, a oltre 7 anni di distanza, porto con me il dolore e l’angoscia per quella maledetta notte in cui quattro rapinatori armati di spray urticante scatenarono il panico in piazza. Un gesto scellerato per il quale stanno scontando una pena di 10 anni per omicidio preterintenzionale.

Da allora non ho mai smesso di rivolgere i miei pensieri alle persone coinvolte e alle loro famiglie e credo che il dolore che provo non potrà mai scomparire.

Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza.

A iter giudiziario sostanzialmente concluso, penso di poter dire quello che penso, soprattutto per quanto riguarda la ripartizione delle responsabilità tra le istituzioni.

Da questo processo emerge infatti che l’unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto Sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio.

È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i Sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto, dalla pubblica sicurezza fino allo smog (per il quale, fra poche ore, dovrò affrontare un nuovo processo).

La domanda che mi pongo è: chi, a fronte di questo precedente, sarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità come primo cittadino?
Ciò che auspico è che su questo punto si possa avviare una sana riflessione fra tutte le forze politiche e il governo. Ad oggi, gli innumerevoli moniti di Anci e l’appello sottoscritto da migliaia di sindaci di ogni colore politico sono rimasti inascoltati.

Concludo ringraziando di cuore la mia famiglia, i miei legali e tutte le persone che mi sono state vicine in questo difficile percorso e ribadendo la mia sincera vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime che resteranno per sempre nel mio cuore.

In Comune mozione per i malati cronici non autosufficienti

Sostenere i malati cronici non autosufficienti

Nella seduta del 17 giugno 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione (primo firmatario: Pierino Crema (PD) – con 23 voti favorevoli e 2 astenuti – che chiede di salvaguardare il diritto alle cure sanitarie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti.

Tra le varie richieste, il documento impegna sindaco e Giunta Comunale ad attivarsi affinché sia ritirata la Dgr 10-5445/2022 dalla Giunta regionale del Piemonte e siano abrogate le Dgr 14/2013 e 34/2016 finalizzate al piano di rientro concluso nel 2017, i cui criteri legati alla valutazione economica e ai limiti di durata del ricovero sono già stati superati dalla sentenza del Consiglio di Stato n°. 1858/2019, e siano recepiti nuovi provvedimenti nel rispetto delle norme vigenti.

Il provvedimento chiede anche alla Regione Piemonte di superare le criticità delle liste di attesa e il rispetto della legge regionale 10/2010, mai abrogata, che prevedeva una spesa anche del Ssnnella domiciliarità, e di coinvolgere anche l’Anci.

Viene inoltre proposta una campagna informativa rivolta alla cittadinanza, di concerto con le associazioni aderenti al Consiglio dei Seniores e con le Circoscrizioni cittadine, volta a fornire ai congiunti degli anziani malati non autosufficienti la conoscenza dei diritti vigenti in materia sanitaria e socio-sanitaria per garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute ai propri cari e non dover sostenere oneri esosi e non previsti dalle leggi dello Stato.

La nostra Costituzione garantisce a tutte e tutti il diritto alla salute – ha dichiarato in aula il presentatore della mozione, Pierino Crema (PD) – ma ciò non vale per gli anziani cronici non autosufficienti nella nostra regione.

In Piemonte – ha spiegato – su 45 mila posti letto in Rsa, soltanto poco meno di 30 mila sonoconvenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.

L’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, ha ribadito la necessità che la programmazione della prossima agenda sanitaria regionale prenda in considerazione le tematiche affrontate dalla mozione, garantendo maggiori risorse per l’assistenza alle persone anziane.

“R…estate ai giardini Madre Teresa”: fino a settembre iniziative per tutti

Concerti e danze per tutti i gusti, letture animate e spettacoli per bambini, workshop: la circoscrizione 7, in collaborazione con la Città di Torino, organizza “R…estate ai giardini Madre Teresa”, un ricco programma di eventi che andranno avanti fino a giovedì 26 settembre, proseguendo il rilancio e il presidio dei giardini di corso Vercelli 12 recentemente riqualificati. Tutte le attività e gli spettacoli sono ad ingresso libero e gratuito.

Dopo i primi tre appuntamenti della scorsa settimana, il programma prevede per oggi, lunedì 17 giugno, alle 18, un concerto di world music della Torino Social Orchestra: l’iniziativa è proposta dall’associazione “Sfera culture – Scuola popolare di musica” e sarà replicata venerdì 21 giugno sempre alle 18.

Domani, alle 17, tocca agli Ala – artisti liberamente associati – che mettono in scena, per i più piccoli, letture animate e musicate dedicate alle avventure di Marco Polo fra oriente e occidente. Saranno replicate martedì 25 giugno, sempre con inizio alle ore 17.

Giovedì 20 giugno, alle 17.30, sarà protagonista il Teatro Carillon con l’animazione per bambini “Spazio creativo open air”. L’evento tornerà giovedì 4 luglio, sempre alle 17.30, mentre giovedì 27 giugno, alla stessa ora, il Teatro Carillon porterà lo spettacolo di burattini dal titolo “Le strane orecchie del Re”.

Mercoledì 10 luglio, il circolo Mossetto presenterà “Radici e culture nel mondo”, con la partecipazione degli artisti che hanno collaborato con il circolo nell’ultima stagione musicale “Sud e magia”. Ci saranno musiche brasiliane, con influenze indigene africane e sudamericane, miscelate con danze tradizionali e concertini acustici. La rassegna sarà replicata mercoledì 24 luglio.

Gli ultimi eventi sono quelli organizzati dal Club Silencio, associazione che promuove la valorizzazione dei musei e degli edifici storici d’Italia. Giovedì 18 luglio, alle 18.30, porterà ai giardini un “workshop artistico per under 30” . L’iniziativa sarà replicata, sempre con inizio alle 18.30, nelle giornate del 25 luglio, 19 settembre e 26 settembre. Mentre il 12 settembre, alle 18.30, il Club Silencio darà vita al talk tematico “Aurora sogna”. Fino al 2 agosto, in orario diurno, ai giardini Madre Teresa, si svolgeranno anche le attività legate a “Cogli l’estate”.

I giardini sono stati sottoposti ad un’ampia riqualificazione lo scorso inverno con la realizzazione di una nuova area giochi, comprensiva di uno spazio attrezzato per giochi d’acqua, con la collocazione di nuove attrezzature per l’attività sportiva (un campo da pallacanestro, nato dalla riconversione della piastra di corso Vercelli, un’area per il pattinaggio libero, un nuovo impianto per lo skate, oltre all’ampliamento dell’area fitness), e con il potenziamento delle aree erbose e del numero degli alberi.

Avvocato di strada Torino compie 10 anni

Lo sportello torinese di Avvocato di Strada compie dieci anni. L’associazione che offre assistenza legale gratuita ai senza dimora, nata a Bologna nel 2001, è arrivata a Torino nel 2014 e da allora sono stati tutelati i diritti di oltre 300 persone.

Dal diritto alla residenza alle cause di separazione e divorzio, dal recupero dei crediti da lavoro alla tutela di persone vittime di violenze e aggressioni sono diverse le tematiche affrontate dai legali e paralegali dell’associazione, unite però dalla volontà di dare dignità e voce agli ultimi, il tutto, gratuitamente.

«Siamo molto felici di essere riusciti a raggiungere questo importante traguardo – dichiara l’avvocato Elena Virano, coordinatrice dello sportello torinese- Quando si opera in un’associazione c’è sempre il rischio che l’individualità dei singoli prevalga sul gruppo. Nel nostro caso ciò non è successo ed è questa la forza del nostro sportello. Ogni volontario che ha fatto parte e che fa parte dell’associazione ci ha aiutati a crescere e migliorare e soprattutto ad aiutare concretamente tutti coloro che si sono rivolti a noi».

Al successo del progetto ha senza dubbio contribuito anche la fitta rete di associazioni, enti e istituzioni che in questi anni hanno ospitato i legali di Avvocato di Strada. Una rete con la quale ora è tempo di fare un bilancio che vada oltre i numeri, con cui confrontarsi su un tema, quello delle persone senza dimora, che accende sempre di più il dibattito tra i cittadini del capoluogo piemontese.

A dare il via al ciclo di incontri pensati per “tirare le somme” di questi primi dieci anni sarà l’avvocato Antonio Mumolo, presidente nazionale dell’associazione, che sarà a Torino venerdì 21 giugno alle 18.30 alla libreria Binaria – Centro Commensale del Gruppo Abele per presentare il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada scritto a quattro mani con il giornalista Giuseppe Baldessarro.

La presentazione sarà un’occasione per conoscere l’associazione, la sua storia, le battaglie affrontate dentro e fuori dai tribunali, ma anche le tante storie di chi si rivolge agli avvocati di strada.

A dialogare con l’autore la giornalista e scrittrice torinese Rosanna Caraci.

L’incontro del 21 giugno sarà solo il primo evento per celebrare il traguardo dei dieci anni: nell’autunno, infatti, si terrà un convegno dedicato agli operatori e a tutti coloro che si occupano di senza dimora per porre le basi per affrontare le sfide del futuro.

L’associazione Avvocato di Strada: alcuni numeri.

Dal 2001 ad oggi i volontari di Avvocato di strada hanno tutelato oltre 40mila persone.​

Ad oggi l’associazione è presente in 60 città italiane con all’attivo 1334 avvocati e volontari. Nello sportello torinese operano 15 persone tra avvocati, studenti e volontari.

Nel 2023 sono state 2691 le persone assistite gratuitamente per un valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi pari a 1,8 milioni di euro.

Il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada. Edizioni Intra.

Gli invisibili protagonisti della povertà contemporanea e la straordinaria missione dell’Associazione Avvocato di Strada – Prefazione di S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente CEI.

La prima cosa che viene in mente quando si vede un ‘barbone’ dormire per strada è che si tratta di una causa persa. Lo pensiamo, anche se a volte non lo confessiamo nemmeno a noi stessi. Nel linguaggio comune e nell’immaginario collettivo la “causa persa” indica un problema impossibile da risolvere o una persona che non si rialzerà. Nel linguaggio giuridico vuole anche dire lottare contro i mulini a vento ovvero proporre una causa quando si sa che la sentenza sarà molto probabilmente negativa. Per noi non esistono persone che non si possono aiutare e non esistono giudizi che non si possono affrontare, anche in situazioni molto complicate, perché c’è sempre la possibilità di ottenere sentenze innovative. Così come è sempre possibile provare a costruire un mondo migliore, più giusto. Per noi non esistono cause perse.

Gli autori

Antonio Mumolo (1962) avvocato giuslavorista, vive a Bologna. Da sempre impegnato nella tutela delle persone più deboli, è socio fondatore della Associazione Bologna Kurdistan, è socio fondatore della Associazione Amici di Piazza Grande, è socio fondatore e Presidente della Associazione Avvocato di strada. Ha curato la redazione del libro “I diritti e la povertà”, una raccolta di casi giuridici relativi alle dolenti figure della povertà contemporanea, e del libro “I diritti dei minori”, raccolta di casi affrontati in favore dei minori figli di persone senza dimora.

Giuseppe Baldessarro (1967) giornalista professionista. Cronista di Repubblica, dal 2015 vive e lavora a Bologna, dove si occupa di cronaca giudiziaria e nera. È autore di libri d’inchiesta per i quali gli sono stati assegnati diversi riconoscimenti. Tra i più noti, i premi “Pippo Fava” (Catania, 2010), “Borsellino” (Roseto degli Abruzzi, 2011), “Agende Rosse”, “Matita rossa matita blu” (Fondazione Falcomatà, 2011 e 2016) e il terzo premio “Piersanti Mattarella” (2018).