Carica la spesa in auto e viene investita: è grave
Una donna, 43enne, di Biella, è stata coinvolta in un’incidente. Stava caricando la spesa sulla sua auto quando è stata investita da un’altra vettura. Soccorsa dal 1118, è stata trasportata d’urgenza in ospedale dove si trova in gravi condizioni.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Nella seduta d’esame finale della Scuola di specializzazione in pediatria dell’Università del Piemonte Orientale, a Novara, una specializzanda ha conseguito il voto finale di 68/70. Non deve essere sembrato abbastanza alto ai parenti della ragazza che si sono lanciati contro i componenti della commissione insultandoli e sembrerebbe pure minacciando il figlio e la famiglia della presidente della commissione. La docente ha quindi presentato una denuncia ai carabinieri.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Scontro tra auto e monopattino, ragazzo in ospedale
Ennesimo incidente sulle strade delle città piemontesi che ha coinvolto un monopattino.Questa volta è successo a Biella in via La Marmora dove, nella rotatoria in via Bona si è scontrata una vettura guidata da una 69enne con un monopattino condotto da un 20enne. Il giovane, ferito ma non in gravi condizioni è stato trasportato in ospedale. Per i rilievi sono giunti gli agenti della polizia locale.
Superenalotto, due quote milionarie a Torino
Il mitico 6 del SuperEnalotto che ha fatto vincere il jackpot da record da 371 milioni di euro, ha premiato a Torino due tra le 90 quote da cinque euro, acquistate su un sistema della bacheca Sisal. A queste vengono assegnati 4 milioni 123mila euro lordi a testa e sono state centrate alla tabaccheria di piazza Mattirolo e al bar H di via Sospello.
“A rischio anche l’iniziativa della Regione per l’acquisto di 50milioni di crediti”
Felici e Tanino (Confartigianato Imprese Piemonte): “In pericolo occupazione e investimenti nelle costruzioni: il Governo ci ripensi”.
Il “sistema casa” del Piemonte: oltre 50mila imprese e 80mila addetti
“Un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso, che lascia increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che operano nel Sistema Casa del Piemonte. Per questo speriamo in un ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi finanziaria per le realtà produttive e un problema di carattere “sociale” per quei committenti più deboli o addirittura fiscalmente incapienti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile opzione di cessione del credito o sconto in fattura.”
E’ questo il commento di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, sul decreto legge relativo alla cessione dei crediti approvato ieri dal Governo.
Confartigianato Imprese Piemonte ricorda come quello del “sistema casa” in Piemonte sia rappresentato da oltre 50mila imprese e 80mila addetti.
“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema, invece non solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti – Commenta Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia– con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con il problema irrisolto dei crediti incagliati sia a non poter operare più su nuove potenziali commesse legate ai bonus.”
Secondo Confartigianato Imprese Piemonte il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di poter continuare ad operare anche attraverso i bonus fiscali. Viene quindi a mancare uno degli aiuti esistenti per raggiungere gli obiettivi green che la Comunità Europea è procinto di approvare. Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta l’eliminazione di un altro possibile aiuto nello sblocco dei crediti incagliati.
“L’intervento sugli Enti Pubblici – sottolinea Felici – di fatto, fa tramontare la tanto apprezzata iniziativa di far acquistare dalla Regione Piemonte 50milioni di euro di crediti: questo è un fatto gravissimo”.
Per Confartigianato Imprese Piemonte i bonus e gli incentivi nel settore delle costruzioni, soprattutto in questi anni di situazione congiunturale proibitiva, hanno dato prova di essere stati apprezzati e praticati su larga scala dando forte impulso al rilancio dell’edilizia e di tutto l’indotto. Soprattutto nel comparto artigiano edile, settore chiave dell’economia nazionale e del Piemonte, hanno avuto un peso specifico importantissimo sia in termini di fatturato che di occupati.
“Purtroppo – conclude Tanino – in Piemonte, nonostante l’enorme mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora diversi miliardi di euro che le realtà piemontesi del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”.
Secondo Confartigianato Imprese Piemonte, solo in questi ultimi giorni si è compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati sarebbe dipeso anche dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque.
Infatti, in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa partita, intanto Mef ed Eurostat hanno fatto intendere come una nuova stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, sarebbe impensabile. Infatti, con ogni probabilità, questa si tradurrebbe in un aumento di debito pubblico.
“Ma è anche vero – conclude Felici che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi. Non dimentichiamoci che la vera svolta per la realizzazione di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la possibilità di cessione del credito fiscale”.
Gabbrielli (ISS): “Mettere in campo le migliori competenze in questo settore per sfida PNRR”
Il nostro servizio sanitario ha di fronte importanti sfide per continuare a garantire la migliore presa in carico del paziente, il miglior percorso di cura e di assistenza, e la gestione delle risorse del PNRR sarà decisiva per lo sviluppo di grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale. La tecnologia diagnostica e il rapporto tra ospedale e territorio: come facilitarne l’uso a beneficio di tutte le professioni sanitarie è stato il focus approfondito durante la Winter School 2023 di Motore Sanità, a Pollenzo, con Carlo Tomassini e Valerio Biglione, Direzione Scientifica Motore Sanità; Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali, ISS; Pietro Giurdanella, Componente del Comitato Centrale FNOPI e Presidente OPI di Bologna; Giovanni Gorgoni, Direttore Generale ARESS Puglia; Loredana Pau, Vice Presidente e Coordinatrice Associazioni Europa Donna Italia.
“IL PNRR impone dei ritmi molto rapidi su base nazionale e anche regionale per i progetti di sviluppo e questa è una grande sfida per il sistema Paese, una sorta di sliding doors- ha spiegato Francesco Gabbrielli – perché per la prima volta siamo chiamati a rispondere allo sviluppo di sistemi di telemedicina sui vari territori, rispettando diverse esigenze, e soprattutto provando a farlo in maniera coordinata su tutto il territorio nazionale per offrire i migliori servizi. Per farlo al meglio e in breve tempo abbiamo la necessità di mettere in campo le migliori competenze in questo settore, in un momento in cui le Regioni guardano verso l’autonomia, anche sanitaria”. È possibile prevedere delle difficoltà nell’applicazione dei provvedimenti nelle singole regioni? Ci sarà disomogeneità? “Potrebbero esserci. La diversità tra le soluzioni organizzative nei vari territori non è di per sé un problema. Diventa un problema quando le regioni agiscono come se non esistesse nessun altro intorno a loro, come se fossero delle monadi. E invece nell’ambito della sanità digitale occorre condividere gli standard, la modalità di applicazione e l’interoperabilità dei dati dei sistemi. La telemedicina, se costruita sulle esigenze del territorio, funziona molto meglio, ma nello stesso tempo va costruita tenendo presente dei punti di riferimento fissi, uniformi e coerenti sul territorio nazionale, in modo che tutti i servizi siano uguali per garantire in maniera equa l’accesso a tutti i cittadini. Il fascicolo sanitario elettronico è un grande punto di riferimento. Per questo occorre fare un grosso lavoro di armonizzazione delle banche dati e del modo con cui vengono utilizzate nella pratica”.
La tecnologia digitale impone il ricorso a nuovi processi e occorre anche considerare dei casi in cui è necessario un supporto diverso, ad esempio nel settore oncologico. “Difendere i diritti delle donne che hanno avuto un tumore al seno è il nostro scopo. Per raggiungerlo alcune cose è possibile farle da remoto, altre come una mammografia, non è possibile farle– ha detto Loredana Pau-. Al momento chi ha ad esempio una metastasi può leggerlo direttamente dal fascicolo elettronico sanitario, ecco noi pensiamo che non sia il modo giusto, né lo è ricevere una diagnosi oncologica via e mail, per questo pensiamo che bisogna trovare dei sistemi di protezione in queste circostanze”.
“L’evoluzione dei bisogni dei cittadini – ha concluso Pietro Giurdanella – ci impone di rivedere i modelli e prendendo i dati del Piano nazionale di cronicità vediamo che è necessaria una riorganizzazione dei processi di lavoro e delle modalità interoperative, riorganizzazione che si scontra con una filiera normativa che tarda ad adeguarsi al bisogno di cambiamento”.
L’assessore regionale a Istruzione e Merito Elena Chiorino al convegno “Bullismo a scuola: cos’è e come reagire” organizzato da U.Di.Con. e Istituto S.Anna di Moncalieri

Stefano Bonaccini, con 1.820 voti, è il più votato tra i candidati alle primarie del Partito Democratico nella Città Metropolitana di Torino.
Il governatore della Regione Emilia-Romagna ha ottenuto il 53,86%, Elly Schlein, il 31,81% (1.075 voti), Gianni Cuperlo il 13% (436 voti) e Paola De Micheli l’1,42% (48 voti).
Questi i risultati definitivi delle riunioni di circolo. Nel territorio della Città Metropolitana di Torino hanno partecipato al voto 3.399 iscritti.
Per incentivare la progettazione dei piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche i Comuni piemontesi potranno contare su 865.000 euro: è quanto prevede una delibera della Giunta regionale sull’accesso alle risorse statali del Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità.
“Eliminare tutte le barriere che impediscono alle persone con disabilità di accedere in pieno agli spazi e ai servizi delle nostre città è un dovere di civiltà che merita la massima priorità politica – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone – Daremo ai Comuni piemontesi risorse per intervenire concretamente con mappature aggiornate e operative”.
“Il Piemonte si conferma una Regione attenta ai più fragili e alle loro necessità, sulle quali continueremo a investire – aggiungono il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore Chiara Caucino – Purtroppo, nonostante gli sforzi adottati in questi anni il problema dell’abbattimento dellebarriere architettoniche, specie nelle aree più degradate dove spesso insistono gli edifici di edilizia pubblica residenziale, rimane un vulnus. Occorre impegnarci sempre di più per aumentare il benessere dei più fragili, eliminando tutti quegli ostacoli che, di fatto, impediscono una vita normale. In questo senso le risorse che arriveranno in Piemonte rappresentano un’opportunità fondamentale, che è nostro compito gestire nel migliore dei modi. Ricordiamo che il livello di civiltà di un popolo si misura sulle attenzioni che riserva ai disabili”.
Per consentire l’utilizzo delle risorse è stato previsto un criterio di ripartizione basato sulla suddivisione dei Comuni del Piemonte in fasce di popolazione e attribuendo ad ognuna di esse un contributo fisso: 20.000 euro ai Comuni con più di 106.000 abitanti, 15.000 euro ai Comuni tra 40.001 e 106.000 abitanti, 10.000 euro ai Comuni tra 20.001 e 40.000 abitanti, 8.000 euro ai Comuni tra 5.000 e 20.000 abitanti, 4.000 euro ai Comuni tra 1.000 e 4.999 abitanti, 2.000 euro ai Comuni con meno di 1.000 abitanti.
I contributi verranno assegnati ai Comuni che manifesteranno interesse dopo la comunicazione formale del Settore Politiche di welfare abitativodella Direzione regionale Sanità e Welfare. Le eventuali risorse residue verranno ripartite proporzionalmente tra le città aderenti, a seconda del gruppo di appartenenza.