CRONACA- Pagina 679

Quattro vie per quattro grandi donne

È in programma  venerdì 30 giugno 2023, alle ore 11.00, in strada della Pronda 69 a Torino, la cerimonia di intitolazione delle vie Teresa MatteiLidia MenapaceErnestina Prola e Aida Ribero.

Interverranno: Francesca Troise, presidente della Circoscrizione 3 di Torino, Nino Boeti, presidente Anpi provinciale di Torino (a ricordo di Teresa Mattei e Lidia Menapace), Anna Joannas, consigliera del Comune di Exilles (a ricordo di Ernestina Prola), Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del concorso letterario nazionale Lingua Madre (a ricordo di Aida Ribero), e Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale e della Commissione Toponomastica del Comune di Torino.

Teresa Mattei

Genova, 1.02.1921 – Casciana Terme Lari (PI), 12.01.2013

Partigiana, politica e insegnante. A soli venticinque anni, è la più giovane eletta all’Assemblea Costituente. È tra le fondatrici dei Gruppi di difesa della donna e dell’Unione Donne Italiane. Nel 2005 viene insignita dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Lidia Menapace

Novara, 3.04.1924 – Bolzano, 7.12.2020

Partigiana, dirigente politica e saggista. Laureata in Letteratura italiana, scrive per Il Manifesto, che contribuisce a fondare. Attivista del movimento pacifista e femminista. Nel 2014 pubblica il libro autobiografico “Io, partigiana. La mia resistenza”. Di sé diceva: «Sono ex tante cose, ma non ex partigiana, perché essere partigiani è una scelta di vita».

Ernestina Prola

Göeschenen (Svizzera), 18.02.1876 – Torino, 29.11.1954

Prima donna torinese, e tra le prime in Italia, a conseguire, nel 1907, la licenza per la conduzione di veicoli a motore. Pioniera dell’automobilismo, ha anche esperienze come pilota sportiva. La passione per i motori e la forte determinazione la portano inoltre a ottenere il brevetto di motorista d’aviazione, rendendola, per la sua epoca, un esempio di emancipazione.

Aida Ribero

Buenos Aires (Argentina), 31.01.1935 – Torino, 22.11.2017

Docente, giornalista e saggista. Protagonista delle maggiori battaglie per i diritti civili, e per i diritti delle donne in particolare. È stata attivista in prima linea nel Coordinamento Giornaliste del Piemonte, nella Casa delle Donne di Torino e nel Gruppo di studio del Concorso Lingua Madre. Concorre a fondare il Coordinamento contro la Violenza e Telefono Rosa di Torino e il Centro Studi e Documentazione sul Pensiero Femminile.

Sopralluogo a Stupinigi della commissione regionale

Sono solo alcune delle azioni previste dal masterplan “Azioni per la valorizzazione e lo sviluppo del Distretto dei Comuni del Protocollo”, condiviso dalla Regione Piemonte e dai comuni di Nichelino, Orbassano, Candiolo, Beinasco, None e Vinovo per la riqualificazione del distretto reale di Stupinigi, dove, questa mattina, i componenti della Commissione cultura hanno effettuato un sopralluogo proprio allo scopo di verificare lo stato attuale degli spazi e incontrare i sindaci dei Comuni interessati.

“Obiettivo di questa serie di misure – ha dichiarato il presidente dell’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali,  Luigi Chiappero – è quello di realizzare continuità tra tutti gli ambienti a servizio di Stupinigi. Il progetto per il restauro del Parco Storico della Palazzina di Caccia, il ripristino dei cancelli e delle mura perimetrali è gestito dalla Fondazione Ordine Mauriziano: per portarlo a termine ha ottenuto i fondi del Pnrr, circa 2 milioni di euro, attraverso il bando del ministero della Cultura dedicato ai parchi e ai giardini storici, finanziato dall’Unione Europea attraverso i fondi NextGenerationEU. Altri 5 milioni di euro, arriveranno poi da fondi ministeriali per il completamento del percorso museale, per il restauro dell’appartamento Principe di Carignano e per migliorare l’accessibilità agli appartamenti di ponente”.

Il completamento dei restauri sarà a cura della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali che si è resa disponibile ad avviare la progettazione degli interventi e a promuovere una ricerca di fondi per un piano biennale di investimenti.

Al sopralluogo hanno partecipato il presidente della commissione cultura Davide Nicco (Fdi) e i consiglieri Diego Sarno (Pd), Monica Canalis (Pd), Giorgio Bertola (Europa verde), Francesca Frediani (M4O-UP), Sara Zambaia (Lega) e Sarah Disabato (M5S)

Ecco i fondi della Regione per tutelare le vittime di violenza contro le donne (e rieducare gli aggressori)

DAL PIEMONTE PIU’ DI TRE MILIONI DI EURO 

Con tre delibere approvate dalla giunta, su proposta dell’assessore alle Pari Opportunità, Chiara Caucino, la Regione stanzia 3.129.382 euro, tra risorse statali e regionali, per sostenere Centri Antiviolenza e Case Rifugio, attuare il «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023» e per rafforzare i Centri per Uomini autori o potenziali autori di violenza di genere. L’esponente della giunta regionale: «Tanto lavoro è stato fatto ma siamo ancora lontani dall’obiettivo e per questo serve lavorare tanto e soprattutto bene, andando nella giusta direzione. Occorre agire in maniera attiva e proattiva, tutelando le vittime e lavorando sui “carnefici”, per minimizzare il rischio di recidive».

Dal Piemonte un impegno concreto contro la violenza sulle donne. Su proposta dell’assessore alle Pari Opportunità, Chiara Caucino, sono stati stanziati complessivamente, con tre differenti delibere, 3 milioni e 129mila euro (3.129.382 euro, per l’esattezza) fra risorse statali e regionali destinati ad azione per prevenire e tutelare gli episodi che purtroppo, nonostante i grandi sforzi economici e culturali compiuti in questi anni, sono ancora, drammaticamente, all’ordine del giorno.

Il primo provvedimento è l’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti per interventi a favore delle donne vittime di violenza svolti dai Centri Antiviolenza e dalle Case Rifugio e per l’accesso ai finanziamenti per il sostegno alle soluzioni di accoglienza in emergenza e di secondo livello, che prevede una spesa 1.691.366 euro complessivi.

Si tratta di una misura fondamentale per potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle vittime e ai loro figli attraverso il potenziamento dei Centri antiviolenza e delle Case-rifugio, che operano in maniera integrata con la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, tenendo conto delle necessità fondamentali per la protezione delle persone che subiscono violenza.

Dei fondi stanziati da questa delibera, 700mila euro verranno destinati al sostegno e potenziamento delle attività dei Centri Antiviolenza, 465.366 al sostegno delle Case Rifugio autorizzate al funzionamento sul territorio regionale, 220.000 alle Case Rifugio ed ai Centri Antiviolenza esistenti per esigenze straordinarie ed urgenti e di accoglienza in emergenza per le donne sole e con figli vittime di violenza e 200mila all’attivazione e al mantenimento delle soluzioni di accoglienza di secondo livello per le donne sole e con figli vittime di violenza.

La seconda delibera voluta da Caucino sancisce invece l’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti destinati al sostegno di interventi regionali attuativi del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023». La spesa complessiva, in questo caso, è di 758mila euro. Fondi indispensabili per realizzare la norma che attribuisce alla Regione la competenza di promuovere e realizzare, in collaborazione con gli enti locali, con gli Enti e i soggetti del privato sociale specifiche iniziative per il monitoraggio, la prevenzione, il contrasto e l’assistenza alle vittime di violenza.

Il piano è strutturato su quattro assi (Prevenzione, Protezione e sostegno, Perseguire e punire, assistenza e Promozione) e si pone l’obiettivo di mettere a sistema gli interventi a favore delle donne, anche minorenni, vittime di violenza in tutte le sue diverse forme, con la previsione di interventi di sostegno alle persone a cui devono essere necessariamente affiancate azioni fondamentali, come il reinserimento lavorativo, l’autonomia abitativa e la formazione, oltre che l’informazione sui temi della promozione della cultura di genere nonché programmi rivolti agli uomini maltrattanti.

Ed è proprio sulla prevenzione e sulla «educazione» o «rieducazione» delle persone violente che verte invece la terza delibera fatta approvare dall’assessore regionale alle Pari Opportunità. Si tratta dell’approvazione dei criteri per l’accesso ai finanziamenti per i Centri per Uomini autori o potenziali autori di violenza di genere, per una spesa complessiva di 680.016 euro.

Il tema, sul quale Caucino insiste da anni, è la necessità, oltre ovviamente alla protezione delle vittime, di lavorare sui «carnefici»,  con interventi mirati al recupero e all’accompagnamento rivolti agli autori di violenza di genere, al fine di limitare che tali comportamenti di ripetano, favorendo l’adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali.

Da qui la necessità di coinvolgere le reti territoriali dei diversi soggetti istituzionali e del privato sociale che operano per il contrasto alla violenza in tutte le sue sfaccettature, nell’intento di promuovere e sostenere in Piemonte non solo una rete efficace di Centri antiviolenza, ma anche di Centri per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere, che attuano interventi di natura psicologica, socio educativa, relazionale, culturale, psicoterapeutica e psichiatrica, realizzati, ovviamente, a condizione che siano prioritariamente garantiti la sicurezza ed il supporto alle vittime.

«La piaga della violenza sulle donne è una realtà con cui purtroppo, nonostante i tanti sforzi fatti in questi anni, dobbiamo ancora fare i conti – spiega Caucino -. Basti pensare che nel 2022 in Italia si sono registrati 319 omicidi di cui 125 con vittime di sesso femminile (circa il 39%)  e che dal 1 gennaio al 28 maggio di quest’anno, in Italia sono stati registrati 129 omicidi e le vittime donne sono 45».

«Al di là delle doverose campagne di comunicazione, finalizzate alla sensibilizzazione su un problema purtroppo ancora poco conosciuto, nella sua gravità – prosegue Caucino – credo che sia compito della Regione agire sia attivamente, con la massima tutela delle donne che hanno subìto violenze e che vanno protette garantendo loro sicurezza, perché il rischio recidiva è altissimo, sia proattivamente, andando a “rieducare” quegli uomini che in parecchi casi usano violenza, spinti dall’ignoranza e dalla mancanza di una cultura del dialogo e della parità di genere».

«Persone – conclude l’assessore regionale alle Pari Opportunità –  figlie di consuetudini fortunatamente ormai superate, educati magari a considerare la donna un oggetto di loro proprietà, che possono essere aiutati a comprendere, attraverso l’ausilio di specialisti qualificati, i loro errori in modo che non si ripetano più. Altrimenti il rischio è di dover fare i conti con donne costrette a vivere di fatto “imprigionate” a scopo protettivo e con uomini che, se non si rendono conto dei loro comportamenti sbagliati, tenderanno a ripeterli, magari con altre donne o anche soltanto perseguitando e rendendo la vita impossibile alle proprie ex compagne o mogli».

Torino Esposizioni, il futuro: nuove prospettive Politecniche

 

Il Dipartimento di Architettura e Design-DAD e il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio-DIST del Politecnico di Torino organizzano un convegno per presentare il progetto sul futuro del padiglione 3a di Torino Esposizioni

 

venerdì 30 giugno 2023 dalle ore 10:00

Salone d’Onore – Castello del Valentino – Viale Mattioli 39, Torino

Immaginando l’utilizzo del padiglione 3a di Torino Esposizioni come parte del futuro Campus Valentino del Politecnico, il Dipartimento di Architettura e Design – DAD e il Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio – DIST hanno avviato da 6 mesi un percorso condiviso per definirne funzioni e usi: oltre 150 docenti, ricercatori, tecnici, amministrativi hanno costruito una visione per il futuro di questo spazio di oltre 2.500 mq, in collaborazione con il Gruppo Masterplan del Politecnico.

Oltre a essere un nuovo spazio aggregativo e di socialità, il padiglione 3a ospiterà attività laboratoriali a supporto della didattica e della ricerca ma anche eventi e iniziative culturali aperte al pubblico. In questo evento verranno restituiti i risultati di una serie di incontri che hanno raccolto le istanze di colleghe e colleghi dei due Dipartimenti sulla futura natura polifunzionale del padiglione. Viste le molteplici opportunità che lo spazio può offrire non solo per il Politecnico ma anche per il quartiere e per la città, l’evento sarà un’occasione di dialogo con gli attori del territorio, ovvero istituzioni, imprese ed enti del terzo settore.

 

Programma

  • Saluti del Rettore del Politecnico Guido Saracco e dei direttori dei dipartimenti professor Paolo Mellano (DAD) e professor Andrea Bocco (DIST);
  • Presentazione del Laboratorio ToExpo: l’iniziativa e i suoi obiettivi, sintesi del percorso di workshop e dei risultati raccolti;
  • Le prospettive sul Padiglione 3a: ne parlano i rappresentanti dei laboratori di DAD e DIST;
  • Aggiornamento sull’avanzamento del progetto Campus Valentino a cura del gruppo Masterplan di Ateneo;
  • Tavola rotonda con gli attori del territorio moderata dai Direttori Paolo Mellano (DAD) e Andrea Bocco (DIST);

Detenuta si toglie la vita nel carcere di Torino

Una detenuta di 52 anni, che era stata arrestata nel 2019 a Settimo Vittone con l’accusa di tentato omicidio del compagno è stata trovata senza vita nel carcere Lorusso e Cutugno. Secondo gli agenti, quello commesso dalla donna sarebbe un gesto volontario.

Italia 61 e il capolavoro torinese di Pier Luigi Nervi

Il Palazzo del Lavoro, già Palazzo delle Nazioni, da sempre Palazzo Nervi in Corso Unità d’Italia angolo Corso Maroncelli a Torino, una straordinaria opera la cui paternità dell’ Ingegner Pier Luigi Nervi con la collaborazione del figlio Antonio e dell’architetto Gio Ponti, inaugurata il 6 Maggio 1961 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi nella giornata in cui l’indimenticabile Italia 61 aprì le sue porte al mondo.

E’ uno dei capolavori dell’architettura del Novecento, uno di quei luoghi cui tutti, da che fu realizzato, hanno guardato con stupore per l’impegno occorso, con ammirazione per l’attuazione innovativa raggiunta. Ricordiamo infatti che fu progettato nel 1959 ed a tutt’oggi, se fosse ancora leggibile, parlerebbe di una sua carta d’identità senza tempo ed oltre il tempo, di strutture innovative per materiali e per talento creativo. Un immenso spazio progettato per durare, per farsi ammirare, per essere un esempio tutto italiano del genio costruttivo ed architettonico del Novecento, simbolo di un Paese in rinascita. Ed invece quello che sembrava a tutti essere il suo giusto e fausto destino, quello di una lunga vita all’avanguardia, contenitore felice e generoso quale era stato progettato, non si è realizzato. Chiedersi perché e per chi oggi non serve. Ciò che serve è che si comprenda urgentemente che è necessario arrivare in tempo a salvare questo testimone importante, questo gigante, fiore all’occhiello di un’Italia che stava vivendo il suo tempo d’oro, fatto di un miracolo economico quasi impensabile e di tanta voglia di mettersi continuamente in gioco, a qualunque costo e rischio.

 

Oggi appare come un eroe agonizzante ed umiliato, una grande carcassa arrugginita e drammaticamente abbandonata, rosa dal tarlo dell’incuria che la divora, testimone suo malgrado e simbolo di un degrado ambientale e non solo, lasciato a sé stesso, allo spreco più totale, mentre collassa e cede sul suo fasto di breve durata. Tutti elementi questi che dovrebbero far riflettere senza girarsi dall’altra parte per non vedere. Avvolto nel suo manto di ruggine, luogo prescelto da rovi e sterpaglie e da animali che vi scorrazzano, oggetto di incursioni vandaliche finché vi fu qualcosa da portar via, passato attraverso l’esperienza di un gravissimo incendio nel 2015, Palazzo Nervi non si stanca ancora oggi di lanciare il suo grido d’aiuto sotto gli occhi dei passanti impotenti. Una fine ingiusta la sua, non certo motivo di vanto per Torino in Italia né per l’Italia nel mondo, agonizzante monumento al genio di Pier Luigi Nervi, offerto così miseramente ridotto allo sguardo dei torinesi attoniti e di quanti ne hanno compreso il suo grandissimo, importante valore. Per chi transita in Corso Unità d’Italia in uscita o in entrata in città, per raggiungere le autostrade o arrivandovi, si trova a percorrere una vasta area verde con piante che ancora oggi ci parlano della cura con cui sono state scelte. Giardini disseminati di costruzioni particolarmente interessanti dal punto di vista architettonico che parlano di un fasto trascorso in cui sapienti mani e grandi progetti hanno contribuito a realizzare un sogno tutto italiano.

Correva l’anno 1961 e Torino era pronta a vivere un avvenimento che avrebbe segnato la storia del glorioso 900 della città. In pieno boom economico stava per concretizzarsi un evento unico ed indimenticabile. Venne ospitata infatti l’Expo 1961, la grande Esposizione Internazionale del Lavoro – Torino 1961,  per festeggiare i cento anni dell’Unità d’Italia. E’ quella che fu definita una grande occasione per mostrare al mondo quale fosse il livello di progresso raggiunto da quella che venne definita la città dell’automobile per antonomasia, la Torino industriale ma anche quella storica, quella sabauda con la sua cultura millenaria e quella ingegnosa che sa continuamente riproporsi. Un’occasione unica, raccolta con entusiasmo la cui centralità fu l’Italia ed il lavoro. Il Made in Italy ebbe modo di far parlare di sé in tutto il mondo puntando l’attenzione sui punti di forza del nostro Paese nei tanti ambiti di cui è incontestata protagonista: dalla scienza all’arte passando per la tecnica e la cultura senza dimenticare il settore dell’imprenditoria: tutti erano presenti a questo imperdibile appuntamento. Furono invitati i nomi più illustri del globo a partecipare, ognuno nel proprio settore, alla realizzazione di questo sogno italiano. Notissimi architetti dei giardini per organizzare il verde della vasta area che fu scelta, nella zona Nizza Millefonti , su una superficie di  106.500 mtq fino a lambire le acque del Po, con un suo naturale fascino indescrivibile. Ingegneri edili, architetti, progettisti, tecnici, tutti chiamati a dare il meglio di sé e con loro il grande Ingegner Pier Luigi Nervi che aveva ideato e brevettato nel 1943 il ferro cemento e che realizzò per l’occasione il suo grande capolavoro torinese, il Palazzo del Lavoro. Costruzione innovativa realizzata in tempi brevissimi, gioiello dell’architettura e dell’ingegneria civile nerviana, si tratta di un avveniristico progetto incentrato sulla suddivisione della copertura quadrata dei 47.000 mtq totali della superficie, in sedici elementi tra loro indipendenti ad ombrello costituiti da una raggiera di travi in acciaio e da un pilastro centrale, caratteristica questa della progettualità di Nervi. Un’opera all’avanguardia di grande impatto emotivo e di straordinario fascino con  l’uso dei suoi materiali preferiti.

 

Tra le tante altre realizzazioni indimenticabili che composero Italia 61 l’ovovia che portava i visitatori direttamente in collina, il laghetto accanto all’ avveniristica monorotaia con le hostess ad accogliere i numerosissimi visitatori, la vita sui battelli del Po, Palazzo a Vela, in origine Palazzo delle Mostre, i bus panoramici a due piani ed altri palazzi per quei tempi modernissimi. Oggi ciò che appare di quelle storiche celebrazioni alimenta la nostalgia di un tempo d’oro, tra l’inspiegabile incuria di tanta bellezza ed il tempo che passa ma non cancella.

PATRIZIA FORESTO

Omicidio della piccola Fatima, ergastolo al patrigno

La morte della piccola Fatima di 3 anni, precipitata da un balcone di un edificio del centro storico di Torino in via Milano il 13 gennaio 2022 fu omicidio volontario.  Lo ha  ha stabilito la Corte di Assise, che ha condannato all’ergastolo il 35enne Mohssine Azhar. La bimba  era la figlia di una donna che abitava  nello stesso condominio con la quale Azhar aveva una relazione. L’imputato ha sempre sostenuto che la bambina  gli fosse sfuggita di mano mentre giocava con lei sul balcone.

Un referendum per la Pellerina

In data 27 giugno 2023, con circa due mesi di anticipo sui 4 consentiti dal regolamento comunale, abbiamo depositato circa 1700 firme che accompagnano la delibera di iniziativa popolare con la richiesta dei cittadini che desiderano fortemente cambiare la destinazione d’uso dell’area Thyssen e, una volta bonificata a spese di chi ha inquinato (come prescrive la legge), asservire a parco e a servizi sanitari in modo da poter insediarvi il nuovo presidio ospedaliero di Torino nord-ovest.
La stragrande maggioranza dei cittadini durante la raccolta firme, non solo ha chiesto di rendere inedificabile la Pellerina, lasciandole l’attuale destinazione a parco pubblico, ma ha dichiarato che la scelta dell’area più pertinente per il nuovo nosocomio, tenuto conto della vicinanza all’attuale ospedale Maria Vittoria che ormai vetusto dovrà essere sostituito, l’area Thyssen, una volta bonificata.
Forti della richiesta popolare, abbiamo anche costituito un comitato referendario per far sì che siano i cittadini a decidere il futuro di questa parte della Città dove tutte le amministrazioni, a 16 anni dalla tragedia che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei torinesi e non solo, non hanno voluto incidere per farla bonificare. Oltre all’incuria e all’inerzia, l’attuale amministrazione vuol cementificare una gran parte della Pellerina, un’area permeabile del più grande polmone verde della Città, nonostante questa risulti essere la più inquinata d’Italia.
Anziché fare prevenzione, salvaguardando le aree verdi e gli alberi che sono fonte della stessa nostra vita, nonostante le promesse elettorali, “zero consumo di suolo”, senza aver consultato adeguatamente la cittadinanza, vuol imporre un’opera devastante un parco.
Con questa consapevolezza, è iniziata dal 5 giugno la raccolta delle firme per attivare l’unico vero strumento di democrazia diretta che vincola l’amministrazione a rispettare la volontà popolare e non altre, il referendum propositivo che lo Statuto della Città di Torino prevede.
In tutte le circoscrizioni si potrà sottoscrivere il testo referendario oltre che on-line su Torino Facile.
Per fare conoscere questa opportunità, sabato 1 luglio 2023, alle ore 18,00 presso la Cascina Marchesa, all’interno del Parco Carrara, ci sarà un’apericena a cui tutte le persone sensibili alla tematica possono partecipare, previa prenotazione (https://www.eventbrite.com/e/658813096707 – 100 posti max).
Le aree verdi e molte alberate di Torino sono oggetto di devastazione e il Comitato Salviamo la Pellerina, unitamente ad altri comitati spontanei costituitisi in “Resistenza Verde” chiediamo il sostegno di tutti. Facciamo si che siano i cittadini a salvaguardare l’ambiente, visto che gli amministratori pubblici non lo fanno. INSIEME POSSIAMO FARCELA.

Comitato Salviamo la Pellerina

 

(foto Lori Barozzino)

Ecco le linee Gtt per il Kappa FuturFestival

GTT INFORMA

Il Kappa FuturFestival torna al Parco Dora di Torino da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio luglio con la sua decima edizione.
Vai a ballare in sicurezza: lascia la macchina a casa e usa i mezzi pubblici che per l’occasione saranno potenziati.
Utilizza le linee 3 – 9 – 52 feriale – 60 – 67 festiva – 72 – 72B feriale e le linee della rete notturna estiva Night Buster W60 ARGENTO – E68 VERDE – E68B VERDE – N4 ROSSA – N4B ROSSA.
Le linee 3, 9 e 72 saranno potenziate nelle ore serali.

Copia della Costituzione ai 18enni di Frossasco

A margine del Consiglio Comunale del 27 giugno il Sindaco ha consegnato copia della Costituzione Italiana ai giovani frossaschesi nati nel 2005, che quest’anno raggiungono la maggiore età. Conoscere i diritti e doveri dei cittadini, conoscere le norme fondamentali del nostro sistema democratico, o almeno sapere dove si possono leggere, sono il presupposto di cittadinanza, non trascurando gli esempi e le esperienze positive che si ricevono, come quelle delle associazioni frossaschesi che ieri, come già in passato, si sono “presentate” ai giovani per raccontare brevemente i loro servizi alla comunità e la bellezza del volontariato, invitandoli a scoprire le loro inclinazioni e i loro interessi.