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Truffa dei permessi di soggiorno, sette arresti

Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: Operazione in corso della Guardia di Finanza di Torino: 7 persone arrestate.

 

Dalla mattinata odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino stanno dando esecuzione, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a un’ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di 7 persone (3 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate della commissione di una pluralità di reati, tra cui l’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la truffa aggravata in danno dello Stato, la falsità ideologica e la sostituzione di persona, nonché al sequestro preventivo, disposto dalla medesima Autorità giudiziaria, dei profitti illeciti conseguiti dagli indagati, pari a circa 150 mila euro.

L’attività (avviata nei primi mesi del 2020) si inquadra nell’operazione denominata “Terra Promessa”, che – dopo estesi e prolungati accertamenti di polizia giudiziaria, condotti anche attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali – ha portato all’individuazione di un presunto sodalizio criminale, articolato in un nucleo associativo di 3 persone (due di nazionalità egiziana e una rumena) e altri 4 soggetti tra loro strettamente collegati (due italiani, un bengalese e un egiziano), in ipotesi di accusa operante principalmente su Torino, ma con ramificazioni anche in altre province piemontesi e nelle regioni limitrofe, organizzato e strutturato al fine di commettere una serie indeterminata dei suddetti reati.

Le indagini hanno consentito di acquisire elementi di prova in ordine all’esistenza di un  presunto sodalizio che avrebbe stabilmente operato per un lungo arco temporale (almeno un decennio), durante il quale avrebbe esercitato sistematicamente le proprie attività illecite attraverso una struttura amministrativa presente e riconoscibile sul territorio, avvalendosi di diversi soggetti giuridici (imprese e società) fittizi e inattivi, variamente utilizzati, tra l’altro, per l’attivazione di rapporti di lavoro simulati, la predisposizione di fittizie dichiarazioni di disponibilità ad assumere e la stipula di finti contratti di locazione immobiliare. Ciò, in via generale, allo scopo di predisporre atti e documenti utili a ottenere indebitamente rilasci e rinnovi di permessi di soggiorno nonché prestazioni economiche, di varia natura, non spettanti, dall’INPS e dall’Agenzia delle entrate, a beneficio di una moltitudine di soggetti extraunionali, le cui identità i sodali avrebbero utilizzato per attivare a loro nome credenziali di accesso ai canali dei predetti Enti ovvero conti correnti e carte di pagamento su cui far confluire le somme illecitamente ottenute.

In particolare, dalle investigazioni è emerso come i componenti del citato nucleo associativo avrebbero avuto la gestione diretta di due Centri di Assistenza Fiscale (CAF) ubicati nella città di Torino, con uffici realmente operanti, i quali in ipotesi di accusa avrebbero costituito i veri e propri punti di riferimento della presunta attività illecita, ben noti nell’ambito delle comunità cui essi si rivolgevano (principalmente quella di etnia egiziana, ma anche bangladese, senegalese, pakistana e nepalese).

Avvalendosi di tale struttura amministrativa, gli indagati avrebbero posto in essere una sistematica e continuativa attività di predisposizione, in assenza dei presupposti previsti, della documentazione necessaria per ottenere il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno per l’ingresso o la permanenza in Italia di cittadini extraunionali, nonché per captare benefici economici riconosciuti dallo Stato, sotto forma di reddito di cittadinanza, indennità di maternità, bonus baby sitter, bonus fiscali, bonus e sostegni al reddito in relazione al “Covid”, NASPI (nuovo assegno sociale per l’impiego) e rimborsi IRPeF.

L’organizzazione si sarebbe, peraltro, avvalsa della collaborazione e dei servizi professionali di altre persone, anche di nazionalità italiana.

Dai numerosi episodi di presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di truffa ai danni dello Stato individuati dalle Fiamme Gialle nell’arco temporale oggetto di indagine sono emersi elementi per ritenere in ipotesi accusatoria che ai cittadini stranieri che si rivolgevano al sodalizio per regolarizzare la propria posizione sul territorio nazionale venissero chiesti corrispettivi in denaro (qualificandoli come “tasse”, in genere ammontanti a 1.000 euro per “pratica”), evidenziando la prospettiva di ottenere, in cambio, “ritorni” ben più importanti attraverso la percezione (indebita) di provvidenze da parte dello Stato italiano. Il canale di trasmissione delle pratiche verso gli organi preposti sarebbe stato poi assicurato dai due CAF dell’associazione, oggi sottoposti a sequestro dai militari operanti.

Parallelamente, gli indagati avrebbero gestito un articolato complesso di società “fantasma” (attive soprattutto in Piemonte), attraverso cui costituire finte posizioni lavorative di braccianti agricoli o collaboratori familiari. In proposito, sono state individuate 65 false posizioni lavorative e oltre 600 certificazioni uniche non veritiere, per un ammontare certificato di oltre 6,5 milioni di euro, utilizzate sia per precostituire posizioni reddituali inesistenti sia per favorire l’ingresso nel territorio dello Stato di cittadini stranieri e ottenere indebiti rimborsi fiscali.

Le assunzioni fittizie avrebbero, inoltre, generato, negli anni, debiti nei confronti dell’INPS per un totale di circa 350 mila euro, dovuti al mancato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

E’ stato, altresì, possibile ricostruire flussi finanziari verso l’estero, tra il 2015 e il 2020, per oltre mezzo milione di euro, che i principali indagati sarebbero riusciti a “esportare” nonostante i consistenti debiti previdenziali dagli stessi accumulati.

Attivisti ambientalisti “murano” l’assessorato all’ambiente

Questa mattina un gruppo di attivisti ambientalisti di Extinction Rebellion ha costruito un muro alto due metri, con cemento e mattoni, davanti all’ingresso dell’Assessorato regionale all’Ambiente, in via Principe Amedeo. Sul muro la scritta: “Crisi climatica, chiuso per inadempienza”. Gli attivisti hanno poi atteso l’arrivo delle forze dell’ordine. “Il 2022 ha registrato l’autunno più caldo degli ultimi 270 anni, – affermano gli ambientalisti –  a partire dal 1753, l’anno in cui sono iniziate le registrazioni sistematiche della temperatura a Torino. Secondo i dati di ARPA e Nimbus settembre, ottobre e novembre sono stati più caldi del consueto, con una media stagionale di 16,4 °C, superiore di ben 2,1 °C rispetto al già caldo trentennio 1991-2021. Un autunno che si chiuderà certamente come il più caldo della serie, e molto probabilmente anche come il più secco, in un incredibile e inedito connubio. Di fronte a queste evidenze, non è più ammissibile che un governo regionale non abbia al centro della sua agenda politica un piano strutturato per affrontare questa crisi” afferma Clara. “Per questo oggi abbiamo chiuso simbolicamente l’ingresso dell’Assessorato all’Ambiente”.

Non scansiona 200 euro di spesa e ne paga solo 14, fermato dai carabinieri

Un uomo di 37 anni è stato denunciato dai Carabinieri con l’accusa di tentato furto aggravato. All’Esselunga di Biella aveva fatto alcuni acquisti con il dispositivo di scansione del codice a barre ma aveva scansionato articoli per un valore di 14 euro omettendone altri per un costo di quasi 200 euro. Scoperto dagli addetti alla vigilanza, avrebbe cercato di allontanarsi ma è stato bloccato  dai militari dell’Arma.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Cambiare la viabilità in piazza Toti

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione proposta dal consigliere Giuseppe Iannò (gruppo misto di minoranza – Torino libero pensiero) riguardante la viabilità di piazza Toti.

La piazza è sede del mercato rionale ed è formata dalla convergenza di quattro vie del quartiere Vanchiglietta: corso Chieti, via Oropa, via Rimini e via Ricci, assi di collegamento con corso Belgio e lungo Po Antonelli in una zona densamente abitata con necessità di molti parcheggi.

Come ha constatato la Commissione Urbanistica durante il sopralluogo dello scorso 16 novembre il punto critico è la pericolosità degli attraversamenti pedonali; la mozione propone nuovi dissuasori di sosta o lo spostamento degli attuali per migliorare la visibilità degli automobilisti e interventi sui marciapiedi che impediscano parcheggi nei punti nevralgici.

Nella foto: un attraversamento pedonale di piazza Toti.

Racket del caro estinto, Scandurra: “Basta compravendita di cadaveri!”

Racket del caro-estinto uguale compravendita di cadaveri. Un fenomeno per lo più in mano alla criminalità organizzata che favorisce l’elusione e l’evasione fiscale.

Avviene talvolta nelle camere mortuarie di ospedali, Rsa, case di cura e riposo. Il tutto a opera della connivenza fra imprese funebri scorrette e personale sanitario e parasanitario colluso. Questo video insegna a tenere gli occhi bene aperti, evitando di diventare a propria insaputa involontario complice di un reato. Un invito a diffondere la cultura della legalità nei luoghi del dolore. La clip è stata girata tra il 31 Ottobre e il 2 Novembre 2022 allo storico cimitero napoleonico di Fiorano Canavese, nel Torinese, edificato nel 1815. Protagonista il grintoso ed eclettico giornalista radiotelevisivo cattolico Maurizio Scandurra, spesso opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ di Giuseppe Cruciani e David Parenzo dal cui programma ha lanciato l’allarme. La regia è di Maurizio Morgia.

A Torino il più grande raduno di Bulldog inglesi

 L’11 DICEMBRE SI TERRÀ IL 26° #BULLDOGDAY BENEFICO IN VERSIONE “CHRISTMAS PARTY” 

 

Un esercito di bulldog inglesi e di appassionati agghindati a tema natalizio sta per invadere il capoluogo del Piemonte in occasione del 26° #BulldogDay, il raduno italiano del CABI – Club Amatori Bulldog Inglese in programma domenica 11 dicembre presso Edit – Torino. Un “Christmas Party” gratuito e aperto a tutti coloro che vogliono divertirsi con gli esilaranti esemplari alle prese con simpatici giochi e divertenti sfilate a tema natalizio, tutti uniti per fare del bene a favore delle associazioni WWF Torino ed EBRI – English Bulldog Rescue Italia     

 

Una razza canina sempre più amata in Italia e all’estero per la sua dolcezza e la sua simpatia, tanto da far impazzire anche le star di tutto il mondo: dai campioni dello sport come Lewis HamiltonZlatan Ibrahimovic e David Beckham, fino ai personaggi del mondo dello spettacolo come Ozzy OsbourneAdele e Ashton Kutcher, ma anche i VIP italiani come Emma Marrone, Bruno Vanzan e Federico Bernardeschi, sono sempre di più gli appassionati di bulldog inglesi: una razza canina diventata virale sui social con oltre 10 milioni di post dedicati su Instagrame oltre 4 miliardi di view su Tik Tok. Per raccogliere le migliaia di bulldoglovers italiani è nato il CABI – Club Amatori Bulldog Inglese, il gruppo fondato su Facebook nel 2014 dall’appassionato giornalista Matteo Gavioli per riunire gli amanti dei “bulli” che conta quasi 20.000 membri. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 11 dicembre alle 12.00 per chi vuole pranzare e alle 14.00 per tutti gli altri partecipanti all’interno degli ampi spazi di Edit – Torino in Piazza Teresa Noce a Torino con la 26° edizione del #BulldogDay, una manifestazione gratuita aperta ad appassionati e curiosi pensata per conoscersi, divertirsi e vivere insieme un indimenticabile Christmas Party con centinaia di simpatici e giocosi bulldog inglesi vestiti per l’occasione a tema natalizio. Un evento reso possibile grazie alla preziosa collaborazione dei gestori e del personale di Edit  Torino, che hanno permesso agli organizzatori di dare vita al mega-raduno di Natale in un ampio spazio dedicato, in parte coperto e in parte all’aria aperta, e accogliere una miriade di bulli e appassionati che potranno giocare e divertirsi in libertà. “Siamo molto contenti di ospitare questo importante evento organizzato dal CABI  Club Amatori Bulldog IngleseEdit si riconferma così un luogo di aggregazione per il quartiere e la città di Torino” commenta Giovanni Rastrelli, amministratore delegato di Condivido Spa. L’evento sarà anche l’occasione per raccogliere fondi a favore dei bulli meno fortunati di cui si prende cura l’EBRI – English Bulldog Rescue Italia, associazione che, da anni, si occupa degli affidamenti dei bulldog inglesi abbandonati o che hanno bisogno di particolari attenzioni cure veterinarie, e delle importanti attività a sostegno di tutti gli animali portate avanti da WWF Torino: “Rispondiamo all’invito del CABI rafforzando l’idea che l’amicizia e l’attenzione verso gli animali è sempre importante a qualsiasi livello – spiega Sigfrido Cilla, presidente di WWF Torino – Pur sottolineando che per il WWF la priorità resta quella di salvaguardare le specie a rischio e la fauna selvatica in generale, questa è parsa una buona occasione per trascorrere una piacevole giornata in compagnia di uno dei più simpatici e amati animali domesticiWWF Torino si impegna anche ad organizzare eventi in tutta la città metropolitana, e avvalendosi dei suoi volontari svolge diverse attività dedicate alla divulgazionealla sensibilizzazione e la cura del territorio“. Ma non è tutto. Durante l’evento, per l’occasione in versione “Christmas Party”, verranno proposte anche delle divertenti e didattiche attività cinofile da vivere con gli amici a quattro zampe: dagli esperti del centro D.U.C.A. Addestramento Cinofilo di Torino, che allieteranno il pomeriggio dei partecipanti con prove “atletiche” e di “obbedienza” dei bulli, al momento di divulgazione sul comportamento del cane tra miti e leggende da sfatare con l’intervento del medico veterinario torinese esperto in comportamento animale Diego Rendini di Petsmind.it, dall’opportunità d’immortalare la giornata con un ritratto del proprio amico a quattro zampe grazie al coinvolgimento di Melissa Truncellitoritrattista di bulldog inglesi, fino alla simpatica sfilata natalizia di indumenti e accessori bullosi” a cura di Bullfit Fashion. A vegliare sull’evento anche il personale veterinario qualificato della struttura BLUVET – Ospedale Veterinario Anubi di Moncalieri (TO). Sono attesi moltissimi esemplari da tutta Italia e da oltre i confini nazionali per una giornata che si preannuncia divertente e appassionante. Per iscriversi basta entrare a far parte del gruppo CABI su Facebook a questo link facebook.com/groups/clubamatoribulldoginglese e cliccare parteciperò all’interno dell’evento ufficiale cliccando su questo link fb.me/e/2qK4j5QCW. Un’iniziativa gratuita aperta a tutti, per passare una giornata in compagnia di tanti esemplari di bulldog e appassionati cinofili. Infine, per chi volesse iscriversi al pranzo bulloso delle 12.00 prima del raduno, basta scrivere una email a: eventi.torino@editbrewing.com. 

“Minchiassabry”. Quando la Lucianina insegnava alle “Vallette”

“La trappola dei ricordi”

Gianni Milani

L’ho rivista qualche mese fa. Era ospite in Rai della “szia” (per antonomasia) d’Italia, la paciosa simpatica Mara Venier. Due bombe di simpatia! Di chi parlo? Di una donnina, autentica tsunami ( e qui i cambiamenti meteorologici non c’entrano una mazza di niente) di vis comica e bravura scenica. Con lei il tempo se l’è sempre presa proprio comoda. Bé, qualche cambiamento negli anni anche per lei c’è stato, ma quell’aria di eterna ragazzina rompipalle, assolutamente chissenefrega dei tradizionali canoni del politically correct, l’ha mantenuta perfettamente intatta. E guai a mollarla. E guai a chi gliela tocca. E’ la chiave del suo successo. E’ lei! E’ proprio così! Forse dalla nascita. Chi lo sa? Eppure, una bella manciata d’anni fa – primi anni ’80 – lei, di cui sopra, era – pensate un po’- una promettente musicista prestata al palcoscenico della scuola. Sempre palcoscenico per la Luciana. Per la Lucianina, come la chiama il buon Fazio, che a lei dovrebbe fare, un giorno sì e l’altro pure, un bel monumento. E magari anche lei a lui. Ma, insomma, dai. Eddai! Non l’avete ancora capito? L’eterna bambina rompipalle di cui vi parlo è proprio lei. La Lucianina. La Lucianina Littizzetto o minchiassabry, come un po’ d’anni fa amava ripetere. Dunque, la Lucianina prof.? Proprio così. Prof. in carne (poca) e ossa (molte). Quell’ospitata domenicale dalla szia Mara me l’ha proprio riportata, e con infinito piacere, alla mente. Piccola, giovanissima – dimostrava ancora meno dei suoi, credo, 19 anni – visetto sbarazzino, occhi vivacissimi e battuta che già allora non aspettava mezzo secondo per metterti all’angolo, la Lucianina, insegnante di “Educazione Musicale” (diploma al “Conservatorio” e primo anno di iscrizione alla “Facoltà di Lettere”) era un peperino mica da ridere che tutti in via delle Magnolie, alla media “Carlo Levi”, accogliemmo immediatamente con enorme simpatia e anche con un po’ di tenerezza. Nell’“infernal bolgia” delle Vallette. Del resto lei non arrivava da molto lontano. I suoi avevano una latteria – ne esistono ancora oggi? – dalle parti di via San Donato, quartiere in cui vivevano con quell’angelica pargola,  per la quale neanche loro immagino si sarebbero mai aspettati un frizzante futuro nel  mondo tentacolare della tv e del cinema. Diciamo anche che lo stesso quartiere di San Donato non rientrava, già allora, nei classici paradigmi della Torino “da bere”. Non era insomma la Crocetta. Qualche problemino ce l’avevano anche lì. E a Vallette la Luciana arrivò, forse anche per questo, ben corazzata. Da donnina intelligente, capì subito che per integrarsi in un ambiente come quello –  scuola più quartiere – doveva prima ancora di insegnare Musica o a suonare il flauto (com’era di moda a quei tempi) imparare a convivere con i “suoi” ragazzi e con le “sue” ragazze, di cui diventò una sorta di sorella maggiore, cui raccontare i primi filarini, le speranze i sogni le delusioni, ma anche fatti e misfatti del quartiere, miserie, squallori e drammi famigliari. Appena sussurrati o impietosamente urlati fra quelle basse casette e improbabili giardinetti fake english, dove viveva (e vive) un’umanità che tanto aveva da ricevere. Ma anche da dare. E da cui la prof. Littizzetto, per altro, attinse molto in fatto di “storie” e di “gag” comiche utili e ampiamente utilizzate nelle sue prime scorribande televisive. La minchiassabri, su tutte. Nostra alunna, quella Sabbrina, col padretroppopadre con quell’unghia del mignolo lunga un metro e venti che gli serviva da taglierino nel suo lavoro da tappezziere. Personaggio reale, comicamente esaltato in scena dalla Luciana. Che, devo dire, ha poi mantenuto nel tempo un certo piglio “vallettaro”, caratteristica della sua comicità. Trasferitomi, qualche anno dopo, in altra scuola, la persi di vista. Fino al suo exploit sulle scene . Da anonima prof. di “Musica” a famosa star (sono sicuro che il termine la farebbe sobbalzare a molla in altisonanti improperi da betola) dello spettacolo. Di persona ebbi modo di incontrarla ancora nel ’99, in occasione delle celebrazioni del “Centenario Fiat”, organizzate dall’“Ascom”, di cui ero responsabile dell’“Ufficio Stampa”. In quella mitica serata, si esibì sul palco di piazza San Carlo, con una forza tale che, credo, sia riuscita a smuovere e a far sbellicare dalle risa (mancano testimonianze dirette ma non ci sarebbe da stupirsene) perfino il granitico duca Emanuele Filiberto appollaiato arcigno sul suo scalpitante “caval ‘d brons”. Di successo in successo. L’ho rivista ancora, un pomeriggio afoso del luglio di qualche anno fa . Per caso. In via Gioberti girava una scena del fortunato serial tv “Fuori classe 2”. Io passavo di lì per andare in ufficio, lei era in pausa. Ci siamo incrociati. Un flash diventato subito memoria. Il tempo, come un bolide, aveva messo la retromarcia. Forse eravamo nella sala docenti di via delle Magnolie. Chissà? Milani, caz..!Luciana!. Un forte abbraccio. Era ancora e sempre lei! La star non aveva cancellato la nostra Lucianina “formato via delle Magnolie”. E via Gioberti, con le sue belle case d’epoca e le tracce di un’umanità dal volto e dalla vita per bene (pur se a un passo dal tragico quadro di “miseria e nobiltà” di Porta Nuova), si era trasformata all’improvviso in una delle tante vie sbilenche e un po’ scentrate, ma dai poetici nomi floreali, delle nostre “antiche”  indimenticate Vallette.

Gianni Milani

Recupero area verde Amedeo di Savoia, mozione in Comune

Rendere accessibile alla cittadinanza l’area verde contigua all’ospedale Amedeo di Savoia, creare uno spazio protetto destinato al servizio di “drop in” (la restituzione di siringhe usate in cambio di nuove) e alla conseguente autosomministrazione consapevole di stupefacenti.

Il tutto, attraverso le necessarie intese con l’ASL Torino, allo scopo di migliorare il decoro urbano e la qualità di vita dei residenti, oltre che di tutelare la vita dei tossicodipendenti a fronte di complicazioni dovute a overdose o stupefacenti adulterati.

Queste le linee guida di una mozione (presentata in aula dal consigliere Claudio Cerrato) approvata  in Consiglio comunale con 25 voti a favore e 5 contrari. Il voto ha avuto luogo dopo gli interventi dei consiglieri e consigliere Diena, Russi, Garione, Viale, Ciampolini, Abbruzzese (favorevoli al provvedimento) Crosetto e Liardo (contrari in quanto non prospetta a loro avviso politiche adeguate di contrasto alle sostanze stupefacenti e di recupero dei tossicodipendenti). L’assessore Rosatelli ha espresso il sostegno della Giunta al documento.

La finalità, è stato spiegato, è quella di ovviare ad una situazione che attualmente vede due ordini di problemi, in parte non indipendenti uno dall’altro. Il complesso ospedaliero di corso Svizzera racchiude un’area boschiva, recintata e contigua ad un appezzamento comunale, lungo la sponda del torrente Dora, nel quale nel 2009 era stata inaugurata una pista ciclopedonale, oggi temporaneamente chiusa.

Un comprensorio verde che oggi non è fruibile da parte della cittadinanza e in primo luogo dai residenti del quartiere circostante, il quale vive inoltre le conseguenze dell’attuale assetto del servizio di drop in, il quale vede i tossicodipendenti poter sì ricevere siringhe nuove lasciando quelle usate ma disperdendosi poi nella zona circostante in cerca di angoli dove iniettarsi le sostanze.

Il criterio prospettato dal documento è quello della riduzione del danno, facendo sì che non vi siano siringhe e rifiuti pericolosi abbandonati, non si debba assistere a situazioni che per molti risultano disturbanti, la vita dei tossicodipendenti – al di là di ogni necessario sforzo di recupero – sia tutelata in qualche modo e infine, che coloro i quali operano professionalmente in questo campo possano farlo con maggiore serenità.

Bandiera Gialla, una mostra sulle epidemie in epoca di pandemia

Ieri nella Rotonda Talucchi dell’Accademia Albertina, è stata presentata alla stampa “Bandiera gialla – Le epidemie e le cure nella storia, nella scienza, nell’arte”, una grande mostra tra arte, storia, scienza e media sulle epidemie in epoca di pandemia prodotta dall’Università di Torino nell’ambito del programma UniVerso, l’osservatorio culturale dell’Ateneo, in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti, con il Teatro Regio di Torino e le Teche Rai. Allestita negli spazi del Cortile del Rettorato (via Po 17, Torino) e della Rotonda Talucchi (via Accademia Albertina 6, Torino), la mostra, che resterà aperta fino al 5 marzo 2023, è curata dal Prof. Peppino Ortoleva, storico dei media e curatore di musei e mostre, con la direzione scientifica della Prorettrice di UniTo Prof.ssa Giulia Carluccio.

 Bandiera gialla, il cui nome deriva dalla bandiera che a partire dal XVII secolo è divenuto il segnale internazionalmente riconosciuto delle malattie contagiose, associato in particolare a quella forma di prevenzione antica, ma tuttora largamente usata, che è la quarantena, è realizzata grazie al contributo di un comitato scientifico multidisciplinare di studiosi.

Il percorso  unisce un itinerario storico che dal periodo della “peste nera” del Trecento – resa celebre da Giovanni Boccaccio – arriva fino ai tre anni del CoViD-19, con un’attenta e aggiornata analisi scientifica delle malattie, della loro diffusione e delle cure che la medicina è riuscita a sviluppare, mettendo a disposizione della società le competenze scientifiche e gli esiti della ricerca più avanzata che l’Università di Torino può vantare in riferimento a un ampio ventaglio di saperi e discipline.

L’Università di Torino raccoglie infatti una sfida inedita e di grande attualità: quella di proporre un approfondimento rigoroso sulla storia delle pandemie attraverso la forza e l’impatto di un percorso espositivo ampiamente interdisciplinare, rivolto a un pubblico che non coincide con la sola comunità accademica, ma si apre a tutta la cittadinanza.

Nella mostra vengono narrati cause ed effetti delle principali epidemie che hanno caratterizzato la storia dell’umanità a partire dall’età moderna con l’obiettivo di indurre il visitatore a portare lo sguardo, non solo sulla situazione attuale, ma anche sulla dinamica storica di comparsa e diffusione delle epidemie mettendo in evidenza alcuni fenomeni ricorrenti nelle crisi sanitarie: il diffondersi di dicerie che ne attribuiscono la responsabilità a presunte cospirazioni, gli interventi spesso autoritari dei poteri pubblici, l’avvicendarsi di fasi di paura e disperazione con altre di ingannevole speranza, la sperimentazione di rimedi medici che a volte si sono rivelati inutili o perfino dannosi a volte al contrario si sono dimostrati efficaci a contenere i morbi o addirittura a sradicarli.

Per fare questo si avvale di un’ampia gamma di linguaggi che collegano tra loro informazioni scientificheesposte in forma semplice (per esempio per mezzo di grandi illustrazioni o di spiegazioni video), oggetti (in particolare gli strumenti medici) di diverse epoche, documenti storici (dalle fotografie ai giornali agli avvisi pubblici) capaci di far comprendere il vissuto al tempo della peste, del colera o della “spagnola”, documenti audiovisivi e produzioni artistiche – dalla pittura alla letteratura, dalle arti plastiche alla musica – che hanno mostrato e narrato le epidemie stesse.

Il percorso espositivo dà ampio spazio all’espressione artistica, lasciando alla pittura, alle arti plastiche, alla narrazione letteraria il compito di farci capire che cosa ha voluto e vuole dire il vivere in tempo di epidemia, senza dimenticare la musica: sarà una sorpresa scoprire una Cantata per la fine del colera di una grande compositrice tedesca, Fanny Mendelssohn Hensel.

Il contributo delle Teche RAI e altri materiali di archivio permettono di seguire gli sviluppi della recente pandemia, di riconoscere le battaglie del personale sanitario in prima linea in Italia come in Asia e altrove, e di tornare con immagini sempre attuali alla “spagnola” del 1918-19, al colera a Napoli del 1973, al dramma dell’AIDS tra l’Africa e l’occidente. Nell’allestimento curato da Diego Giachello e con le scenografie ideate da Claudia Boasso del Teatro Regio di Torino spicca anche una replica in grandezza naturale (4 metri di altezza) della colonna infame di Milano, che fu eretta in origine per additare all’odio pubblico i presunti “untori”, e che oggi viene ricostruita per ammonirci invece sulla follia del pregiudizio e sulle tragedie di chi ne fu e ne è vittima.

Butta via i fazzoletti: scegli di curare l’allergia

Martedì 6 dicembre presso la sala riunioni della Biblioteca Comunale di Volpiano

Presentazione del libro: Butta via i fazzoletti: scegli di curare l’allergia, non addormentare i sintomi

È possibile scaricare gratuitamente il libro in formato ebook dal sito web
www.buttaviaifazzoletti.it

Martedì 6 dicembre alle ore 21.00 presso la sala riunioni della Biblioteca Comunale via Carlo Botta 26 – Volpiano la dr.ssa Sabrina De Federicis, autrice
del libro “Butta via i Fazzoletti, al suo esordio letterario, racconterà con leggerezza l’esperienza vissuta alla ricerca di una soluzione per superare il problema delle allergie Tra il serio e la comedy spiegherà cos’è la terapia della desensibilizzazione che la Regione Piemonte, ha adottato dal Sistema Sanitario Nazionale per
curarsi definitivamente sostenendo in parte i costi della cura. Con la terapia desensibilizzante si guarisce totalmente dalle allergie evitando così il
peggioramento delle patologie connesse alla marcia allergica, ma purtroppo è ancora poco conosciuta dai medici di famiglia che dovrebbero indirizzare il paziente da un
allergologo: unico a conoscere la cura e ad applicarla con efficacia. Le allergie: molti ne parlano, pochi le curano. Con questo libro, in modo chiaro e leggero, l!autrice vuole tendere la mano a tutti gli allergici per restituire loro il piacere semplice di vivere bene.