La manifestazione No Vax, a livello nazionale promossa a Torino per sabato 18
“rischia di mettere in pericolo, proprio sotto le feste, non solo il lavoro di tantissimi commercianti, ma anche la salute dei cittadini: il cospicuo numero di partecipanti annunciato provocherà assembramenti da stadio”. Così il presidente di Confesercenti di Torino, Giancarlo Banchieri, che chiede al sindaco e al prefetto del di annullare la manifestazione no Green pass di sabato pomeriggio, unitamente ad altri colleghi commercianti.
Come Fulvio Griffa, presidente dell’associazione esercenti del centro: “Ok il diritto a esprimere le proprie opinioni, ma lo possono fare anche altrove. L’ultimo sabato prima di Natale per i commercianti è cruciale”.
Aggiunge Banchieri: “la minoranza urlante per evidente mancanza di idee mette in pericolo tutto questo, in un momento di recrudescenza della pandemia I No Vax sulle piazze e sui media sono la minoranza non soltanto più rumorosa, ma anche la più sovrarappresentata di sempre: la libertà di pensiero e di manifestazione qui non c’entra nulla”.
Sarà forse complice la neve caduta pochi giorni fa, quando i lattei fiocchi ghiacciati hanno ricoperto strade e marciapiedi, parchi e fontane, regalandoci un 8 dicembre di stereotipata felicità e rendendo l’atmosfera pulita e apparentemente priva di smog. Ma non è solo la natura circostante a brillare di luce propria nelle notti torinesi: le installazioni artistiche, tipiche di questo periodo festivo, stanno illuminando, ormai da più di un mese, il centro e alcune zone limitrofe. È ormai tradizione che diversi artisti, italiani e stranieri, si cimentino nel realizzare creazioni luminose, atte ad abbellire la città, rischiarando le vie del capoluogo durante le festose sere natalizie. Tuttavia, è bene precisare che esse non sono solo puri oggetti estetici, agghindi preziosi da mettere e togliere a seconda della moda della stagione, al contrario si tratta di opere d’arte, la cui funzione principale rimane quella di far riflettere l’osservatore, di porre questioni e pungolare costantemente la cittadinanza, anche su tematiche scomode e complesse. “Luci d’artista” è una manifestazione nata nel 1998, a seguito del successo, ottenuto l’anno precedente, dell’esposizione del “Presepe” di Emanuele Luzzati. L’opera del celebre scenografo, illustratore, animatore e ceramista genovese, scomparso nel 2007, è composta da novanta sagome in legno dipinte, raffiguranti i personaggi sacri della tradizione cristiana e i celebri protagonisti delle favole più conosciute. L’inaspettato connubio delle figure riconducibili ad emisferi differenti comporta il costituirsi di un’atmosfera magica e ludica, un mondo incantato dedicato ai più piccoli e a tutti coloro che ancora amano l’impattante innocenza del gioco.
In via Monferrato, è invece visibile “Ancora una volta” di Valerio Berruti, altro lavoro che inneggia ad una Torino multietnica; si tratta di raffigurazioni di bambini che giocano con qualcosa che scorre sotto di loro, ossia la gente, i passanti, noi stessi, che li osserviamo dal basso verso l’alto. L’artista vuole che il pubblico si fermi a guardare “ancora una volta” quegli infanti che si accendono progressivamente e che, con la loro intermittenza, finalmente riescono a farsi notare da un mondo adulto, non sempre memore dei loro diritti. L’installazione volontariamente ricorda “Udaka – fango in zulu-”, videoanimazione proveniente dalla Fondazione Nirox e proiettata sul lago Nirox Sculpture Park (Johannesburg).
Come terminare questo breve giro panoramico senza soffermarci, seppur brevemente, sul lavoro di Merz? Sul monumento simbolo del capoluogo piemontese spicca il rosso intervento dell’artista milanese. “Il volo dei numeri” è un’installazione luminosa permanente, realizzata nel 1998; si tratta della raffigurazione in neon colorati, della sequenza di Fibonacci, celebre matematico vissuto in epoca medievale, a cui si deve l’introduzione dei numeri arabi in Italia; egli studiò la progressione che in natura determina la crescita e la proliferazione delle forme: nella progressione matematica ciascun numero è la somma dei due precedenti. Merz cita più volte nelle sue opere le scoperte del matematico toscano, così come ricorre quasi sempre all’uso del neon come metafora dell’energia; in questa specifica creazione la serie numerica è anche connessa alla curvatura della cupola dell’architettura e al monumento in quanto emblema della città subalpina.