I carabinieri di Moncalieri hanno denunciato 63 persone indebite percettrici del reddito di cittadinanza. Lo Stato avrebbe versato per loro indebitamente circa mezzo milione di euro. Tra i denunciati lavoratori in nero, non residenti in Italia e persone con residenza fittizia. Uno dei denunciati viaggiava su un’auto di lusso.
Giornata della Memoria, laboratorio anziani a Volvera
Nella RSA “Soggiorno Mariuccia” di Volvera, gestita da Sereni Orizzonti, per il 27 gennaio 2023, Giornata della Memoria, gli anziani ospiti della struttura hanno preso parte ad un laboratorio creativo, finalizzato a onorare il senso del giorno.
In questa occasione gli ospiti, soprattutto quelli un po’ più anziani, avranno la possibilità di ricordare e raccontare ciò che ricordano degli anni della guerra. Successivamente, dopo aver letto alcuni frammenti del “Diario” di Anna Frank, gli anziani realizzeranno alcuni cartelloni appesi alle pareti della struttura e alcuni segnalibri contenenti una frase molto famosa del libro: «quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo». I segnalibri, poi, verranno distribuiti in occasione del banchetto della festa patronale.
«La Giornata della Memoria rappresenta un momento importante, ancor più in questo periodo storico, proprio per non dimenticare» – dichiara Angelo Alvaro, direttore della struttura – «Una giornata di cui volevamo onorare il senso, dal momento che ogni giorno assistiamo persone che spesso hanno un ricordo ancora molto vivo degli anni della guerra. Abbiamo molto parlato di quel periodo insieme a loro: quasi tutti ricordano la paura delle bombe e la fame. Questo ci aiuta a ricordare, e talvolta anche apprendere, partendo dalle vivide esperienze di chi ha vissuto in prima persona tutto ciò. Ci aiuta anche a guardare con occhi diversi ai piccoli e grandi problemi che quotidianamente viviamo imparando allo stesso tempo a godere, dare valore e apprezzare ciò che invece abbiamo. Non dimenticando e anzi ponendoci l’obiettivo di sensibilizzare le generazioni, perché chi non conosce la storia è destinato a ripercorrerla».
La struttura “Soggiorno Mariuccia” di Volvera è gestita da Sereni Orizzonti, uno dei primi tre gruppi a livello nazionale che opera nella costruzione e gestione di residenze sanitarie assistenziali, con circa 80 Rsa e più di 5mila posti letto in Italia e all’estero.
E’ fuggito all’alt dei vigili in sella al suo scooter. Il conducente percorreva via Nizza a Cuneo sorpassando alcuni veicoli a destra. Gli agenti hanno mostrato la paletta ma lui è scappato accelerando e salendo sul marciapiede. Inseguito dalla pattuglia è stato fermato. Dovrà pagare una multa di 6 mila euro per aver infranto diverse norme del codice stradale.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Inaugurazione pubblica, il27 gennaio 2023 alle ore 16, di una nuova comunità residenziale per persone con disabilità a Torino, presso i locali della “Fabbrica del Chinino” in Via Taggia 25/A.
Sarà un momento di condivisione e festa per un’intera comunità. Parteciperanno le famiglie, i ragazzi e gli operatori dei servizi per la disabilità della Cooperativa, i volontari, le associazioni e gli amici che hanno sostenuto il progetto nei 3 anni di lavori, i rappresentanti delle istituzioni cittadine e territoriali e gli operatori dei Servizi sociali e sanitari.
Perquisizioni al centro sociale Askatasuna
Dalle prime ore di questa mattina è in corso una perquisizione presso il centro sociale occupato Askatasuna di Torino. La Digos, nell’ambito dell’inchiesta sull’associazione a delinquere, sta sequestrando materiale idoneo ad organizzare iniziative di autofinanziamento quali casse, mixer, luci e bevande. Askatasuna, infatti, nel mese di ottobre, nonostante il divieto aveva organizzato un concerto bloccando un tratto del controviale di corso Regina Margherita, dove si trova l’edificio occupato. Alcuni attivisti erano stati multati per un totale di oltre duecentomila euro.
Sono iniziati in questi giorni gli interventi di cura e di valorizzazione dei parchi e dei boschi collinari di proprietà della Città di Torino, finanziati con fondi REACT EU PON METRO.
La collina di Torino (includendo il Parco del Po), riconosciuta nel 2015 Riserva Uomo e Biosfera (MaB) dell’Unesco, conta oltre 900 ettari di boschi (circa un terzo di proprietà comunale) e una rete di sentieri che si estende per oltre 70 km. “Un capitale ambientale unico, dalle potenzialità in buona parte ancora inespresse, che l’Amministrazione ha intenzione di valorizzare – ha dichiarato l’assessore al Verde Pubblico e presidente del MaB UNESCO Collina Po, Francesco Tresso -. Il censimento aggiornato dei boschi di proprietà comunale, la redazione di un Piano Forestale Aziendale a cui è seguita nel 2022 la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), sono tasselli di una strategia di valorizzazione della collina torinese nell’ottica di una gestione responsabile finalizzata all’incremento della produzione di benefici ambientali, i cosiddetti servizi ecosistemici, e a migliorare la fruizione di questi spazi da parte di tutti i cittadini”.
I lavori, il cui completamento è previsto per il prossimo autunno, comprendono interventi di miglioramento selvicolturale dei boschi, con operazioni di diradamento e di contenimento delle specie esotiche, di cura del patrimonio arboreo e degli arredi nei principali parchi collinari (Maddalena, Leopardi, Europa, San Vito), includendo anche le aree boschive (Panoramica) limitrofe alla viabilità collinare. Si interverrà inoltre su alcuni sentieri collinari molto frequentati (i numeri 16, 26, 29) con il ripristino del fondo, la rimozione di alberi morti o pericolanti presenti sui bordi e altre lavorazioni idonee a migliorarne la fruizione da parte di escursionisti, runner e ciclisti.
“Si tratta di un progetto articolato – aggiunge l’assessore Tresso – e auspico che gli interventi che stiamo realizzando possano innescare ulteriori risorse e azioni, e che anche altri enti proprietari di aree boschive, possano attivare iniziative simili”.
Alcuni dei sentieri che saranno oggetto degli interventi attraversano particelle private. In questi casi, qualora si riscontrassero alberi pericolosi, si procederà con il taglio (ai sensi dell’art. 22 comma 3 del Regolamento attuativo della L.R. 28 febbraio 2010 n.12) in un’ottica di salvaguardia della pubblica incolumità, con il rilascio del legname che potrà essere prelevato dai privati.
Le aree di cantiere saranno segnalate, delimitate e presidiate come da normativa, e in corrispondenza dei sentieri la percorribilità sarà temporaneamente limitata.
Con le stesse modalità si interverrà anche nel comune di Val della Torre, dove la Città di Torino è proprietaria di quasi 80 ettari di boschi.
Tutti gli interventi sono stati autorizzati dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese e dalla Commissione Locale per il Paesaggio.
Le Ex Officine Grandi Motori ripartono
E’ stata votata all’unanimità, durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, la delibera proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, relativa al Programma Integrato (PR.IN) in variante al PRG, sulla Zona Urbana di Trasformazione denominata ambito ”9.33 AMIANO”, meglio conosciuta come area “Ex Officine Grandi Motori”.
Il PR.IN è uno strumento urbanistico in variante al PRG attuale, e definisce le destinazioni d’uso che si potranno insediare, ridisegnando l’intera area, estesa per circa 70.000 mq e dismessa da molto tempo, che verrà trasformata con nuovi servizi e funzioni per la città.
“L’area Ex OGM – sottolinea l’Assessore Mazzoleni – è uno dei grandi tasselli della dismissione industriale, particolarmente importante data la sua vicinanza con il centro e il suo rapporto col tessuto urbano circostante. Questa riqualificazione segna una svolta nella trasformazione della zona nord di Torino: un’area complessa che da tempo aveva perso la sua originaria funzione produttiva, trova nuove vocazioni con un interessante mix funzionale, che comprende spazi e servizi a disposizione dei cittadini”.
Questa trasformazione doterà la Città di nuovi spazi da vivere: la “nuova” via Cuneo, che diventerà un percorso pedonale alberato, la piazza pubblica “rialzata” (soluzione che ha permesso di risolvere un problema tecnico di dislivello) accanto al “Lingottino”, e infine il grande giardino di 15 mila metri quadrati con spazi attrezzati, il tutto completato all’opportunità di aperture di bar e ristoranti. L’area potrebbe divenire un interessante e nuovo punto di ritrovo e di aggregazione sociale spontanea e integrazione sociale.
La dotazione di spazi pedonabili, permeabili e alberati, oltre a permettere una nuova accessibilità e godibilità dell’intera area verde, assicureranno la riduzione delle emissioni inquinanti di CO2, salvaguardando la salute pubblica.
Ripercorrendo da nord a sud, lungo via Damiano e corso Vigevano, verrà recuperato, con la collaborazione della Soprintendenza, l’edificio noto come “la Basilica”, con l’insediamento di attività commerciali, dotata di uno spazio adibito a parcheggio pubblico. L’area che affaccia sui corsi Vigevano e Vercelli, sarà dedicata alla residenzialità universitaria e temporanea con la ristrutturazione del citato Lingottino, e la realizzazione di una nuova manica lungo corso Vigevano.
Altro nodo rilevante sarà lo sviluppo di un polo logistico incentrato sul rispetto degli obiettivi ambientali di sostenibilità. Tra questi, ricopre un ruolo chiave la promozione della mobilità ecologica all’interno dell’area e su tutto il territorio torinese: la consegna al cliente finale sarà su mezzi di trasporto elettrici.
Un possibile ridimensionamento della Riserva naturale della Vauda, chiesto dal Comune di Vauda Canavese, potrebbe peggiorare la gestione dei cinghiali e rendere meno efficaci le azioni di depopolamento che, in quel territorio, oggi hanno almeno un ente deputato: l’ente di gestione dei parchi reali che ha in carico La Mandria, Stupinigi e, appunto la Riserva della Vauda.
Di questo tema si è parlato in un incontro tra i vertici di Coldiretti Torino, rappresentati dal presidente Bruno Mecca Cici, il direttore Andrea Repossini e il vicedirettore Giancarlo Chiesa, e l’Ente Parchi Reali con la direttrice Stefania Grella e il comandante dei guardiaparco Massimo Crovini.
«Il parco della Mandria – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha una lunga esperienza di abbattimenti di cinghiali e dispone di personale impegnato in questo specifico compito di cui riconosciamo l’alta professionalità, le ottima capacità organizzative e l’aggiornamento tecnologico. Per noi agricoltori la presenza sul territorio di operatori così preparati (guardiaparco e selecontrollori del Parco) va incrementata e non inibita».
In base alle possibilità offerte da una legge regionale, il Comune ha infatti chiesto di restringere i confini della Riserva sottraendo 140 ettari all’attuale parco. L’area rimarrebbe vincolata anche se classificata non più come “parco” ma come Zona Speciale di Conservazione. Con questa classificazione il personale del parco non potrebbe più intervenire perché il territorio sarebbe fuori dalla giurisdizione dell’Ente Parchi Reali. Il depopolamento dei cinghiali sarebbe affidato ai cacciatori dell’Ambito territoriale di caccia ma con molte limitazioni rispetto alle possibilità attuali di intervento. Intanto, agli agricoltori non verrebbero più consegnate le gabbie di cattura di proprietà dell’Ente parco. Poi, gli abbattimenti con la caccia ordinaria sarebbero limitati ai mesi di caccia (mentre ora è possibile effettuare interventi tutto l’anno); sarebbero vietati gli interventi nelle ore notturne; sarebbe vietato l’uso di fonti luminose o di sensori termici. Inoltre, il metodo della braccata in una ZSC è limitato dall’utilizzo di soli quattro cani ed è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo che possono essere utilizzate solo con fucili adatti, armi di nuova concezione che non sono ancora molto diffuse tra i cacciatori.
Inoltre, è possibile che le attività di caccia al cinghiale nella nuova ZSC siano sottoposte all’approvazione preventiva in base a piani di incidenza per evitare l’impatto sulla fauna protetta.
«La nostra esperienza di agricoltori che tutti i giorni e le notti vivono sulla propria pelle il problema dei cinghiali ci insegna che i cacciatori da soli non bastano per effettuare un efficace depopolamento. Chiediamo semmai un coordinamento tra i vari soggetti che sono deputati alle catture e agli abbattimenti per migliorare sempre più le attività di controllo. Non ci convincono soluzioni che limitano le possibilità di intervento».
Fori dal territorio protetto della Vauda l’ammontare dei danni riconosciuti alle attività agricole è quasi il triplo dei danni verificati nel parco. La Vauda è quindi soprattutto un’area di rifugio e riproduzione del cinghiale che negli ultimi anni è diventato sempre più prolifico arrivando addirittura ad aumentare, ogni anno, del 200% le popolazioni.
«I cinghiali che trovano rifugio nei boschi della Vauda, di notte, vanno a devastare i campi di mais e i prati delle aziende agricole che si trovano soprattutto fuori dall’area protetta. Se dovesse mancare un efficace controllo nel bosco i nostri agricoltori sarebbero ancora più colpiti con danni alle produzioni pregiate degli allevamenti da carne e latte e agli agriturismi della zona. Al contrario, chiediamo un coordinamento tra enti che gestiscono la fauna selvatica dentro e fuori la Riserva e un maggiore impiego delle gabbie distribuite agli agricoltori. Le gabbie, secondo l’esperienza degli operatori del Parco, si stanno rivelando il sistema più efficace per catturare e abbattere i cinghiali».
Coldiretti Torino chiede anche che venga avvita al più presto la bonifica della cosiddetta Zona Rossa delle Vaude, l’area compresa nell’ex poligono militare che oggi è totalmente interdetta a chiunque, compresi e guardiaparco, dove non può essere effettuato nessun contenimento faunistico.
«Non è possibile che una porzione così ampia di parco non sia gestibile. Chiediamo che i terreni siano definitivamente ceduti dal Demanio alla Regione e che venga avviata al più presto la bonifica. Siamo al fianco dei Comuni che si sono proposti per gestire questo spazio naturale con progetti che valorizzino le potenzialità legate ai prodotti agricoli, all’escursionismo e al cicloturismo».
Uomo morto sul bus nel deposito di Torino
È probabilmente un senzatetto l’uomo trovato morto ieri su un bus nel deposito Gtt di corso Tortona. Il conducente del mezzo della linea 21 pensava che il passeggero si fosse addormentato sugli ultimi sedili. Con sé aveva un cartone di vino. Sono poi giunti la polizia e il medico legale, che ha constatato il decesso per cause naturali. L’età della vittima, priva di documenti, è sui 30-35 anni.
“Chiedo scusa alla bambina, è un dolore che porterò sempre dentro di me”. Queste le parole oggi in Corte d’assise di Ahzar Mohssine al processo in cui è imputato per la morte di Fatima, di quattro anni, precipitata da un balcone in via Milano il 13 gennaio 2022. Il patrigno deve rispondere di omicidio volontario. Lui sostiene che si trattò di incidente.